musicaround.net - Dodicilune Records
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all’interno della sua complessità<br />
strutturale ed armonica lascia ad ogni<br />
esecutore ampi spazi di interpretazione.<br />
E’ importante conoscere la prassi<br />
esecutiva dell’epoca, sapere individuare la<br />
struttura e le linee ma anche fraseggiare<br />
e dare la propria interpretazione.<br />
A.M. – Ha ascoltato molto le sei<br />
Suites al Violoncello durante<br />
l’elaborazione del suo progetto? Qual<br />
è stato<br />
l’interprete<br />
che le ha<br />
lasciato di<br />
più?<br />
Ho ascoltato<br />
vari musicisti,<br />
anche non<br />
violoncellisti,<br />
cimentarsi con<br />
le Suites.<br />
Sono rimasto<br />
affascinato<br />
dalle<br />
interpretazioni di violoncellisti come Pablo<br />
Casals, Nicolas Harnoncourt ed in<br />
particolare Heinrich Schiff. Ho avuto<br />
occasione di ascoltare delle conferenze<br />
del M° Harnoncourt, e devo sottolineare<br />
l’interesse che ha suscitato in me.<br />
D'altronde non posso evitare di ammirare<br />
il carattere, il pathos e addirittura<br />
l’irruenza che caratterizzano l’esecuzione<br />
di Heinrich Schiff.<br />
A.M. – Suite I, Minuetto: Siamo in<br />
consueto Sol Maggiore (Minuetto I),<br />
nella seconda sezione Bach cade in<br />
tentazione e il Sol Maggiore assume<br />
contorni ‘molli’ (Minuetto II): siamo<br />
ora in Sol minore. Ho notato la sua<br />
interpretazione, magistralmente<br />
ritenuta nella seconda parte, come<br />
insegna la buona scuola accademica,<br />
per tornare poi al mezzo forte nella<br />
ripresa del tema. E’ questo, come<br />
tante altre consuetudini, un comune<br />
modo interpretativo delle partiture di<br />
35<br />
Bach: come<br />
giudicherebbe un<br />
interprete che<br />
infrangesse questi<br />
canoni? Parlo anche<br />
delle quartine del<br />
Preludio iniziale: mai<br />
ripetute alla stessa<br />
intensità sonora.<br />
Come accennavo in precedenza è<br />
Bach alla<br />
Marimba<br />
Ivan Mancinelli<br />
importante conoscere la prassi esecutiva<br />
dell’epoca prima di<br />
addentrarsi in un mondo<br />
così ricco e<br />
contemporaneamente<br />
pieno di insidie. Leggendo<br />
il Quantz e il C. Ph. E. Bach<br />
salta subito all’occhio<br />
l’importanza dell’uso dei<br />
piani dinamici. La dinamica<br />
a cui lei fa riferimento,<br />
permette di dare<br />
leggerezza e movimento<br />
alla danza. Come tutti gli<br />
stili musicali anche questo<br />
ha delle caratteristiche da rispettare. In<br />
particolare sarebbe completamente ‘fuori<br />
stile’ eseguire dei lunghi crescendo che<br />
diventerebbero inevitabilmente romantici,<br />
è invece importante rispettare la prassi<br />
della ripetizione nel piano quando ci sono<br />
delle melodie ripetute. Nel preludio della<br />
prima Suite si ha spesso questa<br />
situazione e, per esempio, all’inizio oltre<br />
al lungo pedale di SOL al basso è<br />
importante dare risalto al RE che va al MI,<br />
FA, SOL ecc. nelle battute successive.<br />
Questo permette di fraseggiare ma<br />
bisogna evitare la monotonia data dalla<br />
ripetizione per quattro battute e mezzo<br />
dello stesso disegno melodico, ecco<br />
perché le ripetizioni prima forte e poi<br />
piano. Tutto condito da un crescendo<br />
complessivo per dare all’introduzione del<br />
preludio una direzione. In ogni caso trovo<br />
che si possano infrangere i canoni, ma a<br />
patto di conoscere bene il ‘canone’ che si<br />
vuole infrangere ed a condizione di dare a<br />
questa interpretazione, per così dire<br />
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