Scarica il PDF - Settimanale Tempi

Consigli di lettura gratuiti e non qualificati – non nell’accezione
pop-accademica ricorrente – per l’estate 2011. Premessa numero
uno: lasciate perdere le classifiche di vendite proposte
dai giornali o quelle esibite dalle librerie sulle loro migliori
pareti; fra i primi venti si troveranno forse due titoli buoni e due decenti,
ed è sicuramente più produttivo, a proposito di nuove uscite, il consiglio
di un amico fidato o quello del critico che più vi garba (fa eccezione
la classifica dei tascabili, significa che il libro ha già subìto un numero
tale di selezioni che prendere la sòla è improbabile). Premessa numero
due: il libro non è un oracolo, il libro è essenzialmente un divertimento,
come andare al cinema o a un concerto. È sommamente sbagliato
chiedersi, dopo aver letto un libro, che cosa ci abbia insegnato: diceva un
tizio piuttosto saggio che la cultura è quello
che rimane dopo che ci siamo dimenticati
tutto; scegliere un libro, dunque, non
è come scegliere l’automobile o un indirizzo
universitario, e quando un libro annoia
(non prima di avergli concesso una quantità
adeguata di occasioni, quindi non
meno di un terzo delle pagine complessive:
il cronista non si vergogna di aver
abbandonato Anna Karenina appena sol-
di Mattia Feltri
Premessa numero uno: lasciate perdere le
classifiche di vendite; fra i primi venti titoli se
ne troveranno forse due buoni e due decenti.
È più produttivo il consiglio di un amico fidato
cata la metà, quindi al termine di appelli
e controappelli, reputandolo un’eccellente
versione ottocentesca di Beautiful; anzi,
quando il cronista si trova a sostenere pubblicamente
questa tesi, sovente accende
discussioni animate, il che dimostra che
la scandalosa sentenza non è così bizzarra,
nonostante contenga, va confessato,
un retrogusto snobistico), ecco, si diceva,
quando un libro annoia non si deve esitare
ad accantonarlo per aprirne un altro.
Quello della cultura non è un percorso
obbligato e non sia mai afflittivo.
Tanto per cominciare,
ecco come si comporta il
cronista quando gode di un
periodo adeguato di riposo.
Diciamo dalle due alle tre
settimane. Allora il croni-
| | 6 luglio 2011 | 43