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orbite culturali - Gagarin Magazine

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Sulle pareti del suo studio centinaia di cantanti<br />

lirici e pop ringraziano e ti guardano:<br />

Lucio Dalla, Ron, Renga, Malika Ayane,<br />

Karima, Giusy Ferreri, Bocelli, Elisa, Zucchero<br />

e Irene Fornaciari, Anna Oxa, Caterina Caselli,<br />

Francesco De Gregori, Roby Facchinetti, Ornella<br />

Vanoni, Bjork e Laura Pausini che, come<br />

tanti altri, per lui nutre una vera venerazione. È<br />

grazie a lui che Laura ha trovato le tecniche e il<br />

supporto per affrontare le fatiche di tour mondiali.<br />

Anche il sottoscritto, aspirante cantante<br />

in prova, a lui si è rivolto per un consulto nel<br />

suo studio di Ravenna, subito in soggezione<br />

ritrovandosi seduto al posto della Pausini. L’intervista<br />

si rivela una lezione sul più bello strumento<br />

musicale del mondo, la voce umana.<br />

La voce, e la sua massima espressione ovvero<br />

il canto, sono al centro dell’attività medica,<br />

scientifica e culturale del dottor Franco Fussi,<br />

medico-chirurgo, specialista in Foniatria e<br />

Otorinolaringoiatria; responsabile del Centro<br />

Audiologico Foniatrico dell’Azienda USL di Ravenna<br />

e, tra le altre cose, responsabile scientifico<br />

del corso di Alta Formazione in Vocologia<br />

Artistica dell’Università di Bologna.<br />

«Il foniatra è un medico specializzato nei disturbi<br />

della comunicazione umana, tra questi disturbi<br />

possono rientrare anche quelli legati a chi nella<br />

voce ha quanto di più caro e prezioso, attori e<br />

cantanti».<br />

Ha deciso di dedicare gran parte del proprio<br />

lavoro, culturale e scientifico, alla voce<br />

artistica (un sito di riferimento voceartistica.<br />

it). Da dove nasce questa vera passione?<br />

«Fin dall’infanzia. Avevo uno zio melomane di<br />

opera lirica, mi faceva ascoltare bra-<br />

ni e mi raccontava tutte le trame,<br />

poi mi portò a teatro una sera, al<br />

Bonci di Cesena, ad assistere<br />

ad una rappresentazione di<br />

Rigoletto. Rimasi affascinato<br />

dal mondo del teatro musicale,<br />

da allora costrinsi i miei<br />

genitori ad accompagnarmi a<br />

teatro. Ero un bambino che a<br />

sei anni andava ad assistere alle<br />

opere, però contemporaneamente<br />

continuavo a mettere su i 45 giri<br />

di Mina e Rita Pavone, e a suonare<br />

la batteria. C’era quindi in me una passione per<br />

il suono prodotto dalla voce e alla musica in generale».<br />

Chi si rivolge a lei? «Chi lavora con la voce.<br />

Insegnanti, commesse, bariste della discoteca,<br />

avvocati, conferenzieri, insegnanti e infine anche<br />

i professionisti della voce artistica, cantanti e attori.<br />

Molti giovani che studiano canto ma anche<br />

professionisti».<br />

Dalle fotografie e dai ringraziamenti pubblici<br />

che riceve da parte di artisti affermati sembra<br />

che con loro nasca un rapporto particolare.<br />

«Ci sono voci<br />

tecniche e voci<br />

naturali: la bellezza delle<br />

seconde è che non sono<br />

incasellate in nessun<br />

codice. Laura Pausini<br />

è una così»<br />

«In genere dò sempre a tutti del Lei quando entrano<br />

in studio, ma dopo aver visitato le loro corde<br />

vocali istintivamente mi viene da passare al<br />

Tu. Li ho visti dentro, ho visto quello che è il loro<br />

principale strumento di comunicazione. Noi siamo<br />

abituati a vedere i cantanti su un palco, ma<br />

dietro la grinta e la forza vocale ci sono persone<br />

come noi, con problemi, gioie, fatiche, delusioni,<br />

aspirazioni. Li riascolto sul palco e quello che mi<br />

colpisce non è l’aspetto tecnico dell’esecuzione,<br />

ma sapere cosa provano in quel momento. Non<br />

è vero che la tecnica toglie l’emozione».<br />

Cosa rende una voce unica? «Le corde vocali<br />

non sono tutte uguali. E sfruttano le nostre cavità<br />

di risonanza, che sono spazi contenuti entro organi<br />

mobili (labbra, lingua, cavità orale e faringea)<br />

e perciò modificabili . A seconda di come lavoriamo<br />

sulle cavità di risonanza possiamo ricavare<br />

un diverso timbro e colore. Ad esempio Giusy<br />

Ferreri, tutte le strane emissioni che fa sono date<br />

da una capacità di esagerare certe posizioni<br />

delle cavità di risonanza rendendole espressive,<br />

anche cose che sembrerebbero sbilanciate<br />

dal punto dell’emissione. Pensate all’emissione<br />

nasale di alcuni artisti, che rende unica la loro<br />

voce. Poi ci sono anomalie congenite che fanno<br />

sì che una voce abbia un timbro caratteristico,<br />

in un certo senso quindi utili all’artista. Ad esempio<br />

Gianna Nannini, Marco Carta, Giuliano dei<br />

Negramaro e tante voci stilisticamente adatte a<br />

sound sgranati, graffiati, stimbrati. Voci ‘rough’<br />

dove un difetto o una particolarità anatomica diventa<br />

un elemento distintivo».<br />

Tecnica o naturalezza? «Ci sono due tipi di<br />

voci, entrambe belle. Quelle tecniche di chi<br />

ha studiato, ha fatto esperienze di di-<br />

versi stili. E quelle naturali che hanno<br />

bisogno di mantenersi naturali:<br />

la loro bellezza espressiva<br />

risiede nel fatto che non sono<br />

state incasellate forzatamente<br />

in un codice. Le voci naturali<br />

sono quelle che preferisco,<br />

Laura è una così».<br />

Ci sono molti talent show<br />

in cui il canto è centrale, ma<br />

sembrano dire: fiato alle trombe<br />

e accada quel che accada alla<br />

ricerca del successo immediato... «C’è<br />

una responsabilità da parte di queste trasmissioni<br />

che spingono a bruciare talenti prima di aver<br />

avuto il tempo di farli emergere. Però c’è anche<br />

una responsabilità da parte di questi ragazzi. Se<br />

io voglio fare il cantante, l’artista, faccio il mio<br />

percorso, cerco la mia voce, il mio stile… Poi se<br />

arriva anche l’occasione della trasmissione, del<br />

momento che mi dà visibilità, ben venga però<br />

deve essere qualcosa di aggiunto, non la finalità<br />

del mio percorso. Tu devi essere un musicista.<br />

Chiaro che l’apparire ti facilita ma tu devi prima<br />

di tutto essere».<br />

Va bene il segreto professionale ma un piccolo<br />

aneddoto? «Sanremo di qualche anno fa,<br />

conferenze stampa in ambienti diversi, passaggio<br />

dal caldo al freddo, una cantante mi chiama<br />

il pomeriggio prima della finale. Completamene<br />

afona. Le chiedo se mi sta prendendo in giro ma<br />

purtroppo è veramente afona. Unica soluzione<br />

che posso consigliare la somministrazione drastica<br />

di cortisone. La sera guardo la tivù un po’ in<br />

apprensione, la cantante canta bene e vince. La<br />

sento per congratularmi e mi svela che in realtà<br />

non aveva preso il cortisone, si era detta o la va<br />

o la spacca, era stato tutto frutto della sua grinta<br />

e della sua forza di volontà (stavolta non si tratta<br />

della Pausini, ndr).<br />

Ma è vera la storia dell’acciuga (ne mangio<br />

tonnellate sperando che la mia voce brilli)?<br />

«C’è del vero. Un tenore mi disse: ‘Ah io quando<br />

mangio due patatine Pai vado da Dio…’. L’acciuga<br />

è salata, il sale aumenta la salivazione e<br />

la tensione superficiale delle nostre mucose: un<br />

suono che attraversa uno spazio in cui la mucosa<br />

è più tesa crea un rinforzo maggiore degli<br />

armonici acuti dello spettro, quindi il suono è più<br />

brillante. Nell’immediato».<br />

Quindi funziona, ma solo nell’immediato, inutile<br />

fare scorta perché si corre il rischio di finire<br />

come i cantanti lirici orientali: usano dosi industriali<br />

di aglio perché è un broncodilatatore e<br />

quindi aiuta. Con qualche leggerissimo effetto<br />

collaterale.<br />

PS. Dimenticavo il responso della visita, sono<br />

un tenorino, potenzialmente con una bella<br />

estensione (se trovo il coraggio di usarla) e una<br />

lieve vergeture cordale sinistra, un piccolo difetto<br />

che potrebbe diventare il mio tratto caratteristico.<br />

3/11 gagarin n. 3<br />

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