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Untitled - Comune di Oggiono

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I N D I C E<br />

1. PREMESSA ..........................................................................................................................2<br />

1.1 STATO DI FATTO.............................................................................................................4<br />

1.2 STUDI ESISTENTI ............................................................................................................6<br />

1.3 LINEE GUIDA D’INTERVENTO..........................................................................................12<br />

1.4 SINTESI DELLE OPERE IN PROGETTO ORIGINARIO............................................................13<br />

1.5 GESTIONE DELLE OPERE .................................................................................................15<br />

1.6 SINTESI ECONOMICA DELL’INTERVENTO PREVISTO NEL DICEMBRE 2001 .......................16<br />

2. IDROLOGIA E CALCOLO DELLE PORTATE DI PIENA ...............................................18<br />

2.1 CARATTERISTICHE FISICHE GENERALI DEI CORSI D’ACQUA E DEI BACINI IDROGRAFICI ..18<br />

2.2 STUDIO DELLA PLUVIOMETRIA INTENSA NELLA ZONA D’INTERESSE ..............................20<br />

2.3 CALCOLO DELLE PORTATE DI PIENA PROBABILI..............................................................22<br />

3. CALCOLI IDRAULICI ........................................................................................................39<br />

4. PERIMETRAZIONE DELLE AREE A RISCHIO IDRAULICO ATTUALI ED A<br />

SEGUITO DEGLI INTERVENTI................................................................................................47<br />

4.1 STATO DI FATTO (PLANIMETRIA A.01.02).......................................................................47<br />

4.2 STATO DI RPOGETTO (PLANIMETRIA A.01.03).................................................................49<br />

5. DESCRIZIONE DELLE OPERE IN PROGETTO – DICEMBRE 2001 .............................52<br />

6. ASPETTI DI INSERIMENTO AMBIENTALE ED URBANISTICO.................................63<br />

7. GESTIONE DELLE OPERE E DELLE EMERGENZE ......................................................67<br />

8. AGGIORNAMENTO DICEMBRE 2002.............................................................................73<br />

9. AGGIORNAMENTO NOVEMBRE 2003 ...........................................................................78<br />

10. AGGIORNAMENTO FEBBRAIO 2007..............................................................................80<br />

11. AGGIORNAMENTO GIUGNO 2009..................................................................................81<br />

12. AGGIORNAMENTO LUGLIO 2010...................................................................................82<br />

13. AGGIORNAMENTO OTTOBRE 2010 ...............................................................................83<br />

14. AGGIORNAMENTO DICEMBRE 2010.............................................................................84


15. AGGIORNAMENTO AGOSTO 2011 .................................................................................85<br />

16. AGGIORNAMENTO SETTEMBRE 2011 ..........................................................................86<br />

17. PREVENTIVO DELLA SPESA...........................................................................................87<br />

18. ATTI DEL PROGETTO .......................................................................................................89<br />

1


1. PREMESSA<br />

RELAZIONE GENERALE<br />

In ottemperanza al <strong>di</strong>sciplinare d’incarico conferito agli scriventi dalla Regione<br />

Lombar<strong>di</strong>a, la presente relazione riassume i dati posti alla base della<br />

progettazione esecutiva degli interventi <strong>di</strong> messa in sicurezza idraulica<br />

dell’abitato <strong>di</strong> Molteno e <strong>di</strong> frazioni del <strong>Comune</strong> stesso e <strong>di</strong> Comuni limitrofi<br />

(<strong>Oggiono</strong>, Sirone, Annone e Bosisio Parini) nei confronti dei rischi indotti<br />

dalle perio<strong>di</strong>che esondazioni dei torrenti Bevera, Gandaloglio e Fosso del<br />

Pascolo. Nel seguito sono pertanto riportati in sintesi gli elementi che si<br />

ritrovano sviluppati compiutamente nelle relazioni e negli atti che costituiscono<br />

il progetto esecutivo denominato “Sistemazione idraulica dei torrenti Bevera e<br />

Gandaloglio nel <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Molteno e limitrofi (LC)” redatto nell’ambito dei<br />

finanziamenti legati all’attuazione della legge 267/98.<br />

Come rilevabile nel seguito il sistema idrografico costituito dai torrenti Bevera,<br />

Gandaloglio e Fosso del Pascolo manifesta gravi insufficienze idrauliche nel<br />

territorio del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Molteno e dei Comuni circostanti. In particolare<br />

l’abitato principale <strong>di</strong> Molteno risulta posto alla confluenza dei tre corsi<br />

d’acqua che risultano ivi vincolati non solo da classici manufatti <strong>di</strong><br />

attraversamento <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa età e funzionalità idraulica ma anche da una<br />

situazione morfologica particolare (la Bevera, principale dei tre corsi, è<br />

costretta a compiere un ampio giro attorno all’abitato per effetto della<br />

altimetria del colle ove l’abitato stesso si sviluppa), da ampi tratti tombati e<br />

dalla presenza del rilevato ferroviario della linea FS Como-Lecco che <strong>di</strong> fatto<br />

impe<strong>di</strong>sce, oggi, lo spagliamento delle portate <strong>di</strong> piena nella zona a est (nota<br />

2


come “i pascoli”) un tempo sede <strong>di</strong> specchio d’acqua lacustre come<br />

testimoniato dai sondaggi geognostici eseguiti.<br />

L’insieme dei vincoli descritti induce l’insufficienza degli alvei a convogliare a<br />

valle le portate <strong>di</strong> piena con conseguenti frequenti e vaste esondazioni che<br />

interessano aree urbanizzate, creando danni e <strong>di</strong>sagi per la popolazione.<br />

La frequenza <strong>di</strong> tali esondazioni è andata via via aumentando a causa dei<br />

progressivi interventi <strong>di</strong> urbanizzazione dei bacini idrografici afferenti e<br />

dell’eliminazione <strong>di</strong> zone <strong>di</strong> esondazione a monte raggiungendo al termine<br />

degli anni ’80 ed all’inizio degli anni ’90 frequenze <strong>di</strong> più volte all’anno come<br />

documentato da quanto reperito presso l’Amministrazione Comunale <strong>di</strong><br />

Molteno in particolare per gli eventi del:<br />

- 24 agosto 1987;<br />

- 4-5 giugno 1988;<br />

- 4 aprile 1989;<br />

- 24 giugno 1989;<br />

- 22 luglio 1989;<br />

- 6 luglio 1992;<br />

- 15 novembre 1996;<br />

- 25 novembre 2002.<br />

In allegato 1 sono riportate le planimetrie con tracciate le aree soggette ad<br />

inondazione durante gli eventi alluvionali del 4 e 5 giugno 1988, 4 e 5 aprile<br />

1989 e 23 giugno 1989. In allegato 2 è riportata la documentazione fotografica<br />

relativa alle situazioni <strong>di</strong> insufficienza ed esondazione.<br />

3


La problematica risulta ampiamente nota sia alle Amministrazioni Comunali<br />

coinvolte sia agli uffici regionali del Genio Civile <strong>di</strong> Como che all’inizio degli<br />

anni ’90 hanno provveduto a progettare ed eseguire un articolato intervento <strong>di</strong><br />

importo pari a £. 2.000.000.000 imperniato sulle seguenti opere:<br />

• inalveamento e risezionamento dei tratti <strong>di</strong> torrente Bevera e Gandaloglio<br />

interni all’abitato <strong>di</strong> Molteno;<br />

• rivestimento <strong>di</strong> fondo e sponda in calcestruzzo e pietrame;<br />

• formazione <strong>di</strong> due vasche <strong>di</strong> trattenuta del materiale <strong>di</strong> fondo trasportato a<br />

monte dell’abitato <strong>di</strong> Molteno.<br />

1.1 STATO DI FATT<br />

1.2 O<br />

A seguito della realizzazione delle opere previste dal Genio Civile <strong>di</strong> Como,<br />

oggi la situazione <strong>di</strong> deflusso <strong>di</strong> piena nei torrenti Bevera e Gandaloglio risulta<br />

la seguente:<br />

• torrente Gandaloglio: l’alveo del torrente risulta in grado <strong>di</strong> convogliare,<br />

con poche insufficienze puntuali, la portata cinquantennale <strong>di</strong> 22,5 m 3 /s in<br />

<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Oggiono</strong> sino a valle del ponte <strong>di</strong> via Per Dolzago (in<br />

corrispondenza <strong>di</strong> C.na Bergamina). Nel tratto successivo la sequenza <strong>di</strong><br />

ponti con luce insufficiente e la progressiva riduzione d’alveo <strong>di</strong> fatto<br />

limitano la portata a valle a circa 12,6 m 3 /s (T = 7÷10 anni). Per il<br />

convogliamento <strong>di</strong> tale portata occorrono comunque battenti idrici che<br />

sormontano i ponti esistenti a fianco della S.P. 49 e quin<strong>di</strong> inducono vasti<br />

fenomeni <strong>di</strong> esondazione nella piana compresa tra <strong>Oggiono</strong> e Molteno, sia<br />

4


in destra che in sinistra idraulica. Tali invasi consentono oggi la riduzione<br />

della portata defluente in Molteno a 12,6 m 3 /s circa senza tuttavia eliminare<br />

le esondazioni nell’abitato. L’alveo del torrente Gandaloglio infatti, nel<br />

tratto tombato a valle della S.P. 49, non risulta in grado <strong>di</strong> smaltire tale<br />

portata, anche a causa del rigurgito prodotto dalle portate convogliate dal<br />

torrente Bevera. I livelli idrici nel tratto raggiungono l’intradosso della<br />

soletta <strong>di</strong> copertura e provocano pertanto esondazioni in destra e sinistra a<br />

valle del ponte sulla S.P. 49;<br />

• torrente Bevera a monte della confluenza con t. Gandaloglio: l’alveo del<br />

torrente non risulta in grado <strong>di</strong> convogliare la portata cinquantennale <strong>di</strong> 34,0<br />

m 3 /s in corrispondenza dell’abitato <strong>di</strong> Molteno. I restringimenti costituiti<br />

dai ponti al servizio della S.P. 52 e la piana posta a monte <strong>di</strong> Sirone e<br />

Brongio limitano infatti la portata massima a valle a circa 25÷29 m 3 /s (T =<br />

20 anni). Il volume eccedente si invasa nelle zone pianeggianti a monte<br />

senza tuttavia provocare gravi danni a case e/o infrastrutture. Nel tratto<br />

urbano <strong>di</strong> Molteno tuttavia (a valle del ponte sulla S.P. 49) la portata <strong>di</strong><br />

25÷29 m 3 /s, per effetto dei rigurgiti da valle e della confluenza con il<br />

torrente Gandaloglio, non è contenuta in alveo e provoca vaste esondazioni<br />

sino alla zona <strong>di</strong> confluenza con il torrente Gandaloglio stesso;<br />

• torrente Bevera a valle della linea F.S.: la portata <strong>di</strong> 35÷39 m 3 /s, aumentata<br />

dal contributo dovuto al Fosso del Pascolo variabile tra 2 e 7 m 3 /s, non<br />

risulta comunque contenuta in alveo e provoca vaste esondazioni in destra e<br />

sinistra idraulica sino al ponte della S.P. 36 (cfr. allegato 1);<br />

5


• torrente Fosso dei Pascoli: la portata <strong>di</strong> 2÷7 m 3 /s che caratterizza il Fosso<br />

del Pascolo e deriva sia dai recapiti degli scolmatori delle pubbliche<br />

fognature che dai terreni a bassa permeabilità della zona non viene<br />

contenuta in alveo e provoca già oggi il ristagno nelle aree più depresse che<br />

si presentano a carattere paludoso.<br />

Nella situazione o<strong>di</strong>erna sussiste pertanto una generalizzata insufficienza degli<br />

alvei sia a monte che a valle dell’abitato <strong>di</strong> Molteno come documentato nella<br />

redazione dello stu<strong>di</strong>o per la perimetrazione delle aree a rischio idraulico<br />

eseguita dagli scriventi nel settembre 1999 per conto della Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />

a seguito dei dettami della legge 267/98.<br />

Come evidenziato il nodo idraulico costituito dalla confluenza dei tre corsi<br />

d’acqua <strong>di</strong> fatto si presenta <strong>di</strong> non semplice risoluzione specie se rapportato alla<br />

notevole urbanizzazione del territorio, alla significatività delle portate e dei<br />

volumi in campo ed alla carenza <strong>di</strong> spazi per opere <strong>di</strong> ampio respiro stretti tra i<br />

vincoli indotti dalle e<strong>di</strong>ficazioni e dalle infrastrutture presenti.<br />

Per la soluzione dei problemi citati si sono succeduti in passato stu<strong>di</strong> vari tra<br />

cui merita particolare attenzione quello commissionato dal <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Molteno<br />

negli anni 1991÷1992.<br />

1.3 STUDI ESISTENTI<br />

Lo stu<strong>di</strong>o, eseguito negli anni 1991 e 1992, comprendeva l’analisi idrologica<br />

mirata alla determinazione delle portate <strong>di</strong> piena probabili per vari tempi <strong>di</strong><br />

ritorno ed i calcoli idraulici <strong>di</strong> verifica della capacità <strong>di</strong> convogliamento dei<br />

corsi d’acqua.<br />

6


Sulla scorta <strong>di</strong> tali informazioni <strong>di</strong> base erano state stu<strong>di</strong>ate e valutate dal punto<br />

<strong>di</strong> vista tecnico-economico le seguenti tipologie d’intervento:<br />

1. sistemazione dell’alveo dei torrenti Bevera e Gandaloglio me<strong>di</strong>ante<br />

risagomatura delle sezioni trasversali dei corsi d’acqua e delle luci dei<br />

ponti, in aderenza a quanto previsto dal progetto redatto a cura del Genio<br />

Civile <strong>di</strong> Como;<br />

2. sistemazione d’alveo come sopra, realizzazione <strong>di</strong> tre canali scolmatori atti<br />

a trasferire, durante le piene, portate dal t. Bevera al Gandologlio, dal t.<br />

Gandaloglio al Fosso del Pascolo e da quest’ultimo al lago Annone;<br />

3. come al punto 2, e in aggiunta realizzazione <strong>di</strong> due vasche <strong>di</strong> laminazione.<br />

Per ciascuna delle alternative si era valutata l’efficacia degli interventi in<br />

termini <strong>di</strong> frequenza me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> fallanza delle opere ed i relativi costi <strong>di</strong><br />

realizzazione.<br />

1.3.1 Sistemazione dei torrenti me<strong>di</strong>ante risagomatura dell’alveo<br />

(progetto Genio Civile)<br />

Il sistema dei torrenti Bevera e Gandaloglio attualmente, regimati come dal<br />

progetto attuato dal Genio Civile <strong>di</strong> Como, considerando la risagomatura delle<br />

luci dei ponti, può esondare con una frequenza me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> una volta ogni 3 o 4<br />

anni.<br />

Infatti, la portata massima compatibile con l’alveo attuale e con i vincoli indotti<br />

è circa pari alla portata <strong>di</strong> piena avente 3÷4 anni <strong>di</strong> tempo <strong>di</strong> ritorno (cfr.<br />

relazione idrologica e idraulica).<br />

La sola sistemazione progettata e realizzata da parte del Genio Civile unita alla<br />

risagomatura dei ponti, pur migliorando notevolmente la situazione<br />

7


(incremento del tempo <strong>di</strong> ritorno da 1÷2 anni a 4÷5 anni), non appare quin<strong>di</strong><br />

decisiva, in ottica 267/98, nel consentire la soluzione a lungo termine delle<br />

esondazioni che interessano attualmente l’abitato <strong>di</strong> Molteno. Tale<br />

considerazione è del resto avallata dai fenomeni alluvionali successivi alla<br />

sistemazione.<br />

1.3.2 Sistemazione prevista dal Genio Civile e canali scolmatori<br />

Come già accennato, in aggiunta alle risagomature d’alveo eseguite dal Genio<br />

Civile e alla ristrutturazione dei ponti, era stata stu<strong>di</strong>ata la possibilità <strong>di</strong><br />

realizzare tre canali scolmatori e relativi manufatti <strong>di</strong> sfioro e <strong>di</strong> immissione, in<br />

grado <strong>di</strong> limitare le portate transitanti nei torrenti sistemati che attraversano il<br />

centro abitato <strong>di</strong> Molteno.<br />

Il primo canale avrebbe dovuto convogliare verso il torrente Gandaloglio le<br />

portate della Bevera eccedenti il valore massimo compatibile con l’alveo<br />

sistemato. Il secondo verso il Fosso del Pascolo le eccedenze del torrente<br />

Gandaloglio in modo da limitare la portata transitante nell’alveo sistemato<br />

lungo il tratto che attraversa il centro abitato <strong>di</strong> Molteno.<br />

Per le acque immesse nel Fosso del Pascolo, provenienti dal torrente<br />

Gandaloglio, si era previsto <strong>di</strong> inviarne parte verso il lago <strong>di</strong> Annone e parte<br />

verso la Bevera a valle del ponte FF.SS.. Pertanto la soluzione analizzata<br />

prevedeva anche la riprofilatura ed il rimodellamento dell’alveo del Fosso del<br />

Pascolo, oltre alla realizzazione <strong>di</strong> un canale <strong>di</strong> scarico nel lago. Successivi<br />

approfon<strong>di</strong>menti condotti dai Comuni interessati hanno portato ad escludere<br />

tale ipotesi ed in<strong>di</strong>viduare come preferibile una soluzione che tenda ad<br />

usufruire <strong>di</strong> fossi minori esistenti nelle piane denominate “i pascoli” ed i “i<br />

8


onchetti” per convogliare le acque eccedenti al lago <strong>di</strong> Annone. L’utilizzo<br />

infatti <strong>di</strong> idrografia minore esistente in campagna, da risagomare ed adeguare,<br />

risulta più facilmente attuabile rispetto alla formazione <strong>di</strong> un nuovo tracciato<br />

che coinvolga il centro urbano <strong>di</strong> <strong>Oggiono</strong>.<br />

La soluzione qui analizzata, che come detto consiste nell’eseguire due canali<br />

scolmatori, una sostanziale risagomatura del Fosso del Pascolo e un canale <strong>di</strong><br />

scarico al lago <strong>di</strong> Annone, avrebbe consentito <strong>di</strong> ridurre la frequenza me<strong>di</strong>a<br />

delle esondazioni da una volta ogni 4÷5 anni circa (a progetto del Genio Civile<br />

interamente realizzato più risagomatura dei ponti) a una volta ogni 10 anni<br />

circa. Pur essendo tale risultato già apprezzabile se confrontato con le attuali<br />

esondazioni, è necessario rilevare come sia costante pratica ingegneristica<br />

<strong>di</strong>mensionare gli interventi <strong>di</strong> protezione dei centri abitati dalle esondazioni <strong>di</strong><br />

corsi d’acqua a tempi <strong>di</strong> ritorno ben maggiori <strong>di</strong> 10 anni.<br />

1.3.3 Sistemazione prevista dal Genio Civile, canali scolmatori e vasche <strong>di</strong><br />

laminazione<br />

Questa soluzione prevedeva l’integrazione degli interventi precedentemente<br />

descritti me<strong>di</strong>ante la realizzazione <strong>di</strong> due invasi <strong>di</strong> laminazione a monte<br />

dell’abitato <strong>di</strong> Molteno, in grado <strong>di</strong> limitare le portate nei torrenti sistemati a<br />

valle <strong>di</strong> detti invasi. Tali invasi erano previsti sfruttando le aree laterali ai<br />

canali scolmatori ed in particolare la zona al confine tra i Comuni <strong>di</strong> Molteno e<br />

Sirone a sud della S.P. 49 e la zona in <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Oggiono</strong> a nord della linea<br />

F.S. Como-Lecco.<br />

9


La realizzazione dei due invasi <strong>di</strong> laminazione a monte dell’abitato <strong>di</strong> Molteno<br />

consentiva <strong>di</strong> ridurre in modo sostanziale la frequenza delle esondazioni<br />

interessanti il centro abitato.<br />

Realizzando due invasi rispettivamente da circa 150.000 m 3 e circa 80.000 m 3<br />

si otteneva il risultato <strong>di</strong> ridurre la frequenza delle esondazioni da circa una<br />

volta ogni <strong>di</strong>eci anni (soluzione prevedente i soli canali scolmatori) a circa una<br />

volta ogni venti anni.<br />

Invasi più rilevanti (rispettivamente 400.000 m 3 e 300.000 m 3 circa)<br />

consentivano <strong>di</strong> ridurre la citata frequenza me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> esondazione a una volta<br />

ogni cinquanta anni.<br />

La localizzazione e l’entità delle due infrastrutture hanno creato negli anni<br />

passati notevoli <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> accettazione da parte delle Amministrazioni<br />

coinvolte essendo rilevante l’occupazione <strong>di</strong> territorio da esse derivante.<br />

A seguito dei sopralluoghi eseguiti in fase <strong>di</strong> redazione del Progetto<br />

Preliminare <strong>di</strong> sistemazione idraulica del fiume Lambro, redatto dagli scriventi<br />

nel corso del 1998 ed in cui venivano riprese le in<strong>di</strong>cazioni passate, si è<br />

in<strong>di</strong>viduata come sicuramente attuabile, con modalità <strong>di</strong> inserimento<br />

ambientale e <strong>di</strong> riqualifica fruizionale, la laminazione prevista a nord della<br />

linea FS in terreni già in parte paludosi. Di fatto il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Oggiono</strong> ha già<br />

intrapreso le prime azioni in tal senso realizzando un reticolo <strong>di</strong> drenaggio con<br />

recapito nella zona “i pascoli” per il convogliamento delle acque in eccesso a<br />

nord della linea FS.. Tale intervento è oggi limitato all’allontanamento delle<br />

acque <strong>di</strong> scolo dalle superfici urbane ed in particolar modo dall’area industriale<br />

a sud dell’abitato.<br />

10


Per tale motivo si è ritenuto oggi possibile prevedere la deviazione delle acque<br />

in eccesso del torrente Gandaloglio nella piana “i pascoli”, realizzando così una<br />

zona <strong>di</strong> allagamento controllato oltre che un’opera <strong>di</strong> bonifica e riqualifica del<br />

reticolo esistente. Non è invece stata ritenuta attuabile in tempi brevi la<br />

laminazione del torrente Bevera. Ulteriori motivazioni hanno condotto a non<br />

prevedere opere <strong>di</strong> controllo sull’asta del torrente Bevera allo stato del presente<br />

progetto:<br />

• attualmente, ed anche in ottica futura, il torrente Bevera non risulta in grado<br />

<strong>di</strong> convogliare nella zona <strong>di</strong> Molteno portate eccedenti il valore <strong>di</strong> circa<br />

25÷29 m 3 /s a causa <strong>di</strong> manufatti (specie il ponte sulla S.P. 52) che<br />

restringono la sezione <strong>di</strong> deflusso e delle conseguenti esondazioni <strong>di</strong> monte.<br />

E’ fondamentale pertanto che a monte non vengano soppresse le aree <strong>di</strong><br />

espansione esistenti. Tale riduzione comporterebbe infatti l’istantaneo<br />

aumento delle portate in Molteno, vanificando tutti gli interventi attuali e<br />

futuri;<br />

• l’onda che giunge a Molteno risulta pertanto già laminata (zona tra Sirone e<br />

Castello <strong>di</strong> Brianza, fraz. Raviola) e <strong>di</strong> forma piatta ed allungata.<br />

Nel seguito sarà pertanto riba<strong>di</strong>ta ed evidenziata la necessità a che, a fronte <strong>di</strong><br />

pericoli per manufatti <strong>di</strong> monte che possono essere investiti dal flusso e creare<br />

onde anomale verso valle, i rifacimenti <strong>di</strong> tali manufatti (auspicabile per la<br />

salvaguar<strong>di</strong>a delle vite e delle infrastrutture) siano eseguiti con ottica <strong>di</strong> non<br />

alterare i massimi deflussi a valle.<br />

L’eliminazione infatti delle sezioni <strong>di</strong> controllo esistenti comporterebbe la<br />

possibilità per le portate della Bevera superiori a 25 m 3 /s <strong>di</strong> giungere all’abitato<br />

11


<strong>di</strong> Molteno entro cui l’alveo non risulta in grado <strong>di</strong> convogliarle. Occorre<br />

pertanto che via sia una attento controllo del territorio e che ogni mo<strong>di</strong>fica a<br />

monte sia valutata a livello <strong>di</strong> ottica <strong>di</strong> bacino. Nel caso non venissero adottate<br />

tali cautele nella rimozione dei punti più limitanti (es. S.P. 52) non resterebbe<br />

che procedere all’esecuzione del canale scolmatore Bevera-Gandaloglio e alla<br />

realizzazione <strong>di</strong> un’area <strong>di</strong> allagamento indotto sul torrente Bevera nella zona<br />

ipotizzata tra i Comuni <strong>di</strong> Sirone e Molteno.<br />

1.4 LINEE GUIDA D’INTERVENTO<br />

Il presente progetto, finalizzato alla messa in sicurezza <strong>di</strong> alcune delle zone<br />

vincolate ai sensi della legge 267/98 come soggette a rischio idraulico, oltre a<br />

segnalare le criticità residue, definisce un quadro <strong>di</strong> interventi aggiornando ed<br />

integrando quanto prodotto negli anni passati.<br />

L’insieme delle opere in progetto è scaturito, come detto, da un ampio<br />

confronto con le Amministrazioni coinvolte ricercando una sinergia d’azione<br />

che, con l’obiettivo <strong>di</strong> risolvere le situazioni 267/98, non inducesse sacrifici al<br />

territorio o danni all’ambiente (inteso in senso alto). In tale ottica pertanto si<br />

deve inquadrare sia la scelta <strong>di</strong> riattivazione e pulizia del reticolo <strong>di</strong> drenaggio<br />

minore (che scolmando verso il lago <strong>di</strong> Annone oltre ad alleggerire il carico<br />

idraulico contribuisce al ricircolo delle acque dell’invaso) sia la priorità <strong>di</strong><br />

interessamento della piana “i pascoli” da parte delle acque in esubero.<br />

L’attenzione per l’ambiente ed i suoi equilibri hanno inoltre condotto a scelte<br />

strutturali <strong>di</strong> minimo impatto (le opere <strong>di</strong> rilievo si riducono al sottopasso della<br />

linea ferroviaria FS, ai manufatti <strong>di</strong> regolazione su Gandaloglio e Fosso del<br />

Pascolo ed al rifacimento dei ponti <strong>di</strong> via Consolini – a cura<br />

12


dell’Amministrazione Comunale <strong>di</strong> Molteno - e via Molino) con la<br />

realizzazione <strong>di</strong> un percorso ciclo-pedonale che valorizza zone oggi<br />

parzialmente degradate e/o abbandonate.<br />

Secondo tali criteri con l’insieme delle opere descritte nel seguito si sono<br />

riperimetrate le aree a vincolo 267/98 come riportato in planimetria A.01.03 .<br />

In planimetria 01-02 è riportata, per confronto, la precedente perimetrazione<br />

relativa allo stato <strong>di</strong> fatto.<br />

1.5 SINTESI DELLE OPERE IN PROGETTO ORIGINARIO<br />

Sulla base dei criteri descritti al par. 1.3 si sono in<strong>di</strong>viduati nel <strong>di</strong>cembre 2001 i<br />

seguenti interventi <strong>di</strong> importo complessivo pari a euro 1.097.470,91:<br />

• formazione <strong>di</strong> un canale scolmatore Gandaloglio-Fosso del Pascolo a monte<br />

dell’abitato <strong>di</strong> Molteno risezionando l’alveo oggi esistente per lo scarico<br />

delle acque meteoriche dal <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Oggiono</strong>;<br />

• formazione <strong>di</strong> una zona <strong>di</strong> allagamento controllato nella piana detta “i<br />

pascoli” a nord della ferrovia Como-Lecco, con interessamento <strong>di</strong> zone<br />

paludose ed agricole me<strong>di</strong>ante delimitazione con lievi rilevati percorribili<br />

per piste ciclo-pedonali o per attività agro-silvo-pastorali;<br />

• risagomatura dei fossi minori adducenti al lago <strong>di</strong> Annone in <strong>di</strong>rezione nord<br />

con pulizia delle tracce esistenti e realizzazione <strong>di</strong> chiaviche <strong>di</strong> controllo;<br />

• risagomatura e pulizia Fosso del Pascolo sino al torrente Bevera, previa<br />

regolazione delle portate recapitate a quest’ultimo me<strong>di</strong>ante formazione <strong>di</strong><br />

un manufatto <strong>di</strong> controllo;<br />

• rifacimento dei ponti che implicano i maggiori gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> vincolo (via<br />

Consolini e Fraz. Molino sulla Bevera) con beneficio a livello generale e<br />

13


iduzione del rischio anche a livello locale. Dei due ponti, per limiti<br />

economici <strong>di</strong> finanziamento, nel presente progetto è inserito quello <strong>di</strong> via<br />

Molino mentre per quello <strong>di</strong> via Consolini si sono forniti<br />

all’Amministrazione <strong>di</strong> Molteno i dati tecnici (quota intradosso e sezione)<br />

per l’esecuzione in proprio dell’opera che verrà realizzata contestualmente<br />

alle opere in appalto;<br />

• pulizia dell’alveo del torrente Bevera tra il ponte F.S. ed il ponte <strong>di</strong> via A.<br />

Moro ove si rileva la deposizione <strong>di</strong> notevoli se<strong>di</strong>menti.<br />

L’insieme delle opere elencate consente la risoluzione degli allagamenti nei<br />

Comuni <strong>di</strong> Molteno, Sirone e <strong>Oggiono</strong> per piene fino a tempo <strong>di</strong> ritorno 50 anni<br />

e quin<strong>di</strong> compatibile con l’obiettivo della legge 267/98 per la quale sono<br />

delimitate le fasce <strong>di</strong> esondazione del presente stu<strong>di</strong>o.<br />

Oltre alle opere infrastrutturali risulta tuttavia necessaria, come anticipato,<br />

un’attenta attività <strong>di</strong> gestione del territorio, manutenzione <strong>di</strong> alvei e manufatti e<br />

gestione degli eventi come descritto nel seguito.<br />

In merito alla gestione del territorio risulta infatti prioritario, data la sensibilità<br />

del bacino ed il grado <strong>di</strong> insufficienza delle sezioni in Molteno, il<br />

mantenimento <strong>di</strong> tutti gli invasi <strong>di</strong>sponibili nelle zone <strong>di</strong> monte. L’eliminazione<br />

infatti incontrollata e senza coor<strong>di</strong>no <strong>di</strong> restringimenti potrebbe causare il<br />

propagarsi a valle <strong>di</strong> portate al colmo ed onde <strong>di</strong> piena <strong>di</strong> entità superiore a<br />

quelle o<strong>di</strong>erne vanificando i <strong>di</strong>mensionamenti progettuali.<br />

Allo stesso modo la mancata manutenzione degli alvei (si veda ad es. l’ostacolo<br />

oggi indotto della vasta deposizione <strong>di</strong> limo e sabbia nell’alveo del torrente<br />

14


Bevera a valle del primo ponte F.S.) produrrebbe un rapido abbattimento dei<br />

margini <strong>di</strong> sicurezza che non risultano elevati a fronte degli eventi <strong>di</strong> progetto.<br />

1.6 GESTIONE DELLE OPERE<br />

Come evidenziato in relazione idraulica le opere in progetto consentono <strong>di</strong><br />

ridurre significativamente i rischi <strong>di</strong> esondazione in buona parte delle zone<br />

in<strong>di</strong>viduate nello stu<strong>di</strong>o del settembre 1999, pur non garantendo franchi <strong>di</strong><br />

sicurezza assoluti.<br />

Per tale motivo in progetto si è prevista anche l’installazione <strong>di</strong> quattro sezioni<br />

<strong>di</strong> misura e allerta (al ponte sulla S.P. 52; al ponte <strong>di</strong> via Roma ed al ponte <strong>di</strong><br />

via Consolini sul torrente Bevera; al ponte sulla S.P. 51 sul torrente<br />

Gandaloglio) dotate <strong>di</strong> asta idrometrica.<br />

La sezione sulla Bevera al ponte della S.P. 52, tarata con soglia <strong>di</strong> allarme per<br />

livello <strong>di</strong> 50 cm inferiore all’intradosso del ponte, serve ad attivare la<br />

procedura <strong>di</strong> allerta per il successivo ponte <strong>di</strong> via Roma che risulta il nodo <strong>di</strong><br />

prima criticità dell’alveo. In caso <strong>di</strong> raggiungimento del livello <strong>di</strong> 30 cm al <strong>di</strong><br />

sotto dell’intradosso del ponte <strong>di</strong> via Roma, si rivela l’opportunità <strong>di</strong> procedere<br />

ad una riduzione delle portate in uscita da Gandaloglio e Fosso del Pascolo al<br />

fine <strong>di</strong> contenere l’effetto <strong>di</strong> rigurgito da valle e <strong>di</strong> innalzamento dei livelli nel<br />

tratto urbano. Nel caso pertanto <strong>di</strong> raggiungimento del livello <strong>di</strong> 30 cm sotto<br />

l’intradosso <strong>di</strong> via Roma e portata della Bevera in crescita (aumento livelli al<br />

ponte della S.P. 52) è opportuno prevedere la chiusura dei manufatti <strong>di</strong><br />

regolazione sul torrente Gandaloglio con <strong>di</strong>versione totale dello stesso nella<br />

15


zona ad allagamento controllato. In caso <strong>di</strong> ulteriore crescita dei livelli in via<br />

Roma può essere richiesta anche la progressiva parzializzazione della luce <strong>di</strong><br />

fondo della sezione <strong>di</strong> regolazione sul Fosso del Pascolo.<br />

Analoga azione deve essere condotta per il raggiungimento del livello –30 cm<br />

per il ponte <strong>di</strong> via Consolini.<br />

Al <strong>di</strong>scendere dei livelli sotto quota –70 cm risulta possibile procedere alla<br />

riapertura delle uscite con la medesima sequenza <strong>di</strong> chiusura (Gandaloglio e<br />

poi Fosso del Pascolo).<br />

In fase <strong>di</strong> esecuzione e sulla base delle prime esperienze tali procedure <strong>di</strong><br />

manovra saranno ulteriormente affinate al fine <strong>di</strong> fornire alle Amministrazioni<br />

Comunali competenti un agile strumento <strong>di</strong> intervento in caso <strong>di</strong> eventi<br />

alluvionali intensi.<br />

In futuro le stesse sezioni <strong>di</strong> misura potranno essere automatizzate con<br />

trasmissione in continuo dei dati me<strong>di</strong>ante posa <strong>di</strong> lettori <strong>di</strong> livello ad<br />

ultrasuoni e ponte ra<strong>di</strong>o alla sede municipale. Durante il corso dei lavori sarà<br />

inoltre verificata e tarata la scala delle portate <strong>di</strong> ciascuna delle sezioni citate.<br />

1.7 SINTESI ECONOMICA DELL’INTERVENTO PREVISTO NEL DICEMBRE<br />

2001<br />

Il quadro economico dell’opera risulta il seguente:<br />

- importo delle opere euro 1.084.437,47<br />

- oneri per sicurezza euro 13.033,44<br />

Somme a <strong>di</strong>sposizione:<br />

Totale opere euro 1.097.470,91<br />

- IVA 20% sulle opere euro 219.494,18<br />

16


- Spese tecniche euro 91.929,33<br />

- INARCASSA 2% su spese tecniche euro 1.838,59<br />

- IVA 20% su spese tecniche ed INARCASSA euro 18.753,58<br />

- Onorari regionali 0,4% euro euro 4.389,88<br />

- Espropri indennizzi e servitù euro 92.827,97<br />

- Oneri gestione spostamento sottoservizi euro 11.882,64<br />

- Collau<strong>di</strong> euro 5.164,57<br />

- Spese d’appalto euro 5.619,05<br />

Totale somme a <strong>di</strong>sposizione euro 451.899,79<br />

Totale generale euro 1.549.370,70<br />

17


2. IDROLOGIA E CALCOLO DELLE PORTATE DI PIENA<br />

2.1 CARATTERISTICHE FISICHE GENERALI DEI CORSI D’ACQUA E DEI<br />

BACINI IDROGRAFICI<br />

2.1.1 Torrente Bevera<br />

Il torrente Bevera <strong>di</strong> Molteno, o semplicemente la Bevera, nasce della<br />

confluenza delle valli Chignolo e Taiada, a monte <strong>di</strong> Colle Brianza nella zona<br />

collinare della Brianza post-lacuale. Il corso d’acqua si sviluppa verso sud, da<br />

Colle Brianza a Rovagnate e poi verso nord-ovest, già in zona pianeggiante,<br />

fino a Molteno dove riceve il contributo del principale affluente, il torrente<br />

Gandaloglio, e <strong>di</strong> un affluente minore, il Fosso del Pascolo, il cui regime<br />

idraulico è a carattere intermittente.<br />

A valle <strong>di</strong> Molteno la Bevera prosegue verso ovest fino alla confluenza con il<br />

Lambro, compiendo complessivamente un percorso <strong>di</strong> circa 19 km.<br />

Alla sezione della Bevera a Colombaio, situata a circa 1,7 km dalla confluenza<br />

con il fiume Lambro, il bacino misura 40,2 km 2 con altitu<strong>di</strong>ne me<strong>di</strong>a pari a<br />

circa 344 m s.m., minima pari a 248 m s.m., e lunghezza del percorso<br />

idraulicamente più lungo pari a circa 17,5 km. Il bacino stesso a Colombaio è<br />

stato considerato nel presente stu<strong>di</strong>o per la presenza <strong>di</strong> una stazione<br />

idrometrografica installata alla sezione <strong>di</strong> chiusura; le registrazioni degli eventi<br />

<strong>di</strong> piena più significativi a Colombaio sono stati utilizzati, come si vedrà più<br />

oltre, per la taratura <strong>di</strong> un modello afflussi-deflussi.<br />

Il bacino sotteso alla sezione <strong>di</strong> Molteno, a monte delle confluenze con il t.<br />

Gandaloglio ed il Fosso del Pascolo, ha una superficie <strong>di</strong> 17,7 km 2 ,<br />

18


un’altitu<strong>di</strong>ne me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> circa 415 m s.m. ed un’altitu<strong>di</strong>ne minima pari a circa<br />

263 m s.m.. La lunghezza del percorso idraulicamente più lungo, fino a<br />

Molteno, è <strong>di</strong> circa 12,4 km.<br />

2.1.2 Torrente Gandaloglio<br />

Il Gandaloglio ha origine nella zona collinare tra l’abitato <strong>di</strong> Ello ed il Monte<br />

Regina, si sviluppa a nord della Bevera passando per Dolzago, ancora in zona<br />

collinare, e giungendo a Molteno dopo aver attraversato il territorio <strong>di</strong> <strong>Oggiono</strong><br />

in zona pressocchè pianeggiante.<br />

La superficie del bacino contribuente a monte della confluenza con la Bevera a<br />

Molteno è <strong>di</strong> circa 10,2 km 2 . Tale estensione del bacino esclude una parte del<br />

centro abitato <strong>di</strong> <strong>Oggiono</strong> (1,5 km 2 circa), le cui acque <strong>di</strong> drenaggio urbano<br />

vengono inviate al lago <strong>di</strong> Annone e quin<strong>di</strong> non contribuiscono al deflusso<br />

delle piene nel corso d’acqua.<br />

Le altitu<strong>di</strong>ni me<strong>di</strong>a e minima del bacino sono rispettivamente pari a 385 m s.m.<br />

e 263 m s.m. mentre la lunghezza del percorso idraulicamente più lungo è <strong>di</strong><br />

circa 9,2 km.<br />

2.1.3 Fosso del Pascolo<br />

Trattasi, come già detto, <strong>di</strong> un corso d’acqua a regime intermittente, che in<br />

assenza <strong>di</strong> piogge si trova generalmente asciutto. L’area costituente il suo<br />

bacino è formata da una fascia pianeggiante <strong>di</strong> terreni ad uso agricolo compresa<br />

tra gli abitati <strong>di</strong> Molteno e <strong>Oggiono</strong>.<br />

Il Fosso del Pascolo attraversa i campi in <strong>di</strong>rezione nord est-sud ovest da<br />

<strong>Oggiono</strong> a Molteno e confluisce con la Bevera in sponda destra subito a valle<br />

dello sbocco del Gandaloglio. Il bacino è delimitato a sud della linea<br />

19


ferroviaria Como-Lecco ed a nord da uno spartiacque incerto a causa dei tenui<br />

livelli topografici presenti nella zona. La sua superficie è <strong>di</strong> circa 5,6 km 2 ,<br />

l’altitu<strong>di</strong>ne me<strong>di</strong>a è <strong>di</strong> circa 268 m s.m., quella minima è <strong>di</strong> 262 m s.m. e la<br />

lunghezza dell’asta principale è <strong>di</strong> circa 2,7 km.<br />

2.2 STUDIO DELLA PLUVIOMETRIA INTENSA NELLA ZONA D’INTERESSE<br />

Il regime delle piogge intense è stato analizzato statisticamente secondo le<br />

usuali procedure che utilizzano le informazioni <strong>di</strong>sponibili sulle precipitazioni<br />

<strong>di</strong> breve durata e massima intensità registrate in passato nell’area d’interesse.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o statistico in questione conduce alle cosiddette curve <strong>di</strong> possibilità<br />

pluviometrica espresse come curve altezza-durata-frequenza nella loro forma<br />

monomia:<br />

dove:<br />

h(ϑ,T) = a(T) ϑ n(T)<br />

h = altezza <strong>di</strong> precipitazione in mm;<br />

ϑ= durata dell’evento meteorico in ore;<br />

T = tempo <strong>di</strong> ritorno legato intrinsecamente alla frequenza probabile<br />

dell’evento intenso;<br />

a e n = costanti caratteristiche della curva con a in mm/ora n e n a<strong>di</strong>mensionale.<br />

Sono stati presi in considerazione i dati relativi alla stazione pluviografica <strong>di</strong><br />

Costa Masnaga pubblicati negli annali del S.I.I..<br />

Il numero <strong>di</strong> anni in cui i dati sono stati pubblicati è pari a 23.<br />

Per ogni durata ϑ, gli N valori <strong>di</strong>sponibili dell’altezza h sono stati or<strong>di</strong>nati ed a<br />

ciascuno <strong>di</strong> essi è stata assegnata la frequenza cumulata <strong>di</strong> non superamento F<br />

= i/N, ove i = 1, 2 …. N è il numero d’or<strong>di</strong>ne dei vari valori.<br />

20


La legge empirica del caso assicura che all’aumentare <strong>di</strong> N (al limite per N<br />

→oo) la curva (h, F) tende ad un’unica curva teorica limite detta “curva <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> probabilità” che può essere stimata sulla base <strong>di</strong> campioni.<br />

Trattandosi <strong>di</strong> campioni <strong>di</strong> massimi annuali <strong>di</strong> una variabile (altezza h) è usuale<br />

adottare la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> probabilità <strong>di</strong> Gumbel che può essere espressa<br />

come:<br />

1 T − 1<br />

h = u - ln − ln<br />

α T<br />

dove u e α sono i parametri della curva <strong>di</strong> Gumbel i quali vengono stimati sulla<br />

base dei campioni utilizzando il metodo dei momenti. In questo modo si<br />

ottengono le seguenti espressioni:<br />

1,<br />

283<br />

α =<br />

s<br />

u = m – 0,45 s<br />

dove m e s sono rispettivamente la me<strong>di</strong>a e lo scarto quadratico me<strong>di</strong>o dei<br />

campioni.<br />

A partire dai valori citati sono stati ricavati i parametri a(T) e n(T) della curva<br />

<strong>di</strong> possibilità pluviometrica per tempi <strong>di</strong> ritorno T prefissati. Tali parametri<br />

sono stati determinati tramite l’analisi <strong>di</strong> regressione dei punti (h, θ) relativi ad<br />

ogni valore <strong>di</strong> T in modo da ottenere la curva h(T, θ) = a(T) θ n(T) che meglio si<br />

adatta ai suddetti punti.<br />

L’analisi <strong>di</strong> regressione è stata eseguita utilizzando il metodo dei minimi<br />

quadrati.<br />

21


2.3 CALCOLO DELLE PORTATE DI PIENA PROBABILI<br />

2.3.1 Taratura modello <strong>di</strong> trasformazione afflussi-deflussi<br />

Come accennato in precedenza, è stato utilizzato un modello matematico <strong>di</strong><br />

trasformazione afflussi-deflussi in grado <strong>di</strong> riprodurre in maniera atten<strong>di</strong>bile il<br />

fenomeno <strong>di</strong> formazione delle piene nei bacini considerati. Il modello<br />

impiegato si basa sulla depurazione delle per<strong>di</strong>te idrologiche (infiltrazione,<br />

ritenzione superficiale, ecc.) secondo il metodo CN del Soil Conservation<br />

Service (U.S.A.) e sulla formazione delle onde <strong>di</strong> piena risultanti dalle<br />

precipitazioni nette sui bacini secondo il metodo della convoluzione<br />

dell’idrogramma unitario istantaneo (I.U.H.) <strong>di</strong> Nash.<br />

Per la taratura del modello sono stati assegnati i valori dei parametri che<br />

caratterizzano i due meto<strong>di</strong> citati in funzione delle caratteristiche fisiche dei<br />

bacini considerati. Detti parametri sono i seguenti:<br />

CN = “curve number” il suo valore è funzione del tipo <strong>di</strong> suolo, del tipo <strong>di</strong><br />

copertura, dello stato iniziale del bacino e può essere desunto da<br />

apposite tabelle proposte dallo stesso Soil Consevation Service;<br />

IA = “initial Abstraction”, è la parte <strong>di</strong> precipitazione che va ad invasarsi<br />

nelle depressioni superficiali o si infiltra prima che il deflusso sul<br />

bacino abbia inizio (per<strong>di</strong>ta iniziale); il suo valore <strong>di</strong>pende dallo stato<br />

iniziale <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà del bacino e può essere stimato in relazione al<br />

parametro CN a partire dalle osservazioni pluviografiche eventualmente<br />

<strong>di</strong>sponibili;<br />

22


K e n = costanti caratteristiche del I.U.H. <strong>di</strong> Nash; i loro valori sono funzione<br />

del tempo <strong>di</strong> risposta caratteristico del bacino analizzato e possono<br />

essere stimati, se possibile sulla base <strong>di</strong> eventi <strong>di</strong> piena osservati.<br />

Il modello è stato tarato ricostruendo alcuni eventi <strong>di</strong> piena significativi<br />

registrati dal 1973 al 1988 alla stazione idrometrografica <strong>di</strong> Colombaio. La<br />

determinazione dei parametri <strong>di</strong> taratura del modello è stata effettuata<br />

nell’ambito del “Progetto Lambro” – Piano <strong>di</strong> bacino – Proposte per la<br />

sistemazione idraulica del Lambro e per il riassetto paesaggistico della sua<br />

valle” (Provincia <strong>di</strong> Milano, 1989) e del successivo “Progetto Preliminare<br />

Generale <strong>di</strong> sistemazione del fiume Lambro a monte <strong>di</strong> Villasanta” (Regione<br />

Lombar<strong>di</strong>a, 1998). Al parametro CN è stato assegnato il valore 65<br />

corrispondentemente alle caratteristiche del bacino della Bevera secondo le<br />

tabelle del S.C.S..<br />

Per quanto riguarda il parametro IA vennero selezionati eventi molto modesti<br />

tali da consentire l’in<strong>di</strong>viduazione della soglia <strong>di</strong> precipitazione oltre le quale<br />

iniziano i deflussi fluviali, ottenendo per IA il valore <strong>di</strong> 2 mm.<br />

Quanto alla <strong>di</strong>namica del fenomeno <strong>di</strong> piena, questa venne simulata nello<br />

stu<strong>di</strong>o citato con il detto metodo <strong>di</strong> Nash facendo variare i valori dei parametri<br />

K e n fino ad ottenere per tentativi una ricostruzione delle onde <strong>di</strong> piena<br />

aderenti alle onde osservate. Così facendo per <strong>di</strong>versi eventi osservati risultò K<br />

≅ 8 ore e n = 2.<br />

Si fa osservare che, sulla base <strong>di</strong> numerosi riscontri, l’esperienza ha condotto a<br />

verificare che il valore <strong>di</strong> K risulta normalmente ed approssimativamente pari a<br />

23


K = 0,5 To/(n – 1), dove To è il tempo <strong>di</strong> corrivazione del bacino; per n si<br />

hanno generalmente valori non elevati, ad esempio 2 o 3.<br />

Essendo il tempo <strong>di</strong> corrivazione To del bacino a Colombaio pari a circa 6,5<br />

ore (v. più oltre), i valori <strong>di</strong> K e n ottenuti dagli Autori del “Progetto Lambro”<br />

sono in <strong>di</strong>scordanza con quanto generalmente si verifica nella mggior parte dei<br />

bacini naturali. Infatti, il valore <strong>di</strong> n che sod<strong>di</strong>sfa l’espressione <strong>di</strong> K prima<br />

citata, considerando K = 8 ore e To = 6,5 ore, è pari a circa 1,4 anziché 2.<br />

Tuttavia, considerando che la taratura del modello è stata effettuata dai citati<br />

Autori a partire da eventi <strong>di</strong> piena reali, che i parametri del I.U.H. <strong>di</strong> Nash non<br />

hanno un preciso significato fisico e che il comportamento <strong>di</strong> un determinato<br />

bacino può sempre <strong>di</strong>scostarsi da quello me<strong>di</strong>o generale, si è ritenuto <strong>di</strong><br />

adottare per la Bevera a Colombaio, i parametri seguenti:<br />

CN = 65;<br />

IA = 2 mm;<br />

K = 8 ore = 480 min;<br />

n = 2.<br />

Nel presente stu<strong>di</strong>o, per i bacini della Bevera e del Gandaloglio racchiusi a<br />

Molteno, si sono mantenuti gli stessi valori <strong>di</strong> CN e IA per la Bevera a<br />

Colombaio in considerazione del fatto che, dal punto <strong>di</strong> vista della capacità<br />

d’infiltrazione e <strong>di</strong> detenzione idrica superficiale, i sottobacini d’interesse<br />

possono essere assunti simili al bacino oggetto della taratura<br />

Diversi riscontri in<strong>di</strong>cano, come già visto, che, per i bacini naturali, la costante<br />

K è proporzionale al tempo <strong>di</strong> corrivazione To del bacino; il valore <strong>di</strong> n può<br />

invece essere mantenuto costante.<br />

24


Quin<strong>di</strong> per la determinazione delle onde <strong>di</strong> piena nei tre corsi d’acqua in esame<br />

a Molteno, si è mantenuto CN = 65, IA = 2 mm, n = 2 e si è proceduto alla<br />

correzione del parametro K in funzione dei tempi <strong>di</strong> corrivazione To dei bacini<br />

analizzati.<br />

Date le caratteristiche del bacino, pianeggiante e con terreni agricoli per la<br />

totalità, nel caso del Fosso del Pascolo i valori IA e CN sono stati posti pari a 5<br />

e 50 rispettivamente.<br />

Il tempo <strong>di</strong> corrivazione è stato stimato per ogni bacino tramite la formula <strong>di</strong><br />

Giandotti:<br />

dove:<br />

To<br />

4<br />

=<br />

0,<br />

8<br />

A<br />

+ 1,<br />

5 L<br />

Z − Z<br />

A = superficie del bacino in km 2 :<br />

L = percorso idraulicamente più lungo in m;<br />

Z = altitu<strong>di</strong>ne me<strong>di</strong>a del bacino in m;<br />

Zm<br />

= altitu<strong>di</strong>ne minima del bacino in m.<br />

Per ogni bacino considerato si ha, quin<strong>di</strong>:<br />

• Bevera a Molteno:<br />

A = 17,7 km 2<br />

L = 12,4 km<br />

Z = 415 m s.m.<br />

Zm = 263 m s.m.<br />

To = 3,59 ore<br />

K/To = 1,216 ⇒ K = 1,216 x 3,59 ≅ 4,36 ore<br />

m<br />

25


• Gandaloglio a Molteno:<br />

A = 10,2 km 2<br />

L = 9,2 km<br />

Z = 385 m s.m.<br />

Zm = 263 m s.m.<br />

To = 3,00 ore<br />

K/To = 1,216 ⇒ K = 1,216 x 3,00 ≅ 3,65 ore<br />

• Fosso del Pascolo:<br />

A = 5,6 km 2<br />

L = 2,7 km<br />

Z = 268 m s.m.<br />

Zm = 262 m s.m.<br />

To = 5,52 ore<br />

K/To = 1,216 ⇒ K = 1,216 x 5,52 ≅ 6,71 ore<br />

In questo modo, i parametri del modello afflussi-deflussi per i tre bacini<br />

racchiusi a Molteno risultano i seguenti:<br />

• Bevera a Molteno:<br />

CN = 65; IA = 2 mm; K = 4,44 ore; n = 2<br />

• Gandaloglio a Molteno:<br />

CN = 65; IA = 2 mm; K = 3,73 ore; n = 2<br />

• Fosso del Pascolo a Molteno:<br />

CN = 50; IA = 5 mm; K = 6,71 ore; n = 2<br />

26


2.3.2 Applicazione del modello alle piogge <strong>di</strong> progetto<br />

Diversamente da quanto fatto nel già menzionato “Progetto Lambro”, in cui si<br />

è adottato lo ietogramma costante come pioggia <strong>di</strong> progetto, nel presente stu<strong>di</strong>o<br />

si è preferito utilizzare lo ietogramma <strong>di</strong> tipo Chicago (Keifer e Chu, 1957) le<br />

cui caratteristiche principali sono l’andamento temporale non costante della<br />

pioggia, la presenza <strong>di</strong> un picco d’intensità all’interno dell’evento e la<br />

congruità esistente tra le intensità me<strong>di</strong>e <strong>di</strong> precipitazione (mm/ora) dello<br />

ietogramma e le stesse intensità me<strong>di</strong>e definite dalla curva <strong>di</strong> possibilità<br />

pluviometrica per qualsiasi durata t minore o uguale a quella dello ietogramma<br />

complessivo.<br />

In tal modo la struttura dello ietogramma contiene in sé le piogge critiche per<br />

tutte le durate parziali minori della durata complessiva dell’evento. Perciò è<br />

possibile utilizzare la stessa durata dello ietogramma complessivo come quella<br />

<strong>di</strong> progetto per qualsiasi sottobacino, purchè tale durata venga assunta<br />

maggiore del tempo <strong>di</strong> corrivazione del bacino principale (Paoletti, 1990 –<br />

“Lezioni <strong>di</strong> idraulica fluviale”, Politecnico <strong>di</strong> Milano).<br />

In questo modo, contrariamente a quanto accade quando si adottano<br />

ietogrammi ad intensità costante, non è necessario ricercare la durata critica<br />

della pioggia. Inoltre, la determinazione dei deflussi <strong>di</strong> piena a partire dallo<br />

ietogramma Chicago, tiene in conto la presenza <strong>di</strong> un picco d’intensità che<br />

nella maggior parte dei casi è il responsabile dei colmi <strong>di</strong> piena.<br />

Pertanto, ad ogni tempo <strong>di</strong> ritorno prescelto corrisponde uno ietogramma lordo<br />

puntuale avente durata e posizione del picco definiti come sopra. Per il<br />

27


agguaglio delle piogge <strong>di</strong> progetto alle aree dei bacini analizzati si è adottato il<br />

metodo <strong>di</strong> Wallingford per l’intera area dei tre corsi d’acqua pari a 33,5 km 2 .<br />

Definite le piogge <strong>di</strong> progetto si è proceduto all’applicazione del modello<br />

afflussi-deflussi, ottenendosi i risultati tabellati come <strong>di</strong> seguito dove Ca è il<br />

coefficiente <strong>di</strong> afflusso risultante dalla depurazione delle piogge e Qc è la<br />

portata al colmo dell’onda <strong>di</strong> piena calcolata:<br />

Bevera a Molteno<br />

Coefficienti T [anni]<br />

2 7 10 20 50<br />

Ca 0,3 0,42 0,45 0,49 0,53<br />

Qc (m 3 /s) 7,7 17,7 20,5 26,2 34,0<br />

Gandaloglio a Molteno<br />

Coefficienti T [anni]<br />

2 7 10 20 50<br />

Ca 0,3 0,42 0,45 0,49 0,53<br />

Qc (m 3 /s) 5,0 11,7 13,6 17,4 22,5<br />

Fosso del Pascolo a Molteno<br />

Coefficienti T [anni]<br />

2 7 10 20 50<br />

Ca 0,18 0,27 0,29 0,33 0,37<br />

Qc (m 3 /s) 1,0 2,5 2,9 3,8 5,1<br />

Come detto le portate e le onde in ingresso a Molteno sono definite “teoriche”<br />

in quanto in effetti, a seguito dei rilievi <strong>di</strong> dettaglio eseguiti appositamente, si è<br />

rilevato come gli alvei dei tre corsi d’acqua non siano i grado <strong>di</strong> convogliare le<br />

portate calcolate a Molteno.<br />

2.3.3 L’onda <strong>di</strong> piena della Bevera<br />

La lettura della relazione idrologica mette in luce come le onde <strong>di</strong> piena della<br />

Bevera in funzione del tempo <strong>di</strong> ritorno siano quelle riportate nella fig. 2.1<br />

28


portata [m 3 /s]<br />

36.0<br />

35.0<br />

34.0<br />

33.0<br />

32.0<br />

31.0<br />

30.0<br />

29.0<br />

28.0<br />

27.0<br />

26.0<br />

25.0<br />

24.0<br />

23.0<br />

22.0<br />

21.0<br />

20.0<br />

19.0<br />

18.0<br />

17.0<br />

16.0<br />

15.0<br />

14.0<br />

13.0<br />

12.0<br />

11.0<br />

10.0<br />

9.0<br />

8.0<br />

7.0<br />

6.0<br />

5.0<br />

4.0<br />

3.0<br />

2.0<br />

1.0<br />

0.0<br />

Onde <strong>di</strong> piena del torrente Bevera in funzione del tempo <strong>di</strong> ritorno<br />

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50<br />

tempo [ore]<br />

29<br />

T = 2<br />

T = 7<br />

T = 10<br />

T = 20<br />

T = 50<br />

Fig. 2.1 - Onde <strong>di</strong> piena della Bevera in funzione del tempo <strong>di</strong> ritorno.<br />

Facendo riferimento ai tempi <strong>di</strong> ritorno più elevati, che sono quelli <strong>di</strong> maggiore<br />

interesse per il presente progetto, si osserva come la portate <strong>di</strong> piena per T=20<br />

e per T=50 anni siano rispettivamente 26 m 3 /s e 34 m 3 /s.<br />

Sorge spontaneo chiedersi se, tali portate possano fisicamente giungere al<br />

centro abitato <strong>di</strong> Molteno oppure non trovino la possibilità <strong>di</strong> laminarsi, ed<br />

eventualmente in che misura, nel corso del loro deflusso verso valle.<br />

L’applicazione del modello idraulico (cfr. relazione idraulica – atto A.03.00)<br />

per la ricostruzione dei profili <strong>di</strong> moto permanente mette in luce alcuni aspetti<br />

interessanti.<br />

Occorre innanzitutto precisare che la geometria dell’alveo dei due torrenti è<br />

resa nota da un rilievo topografico che, sulla Bevera, inizia in corrispondenza<br />

del ponte sulla S.P. 52, in corrispondenza dello svincolo per la nuova S.P.


La simulazione del deflusso della portata <strong>di</strong> piena cinquantennale, pari a 34<br />

m 3 /s, ha messo in luce l’insufficienza del ponte stesso. I dati riportati in tabella<br />

2.1 aiutano meglio a comprendere la fisica del fenomeno.<br />

E.G. US. (m) 268.37 Element Inside BR US Inside BR DS<br />

W.S. US. (m) 268.32 E.G. Elev (m) 268.37 268.33<br />

Q Total (m3/s) 34.00 W.S. Elev (m) 268.32 268.22<br />

Q Bridge (m3/s) 22.85 Crit W.S. (m) 266.82 266.80<br />

Q Weir (m3/s) 11.15 Max Chl Dpth (m) 3.47 3.36<br />

Weir Sta Lft (m) 0.00 Vel Total (m/s) 1.82 2.27<br />

Weir Sta Rgt (m) 34.83 Flow Area (m2) 18.67 15.01<br />

Weir Submerg 0.00 Froude # Chl 0.32 0.40<br />

Weir Max Depth (m) 0.37 Specif Force (m3) 26.00 26.02<br />

Min Top Rd (m) 268.00 Hydr Depth (m) 0.54 0.43<br />

Min El Prs (m) 267.20 W.P. Total (m) 46.36 46.15<br />

Delta EG (m) 0.66 Conv. Total (m3/s)<br />

Delta WS (m) 0.74 Top Width (m) 34.83 34.83<br />

BR Open Area (m2) 7.28 Frctn Loss (m)<br />

BR Open Vel (m/s) 3.14 C & E Loss (m)<br />

Coef of Q Shear Total (N/m2)<br />

Br Sel Method Press/Weir Power Total (N/m s)<br />

Tab. 2.1 - Dati caratteristici del ponte sulla Bevera in corrispondenza della S.P. 52.<br />

La portata <strong>di</strong> piena cinquantennale (Q Total (m3/s)) viene ri<strong>di</strong>stribuita sulla<br />

sezione del ponte in modo tale da determinare un deflusso in pressione (Q<br />

Bridge (m3/s)), attraverso la luce libera della sezione, ed un deflusso a<br />

stramazzo (Q Weir (m3/s)), sulla porzione <strong>di</strong> sezione che scavalca il rilevato<br />

stradale. La ripartizione delle portate è tale per cui il primo convoglia 22,85<br />

m 3 /s, mentre il secondo i rimanenti 11,15 m 3 /s. Il livello idrico che si instaura<br />

sulla S.P. 52 è pari a W.S. US. (m) =268.32 m s.m. e quin<strong>di</strong>, dal momento che<br />

la quota del piano strada è pari 268,0 m s.m., si produce un battente <strong>di</strong> soli 0,32<br />

m. Occorre precisare che il deflusso secondo il comportamento a stramazzo è<br />

stato simulato ipotizzando che tale funzionamento si determini lungo lo<br />

sviluppo dell’intera sezione trasversale, pari a 35 m.<br />

30


Elevation (m)<br />

268.5<br />

268.0<br />

267.5<br />

267.0<br />

266.5<br />

266.0<br />

265.5<br />

265.0<br />

River = Bevera Reach = Monte Ponte sulla SP 52 RS = 162 BR U<br />

.033 .033 .033<br />

264.5<br />

0 5 10 15 20 25 30 35<br />

Station (m)<br />

Fig. 2.2 - Livello idrico sulla sezione trasversale sul ponte della S.P.52.<br />

Osservando la reale conformazione della sezione traversale si comprende come<br />

il vero comportamento della sezione del ponte si allontana da quello simulato.<br />

Fig. 2.3 – Ponte S.P.52.<br />

Le foto mettono in luce la situazione a monte ed a valle del ponte: soprattutto<br />

sulla sezione <strong>di</strong> valle si nota come esistano degli oggettivi ostacoli al deflusso<br />

secondo un comportamento a stramazzo. In sinistra idraulica si sono rilevati<br />

31<br />

Legend<br />

WS PF 5<br />

Crit PF 5<br />

Ground<br />

Ineff<br />

Bank Sta


siepi e vegetazione molto fitta mentre, in destra idraulica, è presente il muro <strong>di</strong><br />

cinta <strong>di</strong> un’abitazione. Risulta pertanto insostenibile che, me<strong>di</strong>ante questo<br />

comportamento, possano defluire 11,15 m 3 /s.<br />

Il reale comportamento della sezione viene messo in luce da una nuova<br />

simulazione che <strong>di</strong>mostra come la portata limite, compatibile con la sezione<br />

attuale, sia <strong>di</strong> circa 25 m 3 /s. Simulando il deflusso <strong>di</strong> tale portata all’interno<br />

dell’alveo si ottengono i risultati riportati in tabella 2.2.<br />

Si osserva come la massima portata convogliata dalla luce a battente sia sempre<br />

dell’or<strong>di</strong>ne dei 22,5 m 3 /s mentre quella convogliata con funzionamento a<br />

stramazzo sia molto prossima a 2,5 m 3 /s. Anche alla luce delle considerazioni<br />

precedentemente esposte, sembra plausibile che la portata <strong>di</strong> 25 m 3 /s sia<br />

effettivamente quella massima convogliabile dal ponte sulla S.P.52.<br />

Le osservazioni sopra esposte devono tuttavia essere suffragate anche da un<br />

altro tipo <strong>di</strong> analisi, legata alla <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> invasare a monte il volume in<br />

eccesso contenuto nell’onda <strong>di</strong> piena in arrivo e fino al raggiungimento <strong>di</strong> 34<br />

m 3 /s<br />

E.G. US. (m) 268.14 Element Inside BR US Inside BR DS<br />

W.S. US. (m) 268.10 E.G. Elev (m) 268.14 268.12<br />

Q Total (m3/s) 25.00 W.S. Elev (m) 268.10 268.08<br />

Q Bridge (m3/s) 22.52 Crit W.S. (m) 266.56 266.54<br />

Q Weir (m3/s) 2.48 Max Chl Dpth (m) 3.24 3.22<br />

Weir Sta Lft (m) 0.00 Vel Total (m/s) 2.29 2.43<br />

Weir Sta Rgt (m) 34.83 Flow Area (m2) 10.93 10.28<br />

Weir Submerg 0.00 Froude # Chl 0.41 0.44<br />

Weir Max Depth 0.14 Specif Force (m3) 22.60 22.81<br />

(m)<br />

Min Top Rd (m) 268.00 Hydr Depth (m) 0.31 0.30<br />

Min El Prs (m) 267.20 W.P. Total (m) 45.91 45.88<br />

Delta EG (m) 0.84 Conv. Total (m3/s)<br />

Delta WS (m) 0.93 Top Width (m) 34.83 34.83<br />

BR Open Area (m2) 7.28 Frctn Loss (m)<br />

BR Open Vel (m/s) 3.09 C & E Loss (m)<br />

Coef of Q Shear Total (N/m2)<br />

Br Sel Method Press/Weir Power Total (N/m s)<br />

32


Tab. 2.2 - Dati caratteristici del ponte sulla Bevera in corrispondenza della S.P.52<br />

In assenza <strong>di</strong> tali zone <strong>di</strong> allagamento naturale non sarebbe possibile<br />

giustificare una riduzione della portata <strong>di</strong> piena così sostenuta.<br />

Osservando attentamente il bacino idrografico della Bevera a monte del ponte<br />

sulla S.P.52 si ritrova la vasta pianura posta a valle <strong>di</strong> Castello <strong>di</strong> Brianza nella<br />

quale la Bevera è sempre storicamente esondata in occasione degli eventi più<br />

intensi. Una sommaria ma verosimile perimetrazione <strong>di</strong> tale area mette in luce<br />

una superficie <strong>di</strong> circa 250.000 m 2 (figura 2.4) nella quale è lecito ipotizzare<br />

che si accumulino le portate in eccesso che non riescono a passare oltre il ponte<br />

della S.P.52. L’analisi dell’onda <strong>di</strong> piena consente <strong>di</strong> stimare che per ridurre la<br />

portata <strong>di</strong> piena della Bevera da 34 m 3 /s a 25 m 3 /s occorrono circa 150.000 m 3<br />

e questo ben si adatta alle superfici, e <strong>di</strong> conseguenza ai volumi <strong>di</strong>sponibili a<br />

monte.<br />

33


Fig. 2.4 – Zone <strong>di</strong> laminazione a monte <strong>di</strong> Molteno sul torrente Bevera<br />

Dopo aver messo in luce come il ponte sulla S.P. 52 rappresenti una<br />

limitazione delle portata convogliate verso valle, occorre prendere in<br />

considerazione anche altri due ponti sulla Bevera prima del tratto tombato <strong>di</strong><br />

via Roma.<br />

In particolare, procedendo verso valle si incontrano un piccolo ponticello ed<br />

una altro ben maggiore sulla S.P.49 (figura 2.5), a valle della vasca <strong>di</strong><br />

se<strong>di</strong>mentazione realizzata nel corso del lavori eseguiti su progetto del genio<br />

Civile <strong>di</strong> Como.<br />

34


Fig. 5.8 - Ponti sulla Bevera compresi tra la S.P.52 ed il tombotto <strong>di</strong> via Roma.<br />

Le simulazioni effettuate mettono in luce come tali manufatti (tabelle 2.3 e 2.4)<br />

non costituiscano limitazione al deflusso della portata <strong>di</strong> piena verso valle.<br />

E.G. US. (m) 266.97 Element Inside BR US Inside BR DS<br />

W.S. US. (m) 266.79 E.G. Elev (m) 266.96 266.94<br />

Q Total (m3/s) 25.00 W.S. Elev (m) 266.77 266.75<br />

Q Bridge (m3/s) 25.00 Crit W.S. (m) 265.86 265.86<br />

Q Weir (m3/s) Max Chl Dpth (m) 2.32 2.30<br />

Weir Sta Lft (m) Vel Total (m/s) 1.91 1.93<br />

Weir Sta Rgt (m) Flow Area (m2) 13.06 12.94<br />

Weir Submerg Froude # Chl 0.48 0.48<br />

Weir Max Depth<br />

Specif Force (m3) 18.45 18.30<br />

(m)<br />

Min Top Rd (m) 267.60 Hydr Depth (m) 1.63 1.62<br />

Min El Prs (m) 267.00 W.P. Total (m) 11.15 11.08<br />

35


Delta EG (m) 0.04 Conv. Total (m3/s) 439.5 434.6<br />

Delta WS (m) 0.05 Top Width (m) 8.02 7.96<br />

BR Open Area<br />

(m2)<br />

14.99 Frctn Loss (m) 0.01 0.01<br />

BR Open Vel (m/s) 1.93 C & E Loss (m) 0.00 0.00<br />

Coef of Q Shear Total (N/m2) 37.15 37.88<br />

Br Sel Method Energy only Power Total (N/m s) 71.14 73.21<br />

Tab. 2.3 - Dati caratteristici del ponte sulla Bevera a valle della S.P. 52<br />

E.G. US. (m) 266.23 Element Inside BR US Inside BR DS<br />

W.S. US. (m) 266.13 E.G. Elev (m) 266.23 266.22<br />

Q Total (m3/s) 25.00 W.S. Elev (m) 266.12 266.11<br />

Q Bridge (m3/s) 25.00 Crit W.S. (m) 265.06 265.05<br />

Q Weir (m3/s) Max Chl Dpth (m) 2.09 2.11<br />

Weir Sta Lft (m) Vel Total (m/s) 1.44 1.45<br />

Weir Sta Rgt (m) Flow Area (m2) 17.37 17.27<br />

Weir Submerg Froude # Chl 0.42 0.42<br />

Weir Max Depth<br />

Specif Force (m3) 20.79 20.69<br />

(m)<br />

Min Top Rd (m) 267.15 Hydr Depth (m) 1.18 1.18<br />

Min El Prs (m) 266.35 W.P. Total (m) 17.99 17.92<br />

Delta EG (m) 0.02 Conv. Total (m3/s) 848.0 842.1<br />

Delta WS (m) 0.02 Top Width (m) 14.67 14.59<br />

BR Open Area (m2) 20.91 Frctn Loss (m) 0.01 0.01<br />

BR Open Vel (m/s) 1.45 C & E Loss (m) 0.00 0.00<br />

Coef of Q Shear Total (N/m2) 8.23 8.33<br />

Br Sel Method Energy only Power Total (N/m s) 11.84 12.06<br />

Tab. 2.4 - Dati caratteristici del ponte sulla Bevera in corrispondenza della S.P. 49<br />

Alla luce <strong>di</strong> quanto detto sopra, le portate <strong>di</strong> piena della Bevera che possono<br />

giungere nel centro abitato <strong>di</strong> Molteno, transitando al <strong>di</strong> sotto del tombotto <strong>di</strong><br />

via Roma sono quelle riportate nella fig. 2.5.<br />

36


portata [m 3 /s]<br />

36.0<br />

35.0<br />

34.0<br />

33.0<br />

32.0<br />

31.0<br />

30.0<br />

29.0<br />

28.0<br />

27.0<br />

26.0<br />

25.0<br />

24.0<br />

23.0<br />

22.0<br />

21.0<br />

20.0<br />

19.0<br />

18.0<br />

17.0<br />

16.0<br />

15.0<br />

14.0<br />

13.0<br />

12.0<br />

11.0<br />

10.0<br />

9.0<br />

8.0<br />

7.0<br />

6.0<br />

5.0<br />

4.0<br />

3.0<br />

2.0<br />

1.0<br />

0.0<br />

Onde <strong>di</strong> piena del torrente Bevera in funzione del tempo <strong>di</strong> ritorno<br />

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 101112 13141516171819202122232425262728293031323334353637 38394041424344454647484950<br />

tempo [ore]<br />

37<br />

T = 2<br />

T = 7<br />

T = 10<br />

T = 20<br />

T = 50<br />

Qu per T=20<br />

Qu per T=50<br />

Qu per T=10<br />

Fig. 2.5 - Onde <strong>di</strong> piena della Bevera laminata dal ponte della S.P.52.<br />

2.3.4 L’onda <strong>di</strong> piena del Gandaloglio<br />

Dalla relazione idrologia si desume come le portate <strong>di</strong> piena <strong>di</strong> assegnato<br />

tempo <strong>di</strong> ritorno siano quelle riportate nel grafico <strong>di</strong> figura 2.6, con un<br />

massimo pari a circa 22,5 m 3 /s in corrispondenza <strong>di</strong> T=50 anni. Come già<br />

evidenziato in essa, l’alveo sembra in grado <strong>di</strong> garantire il convogliamento<br />

della portata <strong>di</strong> progetto fino a valle del ponte in località cascina Bergamina, a<br />

valle del quale si manifestano progressive riduzioni ed insufficienze <strong>di</strong> sezione<br />

che producono allagamenti. Tuttavia, nelle valutazioni che accompagnano il<br />

<strong>di</strong>mensionamento dell’area ad allagamento controllato non è stata introdotta<br />

alcuna limitazione alla portata in arrivo. Questa scelta trova giustificazione nel<br />

fatto che, attualmente non è dato sapere se in futuro saranno effettuate<br />

ricalibrature dell’alveo tali da aumentare la capacità <strong>di</strong> deflusso della sezione e<br />

consentire il deflusso dell’intera portata <strong>di</strong> piena. Inoltre la progressiva


portata [m 3 /s]<br />

24.0<br />

23.0<br />

22.0<br />

21.0<br />

20.0<br />

19.0<br />

18.0<br />

17.0<br />

16.0<br />

15.0<br />

14.0<br />

13.0<br />

12.0<br />

11.0<br />

10.0<br />

9.0<br />

8.0<br />

7.0<br />

6.0<br />

5.0<br />

4.0<br />

3.0<br />

2.0<br />

1.0<br />

0.0<br />

espansione dell’area industriale in <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Oggiono</strong>, contribuirà certamente<br />

all’aumento delle portate <strong>di</strong> piena del torrente. Da ultimo si evidenzia come<br />

l’area <strong>di</strong> allagamento tra <strong>Oggiono</strong> e Molteno sia <strong>di</strong> volume assai ridotto.<br />

Onde <strong>di</strong> piena del torrente Gandaloglio in funzione del tempo <strong>di</strong> ritorno<br />

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50<br />

tempo [ore]<br />

38<br />

T = 2<br />

T = 7<br />

T = 10<br />

T = 20<br />

T = 50<br />

Fig. 2.6 - Onde <strong>di</strong> piena del Gandaloglio in funzione del tempo <strong>di</strong> ritorno.


3. CALCOLI IDRAULICI<br />

Nel presente paragrafo si illustrano i calcoli effettuati allo scopo <strong>di</strong> verificare la<br />

capacità <strong>di</strong> convogliamento dei torrenti Bevera e Gandaloglio nei tratti che<br />

interessano il centro abitato <strong>di</strong> Molteno e <strong>Oggiono</strong> e le aree vicine, a monte ed<br />

a valle dell’abitato stesso, nonché per il tracciamento delle aree soggette ad<br />

esondazione.<br />

Per l’esecuzione dei calcoli sono state rilevate, nell’agosto 1999, 30 sezioni sui<br />

corsi d’acqua oggetto d’intervento e nell’agosto 2000 ulteriori sezioni in<br />

corrispondenza delle zona <strong>di</strong> intervento in progetto.<br />

In particolare, le analisi condotte nel corso del 1999 mettevano in luce come le<br />

esondazioni fossero legate all’insufficienza dell’alveo della Bevera a valle<br />

della confluenza con il Gandaloglio, decisamente inadatto a convogliare la<br />

totalità delle portate provenienti da monte, e quin<strong>di</strong> tale da determinare forti<br />

rigurgiti all’interno del centro abitato.<br />

Le figure 3.1 e 3.2 illustrano il profilo <strong>di</strong> moto permanente che si instaura negli<br />

alvei della Bevera e del Gandaloglio in corrispondenza <strong>di</strong> un evento<br />

caratterizzato da un tempo <strong>di</strong> ritorno cinquantennale ed in assenza degli<br />

interventi <strong>di</strong> progetto.<br />

Le portate considerate per la simulazione con T=50 sono quelle illustrate nella<br />

relazione idrologica in assenza degli interventi previsti nel presente progetto e<br />

pertanto:<br />

• Gandaloglio nel centro abitato <strong>di</strong> Molteno: 12 m 3 /s<br />

• Bevera a monte del centro abitato <strong>di</strong> Molteno: 25 m 3 /s<br />

• Fosso del Pascolo: 5 m 3 /s<br />

39


Elevation (m)<br />

270<br />

268<br />

266<br />

264<br />

262<br />

260<br />

258<br />

256<br />

• Bevera a valle del centro abitato <strong>di</strong> Molteno: 42 m 3 /s<br />

Sezione 2<br />

Sezione 3<br />

Sezione 4<br />

Evento con T=50 senza interventi<br />

valle Monte<br />

Sezione 5<br />

Sezione 6 a valle del ponte.<br />

Sezione 7 <strong>di</strong> raccordo<br />

Nuovo ponte ferroviario<br />

Sezione 8 a valle del ponte ferroviario<br />

0 500 1000 1500 2000 2500<br />

Main Channel Distance (m)<br />

Tombotto a monte della confluenza<br />

Fig. 3.1 - Profilo <strong>di</strong> moto permanente sull’alveo della Bevera.<br />

40<br />

Sezione 26 a valle del ponte<br />

Sezione 27 a valle del ponte<br />

Sezione 28 a valle del ponte <strong>di</strong> via Roma<br />

Tombotto <strong>di</strong> via roma<br />

Sezione 29 a valle del ponte sulla SP 49<br />

Sezione a valle della gaveta<br />

Sezione 30<br />

Sezione a valle del Ponte sulla SP 52<br />

Sezione 100 m a monte del Ponte sulla SP 52<br />

Legend<br />

WS T = 50 anni<br />

Crit T = 50 anni<br />

Ground<br />

LOB<br />

ROB


Elevation (m)<br />

275<br />

274<br />

273<br />

272<br />

271<br />

270<br />

269<br />

268<br />

267<br />

266<br />

265<br />

264<br />

263<br />

262<br />

261<br />

260<br />

259<br />

258<br />

257<br />

256<br />

Sezione iniziale del tombotto<br />

Sezione 11<br />

Sezione 12<br />

Sezione 13 a valle del ponte.<br />

Sezione 14 a valle del ponte<br />

Sezione 15 a valle del ponte<br />

Sezione 16 a valle del ponte<br />

Sezione 17<br />

Evento con T=50 senza interventi<br />

unico<br />

Sezione 18 a valle del ponte<br />

255<br />

0 500 1000 1500 2000 2500<br />

Main Channel Distance (m)<br />

Fig. 3.2 - Profilo <strong>di</strong> moto permanente sull’alveo del Gandaloglio.<br />

L’analisi del profilo <strong>di</strong> moto permanente della Bevera all’interno del centro<br />

abitato <strong>di</strong> Molteno evidenzia significativi rigurgiti che si innescano in<br />

corrispondenza del ponte <strong>di</strong> via A. Moro, retrocedono fino al tratto tombinato<br />

in corrispondenza della confluenza e poi aumentano decisamente a monte fino<br />

in corrispondenza della S.P.49. Tutti i ponticelli posti a valle del tombotto <strong>di</strong><br />

via Roma sono scavalcati significativamente dalla portata <strong>di</strong> piena.<br />

Lungo l’asta del Gandaloglio compresa tra il ponte <strong>di</strong> Cascina Bergamina ed il<br />

tratto tombinato, la corrente subisce decisi innalzamenti producendo<br />

41<br />

Sezione 19<br />

Sezione 20 a valle del ponte<br />

Sezione 21<br />

Sezione 22<br />

Sezione 23<br />

Sezione 24 a valle del ponte della cascina Bergamina<br />

Legend<br />

WS T = 50 anni<br />

Crit T = 50 anni<br />

Ground<br />

LOB<br />

ROB


esondazioni significative nelle aree circostanti. In planimetria A.01.02 sono<br />

riportate le perimetrazioni delle fascie 267/98 attuali.<br />

Sulla base delle considerazioni espresse in premessa ed in relazione idraulica a<br />

cui si rimanda per i dettagli in merito alla gestione dell’area ad allagamento<br />

controllata, sono state esaminate due con<strong>di</strong>zioni estreme <strong>di</strong> portata.<br />

1. Deviazione parziale del torrente Gandaloglio<br />

• Gandaloglio in arrivo al centro abitato <strong>di</strong> Molteno: 4 m 3 /s;<br />

• Fosso del Pascolo: 5 m 3 /s;<br />

• Bevera a monte del centro abitato <strong>di</strong> Molteno: 25 m 3 /s<br />

• Bevera a valle della confluenza: 33 m 3 /s<br />

2. Deviazione totale del torrente Gandaloglio<br />

• Gandaloglio in arrivo al centro abitato <strong>di</strong> Molteno: 0 m 3 /s;<br />

• Fosso del Pascolo: 5 m 3 /s;<br />

• Bevera a monte del centro abitato <strong>di</strong> Molteno: 25 m 3 /s<br />

• Bevera a valle della confluenza: 29 m 3 /s<br />

Le con<strong>di</strong>zioni al contorno adottate per il calcolo dei profili <strong>di</strong> moto<br />

permanente sono rappresentate dalla scelta <strong>di</strong> un livello <strong>di</strong> moto uniforme<br />

nelle sezioni <strong>di</strong> monte e <strong>di</strong> valle <strong>di</strong> tutti i corsi d’acqua.<br />

Le per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> carico <strong>di</strong> tipo continuo sono state calcolate me<strong>di</strong>ante<br />

l’adozione <strong>di</strong> un coefficiente <strong>di</strong> scabrezza <strong>di</strong> Strickler <strong>di</strong>fferenziato in<br />

funzione della tipologia <strong>di</strong> alveo. In particolare sono state utilizzati i<br />

seguenti valori:<br />

Ks=30 m 1/3 s -1 per alvei naturali a fondo irregolare;<br />

Ks=40 m 1/3 s -1 per alvei naturali regolari a fondo regolare;<br />

42


Elevation (m)<br />

270<br />

269<br />

268<br />

267<br />

266<br />

265<br />

264<br />

263<br />

262<br />

261<br />

260<br />

259<br />

258<br />

257<br />

256<br />

255<br />

254<br />

253<br />

252<br />

251<br />

Ponte sulla S.S.36<br />

Ks=45 m 1/3 s -1 per alvei rivestiti in calcestruzzo;<br />

Ks=14 m 1/3 s -1 per aree golenali ricche <strong>di</strong> vegetazione arbustiva.<br />

I risultati delle simulazioni sono riportati nella figura 3.3.<br />

Sezione a valle del ponte Molino<br />

Sezione a valle del ponte ferroviario<br />

Sezione a valle ponte via Consolini<br />

Evento T=50 anni con interventi <strong>di</strong> progetto<br />

valle Monte<br />

Sezione 2<br />

Sezione 3<br />

Sezione 4<br />

Sezione 5<br />

250<br />

0 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500<br />

Sezione 6 a valle del ponte.<br />

Main Channel Distance (m)<br />

Fig. 3.3<br />

Emerge chiaramente un miglioramento dei livelli idrici lungo tutto l’alveo della<br />

Bevera, dalla sezione <strong>di</strong> monte a quella <strong>di</strong> valle costituita dal ponte sulla<br />

S.S.36. In particolare si osservano significative <strong>di</strong>minuzioni dei livelli idrici nel<br />

tratto della Bevera contenuta tra il tombotto <strong>di</strong> via Roma ed il successivo, a<br />

monte della confluenza con il Gandaloglio.<br />

43<br />

Sezione 7 <strong>di</strong> raccordo<br />

Sezione 7 aggiunta<br />

Ponte Ferroviario a valle della confluenza<br />

Tombotto a monte della confluenza<br />

Sezione 26 a valle del ponte<br />

Sezione 27 a valle del ponte<br />

Sezione 28 a valle del ponte <strong>di</strong> via Roma<br />

Tombotto <strong>di</strong> via roma<br />

Sezione 29 a valle del ponte sulla SP 49<br />

Inizio vasca <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssipazione<br />

Sezione 30<br />

Sezione ponticello<br />

Sezione a valle del Ponte sulla SP 52<br />

Legend<br />

WS PF 4<br />

WS PF 5<br />

Crit PF 4<br />

Crit PF 5<br />

Ground<br />

LOB<br />

ROB


Appare subito chiaro come la <strong>di</strong>minuzione dei livelli idrici sia principalmente<br />

legata alla contestuale e significativa riduzione delle portate nell’alveo <strong>di</strong> valle<br />

dovuta al funzionamento dell’area ad allagamento controllato. Inoltre è<br />

opportuno sottolineare ulteriormente che sono determinanti l’aumento <strong>di</strong><br />

sezione in corrispondenza del ponte <strong>di</strong> via A. Moro e la pulizia dell’alveo in<br />

corrispondenza del ponte ferroviario imme<strong>di</strong>atamente a valle della confluenza<br />

con il Gandaloglio e Fosso del Pascolo.<br />

La geometria adottata nella simulazione, contempla anche una mo<strong>di</strong>fica <strong>di</strong><br />

sezione per il ponte <strong>di</strong> via Consolini, prevedendo un adeguamento alla<br />

larghezza della sezione <strong>di</strong> monte e <strong>di</strong> valle ed un innalzamento dell’impalcato,<br />

così come per il ponte <strong>di</strong> via Molino posto più a valle.<br />

Le simulazioni mettono in luce come ci sia una <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> comportamento<br />

tra i due profili già a partire dal ponte Molino. Il passaggio da 29 m 3 /s a 33<br />

m 3 /s, corrispondenti rispettivamente ad una deviazione totale del torrente<br />

Gandaloglio e ad una sua deviazione parziale all’interno dell’area ad<br />

allagamento controllato, può essere determinante per indurre un funzionamento<br />

quasi in pressione del ponte.<br />

L’ulteriore riduzione <strong>di</strong> portata può essere ottenuta me<strong>di</strong>ante una chiusura della<br />

sezione <strong>di</strong> controllo in uscita dall’area ad allagamento controllato in modo da<br />

sfasare temporalmente i colmi <strong>di</strong> piena in ingresso per poi aprirla al passaggio<br />

del picco dell’onda <strong>di</strong> piena. Questi tipi <strong>di</strong> manovra, illustrata in premessa e in<br />

relazione idraulica richiede il controllo <strong>di</strong> elementi spe<strong>di</strong>tivi e <strong>di</strong> facile lettura<br />

che possono costituire il segnale <strong>di</strong> una situazione <strong>di</strong> emergenza imminente.<br />

L’esame delle onde <strong>di</strong> piena della Bevera e del Gandaloglio nonché dei tempi<br />

44


<strong>di</strong> riempimento dell’area ad allagamento controllata, mette in luce come<br />

l’entità temporale dei due fenomeni sia del tutto paragonabile. Alla luce <strong>di</strong><br />

questa constatazione appare avvalorata l’ipotesi <strong>di</strong> iniziare ad invasare<br />

all’interno dell’area ad allagamento controllato all’inizio <strong>di</strong> un evento <strong>di</strong><br />

particolare rilievo, senza permettere l’uscita dalla sezione <strong>di</strong> controllo.<br />

Mantenuta questa regolazione per circa <strong>di</strong>eci ore, sarà poi possibile consentire<br />

il deflusso dal Fosso del Pascolo avendo ottenuto l’effetto <strong>di</strong> sfasare i colmi <strong>di</strong><br />

piena.<br />

A conclusione delle considerazioni sopra esposte è importante sottolineare<br />

come, tra gli interventi <strong>di</strong> rifacimento dei ponti sulla Bevera a valle della<br />

confluenza con il Gandaloglio, il progetto contempli solo quello <strong>di</strong> via Molino.<br />

Se dal punto <strong>di</strong> vista idraulico la scelta appare ingiustificata, dal momento che<br />

sarebbe stato più opportuno procedere alla rimozione degli elementi che<br />

ostacolano il deflusso procedendo da monte verso valle, privilegiando pertanto<br />

il ponte <strong>di</strong> via Consolini, la motivazione che ha portato alla scelta <strong>di</strong> adeguare<br />

il ponte <strong>di</strong> via Molino trova giustificazione nei colloqui avuti con<br />

l’Amministrazione Comunale <strong>di</strong> Molteno. Infatti, il rifacimento del ponte <strong>di</strong> via<br />

Consolini sarà contemplato in un più ampio progetto <strong>di</strong> rifacimento della<br />

viabilità a servizio <strong>di</strong> un’attività privata che, con i propri fon<strong>di</strong>, finanzierà<br />

anche l’intervento <strong>di</strong> natura idraulica sulla base delle in<strong>di</strong>cazioni fornite dai<br />

progettisti. Questo ha consentito <strong>di</strong> focalizzare le risorse progettuali verso il<br />

rifacimento del ponte <strong>di</strong> via Molino estendendo gli interventi alla totalità delle<br />

aree esaminate.<br />

45


In relazione idraulica infine (atto A.03.00) sono riportati i dettagli dei calcoli<br />

per la determinazione delle <strong>di</strong>mensioni e funzionalità dei singoli manufatti in<br />

progetto (derivazione dal torrente Gandaloglio, canale scolmatore, sottopasso<br />

FS, risagomatura Fosso dei Pascoli, Sezione <strong>di</strong> controllo Fosso dei Pascoli,<br />

risezionamenti Bevera e rifacimento ponte <strong>di</strong> via Molino).<br />

46


4. PERIMETRAZIONE DELLE AREE A RISCHIO IDRAULICO<br />

ATTUALI ED A SEGUITO DEGLI INTERVENTI<br />

In base ai profili <strong>di</strong> moto permanente per T = 50 anni ed alle regole gestionali<br />

dei manufatti calcolati in Relazione Idraulica e riassunti nel capitolo precedente<br />

sono state perimetrate le aree a rischio idraulico nei tratti compreso tra la S.P.<br />

52 ad est, la via Consolini ad ovest e la S.P. 51 a nord <strong>di</strong> Molteno.<br />

Il criterio <strong>di</strong> perimetrazione si è basato innanzitutto sul confronto dei livelli<br />

calcolati con le sezioni del rilievo al fine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le aree soggette ad<br />

allagamento <strong>di</strong>retto, laddove i livelli risultano superiori ai livelli <strong>di</strong> sponda.<br />

Successivamente si è valutato il possibile allagamento dalle aree esondate<br />

<strong>di</strong>rettamente verso altre aree in base ad analisi dell’andamento del terreno su<br />

cartografia aerofotogrammetrica in scala 1:2.000, fornita dai Comuni ed<br />

all’analisi delle informazioni circa le esondazioni recenti.<br />

4.1 STATO DI FATTO (PLANIMETRIA A.01.02)<br />

4.1.1 <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Oggiono</strong><br />

Il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Oggiono</strong> viene interessato dalle esondazioni del torrente<br />

Gandaloglio (e del Fosso del Pascolo verso il quale viene già oggi deviata parte<br />

della portata) nelle seguenti aree:<br />

• zona industriale compresa tra la S.P. 49 a nord e la via Magnago a sud.<br />

Buona parte dell’attuale area e<strong>di</strong>ficata e dell’espansione ad ovest sino a via<br />

Altobello viene interessata da allagamento in<strong>di</strong>retto per innalzamento dei<br />

livelli idrici;<br />

47


• frazione abitata denominata C.na Bergamina inserita nel territorio a<br />

vacazione agricola (E3) <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a ambientale;<br />

• zona agricola a vocazione <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a ambientale (E3) a nord della<br />

linea ferroviaria FS Monza-<strong>Oggiono</strong> con interessamento della frazione<br />

abitata C.na Redaella.<br />

4.1.2 <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Sirone<br />

Il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Sirone non vede interessato <strong>di</strong>rettamente il nucleo abitato quanto<br />

viceversa le zone industriali poste a ridosso della S.P. 49 ai confini con<br />

Molteno ed <strong>Oggiono</strong>:<br />

• zona agricola a sud del torrente Gandaloglio con parziale interessamento<br />

della frazione abitata C.na Berta a destinazione residenziale;<br />

• zona mista industriale-residenziale a ridosso della S.P. 49 con particolari<br />

problematicità per i capannoni su via C. Colombo, via Don Minzoni sino<br />

all’incrocio con via C. Colombo, per le case della frazione Rettola, per i<br />

capannoni <strong>di</strong> via Industria.<br />

4.1.3 <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Molteno<br />

Il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Molteno comprende il territorio maggiormente interessato dalle<br />

problematiche in oggetto con vaste aree soggette ad esondazione e in<br />

particolare:<br />

• il centro storico, per tutte le abitazioni ed infrastrutture comprese tra la via<br />

De Gasperi a sud, la linea ferroviaria a nord e la collina del nucleo più<br />

antico ad ovest. Le maggiori problematicità riguardano le vie Roma, De<br />

Gasperi, Portacastello, XXV Aprile, Riva, con gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> sommersione<br />

variabile in relazione all’altimetria e alla vicinanza ai corsi d’acqua;<br />

48


• la zona a parcheggio e piazzale a servizio dell’industria posta tra la linea FS<br />

a sud, via Aldo Moro ad ovest e la zona industriale <strong>di</strong> Sirone (via<br />

dell’Industria) a nord-est;<br />

• la zona agricola e <strong>di</strong> rispetto cimiteriale compresa tra via Consolini ed il<br />

confine nord-comunale con interessamento localizzato <strong>di</strong> unità abitative e<br />

produttive;<br />

• la zona compresa tra le linea FS a sud e via Consolini a nord con presenza<br />

<strong>di</strong> numerose unità abitative e produttive;<br />

• la frazione Molino e le aree comprese tra la stessa e la linea ferroviaria FS<br />

Como-Lecco.<br />

4.1.4 <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Bosisio Parini<br />

Il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Bosisio Parini non vede interessato <strong>di</strong>rettamente il nucleo abitato<br />

quanto viceversa le zone industriali poste a ridosso della S.S. 36 (ad est della<br />

stessa) ai confini con Molteno ed Annone in corrispondenza delle aree poste a<br />

nord <strong>di</strong> via Consolini in <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Molteno.<br />

4.2 STATO DI RPOGETTO (PLANIMETRIA A.01.03)<br />

4.2.1 <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Oggiono</strong><br />

Il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Oggiono</strong> vede ridotte le esondazioni del torrente Gandaloglio (e<br />

del Fosso del Pascolo) nelle seguenti aree:<br />

• zona industriale compresa tra la S.P. 49 a nord e la via Magnago a sud;<br />

• frazione abitata C.na Redaella.<br />

Non vengono viceversa ridotte le fondazioni nelle seguenti aree:<br />

49


• frazione abitata denominata C.na Bergamina inserita nel territorio a<br />

vacazione agricola (E3) <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a ambientale;<br />

• zona agricola a vocazione <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a ambientale (E3) a nord della<br />

linea ferroviaria FS Monza-<strong>Oggiono</strong> ove viene prevista l’area ad<br />

allagamento controllato.<br />

4.2.2 <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Sirone<br />

Il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Sirone vede ridotte le aree <strong>di</strong> esondazione nei seguenti siti:<br />

• zona mista industriale-residenziale a ridosso della S.P. 49 (via C. Colombo,<br />

via Don Minzoni sino all’incrocio con via C. Colombo), case della frazione<br />

Rettola e capannoni <strong>di</strong> via Industria.<br />

4.2.3 <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Molteno<br />

Il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Molteno, che comprende il territorio maggiormente interessato<br />

dalle problematiche in oggetto con vaste aree soggette ad esondazione, vede<br />

ridotte o annullate le perimetrazioni nei seguenti siti:<br />

• il centro storico, per tutte le abitazioni ed infrastrutture comprese tra la via<br />

De Gasperi a sud, la linea ferroviaria a nord e la collina del nucleo più<br />

antico ad ovest;<br />

• la zona a parcheggio e piazzale a servizio dell’industria posta tra la linea FS<br />

a sud, via Aldo Moro ad ovest e la zona industriale <strong>di</strong> Sirone (via<br />

dell’Industria) a nord-est;<br />

• la zona agricola e <strong>di</strong> rispetto cimiteriale compresa tra via Consolini ed il<br />

confine nord-comunale con interessamento localizzato <strong>di</strong> unità abitative e<br />

produttive;<br />

50


• la zona compresa tra le linea FS a sud e via Consolini a nord con presenza<br />

<strong>di</strong> numerose unità abitative e produttive;<br />

• la frazione Molino e le aree comprese tra la stessa e la linea ferroviaria FS<br />

Como-Lecco.<br />

4.2.4 <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Bosisio Parini<br />

Il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Bosisio Parini vede lievemente ridotte le perimetrazioni nella<br />

zona industriale a ridosso della S.P. 36.<br />

51


5. DESCRIZIONE DELLE OPERE IN PROGETTO – DICEMBRE<br />

2001<br />

Sulla base delle problematiche evidenziate, <strong>di</strong> quanto realizzato in passato e <strong>di</strong><br />

quanto proposto a vario titolo dalle Amministrazioni coinvolte si evidenzia il<br />

seguente insieme <strong>di</strong> opere volte a dare compatibilità idraulica per eventi con T<br />

= 50 anni alle zona urbanizzate <strong>di</strong> Molteno, Sirone e <strong>Oggiono</strong>.<br />

Le opere sono <strong>di</strong>stribuite su un’area molto vasta e concorrono alla riduzione<br />

delle esondazioni dei torrenti Bevera e Gandaloglio nei Comuni <strong>di</strong> Molteno,<br />

<strong>Oggiono</strong>, Sirone ed Annone Brianza me<strong>di</strong>ante la realizzazione <strong>di</strong> un’area ad<br />

allagamento controllato atta a circoscrivere i fenomeni <strong>di</strong> esondazione in<br />

un’area definita e controllabile. Le opere contemplano anche interventi <strong>di</strong><br />

pulizia e risagomatura degli alvei ed il rifacimento del ponte sul torrente<br />

Bevera in corrispondenza <strong>di</strong> via Molino. L’area ad allagamento controllato si<br />

compone inoltre <strong>di</strong> opere puntuali che ne consentono una corretta gestione in<br />

occasione degli eventi <strong>di</strong> piena più gravosi.<br />

L’intervento pertanto comprende:<br />

- realizzazione <strong>di</strong> una soglia sfiorante sul torrente Gandaloglio in <strong>Comune</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Oggiono</strong> e Sirone me<strong>di</strong>ante <strong>di</strong>aframmi in calcestruzzo armato aventi uno<br />

spessore <strong>di</strong> 0,6 m ed una profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> 5,5 m, completati in sommità da una<br />

trave <strong>di</strong> correa nella quale trova alloggiamento la tubazione in ghisa<br />

sferoidale <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro 0,6 m, pre<strong>di</strong>sposta per la deviazione del collettore<br />

consortile a<strong>di</strong>acente alla S.P.49. L’opera prevede un allargamento<br />

dell’alveo del Gandaloglio in sponda destra sul quale trova collocazione la<br />

suddetta soglia sfiorante che si sviluppa per una lunghezza <strong>di</strong> circa 17 m ed<br />

52


è delimitata da due ali <strong>di</strong> <strong>di</strong>aframmi a monte ed a valle aventi profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong><br />

5,5 m e spessore <strong>di</strong> 0,6 m, completati in superficie da una trave <strong>di</strong> correa<br />

con spessore <strong>di</strong> 0,5 m. Trasversalmente all’alveo, in corrispondenza della<br />

sezione terminale della soglia sfiorante trovano collocazione una serie <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>aframmi <strong>di</strong> chiusura con le medesime caratteristiche <strong>di</strong> quelli costituenti i<br />

muri d’ala, e nei quali è ricavato l’alloggiamento per due paratoie atte a<br />

bloccare completamento il deflusso delle portate verso valle. Le paratoie, <strong>di</strong><br />

forma rettangolare e <strong>di</strong>mensioni 2,7 m 1,4 m trovano alloggiamento<br />

all’interno del corpo dei <strong>di</strong>aframmi e sono movimentate me<strong>di</strong>ante una vite<br />

senza fine posta trasversalmente alla <strong>di</strong>rezione dell’alveo e ad una quota<br />

prossima a quella del piano campagna circostante. In corrispondenza del<br />

fondo alveo, ad una <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> circa 0,15 m da esso, è posta in opera una<br />

trave che ha la funzione <strong>di</strong> guida inferiore per la movimentazione delle<br />

paratoie, ed è montata su una serie <strong>di</strong> pilastrini che comunque non<br />

ostacolano il deflusso della corrente, consentendo il passaggio verso valle<br />

del materiale trasportato sul fondo. I <strong>di</strong>aframmi <strong>di</strong> contenimento laterale<br />

della soglia sfiorante danno accesso ad una vasca <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssipazione posta alla<br />

quota <strong>di</strong> circa 263,0 m s.m. me<strong>di</strong>ante uno scivolo in pietrame, con una<br />

pendenza <strong>di</strong> circa il 20 %, che consente il superamento del <strong>di</strong>slivello <strong>di</strong> 2,4<br />

m circa rispetto alla quota della soglia sfiorante. La larghezza dello scivolo<br />

in pietrame, partendo da quella dello sfioratore, si riduce a 6,0 m, ovvero<br />

quella del successivo canale scolmatore <strong>di</strong>retto all’area ad allagamento<br />

controllato. La vasca <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssipazione, della lunghezza <strong>di</strong> circa 10 m, termina<br />

53


con una piccola soglia <strong>di</strong> circa 35 cm, e finalizzata alla localizzazione del<br />

risalto all’interno della vasca <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssipazione;<br />

- passaggio dalla vasca <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssipazione all’area ad allagamento controllato<br />

me<strong>di</strong>ante un canale scolmatore che si sud<strong>di</strong>vide in tre porzioni <strong>di</strong>stinte per<br />

tipologia costruttiva. Il primo tratto del canale scolmatore si sviluppa a<br />

partire dalla sezione terminale della vasca <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssipazione e per una<br />

lunghezza <strong>di</strong> circa 60 m. Esso è caratterizzato da una forma rettangolare<br />

con larghezza alla base <strong>di</strong> 6,0 m, pendenza pari a 2‰ ed un’altezza <strong>di</strong> 2,0<br />

m fino alla sommità dei <strong>di</strong>aframmi. Partendo da questa quota, il<br />

raggiungimento del piano campagna avviene me<strong>di</strong>ante la formazione <strong>di</strong><br />

sponde con pendenza 2/3 successivamente inerbite me<strong>di</strong>ante idrosemina<br />

potenziata. Il contenimento del canale è ottenuto me<strong>di</strong>ante <strong>di</strong>aframmi in<br />

cemento armato con altezza <strong>di</strong> 5,5 m e spessore <strong>di</strong> 0,6 m raccordati in<br />

superficie da una trave <strong>di</strong> correa dello spessore <strong>di</strong> 0,5 m. In corrispondenza<br />

della S.P. 49, è prevista la realizzazione <strong>di</strong> due <strong>di</strong>aframmi d’ala che<br />

costituiscono il punto <strong>di</strong> innesto con il successivo tratto <strong>di</strong> valle del canale<br />

scolmatore. Il corazzamento del fondo alveo è previsto per una lunghezza<br />

<strong>di</strong> circa 10 m a valle della vasca <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssipazione e per ulteriori 10 m solo in<br />

corrispondenza del raccordo tra il fondo alveo ed i <strong>di</strong>aframmi verticali.<br />

L’attraversamento della S.P.49 e della linea ferroviaria avvengono<br />

me<strong>di</strong>ante la realizzazione <strong>di</strong> un manufatto in spingitubo della lunghezza <strong>di</strong><br />

circa 30 m. Esso è costituito da un manufatto scatolare armato avente luce<br />

netta pari a 6,0 x 2,2 m e <strong>di</strong>mensioni esterne <strong>di</strong> 7,2 x 3,6 m per uno<br />

spessore dei muri laterali e della soletta superiore pari a 0,6 m circa e della<br />

54


soletta inferiore <strong>di</strong> 0,8 m circa. Il manufatto comprende anche la<br />

realizzazione <strong>di</strong> un muro <strong>di</strong> spinta con spessore <strong>di</strong> circa 1,5 m ed altezza <strong>di</strong><br />

circa 5,5 m addossato ad una ricarica <strong>di</strong> terreno alle spalle per un’altezza <strong>di</strong><br />

circa 3 m ed una larghezza in sommità minimo <strong>di</strong> circa 2,0 m, <strong>di</strong> cui è<br />

prevista la demolizione al termine della fase <strong>di</strong> spinta. Lo scorrimento del<br />

manufatto scatolare avviene su una platea <strong>di</strong> varo precedentemente<br />

pre<strong>di</strong>sposta, avente uno spessore <strong>di</strong> circa 0,3 m e due muri <strong>di</strong> contenimento<br />

laterali <strong>di</strong> altezza pari a 0,8 m e spessore <strong>di</strong> 0,4 m circa. La soletta superiore<br />

del manufatto spingitubo dovrà essere opportunamente impermeabilizzata<br />

con doppia guaina e strato <strong>di</strong> cls con rete elettrosaldata a maglia 20x20. La<br />

realizzazione del’intero manufatto dovrà essere effettuata secondo le tre<br />

fasi realizzative riportate nelle tavole <strong>di</strong> progetto e qui sinteticamente<br />

riprese: Fase 1: esecuzione scavo <strong>di</strong> sbancamento; scavo fino a quota<br />

261,50 circa ed esecuzione <strong>di</strong> strato <strong>di</strong> drenaggio in ciottoli <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a<br />

pezzatura, strato <strong>di</strong> sottofondazione in cls magro, platea <strong>di</strong> varo i c.a. e<br />

muro <strong>di</strong> spinta;esecuzione muretti <strong>di</strong> guida; costruzione del manufatto<br />

scatolare; costruzione dei cordoli <strong>di</strong> appoggio per travi <strong>di</strong> manovra; posa<br />

delle travi <strong>di</strong> manovra; posa dei fasci <strong>di</strong> binari; Fase 2: spostamento sede<br />

stradale e deviazione del traffico su variante; demolizione muretto F.S.;<br />

infissione manufatto fino alla sede stradale; posizionamento prolungamento<br />

platea <strong>di</strong> varo e martinetti stazione principale contro lo sperone <strong>di</strong><br />

contrasto; Fase 3: scavo preventivo della zona interessata dalla spinta;<br />

completamento della fase <strong>di</strong> spinta; rimozione dei fasci <strong>di</strong> binari e travi <strong>di</strong><br />

manovra / ripristino ballast; demolizione muro <strong>di</strong> spinta; ripristino muretto<br />

55


e sede strada provinciale; rimozione della variante alla S.P.49 realizzata;<br />

scavo della zona a monte del manufatto <strong>di</strong> spinta a quota 264,70 circa e<br />

realizzazione <strong>di</strong>aframmmi; esecuzione raccor<strong>di</strong> con fondo e soletta <strong>di</strong> base<br />

collegamento ai <strong>di</strong>aframmi del tratto <strong>di</strong> canale scolmatore a monte. Il<br />

manufatto scatolare che, come detto, avrà una lunghezza <strong>di</strong> 30 m dovrà<br />

essere spinto al <strong>di</strong> sotto del rilevato ferroviario per una lunghezza <strong>di</strong> circa<br />

23 m, sud<strong>di</strong>visa in una prima fase dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> circa 13,5 m ed in una<br />

successiva dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> circa 10 m. Il canale scolmatore si completa a<br />

valle fino alla confluenza con il Fosso del Pascolo. Il tratto <strong>di</strong> canale<br />

scolmatore a valle del manufatto scatolare si sviluppa per circa 410 m<br />

me<strong>di</strong>ante l’adeguamento in sezione <strong>di</strong> un fosso scolatore esistente, sulla cui<br />

sponda destra, e fino alla confluenza con il Fosso del Pascolo trova<br />

collocazione il rilevato arginale che racchiude l’area ad allagamento<br />

controllato. L’allargamento prevede la formazione <strong>di</strong> una sezione trapezia<br />

avente larghezza <strong>di</strong> base pari a 6,0 m e sponde con una pendenza pari a 2/3<br />

fino a ricongiungimento con l’attuale piano campagna. Le sponde del<br />

canale scolmatore dovranno essere rinforzate con una georete antierosione<br />

con le caratteristiche riportate nel capitolato speciale d’appalto e sui <strong>di</strong>segni<br />

<strong>di</strong> progetto e per uno sviluppo sulla sponda pari a 2,0 m circa. Tale georete<br />

dovrà essere fissata alle pareti me<strong>di</strong>ante un risvolto sotto il piano campagna<br />

e con l’adozione <strong>di</strong> opportuni picchetti <strong>di</strong> ancoraggio. La confluenza con il<br />

Fosso del Pascolo è realizzata me<strong>di</strong>ante un raccordo lungo il quale è<br />

previsto il corazzamento del fondo alveo e delle sponde per una lunghezza<br />

<strong>di</strong> circa 30 m in prossimità della confluenza.<br />

56


- in uscita dall’area ad allagamento controllato è prevista la realizzazione <strong>di</strong><br />

una sezione <strong>di</strong> controllo per la modulazione delle portate all’interno del<br />

Fosso del Pascolo e, successivamente, della Bevera. L’opera comprende la<br />

realizzazione <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>aframmature per la delimitazione dell’intero<br />

manufatto. In particolare è prevista la posa in opera <strong>di</strong> due ali <strong>di</strong> <strong>di</strong>aframmi<br />

convergenti verso l’alveo <strong>di</strong> valle del Fosso del Pascolo. Una prima<br />

porzione <strong>di</strong> tali <strong>di</strong>aframmi è caratterizzata da una profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> circa 11,0 m<br />

ed una lunghezza <strong>di</strong> 6,4 m circa; la porzione successiva, e per un’estensione<br />

<strong>di</strong> 8,7 m <strong>di</strong> lunghezza, è caratterizzato da un’altezza variabile da 11,0 m a<br />

8,5 m, in modo da consentire il raccordo graduale verso la sezione <strong>di</strong><br />

chiusura. In aggiunta alla formazione delle <strong>di</strong>aframmature laterali <strong>di</strong><br />

contenimento è prevista la realizzazione <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>aframmi in<br />

posizione trasversale rispetto alla <strong>di</strong>rezione dell’alveo. Una doppia linea <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>aframmi, posta all’imbocco ed all’uscita del manufatto scatolare che<br />

attraversa la soglia sfiorante e ne costituisce lo scarico <strong>di</strong> fondo dando<br />

continuità al Fosso dei Pascoli, è caratterizzato da un’altezza <strong>di</strong> 2,6 m circa<br />

ed una larghezza <strong>di</strong> 5,0 m circa. La successiva linea <strong>di</strong> <strong>di</strong>aframmi ha<br />

un’altezza <strong>di</strong> 10 m circa ed una larghezza <strong>di</strong> circa 13,0 m e rappresenta la<br />

reale soglia sfiorante, interposta tra le due <strong>di</strong>aframmature laterali<br />

precedentemente descritte. Da ultimo, è prevista una linea <strong>di</strong> <strong>di</strong>aframmi a<br />

valle, in chiusura della vasca <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssipazione posta dopo la soglia sfiorante<br />

con larghezza <strong>di</strong> 5,0 m ed una profon<strong>di</strong>tà circa 3 m. Tutte le <strong>di</strong>aframmature<br />

previste all’interno <strong>di</strong> questo manufatto sono in cemento armato e sono<br />

caratterizzate da uno spessore <strong>di</strong> 0,8 m. La soglia sfiorante prevede la<br />

57


ealizzazione <strong>di</strong> un manufatto scatolare gettato in opera con luce netta <strong>di</strong> 2<br />

x1 m e spessore <strong>di</strong> 0,4 m che, sviluppandosi su una lunghezza <strong>di</strong> circa 9 m,<br />

garantisce la continuità al Fosso del Pascolo. In corrispondenza <strong>di</strong> un<br />

piccolo muro d’ala sulla sezione iniziale dello scatolare, trova<br />

alloggiamento una paratoia in ghisa sferoidale a comando manuale a<br />

sezione rettangolare con <strong>di</strong>mensioni 2,5 m x 1,5 m, e tutta la carpenteria<br />

necessaria per l’alloggiamento e la successiva movimentazione. La soglia<br />

<strong>di</strong> sfioro viene realizzata a ridosso del manufatto scatolare, ed assume una<br />

forma trapezia con sommità posta alla quota 266,0 m s.m. ed una larghezza<br />

<strong>di</strong> 1,5 m. Essa è realizzata con pietrame <strong>di</strong> cava non gelivo. L’interno della<br />

vasca <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssipazione prevista a valle della soglia <strong>di</strong> sfioro è rivestito con la<br />

medesima tipologia <strong>di</strong> pietrame <strong>di</strong> cava in modo da mascherare le superfici<br />

dei <strong>di</strong>aframmi e degradando dalla quota della soglia sfiorante fino alla<br />

quota raggiunta dal setto <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssipazione <strong>di</strong> valle. Il fondo della vasca <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ssipazione risulta corazzato con massi. L’inserimento dell’opera sul<br />

Fosso del Pascolo si completa me<strong>di</strong>ante l’allargamento della sezione fino in<br />

corrispondenza della soglia sfiorante ed il successivo adeguamento nella<br />

sezione <strong>di</strong> valle. A monte del manufatto scatolare è previsto un<br />

corazzamento dell’alveo per circa 15 m ed un contestuale rinforzo delle<br />

sponde me<strong>di</strong>ante scogliera in pietrame per l’altezza <strong>di</strong> 1 m dal fondo<br />

dell’alveo. A valle del setto <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssipazione che chiude la vasca <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ssipazione la protezione dell’alveo è prevista per circa 10 m secondo le<br />

medesime caratteristiche precedentemente illustrate. Alle spalle della<br />

scogliera in pietrame, al <strong>di</strong> sotto della quale è comunque prevista la posa <strong>di</strong><br />

58


ghiaia per uno spessore <strong>di</strong> circa 10 cm, si dovrà posizionare un tessuto non<br />

tessuto opportunamente ancorato. A completamento dell’opera è prevista la<br />

realizzazione <strong>di</strong> un ponte pedonale e ciclabile in legno lamellare con<br />

larghezza <strong>di</strong> 3 m e per una lunghezza <strong>di</strong> circa 12,5 m per il superamento<br />

della soglia sfiorante e con funzione <strong>di</strong> collegamento tra le due sponde<br />

opposte dell’argine. Tale ponte è comprensivo dei basamenti, sostegni,<br />

oneri <strong>di</strong> varo, finiture, raccor<strong>di</strong> e quant’altro per dare l’opera finita a<br />

perfetta regola d’arte. Su tale andrà posizionato il volantino con riduttore<br />

per l’azionamento automatico della paratoia. A completamento della<br />

sezione <strong>di</strong> controllo dovranno essere realizzate tutte le opere accessorie per<br />

la risistemazione a verde dell’area circostante, compresa l’idrosemina<br />

potenziata, la risagomatura delle sponde, l’intasamento degli spazi tra i<br />

singoli massi con terreno vegetale o betoncino in corrispondenza del<br />

corazzamento del fondo alveo;<br />

- adeguamento idraulico e strutturale del ponte <strong>di</strong> via Molino. L’intervento<br />

prevede la demolizione completa con allontanamento a <strong>di</strong>scarica delle<br />

macerie dell’attuale struttura, la realizzazione <strong>di</strong> una doppia fila <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>aframmi in cemento armato a monte ed a valle a costituire le nuove spalle<br />

del ponte. Essi sono caratterizzati da una larghezza <strong>di</strong> circa 10 m, una<br />

profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> circa 12 m ed uno spessore <strong>di</strong> 0,8 m. L’impalcato è costituito<br />

da una successione <strong>di</strong> 11 travi in C.A.P. della lunghezza <strong>di</strong> 13 m circa<br />

<strong>di</strong>sposte in modo obliquo rispetto alle <strong>di</strong>aframmature <strong>di</strong> cui sopra e<br />

comunque in modo tale da raccordarsi con la viabilità esistente. La quota<br />

dell’intradosso in corrispondenza della mezzeria dovrà essere pari 262,5 m<br />

59


s.m. mentre l’estradosso, in corrispondenza del finito, sarà pari a 263,35 m<br />

s.m. La soletta dovrà prevedere tubazioni per l’alloggiamento dei<br />

sottoservizi in attraversamento mentre, al <strong>di</strong> sotto del tappetino <strong>di</strong> usura<br />

dovrà essere posata una guaina in polietilene per l’impermeabilizzazione<br />

dell’impalcato. Lateralmente si dovrà prevedere la messa in opera <strong>di</strong><br />

opportune protezioni stradali in acciaio. Il raccordo con il piano stradale in<br />

<strong>di</strong>rezione dell’uscita della S.S.36 è ottenuto me<strong>di</strong>ante la realizzazione <strong>di</strong><br />

una nuova livelletta stradale con pendenza pari al 20 % con inizio in<br />

corrispondenza dell’attuale grata <strong>di</strong> raccolta delle acque meteoriche e fino<br />

alla quota <strong>di</strong> progetto per l’estradosso. Il contenimento <strong>di</strong> tale rampa è<br />

ottenuto me<strong>di</strong>ante la realizzazione <strong>di</strong> due muri d’ala <strong>di</strong> altezza variabile a<br />

partire da circa 0,1 m fino a circa 3,10 m con un basamento <strong>di</strong> forma<br />

pressappoco rettangolare che si estende verso il centro strada per circa 2,5<br />

m e con uno spessore <strong>di</strong> circa 0,5 m. A corredo della struttura del ponte si<br />

dovrà realizzare un sistema <strong>di</strong> raccolta delle acque meteoriche provenienti<br />

dalla rampa del ponte. In particolare dovrà esser realizzata una griglia al<br />

piede e potenziare quella attualmente presente in corrispondenza delle<br />

proprietà private. Le acque raccolte verranno convogliate in una tubazione<br />

in cls del <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 1 m, <strong>di</strong> nuova realizzazione che, dopo essere state<br />

raccolte, dovranno essere convogliate nell’alveo della Bevera a valle del<br />

ponte. In corrispondenza <strong>di</strong> tale recapito, si dovrà realizzare un<br />

corazzamento locale della sponda. La geometria del fondo alveo dovrà<br />

essere risagomata sulla base della nuova luce <strong>di</strong>sponibile e rivestita con una<br />

scogliera in pietrame <strong>di</strong>sposta a coltello per resistere alle sollecitazioni<br />

60


della corrente. In sponda sinistra e destra, alle spalle della scogliera in<br />

corrispondenza delle <strong>di</strong>aframmature, si provvederà ad uno riempimento con<br />

terra. Gli interventi prevedono inoltre lo spostamento e ricollocazione <strong>di</strong><br />

tutti i sottoservizi presenti;<br />

- spostamento del collettore consortile in corrispondenza del canale<br />

scolmatore prima dell’attraversamento della S.P.49. Si dovrà procedere alla<br />

demolizione della tubazione esistente per una lunghezza <strong>di</strong> circa 30 m ed<br />

alla posa della nuova tubazione in gres ceramico per una lunghezza <strong>di</strong> circa<br />

170 m posizionandola sulla sponda destra del torrente Gandaloglio fino al<br />

ricongiungimento con la cameretta posta in prossimità del ponticello<br />

limitatore <strong>di</strong> portata. In corrispondenza dell’attraversamento del manufatto<br />

<strong>di</strong> sfioro, la tubazione del collettore consortile dovrà essere fatta passare<br />

all’interno della soglia sfiorante, annegata all’interno della trave <strong>di</strong> correa<br />

superiore. In tal caso la tubazione dovrà essere realizzata in ghisa<br />

sferoidale, per una lunghezza <strong>di</strong> circa 22 m. E’ previsto anche lo<br />

spostamento della condotta SNAM in attraversamento sia in<br />

corrispondenza del primo tratto del canale scolmatore a monte del<br />

manufatto scatolare, che a valle <strong>di</strong> esso in corrispondenza dell’area ad<br />

allagamento controllato. In tali casi si prevede la realizzazione <strong>di</strong> una<br />

struttura reticolare in ferro a scavalcare il canale scolmatore, fondata su due<br />

<strong>di</strong>aframmi realizzati opportunamente;<br />

- pulizia <strong>di</strong> alcune sezioni del torrente Bevera in corrispondenza della<br />

confluenza con il Torrente Gandaloglio per uno sviluppo <strong>di</strong> circa 50 m ed<br />

in corrispondenza del ponte <strong>di</strong> via A.Moro. E’ prevista inoltre la<br />

61


ealizzazione <strong>di</strong> piccoli pennelli per la deviazione della corrente verso le<br />

zone più pre<strong>di</strong>sposte al deposito del materiale;<br />

- formazione <strong>di</strong> rilevato arginale per uno sviluppo <strong>di</strong> circa 4000 m, con<br />

formazione <strong>di</strong> pista ciclabile in sommità; realizzazione <strong>di</strong> chiaviche <strong>di</strong><br />

regolazione in corrispondenza dei punti <strong>di</strong> recapito nei corpi idrici ricettori;<br />

- pulizia del reticolo <strong>di</strong> drenaggio superficiale all’interno dell’area ad<br />

allagamento controllato per uno sviluppo <strong>di</strong> circa 2700 m e del reticolo<br />

<strong>di</strong>retto al lago <strong>di</strong> Annone per una lunghezza <strong>di</strong> circa 1850 m;<br />

- risagomatura dell’alveo del Fosso del Pascolo all’interno dell’area ad<br />

allagamento controllato ed a valle della sezione <strong>di</strong> controllo fino alla<br />

confluenza con la Bevera; formazione <strong>di</strong> una briglia in legname per il<br />

superamento del <strong>di</strong>slivello <strong>di</strong> quote sul fondo del Fosso del Pascolo prima<br />

della confluenza con il canale scolmatore;<br />

- deviazione della S.P. 49 in corrispondenza della realizzazione del<br />

manufatto spingitubo, e per una lunghezza <strong>di</strong> circa 150 m;<br />

- posizionamento <strong>di</strong> n.4 aste idrometriche in corrispondenza dei ponti sulle<br />

S.P. 51 e 52, su via Roma e via Consolini.<br />

62


6. ASPETTI DI INSERIMENTO AMBIENTALE ED<br />

URBANISTICO<br />

Gli interventi <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a del reticolo idraulico costituito dalla Bevera e dal<br />

Gandaloglio nei Comuni <strong>di</strong> Molteno, <strong>Oggiono</strong>, Sirone ed Annone Brianza<br />

introducono prepotentemente tematiche <strong>di</strong> natura ambientale. Ogni volta che si<br />

interviene sul territorio me<strong>di</strong>ante opere <strong>di</strong> regimazione fluviale si paventa<br />

imme<strong>di</strong>atamente il rischio <strong>di</strong> vedere realizzati solo ed esclusivamente interventi<br />

<strong>di</strong> cementificazione e <strong>di</strong> rettificazione degli alvei. Le conseguenze <strong>di</strong> tali opere<br />

sono state portate alla luce dell’opinione pubblica proprio negli ultimi anni in<br />

<strong>di</strong>verse regioni italiane ed è proprio da questi eventi calamitosi che deriva lo<br />

spirito <strong>di</strong> risanamento ambientale che anima gli interventi finanziati dalla<br />

Regione Lombar<strong>di</strong>a.<br />

Ovunque si è palesata la necessità <strong>di</strong> restituire ai fiumi lo spazio che è stato<br />

loro tolto nel corso degli anni a causa dello sviluppo urbanistico o comunque <strong>di</strong><br />

dare sfogo alle crescenti portate <strong>di</strong> piena dovute all’aumento delle superfici<br />

impermeabili ed alla drastica riduzione dei tempi <strong>di</strong> corrivazione all’interno dei<br />

bacini idrografici.<br />

Le soluzioni avanzate nel presente progetto non alterano la natura degli alvei.<br />

Infatti, gli interventi previsti all’interno del corso d’acqua della Bevera si<br />

limitano ad adeguare due sezioni <strong>di</strong> ponti all’esistente geometria <strong>di</strong> monte e<br />

valle o all’asportazione dei se<strong>di</strong>menti progressivamente accumulatisi nel tempo<br />

e che ostruiscono il regolare deflusso della corrente.<br />

La parte preponderante degli interventi è finalizzata altresì a restituire ai fiumi<br />

lo spazio che progressivamente è stato loro tolto, ovvero offrire loro la<br />

63


possibilità <strong>di</strong> trovare sfogo alle portate <strong>di</strong> piena provenienti da bacini<br />

idrografici a monte sempre più impermeabilizzati.<br />

Pertanto la realizzazione dell’area ad allagamento controllato ha come<br />

obbiettivo quello <strong>di</strong> accogliere le portate <strong>di</strong> piena del Gandaloglio all’interno <strong>di</strong><br />

una zona delimitata e, pertanto controllabile, consentendone il deflusso in un<br />

alveo risagomato.<br />

La definizione <strong>di</strong> questa area avviene me<strong>di</strong>ante arginature in terra, ricoperte da<br />

vegetazione arborea ed in sommità della quale è ricavata una pista ciclabile che<br />

sicuramente consente <strong>di</strong> valorizzare una zona attualmente <strong>di</strong>fficilmente<br />

accessibile ed in parte inse<strong>di</strong>ata da vegetazione <strong>di</strong> tipo palustre. Il canale<br />

scolmatore del torrente Gandaloglio viene ricavato dall’adeguamento del<br />

canale <strong>di</strong> scolo che attualmente riceve le acque provenienti dal canale<br />

rettangolare ricavato a lato della S.P.49. I benefici <strong>di</strong> questa opera si riflettono<br />

anche in una risagomatura del fosso del Pascolo nel tratto compreso tra la<br />

connessione con il canale scolmatore fino al ponte <strong>di</strong> via In<strong>di</strong>pendenza e da<br />

questo punto fino alla confluenza con l’alveo della Bevera a valle del ponte<br />

ferroviario.<br />

L’attivazione <strong>di</strong> questo reticolo idrografico me<strong>di</strong>ante l’introduzione delle<br />

portate scolmate dal torrente Gandaloglio, contribuirà a mantenere attivo il<br />

deflusso all’interno della sezione, a tutto vantaggio della permanenza delle<br />

ideali con<strong>di</strong>zioni idrauliche. Inoltre la pulizia del reticolo che costeggia l’area<br />

ad allagamento controllato sul lato in cui sono posizionate le tre piccole<br />

chiaviche, consente l’attivazione degli antichi fossi <strong>di</strong> drenaggio <strong>di</strong>retti al<br />

torrente Pescone.<br />

64


Da un punto <strong>di</strong> vista visivo gli elementi più impattanti dell’area ad allagamento<br />

controllato possono essere costituiti dagli argini che si sviluppano per circa 2 m<br />

al <strong>di</strong> fuori del piano campagna. Tuttavia la loro realizzazione in terra ed il<br />

successivo rinver<strong>di</strong>mento ne mascherano in parte le <strong>di</strong>mensioni, che peraltro<br />

possono essere colte solo se ci si colloca oltre la linea ferroviaria, ovvero<br />

all’interno dell’area stessa.<br />

Da un punto <strong>di</strong> vista ambientale, l’opera che certamente determina un maggiore<br />

impatto visivo è il manufatto <strong>di</strong> sfioro unito al canale scolmatore. Esso<br />

rappresenta sicuramente un intervento <strong>di</strong> un certo rilievo ma si propone come<br />

un’opera coraggiosa che va a tutto vantaggio della sicurezza idraulica del<br />

centro abitato <strong>di</strong> Molteno. Del resto, l’esigenza <strong>di</strong> dare spazio alle portate <strong>di</strong><br />

piena che non sono contenute all’interno dell’alveo e soprattutto la volontà <strong>di</strong><br />

controllarle, impone la ricerca <strong>di</strong> quegli spazi che progressivamente sono stati<br />

sottratti al fiume, deviando all’occorrenza il corso d’acqua verso zone <strong>di</strong> scarso<br />

pregio urbanistico, ma <strong>di</strong> notevole utilità idraulica.<br />

Esso si propone come un allargamento dell’alveo del torrente per circa 20 m<br />

sul fondo del quale viene ricavata una soglia sfiorante che da accesso allo<br />

scivolo in pietrame che conduce al canale scolmatore e quin<strong>di</strong> al tombotto che<br />

sottopassa la S.P49 e la linea ferroviaria.<br />

Gli elementi strutturali che entrano a far parte dell’opera sono assorbiti<br />

all’interno <strong>di</strong> rivestimenti in pietrame pertanto, l’opera, pur nella sua<br />

grandezza, viene in parte mascherata da elementi naturali attorno ai quali potrà<br />

essere riproposta una vegetazione d’alto fusto <strong>di</strong> tipo autoctono. Un altro<br />

manufatto <strong>di</strong> un certo rilievo è rappresentato dalla sezione <strong>di</strong> controllo in uscita<br />

65


dall’area ad allagamento controllato. Essa, realizzata comunque con<br />

l’obbiettivo <strong>di</strong> minimizzare l’impatto ambientale valorizzando ove possibile il<br />

paesaggio locale, si colloca in un’area in cui è presente una vegetazione<br />

arbustiva <strong>di</strong> alto fusto in grado <strong>di</strong> mascherarne la presenza.<br />

Da ultimo, gli interventi <strong>di</strong> adeguamento del ponte <strong>di</strong> via Consolini (a carico<br />

dell’Amministrazione <strong>di</strong> Molteno) e <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> via Molino non comportano<br />

stravolgimenti del paesaggio, dal momento che l’intervento si propone <strong>di</strong><br />

effettuare un allargamento locale della sezione trasversale adeguandolo alla<br />

geometria dell’alveo a monte ed a valle.<br />

Occorre sottolineare infine, che il previsto allagamento dell’area <strong>di</strong><br />

esondazione controllata è da ricondurre ad eventi caratterizzati da un tempo <strong>di</strong><br />

ritorno elevato, mentre la fruibilità delle proprietà intercluse rimarrà intatta,<br />

seppur limitatamente ad attività <strong>di</strong> tipo agricolo.<br />

66


7. GESTIONE DELLE OPERE E DELLE EMERGENZE<br />

Il reticolo idrografico costituito dai torrenti Bevera e Gandaloglio è<br />

caratterizzato da gravi insufficienze idrauliche nel territorio del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong><br />

Molteno e nei Comuni circostanti. L’insufficienza si manifesta con frequenti e<br />

vaste esondazioni anche all’interno del territorio comunale, apportando gravi<br />

<strong>di</strong>sagi alla popolazione. La soluzione <strong>di</strong> questa problematica può essere<br />

affrontata solo attraverso interventi coraggiosi ma risolutivi. E’ <strong>di</strong>fficile<br />

accettare sul proprio territorio interventi che facciano fronte ad eventi meteorici<br />

e <strong>di</strong> piena che si possono manifestare me<strong>di</strong>amente con un orizzonte temporale<br />

<strong>di</strong> 50 anni. Difficile pensare <strong>di</strong> avere all’interno del proprio territorio opere <strong>di</strong><br />

grande impatto che potranno funzionare magari raramente. Gli interventi <strong>di</strong><br />

ripiego sono soltanto dei palliativi che non portano ad una ra<strong>di</strong>cale soluzione<br />

del problema.<br />

Le indagini condotte negli anni precedenti per l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> una<br />

soluzione ad una problematica così complessa e delicata avevano messo in luce<br />

la necessità <strong>di</strong> ricorrere alla realizzazione <strong>di</strong> invasi <strong>di</strong> laminazione a monte<br />

dell’abitato <strong>di</strong> Molteno in modo da ridurre la frequenza delle esondazioni<br />

semplicemente accumulando l’onda <strong>di</strong> piena in arrivo e rilasciandola secondo<br />

modalità compatibili con le caratteristiche idrauliche degli alvei <strong>di</strong> valle.<br />

La localizzazione e l’entità delle infrastrutture hanno creato negli anni passati<br />

notevoli <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> accettazione da parte delle Amministrazioni coinvolte,<br />

essendo rilevante l’occupazione <strong>di</strong> territorio da esse derivante. Purtroppo la<br />

capacità idraulica dei due torrenti è ormai al limite ed è aggravata dal fatto che<br />

67


essi confluiscono in un unico alveo non compatibile con la portata totale<br />

complessiva. Pertanto, preso atto della oggettiva <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> riprofilare,<br />

innalzare, allargare ed adeguare lunghi tratti <strong>di</strong> alveo ormai inseriti all’interno<br />

della realtà locale, occorre dare respiro ai due torrenti consentendo loro <strong>di</strong><br />

occupare alcune aree <strong>di</strong> possibile espansione. L’obbiettivo del presente<br />

progetto è stato quello <strong>di</strong> contenere, controllare e soprattutto gestire il più<br />

possibile le aree destinate a questa espansione.<br />

L’analisi della realtà e l’accoglimento delle richieste nonché dei suggerimenti<br />

delle varie Amministrazioni locali ha consentito <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare un’unica area in<br />

cui fosse possibile contenere le portate <strong>di</strong> piena, ovvero l’ampia pianura posta a<br />

valle della S.P. 49 e la linea ferroviaria Lecco-Molteno. Questa area <strong>di</strong><br />

allagamento controllato, unita alla realizzazione <strong>di</strong> un canale scolmatore <strong>di</strong>retto<br />

al Fosso del Pascolo, ha permesso <strong>di</strong> ridurre l’entità dell’onda <strong>di</strong> piena del<br />

torrente Gandaloglio inducendo effetti benefici, ma tuttavia non risolutivi,<br />

sull’alveo della Bevera a valle delle confluenza con il Gandaloglio.<br />

Se si escludono alcuni piccoli interventi <strong>di</strong> pulizia e risagomatura dell’alveo sul<br />

tratto della Bevera a valle del centro abitato <strong>di</strong> Molteno il grosso<br />

dell’intervento consiste nella regimazione <strong>di</strong> questo benefico polmone capace<br />

<strong>di</strong> accogliere il Gandaloglio in corrispondenza degli eventi più intensi, con<br />

tempo <strong>di</strong> ritorno cinquantennale. Il sistema idraulico in<strong>di</strong>viduato dal presente<br />

progetto rappresenta tuttavia un grado <strong>di</strong> soluzione che <strong>di</strong>pende dalla oculata<br />

gestione del territorio. E’ un sistema delicato che si fonda anche sulla capacità<br />

autolaminante della Bevera a monte del ponte sulla S.P.52. Tale manufatto<br />

rappresenta un vali<strong>di</strong>ssimo limitatore della portata defluente verso valle,<br />

68


iducendo il deflusso al centro abitato <strong>di</strong> Molteno a circa 25 m 3 /s. Se per il<br />

Gandaloglio è stato possibile trovare un’area per decapitare le onde <strong>di</strong> piena<br />

fino a 50 anni <strong>di</strong> tempo <strong>di</strong> ritorno, per la Bevera questo non è stato possibile e<br />

ci si affida ad un manufatto esistente.<br />

Esso induce rigurgiti della corrente verso monte determinando esondazioni<br />

nella vasta pianura compresa tra i Comuni <strong>di</strong> Broncio Inf., Castello <strong>di</strong> Brianza<br />

e Sirone. Il ponte sulla S.P.52 rappresenta un benefico effetto riduttore in<br />

assenza del quale, l’intero progetto darebbe benefici minori. Infatti, l’alveo<br />

della Bevera a valle <strong>di</strong> tale ponte e fino a quello sulla S.P.49, non sembra<br />

mostrare segni <strong>di</strong> insufficienza idraulica salvo <strong>di</strong>ventare drasticamente limitato<br />

all’interno del territorio Comunale <strong>di</strong> Molteno. E’ chiaro pertanto che, in<br />

assenza <strong>di</strong> ogni possibilità <strong>di</strong> dare il via alla progettazione <strong>di</strong> aree ad<br />

allagamento controllato sulla Bevera o <strong>di</strong> canali scolmatori verso il<br />

Gandaloglio, questo ponte va mantenuto. Il rischio è che il manufatto possa<br />

cedere sotto la pressione delle acque provocando un’onda <strong>di</strong> piena anomala a<br />

valle. Non è dato sapere quale sia lo stato <strong>di</strong> conservazione <strong>di</strong> tale manufatto.<br />

Risulta pertanto fondamentale una verifica della struttura che tuttavia anche in<br />

caso <strong>di</strong> rifacimento mantenga l’attuale sezione idraulica a meno <strong>di</strong> accettare<br />

l’ipotesi <strong>di</strong> reperire aree ad allagamento controllato sulla Bevera prima del suo<br />

ingresso nel <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Molteno o <strong>di</strong> realizzare uno scolmatore al Gandaloglio.<br />

Allo stato attuale, e con gli interventi previsti in progetto, è possibile mettere in<br />

sicurezza il centro abitato per tempi <strong>di</strong> ritorno ventennali in modo molto<br />

agevole e con buoni margini operativi, ma a franco ridotto in alcune sezioni per<br />

tempi <strong>di</strong> ritorno cinquantennali.<br />

69


Una considerazione deve essere fatta per quanto riguarda il tratto <strong>di</strong> Bevera a<br />

valle del centro abitato <strong>di</strong> Molteno. L’alveo è decisamente insufficiente per<br />

tempi <strong>di</strong> ritorno anche minori <strong>di</strong> 20 anni. Non è possibile ridurre<br />

significativamente la frequenza delle esondazioni anche ripensando, come è<br />

stato fatto, la geometria dei ponti <strong>di</strong> via Molino e <strong>di</strong> via Consolini. Il loro<br />

adeguamento idraulico, impe<strong>di</strong>sce che essi possano essere caratterizzati da un<br />

funzionamento in pressione e, pertanto, non accentua i fenomeni <strong>di</strong> rigurgito<br />

verso monte, ma questo non è sicuramente sufficiente a garantire che alcune<br />

delle zone che attualmente sono a rischio <strong>di</strong> esondazione non continuino più ad<br />

essere insi<strong>di</strong>ate in futuro dalle acque. Allegata alla relazione generale è<br />

riportata la perimetrazione 267/98 a seguito degli interventi in progetto.<br />

Pertanto, le soluzioni progettuali adottate consentono <strong>di</strong> contenere i fenomeni<br />

<strong>di</strong> piena solo ed esclusivamente agendo sul torrente Gandaloglio, e lasciando<br />

che la Bevera si prenda tutto lo spazio che le serva per laminare le proprie<br />

portate a monte del ponte sulla S.P. 52. Non esistono altre possibili alternative<br />

allo stato attuale se non quelle, già peraltro richiamate, <strong>di</strong> effettuare scelte<br />

coraggiose che prevedano l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> aree ad allagamento controllato<br />

anche sulla Bevera.<br />

Un’ultima doverosa considerazione deve essere fatta in merito agli allagamenti<br />

non prodotti <strong>di</strong>rettamente dal Gandaloglio e dalla Bevera. La vasta area nella<br />

quale è previsto il contenimento delle portate del Gandaloglio era<br />

originariamente una zona paludosa e questo trova testimonianza nella fitta rete<br />

<strong>di</strong> drenaggio attualmente esistente. Se una parte <strong>di</strong> questi allagamenti deriva<br />

<strong>di</strong>rettamente dalle insufficienze dei torrenti principali, la restante parte è legata<br />

70


alle incurie nella manutenzione del reticolo <strong>di</strong> drenaggio nel corso degli ultimi<br />

decenni, ed al contestuale accrescimento delle portate scaricate a seguito delle<br />

espansioni degli inse<strong>di</strong>amenti residenziali e produttivi. Pertanto, ferma restando<br />

la prevista pulizia del reticolo principale sulla base della <strong>di</strong>sponibilità<br />

economica, è doveroso sottolineare come alcuni degli allagamenti suddetti non<br />

<strong>di</strong>pendano dalle problematiche <strong>di</strong> natura idraulica della Bevera e del<br />

Gandaloglio.<br />

Come evidenziato in relazione idraulica le opere in progetto consentono <strong>di</strong><br />

ridurre significativamente i rischi <strong>di</strong> esondazione in buona parte delle zone<br />

in<strong>di</strong>viduate nello stu<strong>di</strong>o del settembre 1999, pur non garantendo franchi <strong>di</strong><br />

sicurezza assoluti.<br />

Per tale motivo in progetto si è prevista anche l’installazione <strong>di</strong> quattro sezioni<br />

<strong>di</strong> misura e allerta (al ponte sulla S.P. 52; al ponte <strong>di</strong> via Roma ed al ponte <strong>di</strong><br />

via Consolini sul torrente Bevera; al ponte sulla S.P. 51 sul torrente<br />

Gandaloglio) dotate <strong>di</strong> asta idrometrica.<br />

La sezione sulla Bevera al ponte della S.P. 52, tarata con soglia <strong>di</strong> allarme per<br />

livello <strong>di</strong> 50 cm inferiore all’intradosso del ponte, serve ad attivare la<br />

procedura <strong>di</strong> allerta per il successivo ponte <strong>di</strong> via Roma che risulta il nodo <strong>di</strong><br />

prima criticità dell’alveo. In caso <strong>di</strong> raggiungimento del livello <strong>di</strong> 30 cm al <strong>di</strong><br />

sotto dell’intradosso del ponte <strong>di</strong> via Roma, si rivela l’opportunità <strong>di</strong> procedere<br />

ad una riduzione delle portate in uscita da Gandaloglio e Fosso del Pascolo al<br />

fine <strong>di</strong> contenere l’effetto <strong>di</strong> rigurgito da valle e <strong>di</strong> innalzamento dei livelli nel<br />

tratto urbano. Nel caso pertanto <strong>di</strong> raggiungimento del livello <strong>di</strong> 30 cm sotto<br />

l’intradosso <strong>di</strong> via Roma e portata della Bevera in crescita (aumento livelli al<br />

71


ponte della S.P. 52) è opportuno prevedere la chiusura dei manufatti <strong>di</strong><br />

regolazione sul torrente Gandaloglio con <strong>di</strong>versione totale dello stesso nella<br />

zona ad allagamento controllato. In caso <strong>di</strong> ulteriore crescita dei livelli in via<br />

Roma può essere richiesta anche la progressiva parzializzazione della luce <strong>di</strong><br />

fondo della sezione <strong>di</strong> regolazione sul Fosso del Pascolo.<br />

Analoga azione deve essere condotta per il raggiungimento del livello –30 cm<br />

per il ponte <strong>di</strong> via Consolini.<br />

Al <strong>di</strong>scendere dei livelli sotto quota –70 cm risulta possibile procedere alla<br />

riapertura delle uscite con la medesima sequenza <strong>di</strong> chiusura (Gandaloglio e<br />

poi Fosso del Pascolo).<br />

In fase <strong>di</strong> esecuzione e sulla base delle prime esperienze tali procedure <strong>di</strong><br />

manovra saranno ulteriormente affinate al fine <strong>di</strong> fornire alle Amministrazioni<br />

Comunali competenti un agile strumento <strong>di</strong> intervento in caso <strong>di</strong> eventi<br />

alluvionali intensi.<br />

In futuro le stesse sezioni <strong>di</strong> misura potranno essere automatizzate con<br />

trasmissione in continuo dei dati me<strong>di</strong>ante posa <strong>di</strong> lettori <strong>di</strong> livello ad<br />

ultrasuoni e ponte ra<strong>di</strong>o alla sede municipale. Durante il corso dei lavori sarà<br />

inoltre verificata e tarata la scala delle portate <strong>di</strong> ciascuna delle sezioni citate.<br />

72


8. AGGIORNAMENTO DICEMBRE 2002<br />

Il presente paragrafo illustra le mo<strong>di</strong>fiche introdotte al progetto del novembre<br />

2001. La vecchia versione progettuale prevedeva, come si evince dai<br />

precedenti paragrafi, la definizione <strong>di</strong> un’area ad allagamento controllato che<br />

contenesse le acque sfiorate del torrente Gandaloglio e del fosso del Pascolo,<br />

con l’obbiettivo <strong>di</strong> sgravare il centro abitato <strong>di</strong> Molteno dagli eventi <strong>di</strong> piena<br />

contemporanei della Bevera e del Gandaloglio.<br />

La necessità <strong>di</strong> delimitare questa area <strong>di</strong> allagamento con un piccolo arginello<br />

deriva dalla necessità <strong>di</strong> perimetrare in modo chiaro le aree, che in futuro, a<br />

monte del centro abitato <strong>di</strong> Molteno, potessero eventualmente essere<br />

interessare da esondazioni con livelli idrici che, nelle zone più depresse, ma<br />

anche meno pregiate perché paludose, raggiungessero al più 1,5 m <strong>di</strong> altezza.<br />

Nell’ideazione <strong>di</strong> questa opera si era ipotizzato <strong>di</strong> procedere all’esproprio delle<br />

sole aree interessate da manufatti puntuali quali la sezione <strong>di</strong> controllo, il<br />

manufatto scatolare ed il fosso risagomato ed al pagamento della servitù per le<br />

zone interessate dall’arginello.<br />

Non era stato volutamente previsto alcun indennizzo per le particelle<br />

all’interno dell’area ad allagamento controllato.<br />

La scelta <strong>di</strong> operare in questo modo deriva dalla natura dei luoghi già oggi<br />

soggetti ad esondazione dal modesto grado <strong>di</strong> vincolo indotto (allagamenti<br />

poco frequenti che non inficiano la possibilità <strong>di</strong> coltivazione delle aree) e da<br />

precedenti in tal senso nel bacino della Bevera medesima (cassa d’espansione<br />

<strong>di</strong> Boggero).<br />

73


Il progetto nel suo complesso si presentava come un piccolo sistema che se ben<br />

regolato, poteva nelle con<strong>di</strong>zioni più gravose, annullare completamente<br />

l’afflusso del Gandaloglio in Molteno, il suo parziale accumulo all’interno<br />

dell’area <strong>di</strong> allagamento controllata e la restituzione in parte alla Bevera,<br />

me<strong>di</strong>ante il fosso e Pascoli, ed in minima parte al lago <strong>di</strong> Annone me<strong>di</strong>ante il<br />

reticolo <strong>di</strong> drenaggio esistente ed opportunamente ripulito.<br />

L’impossibilità <strong>di</strong> superare il problema dei mancati indennizzi all’interno<br />

dell’area così definita, me<strong>di</strong>ante un’opportuna convenzione che risarcisse i<br />

mancati raccolti nel corso <strong>di</strong> un evento <strong>di</strong> piena particolarmente sfavorevole ha<br />

condotto alla mo<strong>di</strong>fica degli elaborati progettuali.<br />

In particolare i Comuni interessati dalle opere, nella convinzione che la<br />

realizzazione del solo canale scolmatore e la pulizia del reticolo <strong>di</strong> drenaggio<br />

potessero essere sufficienti alla risoluzione del problema degli allagamenti<br />

hanno avanzata la richiesta <strong>di</strong> togliere l’argine in progetto che delimitava l’area<br />

ad allagamento controllato.<br />

Si fa notare che, avendo il fosso del Pascolo una sezione inferiore a quella del<br />

canale scolmatore, ed avendo i fossi <strong>di</strong> drenaggio <strong>di</strong>mensioni piccole, si potrà<br />

verificare la possibilità che alcuni terreni appartenenti all’area in oggetto si<br />

allagheranno in modo incontrollato e con frequenza tanto maggiore quanto più<br />

grande sarà il tempo <strong>di</strong> ritorno degli eventi <strong>di</strong> piena che si verificheranno.<br />

Di fronte a questo scenario, i Comuni si sono <strong>di</strong>chiarati <strong>di</strong>sposti a risarcire,<br />

me<strong>di</strong>ante opportuna convenzione, i proprietari eventualmente interessati.<br />

Questo era proprio lo scenario che ci si prefiggeva in sede progettuale, con la<br />

sola <strong>di</strong>fferenza che, allo stato attuale si potranno allagare zone anche al <strong>di</strong> fuori<br />

74


della precedente delimitazione. Gli eventi alluvionali del passato novembre ne<br />

sono una testimonianza.<br />

Dopo questa doverosa premessa, si procederà a descrivere le mo<strong>di</strong>fiche<br />

introdotte. La mancata realizzazione dell’arginello e della pista ciclabile in<br />

sommità ha liberato numerose risorse economiche. Questa opportunità ha<br />

permesso <strong>di</strong> procedere alla progettazione del ponte <strong>di</strong> via Consolini che nella<br />

precedente versione del progetto era stato accantonato a favore <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> via<br />

Molino.<br />

Il ponte <strong>di</strong> via Consolini verrà adeguato sia nella sua sezione trasversale,<br />

portandolo ad una luce netta <strong>di</strong> 12 m, sia in quota. Infatti il piano stradale<br />

subirà un innalzamento <strong>di</strong> circa 80 cm fino a quota 294 m s.m.<br />

L’adeguamento del ponte sarà accompagnato da una conseguente mo<strong>di</strong>fica<br />

dell’alveo del torrente nella zona imme<strong>di</strong>atamente a monte ed a valle, dove si<br />

procederà anche al rivestimento delle sponde me<strong>di</strong>ante scogliere in massi.<br />

Poco più a monte, dove la Bevera compie una curva <strong>di</strong> circa 90°, si procederà<br />

all’apertura dell’ansa me<strong>di</strong>ante l’abbassamento del piano campagna <strong>di</strong> circa 1<br />

m. Questo accorgimento consentirà al fiume, in corso <strong>di</strong> piena, <strong>di</strong> tagliare la<br />

curva così decisa, assumendo una <strong>di</strong>rezione più rettilinea e quin<strong>di</strong> più consona<br />

al deflusso.<br />

L’adeguamento in quota della struttura del ponte ha imposto la mo<strong>di</strong>fica della<br />

viabilità <strong>di</strong>rettamente interferita ovvero con il ripristino <strong>di</strong> via Consolini ma<br />

anche dell’accesso all’abitazione posta nelle imme<strong>di</strong>ate vicinanze.<br />

In particolare, con riferimento agli eventi alluvionale più recenti, si è<br />

controllato come la Bevera, esondando, sia in grado <strong>di</strong> aggirare completamente<br />

75


l’abitazione allagandone i terreni. Al fine <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re che questo avvenga <strong>di</strong><br />

nuovo, si è progettato un piccolo arginello <strong>di</strong> soli 60 cm <strong>di</strong> altezza con<br />

larghezza alla base <strong>di</strong> 2 m ed in sommità <strong>di</strong> 1 m, al fine <strong>di</strong> proteggere<br />

completamente l’abitazione. Inoltre, la necessità <strong>di</strong> rivedere la quota stradale<br />

lungo via Consolini ha reso necessario l’innalzamento del muretto <strong>di</strong><br />

recinzione che si affaccia lungo la via, con un contestuale riposizionamento<br />

dell’intera recinzione che si affaccia sulla vie e sul lato <strong>di</strong> ingresso.<br />

Nell’ambito del presente progetto si è optato per non sacrificare completamente<br />

l’idea dell’area ad allagamento controllato. Sulla base <strong>di</strong> questo spirito non è<br />

stata eliminata completamente la sezione <strong>di</strong> controllo salvo la sola parte che<br />

costituiva la regolazione della portata uscente.<br />

Il completamento <strong>di</strong> tale manufatto potrà tuttavia avvenire in futuro in quanto<br />

la struttura principale dell’opera risulterebbe inadatta.<br />

In aggiunta al rifacimento del ponte <strong>di</strong> via Cosolini si è provveduto ad<br />

ipotizzare la sistemazione <strong>di</strong> alcuni tratti <strong>di</strong> sponda della Bevera nel tratto<br />

compreso tra il ponte <strong>di</strong> via A.Moro e quello <strong>di</strong> via Consolini. I recenti eventi<br />

<strong>di</strong> piena hanno infatti indotto alcuni fenomeni <strong>di</strong> instabilizzazione delle sponde<br />

che è opportuno risanare il prima possibile.<br />

In fase <strong>di</strong> conferenza <strong>di</strong> servizi i Comuni interessati dal progetto hanno<br />

richiesto lo stralcio del progettato canale scolmatore Bevera-Gandaloglio che<br />

aveva funzione <strong>di</strong> deviare parte della portata dal torrente Bevera a monte<br />

dell’abitato nel torrente Gandaloglio secondo lo schema riportato nella tavola<br />

allegata alla versione <strong>di</strong>cembre 2002 della presente relazione. Tale stralcio<br />

76


comporta la riduzione delle possibilità <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a del centro <strong>di</strong> Molteno e<br />

l’insufficienza dei ponti esistenti per gli eventi limite <strong>di</strong> progetto.<br />

77


9. AGGIORNAMENTO NOVEMBRE 2003<br />

Il presente paragrafo illustra le mo<strong>di</strong>fiche introdotte al progetto del <strong>di</strong>cembre<br />

2002. Come descritto in precedenza il progetto prevedeva il rifacimento del<br />

ponte <strong>di</strong> via Molino in <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Molteno.<br />

L’ostruzione burocratica prodotta dalla Sovrintendenza ai Beni Architettonici<br />

ha <strong>di</strong> fatto congelato per un anno l’iter progettuale in attesa <strong>di</strong> parere<br />

favorevole degli uffici centrali <strong>di</strong> Roma per l’abbattimento del manufatto <strong>di</strong> via<br />

Molino.<br />

A fronte della riunione <strong>di</strong> commissione dell’aprile 2003 è pervenuto a<br />

settembre 2003 (5 mesi dopo), una richiesta <strong>di</strong> integrazione fotografica su<br />

stampa (non è previsto l’uso del formato <strong>di</strong>gitale) e la trasmissione <strong>di</strong> relazione<br />

idraulica. A fronte <strong>di</strong> tali tempi e della totale mancanza <strong>di</strong> collaborazione nella<br />

risoluzione <strong>di</strong> problematiche connesse ad aspetti <strong>di</strong> protezione civile (nel<br />

novembre 2002 il manufatto in oggetto ha contribuito ai pesanti allagamenti),<br />

le Amministrazioni Comunali coinvolte in accordo con la Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />

hanno richiesto lo stralcio del ponte dal progetto.<br />

Tale stralcio se da un lato consente l’avvio della procedura <strong>di</strong> realizzazione<br />

delle restanti opere, dall’altro determina una ulteriore riduzione <strong>di</strong> efficacia<br />

dell’intervento nel suo complesso, demandando a lotti futuri la risoluzione<br />

delle problematiche <strong>di</strong> allagamento in<strong>di</strong>viduate nel <strong>di</strong>cembre 2001.<br />

La presente versione progettuale pertanto è pari a quella del <strong>di</strong>cembre 2002 con<br />

la eliminazione del rifacimento del ponte <strong>di</strong> via Molino.<br />

78


A seguito dei ritar<strong>di</strong> citati si è dovuta operare una lieve revisione <strong>di</strong> alcuni<br />

prezzi (<strong>di</strong>aframmi. c.a., sottopasso F.S.) sulla base del prezziario regionale<br />

2003 con assorbimento del risparmio per lo stralcio del ponte <strong>di</strong> via Molino.<br />

Per quanto riassunto si ritiene <strong>di</strong> dover segnalare la necessità <strong>di</strong> reperimento <strong>di</strong><br />

fon<strong>di</strong> per il completamento delle opere in<strong>di</strong>cate nelle <strong>di</strong>verse versioni del<br />

presente progetto, al fine <strong>di</strong> garantire la riduzione complessiva del rischio<br />

idraulico con orizzonte cinquantennale.<br />

Si segnala da ultimo che i previsti spostamenti dei gasdotti SNAM saranno<br />

eseguiti <strong>di</strong>rettamente dalla medesima società come richiesto in Conferenza dei<br />

Servizi e come preventivato con lettera trasmessa alla Regione Lombar<strong>di</strong>a. Tali<br />

oneri sono compresi nelle somme a <strong>di</strong>sposizione del progetto.<br />

79


10. AGGIORNAMENTO FEBBRAIO 2007<br />

L’aggiornamento febbraio 2007 ha comportato unicamente l’adeguamento al<br />

nuovo D.Lgvo 12.04.2006 n:163 ( “Co<strong>di</strong>ce dei contratti pubblici relativi a<br />

lavori, servizi e forniture in attuazione delle <strong>di</strong>rettive 2004/17/CE e<br />

2004/18/CE” ) e la rimodulazione del quadro economico del progetto al fine <strong>di</strong><br />

contemplare gli oneri per la procedura <strong>di</strong> validazione del progetto.<br />

80


11. AGGIORNAMENTO GIUGNO 2009<br />

L’aggiornamento, giugno 2009, ha comportato un nuovo adeguamento al<br />

D.Lgvo 12.04.2006 n:163 ( “Co<strong>di</strong>ce dei contratti pubblici relativi a lavori,<br />

servizi e forniture in attuazione delle <strong>di</strong>rettive 2004/17/CE e 2004/18/CE” ), il<br />

coor<strong>di</strong>namento con gli Enti gestore dei sottoservizi, in particolare SNAM e<br />

Ferrovie dello Stato, per le interferenze ed i costi ad esse connessi, la<br />

rimodulazione del quadro economico del progetto al fine <strong>di</strong> contemplare gli<br />

oneri per la procedura <strong>di</strong> validazione del progetto.<br />

Sono inoltre stati inseriti nelle planimetrie <strong>di</strong> progetto i tracciati certi <strong>di</strong> alcuni<br />

sottoservizi, in particolare il metanodotto SNAM nei pressi del sottopasso della<br />

linea ferroviaria.<br />

81


12. AGGIORNAMENTO LUGLIO 2010<br />

L’aggiornamento, luglio 2010, deriva dal termine del processo <strong>di</strong> validazione a<br />

seguito del quale il RUP ha richiesto l’aggiornamento dei prezzi a valori<br />

correnti. A seguito della richiesta, nel corso della riunione convocata presso il<br />

<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Oggiono</strong> e nonostante il parere <strong>di</strong> congruità dei prezzi espresso dai<br />

progettisti, si è quin<strong>di</strong> dato mandato ai sottoscritti progettisti <strong>di</strong> aggiornare<br />

l’intero progetto con prezzi correnti.<br />

L’aggiornamento dei prezzi comporta la revisione dell’intero quadro<br />

economico come riportato nel successivo capitolo 13.<br />

E’ inoltre stata inserita nelle planimetrie <strong>di</strong> progetto una rettificata <strong>di</strong> tracciato<br />

<strong>di</strong> un fosso in <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Annone come segnalato dal <strong>Comune</strong> stesso nella<br />

citata riunione.<br />

Il progetto viene quin<strong>di</strong> riproposto con i medesimi contenuti tecnici e<br />

l’aggiornamento del quadro economico.<br />

82


13. AGGIORNAMENTO OTTOBRE 2010<br />

L’aggiornamento, ottobre 2010, deriva dal termine del processo <strong>di</strong> validazione<br />

condotto dal RUP con la struttura interna per cui si è evidenziato come non<br />

fossero acquisiti i terreni oggetto delle opere.<br />

A seguito della riunione in data 7 ottobre 2010 presso il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Oggiono</strong> è<br />

stato deciso <strong>di</strong> riavviare l’intero proce<strong>di</strong>mento con l’approvazione del progetto<br />

preliminare.<br />

Il riavvio del proce<strong>di</strong>mento e l’assenza <strong>di</strong> accor<strong>di</strong> bonari sulla cessione dei<br />

terreni oggetto dei lavori comportano il riconteggio degli oneri d’esproprio.<br />

Nella riunione si sono quin<strong>di</strong> definite le procedure per la stesura del paino<br />

particellare sulla base degli impegni dei singoli Comuni all’acquisizione delle<br />

aree.<br />

L’aggiornamento del piano particellare, e <strong>di</strong> altre somme a <strong>di</strong>sposizione,<br />

comporta la revisione dell’intero quadro economico come riportato nel<br />

successivo capitolo 14.<br />

Il progetto viene quin<strong>di</strong> riproposto con i medesimi contenuti tecnici e<br />

l’aggiornamento del quadro economico.<br />

83


14. AGGIORNAMENTO DICEMBRE 2010<br />

L’aggiornamento, <strong>di</strong>cembre 2010, deriva dalla necessità <strong>di</strong> adeguamento <strong>di</strong><br />

alcuni atti per la pre<strong>di</strong>sposizione della variante al PRG del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Oggiono</strong>.<br />

Il progetto viene quin<strong>di</strong> riproposto con i medesimi contenuti tecnici e<br />

l’aggiornamento degli atti per l’istruzione della pratica <strong>di</strong> variante del PRG.<br />

84


15. AGGIORNAMENTO AGOSTO 2011<br />

L’aggiornamento, agosto 2011, deriva dalla necessità <strong>di</strong> consegna del progetto<br />

definitivo per le approvazioni del caso (a seguito dell’annullamento dell’iter<br />

precedente già giunto alla fase esecutiva).<br />

L’aggiornamento segue le in<strong>di</strong>cazioni contenute nella lettera protocollo<br />

Z1.2011.002003 del 21/07/2011 della Regione Lombar<strong>di</strong>a a riassunto <strong>di</strong> quanto<br />

contenuto nelle precedenti comunicazioni in merito all’aggiornamento del<br />

piano particellare. Le risorse per l’aggiornamento del quadro economico sono<br />

reperite nelle voci “lavori in economia non compresi in appalto” e “imprevisti”.<br />

Il progetto viene quin<strong>di</strong> riproposto con i medesimi contenuti tecnici e<br />

l’aggiornamento degli oneri <strong>di</strong> piano particellare.<br />

85


16. AGGIORNAMENTO SETTEMBRE 2011<br />

L’aggiornamento, settembre 2011, deriva richiesta <strong>di</strong> aggiornamento del piano<br />

particellare per la porzione servitù temporanee e per variazioni nelle visure<br />

catastali il cui onere <strong>di</strong> accertamento è comunque in carico alla stazione<br />

appaltante che in<strong>di</strong>vidua con i propri strumenti i reali proprietari dei beni.<br />

L’aggiornamento segue le in<strong>di</strong>cazioni contenute nella mail del 26 agosto0 2011<br />

della Regione Lombar<strong>di</strong>a a riassunto <strong>di</strong> quanto contenuto nelle precedenti<br />

comunicazioni. Le risorse per l’aggiornamento del quadro economico sono<br />

reperite nelle voci “lavori in economia non compresi in appalto” e “imprevisti”.<br />

Il progetto viene quin<strong>di</strong> riproposto con i medesimi contenuti tecnici e<br />

l’aggiornamento delle somme a <strong>di</strong>sposizione. Si evidenzia come il quadro<br />

economico sia <strong>di</strong> competenza del RUP che può/deve procedere ad<br />

aggiornamenti dello stesso con proprie determinazioni.<br />

86


17. PREVENTIVO DELLA SPESA<br />

Come riportato nell’allegato computo metrico e preventivo della spesa, il<br />

quadro economico del progetto risulta il seguente:<br />

- importo delle opere euro 1.410.000,00<br />

- oneri per sicurezza euro 40.000,00<br />

Somme a <strong>di</strong>sposizione:<br />

Totale opere euro 1.450.000,00<br />

- IVA 20% sulle opere euro 290.000,00<br />

- Spese tecniche per progetto e D.L. euro 140.000,00<br />

- Spese tecniche per sicurezza euro 50.000,00<br />

- 4% INARCASSA su spese tecniche euro 7.600,00<br />

- IVA su spese tecniche e INARCASSA euro 39.520,00<br />

- Oneri gestione spostamento sottoservizi euro 318.842,77<br />

- Oneri REGIONALI (0,15%) euro 2.175,00<br />

- Accantonamento art. 92 D.Lgs. 12 aprile<br />

2006 n. 163 euro 29.000,00<br />

- Espropri indennizzi e servitù euro 149.266,03<br />

- Lavori in economia non compresi in appalto<br />

(compresa IVA 20%) euro 25.826,20<br />

- Imprevisti (compresa IVA 20%) euro 21.300,00<br />

- Collau<strong>di</strong> euro 10.000,00<br />

- Verifica del progetto a base d’appalto euro 8.700,00<br />

- Spese d’appalto euro 7.140,00<br />

87


Totale somme a <strong>di</strong>sposizione euro 1.099.370,00<br />

Totale generale euro 2.549.370,00<br />

88


18. ATTI DEL PROGETTO<br />

Il presente progetto definitivo risulta costituito dai seguenti atti:<br />

A.01.01 - Relazione generale<br />

A.01.02 Planimetria 1:10.000 aree a rischio idraulico prima degli<br />

interventi<br />

A.01.03 Planimetria 1:10.000 aree a rischio idraulico dopo gli interventi<br />

A.02.00 - Relazione idrologica<br />

A.03.00 - Relazione idraulica<br />

A.04.00 - Relazione geologica-geotecnica<br />

A.05.00 - Relazione paesaggistica<br />

A.06.00 - Relazione strutturale<br />

A.07.00 - Piano Particellare<br />

B.01.00 - Computo metrico estimativo e preventivo della spesa<br />

B.02.00 - Elenco prezzi<br />

B.03.00 – Disciplinare tecnico degli elementi prestazionali<br />

B.04.01 – Prime in<strong>di</strong>cazioni in materia <strong>di</strong> sicurezza<br />

B.04.02 - Costi della sicurezza<br />

B.05.00 - Cronoprogramma<br />

C.01.00 - Corografia scala 1:10.000<br />

C.02.01.1 - Planimetria scala 1:2000 opere in progetto – Foglio 1<br />

C.02.01.2 - Planimetria scala 1:2000 opere in progetto – Foglio 2<br />

C.03.01 - Planimetria scala 1:500 opere in progetto nell’area a valle della<br />

linea ferroviaria F.S. Lecco-Albate Comasco – Foglio 1<br />

C.03.02 - Planimetria scala 1:500 opere in progetto nell’area a valle della<br />

linea ferroviaria F.S. Lecco-Albate Comasco – Foglio 2<br />

C.03.03 - Planimetria scala 1:500 opere in progetto nell’area a valle della<br />

linea ferroviaria F.S. Lecco-Albate Comasco – Foglio 3<br />

C.04.00 - Profilo T. Gangaloglio-Fosso dei Pascoli-T. Bevera<br />

C.05.00 - Opera <strong>di</strong> regolazione T.Gandaloglio – Pianta, sezioni,<br />

particolari costruttivi e c.a.<br />

C. 06.01 - Canale scolmatore T. Gandaloglio–Fosso dei Pascoli - Sezioni<br />

tipo<br />

C.06.02 - Canale scolmatore T. Gandaloglio–Fosso dei Pascoli -<br />

Confluenza tombotto acque drenaggio a valle sottopasso FS<br />

89


Milano, settembre 2011<br />

C. 06.03 - Canale scolmatore T. Gandaloglio–Fosso dei Pascoli -<br />

Confluenza con Fosso dei Pascoli<br />

C .06.04 - Attraversamento sede FS della linea Lecco-Albate alla<br />

progressiva P.L. 12+615 e della S.P. 49 con manufatto<br />

spingitubo<br />

C.06.05 - Canale scolmatore T. Gandaloglio–Fosso dei Pascoli -<br />

Deviazione fognatura esistente<br />

C.06.06 - Paratoie <strong>di</strong> sconnessione T.Gandaloglio-Canale Scolmatore<br />

C.07.00 - Sezioni tipo per la risagomatura, la confluenza e pulizia dei<br />

canali <strong>di</strong> drenaggio.<br />

C.08.01 - Pre<strong>di</strong>sposizione per sezione <strong>di</strong> controllo Fosso dei Pascoli –<br />

Pianta scala 1:50<br />

C.08.02 - Pre<strong>di</strong>sposizione per sezione <strong>di</strong> controllo Fosso dei Pascoli –<br />

Sezioni, carpenteria e c.a.<br />

C.09.00 - Risagomatura alveo Fosso dei Pascoli<br />

C.10.00 - Risagomatura alveo T. Bevera a valle della confluenza Fosso<br />

dei Pascoli<br />

C.11.00 - Rifacimento ponte <strong>di</strong> via Consolini<br />

I PROGETTISTI<br />

Prof. Ing. Alessandro Paoletti<br />

Dott. Ing. Giovanni Battista Peduzzi<br />

90


ALLEGATO 1<br />

DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA<br />

da 2002


Foto 1: Area <strong>di</strong> futura realizzazione del canale scolmatore.<br />

Foto 2: S.P.49 a monte dell’attraversamento della linea ferroviaria.<br />

Foto 3: Tratto iniziale del futuro canale scolmatore..


Foto 4: Ponte sulla S.P. 52.<br />

Foto 5: Alveo della Bevera a valle della SP.52. e prima della S.P. 49<br />

Foto 6: Tombotto <strong>di</strong> via Roma: tratto terminale..


Foto 7: Bevera nel centro abitato <strong>di</strong> Molteno.<br />

Foto 8: Bevera nel centro abitato <strong>di</strong> Molteno.<br />

Foto 9: Bevera nel centro abitato <strong>di</strong> Molteno.


Foto 10: Confluenza tra Bevera e Gandaloglio.<br />

Foto 11: Parte terminale del tratto tombato della Bevera.<br />

Foto 12: Parte terminale del tratto tombato del Gandaloglio.


Foto 11: Alveo della Bevera a valle della confluenza con il Gandaloglio.<br />

Foto 12: Nuovo ponte a valle della confluenza con il Gandaloglio<br />

Foto 13: Se<strong>di</strong>menti al <strong>di</strong> sotto del nuovo ponte ferroviario.


Foto 14: Se<strong>di</strong>menti al <strong>di</strong> sotto del nuovo ponte ferroviario.<br />

Foto 14: Se<strong>di</strong>menti a valle del nuovo ponte ferroviario sulla Bevera.<br />

Foto 15: Se<strong>di</strong>menti a valle del nuovo ponte ferroviario sulla Bevera.


Foto 16: Ponte <strong>di</strong> Via Consolini.<br />

Foto 17: Via Consolini.<br />

Foto 18: Alveo della Bevera a valle del ponte <strong>di</strong> via Consolini.


Foto 19: Alveo della Bevera a valle del ponte <strong>di</strong> via Consolini<br />

Foto 20: Alveo della Bevera a valle del ponte <strong>di</strong> via Consolini<br />

Foto 21: Alveo della Bevera a valle del ponte ferroviario ed a monte del ponte <strong>di</strong> via Molino.


Foto 22: Alveo della Bevera a valle del ponte ferroviario ed a monte del ponte <strong>di</strong> via Molino.<br />

Foto 23: Alveo della Bevera a valle del ponte ferroviario ed a monte del ponte <strong>di</strong> via Molino.<br />

Foto 24: Alveo della Bevera a valle del ponte ferroviario ed a monte del ponte <strong>di</strong> via Molino.


Foto 25: Alveo della Bevera a valle del ponte ferroviario ed a monte del ponte <strong>di</strong> via Molino.<br />

Foto 26: Ponte <strong>di</strong> via Molino.

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