“Ul Feron de Ugion” - Comune di Oggiono

Comune di Oggiono Pro Loco di Oggiono
Parco Monte Barro
“Ul Feron de Ugion”
...detto di S. Andrea
Oggiono, 28 - 29 - 30 - 31 Ottobre 2011

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Fiera di Sant’Andrea 2011
Pro Loco di Oggiono
Comitato organizzatore Fiera S. Andrea
Consiglio della Pro Loco di Oggiono
Presidente avv. Arveno Fumagalli
vice Presidente sig. Giorgio Vidus Rosin
Tesoriere dott. Marco Rusconi
Segretario sig. Nicolò Corti
Consiglieri:
sig. Vincenzo Ciarletta
sig. Michele Colombo
sig. Giorgio Magni
sig. Andrea Masserini
sig. Alfredo Pina
sig. Silvano Ravasio
sig.ra Annalisa Redaelli
rag. Dario Redaelli
sig. Danilo Riva
sig.ra Francesca Riva
sig.na Patrizia Valcich
Revisori conti:
sig. Fiorenzo Losa
sig. Alessandro Panzeri
sig. Giancarlo Rusconi
Per l'Amministrazione Comunale di Oggiono:
Sindaco sig. Roberto Paolo Ferrari
vice Sindaco sig.ra Giuseppina Gerosa
Assessori:
sig.na Cinzia Aldeghi
dott. Lamberto Lietti
sig. Alessandro Negri
avv. Gianna Valli
Rappresentanti Comunali:
arch. Davide Bergna
sig. Antonio Cesana
sig.ra Paola Ratti

Il saluto del Presidente della Pro Loco di Oggiono
La Fiera di Sant’Andrea raggiunge la sua 397esima edizione. L’impegno per la programmazione e l’organizzazione
di questo importante evento è già iniziato da alcuni mesi, infatti ogni membro della Pro Loco Oggiono si è impegnato
in tutta l’attività necessaria per predisporre al meglio la macchina organizzativa che, nel corso dell’ultimo fine
settimana di ottobre, permetterà che questa manifestazione si riproponga e si rinnovi nel solco della tradizione.
L’obiettivo della Pro Loco Oggiono è quello di perpetuare e divulgare il tradizionale mercato dell’allevamento, che per
tantissimi anni ha costituito un fondamentale elemento di ricchezza e prosperità per l’economia di Oggiono e del suo
territorio, perché attraverso la Fiera di Sant’Andrea Oggiono ed il suo territorio possa essere conosciuto ed apprezzato
anche al di fuori dei suoi confini.
Ed in effetti la numerosa richiesta di partecipazione di soggetti operanti nel settore dell’agricoltura, aziende agricole
operanti nell’allevamento e nella produzione e trasformazione dei prodotti agricoli (salumi e formaggi), aziende agro
enologiche, provenienti da ambiti territoriali molto distanti ed al di fuori dei confini lombardi (Piemonte – Emilia
Romagna – Umbria) dimostrano l’importanza, la serietà e la professionalità della Fiera di Sant’Andrea.
In occasione della Fiera di Sant’Andrea la Pro Loco Oggiono premierà gli allevatori che parteciperanno alla
manifestazione presentando i loro capi migliori e lo farà nel corso della serata conclusiva che si terrà il giorno 31,
come di consueto l’ultimo lunedì del mese di ottobre.
Voglio esprimere il mio ringraziamento all’impegno di tutti i singoli soci della Pro Loco Oggiono che con il loro lavoro
rendono possibile ogni anno l’organizzazione della Fiera di Sant’Andrea, un lavoro che nel corso degli anni ha
dimostrato sempre più professionalità e competenza nei diversi compiti assegnati a ciascuno.
Rivolgo un ringraziamento all’Amministrazione Comunale ed al Sindaco di Oggiono che, soprattutto nella fase
organizzativa della Fiera che precede il suo svolgersi, si sono sempre resi disponibili per la soluzione di qualsiasi
problema si fosse presentato, dimostrando concreta attenzione nei confronti della Fiera di Sant’Andrea e credendo
nell’importanza di tale manifestazione per Oggiono, il suo territorio e la sua popolazione.
Ringrazio tutta la redazione della Pro Loco Oggiono che ha reso possibile anche quest’anno la nuova edizione del
libretto legato ai giorni della Fiera di Sant’Andrea, che anche quest’anno porta il suo contributo nella conoscenza e
divulgazione del suo territorio insieme ai contributi che i nostri gemelli tedeschi e ungheresi hanno voluto inviarci per
farci conoscere le loro realtà legate storicamente all’agricoltura esattamente come il nostro territorio.
Ed anticipatamente vorrei ringraziare tutto il pubblico che nei giorni della Fiera di Sant’Andrea sarà presente nell’area
espositiva e nelle strade di Oggiono, il successo della manifestazione viene decretato proprio dall’apprezzamento che
la gente esprime ogni anno tornando alla Fiera ed ai suoi appuntamenti.
E per concludere, un grazie di nuovo ed anticipato a tutti i soci che saranno presenti durante la Fiera, perché solo
con loro la Fiera di Sant’Andrea diventa “UL FERON DE UGION”.
Il Presidente della Pro Loco di Oggiono
Avv. Arveno Fumagalli
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Fiera di Sant’Andrea 2011

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Fiera di Sant’Andrea 2011
Regione Lombardia
Provincia di Lecco Pro Loco Oggiono Comune di Oggiono Parco Monte Barro
La Pro Loco di Oggiono,
in collaborazione con l’Amministrazione Comunale,
con il patrocinio della Regione Lombardia,
della Provincia di Lecco e Parco del Monte Barro
organizza la tradizionale
FIERA DI SANT’ANDREA
397ª edizione, anno 2011
PROGRAMMA DEGLI EVENTI:
Domenica 23 Ottobre 2011
9.00 INAUGURAZIONE MOSTRA “ARTISTI PER LA FIERA” esposizione di fotografie e pittura.
Presso la sala convegni Banca di Credito Cooperativo di Alzate B.za Filiale di Oggiono,
Via Lazzaretto
La mostra rimarrà aperta tutti i giorni fino a lunedì 31 Ottobre dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e
dalle ore 15.00 alle ore 18.00
Venerdì 28 Ottobre 2011
19.00 APERTURA DELLA TRADIZIONALE FIERA DI SANT’ANDREA
Presso la tensostruttura in Via Roma
Servizio di Bar Ristorante e Pizzeria.
Sabato 29 Ottobre 2011
9.30 Bar e Ristorante presso la tensostruttura in Via Roma;
11.30 Presso la chiesa S.Lorenzo verrà celebrata la S. Messa;
12.30 "PRANZO DELLA TRADIZIONE" in collaborazione con l'Assessorato alla Famiglia,
Politiche e Servizi alla persona del Comune di Oggiono;
Presso tensostruttura in Via Roma
19.00 Bar e Ristorante presso la tensostruttura in Via Roma.

Domenica 30 Ottobre 2011
8.00 Bar e Ristorante presso tensostruttura in Via Roma
10.00 INAUGURAZIONE DELLA FIERA ZOOTECNICA DEL BESTIAME E DELLE MACCHINE
AGRICOLE. Taglio del nastro alla presenza delle autorità civili e religiose con la
partecipazione della Fanfara dei Bersaglieri “Guglielmo Colombo” di Lecco;
STAND ESPOSITIVI ENOGASTRONOMICI E DI ALTRI PRODOTTI ATTINENTI
L’AGRICOLTURA E LA ZOOTECNICA
TRADIZIONALI BANCARELLE sul piazzale espositivo e per le vie del Paese
15.00 INTRATTENIMENTO DEL CORPO MUSICALE “MARCO D’OGGIONO”
Presso il piazzale espositivo di Viale Vittoria
19.30 Bar e Ristorante presso tensostruttura in Via Roma
Lunedì 31 Ottobre 2011
8.00 Bar e Ristorante presso tensostruttura in Via Roma
8.30 APERTURA DELLA FIERA ZOOTECNICA DEL BESTIAME E DELLE MACCHINE
AGRICOLE.
STAND ESPOSITIVI ENOGASTRONOMICI E DI ALTRI PRODOTTI ATTINENTI
L’AGRICOLTURA E LA ZOOTECNICA
TRADIZIONALI BANCARELLE sul piazzale espositivo e per le vie del Paese
19.30 Bar e Ristorante presso tensostruttura in Via Roma
SERATA FINALE DELLA FIERA CON CENA DI CHIUSURA
21.00 CERIMONIA DI PREMIAZIONE ALLEVATORI.
RISTORANTE DELLA PRO LOCO - TENSOSTRUTTURA DI VIA ROMA
PER TUTTA LA DURATA DELLA MANIFESTAZIONE
...TRIPPA, PANINI E BAR SEMPRE A DISPOSIZIONE
La manifestazione prevede l'osservanza di tutte le prescrizioni sanitarie, di pubblica sicurezza e ogni animale
dovrà essere accompagnato da certificato sanitario rilasciato dall'ASL (Servizio Veterinario). Si declina ogni
responsabilità per danni causati a persone, cose, animali, prima durante e dopo l'intera manifestazione.
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Fiera di Sant’Andrea 2011

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Fiera di Sant’Andrea 2011
Ul “Feron de Ugion” 2011, continua la tradizione...
Un altro anno è passato ed eccoci arrivati alla 397esima edizione della “Fiera di Sant’Andrea” sempre più attraente e
coinvolgente. Quest’evento, il più importante di Oggiono, implica un grande impegno e un lavoro intenso per tutti i volontari
della Pro Loco sia nei mesi precedenti che durante la manifestazione.
Il fulcro del fierone è senza dubbio la mostra zootecnica con gli animali di tutte le razze e categorie, apprezzate principalmente
dai piccoli ma anche dagli adulti. All’interno della fiera, presso l’area adiacente la stazione, è possibile visitare
anche gli stand d’accessori e macchine agricole, mentre per le vie del centro paese è possibile trovare le bancarelle che
offrono oggetti da collezione, assaggi di prodotti tipici brianzoli e prodotti che provengono da altre province e regioni
italiane.
Ancora oggi, nonostante siamo entrati nel XXI secolo caratterizzato dalla tecnologia, il “Feron de Ugion” riesce a conservare
il sapore genuino che aveva nel 1614.
Precede l’apertura ufficiale della fiera il tradizionale pranzo della tradizione, organizzato per il giorno sabato 29 ottobre
in collaborazione con l’assessorato alla Famiglia e Servizi Sociali del Comune, domenica 30 Ottobre la Fiera viene ufficialmente
inaugurata presso l’area espositiva e si conclude lunedì 31 Ottobre con la cerimonia di premiazione degli
allevatori intervenuti.
Doverosa è la sosta al ristorante presso la tensostruttura, dove i cuochi e i volontari della Pro Loco vi accoglieranno con
cibi della tradizione gastronomica brianzola accompagnati da eccellenti vini.
La Pro Loco si prefigge inoltre l’obiettivo di coinvolgere grandi e piccoli in momenti culturali di divulgazione e conservazione
delle tradizioni locali. E’ con questo scopo che nell’edizione di quest’anno alcuni dei nostri volontari hanno allestito
una mostra su Oggiono con l’obiettivo di far riscoprire agli oggionesi ed a tutti i turisti che la visiteranno il passato e il
paesaggio del nostro territorio.
Quest’anno ricorrono i festeggiamenti per l’anniversario dei 150 anni dell’unità d’Italia e la Pro Loco, volendo celebrare
questo evento,ha preparato una sorpresa per la comunità oggionese e per tutti i turisti che visiteranno “Ul Feron de
Ugion”. Nella giornata di domenica 30 ottobre, presso l’aera della fiera zootecnica, oltre alle carrozze che accompagneranno
le autorità sarà presente la fanfare dei bersaglieri “Guglielmo Colombo” di Lecco che farà corona alla cerimonia
di inaugurazione. E’ doveroso terminare quest’articolo con un particolare ringraziamento a chi oggi non è più con noi,
ma che è sempre vivo nei nostri ricordi perché queste persone hanno contribuito a realizzare quest’evento. GRAZIE Ugo
Gilardi, Valentino Conti, Reginella Crippa, Antonietta Spreafico, Gian Carlo Fumagalli, da tutti chiamato Franco.
Patrizia Valcich

La Pro Loco di Oggiono si presenta...
Nel lontano 1881 si chiamavano “COMITATI DI CURA” o “SOCIETA’ DI ABBELLIMENTO” o semplicemente “PRO”, e
secondo alcuni studi hanno un’origine strettamente legata alle “badie”, antichi gruppi a cui le comunità in passato demandavano
la gestione delle festività. Il nome “PRO LOCO” fu in breve tempo esteso a tutte le associazioni turistiche ed il
primo momento legislativo risale al 25 giugno 1920; l’anno successivo fu pubblicato il primo libro sulla storia delle Pro
Loco “La funzione e l’organizzazione delle Pro Loco”.
Nel settembre del 1962 nacque l’UNPLI (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia) con il compito di coordinare e collegare le Pro
Loco tra loro e con gli enti pubblici e privati. Nel 1965 venne istituto l’albo nazionale delle Pro Loco presso il Ministero del
Turismo e dello Spettacolo. Oggi in Italia le Pro Loco riconosciute sono oltre seimila e le attività che svolgono afferiscono
a diverse sfere d’intervento turistico, sociale, culturale e sportivo. La Pro Loco Oggiono nasce il 06.10.1978 quando alcuni
cittadini decisero di formare un gruppo per promuovere, in ogni forma e con ogni mezzo la conoscenza, la valorizzazione
dell’artigianato locale, dei prodotti tipici, delle tradizioni popolari e della tutela dei patrimoni storici – artistici, culturali.
Da allora sono passati 33 anni e l’associazione oggi conta più di 100 soci e un calendario fitto d’iniziative: spettacoli pubblici,
fiere, manifestazioni, mostre e visite guidate per diffondere la conoscenza del patrimonio artistico e culturale, finalizzato
alla promozione della comunità ed allo sviluppo sociale.
La Pro Loco è un associazione apolitica, senza finalità di lucro. E’ composta da soci volontari che offrono generosamente
e gratuitamente la propria prestazione personale ed il loro tempo libero.
Il Carnevale, la Fiera di Sant’Andrea, la rappresentazione dei Magi, la mostra dei Presepi sono eventi entrati a far parte
del patrimonio culturale e popolare della Comunità Oggionese grazie alla dedizione, alla passione degli iscritti e dei
volontari che collaborano per la loro realizzazione. Numerose sono anche gli eventi musicali organizzati nell’ambito del
programma “Estate Oggionese” che hanno visto la partecipazione di orchestre prestigiose quale la “Venetum Brass” che
ha fatto conoscere la musica jazz, swing, blues alla comunità oggionese.
Notevole è anche l’attività svolta nel campo della valorizzazione culturale, artistica attraverso visite guidate alla Chiesa
di San Lorenzo, collaborazioni con gruppi, istituzioni scolastiche per sensibilizzare i giovani sui temi della tradizione, delle
usanze, della cultura locale, della storia e del dialetto del nostro territorio. Infine la Pro Loco interviene anche durante
eventi civili del paese fornendo l’allestimento delle strutture per gli spettacoli pubblici, premiazioni, commemorazioni,
feste, gemellaggi. All’interno della Pro Loco opera, da diversi anni, la compagnia teatrale “Zabette” impegnata sia a
livello locale che provinciale. Il gruppo composto in maggioranza da donne di tutte le età, nel corso degli anni ha ottenuto
ampi consensi e un pubblico entusiasta. Lo scopo della compagnia è di recuperare la nostra identità culturale, far
conoscere ai giovani le tradizioni popolari del nostro territorio.
Patrizia Valcich
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Fiera di Sant’Andrea 2011

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Fiera di Sant’Andrea 2011
Oggiono di ieri e di oggi
Grazie a numerosi ritrovamenti, tra cui varie tombe, anfore, arnesi di ferro avvenute soprattutto nella necropoli trovata
nel Luglio del 1948 in Via Vittorio Veneto, possiamo affermare che il nostro paese ha origini romane. I romani
stabilirono per molto tempo il loro accampamento militare sull’area che oggi è occupata dal centro storico.
La “Via Principalis” (Via I Maggio) univa le due estremità del campo, la “Via Quintana” (Via Giacinto Longoni) invece
era la via che univa le tende delle due legioni, da cui era formato l’esercito romano, e aveva anche la funzione di
mercato.
La “Porta Decumana” (Via Lazzaretto) era la via che immetteva nel “Forum” (Piazza Manzoni) dove si trovavano il
“pretorio” per la tenda del Capitano e il “Tribunale” dalla forma semicircolare sulla quale saliva il tribuno e le varie
autorità quando si esercitavano funzioni pubbliche e lo spazio religioso per i sacrifici. Sulla parte libera, unite da diverse
vie, si trovavano gli alloggi delle truppe, degli ufficiali, le legioni, le scuderie, ecc…
L’origine della “Pieve” (da Plebes = gente) oggionese, con molta probabilità risale all’epoca longobarda (584 – 774).
Si deve alla regina Teodolinda il prosciugamento di alcuni ampi e profondi acquitrini che estendevano nella zona del
Laguccio e del Peslago. All’epoca dei Franchi, Oggiono apparteneva al contado di Milano ed era governata da un
feudatario, sembra che fosse uno dei “Capitanei de Oggiono” che si fece costruire il “Castellazzo” dove oggi sorge
Villa Sironi.
Nell’età comunale (XII secolo) gli oggionesi combatterono al fianco dei Milanesi contro il Barbarossa a Legnano.
Nel 1183, dopo la pace di Costanza, nelle lotte fra i comuni e le opposte fazioni, guelfi e ghibellini, gli oggionesi si
schierarono con i Visconti, signori di Milano. Sia i Visconti e poi gli Sforza concessero molti privilegi ed esenzioni alla
città di Oggiono, poiché dovevano tenerla come alleata, così la “pieve” Oggionese entrò a far parte del Monte di
Brianza, inserito nel Contado della Martesana, zona che vantava un particolare regime fiscale con una certa indipendenza
economica.
Nel 1475 nacque Marco d’Oggiono che oltre ad essere l’artista più importante della Brianza è stato un discepolo del
grande Leonardo da Vinci.
Dopo la morte di Francesco Sforza, Oggiono fu sottoposta alla dominazione spagnola, in quegli anni ci furono lunghi
periodi di pace ma gli oggionesi dovettero sopportare gravi imposizioni fiscali e la giustizia era esercitata dai potestà
e dai vicari per conto del feudatario. La sede del governo spagnolo era situata nel Palazzo Prina (di fronte alla vecchia

casa parrocchiale del prevosto). Nel 1614 Filippo III concesse a Oggiono il mercato che ancora oggi si svolge nell’ultimo
sabato, domenica e lunedì del mese d’Ottobre col nome di Fiera di Sant’Andrea.
Nel 1629 scoppiò una terribile pestilenza e la località del Lazzaretto servì d’ospedaletto per i malati e poiché era il
posto più isolato dell’abitato, era presente anche una fossa comune, dove erano seppelliti i morti.
L’ultimo feudatario a Oggiono fu Ambrogio d’Adda, che morì nel 1651 senza eredi e quindi il feudo fu messo in vendita
al miglior offerente e venne data la possibilità agli Oggionesi di poterlo redimere col pagamento di 36 lire imperiali
per ogni famiglia. Il 15 gennaio del 1652 fu pubblicato il decreto di vendita e gli oggionesi optarono immediatamente
per la disinfeudazione e non mancò chi cercasse di mettere il bastone fra le ruote, ma il 17 giugno 1654 Filippo
IV di Spagna dichiarò la Pieve di Oggiono non più dipendente dalla giurisdizione del Vicario della Martesana.
Verso la metà del 1700 con Maria Teresa d’Austria, iniziò la dominazione austriaca. Questo periodo fu caratterizzato
da molte riforme amministrative ed economiche che diedero molti benefici a Oggiono, cominciarono a funzionare molti
filatoi e filature di seta. Nel 1796 la Lombardia passò sotto il dominio di Napoleone e nell’anno successivo fu istituita
la Repubblica Cisalpina. In questi anni sul piazzale antistante al Battistero fu innalzato l’albero della libertà.
Il 20 marzo del 1848 il canonico Sirtori, il capitano Sacchi ed un centinaio di Oggionesi muniti di forche e bastoni
partirono per Milano, una volta arrivati a destinazione gli austriaci erano già fuggiti ed ebbero la sorpresa di essere i
primi ad entrare nel Castello Sforzesco. Il capitano Sacchi fu nominato commissario del Forte rimanendovi a presidiarlo
con gli uomini oggionesi che ebbero l’onore di essere messi in testa al corteo che seguì per celebrare la liberazione
della città di Milano.
Oggiono “rispose” a Garibaldi quando cinque giovani oggionesi si arruolarono fra i “Cacciatori delle Alpi”.
All’inizio del XX secolo l’agglomerato urbano era all’incirca quello attuale, un grosso centro rurale con un ceto prevalentemente
di agricoltori. Erano presenti un centinaio fra negozi, botteghe e l’attività industriale era quella connessa
alla lavorazione della seta. Purtroppo la crisi serica degli anni ’20 e ’30 causò la chiusura delle filande e dei filatoi e
iniziò lo sviluppo industriale nel settore meccanico.
Oggi, dopo la chiusura di alcuni dei principali complessi industriali, la dimensione economica di Oggiono è costituita
da aziende, piccole e medie, artigianali, del terziario e dei servizi.
Patrizia Valcich
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Fiera di Sant’Andrea 2011

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Fiera di Sant’Andrea 2011
“I Buteech de piazza Mercâ”
I diseven: “La piazza lè semper la piazza!”. E alura chi che “meteva sô butega” el dueva cercà un lucal propi lè. A
Ugion “La piazza” l’eva Piazza Mercâ o Piazza del munüment che, fina a pochi an fa, l’eva pröpi al centro. La piazza
l’eva circundada de “paracai” e de “banchel de sass”. L’è vera: e gheva anca “La Stazion”, “La Calchera”, “La Vetürina”
… ma quant se diseva: “La piazza”, se intendeva piazza Mercâ. Una vôlta e gh’eva anca una stazion de posta ,“La
Curuna”. Vüna anca in Calchera: i Longhi ,“Trattoria con stallazzo”. Dunca: i butec de Piazza Mercâ! Cumincemm
cunt la butega del “Dric”. Sôl canton cun via Mercato che, cume se diseva alura. el vendeva “i ciapp”. In butega la
sciura Caterina. Mario, ul bagai el fava ul curnisat e ul vedrie. Subet dopu vegneva “ul Spizie”. Ul “Leonardi”. Una vòlta
lé e gh’eva dent un Albergo. Sübet dopu e cuminciava ul giöc di bocc de “Pedron”. Una stradeta, un po püse d’un
sentê, la purtava in de la curt de l’usteria e pasando suta ul purtòn se rüava in via 1° Maggio. Sôl cantòn gh’eva e ghè
amò ul cancell de “Ignazia” che la vendeva ul ven. In de la cà che ades lè di Mauri, e gh’eva dent un mercant de stoff:
i Motta. Sò la strada, e gh’eva la “Trattoria Corona”: dü bei vecc, semper in urden e l’ usteria, cui mobel scür e i tapê
di taul a quadreton vert e negher. De part e gh’eva “ul Brusadell”, che l’eva amò “Paul Cartê”. Ul “Vittorioso” l’eva ul
giurnal che nomm bagai lengevem in cà, L’“Intrepido” e chi olter “fumetti”, Tex, Gim toro, Pantera bionda, i se lengeven
“de riscundòn”.
Dopu gh’eva la lateria de Bambina “Lacera”. I Aldeghi. Sübet dopu vegneva ul “Feramenta Vismara”e sôl canton cun
Via Lazzaretto se truava la pasticeria del “Delafonte”. Surbett, benis per i spusi, turti e past per una quai festa, la
sciura Richeta e la sciura Angela. Sübet dopu e vegneva la butega del “Roscio”. Biancheria, naster e burdett, e, me
par de regurdass, el gh’eva la machineta de quatà i buton. De ch’el oltra part de la strada, propi sol canton e gh’eva
le mitiche “Figina”! Affettati, (pruerbial ul “taj fresc”), furmaj grata e de gratà, strachén, tonn. La pasta la se crumpava
a eti. Se diseva “sciolta Sigarett, tabacc, tuscani e tuscanei. Al banc la “sciura Palmira” (morta a puse de cent’ann), e
i so tusann Gina e Giulia
In sô un tuchel e gh’eva ul prestine: I Corti, che pian pian lè diventä: “Andreina”. Dopu ul purton de “Andreina” gh’eva
un barbê de omm.; sübet dopu vegneva ul “Cafè Milano”. Se sbagli mia, in di temp in dre, el se ciamava “Caffè Biffi”.
Alura e gh’eva dent ul “Nolberti” ; dopu lè na dent un Rota de Valmadrera. La sua dona la ciamaven “la Biunda” o
senò “la sciura Chiara”…………….
Ecu, me o fa un gir dela “Piazza”, insce cumè se regordi me. So turna indre cun la memoria a……. anta e rotti ann
fà: magari o scunfudü un quai nomm, una quai persuna, o lasâ in dre una quai butega…… ma, co mia lasâ in dre i
en i ricordi, i vus di so gent, ul risciul, i paracai e suratôt ul nomm di bagai che giugava e che in “Piazza” i even truâ
la manera de diventà grant: Tati, Elisa, Romana e Silvana e Renzo, Miglio, Afro, Gino, Eugenio, Giuliano, Natalino e
tanti, tanti, tanti olter amò che adess in vegett,………. quasi cumè mé!
Giorgio Magni

Il carnevale oggionese dei bambini...
Gli studiosi fanno risalire l’origine di questa festa ai “Saturnali latini”, quando in questi giorni i romani celebravano
l’anniversario della costruzione del Tempio dedicato al dio Saturno. Nelle strade si riversava la gente cantando e
osannando il padre degli Dei e durante questi festeggiamenti era praticato il capovolgimento dei rapporti gerarchici e
in genere delle norme costituite della Società: i plebei potevano confondersi con i nobili e viceversa grazie ad un
travestimento. Più tardi fu introdotto l’uso delle maschere, preso in prestito dai “Baccanali”, festeggiamenti in onore
di Bacco. Il Cristianesimo fece ordine nel complicato panorama delle festività romane e fu così che i “Saturnali” divennero
il Carnevale.
Nel Medioevo questa festa subì una trasformazione per effetto della tradizione pietistica e della diffusa pratica mistica,
diventando un rito di purificazione che terminava nella scena culminante del funerale del Re Carnevale e perciò una
semplice occasione di divertimento popolare e simbolica affermazione dell’ordine del mondo. Fu durante i secoli XV
e XVI che si diffusero le maschere pubbliche e si rinnovarono alcune tradizioni.
Il Carnevale è un periodo difficile da interpretare, ma di certo è un periodo dove tutto è permesso: allegria, balli, divertimenti,
cibo e dolci di ogni tipo. In tutte le regioni è festeggiato con sfilate e balli in piazza, maschere tradizionali e
fantastiche, coriandoli e stelle filanti, ed in alcune città i festeggiamenti sono tanto originali da richiamare turisti e
visitatori provenienti da ogni parte del paese e del mondo.
Oggi in Italia e nel mondo ci sono diverse località famose per le manifestazioni carnevalesche, tutte scenografiche e
ognuna con la sua particolarità e fra i più famosi carnevali italiani ci sono quello di Rio, Venezia, Viareggio, Fano,
Cento e Putignano. Il Carnevale oggionese è una tradizione popolare ideata e voluta dal’amatissimo bidello delle
scuole Diaz, Domenico Aldeghi col nome di “Carnevale dei bambini”.
Da allora questa festa è sempre cresciuta fino a diventare la seconda manifestazione più importante di Oggiono
organizzata dall’associazione Pro Loco.
Quest’anno ha raggiunto la sua 47° edizione e come tutti gli anni ha richiamato la partecipazione di migliaia di spettatori.
La sfilata si è svolta nel primo pomeriggio della domenica che precede il giovedì grasso, ed hanno partecipato
carri allegorici e gruppi provenienti da tutta la Brianza Lecchese, ma non solo … In questa giornata Oggiono, come
avviene ogni anno, è stata invasa da maschere di ogni genere, coriandoli, stelle filanti, musica, balli e soprattutto da
tantissima allegria e spensieratezza. Come ormai vuole la tradizione, la sfilata è aperta dal carro della Pro Loco, che
precede tutti gli altri carri e gruppi allegorici e si snoda per le vie principali del paese. Infine la manifestazione, termina
col passaggio del corteo in Piazza Manzoni, dove avviene la premiazione dei primi tre classificati e viene donato
un grazioso omaggio e tante “chiacchiere” a tutti i partecipanti alla sfilata.
Patrizia Valcich
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I nostri Presepi in mostra nella chiesa di san Lorenzo
Una bella sera, durante una riunione della Pro Loco, viene lanciata l’idea di un concorso o di una mostra di Presepi da
tenersi ad Oggiono nel periodo natalizio. Dapprima con difficoltà e dubbi di varia natura (luogo, reperibilità del materiale,
inesperienza,etc. etc.), poi lentamente le titubanze scompaiono; la proposta comincia a piacere e le idee, come
per magia, si fanno strada ed ognuno propone delle soluzioni. Rimane la scelta del luogo che deve essere confacente
all’importanza dell’ avvenimento. Parlando col Parroco, allora Don Amintore, favorevole ed entusiasta dell’iniziativa
e riusciamo ad ottenere la bella Chiesetta di San Lorenzo.
Allora ,con l’entusiasmo che contraddistingue i nostri volontari, come si usa dire: “partiamo in quarta” e detto fatto la
mostra è allestita e pronta per l’apertura.
L’evento è subito un successo di pubblico.L’anno dopo ripetiamo l’esperienza (cercando di evitare le immancabili
“pecche” dell’anno precedente), dando l’opportunità, a chi lo volesse, di portare anche le proprie opere.
Ogni anno la mostra cambia sia nei soggetti esposti che nella presentazione. Un anno i presepi sono stati presentati
come se fossero in mezzo ad un bosco, un’altra volta sotto a dei grandi archi in polistirolo, in seguito si sono trovate
altre soluzioni, sempre atte a mettere in risalto il grande “Evento” rappresentato. In questo modo, l’usuale avvenimento
della nascita di Cristo risulta sempre nuovo ed attuale.
Perché Mostra e non Concorso? Memore dell’ ansiosa attesa in cui, bambino, aspettavo il giorno in cui, con mio padre,
avremmo iniziato l’ allestimento del presepio di casa, mi piace immaginare che lo stesso entusiasmo animi tutti i partecipanti.
In modo particolare i bambini che, con uno sguardo veramente speciale, portano le loro semplici opere da
esporre. E allora, mi chiedo: A chi dare lo stimolo a continuare questa bella tradizione? correndo il rischio di smorzare
entusiasmi magari più interiori ma con esiti tecnici meno perfetti? In questo, che solo in parte è gioco, abbiamo voluto
favorire l’espressione di un moto più intimo e consapevole. Perciò, piccole o grandi opere che siano, elaborate o semplici,
ma che testimoniano la passione per l’avvenimento evocato, alla fine vengono premiate tutte allo stesso semplice
modo.
Del resto la gioia di esporre un proprio manufatto sulla Natività (tra l’altro visto da centinaia di persone), dovrebbe già
essere un premio ed una gioia superiore a qualsiasi altro trofeo. Allora continuiamo questa bella iniziativa: partecipiamo
tutti, con grande gioia, a quanto “il poverello d’Assisi” ispirato da Dio, ha iniziato tanti e tanti anni fa.
Quindi, a questo punto che dire? Signori, la Pro Loco vi aspetta. Approfittate di queste opportunità che sono, sì divtimento
ma anche arricchimento interiore! Ciao e arrivederci
Giorgio Magni

La chiesa di san Lorenzo
Dal mese di Maggio di quest’anno la Pro Loco ha iniziato a rivalorizzare la Chiesa di San Lorenzo, che veniva aperta
al pubblico solo durante il periodo natalizio in occasione della mostra dei presepi. Grazie alla disponibilità di alcuni soci
volontari della Pro Loco, che si sono resi disponibili anche a fare da guida ed illustrarne la storia, le caratteristiche ed
i dipinti, ogni 1ª domenica del mese la Chiesa di San Lorenzo è aperta e visitabile.
La più antica notizia sull’esistenza della chiesetta risale a Goffredo da Bussero che nel “Liber Notitiae Sanctorium
Mediolani” elenca in Oggiono oltre alla Chiesa principale di Sant’Eufemia anche quelle di Sant’Agata e di San Lorenzo.
Come si rileva dagli atti delle visite pastorali, nel ’500 la Chiesa di San Lorenzo risultava in completo abbandono e
ridotta a deposito rurale, ma grazie a San Carlo nel 1595, iniziarono i lavori di restauro, si conservò l’antica struttura
ma si aprirono delle nuove finestre e si adeguarono i parametri alla nuova dedicazione suggerita da San Carlo, cioè
alla Beata Vergine con Cristo Deposto. Intorno al 1610 si costituì e prese a operare la confraternita del Rosario e del
S. Sacramento che nel 1745 cambiò il nome in Immacolata Concezione alla quale appartenevano sia gli ecclesiastici
che i laici. La Confraternita diede avvio alla ricostruzione della Chiesa in conformità a un progetto che la voleva più
grande con l’ambizione di possedere una bella Chiesa adeguata alla frequenza ed alla venerazione popolare. L’innovazione
più rilevante è nel presbiterio e nel coro in cui i confratelli sentono l’esigenza di disporre gli stalli e i loro uffici, e fu
aggiunto il corpo sormontante il portico. Nel 1912 furono fatti ulteriori restauri con rifacimento del pavimento e una parte
dell’altare e venne aggiunto l’affresco esterno ad opera del pittore oggionese Pasquale Agudio.
L’interno della Chiesa è molto luminoso e si può notare lo stile barocchetto. Nelle due cappelle laterali si posso ammirare
due grandi tele che raffigurano “San Filippo Neri, la Vergine e i fanciulli” e “Sant’Anna con Maria Bambina”. Dietro
l’altare sono presenti un confessionale e il coro di legno del 1600 mentre al centro troviamo la grande tela del “Duchino”
che rappresenta la Vergine con Cristo morto. L’abside è caratterizzata dagli affreschi dell’ “Assunzione”, “Annunciazione”
e “Visitazione”, sulla volta dell’aula spicca “L’assunzione con San Lorenzo e San Giovanni Battista” Le stampe che
rappresentano la Via Crucis sono della fine del 1800.
Sulla parete sud della Chiesa sono murate tre lapidi di marmo che ricordano concittadini che con le loro opere hanno
reso illustre il nome di Oggiono in terra di Missione: Padre Isidoro (1606-1677 missionario in Terra Santa per 40 anni),
Padre Pietro Bonacina (1859-1927 padre salesiano missionario in Patagonia per 40 anni), Pietro Angelo Galli (1891-
1925 missionario in Africa).
Vi invitiamo a venirci a trovare ogni 1ª domenica del mese alla chiesa di San Lorenzo dove i nostri volontari saranno
felici di farvi un racconto più dettagliato con qualche curiosità!
Patrizia Valcich
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Fiera di Sant’Andrea 2011

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Fiera di Sant’Andrea 2010
Oggiono e l'Europa
Albert Einstein sosteneva che “Il nostro secolo ha risposto all’esplosione demografica sia con l’esplosione nucleare
che con l’esplosione delle comunicazioni. Comunicare per distruggere le barriere territoriali, per creare ponti tra i paesi
superando la geografia, la diffidenza verso le culture straniere e l’impasse delle lingue”.
Il movimento del gemellaggio è nato subito dopo il 1945 con il sostegno appassionato di sindaci e cittadini che hanno
promesso solennemente che l’Europa non sarebbe stata mai più dilaniata dalla guerra. La maggior parte dei gemellaggi
avvennero fra città di paesi che, fino a poco tempo prima, erano stati divisi nel periodo bellico. Nel 1951, la
promozione di questo nuovo movimento di gemellaggio divenne una delle priorità principali dell’allora Consiglio dei
Comuni d’Europa e negli anni ‘50 si assistette a un grande aumento del numero di gemellaggi. Si può affermare
quindi che il movimento del gemellaggio ha dato un notevole contributo allo sviluppo pacifico dell’Europa e all’integrazione
di nuovi paesi nell’Unione. Il gemellaggio è l’espressione di un’unità e di un’identità europea costruita dalla
gente comune ed è probabilmente la forma più visibile di cooperazione europea, con le migliaia di città e paesi che,
all’ingresso nel loro territorio, dichiarano con orgoglio le comunità con le quali si sono unite in gemellaggio. Con l’obiettivo
di allargare i propri confini, comprendere diversità culturali, confrontare costumi, scambiare esperienze, l’Amministrazione
Comunale di Oggiono si è attivata, in questi ultimi anni a ricercare paesi disponibili a un gemellaggio
portando avanti dal 2007 una serie di viaggi - scambio tra le amministrazioni di due paesi europei, uno tedesco e uno
ungherese. Questo progetto ha costituito un’importante occasione di esperienza interculturale, con la nascita di nuove
amicizie, e ha visto la prima concretizzazione nel 2008 con la firma dell’atto di gemellaggio con la città di Leisnig
(Germania) e nel mese di giugno 2011, con la cerimonia della firma del secondo atto di gemellaggio con la cittadina
di Halásztelek (Ungheria). In quest’occasione sono state invitate anche altre due delegazioni: una proveniente dal
comune di Algaida, nelle Isole Baleari, e una proveniente dal comune di Nea Propontida, in Grecia. Sono iniziati così
i primi contatti che in un prossimo futuro potranno realizzare nuovi patti di gemellaggio.
Numerosi sono stati gli incontri con gli amici tedeschi e ungheresi ai quali anche alcuni delegati della Pro Loco hanno
partecipato. Questi scambi hanno fatto conoscere la Pro Loco oltre i confini italiani, contribuendo a far conoscere
all’Europa la cultura, il folklore, la tradizione, il dialetto oggionese.
Nel mese di giugno, sempre in occasione della cerimonia del patto di gemellaggio con gli ungheresi, è stato organizzato
anche un convegno dal titolo “Città gemellate celebrano l’anno europeo del volontariato” al quale hanno partecipato
non solo le associazioni di volontariato oggionese, ma anche quelle degli amici gemelli ungheresi e tedeschi,
degli ospiti catalani e greci, nel corso del quale ognuna ha potuto illustrare la propria attività.
Patrizia Valcich

Gli amici di Leisnig (Sassonia - Germania)
Leisnig è una graziosa cittadina situata nella zona collinare nella regione della Sassonia in Germania, ha un’origine
medioevale ed è sorta attorno al castello di Mildestein. La sua economia si basa sull’industria del metallo, sulla trasformazione
della ceramica, produzione di frutta, e commercio. Ha il primato di aver realizzato lo Stivale più grande del
mondo: 4,90 metri di altezza e i 439 Kg di peso. Oggi si trova nel museo cittadino.
L’Amministrazione locale è supportata da diverse associazioni che operano nel settore sociale, culturale, sportivo e
collaborano nell’organizzazione delle manifestazioni più importanti della città. Un’associazione si occupa di promuovere
lo scambio di esperienze tra persone disabili e non disabili con aziende e istituzioni delle Nazioni Unite; aiutano
la città e le comunità a risolvere i problemi sociali causati della disoccupazione delle persone disabili sostenendo programmi
multiculturali ed altri eventi. Un’associazione, costituita da 165 membri, molto importante, è quella dei vigili del
fuoco, che oltre al loro lavoro, svolgono il compito di promuovere un’educazione alla sicurezza ed alla prevenzione
degli incendi I pompier si occupano anche dell’organizzazione della festa del fuoco che si tiene nel mese di Luglio.
Un’ altra associazione coordina tutte le iniziative e le misure di conservazione, studio e valorizzazione del monastero
cistercense che si trova nei dintorni di Leisnig Come obiettivo principale ha quello di mantenere la consapevolezza
della filosofia e della tradizione cistercense. Altro gruppo si occupa della divulgazione della storia locale, della conservazione
dei monumenti, dell’organizzazione delle manifestazioni tradizionali: feste, sagre etc. e partecipa alla salvaguardia
del centro storico della città vecchia di Leisnig
Vi sono persone che si occupano degli animali: un gruppo si occupa di attività ricreative e sportive utilizzando i cani
cinvolgendo anche i loro proprietari. Altre associazioni curano e allevano api; e ancora chi si occupa del mantenimento
delle varie razze di conigli, preparando e realizzando la mostra che si tiene ogni anno nel mese di novembre. Nel
campo sportivo ci sono gruppi che organizzano corsi e concorsi di più tipi di categorie di sport. A Leisnig troviamo anche
l’Associazione Culturale. Nata nel Novembre del 1945, appartiene all’Associazione Nazionale della Sassonia ed è
costituita da 103 membri. La possiamo definire come la nostra Pro Loco: organizza corsi di danza, letteratura, escursioni
di gruppo, visite guidate, mostre, eventi. Si occupa della manutenzione del patrimonio culturale, ha un coro femminile,
partecipa al festival della città.
Tra le manifestazioni più importanti della città di Leisnig troviamo nel mese di Maggio “la festa dei fiori e della frutta”,
il festival della città vecchia, nel mese di agosto la rievocazione medioevale, il concerto Philarmonic Rock ed il mercatino
di Natale. All’interno del monastero cistercense, nel mese di aprile, si tengono i mercati contadini e nel mese di
settembre la festa della vendemmia e la mostra del libro.
Ringraziamo quindi tutti gli amici di Leisnig per averci fornito il materiale e le informazioni per scrivere quest’articolo e
in particolar modo Ciccio ed il sindaco Tobias Goth.
Patrizia Valcich
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Fiera di Sant’Andrea 2011
Gli amici di Halasztelek (Ungheria)
La città col nome di Halásztelek é nata ufficialmente il 1 Marzo 1950. E’ situata nella contea di Pest in Ungheria e
quest’anno ha festeggiato il 60° anniversario della sua esistenza. Assomigliando a una persona la città non ha ancora
nemmeno l’età di un pensionato. E se la compariamo con le città del medioevo o del Impero Romano, é ancora
all’età di un neonato. Il territorio della città d’oggi e i suoi dintorni sono stati già abitati nell’età della pietra. Le legioni
romane hanno ritenuto il territorio troppo pericoloso e indifendibile a causa delle periodiche inondazioni del Danubio
e così non é diventato una testa di ponte ovvero un punto strategico. Allo stesso tempo Attila, il temuto imperatore
unno, ha mosso da questo territorio un’offensiva schiacciante per occupare la fortezza romana costruita al posto di
Százhalombatta. Tököl (come si chiamava allora) ed i dintorni del suo abitato contava nei registri del censimento una
popolazione che comprendeva nel 1870 solo 67 persone, nel 1880 56, nel 1890 68, nel 1900 95 persone.
Nel 1950 era abitata solo da qualche famiglia, in seguito i giardinieri bulgari hanno preso sede fissa sul territorio promettendo
il raccolto per servire la capitale, Budapest. Oggi l’insediamento ha un aspetto urbano e moderno, i cittadini
lavorano nelle città dei dintorni, soprattutto a Budapest. A Halásztelek ci sono circa mille imprese registrate e,
nonostante la notevole tradizione agraria, solo il 2% della popolazione lavora oggi nel settore
Negli ultimi anni sono state realizzate importanti opere pubbliche: la scuola materna nuova e la ristrutturazione completa
e l’ampliamento della scuola elementare mantenuta dal municipio. Halásztelek è orgogliosa dei rapporti internazionali
con le cittadine europee gemellate di: Polikraiste (Bulgaria), Illyefalva (Transilvania), Leisnig (Germania),
Oggiono (Italia). Ad Halásztelek si celebra nel mese di settembre “la sagra dell’uva”. In quest’occasione la gente si
raccoglie per le vie del paese, i fiacri e i cavalieri si allineano in un corteo che gira per tutta la città. A ogni sosta i
gruppi folkloristici locali e gli invitati presentano la danza popolare, mentre i padroni delle case offrono vini e cibi tradizionali
a tutti i membri del corteo. La giornata termina con un ballo vendemmiale e una cena alla quale tutti possono
partecipare. La musica, il canto e l’allegria sono gli elementi indispensabili per quest’evento, l’assaggio del vino, il
sapore del mosto fresco rallegrano tutti i partecipanti che festeggiano tutti insieme cantando canzoni ungheresi, canti
funebri, e canzoni sul vino. L’evento è apprezzato da tutti i cittadini, dai piccoli ai grandi.
La Sagra dell’Uva é un evento molto importante per i cittadini di Halásztelek, soprattutto perché oggi é molto importante
che i giovani conoscano l’atmosfera dei tempi lontani quando la tradizione della viticoltura era trasmessa di padre
in figlio. Nell’Ungheria si trovano numerose zone di produzione di vino, i cui vini conquistano il mondo, come i vini di
Tokaj, Badacsony, Eger. Siccome Halásztelek si trova vicino a Budapest, nel cuore della Regione Centrale, questi vini
famosi sono facilmente disponibili per l’evento più importante nella vita del nostro comune. (Ringraziamo tutti gli amici
ungheresi per il loro contributo e, in particolare, Petra Paloma Perjési per la traduzione).
Patrizia Valcich

Gli amici di Algaida (Spagna) e Nea Propontida (Grecia)
Quest’anno Oggiono ha avuto la possibilità di instaurare nuove amicizie con persone provenienti dalle città di Nea
Propontida (Grecia) e Algaida (Isole Baleari) In questo contributo vogliamo dare, a chi legge, alcune informazioni per
presentarle poiché, in futuro, potrebbero diventare le nuove città gemellate di Oggiono.
La città di Nea Propontida è situata in Grecia, nella Macedonia centrale. La sua nascita come Comune è molto recente
ed è avvenuta quest’anno con il piano Kallikratis (Nuova Architettura delle Autonomie e dell’Amministrazione
Decentralizzata) a seguito della riforma varata dal governo greco per ridurre i costi e la burocrazia in seguito alla crisi
economica della Grecia. Il piano ha previsto la fusione di Comuni e Nea Propontida nasce proprio dalla fusione di tre
enti territoriali, Kallikraeia, Moudania e Triglia. La sede del Comune è la città di Nea (nuova) Moudania situata a 60
Km a sud di Salonicco, è stata costituita dopo il 1922 da una comunità di rifugiati greci che provenivano dall’Anatolia
che volevano dare all’insediamento il nome della loro città natale (Mudanya, Turchia). E’ un centro finanziario e commerciale
grazie anche alla presenza di un porto. Tra i monumenti che si possono visitare vi sono il museo del folklore
ed il memoriale del genocidio armeno. Nea Moudania è anche una rinomata città turistica balneare che offre nel mese
di luglio numerose manifestazioni culturali tra cui la “festa delle sardine”. Nel mese di settembre si festeggia invece
la Madonna di Korfini.
Il Comune di Algaida è situato nel centro dell’Isola di Maiorca e si compone di tre città: Algaida, Pina e Randa.
Sono stati rinvenuti resti risalenti ai primi insediamenti Preistorici. Sotto il dominio arabo, il territorio di Algaida faceva
parte di una regione amministrativa denominata di “Juz de Muntuy”. Gli arabi si stabilirono intorno alle fattorie e costruirono
una serie di opere idrauliche per la raccolta dell’acqua, i cui resti si possono ammirare ancora oggi. Alla fine del
XII secolo la popolazione, sparsa su una vasta area, iniziò a raccogliersi intorno alle grandi aziende agricole fino a
raggiungere, alla fine del XVI secolo, i 1.500 abitanti e l’agricoltura divenne la principale risorsa economica.
Durante il XIX e XX secolo Algaida subì la trasformazione più profonda negli aspetti demografici, economici, politici,
sociali, urbani. Gli eventi più importanti furono la fondazione delle Chiese di Pina e Randa, del convento agostiniano
di Algaida, nacque la banda musicale, furono costruite le scuole pubbliche, la biblioteca, il teatro.
Tra le feste e tradizioni della città ci sono la Fiera tradizionale dell’artigianato e gastronomica che si svolge nel mese
di Ottobre il sabato prima di San Luca ed il Camestortes (festa del carnevale). Algaida è particolarmente conosciuta
per la sua Cossiers, gruppo di danza che mantiene viva una tradizione che risale alla fine del XIV secolo, le sue danze
sono i protagonisti indiscussi delle feste del patrono Sant Honorat e le celebrazioni dedicate a Sant Jaume.
Patrizia Valcich
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La Brianza e la sua lingua
La lingua comune individua un popolo, è il sistema di comunicazione più immediato tra le persone. All’interno della
medesima nazione possiamo trovare molti elementi linguistici differenti (dialetti) presenti in ambiti territoriali più ristretti.
Come in Brianza. La Brianza (Briansa in dialetto brianzolo) che deriva probabilmente dal termine celtico “brig” (colle
- altura, che si mantiene col medesimo significato ancora oggi nella forma “bricch) è un’area geografica della
Lombardia, a nord di Milano non corrispondente ad un ente territoriale.
Nonostante la mancanza di un’istituzione territoriale, il senso d’appartenenza a quest’area è decisamente spiccato,
le diverse zone della Brianza presentano infatti numerosi tratti le accomunano tra loro e le differenziano dal resto della
Lombardia.
I confini tradizionalmente riconosciuti dell’area regionale della Brianza sono:
a nord, dal lago di Garlate a Galbiate–Civate, fino alle sorgenti del Lambro e da qui a Tavernerio, sopra il lago di
Montorfano, lungo la linea Lipomo - Casnate con Bernate, fino alle sorgenti del Seveso;
a sud, da Limbiate, lungo il Canale Villoresi fino all’Adda;
a ovest, dal fiume Seveso fino a Paderno Dugnano dove si interseca col Villoresi, e l’oltre Seveso brianzolo formato
dai comuni di Cermenate, Lazzate, Misinto, Cogliate, Ceriano Laghetto, Solaro, Limbiate;
a est, dai laghi di Garlate ed Olginate e l’Adda fino all’incontro con il Villoresi.
La Brianza ex milanese è talora chiamata “Brianza monzese”. Il brianzolo parlato nella bassa Brianza, ora in gran
parte appartenente alla provincia di Monza e della Brianza, è affine ma si distingue dal dialetto milanese (il più importante
per tradizione e letteratura, si pensi al Porta) il brianzolo parlato nelle zone della Brianza appartenenti alle
province di Lecco o Como si distingue da quello più proprio della provincia di Lecco, (dialetto lecchese) o della provincia
di Como, (dialetto comasco).
Le caratteristiche dei vari luoghi si esprimono definendo delle varianti locali: quella da Brugherio (detta di paltitt, locuzione
non traducibile che ha a che vedere con il fango), a Monza (di biutt e grass monsciasch), e quella più propriamente
brianzola (brianzoeu), dai Milanesi definita dei falchett. Il dialetto brianzolo in Alta Brianza subisce in minima
parte l’influsso dei dialetti del Lecchese (dei cavritt) e del comasco (Erba e Canz ma anca Ass - ma di quelli minga
dal Lagh).
Il primo scritto noto in lingua lombarda è il "Sermon divin" del 1264 scritto da Pietro da Barsegapè, nato nella prima
metà del 1200.
Arveno Fumagalli

Vucabulari Brianzô ...inscè, senza pretes; cum’è ‘l m’é vegnu in ment!
â bunûra: di mattina presto
àmis: amico, amici
amó che: ancora qui
avèrt: aperto
bacöcc: molto vecchio
bagaj: bambino, ragazzo
balóss: furbo, birbante
bambu: stupido
barabenn: monello
benis: confetti
cadrega: sedia
cariö: tarlo
culzon: pantaloni
culcina: calce
capèlê: cappellaio
car me’l föc: molto caro
damm a trá: dammi retta
de bass: sotto, al piano di sotto
dedrê: dietro
denanz: davanti
dervè: aprire
destacá: staccare
erburèn: prezzemolo
estâ: estate
endèc: sporco
ecess: esagerato
fiadá: respirare
facia de tòla: sfacciato
famm: fame
fömm fumo
fê: fieno
fidec: fegato
gabaré: vassoio
gabùla imbroglio
gambiröla: sgambetto
gandula: nocciolo stupidotto
gêsa: chiesa
güzzá l’ôcc: stare attento
impegn: obbligo, dovere
impestâ: infetto
impiastrâ: sporco, imbrattato
impipasen: fregarsene,
incazzass: arrabbiarsi
incö: oggi
laciâda: frittella
lapa: parlantina
lê e lü: lei e lui
lenden: uova di pidocchio
levá so: alzarsi
lüganiga: salsiccia
magon: voglia di piangere,
masê: fattore
masnèn: macinino
margnifòn: furbo, subdolo
mená via: portare via; in prigione
melgasc: fusto del granoturco
ná: andare
negott: niente
napûla: nel gioco a scopone
narigiatt: villano, poco di buono
navêta: spola
nett: pulito
...e ancora: NÛS per NOCE, NUITÁ per
NOVITÁ, OM per UOMO,
Dalla A alla Zeta: molte sono le parole che
si potrebbero elencare: certo non basterebbe
questo spazio.
E allora per chi volesse approfondire l’argomento
consigliamo di rivolgersi a “un quai
vecc” oppure alla nostra fornitissima biblioteca.
Il nostro dialetto, quasi una lingua a parte
che ormai in pochi conosciamo e parliamo.
“Cunt i nost neut bisugna parlà l’Italiano
perché ul dialett la capisen mia”. Già da
qualche anno però nelle scuole, nelle classi
elementari, si cerca di recuperare questo
patrimonio che si sta perdendo. Anche noi
della Pro Loco, nella fattispecie “Le Zabette”,
si sono impegnate in questo, ora, arduo
compito, insegnando ai ragazzi canti,, proverbi
e filastrocche. La saggezza, in rime,
dei nostri “vecchi”:
Quanti bei segni di “matiton” rosso adornavano
i nostri quaderni quando, in qualche
componimento,italianizzavamo parole o
frasi nella lingua a cui eravamo abituati e
che in casa tutti parlavamo.
Bei tempi? Non so! Importante è che il
nostro passato non vada perduto e tra le
tante cose del passato c’è anche il nostro
bel dialett che, come recitano le Zabette
“TEGNEMEL A MENT PERCHÉ SENZA
NÁ A SCÔLA L’EM IMPARÂ: UL NOST
DIALETT LÉ PROPI BELL E……
SPETASCIÂ!" Giorgio Magni
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Fiera di Sant’Andrea 2011
Un quaj cugnomm ( mia töcc ) di gent de Ugionn!
I nostri cognomi vedono la loro origine attorno alla metà del XII secolo, in un periodo in cui evidentemente il semplice nome
di battesimo non consentiva più l’identificazione delle persone che portavano lo stesso nome. L’origine del cognome è varia:
può derivare da un nome di paese o città o dal nome di battesimo di un’antenato oppure da una devozione particolare verso
un santo o da un mestiere esercitato da un’avo o da sue particolarità fisiche ed infine, connessi a nomi di animali. Esaminiamo
quì, se pur sommariamente, alcuni cognomi, presenti nel nostro paese:
Arrigoni e Rigoni: deriva dal nome personale germanico Haimirich (haim i = patria e rik = potente) cioè signore della sua
patria. In italiano è divenuto Arrigo ed Enrico, mentre il cognome di famiglia è dovuto all’accrescitivo Arrigone.
Besana: è tipico del nord milanese, lecchese, comasco e varesotto, dovrebbe derivare da toponimi come Besano (VA) o
Besana in Brianza (MI).
Cattaneo: cioè capitaneus (capitano) medievale che nella bergamasca è divenuto Capitanio e Cattaneo. Paiono partire da
Monte Marenzo.
Conti: non indica un titolo nobiliare ma deriva dal nome di battesimo Comes (Contissa) usato nel medioevo. Successivamente
diventa cognome.
Corti: nelle carte del medioevo si trovano le formule Curtis e de Curtis: nel primo caso attesterebbero il soprannome di una
persona di piccola statura e nel secondo si intravvede un micro toponimo la cui localizzazione è ben difficile.
Colombo: nell’impero romano Columbus e Columba erano nomi di schiavi.
Crippa: il toponimo è antichissimo, prelatino. Klapp/Krapp = roccia, sasso e lo si ritrova nel milanese ciapp, ciapèl cioè coccio,
terracotta. Crippa è una frazione di Sirtori.
Fasoli: dal nome di battesimo romano Bonifatius, cioè colui che ha buon destino (fato). Faciolus – diminutivo di Facius. Nel
codice inedito della biblioteca capitolare del Duomo di Monza appare nel 1237 un contadino di Agrate che si chiama Mediusvilanus
Faxolus, dove Faxolus è già cognome.
Ferrario, Ferrari e Farè: il cognome è senz’altro assimilabile al mestiere di fabbro ferraio, esercitato da un antenato. Galbiati:
da Galbiate, sul lago d’Oggiono. E’ un toponimo prediale che contiene il nome romano Galbius.
Invernizzi: si potrebbe far risalire all’aggettivo “invernicio/invernizio/invernengo” cioè ad un qualcosa che appare d’inverno. E’
diffuso nel Lecchese e nella Valsassina.
Longhi e Longoni: ovviamente da longus, soprannome dato ad una persona di statura sopra la media. Lo si trova nel milanese
e nel mendrisiotto. Il Dizionario del Casanova cita: 1754,
Manzi, Manzini, Manzoni, Manzolini: dal nome personale germanico Manzus o da un accrescitivo di Amanzio. L’origine della
schiatta dovrebbe essere nella Valsassina. Nei primi anni del Seicento i Manzoni si trovano nei dintorni di Lecco. Da ricordare
Alessandro Manzoni, milanese, scrittore che tutti conosciamo.
Mauri: il cognome va ricondotto al nome di battesimo Maurus, molto diffuso nell’alto Medioevo e attribuibile alla venerazione
per san Mauro, compagno di san Benedetto. Abbiamo per un Mauri il simpatico soprannome: Avocatt di poveritt!

Nava: il termine è assai più antico dell’età romana, preceltico e significa “pianura rasa, altipiano”. Questo toponimo in Brianza
darà origine al cognome che, in epoca basso medievale, hanno abitato in queste zone.
Negri, Negrini, Negretti e Negroni: il primo nasce da un soprannome per un particolare attributo fisico, tipo il colore della pelle
o dei capelli. Il cognome risente dell’influenza del dialetto: infatti per dire nero diciamo “negher”.
Oggioni e Oggionni: da Oggiono, sul lago omonimo, nome che deriva poi da Augionis, cioè luogo ricco d’acqua. La forma
corretta dovrebbe essere la seconda, in dialetto si dice Ugionn. Nomi in cui si vede un composto del nome gallico “dunno”,
variante di “duno” col significato di monte e poi castello. Discepolo di Leonardo da Vinci: Marco d’Oggiono.
Panzeri: deriva dal mestiere che esercitava l’artigiano che, nel medioevo, costruiva quella parte di armatura che serviva a
difendere il ventre. Le varianti sono parecchie: Panceri, Panzera, Pansera. In Brianza emergono nel Cinquecento a Sirtori.
Pirovano: appartiene ad una nobile famiglia di capitanei che conta due arcivescovi milanesi: Oberti I (1146-1166) ed Oberto
IV (1206-1211).
Pozzi: è un cognome diffusissimo dato che trae origine da toponimi che indicano la presenza di pozzi che nei tempi antichi
erano l’unico modo per attingere acqua potabile. Questo significa che i ceppi familiari sono numerosissimi.
Ratti: è un soprannome divenuto col tempo cognome vero e proprio. Una caratteristica del mus rattus (il topo casalingo per
intenderci) è quella della longevità.
Ravasi e Ravasio: il nome di battesimo Ravasius compare in un documento cremonese del 963. L’origine è alquanto incerta:
secondo l’Olivieri è da collegare a rapa;
Redaelli e Radaelli: il cognome deve essere letto in modo separato e cioè Re da Ello, quindi un soprannome (Re) e la località
di provenienza e cioè Ello.
Rigamonti e Ripamonti: riconducibile al nome personale germanico Rigmund. Quindi Rigamonti è la forma primitiva; parallelamente
a Tegnone si stabilisce la famiglia Rippa de Monti diventata successivamente Ripamonti.
Riva: è un cognome che deriva da un nome di luogo attestante la presenza di un lago o di un fiume e, pertanto, è molto diffuso
de Rippa de Uglono e de Galbiate)
Rota e Rotta: da Rota d’Imagna, nella bergamasca. Il significato è comprensibile se si confronta con il francese route (strada
dal tardo latino rupta) e con l’italiano rotta nel senso di percorso che compie una nave.
Sala: dall’editto di re Rotari del 643 (codice delle leggi longobarde) sappiamo che con sala venivano indicati: casa signorile,
casa colonica e stalla.
Spreafico: il cognome, diffuso nel lecchese, è composto da due parole: sprea e fico. Occorre fare riferimento all’antico dialetto
milanese ed in particolare all’espressione “no perà figh” – letteralmente non sbucciare i fichi: il Porta, scrive che ”i legg hin
ciar e pelen minga figh”. Dunque “no perà figh” significava non fare complimenti.
Vismara: è da ricondurre alle fome medievali Vincimala, Vincimale, Vinzemara (colui che vince i mali). Compaiono negli elenchi
del 1237 del Duomo di Monza diffusi a Cologno Monzese, Brugherio, Concorrezzo, Contra. A Milano, compaiono già nel
1100. Una famiglia Vismara accese un fuoco durante un matrimonio dando così origine ad un grande incendio: la famiglia
venne esiliata.
a cura di Giorgio Magni
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Fiera di Sant’Andrea 2011
L’angolino poetico per la fiera...
Ul ferôn de Ugion
...fera ferôn,-
nöm sem de chi bònn,-
nöm sem de chi bei,
o tusan de ugion,
vardî sti pütei!!
a la fera de Ugionn,
se crumpa ul purcelll,
la cavra e ul baren,…
cunt i danê del sciur Lüisen!!!
se crumpa la frisa,
se crumpa i bindei,
de tacacc ai culzon,
di me sees fradei!!
el canta la scigala,
el respunt ul lüsignö,
'o crumpa la vaca ier,
e lo vendüda incô!!
a la fera de Ugionn,
el vá i marusê,
i vann a tò i büscett,
e a spent i danê!!!
chi ga negott de vent,
el ga püse danê de spent!
e chi ga negott de crumpá,
el comincia a salüdá,
a salüdá tüta sta bela compagnia,che
ades la ga propi de na via,-
...con qualche pillola di saggezza da prendere a piccole dosi
• Tutti i funghi sono commestibili, alcuni una volta sola.
• Siate gentili con i vostri figli, saranno loro che sceglieranno il vostro ospizio.
• Gli amici vanno e vengono, i nemici si accumulano.
• I capi sono come le nuvole, quando se ne vanno, arriva il bel tempo.
• L’amore è come l’influenza, la si prende in strada e la si risolve a letto.
• Gli uomini sarebbero meno bugiardi se le donne facessero meno domande!
• Dicono: “La felicità è dentro di noi”……io allora devo essere un colapasta!
• “Sono uno che dice quello che pensa”...forse non pensa a quel che dice!
• “Oggi ho preso una grande decisione!”...non so se la seguirò domani!
• Sei famoso perché sei bravo...o sei bravo perché sei famoso?
• Col tempo tutto migliora, ma non la stupidità, e questo l’umorista nero lo sà.
• Una pipa dà al saggio tempo per riflettere, all’idiota qualcosa da mettere in
bocca.
• La mamma degli idioti è sempre incinta. Però non siamo tutti fratelli!
• Gli uomini hanno i riflessi lenti: in genere capiscono solo nelle generazioni
successive..
• Chiunque non rallenti alla vista di una macchina della polizia e’ probabilmente
parcheggiato;
• Alcune persone sono vive solo perché l’assassinio è illegale.
Giorgio Magni

Punti di riferimento della Fiera
Mappa del Paese di Oggiono con i luoghi di interesse della Fiera:
1) Spazio espositivo Fiera del Bestiame e delle Macchine Agricole;
2) Ristorante, Bar e punto di ritrovo, sotto la tensostruttura;
3) Bancarelle di vendita dei prodotti locali tradizionali;
4) Centro Convegni Banca Credito Cooperativo in Via Lazzaretto.
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Fiera di Sant’Andrea 2011

Indirizzo Internet
www.prolocooggiono.it
Indirizzo di posta elettronica:
proloco.oggiono@libero.it
ANNONE B.ZA (LC)
Tel. 0341 577474
Con quest’anno l’opuscolo è giunto alla sua sesta edizione e
siamo lieti per il gradimento che ha sempre riscosso. Il nostro
impegno è di offrire ai visitatori della “Fiera di Sant’Andrea” e ai
nostri concittadini un libretto in grado di trasmettere un poco di
allegria con qualche storiella, un po’ d’informazione e qualche
nota di approfondimento storico. Un’iniziativa dovuta perché
amiamo Oggiono, il nostro paese, con la sua gente, il suo
ambiente naturale, il paesaggio, il suo bel lago, le sue tradizioni,
il centro storico … e crediamo che queste ricchezze meritino di
essere sempre più valutate ed essere tenute in considerazione!
Libretto realizzato dalla Pro Loco di Oggiono. Testi di
Giorgio Magni, Arveno Fumagalli, e Patrizia Valcich
Grafica, Impaginazione e fotografie di Angelo Ripamonti.
Contatti con espositori e sponsor per inserzioni pubblicitarie:
Giorgio Vidus Rosin, Pietro Orsenigo, Marco Rusconi e
Nicolò Corti.
Un caloroso ringraziamento agli amici di Leisnig e Halásztelek
che ci hanno gentilmente fornito informazioni, documenti,
fotografie. Al Sindaco Roberto Paolo Ferrari e a tutti gli
assessori del Comune per il sostegno prestato
La Pro Loco è particolarmente riconoscente e ringrazia la
Provincia di Lecco, la Regione Lombardia e tutti i suoi sostenitori
che anche quest’anno hanno sponsorizzato l’evento.
Realizzazione e Stampa: Cattaneo Paolo Grafiche s.r.l.
Oggiono - Diritti riservati - riproduzione vietata.
CATTANEO PAOLO GRAFICHE SRL
e-mail: cattaneo@cattaneografiche.it
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