You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
di soppressione formale del commercio privato<br />
e della libera contrattazione, nonché della<br />
abolizione pura e semplice di ogni tipo di<br />
rapporto che fosse basato su merci e denaro,<br />
con lo storico discorso tenuto dallo stesso Lenin<br />
nel marzo 1921 al X Congresso del Partito<br />
venne posta in luce e rilevata l’importanza<br />
fondamentale della libertà di commercio, al fine<br />
di sancire e di stimolare l’impegno produttivo<br />
del singolo contadino. Questa nuova situazione,<br />
che stava ora prendendo forma, fu definita e<br />
resa evidente da una serie di decreti varati tra<br />
marzo e maggio 1921, determinando, di<br />
conseguenza, le condizioni dell’importo in<br />
natura e del libero scambio di merci. A queste<br />
leggi seguirono, in breve tempo, misure<br />
analoghe per il commercio e per l’industria.<br />
«Sistema transitorio misto» fu una delle<br />
definizioni che vennero utilizzate da Lenin per<br />
designare l’organizzazione economica introdotta<br />
con la nuova politica.<br />
Il passaggio a un regime di economia<br />
«decentralizzata» ebbe - e avrà, come vedremo -<br />
significative e notevoli conseguenze anche sul<br />
piano della politica abitativa. In modo naturale e<br />
altrettanto improvviso, questo clima di ripresa,<br />
frutto di una continuo transito e passaggio, dettato<br />
dalle nuove aperture politiche, economiche e<br />
sociali, che abbiamo descritto, trasformò, nel giro<br />
di poco tempo e in maniera relativamente confusa,<br />
la vita quotidiana del cittadino sovietico,<br />
accentuando da un lato quel perenne contrasto<br />
tra povertà diffusa ed elitaria opulenza, dall’altro<br />
generando un fervore multicolore e un effetto di<br />
continua e sorprendente trasformazione nelle<br />
grandi città del Paese: in primis, Mosca,<br />
ricettacolo, motrice e rappresentante sempre<br />
“all'avanguardia” a fronte di ogni cambiamento<br />
e mutazione che avveniva all’interno <strong>dei</strong> confini<br />
teutonici.<br />
Preziosi spunti, contaminazioni dalla<br />
letteratura di Bulgakov sugli anni della NEP<br />
affiorano ancora una volta dai suoi racconti,<br />
dove traspare, nelle parole dello stesso autore,<br />
un anticipato senso di lieve e moderata euforia<br />
e sofferta fiducia nel futuro, poi un leggero<br />
www.larici.it<br />
Daniele L. Viganò - L’invisibile visione del <strong>Palazzo</strong> <strong>dei</strong> <strong>Soviet</strong><br />
10<br />
disprezzo verso l’ostentazione e verso quel<br />
“marasma” che si era venuto all’improvviso a<br />
creare.<br />
In questa stagione hanno rinnovato tutto, decorato,<br />
incollato. Nella prossima stagione, ne sono sicuro,<br />
costruiranno. D’autunno, guardando le pentolone con<br />
l’asfalto bollente, che brillano come un fuoco infernale<br />
nelle strade, ho provato un presentimento gioioso.<br />
Costruiranno, nonostante tutto. Forse questa è la fantasia<br />
di un fiducioso moscovita... Ma per me, se lo volete, io<br />
vedo un vero Rinascimento. 11<br />
Il mio cuore era pieno di gioia e di paura. Mosca<br />
incominciava a vivere, era chiaro, ma sarei vissuto io?<br />
Ah, i tempi erano ancora difficili! Non si poteva essere<br />
certi del domani. Ma comunque io e quelli come me<br />
non mangiavamo più granaglie e saccarina. C’era la<br />
carne a pranzo. Per la prima volta in tre anni non avevo<br />
“ricevuto” le scarpe ma le avevo “comprate”; non erano<br />
due volte la mia misura, ma solo un paio di numeri più<br />
grandi. 12<br />
E così Bulgakov descrive le luci e gli svariati<br />
colori della capitale:<br />
Non c’è errore più deleterio che rappresentarsi la grande,<br />
enigmatica Mosca del 1923 come verniciata di un solo<br />
colore. È invece un arcobaleno. Gli effetti di luce sono<br />
stupefacenti. I contrasti sono smisurati. [...] Mosca è un<br />
pentolone, in cui fanno cuocere la nuova vita. [...]<br />
Un’insegna dopo l’altra. Insegne lunghe un metro e<br />
insegne lunghe due metri. La tinta fresca colpisce gli<br />
occhi. E che cosa non c’è, che cosa, su quelle insegne! 13<br />
Infine, affiora un sottile sospetto verso quel<br />
nuovo tipo di società e verso quelle poche<br />
persone che, sotto il sole della NEP, hanno<br />
trovato spazio, affermazione e un’effimera<br />
rinascita.<br />
Ora con le borse <strong>dei</strong> documenti, ora con gli elmi dalla<br />
stella rossa, e ora, a un tratto, sobbalza sui cuscini di<br />
pelle una signora in stola, con un cappellino da cento<br />
milioni comperato sul Kuznetskij Most. E, accanto a lei,<br />
si capisce, un tipo dal berretto sbiadito. Nouveaux riches.<br />
Gente della NEP. 14<br />
Il fervore e il risveglio economico garantito dal<br />
processo di liberalizzazione del mercato e della<br />
parziale privatizzazione degli investimenti,