10 anni di [r]esistenza - Teatro Vascello
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3 – 13 gennaio<br />
In ogni ideologia è presente il ricordo mitologico. L’assassinio primigenio<br />
su cui si fonda il MITO è, probabilmente, il Senso della Conoscenza.<br />
Tutto deve passare dalla vita alla morte per poi rinascere trasformato.<br />
Sta scritto nella natura delle cose. In Hero<strong>di</strong>as, testo mimetico <strong>di</strong> Rocco<br />
Familiari, l’uccisione <strong>di</strong> Giov<strong>anni</strong>, la sua decollazione, simboleggiano la<br />
cancellazione del Femminile? O la sua esaltazione? Perché Hero<strong>di</strong>as e<br />
Salomé appaiono in<strong>di</strong>fese, sbigottite, quasi vittime? Forse Familiari ci<br />
presenta un Doppio <strong>di</strong> inusuale problematicità.<br />
Dal Mito del CAPRO ESPIATORIO a quello della MATERNITÀ.<br />
Una doppia Mitologia, una lotta tra il potere della bellezza femminile e<br />
quello religioso, col potere politico in bilico, nel mezzo, nevroticamente<br />
<strong>di</strong>laniato nella dualità delle scelte. Non c’è o<strong>di</strong>o in Hero<strong>di</strong>as e Salomé,<br />
ma consapevolezza <strong>di</strong> possedere intatto un Simbolo. La forza creatrice<br />
che produce intelligenza, sapere, arte. Tutto il resto è lotta fratricida<br />
dell’Uomo contro l’Uomo. Il meccanismo mimetico è la prima<br />
suggestione introdotta anche scenicamente nella messinscena.<br />
Dove andare a pescare simbologie e Verità inquietanti: nell’Antico?<br />
O non è meglio affogare i personaggi in un presente <strong>di</strong>laniato?<br />
Dove confondere perfi<strong>di</strong>e, abbandoni, crudeltà, slanci d’amore, illusioni,<br />
[ La Fabbrica dell’Attore ] [ La Fabbrica dell’Attore ]<br />
Hero<strong>di</strong>as<br />
<strong>di</strong> Rocco Familiari<br />
con<br />
Manuela Kustermann Hero<strong>di</strong>as, Stefano Santospago Tetrarca,<br />
Ivana Tozzi Salomé, Lorenzo Alessandri Jokanaan, Marco Prosperini<br />
il Consigliere, Massimo Gentili Samson, Francesca Gamba<br />
la schiava giovane, Katerina Olasz la schiava anziana<br />
scene | Maurizio Fiorentini<br />
costumi | Laurence Carchereux<br />
regia Giancarlo N<strong>anni</strong><br />
incubi, atroci bassezze? Giov<strong>anni</strong> ed Erode sono i fratelli-nemici.<br />
Votati alla rivalità dall’opposizione del desiderio e dal desiderio <strong>di</strong><br />
sod<strong>di</strong>sfare l’opposizione. Anche Erode ed Hero<strong>di</strong>as sono congiunti come<br />
Hero<strong>di</strong>as e Salomé, e tra questi specchi il Mito della violenza e del<br />
sacrificio si fa strada e si rivela. Dunque il sacrificio dell’innocenza. In<br />
origine tutti erano contagiati dalla purezza… Senza desideri è il genere<br />
umano.<br />
La mancanza del desiderio muove il mito e crea la necessità <strong>di</strong> un<br />
punto d’arrivo. Decollare… Erodere… Creare ostacoli alla messinscena<br />
del desiderio e allo scandalo che ne consegue.<br />
Il desiderio è nemico della verità, e dunque bisogna farsi scaltri nel<br />
percorso, rimandare a secolari identità, contrapporre il moderno e il<br />
nuovo per mimetizzare il movimento avvolgente che però,<br />
ipnoticamente, fa Storia e Mito…<br />
Non ci si può sottrarre, si può solo procedere nel vuoto dei sentimenti,<br />
degli ideali, degli obiettivi, fare <strong>di</strong> questa avventura un labirinto senza<br />
via <strong>di</strong> uscita. Scavarsi da soli il proprio inferno e lasciarsi andare.<br />
Giancarlo N<strong>anni</strong><br />
Vinzenz e l’amica<br />
<strong>di</strong> uomini importanti<br />
<strong>di</strong> Robert Musil<br />
regia Giancarlo N<strong>anni</strong><br />
con<br />
Manuela Kustermann, Stefano Santospago<br />
5 – 17 marzo (ripresa)<br />
Stagione 90/91