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10 anni di [r]esistenza - Teatro Vascello

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Roma ha dato un contributo particolare allo sviluppo del <strong>Teatro</strong> italiano <strong>di</strong> ricerca,<br />

grazie alla grande vitalità culturale <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> artisti che, già negli <strong>anni</strong><br />

Settanta, hanno animato una stagione <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>naria suggestione creativa.<br />

Da questa esperienza sono nate, in fasi più recenti, situazioni più stabili, ma non<br />

certo per questo «integrate nel sistema» più tra<strong>di</strong>zionale, che sono riuscite a<br />

conquistare un pubblico sempre più vasto e ad alimentare il confronto con la<br />

produzione internazionale. Un posto d’onore in questo ambito spetta, senza<br />

dubbio, al <strong>Teatro</strong> Il <strong>Vascello</strong> che, dal 1989, grazie all’impegno appassionato <strong>di</strong><br />

Giancarlo N<strong>anni</strong> e Manuela Kustermann, è <strong>di</strong>ventato un punto <strong>di</strong> riferimento <strong>di</strong><br />

valore assoluto per l’incontro con i più importanti protagonisti nel campo della<br />

sperimentazione e dell’avanguar<strong>di</strong>a.<br />

Crocevia <strong>di</strong> idee, il <strong>Teatro</strong> <strong>Vascello</strong>, festeggia ora il suo decennale proiettandosi in<br />

avanti, in un rapporto più stretto con la città e con la conferma delle sue scelte<br />

rigorose e della sua costante capacità <strong>di</strong> percepire il nuovo e <strong>di</strong> lasciarsi da esso<br />

coinvolgere. È una realtà <strong>di</strong> cui Roma non può fare a meno e il migliore augurio<br />

per questa festa non può quin<strong>di</strong> che essere l’assunzione <strong>di</strong> un impegno per<br />

proseguire in un percorso culturale che attraverserà il prossimo Millennio con la<br />

sua intelligenza.<br />

[ Gi<strong>anni</strong> Borgna ] Assessore alle Politiche Culturali del Comune <strong>di</strong> Roma<br />

<strong>10</strong> <strong>anni</strong> <strong>di</strong> attività del <strong>Teatro</strong> <strong>Vascello</strong>.<br />

<strong>10</strong> <strong>anni</strong> <strong>di</strong> r<strong>esistenza</strong> alle seduzioni dell’esistente, alla forza dell’ovvio.<br />

Bisognava essere un po’ pazzi e un po’ pirati per aprire <strong>di</strong>eci <strong>anni</strong> fa un teatro a Monteverde, placido<br />

quartiere trasognato e quasi immemore, ancora oggi, <strong>di</strong> trovarsi nella Roma del Duemila. Pazzi perché<br />

il luogo era, come si <strong>di</strong>ce, nel bel mezzo del niente scenico, l’unico cinema, abbandonato da tempo,<br />

era appunto quello rilevato per farci il teatro. Pirati perché per trafficare <strong>di</strong> robe culturali bisogna saper<br />

navigare a vista superando gli scogli burocratici e la pigrizia endemica dei romani, che figurati se<br />

fanno tre passi in più per andare a teatro. Ci voleva, insomma, Giancarlo N<strong>anni</strong>, Peter Pan<br />

dell’avanguar<strong>di</strong>a che già aveva capitanato con Manuela Kustermann le avventure in «cantina» de La<br />

Fede. Ci voleva la sua tempra <strong>di</strong> sognatore <strong>di</strong> altre scene per immaginare un melting pot <strong>di</strong> stili,<br />

generi e linguaggi, che adesso va tanto <strong>di</strong> moda, ma che allora erano pochi a mescolare in cartellone.<br />

L’attacco è fulminante: padrino <strong>di</strong> battesimo del <strong>Vascello</strong> è Kantor, buona stella per un teatro che<br />

nasce sotto il segno della ricerca e della sperimentazione, che ospiterà dal vecchio celebre Living<br />

Theatre ai giovani ribelli Motus. Scommettere sulla danza, poi, che azzardo!<br />

I «profughi» della danza italiana hanno trovato per <strong>anni</strong> un nido aperto al <strong>Vascello</strong>.<br />

Virgilio Sieni, Enzo Cosimi, Adriana Borriello – fra i tanti – sono passati <strong>di</strong> qui. Esor<strong>di</strong>enti e nomi<br />

d’impatto, spettacoli strani e debutti che <strong>di</strong>venteranno cult. Sfogliando i cartelloni passati, trovo quel<br />

Golem, da cui è spiccato il volo <strong>di</strong> cantastorie yid<strong>di</strong>sh, <strong>di</strong> Ova<strong>di</strong>a, l’Amleto dei Raffaello Sanzio che poi<br />

torneranno con la loro folgorante Orestea e il cupissimo Giulio Cesare. Ci sono le atmosfere fiabesche<br />

del <strong>Teatro</strong> del Carretto e la visionarietà dei Marcido, l’allegria sempreverde <strong>di</strong> Alice vista da<br />

Kustermann e N<strong>anni</strong>. È il teatro delle sorprese (qui è stato fatto il primo spettacolo via Internet,<br />

Internautilus) e delle riflessioni (convegni, <strong>di</strong>battiti e anche le quattro chiacchiere, sempre illuminanti,<br />

su teatro e <strong>di</strong>ntorni che mi è capitato <strong>di</strong> scambiare durante le interviste con Giancarlo).<br />

Scegliere un’immagine o uno spettacolo fra i tanti che ho visto qui è <strong>di</strong>fficile, sono legata a tutto<br />

quello che è successo in questo teatro dall’inizio, anche per ragioni anagrafiche: scrivevo da pochi<br />

<strong>anni</strong> quando Il <strong>Vascello</strong> è salpato per la sua avventura e ogni volta che sono salita a bordo, maremoto<br />

o bonaccia incontrata, è stata un’esplorazione intrigante e una conoscenza da mettere a frutto.<br />

Messa alle strette confesserò: nel cuore mi è rimasto il volo dell’Esquisse e il ritorno del Living.<br />

Il resto non è silenzio: ve lo racconterò al prossimo compleanno…<br />

[ Rossella Battisti ]

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