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DUE CHIACCHIERE DEL GIORNALAIO – Un capodanno memorabile con lo zio<br />
d’America<br />
Accanto alla “Grande Mela” vi è un quartiere diverso: la “Mela Marcia”…<br />
Già, ho anch’io uno<br />
zio in America e per le<br />
feste sono andato a<br />
trovarlo. No, non è<br />
come nei film dove la<br />
categoria “zii in<br />
America” corrisponde<br />
a fortuna, denaro, successo… no, per quello<br />
bastava andare da alcuni dirigenti d’affari a<br />
Parma; mio zio è uno che in America ha trovato<br />
solo una grande fame; ha sempre bisogno di<br />
soldi ed ogni tanto qualcuno <strong>del</strong>la famiglia glieli<br />
va a portare. Quest’anno è toccata a me. Egli<br />
vive un poco ai margini <strong>del</strong>la città di New York o<br />
come viene chiamata, la “Grande Mela”: si trova<br />
nella famoso quartiere <strong>del</strong>la “Mela Marcia”. E’<br />
un posto accogliente e simpatico, le baracche<br />
sono colorate, la grandine risuona allegra sui tetti<br />
di lamiera, e le fogne a cielo aperto sono<br />
abbastanza visibili, per cui non ti sporchi tanto se<br />
ci vai di giorno. Quando sono arrivato alla sua<br />
catapecchia mi aspettava; l’ho intravisto che<br />
faceva capolino tra i vetri spezzati e bisunti<br />
<strong>del</strong>l’unica finestra. Appena mi sono avvicinato è<br />
sparito di corsa ed è rimasto solo un buco coperto<br />
di scotch di plastica. Siccome una volta faceva<br />
l’attore, già mi immaginavo la scena che mi<br />
aveva preparato: (gli piace fare la vittima)<br />
sdraiato sul letto, sguardo perso verso il vuoto…<br />
voce drammatica…. In effetti appena entrato lo<br />
vidi subito sul letto, ma era stranamente<br />
sorridente e sventolava una lettera. -Ciao nipote!<br />
Guarda! Mi ha scritto Maria!! E voi che<br />
dicevate che mi dovevo rassegnare, visto che mi<br />
ha scritto?-<br />
Quando lui era ancora in Italia, Maria era<br />
un’aspirante stellina <strong>del</strong>lo striptease, che<br />
arrotondava facendo la truccatrice dietro le<br />
quinte alla Scala di Milano. Quando si conobbero<br />
lei non gli disse la verità ma si fece credere una<br />
star e gli fece qualche complimento tanto per non<br />
restare sola in una sera d’inverno. <strong>Il</strong> fatto è che il<br />
povero zio credette ogni cosa; persino che lei<br />
recitasse stabilmente al Metropolitan di New<br />
York. Così quando quella mattina si ritrovò da<br />
solo nella stanzetta, non capì di essere stato<br />
abbandonato da una aspirante spogliarellista che<br />
si era tolta uno sfizio con lui, ma pensò che lei<br />
era dovuta partire in fretta per il suo lavoro in<br />
2<br />
America. Per questo chiese a tutti noi <strong>del</strong>la<br />
famiglia dei soldi, comprò il biglietto e partì alla<br />
sua ricerca. Poi finì in questo stato.<br />
-Vedi nipote?- Continuò lo zio tendendomi la<br />
lettera -… ci credi ora?-<br />
Presi il foglio e cominciai a leggere.<br />
-Allora nipote, che ne pensi?-<br />
Mio zio era ancora abbastanza giovane. Se non<br />
fosse stato per la barba unta che si confondeva<br />
coi capelli sporchi, qualche dente mancante e i<br />
vestiti da accattone, poteva anche sembrare<br />
umano. Mi guardava con gli occhi tondi dei<br />
bambini quando mi chiedono all’edicola: “E’<br />
uscito Topolino?” Avevo il foglietto tra le mani,<br />
troppo simile ad alcune carte che erano sul<br />
ripiano dietro di lui… anche la calligrafia la<br />
riconoscevo… in tasca avevo ancora la sua<br />
lettera con le indicazioni per la strada… era la<br />
sua stessa calligrafia. Povero zio si era scritto da<br />
solo! Ma perché? Forse davvero gli mancava<br />
qualche venerdì.<br />
-Già- mentii -bella lettera. Sono contento.-<br />
Posai il pacchetto con il cibo che avevo con me<br />
su una sedia; ci misi sotto <strong>del</strong>le banconote e feci<br />
per alzarmi. -Ma dove vai nipote? Vuoi passare<br />
in questo quartiere di notte? Fermati con me<br />
stasera, festeggeremo insieme il nuovo anno!-<br />
-Va bene zio. Con piacere- dissi.<br />
Alla “Mela Marcia” quand’era buio ognuno<br />
restava chiuso nella sua baracca per paura che<br />
una volta uscito qualcun altro vi entrasse e ne<br />
diventasse il padrone. A mezzanotte non<br />
succedeva niente perché nessuno aveva<br />
l’orologio; poi più che festeggiare un anno nuovo<br />
c’era la preoccupazione <strong>del</strong> giorno dopo, dove<br />
non sapevi se avresti trovato da mangiare oppure<br />
no.<br />
Mentre alla luce di una lanterna a petrolio<br />
masticavamo <strong>del</strong>la frutta secca, mio zio mi<br />
osservava attentamente, poi mi disse: -Ascolta<br />
nipote!- <strong>Il</strong> tono era diverso, nessun vittimismo,<br />
nessun melodramma; mio zio era serio e<br />
lucidissimo: -So che tu hai studiato, sei uno che<br />
sta in mezzo ai libri…-<br />
-Faccio solo il giornalaio zio-<br />
-Beh è lo stesso, leggi, ti informi, hai degli ideali,<br />
mi ricordi com’ero io alla tua età… conosci, sai<br />
tante cose… come sai che la lettera di Maria è<br />
inventata…-