Untitled - The Vampire Inside

presa drogandosi, ma non di recente, perché non vedeva segni di
ago sulle vene. Forse una trasfusione di sangue. E poi c'era sempre il
modo più ovvio: il sesso. A ogni modo, la guardò con un po' di
dispiacere. Era una ragazzina così adorabile, in procinto di appassire
sul ramo ancora prima di sbocciare veramente. Quella era la più
grande tristezza della vita, quella meno comprensibile.
«Non mi sento dispiaciuta per me», disse Donata. «Sono giunta ad
accettare questa situazione. Ho poco tempo a disposizione. Per
questo, mi rifiuto di perdere tempo in stronzate. Vedi? La
prospettiva chiara della fine porta a comprendere la verità».
Qualcosa in quella affermazione profondissima lo colpì. Lo fece
sussultare, come se l'universo si fosse squarciato e ne fosse filtrato
qualcosa d'inatteso. Qualcosa che non poteva vedere, toccare,
assaporare, odorare o ascoltare, ma che poteva comunque sentire.
Al momento non gli era chiaro cosa fosse, ma sentiva per istinto che
si sarebbe rivelato.
«Vedo tanta disperazione in te. Ma Karl, nulla è davvero brutto
come sembra».
Karl si allontanò da lei. «In condizioni normali, sarei d'accordo
con te».
«Hai una mente scientifica», disse lei, sorprendendolo ancora una
volta, perché lui non aveva ancora detto nulla in proposito che
potesse fornirle quella informazione. «Conosci gli atomi?»
«Certamente».
«I loro componenti, protoni, neutroni...».
«Sì, ma mi sorprende che tu conosca cose simili».
«Perché sono una donna?»
«Perché sei talmente giovane». Si domandò se non fosse stato sulla
terra per troppo tempo, senza vedere con chiarezza le persone, dal
momento che non si era interessato molto ai mortali e ai loro
comportamenti per moltissimo tempo.
Un improvviso impulso di fame lo colse. Avrebbe dovuto nutrirsi
presto. Ormai in cielo la luce doveva aver cominciato a insinuarsi.
Inoltre aveva bisogno di tempo per tornare al suo hotel sulla riva