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Untitled - The Vampire Inside

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morte era il grande ignoto: l'aveva appreso dal catechismo. La morte<br />

avrebbe dovuto essere l'esperienza che permetteva all'anima di<br />

abbandonare il suo stato d'incarnazione - il corpo è soltanto un<br />

guscio dopotutto - e cominciare a viaggiare per tornare nel posto da<br />

dove era venuta. Il luogo eterno dove in qualche modo si sarebbe<br />

ancora una volta mescolata al divino, che fosse il paradiso, o un<br />

altro livello. Si era aspettato di vedere realmente una qualche<br />

espressione fisica dell'anima mentre questa lasciava il corpo. Ma<br />

nonostante tutti i casi ai quali aveva assistito, doveva ancora<br />

osservare un simile fenomeno.<br />

Molti di coloro che aveva visto da dottore erano forme contorte<br />

e distorte. Vecchi che raggiungevano uno stato catatonico, con i<br />

corpi ormai quasi ridotti a scheletri, il loro unico desiderio, se erano<br />

capaci di esprimerlo, era di essere liberati.<br />

Oltre ai vecchi, c'erano i giovani, vittime delle malattie o di<br />

incidenti, che si sforzavano e combattevano e, ciononostante,<br />

perivano. Ancora una volta si era aspettato qualcosa di più di uno<br />

sguardo tormentato o sereno sul volto, oppure un ghigno fisso che il<br />

rigor mortis aveva fissato per un po' di tempo fino a quando il corpo<br />

non era stato nuovamente molle.<br />

Dov'era quel corpo sottile, il corpo spirituale del quale aveva<br />

appreso l'esistenza? Dov'era quel tunnel di bianca luce divenuto<br />

ormai popolare nell'ultima parte del ventesimo secolo? Le poche<br />

esperienze di prossimità alla morte delle quali aveva letto<br />

sembravano così banali da fargli chiedere se non si trattasse di<br />

allucinazioni causate durante lo stato di coma dalle forti luci degli<br />

ospedali oppure se questi soggetti non avessero letto l'uno le<br />

esperienze dell'altro. In realtà quelle storie sembravano<br />

sospettosamente simili alle cronache di rapimenti alieni, e sapeva che<br />

qualcuno avrebbe affermato che le somiglianze derivavano dal fatto<br />

che noi tutti siamo figli degli alieni. Forse aveva letto troppa<br />

fantascienza. Forse la sua mente scientifica lo rendeva semplicemente<br />

più scettico dell'essere umano medio.<br />

Quello che lo disturbava maggiormente, quello su cui si era<br />

arrovellato per diverso tempo, era il fatto che sembravano non<br />

esservi prove tangibili dello spirito. Lui voleva credere. Avrebbe reso

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