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Anno II - marzo 2007 - Oneness Meditation Center Treviso

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Se questo è un<br />

Imperatore<br />

marco aurelio, vissuto nel ii secolo dopo cristo, è<br />

poco conosciuto come filosofo, ancor meno come mistico.<br />

ma, come tanti “colleghi” pensatori, ha realizzato<br />

importanti verità. leggere per credere.<br />

La parola “filosofo”, deriva dal<br />

greco e indica “colui che ama la<br />

saggezza”. Molti filosofi antichi, in<br />

realtà, sono più di questo: tra loro ci<br />

sono veri e propri mistici che hanno<br />

compreso la natura delle cose, che<br />

hanno avuto un incontro diretto<br />

con la Verità o, per usare un linguaggio<br />

a noi più vicino, che si sono risvegliati.<br />

E, per dirla con le parole di<br />

Eraclito, «i risvegliati hanno un mondo<br />

in comune. Coloro che dormono hanno<br />

ciascuno un proprio mondo».<br />

A Socrate, Eraclito o Pitagora, per citare<br />

i più famosi, si dedicano poche<br />

pagine sui libri di scuola: in realtà si<br />

tratta di maestri di vita, di saggi che<br />

hanno moltissimo da trasmettere anche<br />

a noi, al giorno d’oggi. Di Eraclito<br />

di solito ricordiamo la storiella<br />

del “non ci si può immergere due volte<br />

nello stesso fiume”, e magari ci piace,<br />

ma spesso non andiamo oltre... Di<br />

Socrate c’è la splendida affermazione<br />

fatta dopo che l’oracolo di Delfi<br />

lo ha proclamato l’uomo più saggio,<br />

“so solo di non sapere”. Pitagora resta<br />

pressoché sconosciuto: di solito si<br />

pensa a lui come a un matematico,<br />

ignorando che la setta esoterica da<br />

lui fondata era la culla di un sapere<br />

profondo. Stiamo parlando di veri e<br />

propri mistici, quindi molto più che<br />

pensatori.<br />

Osho, maestro spirituale che ha diffuso<br />

il sapere forse più di ogni altro,<br />

ha dedicato due serie di discorsi ai<br />

Versi aurei di Pitagora e ai Frammenti<br />

di Eraclito, e ha citato molto spesso<br />

Socrate. È stato grazie a lui che ho<br />

riscoperto il racconto che Platone fa<br />

della morte del suo maestro, Socra-<br />

di Satyam<br />

te appunto. Invito a trovare un’edizione<br />

tra le tante in commercio del<br />

Fedone: bastano le pagine finali per<br />

capire con chi abbiamo a che fare. Il<br />

racconto narra di Socrate, che beve<br />

la cicuta - il veleno preparato dai<br />

giudici che lo hanno condannato a<br />

morte - e con frasi bellissime esorta i<br />

suoi discepoli a non preoccuparsi per<br />

il suo corpo. Dopo aver detto quanto<br />

sarebbe stolto voler prolungare<br />

di poche ore la sua vita, prosegue<br />

così: «Non riesco, o amici, a persuadere<br />

Critone che io sono questo Socrate che vi<br />

parla... Ma egli crede che io sia quello che<br />

vedrà tra poco tempo e mi chiede come<br />

deve seppellirmi».<br />

Se i più famosi, come Socrate,<br />

Eraclito e Pitagora, sono almeno<br />

sulla bocca di tutti, che dire di altri<br />

filosofi-mistici davvero trascurati,<br />

come Cornelio Fronto, Junius Rusticus,<br />

Seneca, Giovenale, Epitteto o<br />

Marco Aurelio? Vorrei soffermarmi<br />

ora su quest’ultimo, conosciuto dai<br />

più come imperatore romano del <strong>II</strong><br />

secolo d. C. In pochi sanno che è<br />

stato allievo o estimatore dei grandi<br />

filosofi citati prima e, come e più di<br />

loro, fonte di inestimabile saggezza.<br />

Osho, che definisce Marco Aurelio

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