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Funzioni e competenze della Polizia Giudiziaria nella raccolta delle ...

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Tesi di dottorato in Scienze <strong>della</strong> Governance e Sistemi complessi - XXI ciclo - Dott. Anna Bussu<br />

<strong>Funzioni</strong> e <strong>competenze</strong> <strong>della</strong> <strong>Polizia</strong> <strong>Giudiziaria</strong> <strong>nella</strong> <strong>raccolta</strong> <strong>delle</strong> dichiarazioni probatorie.<br />

suggestionabilità è comunque una caratteristica individuale. Uno dei massimi<br />

studiosi <strong>della</strong> suggestione è Gudjonsson (1984), il quale ha studiato la reazione<br />

<strong>delle</strong> persone a setting e questioning suggestivi. Diversi sono gli studi che hanno<br />

cercato di stabilire la relazione tra suggestionabilità, compiacenza (il bisogno di<br />

piacere e la necessità di evitare il conflitto con persone percepite autorevoli, tipica<br />

<strong>delle</strong> persone con un livello basso di autostima) e acquiescenza (necessità di<br />

rispondere in maniera coerente alla domanda posta).<br />

Se suggestionabilità e compiacenza non hanno un alto livello di correlazione, ne<br />

esiste una significativa tra suggestionabilità e compiacenza. La compiacenza appare<br />

molto legata alle abilità intellettuali. I minori chiaramente più sono piccoli più sono<br />

facilmente suggestionabili, per esempio nel caso di un interrogatorio incalzante (De<br />

Leo, Scali, Caso, 2005).<br />

Chiaramente la suggestione non è un problema che concerne solamente la<br />

testimonianza dei minori, categoria indubbiamente più vulnerabile e sensibile,<br />

come abbiamo visto, a questo “meccanismo”, ma anche degli adulti.<br />

Nell’ interrogatorio, condotto dal PM o dalla PG, ma in egual modo durante il<br />

processo, quando le stesse Forze dell’Ordine possono essere chiamate a<br />

testimoniare, è facile che vengano, volutamente o meno, poste le cosiddette<br />

“misleading questions”, domande inducenti o fuorvianti. Questa tipologia di<br />

quesito prevede l’inserimento di elementi/informazioni che non corrispondono alla<br />

realtà e che possono causare effetti di distorsione sulla memoria, in merito a<br />

situazioni realmente vissute (Varendonck, 1911; Mazzoni, 2003).<br />

Questa “attitudine” in occasione <strong>della</strong> testimonianza è stata definita dagli<br />

studiosi inglesi interrogative suggestibility, costrutto validato dallo stesso Gudjonsoon<br />

(1984) che ha evidenziato come facilmente un individuo possa inserire nel proprio<br />

reato, per es. nell’esperienza di vittima o testimone di un reato, elementi<br />

importanti, non realmente presenti perché suggeriti o indotti da chi ha posto la<br />

domanda. L’autore ha predisposto uno strumento per capire in che misura una<br />

persona possa resistere o sia particolarmente vulnerabile ai suggerimenti che<br />

caratterizzano molti degli interrogatori <strong>delle</strong> Forze dell’Ordine .<br />

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