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Fig. 1<br />

Nodo semplice.<br />

5. Nodi, punti e suture<br />

su ciascuna delle due estremità, ovvero con un<br />

angolo fra di esse di 180°.<br />

Quest’ultimo accorgimento riduce al minimo il<br />

rischio di lacerazione dei tessuti e risulta di particolare<br />

importanza nell’allacciamento emostatico<br />

dei peduncoli vascolari. Riguardo alla formazione<br />

dei nodi in profondità, non essendo possibile<br />

tirare i capi del filo in direzione opposta sul<br />

piano orizzontale, lo si fa sul piano verticale, formando<br />

l’intreccio del nodo all’esterno della cavità<br />

e spingendolo verso il basso fino al tessuto da<br />

legare, mentre la mano opposta tira delicatamente<br />

l’altro capo del filo verso la superficie. Al<br />

fine di eseguire la manovra correttamente, il chirurgo<br />

deve portare le proprie mani al paziente e<br />

evitare di tirare a sé i tessuti.<br />

Il nodo va chiuso in modo che, al termine dell’annodamento,<br />

ciascuno dei due capi del filo si<br />

trovi dalla parte opposta alla ferita rispetto a<br />

prima dell’annodamento stesso. Qualora il senso<br />

di chiusura dell’annodamento non venga rispettato<br />

si possono verificare la rottura del filo o lo<br />

scivolamento e l’apertura del nodo.<br />

A seconda del tipo di filo, e in particolare del<br />

materiale di cui è costituito, varia il numero di<br />

nodi che garantisce la tenuta del punto: 3 nodi<br />

semplici sono sufficienti nel caso dei fili naturali,<br />

mentre i fili sintetici ne richiedono almeno 5.<br />

Ogni nodo semplice successivo al primo, rispet-<br />

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