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IL CALITRANO<br />
periodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni<br />
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB - Firenze 1<br />
ANNO XXXI - <strong>NUMERO</strong> <strong>48</strong> (<strong>nuova</strong> serie) SETTEMBRE-DICEMBRE 2011<br />
CENTRO STUDI CALITRANI<br />
Via Pietro Nenni, 1 - 83045 Calitri (AV)<br />
www.ilcalitrano.it<br />
ISSN 1720-5638
IN COPERTINA:<br />
Calitri, 31.08.2011 processione di Santa Lucia.<br />
La nota chiesetta situata fuori paese, fa<br />
da cornice a tutta la valle dell’Ofanto con un<br />
particolare panorama ed è meta di moltissimi<br />
cittadini devoti. Inoltre, da qui si gode una vista<br />
quasi completa della nostra cittadina. <strong>Il</strong> rituale<br />
religioso prevede il trasporto della statua<br />
da parte di giovani ragazze (originariamente<br />
con l’abito da sposa, simbolo di purezza)<br />
proprio perché ricorre la festa dei giovani.<br />
<strong>Il</strong> 13 dicembre ricorre la festività di Santa<br />
Lucia come protettrice della vista ed in<br />
quell’occasione, molti anni orsono, c’era una<br />
gara fra cacciatori per aggiudicarsi il tacchino<br />
(veccia); i numerosi giovani giocavano sulla<br />
sciula (scivolo) in prossimità della chiesetta.<br />
(Foto Michele Cicoira)<br />
IN QUESTO <strong>NUMERO</strong><br />
Un nuovo protagonismo<br />
di A. Raffaele Salvante 3<br />
Premio per il maestro<br />
orafo calitrano<br />
Luciano Capossela<br />
della prof.ssa Brigida Di Leo 4<br />
Personaggi<br />
Giovanni Acocella, medico<br />
di A. Raffaele Salvante 5<br />
La vostra voce 6<br />
<strong>Il</strong> cestaio<br />
di Francesco Gallucci 6<br />
Gli anni che verranno<br />
della dott.ssa Angela Toglia 7<br />
La voce delle case chiuse<br />
del dott. Marco Bozza 8<br />
Ricordare per capire<br />
del prof. Gerardo Melaccio 9<br />
Marianna di Muro<br />
del prof. Pietro Cerreta 16<br />
Campagna di Guerra<br />
sul fronte russo<br />
di Francesco Cialeo<br />
a cura di Gerardo Melaccio 18<br />
LA NOSTRA BIBLIOTECA 19<br />
DIALETTO E CULTURA POPOLARE 20<br />
SOLIDARIETÀ COL GIORNALE 21<br />
MOVIMENTO DEMOGRAFICO 22<br />
REQUIESCANT IN PACE 23<br />
AUGURI PER IL<br />
SANTO NATALE<br />
2011<br />
Signore donaci una <strong>nuova</strong><br />
generazione di giovani capaci<br />
di portare le proprie<br />
responsabilità in ogni ambito<br />
della vita pubblica.<br />
IL CALITRANO<br />
ANNO XXXI - N. <strong>48</strong> n.s.<br />
Periodico quadrimestrale<br />
di ambiente - dialetto - storia e tradizioni<br />
dell’Associazione Culturale “Caletra”<br />
Fondato nel 1981<br />
Sito Internet:<br />
www.ilcalitrano.it<br />
E-mail:<br />
info@ilcalitrano.it<br />
Creato e aggiornato gratuitamente<br />
da ITACA www.itacamedia.it<br />
Direttore<br />
Martina Salvante<br />
Direttore Responsabile<br />
A. Raffaele Salvante<br />
Segreteria<br />
Michela Salvante<br />
Direzione, Redazione,<br />
Amministrazione<br />
83045 Calitri (AV) - Via Pietro Nenni, 1<br />
Tel. 328 1756103<br />
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dei singoli autori, i quali se ne<br />
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Chiuso in stampa il 30 novembre 2011
N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011 IL CALITRANO<br />
UNA NUOVA GENERAZIONE<br />
CHE SIA ESPRESSIONE AUTENTICA DEL BENE COMUNE<br />
UN NUOVO PROTAGONISMO<br />
Non più vittime della rassegnazione, della violenza e dello sfruttamento, ma impegnati nel confronto,<br />
nella condivisione dell’impegno, fiduciosi in un arricchimento reciproco per il bene di tutti.<br />
no dei tratti qualificanti del nostro<br />
U tempo è certamente il cambiamento<br />
sociale, caratterizzato dalla celerità, dalla<br />
complessità e dalla universalità, fattori<br />
che si riversano sugli stili di vita e sui<br />
modelli culturali, senza dimenticare<br />
quella drammatica e moderna mobilità<br />
umana generata dal sopruso, dall’ingiustizia,<br />
dall’indigenza e dalla fame; in<br />
questa confusione e in questo marasma<br />
della società odierna la maggior parte<br />
degli uomini è infastidita e irretita da<br />
maldicenze, ire, invidie, malvagità, gelosie<br />
miste a rancore.<br />
La nostra attuale riflessione si colloca nel<br />
contesto del mondo globalizzato, bisognoso<br />
di un “nuovo cammino” per un<br />
autentico sviluppo umano e al tempo<br />
stesso entro quella prospettiva unitaria e<br />
solidale da tutti auspicata perché la nostra<br />
terra possa riprendere a crescere a<br />
servizio del bene comune e al tempo stesso<br />
sia occasione di collaborazione cordiale<br />
e di dialogo fecondo e fattivo tra<br />
tutti coloro che hanno a cuore lo sviluppo<br />
del nostro Paese, condividendo quei valori<br />
fondamentali che permettono di cercare<br />
il bene dell’uomo, di ogni uomo.<br />
La società civile sempre più consapevole<br />
di poter cambiare gradualmente una<br />
mentalità e una situazione da troppo tempo<br />
consolidate, deve darsi un nuovo slancio<br />
e un nuovo ardore, nuove occasioni,<br />
nuovi contenuti su cui insistere, nuovi<br />
metodi e strumenti; deve essere una <strong>nuova</strong><br />
occasione di rinascita, di rinnovata<br />
consapevolezza e di un più generoso impegno<br />
nella storia.<br />
<strong>Il</strong> numero dei partiti e partitini e la loro<br />
logorroica litigiosità ci convince di quanto<br />
sia difficile, faticoso e lento il passaggio<br />
ad una democrazia più compiuta, a<br />
questo vanno aggiunti i vari processi di<br />
globalizzazione che in pratica demoliscono<br />
la forma di Stato fondata sul vecchio<br />
principio di sovranità, che comporta<br />
la lenta, continua ed inesorabile perdita<br />
di controllo, da parte dello Stato, di settori<br />
molto importanti, col fondato rischio<br />
che al potere politico si sostituiscano<br />
altri poteri nel “colonizzare” la so-<br />
cietà civile, come ad esempio, il potere<br />
economico, quello dei mass media o<br />
quello della magistratura.<br />
A questi reali condizionamenti va aggiunto<br />
il non meno grave pericolo di<br />
chiusure particolaristiche e localistiche,<br />
che vanno respinte con forza, anche<br />
se – spesso – denunziano l’esistenza<br />
di situazioni di malessere. Anche la stessa<br />
politica viene vista più come funzionale<br />
alla competizione economica che<br />
come entità che ne stabilisce le regole:<br />
pure la questione ecologica va assumendo<br />
accenti di particolare gravità.<br />
Non basta, perciò, limitarsi a demonizzare<br />
la casta parlamentare, regionale o<br />
provinciale, ma occorre, in particolare,<br />
interrogarsi sulla nostra situazione locale<br />
se vogliamo costruire una società<br />
civile più umana con una profonda ridefinizione<br />
delle relazioni tra persona e cittadino,<br />
tra libertà e responsabilità, tra<br />
uguaglianza e differenze, nella sfera privata<br />
e in quella pubblica.<br />
Invece, dobbiamo calarci nella realtà<br />
concreta del nostro vivere quotidiano a<br />
difesa dei valori fondamentali quali dignità<br />
della vita umana, libertà e uguaglianza<br />
di tutti i cittadini, rispetto della<br />
persona e la promozione dei suoi diritti e<br />
dei “suoi doveri” sia come singolo, che<br />
come membro della società.<br />
Questa “analisi dei bisogni” approfondita,<br />
continuata e partecipata,è lo strumento<br />
che permette non solo di individuare i<br />
vincoli strutturali momentaneamente non<br />
superabili, ma anche gli strumenti e le<br />
risorse attivabili, individuali e comunitarie,<br />
per superare la nostra sempre più<br />
grave situazione locale.<br />
Quasi tutte le amministrazioni comunali,<br />
nonché varie Istituzioni, navigano in<br />
grosse difficoltà finanziarie e a loro discolpa<br />
usano il solito, trito e falso ritornello<br />
“non ci sono quattrini”, perché<br />
tutti aspettiamo – con le braccia conserte<br />
– la manna dal cielo, le sovvenzioni<br />
del Governo, i finanziamenti della UE<br />
ecc. e mai ci sfiora la considerazione che<br />
in ogni amministrazione ci sono pensionati<br />
con relativa pensione, liberi profes-<br />
3<br />
sionisti con lauti guadagni ecc. ed in alcune<br />
ci sono, addirittura, le trasferte con<br />
relativa diaria: tutte cose da far accapponare<br />
la pelle: perché nessuno devolve<br />
il proprio emolumento (o una parte di<br />
esso) nelle casse comunali? (Ad Orvieto<br />
è stato eliminato lo stipendio al sindaco<br />
e agli assessori).<br />
Solo allora potranno vantarsi di essere<br />
“al servizio” dei cittadini e soltanto così<br />
i cittadini avrebbero la testimonianza reale,<br />
concreta di avere eletto delle persone<br />
che, con sacrificio, con vera dedizione<br />
si sono messe a disposizione degli altri.<br />
Quale vuol essere il significato di queste<br />
nostre proposte, che non sono nuove perché<br />
già esplicate – privatamente – negli<br />
anni scorsi, ma le battaglie per la vita e i<br />
valori più alti del vivere civile non possono<br />
avere bandiere ideologiche se condotte<br />
a favore di tutti e se vogliamo tradurle<br />
in fatti concreti e non solo in chiacchiere<br />
che, quasi sempre, lasciano il tempo<br />
che trovano.<br />
Contro ogni tentazione di torpore e di<br />
inerzia, abbiamo il dovere e la responsabilità<br />
di insistere sui cambiamenti che<br />
sono possibili, senza attendere da altri<br />
ciò che dipende da noi contrastando<br />
ogni forma di rassegnazione, di vantaggio<br />
o convenienza personale.<br />
La società civile avverte l’urgenza di<br />
questa testimonianza che deve venire<br />
dall’alto, con sincero senso di responsabilità<br />
e quale attesa di novità per una<br />
speranza che guardi con fiducia al futuro,<br />
perché soltanto con sacrificio, con abnegazione<br />
si può realizzare quel cambiamento<br />
da tutti auspicato, capace di riscattare<br />
un atavico retaggio di servitù.<br />
Ci auguriamo, vivamente, che alle prossime<br />
elezioni ci sia una lista composta<br />
da persone che sappiano responsabilmente<br />
rinunziare anticipatamente al<br />
proprio emolumento a favore di una<br />
cassa comune, al servizio della cittadinanza<br />
tutta.<br />
Questa sarebbe una vera rivoluzione!<br />
E forse una soluzione a tanti problemi.<br />
A. Raffaele Salvante
IL CALITRANO N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011<br />
È CALITRANO L’ORAFO EMERGENTE<br />
PIÙ QUOTATO D’ITALIA<br />
unedì 10 ottobre 2011, Luciano Ca-<br />
L possela, Maestro orafo di Calitri, ha<br />
vinto il Premio Jacopo da Trezzo 2011,<br />
con l’opera intitolata “Alla Madre della<br />
Patria”, a conclusione della Mostra<br />
“I Maestri del Gioiello – 3ª esposizione<br />
di artigianato orafo artistico di Eccellenza”<br />
– Palazzina Liberty, Largo Marinai<br />
d’Italia a Milano. Durante l’evento, il<br />
pubblico ha potuto ammirare i modelli e<br />
le lavorazioni uniche e creative proposte<br />
da Capossela la cui originalità e bravura è<br />
stata premiata con la vittoria del premio<br />
“Jacopo da Trezzo” conferitogli da una<br />
giuria di esperti. <strong>Il</strong> tema del concorso era<br />
“Un gioiello per una donna del Risorgimento<br />
Italiano - Dai valori del Risorgimento<br />
fino ad oggi, un gioiello per donne<br />
intraprendenti di ogni tempo” e Capossela<br />
ha creato il gioiello “Alla Madre della<br />
Patria”. Si tratta di un bracciale in oro<br />
18 Kt, perle Akoya, ceramica smaltata e<br />
policromata, realizzato con la tecnica della<br />
microfusione a cera persa. In particolare,<br />
si nota che la scultura in oro 18 Kt<br />
rappresenta una donna gravida, una madre;<br />
ella è adagiata su un letto di ceramica<br />
e terracotta che simboleggia la terra<br />
d’Italia, smaltata e policromata. Smalti<br />
dal colore verde bianco e rosso si fondono,<br />
cercano di prendere posto ancora indefiniti<br />
a dare il senso di una realtà che si<br />
sta formando alle sue spalle, grazie al<br />
contributo della madre. Un contributo dato<br />
anche dalle perle che lei abbraccia,<br />
coccola e tiene uniteÅc “i suoi figli”.<br />
L’artista è stato premiato da Franco<br />
D’Alfonso, assessore al Turismo<br />
e alle Attività Produttive del Comune<br />
di Milano, convinto che<br />
«I gioielli del Capossela sono arte.<br />
Arte da indossare. E l’arte non è<br />
mai ripetitiva. Ogni sua opera ha<br />
una storia, un messaggio nascosto<br />
da svelare, un messaggio che non<br />
è mai lo stesso». Probabilmente a<br />
questo pensava anche Luciano<br />
Capossela quando per la prima<br />
volta, nel 2000, ha partecipato ad<br />
una lezione-prova dell’Accademia<br />
delle Arti Orafe di Roma e ha dato<br />
vita al suo primo pezzo in argento.<br />
Classe 1981, originario di Calitri,<br />
un piccolo paese in provincia di<br />
Avellino che ospita oggi il suo la-<br />
della prof.ssa Brigida Di Leo<br />
Luciano Capossela - Vincitore Premio<br />
Jacopo da Trezzo 2011.<br />
boratorio, Luciano Capossela ha dedicato<br />
la sua vita all’arte e a un amore smodato<br />
per la storia dell’arte, un amore racchiuso<br />
in ogni singolo pezzo creato dal maestro<br />
orafo. Non gioielli, ma piccole sculture<br />
che narrano di storie antiche, che ricordano<br />
i monili etruschi e riportano in vita<br />
la mitologia greco-romana riletta in chiave<br />
moderna, ma anche la lirica e gli episodi<br />
della Genesi. La predilezione per<br />
l’oro giallo si accosta all’uso di un mate-<br />
Luciano Capossela - Alla Madre della Patria.<br />
4<br />
riale non convenzionale, la ceramica a<br />
terzo fuoco smaltata e policromata. La<br />
preziosità del metallo, non banalmente<br />
levigato, dà vita ad un coinvolgente gioco<br />
di volumi che accoglie pietre, perle, corallo<br />
e avorio fossile. Oggi, la carriera di<br />
questo giovane scultore dell’oro è tutta<br />
in discesa e già costellata da importanti<br />
conquiste. Nel 2010 infatti Capossela si è<br />
aggiudicato il primo posto al IV Salone<br />
Internazionale del Gioiello d’Arte, ricevendo<br />
il Premio del Pubblico a Cassano<br />
d’Adda, Milano, nella Villa Borromeo.<br />
Una mostra che mette assieme un gran<br />
numero di artisti e che ha visto trionfare<br />
nel 2010 proprio Luciano Capossela. Un<br />
momento importante nella carriera del<br />
maestro orafo che ha visto la sua consacrazione<br />
con l’esposizione dei suoi<br />
gioielli presso la Galleria d’Arte Orafa<br />
di Maria Pia Palmieri in Corso Garibaldi<br />
a Milano. Una serie di successi mietuti in<br />
pochi anni che hanno fatto sì che il talento<br />
di questo giovane orafo varcasse i confini<br />
nazionali per approdare a Londra, lo<br />
scorso luglio, agli UK Jewellery Awards<br />
2011, come finalista. <strong>Il</strong> più prestigioso<br />
premio d’arte orafa, considerato come<br />
l’Oscar del gioiello. Vittorie che sono solo<br />
la punta dell’iceberg di una carriera<br />
che non prevede battute d’arresto e che<br />
ha in serbo l’esposizione del gioiello vincitore<br />
del Premio Jacopo da Trezzo 2011<br />
dal 9 al 26 gennaio 2012 nella Galleria<br />
Vittorio Emanuele in Piazza Duomo a<br />
Milano. Si potrebbero spendere innumerevoli<br />
parole sul lavoro eclettico di questo<br />
giovane artista ma basterà ricordare<br />
il monile intitolato “La mia<br />
Aida”, realizzato per Katia Ricciarelli,<br />
un gioiello che ripercorre<br />
l’ultimo atto della parabola di vita<br />
e di morte dei due protagonisti<br />
verdiani, Radamès e Aida, lo<br />
scontro tra l’esercito egiziano e<br />
quello etiope, che celebra i preziosi<br />
monili dell’arte etrusca sottolinea<br />
ancora una volta il connubio<br />
tra innovazione e tradizione<br />
che contraddistingue l’artigianato<br />
di Luciano Capossela.<br />
Per informazioni:<br />
www.caposselacreazioni.it<br />
Sara Serraiocco – Critico d’arte
N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011 IL CALITRANO<br />
Giovanni ACOCELLA nato il 04 giugno<br />
1928, da Giulio e da Vincenzina<br />
Sacchitella a Zara, dove il padre dal<br />
1925 era direttore delle scuole italiane. È<br />
doveroso che, soprattutto a Calitri, si renda<br />
omaggio ad un conterraneo che ha<br />
onorato la terra d’Irpinia con la sua<br />
straordinaria vitalità culturale, ricca di<br />
stimoli e di curiosità, assistito da originali<br />
intuizioni, dotato di una intelligenza<br />
mobilissima e spiazzante, di una vivacità<br />
dischiusa ad ogni avventura intellettuale<br />
e di una straordinaria umanità sollecita<br />
e insieme generosa.<br />
Fin da quando era a Zara ogni anno –<br />
per quasi un mese – la famiglia ritornava<br />
a Calitri che era il paese dei genitori, e la<br />
guerra in corso fece aumentare la frequenza<br />
e la durata delle visite.<br />
Infatti, chi scrive lo ricorda quando, insieme<br />
alla famiglia, veniva in ferie a Calitri<br />
nei primi anni ’50 e con alcuni giovani<br />
universitari (Mario Del Franco, Donato<br />
Tuozzolo, Pasquale Salvatore Di<br />
Napoli, i fratelli Francesco e Giovanni<br />
Scolamiero, Donato Cerreta, Giovanni<br />
Toglia ed altri si faceva promotore ed<br />
istigatore di varie iniziative e di alcune…<br />
marachelle.<br />
Nel 1938 tutta la famiglia si trasferisce a<br />
Livorno, dove domina l’aria della guerra<br />
imminente, quindi le nuove esperienze<br />
del ragazzo – piuttosto vivace e pieno di<br />
iniziative – nella scuola, le nuove amicizie,<br />
la frequenza in parrocchia, le adunate<br />
dei balilla moschettieri, il gioco con i<br />
ragazzi della sua età con palle costruite<br />
con stracci, i bagni al mare e la scoperta<br />
dei primi infantili sentimenti verso le ragazze.<br />
Nel 1942 il padre per conseguire un<br />
maggior guadagno per la famiglia accetta<br />
di ritornare in Romania a dirigere le<br />
scuole secondarie di Bucarest.<br />
Alla fine del 1943 la famiglia abbandona<br />
Livorno per andare ospite di un fratello<br />
della madre che era segretario comunale<br />
a Pienza in provincia di Siena. Ma la<br />
guerra ancora infuriava con relativi bombardamenti<br />
e la popolazione era letteralmente<br />
terrorizzata anche per i continui<br />
e repentini cambi di abitazione per sfuggire<br />
agli aerei alleati che imperversavano<br />
dappertutto.<br />
Nel 1946 insieme al padre ritorna in Romania<br />
con un viaggio davvero pieno di<br />
sorprese, di disagi e fra le onnipresenti<br />
PERSONAGGI<br />
rovine dei bombardamenti; frequenta il<br />
Liceo scientifico italiano iscrivendosi poi<br />
alla facoltà di medicina.<br />
Luglio 19<strong>48</strong> il rientro forzato in Italia<br />
con un’esperienza di tutto rispetto sia per<br />
quanto riguarda la vita sociale e le esperienze<br />
di un mondo totalmente diverso<br />
dal nostro; ma il fatto che il padre per<br />
ragioni di lavoro avesse scelto la Città<br />
di Roma come residenza non piacque al<br />
giovane che doveva rifare tutta la sua vita<br />
dalle amicizie al clima politico, con<br />
la volontà e la voglia di cercare ad ogni<br />
costo di inserirsi in questo nuovo ambiente.<br />
Per interessamento di un parente già medico,<br />
entra, ancora studente, all’ospedale<br />
Policlinico di Roma al 5° Padiglione; le<br />
prime esperienze mediche e le amicizie lo<br />
fanno maturare e prendere coscienza dei<br />
suoi doveri; il 17.11 1954 di venerdì si<br />
laurea in medicina e diviene quasi subito<br />
corrispondente del Corriere del Medico.<br />
Nel 1955 segue al Forlanini il suo aiuto<br />
al Policlinico, nel 1960 consegue la specializzazione<br />
in tisiologia, nel 1962 prende<br />
servizio, dopo regolare concorso, all’ospedale<br />
di Rocca Priore dove c’è un<br />
direttore “padrone” che non ammette interferenze<br />
e siccome il dottor Acocella<br />
si è permesso di difendere a spada tratta<br />
un collega, alla scadenza del contratto a<br />
tempo determinato, viene licenziato su<br />
due piedi.<br />
Mentre si prepara ad un altro concorso<br />
all’INPS, svolge la sua attività presso un<br />
campo profughi, dove conosce la futura<br />
moglie, organizzando varie attività per<br />
la parrocchia S. Giorgio.<br />
5<br />
Fa parte della Commissione Consultiva<br />
al Ministero della Sanità, viene inserito<br />
nel Comitato tecnico dell’ANCI-Sanità<br />
che si occupa della riforma sanitaria<br />
Nel 1967 vincitore di concorso, viene<br />
destinato al Villaggio di Sondalo con<br />
1.300 posti letto, si prodiga in diverse<br />
attività ed è sempre tra i medici più attivi<br />
e preparati; nel 1968 a Sondalo arrivano<br />
dei giovani dalla Cecoslovacchia per portare<br />
musica agli ammalati.<br />
Nel 1969 ritorna in Romania dopo 20<br />
anni, in roulotte, con tutta la famiglia,<br />
passando per Belgrado; il 1971 lo vede a<br />
Bucarest per un congresso di tisiologia,<br />
finalmente nel 1978 direttore sanitario<br />
all’Ospedale Forlanini dove è uno dei<br />
medici più attivi per la ristrutturazione<br />
dell’Ospedale, senza mai abbandonare il<br />
suo lavoro in altri campi sanitari; e proprio<br />
al Forlanini viene ricoverato Alì Acga<br />
l’attentatore di Giovanni Paolo II per<br />
accertamenti medici, con i relativi e non<br />
facili problemi di sicurezza.<br />
Chiamato a collaborare con il Ministro<br />
della sanità dell’epoca Renato Altissimo<br />
e su esplicita richiesta dell’episcopato<br />
polacco realizzò un ottimo lavoro con un<br />
gran numero di ammalati polacchi, e nel<br />
1985 riparte in macchina, col dottore<br />
Carratù, per la Polonia.<br />
Incontra il Papa per portare a termine altri<br />
progetti sugli ammalati polacchi.<br />
Nel 1989, a seguito di concorso pubblico,<br />
prende servizio come Direttore sanitario<br />
al San Camillo dove affrontò anche<br />
spiacevoli traversie a causa di un delatore<br />
che perseguiva vendette personali.<br />
Abbiamo tracciato schematicamente le<br />
linee della sua non facile carriera sempre<br />
svolta con l’ardore del neofita e con pieno<br />
e generoso impegno, con un coinvolgimento<br />
ampio e convinto, svolta sempre<br />
con una dialettica costruttiva, propositiva<br />
e quasi fraterna, senza conflitti o esasperazioni,<br />
ma con attenta condivisione, corresponsabilità<br />
e partecipazione; lasciandoci<br />
un ricco ed invidiabile patrimonio di<br />
abnegazione, operatività, con la responsabilità<br />
del professionista capace di garantire<br />
il profilo deontologico delle proprie<br />
prestazioni.<br />
Al termine della sua esistenza si è spento<br />
l’8 luglio di quest’anno lasciando la moglie<br />
e i figli Paolo e Luciano.<br />
A. Raffaele Salvante
IL CALITRANO N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011<br />
LA VOSTRA VOCE<br />
Da sempre arrivano nella nostra Redazione lettere, telefonate, proposte, consigli, appelli e così via, per cui abbiamo deciso<br />
– con questa Rubrica – di portare a conoscenza di tutti le notizie e gli avvenimenti che interessano il nostro paese.<br />
Acausa del terremoto dell’80 si provvide<br />
alla costruzione di una chiesetta<br />
prefabbricata nei pressi del vecchio macello<br />
successivamente traslocata di fronte<br />
all’area del Quartiere Fieristico. Ad oggi,<br />
purtroppo, manca un’assistenza spirituale<br />
per la numerosa comunità di fedeli che<br />
abita nella <strong>nuova</strong> zona e che pretende le<br />
venga apprestato un adeguato servizio non<br />
solo per adempiere doverosamente il precetto<br />
festivo, ma – più ancora – per poter<br />
raccogliersi nella preghiera quotidiana.<br />
MESTIERI DI UNA<br />
VOLTA<br />
IL CESTAIO<br />
di Francesco Gallucci<br />
(da Gerbole di Volvera - TO)<br />
Quello del cestaio è uno dei lavori più antichi, un<br />
tempo diffuso e conosciuto da molti, soprattutto<br />
in campagna. La tecnica era – ed è – quella dell’intreccio<br />
di rami di salice sulla base di fusti di<br />
giunco, con pazienza e abilità per ottenere cesti di<br />
varie dimensioni e colori.<br />
Un bravo cestaio doveva essere prima di tutto un<br />
raccoglitore di salici. Ne esistono di bellissimi con<br />
colori e sfumature diverse ed infatti è possibile ammirare<br />
cesti dai colori naturali più svariati: si va dal<br />
marrone carico di rosso all’aranciato, al giallo ocra,<br />
Raffaele Ziccardi (u’ carianes’).<br />
<br />
<strong>Il</strong> giorno 01.11.2011 presso la Casa Ex<br />
Eca, si è tenuto il concerto della Corale<br />
Polifonica di Calitri “In…Cantando” che<br />
ha voluto rendere omaggio ai 150 anni<br />
dell’Unità d’Italia. La comunità calitrana<br />
ha partecipato numerosa a questa manifestazione<br />
e noi ci complimentiamo per tale<br />
evento.<br />
<br />
al giallo paglia, al verde carico di giallo. I cestai<br />
esperti erano – e sono – molto bravi nell’abbinare i<br />
diversi colori dei vimini, così da ottenere accostamenti<br />
armonici e gradevoli.<br />
Per raccogliere i rami di salice bisognava aspettare il<br />
momento giusto, che di solito coincideva con l’autunno<br />
e l’inverno. Si andava per campi e fossi o lungo<br />
le rive dei fiumi, ovunque crescessero bene i salici,<br />
piante che amano l’umidità e l’acqua. Si aspettava,<br />
per raccogliere, la luna calante perché in questo<br />
modo i rami di salice si conservano per un lungo periodo.<br />
<strong>Il</strong> cestaio, infatti, costruiva i cesti non solo in<br />
inverno, ma anche in primavera e in estate. Una<br />
scorta di rami era dunque indispensabile. Si raccoglievano<br />
anche le canne di giunco le quali, oltre che<br />
per la realizzazione dei cesti, venivano utilizzate nell’orto<br />
o nella costruzione di solai.<br />
Si cominciava ad intrecciare costituendo dapprima la<br />
base del cesto, che di solito era di forma circolare,<br />
ma poteva essere anche ovoidale o rettangolare. Per<br />
sagomare la base erano fondamentali le canne di<br />
giunco che costituivano la struttura del fondo attorno<br />
alla quale veniva costruito l’intreccio, tecnica con<br />
la quale si conferiva la forma desiderata al cesto.<br />
Una cosa è certa: i cesti erano veramente belli.<br />
Tutti erano pensati e costruiti per adempiere ad<br />
una diversa funzione: vi erano cesti per la frutta e<br />
gli ortaggi, cesti per la vendemmia o la raccolta<br />
delle olive, cesti per la paglia o il fieno, cesti per le<br />
feste, cesti per il formaggio. Ecco dunque la grande<br />
varietà di forme, colori e dimensioni, che veniva<br />
accresciuta anche dalla fantasia e dalla tradizione<br />
locale.<br />
Colgo l’occasione per proporre, sempre per il giornale,<br />
una rubrica dedicata agli antichi mestieri della<br />
tradizione contadina calitrana, esempio: calzolaio,<br />
fabbro ferraio, vetturino, mugnaio, tessitrice, pastori,falegname,<br />
raccoglitore di castagne, ecc.,ecc. lavori<br />
che una volta si praticavano nel nostro paese,<br />
che abbiamo visto svolgere e che fanno parte dei<br />
nostri ricordi e che oggi quasi più nessuno svolge e<br />
che si vanno via via perdendo, allo scopo di far conoscere<br />
e tramandare alle nuove generazioni le nostre<br />
più genuine tradizioni rurali, non per il rimpianto<br />
o per la sterile ricerca del tempo perduto,<br />
ma perché è doveroso e importante far conoscere ai<br />
giovani gli antichi mestieri del nostro paese.<br />
6<br />
inaugurazione della Sezione Lo-<br />
L’ cale di Calitri – dell’Associazione<br />
Nazionale Bersaglieri – è avvenuta il<br />
10.11.2011 con la partecipazione della<br />
Fanfara dell’8° Reg.to Bersaglieri di<br />
Caserta, il Segretario Generale dell’Associazione<br />
Mario Rezzoagli, il Presidente<br />
Regionale della Campania Generale<br />
Bersaglieri Nicola Palma, il Presidente<br />
Interregionale SUD Generale<br />
Bersaglieri angelo Agata, e tutte le autorità<br />
civili e religiose di Calitri.<br />
LAUREA<br />
<strong>Il</strong> 13 luglio 2011 presso l’Università<br />
degli Studi di Milano si è<br />
brillantemente laureata in Farmacia<br />
con 110 e lode la signorina<br />
Laura RUBINO<br />
Discutendo la tesi “<strong>Il</strong> modello in vitro<br />
delle neuro sfere per la valutazione<br />
della neuro genesi del cervello adulto:<br />
ruolo del sistema purinergico”<br />
con la chiar.ma Prof.ssa Maria Pia<br />
Abbracchio. È certamente motivo<br />
di grande orgoglio per i genitori,<br />
le sorelle Benedetta ed Alessandra,<br />
per la nonna Vincenza Araneo,<br />
per gli zii Donato e Giovanna.<br />
Alla neo laureata gli auguri più<br />
sentiti di tutti i parenti, gli amici<br />
e della Redazione.
N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011 IL CALITRANO<br />
GLI ANNI CHE VERRANNO<br />
utto parte da un raffronto, da un pa-<br />
T ragone di reminiscenze fatto quasi<br />
spontaneamente, e la mente va indietro<br />
nel tempo, ma non di molto; quel che<br />
basta a ricordare cosa significava “farsi<br />
un giro per il Corso”. Se si parla di un<br />
solo decennio fa, e possono comprendere<br />
le annate ’70 e ’80, uscire come lo<br />
intendiamo noi calitrani – cioè ripercorrere<br />
ripetutamente come una passerella<br />
quei famosi cento metri di lastricato cittadino–<br />
significava entrare in un mondo<br />
fatto di speranze, di amori adolescenziali,<br />
di vicende accadute a scuola, di<br />
gossip locali. Bastava uscire alla solita<br />
ora, ovviamente senza l’ausilio della più<br />
moderna tecnologia, per incontrare davvero,<br />
e non lo dico per scherzo, centinaia<br />
di adolescenti, ragazzi, giovani forestieri.<br />
In quel celeberrimo muretto<br />
non c’era un posto libero neanche a pagarlo!<br />
La gente veniva a Calitri, non<br />
partiva! In quel periodo lì, post-sisma,<br />
Calitri ha vissuto uno dei suoi periodi<br />
migliori, dal quale purtroppo non si è<br />
saputo sfruttare le potenzialità del momento<br />
per trarne profitti a lungo termine,<br />
ma è prevalsa l’esigenza del personale,<br />
dell’egoismo, del parentado, dello<br />
sciacallaggio. Con quei presupposti lì<br />
Calitri poteva e doveva dare il meglio di<br />
sé, poteva e doveva diventare un punto<br />
di riferimento nel tempo, Calitri poteva<br />
e doveva rilanciarsi perché la sua occasione<br />
l’ha avuta. Le macerie di un pas-<br />
della dott.ssa Angela Toglia<br />
sato prossimo e prospero che fu, le stiamo<br />
raccogliendo noi e non sappiamo<br />
cosa lasciare noi alle generazioni future.<br />
Ora, è ovvio che semplice non debba<br />
essere assolutamente risollevare la nostra<br />
cittadina dal baratro in cui sta velocemente<br />
sprofondando.<br />
In queste righe ho semplicemente riportato<br />
un’osservazione che ho constatato,<br />
tutti lo sappiamo, ma forse non così, non<br />
in questo modo.<br />
ANNO NATI MORTI<br />
1996 41 77<br />
1997 39 89<br />
1998 62 108<br />
1999 47 88<br />
2000 43 70<br />
2001 34 69<br />
2002 33 71<br />
2003 34 73<br />
2004 28 73<br />
2005 34 87<br />
2006 28 78<br />
2007 31 71<br />
2008 14 86<br />
2009 39 81<br />
2010 29 43<br />
2011 18 67<br />
Nella tabella sono state riportate le nascite<br />
e le morti relative a 15 anni di vita<br />
calitrana. In “neretto” è evidenziato il<br />
maggior numero di nascite che coincide<br />
anche con il picco dei decessi. In “neretto<br />
corsivo”, l’esatto contrario: il mini-<br />
7<br />
mo delle nascite e il minimo delle perdite.<br />
Ovviamente, da questo raffronto si<br />
evince che i due parametri (nascite e decessi)<br />
sono inversamente proporzionali!<br />
Ma basta fare due conti e capiremo che<br />
fra due o tre anni ci ritroveremo con una<br />
prima classe elementare composta da soli<br />
14 bambini, sperando che i genitori<br />
non abbiano deciso di emigrare, altrimenti<br />
il numero calerebbe ulteriormente!<br />
E questo è solo il presente, ed il futuro?<br />
Si andrà incontro ad un aggiuntivo spopolamento<br />
considerando che mancano le<br />
basi?<br />
Nel frattempo frotte di giovani laureati e<br />
diplomati sostano a Calitri nella speranza<br />
di un lavoro, altri hanno fatto la loro<br />
uscita definitivamente. E come si fa a<br />
pensare di stabilizzarsi qui con le prospettive<br />
che ci sono? C’è gente, però,<br />
che ha investito il proprio futuro in questa<br />
terra e ci crede, sperando di risollevare<br />
le condizioni del paese con i propri<br />
sacrifici.<br />
Calitri, fra le altre notizie a nostra conoscenza,<br />
è presente in un’indagine condotta<br />
dal CENTRO STUDI SINTESI<br />
pubblicata sul giornale <strong>Il</strong> Sole 24 ore del<br />
22.08.2011 e risulta come il primo paese<br />
dove nel 2008 i prestiti di famiglie e<br />
aziende valgono appena un quarto dei<br />
depositi (ossia sono stati versati in deposito<br />
74.5 milioni e chiesto finanziamenti<br />
pari a 14.6 milioni). Per dirla in<br />
breve, Calitri detiene il maggior numero<br />
di risparmi in Italia e contemporaneamente<br />
è anche il paese che investe meno!<br />
Dunque, se questi sono i presupposti, cosa<br />
accadrà fra dieci o vent’anni? Useremo<br />
il nostro paesello come casa vacanze<br />
anziché come residenza effettiva? Si dovrebbe<br />
trovare un punto di partenza per<br />
riprendere in mano il nostro futuro, innanzitutto<br />
creando lavoro-presupposto<br />
lampante- e con indiscussa urgenza; la<br />
nostra società necessita di una svolta e<br />
tutti siamo chiamati in causa.<br />
Perciò, concludendo, dopo aver prospettato<br />
la situazione attuale della nostra collettività,<br />
parafrasando le nascite e i decessi,<br />
con dati alla mano, le considerazioni<br />
le lascio al lettore, a voi, ai Calitrani,<br />
a chi può fare e aspetta chissà cosa,<br />
ma se l’Italia è un paese di vecchi, allora<br />
Calitri cos’è?
IL CALITRANO N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011<br />
LA VOCE DELLE CASE CHIUSE<br />
l titolo di quest’articolo a qualche mali-<br />
Izioso puo’ suonare strano, intriso di un<br />
eventuale doppio senso. Meglio sgombrare<br />
subito il campo da idee fasulle, poiché<br />
non vi è nessun contatto con il lupanare<br />
della perdizione sigillato dalla Legge<br />
Merlin nel settembre del 1958. Se proprio<br />
di perdizione si deve parlare, allora<br />
facciamo riferimento a quella di casa nostra.<br />
L’immagine principale di Calitri che<br />
nel tempo ha fatto un po’il giro del mondo<br />
attraverso libri, cartoline, servizi televisivi<br />
e supporti mediatici vari è quella ritratta<br />
dalla chiesetta di S. Lucia. Di giorno<br />
come di notte, agli occhi rimbalza una<br />
sorta di presepe con una serie di case affastellate<br />
l’una sull’altra le quali animano<br />
un sentimento di corposa gratitudine e di<br />
stupore temporaneo in chi si sofferma a<br />
guardare. Peccato soltanto però che il<br />
presepe a cui si fa riferimento si sia andato<br />
svuotando, e non c’è traccia nemmeno<br />
più del fieno nella mangiatoia. Ho<br />
ben vivo il ricordo del centro storico<br />
quando pulsava di gente, quando ogni<br />
portale era il biglietto da visita di una famiglia.<br />
Lo ricordo grazie a mio nonno<br />
che ero solito accompagnare nell’ape durante<br />
la vendita e la distribuzione di bibite<br />
nei luoghi più angusti ma anche altamente<br />
misteriosi, di cui la Calitri di un<br />
tempo che fu godeva a pieno. <strong>Il</strong> vociare<br />
della gente era sinonimo di vita, mentre<br />
oggi la vita ha ceduto il posto al totale appiattimento<br />
portatore di un silenzio cupo<br />
e profondo. Da buon osservatore, mi è<br />
capitato di ripercorrere fisicamente i luoghi<br />
della memoria fanciullesca e adolescenziale,<br />
e pur non trovandomi in un<br />
campo di concentramento, ho avuto delle<br />
sensazioni assai poco idilliache. Guardare<br />
di sera Calitri sempre dalla stessa angolatura<br />
è uno spettacolo intenso e deprimente<br />
allo stesso tempo. Spuntano come<br />
funghi tante lucine rosse sul display<br />
dei contatori, sinonimo di abitazioni letteralmente<br />
vuote. Dalla chiesetta di S.Lucia<br />
fino ad immergersi totalmente nelle<br />
viuzze del centro storico, la sensazione<br />
primordiale che si avverte è quella di essere<br />
in un labirinto oscuro, ove la luce<br />
tenua di lampioni penzolanti, l’odore a<br />
tratti nauseabondo proveniente da condotti<br />
fognari assai vetusti e scarsamente<br />
efficienti, il suono sordo dei passi incutono<br />
un certo timore. In qualche vicoletto si<br />
trovano ancora delle luci accese, simili a<br />
fiammelline ardenti nella notte scura di<br />
del dott.Marco Bozza<br />
Halloween. Si tratta di case ormai prossime<br />
alla chiusura, in quanto chi ci abita si<br />
avvicina, ahimé, allo scadere fisiologico.<br />
Una sera, mentre m’incammino col mio<br />
taccuino lungo una delle vie più celebri<br />
del centro storico, mi accorgo che in cima<br />
ad un piccolo e stretto ballatoio siede una<br />
signora anziana la quale sentendo il suono<br />
dei miei passi, si alza di scatto dalla<br />
sedia, quasi come se fosse stata minacciata.<br />
Nel salutarla, mi colpisce molto il<br />
suo sguardo in cui si riversa il silenzio<br />
della solitudine e la consapevolezza di un<br />
certo mutismo involontario, considerando<br />
che da quelle parti non passa mai nessuno,<br />
se non il sole d’estate, la pioggia in<br />
autunno e la neve d’inverno. Capisco bene<br />
il suo stupore e il suo atteggiamento<br />
guardingo. Nel comunicarle le mie generalità<br />
(la prima domanda è stata: a chi appartien?)<br />
mi ha risposto in questo modo:<br />
“figl’ mij, qua n’ passa mai nisciun’,<br />
sim’ semp’ ij’ e ‘a television’, ma tant’<br />
nat’ picca amma m’rì e pur’ sta casa<br />
s’adda chiur”. Dopo essermi intrattenuto<br />
un po’ con questa simpatica nonnina,<br />
nell’incamminarmi <strong>nuova</strong>mente verso<br />
l’uscita di quel labirinto, mi sono sentito<br />
un po’ come Dante nel girone dei dannati.<br />
Riascoltando nella mente quelle parole,<br />
la prima cosa che mi son chiesto è chi<br />
avrebbe potuto chiamare la nonnina qua-<br />
Bisaccia, 03.09.2000. Matrimonio di Giovanni<br />
Cestone con Fernanda Delli Bove.<br />
Qui ritratti con Giovanna Zarrilli e Vincenzo<br />
Scoca.<br />
8<br />
lora si fosse sentita male, considerando il<br />
luogo spettrale dove l’ho incontrata. Nel<br />
prosieguo del cammino, nella mia mente<br />
si sono sovrapposti numerosi interrogativi,<br />
tutti incentrati nel cercare di capire<br />
come mai Calitri negli anni sia stata vittima<br />
di una regressione così spaventosa, e<br />
perché la vitalità di un tempo abbia ceduto<br />
il passo al silenzio odierno. La rassegnazione<br />
della nonnina mi ha lasciato un<br />
po’ basito, così come vedere piccole ombre<br />
di ristrutturazione moderna a macchia<br />
di leopardo, senza che nessuno o<br />
quasi ammirerà questo lavoro, rinnovato<br />
nella forma e spento nella sostanza. Una<br />
casa su due nel centro storico è chiusa, e<br />
soltanto la voce del silenzio accompagna<br />
lo scalpiccìo dei passi. Negli ultimi anni,<br />
attraverso il web, si è cercato di far conoscere<br />
Calitri nel mondo, dando un’immagine<br />
quasi paradisiaca, se si considera<br />
l’inserimento del nostro purgatorio nella<br />
classifica dei migliori luoghi dell’orbe<br />
terracqueo ove trascorrere il lasso di tempo<br />
che separa l’uomo dalla sua fine.<br />
È scoppiato un amore folle tra alcuni stranieri<br />
e la nostra terra, tanto da portare alcuni<br />
di loro a comprare una casetta da<br />
queste parti per dare ristoro alle stanche<br />
membra avvizzite dal logorio metropolitano.<br />
Peccato però che i matrimoni affrontati<br />
senza la giusta consapevolezza,<br />
inevitabilmente si sciolgono nella separazione<br />
e poi nel successivo divorzio. Non<br />
aggiungo altro in merito a quest’ultimo<br />
aspetto, in quanto i risultati sono sotto gli<br />
occhi di tutti. <strong>Il</strong> mio cammino nei luoghi<br />
della memoria calitrana si chiude in modo<br />
non proprio esaltante. La bellezza di<br />
grotte, di case storiche, di spazi caratteristici,<br />
di piccoli slarghi multiformi è ricoperta<br />
da un assordante silenzio. Silenzio<br />
che si respira anche quando si esce dal<br />
centro storico per incamminarsi verso una<br />
dimensione più moderna. Si ha la sensazione<br />
di vivere in un paese in guerra ove<br />
il coprifouoco impedisce lo svolgersi della<br />
normale vita sociale, senza sapere che<br />
quest’ultima manca di un fondamento: i<br />
protagonisti della vita sociale. Un aspetto<br />
positivo comunque sussiste: la voce delle<br />
case chiuse merita soltanto l’ascolto e<br />
nessuna parola, considerando che l’uso<br />
improprio di quest’ultima, nel tempo, ha<br />
contribuito ad abbassare totalmente il volume.<br />
http://marcobozza.blogspot.com/
N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011 IL CALITRANO<br />
RICORDARE PER CAPIRE - PARTE VIII<br />
Oh!<br />
I mandorli e i ciliegi in fiore,<br />
i peri e i meli,<br />
le prune e gli albicocchi,<br />
l’ulivo, la vite<br />
e le messi d’oro<br />
nei piani, sui colli<br />
e nelle valli del mio paese!<br />
Ridono a primavera,<br />
cantano d’estate,<br />
in autunno esultano<br />
nella festa dei raccolti.<br />
D’inverno dormono<br />
sotto la coltre di neve.<br />
Si colora e si carica il frutteto<br />
sotto il sole<br />
si spoglia e piange<br />
dopo i primi freddi;<br />
alle carezze degli zefiri<br />
si ridesta.<br />
Dondola giocando<br />
sotto l’azzurro cielo<br />
cullando nidi<br />
con uccelli implumi.<br />
Sono contrade<br />
e in mezzo son le case.<br />
È Calitri<br />
con i campi intorno,<br />
gioia degli occhi,<br />
essenza dell’anima<br />
che mi scalda dentro<br />
(G.M.)<br />
utto per colpa del viscerale amore che non vuole ce-<br />
Tdere nemmeno con l’incalzare degli anni. Dai ricordi<br />
che mi porto dentro avverto il bisogno di richiamare in<br />
vita un’epoca che va scomparendo man mano che si allontana.<br />
Quanti mutamenti sono avvenuti nell’arco di poco più<br />
di mezzo secolo! Quanta realtà umana e quanta realtà di<br />
cose non sono più quelle degli anni che sto ricordando!<br />
La memoria me le restituisce così com’erano, diverse<br />
da come sono oggi. Con sfacciataggine inaudita e con<br />
inarrendevolezza ci gioca delineandone contorni e figure,<br />
tratti esterni e interni dell’abitato, modi di vivere e<br />
di essere, di pensare e di capire dei calitrani.<br />
Per me e per quelli della mia età che siamo stati concepiti<br />
e messi al mondo sotto il regime fascista, nel periodo<br />
in cui gli eventi più devastanti vengono esaltati come<br />
imprese, atti di forza e di coraggio, riandare indietro con<br />
la mente che non dimentica diventa una necessità incontenibile,<br />
quasi un obbligo morale.<br />
La storia, compresa quella di poco conto di un paesino<br />
dell’Alta Irpinia, non segue affatto uno scorrimento lineare<br />
delle vicende. Essa procede per salti e con imprevedibilità;<br />
tutt’al più per scontri conflittuali o per<br />
cause di difficile spiegazione. Può essere capita nella<br />
sua verità solo se si considera tutta la trama contraddit-<br />
di Gerardo Melaccio<br />
toria che la caratterizza: fatti e implicazioni di poco<br />
conto, vita impegnata nella lotta per sopravvivere, vicende<br />
e mutamenti di largo respiro. Nella circostanza,<br />
quelli che mi sforzo di ricordare e di descrivere sono gli<br />
anni che esaltano il «vitalismo», l’«agonismo esasperato»<br />
spinto fino alla morte; l’audacia, la virilità e il<br />
maschilismo di tipo futurista, dannunziano e mussoliniano.<br />
Tutta fumosità, appariscenza e velleitarismo di<br />
propaganda politica che sfiorano anche i piccoli centri<br />
distanti dalle città, nonostante il profilo paesano che li<br />
contraddistingue.<br />
Sono volati via diversi decenni da quell’epoca, e non so<br />
spiegarmi perché il mondo grande di allora continua a indispettirmi<br />
nonostante l’ormai lontananza storica e il diniego<br />
della ragione, mentre quello piccolo e sconosciuto<br />
dello stesso periodo continua a possedermi e a commuovermi<br />
fino alle lacrime. Sarà perché in esso c’erano i<br />
miei genitori, i miei parenti e tanti amici d’infanzia che<br />
non ci sono più, tante famiglie e tanti paesani le cui abitazioni<br />
sono state serrate e abbandonate per sempre.<br />
È il tempo in cui a Calitri si vive solo di lavoro, di stenti<br />
e di solidarietà umana; gli anni in cui i sogni di gloria<br />
e di potenza che riecheggiano al di là della catena di<br />
monti circostante, l’unica attività primaria che costringe<br />
la maggior parte della popolazione a stare con i piedi per<br />
terra e a non distogliere l’occhio dalla realtà è quella dell’agricoltura.<br />
Chi può svolgerla in proprio è addirittura<br />
un privilegiato rispetto a tanti contadini costretti a lavorare<br />
come affittuari o come mezzadri. La vicenda terrena<br />
di costoro, dura e tremenda, svuotata di passioni e di<br />
imprese, priva di epos e combattuta nel silenzio muto<br />
della fatica e della stanchezza, è impressa sui volti e<br />
sulle membra, scritta e scolpita negli occhi e nelle pieghe<br />
della pelle bruciata dal sole estivo e dal gelo invernale.<br />
Chi la ignora e vuole conoscerla non deve fare altro che<br />
osservarla da vicino. E il linguaggio per impararla e capirla<br />
non emette suoni. Esso è tutto nell’espressione dei<br />
visi e delle membra scarnificate, quotidianamente alle<br />
prese con la gleba, le stagioni e le rinunce.<br />
Grazie all’estensione del nostro territorio, di terreni da<br />
coltivare e su cui spezzarsi la schiena ce ne sono a sufficienza:<br />
di quelli fertili e di quelli aridi; di quelli che sono<br />
in collina e di quelli pianeggianti; sui pendii ripidi e<br />
nelle valli; magari argillosi e pietrosi; in prossimità dell’abitato,<br />
un poco più lontani, a due ore di cammino.<br />
E per rientrare a casa ci vuole un po’ di tempo in più<br />
perché il corpo è spossato e sovente carico di arnesi o<br />
del raccolto di stagione. <strong>Il</strong> modo e il tempo per adattarli<br />
alle colture tradizionali si trovano comunque. La forza<br />
delle braccia sovrabbonda, l’assuefazione, l’esperienza,<br />
la competenza e lo spirito di sopportazione sono<br />
patrimonio individuale di tanti prima ancora che diventano<br />
adulti. La quantità produttiva, bastevole o insufficiente<br />
che sia, soddisfa comunque il fabbisogno.<br />
Basta proporzionarla alla disponibilità senza tener conto<br />
della necessità. I contadini calitrani sono maestri in<br />
questo tipo di espedienti. Se dovesse mancare la farina<br />
di grano per impastare il pane, ci sarebbe quella del<br />
mais e dei legumi, che costa meno e svolge quasi la medesima<br />
funzione nutrizionale. Per combattere la fame<br />
non è il caso di andare per il sottile. Mica per niente Calitri<br />
custodisce una tradizione agricola secolare. Sicché,<br />
raccontarla nei suoi anni più intensi e nelle sue<br />
9<br />
implicazioni più impegnative, a volte persino drammatiche,<br />
per me significa prima di tutto descrivere l’umanità<br />
di chi lavora dalle prime luci dell’alba al tramonto;<br />
di coloro che, oltre che un boccone di pane e un sorso<br />
d’acqua da mandare giù per quietare la fame e smorzare<br />
la sete, sfruttano la luce chiara del mattino, quella intensa<br />
del giorno e quella crepuscolare del tardo pomeriggio<br />
unicamente per sostenere la famiglia.<br />
La condizione sui campi per i lavoratori della terra è<br />
contraddittoria. Intorno, la Natura che squaderna armonie<br />
e bellezze mentre trasmette il canto della vita in<br />
ogni stagione; dentro di loro il carico del lavoro che<br />
fiacca il corpo e offusca la mente.<br />
Forse per vocazione di famiglia, spesso per necessità, i<br />
Calitrani che praticano l’agricoltura, uomini e donne,<br />
giovani e meno giovani, mostrano uno spiccato spirito<br />
associativo. Nei giorni più impegnativi si aiutano a vicenda<br />
restituendosi giornate lavorative nei periodi di<br />
più intensa necessità. Coltivare la terra insieme a familiari,<br />
parenti, amici e vicini di casa è un’usanza che dura<br />
nel tempo e rende la fatica più sopportabile e meno<br />
monotona. Incamminarsi di primo mattino con persone<br />
che si conoscono; confidarsi situazioni e difficoltà di famiglia;<br />
scambiarsi consigli e sostenersi con parole di incoraggiamento<br />
e di solidarietà; complimentarsi per<br />
un’azione di merito compiuta, costituiscono un’usanza<br />
comune che rafforza i rapporti e intensifica la stima. Se<br />
mentre lavorano hanno la possibilità di rimanere vicini,<br />
allora le braccia e le gambe, la schiena e la mente si<br />
muovono con agilità e con maggiore spontaneità.<br />
Di primo mattino, dopo il tramonto, contadini e contadine<br />
di ogni età, a schiere, a gruppetti di poche persone,<br />
eccezionalmente da soli; a piedi o a cavallo ad un asinello<br />
stracarico di persone e cose, in qualsiasi stagione,<br />
sia all’andata che al ritorno, percorrono in lungo e in<br />
largo sentieri fiancheggiati da rovi, arbusti e da biancospini.<br />
Salgono e scendono per i colli delle contrade a seconda<br />
della direzione del cammino e dell’ora del giorno.<br />
Calitrani e calitrane campagnoli, file di asini distanziati<br />
tra loro, spesso col maialetto o la capretta legato<br />
alla bardatura, camminano popolando e animando<br />
il paesaggio. Discussioni concitate, scambi di frasi confidenziali,<br />
voci sommesse, ogni tanto qualche grassa<br />
risata di allegroni dalla battuta facile, espressioni salaci,<br />
compiacimenti e giudizi sentenziosi, un canto liberatore,<br />
riecheggiano qua e là attirando l’attenzione. Un po’<br />
oltre, colpi secchi di marra o di bidente che frangono e<br />
rivoltano le zolle, corpi impegnati che si abbassano e si<br />
rialzano in continuazione, lamenti e sospiri umani raccontano<br />
all’occhio curioso che osserva, l’eterna lotta<br />
dello zappatore alle prese con la terra per strapparle un<br />
sacco di grano, un po’ di vino, dell’olio per provvedere<br />
alla famiglia. Lo sfondo, gli scenari, l’atmosfera sono<br />
luminosi o rabbuiati a seconda del periodo stagionale o<br />
dell’ora del giorno. Ma conta poco per gli obiettivi che<br />
insegue il contadino del mio paese. Nascere, vivere,<br />
crescere, lavorare e morire vale per tutti, indipendentemente<br />
dalla volontà e dalla condizione di ciascuno. Venire<br />
al mondo e crescere in un certo modo, però, è di<br />
pochi o di molti, a seconda dell’estrazione sociale delle<br />
famiglie che rappresentano l’orizzonte materiale e morale<br />
degli umili, e non solo degli umili.<br />
Continua.
IL CALITRANO N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011<br />
Calitri 19 agosto 2011. Festa dei venticinquenni. Prima fila in piedi, da sinistra: Donato Basile, Alessandro Cesta, Irma Galgano, Gaetano Gervasi,<br />
Adriano Cubelli, Leo Coppola, Antonella Di Napoli, Vincenzo Zarilli, Michele Codella, Antonio Maffucci, Giovanni Di Salvo, Salvatore Rubinetti, Nilde<br />
Metallo, Tiziana Armiento, Mariangela Merola, Rosanna Metallo, Adriana Di Cairano, Tiziana Balascio, Michela Martiniello, Marianna Vallario, Teodolinda<br />
Cestone, Antonio Di Milia. In basso da sinistra: Lucio Acquaviva, Luciana Cerreta, Fabio Nicolais, Fernando Bavosa, Vincenzo Margotta, Maria<br />
Antonietta Calabrese, Anna Pacia, Alessandra De Rosa, Francesco Di Guglielmo, Sonia Caputo, Mariateresa Lucrezia, Rosa Margotta.<br />
Calitri, 28.08.2011. Foto 1: Michelina Zarrilli e Gerardina Miele. Foto 2: Giovanni Pasqualicchio e Jaquelyn Vertudez nel giorno del loro matrimonio.<br />
Foto 3: i coniugi Caterina Miele e Vincenzo Pasqualicchio con i nipoti Vincenzo ed Anna Maria. In piedi: Maddalena Frara col marito Giuseppe Pasqualicchio<br />
e Antonella Pasqualicchio. Foto 4: Antonietta Miele, Vincenzo Venezia e Giuseppina Miele. Foto 5: Pietro Miele con la moglie Maria Lucrezia.<br />
Foto 6: Dina Miele e Marco Floridia col figlio Simone. Foto 7: Carmela e Serafina Miele. Foto 8: Giovanni, Antonio e Antonio Miele. Foto<br />
9: Antonio e Giovanni Miele. Foto 10: Jaquelyn Vertudez col piccolo Emanuele Pasqualicchio, i coniugi Felicetta Pennella e Giovanni Miele che festeggia<br />
il suo 89°compleanno e il 71°anniversario di matrimonio, Pietro Miele col nipote Simone Floridia. Con gli auguri di parenti, amici e della Redazione.<br />
10
N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011 IL CALITRANO<br />
Calitri, 23.07.2011. Matrimonio di Francesca Fatone e Giuseppe Di<br />
Mattia. Auguri da amici, parenti e dalla Redazione.<br />
Calitri anni 1950, da sinistra: Angela Di Napoli in costume calitrano,<br />
Grazia Di Milia (crisckolina), Gaetano Bozza col berretto, Gaetano Caruso<br />
e Michele Bozza col cappello, marito di Angela Di Napoli.<br />
Calitri, 1923. Maria Gaetana Nicolais<br />
(06.11.1922 † 05.08.2011) e il fratello Giovanni<br />
Nicolais (26.06.1921 † 08.02.2011) figli<br />
di Picchio.<br />
Calitri, 29 dicembre 2010, 50 anni di matrimonio di Vincenzo Maffucci e Maria Michela Zabatta,<br />
da sinistra ultima fila: Marisa Viglioglia, Vincenzo Maffucci, Enza Pagliarulo Pasquale Maffucci, Berardino<br />
Maffucci, Giovanni Maffucci (si vede appena la testa),Grazia Maffucci, Franco Mario Maffucci<br />
con la moglie Maria Fierravanti, Michela Maria Maffucci; prima fila: Matteo Maffucci, Giorgia<br />
Maffucci, Francesco Maffucci, Maria Teresa Stanco. Auguri da parenti, amici e dalla Redazione.<br />
11<br />
Novedrate (Co) 09.01.2011, 50° anniversario di matrimonio di Giovanna<br />
Cestone (lancia cesta ) e Gaetano Bozza (zi ndulin’). Nella foto da<br />
sinistra: Fiorella Dalla Bona (nuora), Donato Bozza (figlio e marito di<br />
Fiorella), - i festeggiati - Maria Bozza (figlia), Canio Fastiggi (Tobb’t’ / genero<br />
e marito di Maria). Auguri dai parenti, dagli amici e dalla Redazione.<br />
Calitri, 23 febbraio 2011, 80° Compleanno di Gaetana Fierravanti (a crapara)<br />
qui insieme al marito Vincenzo Margotta (passauaj). Auguri dalla famiglia<br />
e dalla Radazione.
IL CALITRANO N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011<br />
Calitri, 28 agosto 2011, un’allegra foto ricordo di una domenica in<br />
campagna trascorsa con i nonni. Da sinistra: Lucia S. Di Milia, Sara Caruso,<br />
Ginevra Capossela e Girolamo Caruso.<br />
Calitri, 22 agosto 2010, 25° anniversario di matrimonio dei coniugi<br />
Vito Nicolais e Gerardina Mesce, qui ripresi con i figli Demetrio ed<br />
Alessia, che hanno letto una composizione. di Vito dedicata alla moglie<br />
Gerardina. Gli auguri più sentiti di parenti, amici e della Redazione.<br />
“Ciao mio piccolo fiore”,<br />
in questo giorno a noi caro sono qui per ricordare<br />
il momento in cui, incontrandoti per strada,<br />
ci siamo fermati ad ascoltare i nostri cuori che ci parlavano d’amore.<br />
Pochi avrebbero scommesso su quell’amore nato quasi per caso.<br />
Sento ancora l’emozione di quell’attimo, come<br />
un bambino il primo giorno di scuola.<br />
Da anni cerco di capire il colore dei tuoi occhi, non lo conosco ancora,<br />
perché quando li guardo l’emozione è tanta; sento un brivido<br />
che non so descrivere, i miei occhi si riempiono di rugiada<br />
e nei tuoi scopro i mille colori della primavera.<br />
Mi sembra di vivere un sogno, ma i sogni sono belli<br />
Solo se si vede il tuo viso e quello dei nostri figli.<br />
Non credo che si possa vivere senza avere accanto il<br />
Profumo dei fiori più belli, quelli che ti profumano<br />
il cuore e l’anima, senza, sento che appassirei.<br />
Spero che nel nostro amore non arrivi mai l’autunno<br />
E che tu sia la foglia che resta attaccata al ramo e<br />
Nemmeno il vento più forte potrà mai staccarti da me.<br />
Ognuno di noi ha una stella nel proprio destino, io<br />
Ho trovato te e vorrei essere la notte che veglia sempre su di te.<br />
Sono sicuro che morirò dicendoti: “Amore ti amo ancora”.<br />
Mi auguro che la nostra favola duri ancora a lungo.<br />
Grazie per questi primi 25 anni.<br />
Ti Voglio bene.<br />
12<br />
Mariano Comense (CO), 05 giugno 2010, Giovanni Fastiggi ed Elisabetta<br />
Torricelli il giorno delle loro nozze. Un grande augurio di una serena<br />
e felice vita insieme, da parte di tutta la famiglia nel giorno del loro primo<br />
anniversario di matrimonio.<br />
LAUREA<br />
<strong>Il</strong> 10 novembre 2011, presso la facoltà di<br />
Scienze Ambientali di Siena, si è brillantemente laureato<br />
Cesare PERTICI<br />
Figlio di Concetta Di Cosmo residenti a Poggibonsi.<br />
Qui insieme ai nonni Vincenzo Di Cosmo<br />
e Agnese Cestone.<br />
Auguri dalla famiglia, amici e dalla Redazione.<br />
Poggibonsi (SI) 04.09.2011. Michele Di Cosmo viene premiato per aver<br />
raggiunto le sue 50 donazioni di sangue presso l’Associazione “Fratres”.
N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011 IL CALITRANO<br />
Poggibonsi, Michele Zarrilli con il nipotino Lorenzo<br />
Zarrilli nato il 27.02.2010, nel giorno<br />
del suo battesimo.<br />
Loppiano, Incisa Val d’Arno (FI), 28.05.2011,<br />
nel santuario di Maria Theotokos si sono uniti<br />
in matrimonio Maria Leonarda Girardi e<br />
Marco Bennici. Auguri da parenti, amici e dalla<br />
Redazione.<br />
Manfredonia (FG) estate 1980, da sinistra<br />
in piedi: Giuseppe Di Napoli (marchicchij’),<br />
Franco Lettieri (z’mm’ron’), Marcello Caputo<br />
(caca patan’); a terra: Michele Rubino (gnot’)<br />
e Michele Di Guglielmo (m’ron’).<br />
Cisterna di Latina, 10.06.2011. I coniugi Maria Iraci e Antonio Zazzarino festeggiano il loro<br />
50°anniversario di matrimonio, con gli auguri di parenti, amici e della Redazione.<br />
All’amico Antonio Zazzarino<br />
Antonio Zazzarino giovane calzolaio,<br />
figlio di Calitri degli anni ruggenti;<br />
partisti con la valigia piena di sogni…<br />
con la voglia di fare… e con buoni sentimenti.<br />
<strong>Il</strong> Venezuela fu la tua destinazione<br />
e in quella terra arida, ma pulsante…<br />
organizzasti il tuo futuro prosperoso<br />
con maestria e a ritmo incalzante.<br />
Antonio, onesto e instancabile lavoratore,<br />
sei il vero orgoglio di ogni <strong>Calitrano</strong>,<br />
hai fatto onore all’Italia e al tuo paese,<br />
pur trovandoti in un eremo… lontano.<br />
Lavorando con tenacia e intelligenza<br />
hai raggiunto un’invidiabile posizione<br />
e con arte, con impegno e con arguzia,<br />
hai fatto le scarpe… a migliaia di persone.<br />
13<br />
Ora sei padrone di un grande “Feudo”,<br />
(la divina provvidenza ti ha protetto)<br />
e nell’agro di Cisterna di Latina,<br />
ciò che possiedi, è stato benedetto.<br />
Nel tuo podere immenso e accogliente,<br />
ogni anno c’è un incontro con gli amici,<br />
si mangia, si beve e si raccontano<br />
le barzellette che ci rendono felici.<br />
Antonio, col tuo “generoso” contributo,<br />
hai donato a Calitri la statua dell’emigrante,<br />
e quel “ragazzo” che tanto ci rappresenta,<br />
rimembra un tempo gramo… ma esaltante.<br />
Caro Antonio, di cuore ti auguriamo<br />
un avvenire gioioso e spensierato,<br />
e se ti candidi alle prossime elezioni<br />
sarai per sempre… il nostro Deputato.<br />
Michelangelo Armiento (Roma)
IL CALITRANO N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011<br />
Calitri, 31 luglio 2010, matrimonio di Angela<br />
Fastiggi e Antonio Zarrilli, nel primo anniversario<br />
parenti e amici augurano loro una felice<br />
vita insieme.<br />
Calitri estate 1985, i figli Michele, Lucia e Giovanni nell’anniversario della dipartita del loro padre<br />
Antonio Sicuranza (la russa/18.07.1925 † 02.01.1992) lo ricordano, circondato dai suoi nipoti: da sinistra<br />
Sara Sicuranza figlia di Michele, il nonno con la piccola Anna, figlia di Giovanni, Anna Sicuranza figlia di Michele,<br />
Michelle Vallario figlio di Lucia, Sicuranza Pietro figlio di Michele e Tony Vallario figlio di Lucia.<br />
Calitri, IV elementare anno scolastico 1937/38, prima fila da sinistra: Gaetano Abate di Vincenzo e Filomena Di Maio(V’cienz’ abat’), ?,?, Antonio Margotta<br />
di Francesco e Angela Maffucci (pupacchij’), il maestro Luigi Esposito di Napoli, ?, Giuseppe Salvante di Raffaele e Grazia Caputo, ?. seconda fila da<br />
sinistra: Salvatore Zabatta di Giovanni e Maria Antonia Del Cogliano (lilla), Michelangelo Russo di Francesco e Antonia Maffucci (uangiegghij’), Giacomo<br />
Maffucci Giovanni di Canio e Teresa Borea (m’scion’), Michele Cubelli di Gaetano e Rebecca Cicoira (pacca z’lata), Salvatore Sansone di Michele e Michelina<br />
Toglia (sanzon’), Donato Cerreta di Michele e Maria Della Badia (p’l’cin’), Canio Zarrilli di Leonardo e Maria Antonia Codella (trapanariell’), Attilio Russo<br />
di Canio e Maria Metallo (zi’ battista), Canio Zabatta di Vito e Rosa Cubelli (mattaion’), ?; terza fila da sinistra:?, Michele Cerreta di Vito e Rosa Rabasca<br />
(benfigliuol’), Francesco Zabatta di Antonio e Filomena Iannolillo (pasqualett’), Francesco Stanco di Vincenzo e Maria Giuseppa Di Maio (r’ss’liegghj’), Rocco<br />
Nicolais di Alessandro e di Antonia Di Carlo (lisandrin’), Antonio Scoca di Vito e di Francesca Scoca (panzannand’), ?, Cardillo……, Salvatore Frucci di<br />
Giovanni e di Elisabetta Ruggiero (br’skon’), Umberto Galgano di Giuseppe e Agnese Di Napoli (m’nn’loccia); quarta fila: ?, ?, Michele Immerso di Vincenzo<br />
e di Angela Di Roma (baccalai), ?, Emidio Tornillo di Vincenzo e Grazia Di Napoli (mastamidij), ?, Attilio Lucadamo di Carmine e Maria Giuseppa Cicoira (m’scion’),<br />
a terra sdraiati: Francesco Del Buono di Gerardo e di Trofa …… (scamm’rzon’), Vincenzo Galgano di Michele e di Rosaria Cestone (secchia).<br />
14
N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011 IL CALITRANO<br />
Calitri, 30.09.2011, 80°compleanno di Michele Cubelli. Da sinistra:<br />
Angelina Del Redentore, Girolamo Caruso, Giuseppina Galgano, Vincenzo<br />
Cubelli,la moglie del festeggiato Anna Del Redentore,-il festeggiato-,<br />
Adriano Cubelli, Michele Cubelli e Jessica Pizzirusso. Auguri da<br />
parenti, amici e dalla Redazione.<br />
Napoli -Mostra d’Oltremare- 1954. I fidanzati<br />
Assunta e Damiano Pipino di Contursi (SA).<br />
Mastro Giovanni Abate (25.08.1919 - † 18.05.1998) con un Benelli 50<br />
che sostituì alla sua inseparabile bicicletta, compagna di gioventù.<br />
Calitri, 27.12.2011 i coniugi Coppola Vincenzo<br />
e Lamanna Antonietta festeggiano il loro 33°<br />
anniversario di matrimonio. I figli Giuseppe e<br />
Leone augurano felicissimi auguri per il loro<br />
traguardo raggiunto. Auguri dalla Redazione.<br />
15<br />
Lavena Ponte Tresa (VA) 05 giugno 2011.Prima Comunione della piccola<br />
Alessia Maria Maggiore figlia di Stefano e Pina Fierravanti (pamb’llin’). Qui insieme<br />
ai bisnonni Angiolina Santoro (m’nacegghja) e Olivio Rossi (angunes’).<br />
Lorenzo Vallario (15.10.1872 - † 07.05.1960) e<br />
Maria Antonia Toglia (1877 - † 30.07.1957).<br />
Calitri, 29.12.1960 la foto è stata scattata in occasione del matrimonio di<br />
Maria Michela Zabatta (cicchett’) e Vincenzo Maffucci (florij’). Da sinistra<br />
prima fila: Donato Ruggiero (nzarc’nend’), la piccola Silvana Di Napoli<br />
(fiaschiegghija), Maria Michela Angelillo con la bottiglia (man’ man’), dietro<br />
Berardino Di Napoli (fiaschiegghj), Antonietta Zarrilli (sckarrambin’), Livia<br />
Acocella (andr’ttesa), Francesca Di Napoli (linardosc’), col boccale Maria<br />
Metallo (ninna), Mario Di Napoli (linardosc’) e il piccolo Michele Zarrilli<br />
(verr’ca’). A terra: Maria Michela Di Napoli (mast’ v’cienz’), Maria Giuseppa<br />
Di Napoli (linardosc’), Michelina Zarrilli (sckarrambin’).
IL CALITRANO N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011<br />
ia madre si chiamava Marianna Di<br />
MMuro ed era figlia di Giuseppe e di<br />
Maria Gaetana Cestone. Era nata a Calitri<br />
il 7 gennaio 1927 in una abitazione<br />
del rione del «Castello». La casa natale<br />
doveva essere ampia ed accogliente se,<br />
come mi raccontano, vi si svolgevano<br />
anche le feste di nozze degli sposi del<br />
vicinato. A memoria di zio Leonardo,<br />
fratello maggiore di mia madre, una delle<br />
stanze di quella casa era affrescata di<br />
un bell’azzurro ed adornata da angeli,<br />
come le pareti di una chiesa. Questo particolare,<br />
secondo lui, risaliva a quel che<br />
era rimasto della cappella signorile del<br />
famoso maniero calitrano, dopo il tragico<br />
terremoto del 1694. Verso la fine degli<br />
anni trenta quell’abitazione fu lasciata<br />
per un’altra <strong>nuova</strong>, situata al “Serrone”,<br />
cioè al Corso Garibaldi, lungo la strada<br />
che conduce al colle di Gagliano, dove i<br />
miei antenati possedevano i terreni e la<br />
masseria. Mia madre fu abituata al lavoro<br />
contadino fin da piccola. Non c’era<br />
alcuna mansione che lei non svolgesse<br />
con piglio e rapidità. Suo padre, Tata<br />
Seppe, era molto contento di vederla ubbidiente<br />
ad ogni suo cenno. Lei, d’altra<br />
parte, aveva una costituzione fisica agile<br />
che le permetteva di arrampicarsi facilmente<br />
sugli alberi per raccogliere la frutta<br />
che abbondava nei terreni di Gagliano:<br />
mele, pere, gelsi, fichi, ciliegie, ecc..<br />
Frutta che poteva servire come colazione<br />
del mattino o come regalo per gli ospiti<br />
occasionali, secondo i criteri di cortesia<br />
di quel tempo. Con un fisico così allenato,<br />
la piccola Marianna non ebbe difficoltà<br />
a battere le sue compagne di scuola<br />
nel Saggio Ginnico, introdotto nel vita<br />
paesana dal regime fascista. Io, invece,<br />
sebbene suo figlio, ma impigrito dalla<br />
sedentarietà dello studio, non ho mai eccelso<br />
nella stessa abilità.<br />
Frequentata la quarta elementare, i suoi<br />
genitori decisero che ciò fosse già sufficiente<br />
per la sua istruzione. Come capitava<br />
a tante ragazze dell’epoca fu perciò<br />
gradatamente dirottata verso il lavoro dei<br />
campi: zappare, seminare e mietere il<br />
grano, accudire alla vigna, trasportare le<br />
derrate con gli animali da soma, battere<br />
le fave e ventilarle, coltivare il granoturco,<br />
ecc. . Inoltre, dal momento che nella<br />
masseria dei miei nonni si produceva anche<br />
latte e lo si cagliava per farne del<br />
formaggio, dovette occuparsi, come tutto<br />
MARIANNA DI MURO<br />
Una donna del vecchio mondo calitrano<br />
il resto della famiglia, della mungitura e<br />
del pascolo delle pecore e delle mucche.<br />
Naturalmente, ricevette dalla madre le<br />
nozioni indispensabili su tutto ciò che<br />
una donna avrebbe dovuto affrontare nella<br />
vita. Imparò la conduzione domestica,<br />
cioè a cucinare, a impastare il pane, a lavare,<br />
a stirare, a cucire, a ricamare.<br />
A vent’anni, quando andò in sposa a mio<br />
padre, Alfonso Cerreta, mia madre era<br />
in grado di assumersi le responsabilità<br />
che le sarebbero venute dal matrimonio.<br />
Nella lista del corredo da lei portato in<br />
dote, che conservo con affetto, mi stupisce<br />
la dettagliata descrizione dei capi.<br />
Ognuno di essi sarà stato curato con attenzione,<br />
con il suo puntiglio oserei dire,<br />
e mi intenerisce immaginarla mentre li<br />
mette in mostra davanti ai parenti e agli<br />
amici per l’ «apprezzamento», come era<br />
abitudine. Le nozze furono celebrate il<br />
29 dicembre 1947 ed io venni al mondo<br />
il 26 settembre 19<strong>48</strong>. Da ragazzo, don<br />
Vincenzo Cubelli, compagno d’infanzia<br />
di mio padre, mi invitava ad andar fiero<br />
d’essere stato il frutto del primo amore<br />
dei miei genitori. Al momento non capivo<br />
quale privilegio ciò comportasse.<br />
Ora, riflettendo su quelle parole, credo di<br />
esser giunto a decifrarne finalmente il significato!<br />
Eccetto che d’inverno, mia madre andava<br />
in campagna quasi tutti i giorni, dopo<br />
aver badato a sua suocera che era anziana<br />
e aver preparato da mangiare per tutta<br />
la famiglia. Conduceva in campagna anche<br />
me e mio fratello Giuseppe, quando<br />
16<br />
non andavamo a scuola. Ricordo le fasi<br />
articolate della preparazione di ciò che<br />
era necessario e la fretta di sbrigarsi prima<br />
che fosse troppo tardi. Quando tutto<br />
era pronto, bardava l’asina e la caricava<br />
di due bisacce di cui una, la bianca, conteneva<br />
le attrezzature e i materiali necessari<br />
al lavoro e l’altra, colorata a strisce,<br />
conteneva il pane, il vino, l’acqua, i recipienti<br />
con il vitto della giornata e gli indumenti.<br />
La bisaccia bianca era fatta di<br />
una comune tela resistente, la colorata<br />
era stata tessuta a mano col telaio che<br />
avevamo in casa e riportava i motivi tipici<br />
della tradizione calitrana.<br />
Usciti dai vicoli e giunti sulla strada rotabile,<br />
stendeva un grembiule sulla groppa<br />
dell’animale e mi aiutava a sedervi<br />
sopra. Poi era lei a salire sulla barda, si<br />
sistemava all’amazzone, perché aveva la<br />
gonna e non poteva divaricare le gambe,<br />
e prendeva in braccio mio fratello Giuseppe.<br />
L’asina già sapeva quale strada<br />
prendere e si avviava tranquilla verso la<br />
destinazione abituata a raggiungere quasi<br />
tutti i giorni. Lungo la strada, mia madre<br />
raccontava sempre qualcosa. In genere,<br />
però, tendeva a usare quel tempo<br />
per ammaestramenti, con esempi su ciò<br />
che era opportuno e non opportuno fare.<br />
A volte cantava. E noi insieme a lei. Tra<br />
le canzoni del momento c’erano quelle<br />
napoletane. Ricordo una Lazzarella cantata<br />
in una limpida mattina di sole mentre<br />
l’asina, sul cui dorso stavamo seduti,<br />
sceglieva prudentemente il posto dove<br />
mettere le zampe. Transitavamo, infatti,<br />
sul ripido sentiero che dalla Fontana del<br />
Fico mena alla Croce di Gagliano, là dove,<br />
scollinando, giunge in prossimità del<br />
nostro terreno e prosegue verso Cairano.<br />
A rientrare, però, era sempre l’ultima.<br />
Quando le altre famiglie contadine transitavano<br />
a dorso d’asino o di mulo lungo<br />
il sentiero che conduce a Calitri, noi stavamo<br />
ancora raccogliendo le masserizie.<br />
Mia nonna Maria Gaetana, mamma Tana,<br />
contenta della vitalità che la figlia<br />
metteva nelle cose che faceva, mi diceva<br />
da piccolo: «Vedi che bella mamma ti<br />
ho dato!». Ma io non ero molto d’accordo,<br />
perché sua figlia mi costringeva ad<br />
imitarne l’impegno e mi puniva per il<br />
poco di buono che combinavo.<br />
Mia madre era generosa. A sera, tornando<br />
dalla campagna distribuiva ai vicini<br />
mazzetti d’insalata, di bietole, di broc-
N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011 IL CALITRANO<br />
coli di rape, di zucchini o frutta di stagione<br />
in capienti panieri. Anche quando<br />
tornava dal forno, dove anche le altre<br />
donne andavano a cuocere il pane, oltre<br />
al fabbisogno familiare settimanale portava<br />
con sé una pizza al pomodoro in<br />
più, da offrire a un amico o a un conoscente.<br />
Ai bambini, poi, regalava focacce<br />
a forma di bambola o di cavalluccio fatte<br />
con la pasta del pane, seguendo un’usanza<br />
che veniva dalla sua infanzia, cioè dai<br />
tempi di povertà, allorché i piccoli strabuzzavano<br />
gli occhi per doni come questi.<br />
Quando in famiglia si ammazzava il<br />
maiale, c’era un via vai di gente, zie, cugini,<br />
amici. Nel suddividere le carni, lei<br />
riservava sempre delle piccole parti da<br />
regalare agli anziani o ai poveri del vicinato<br />
e mi incaricava di consegnarle.<br />
Amava molto i suoi sette nipoti, ma con<br />
essi non esagerava in smancerie. Al di là<br />
delle forme, badava alla sostanza: preparava<br />
pranzetti gustosi, li copriva ben<br />
bene ed era piuttosto severa nel rispetto<br />
delle regole. Tuttavia, accettava di buon<br />
grado alcune loro marachelle, specialmente<br />
quando, tutti insieme, liberi di ricorrersi<br />
nei campi di Gagliano, non facevano<br />
caso alle piantine dell’orto da lei<br />
teneramente coltivate e le calpestavano<br />
senza pietà.<br />
Mio padre frequentava di meno la campagna<br />
perché era fabbro maniscalco e<br />
conduceva la forgia in paese. Però, nelle<br />
fasi più importanti dei lavori agricoli,<br />
cioè durante la semina, la mietitura, la<br />
trebbiatura e la vendemmia, si trasformava<br />
in contadino, come facevano tutti<br />
gli altri artigiani. Lavorando fianco a<br />
fianco, marito e moglie, capitava che<br />
avessero pareri divergenti su alcune situazioni<br />
impreviste. Si accendeva tra di<br />
loro un animato scambio di opinioni sul<br />
da farsi: lui che era più razionale tendeva<br />
a prendere tempo, lei invece era più intuitiva<br />
e mirava al sodo. Per me non è<br />
mai stato facile decidere per chi parteggiare<br />
in quei momenti. Queste differenze<br />
di carattere si sono manifestate fino alla<br />
fine dei loro giorni. Ma si volevano molto<br />
bene. Mia madre seguiva con rispetto<br />
e in silenzio l’esame dei pro e i contro<br />
che mio padre svolgeva con il suo ritmo<br />
pacato, quando si trattava di compiere<br />
delle scelte importanti. Mio padre si lasciava<br />
guidare da lei in tutte le premure<br />
di moglie e di mamma. A volte si commuoveva<br />
per l’insistente sollecitudine<br />
della sua compagna di vita. Hanno vissuto<br />
insieme quasi sessantatre anni.<br />
E quando, ormai anziani, andavo a fare<br />
la solita visita serale, li trovavo in cucina<br />
17<br />
seduti l’uno a destra e l’altro a sinistra<br />
della vampa che guizzava nel camino,<br />
con l’occhio al televisore in attesa delle<br />
previsioni del tempo e del telegiornale.<br />
Scambiavamo qualche parola e ci davamo<br />
appuntamento al giorno successivo.<br />
Mia madre aveva quasi sempre qualcosa<br />
da darmi, o qualche raccomandazione da<br />
farmi.<br />
Mio padre è morto l’anno scorso. Lei ha<br />
affrontato l’avvenimento con una sorta di<br />
stoicismo, ma non era più quella di prima.<br />
L’ho portata a vivere con me, in mezzo ai<br />
campi di Gagliano che circondano la mia<br />
abitazione, dove lei avrebbe dovuto avere<br />
i suoi ricordi più belli. Questo, tuttavia,<br />
non le suscitava emozioni. Era sfiduciata e<br />
ormai molto malata. Accentuando la sua<br />
ansietà, aveva quasi del tutto smarrito la<br />
forza e il coraggio di un tempo. Ma non<br />
l’acume di certe battute tipicamente calitrane.<br />
Quando ha finito di soffrire, il suo<br />
volto si è immediatamente rasserenato e<br />
mi è parso che diventasse simile a quello<br />
di sua madre, Mamma Tana.<br />
Sono tante le mamme venute a mancare a<br />
quelli della mia generazione! E il vecchio<br />
mondo calitrano, senza le loro figure, si<br />
sta dissolvendo ogni giorno di più.<br />
Pietro Cerreta<br />
Calitri, 21.08.2010, i quarantenni nati nel 1970, seconda fila da sinistra: Concetta Di Salvo, Anna Caruso, Giovanni Borea, Canio Cestone, Canio Cubelli,<br />
Massimo Cucciniello, Vito Tateo, Agostino Di Salvo, Antonella Fasano, Gianni Rauso, Vincenzo Cianci, Antonio Cianci, Enzo Rabasca, Benito Cianci, Franco<br />
Codella, Michele Cicoira, Canio Margotta, Giovanni Di Roma; prima fila da sinistra: Carmela Scotece, Vincenza Cestone, Nina Rainone, Franca Dragone,<br />
Concetta Giarla, Maria Teresa Di Milia, Angela Di Cecca, Franca Avella, Lucia Vallario, Lucia Buldo, Michela Russo, Tiziana Martiniello, Maria Antonietta Cialeo,<br />
Annamaria Maffucci, Teresa Di Napoli, Felicetta Zarrilli, Angela Maffucci, Giovanna Fonzo, Maria De Luca, Grazia Cardinale, Michele Di Cairano.
IL CALITRANO N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011<br />
Campagna di guerra sul fronte russo<br />
1942-45<br />
opo la partenza dall’ospedale d’emer-<br />
Dgenza di Millerovo del 24 marzo, il 5<br />
aprile siamo ancora in viaggio verso la<br />
<strong>nuova</strong> destinazione. La lentezza del convoglio<br />
è esasperante e le fermate sono<br />
così numerose che fanno impazzire. In<br />
alcune stazioni l’obbligo di manovre su<br />
binari morti richiede ore intere. Talvolta<br />
una sola fermata dura una giornata perché<br />
bisogna dare la priorità di passaggio<br />
ai treni di linea che trasportano passeggeri<br />
civili diretti in località differenti e<br />
distanti dai punti di smistamento. Peraltro,<br />
la linea ferroviaria ha un binario solo,<br />
e il via libera è segnalato manualmente<br />
dal casellante. Una delle tante fermate<br />
viene effettuata nella cittadina di<br />
Celiabinsk, un centro abitato della repubblica<br />
dell’Asia, situato nel territorio<br />
della Siberia asiatica. Qui, la sosta si protrae<br />
per cinque giorni in attesa che la polizia<br />
ferroviaria ci fornisca i viveri. Per<br />
tale motivo il Comando militare impone<br />
di Francesco Cialeo<br />
a cura di Gerardo Melaccio<br />
che il treno venga smistato su un binario<br />
morto fino a quando non arrivi il segnale<br />
di. via libera verso l’ignoto. destinazione.<br />
A causa della lungaggine della fermata a<br />
noi prigionieri è concesso il permesso di<br />
scendere a terra in caso di stretta necessità,<br />
ossia, unicamente per soddisfare i<br />
bisogni fisiologici all’aria aperta. Naturalmente<br />
in prossimità dei vagoni e a ridosso<br />
della scarpata ai piedi della quale<br />
corre il binario d’acciaio. Non disponiamo<br />
di servizi igienici né di lavandini per<br />
lavarci le mani e la faccia. Se vogliamo<br />
toglierci un po’ di sporcizia di dosso siamo<br />
costretti a utilizzare la neve strofinandola<br />
sul viso intorno al collo e sulle<br />
braccia; quando strettamente necessario,<br />
pure nelle parti intime del corpo. Di sapone<br />
nemmeno le briciole; di un po’ di<br />
fuoco per riscaldare l’acqua gelata manco<br />
a parlarne. Alcuni ne fanno volentieri<br />
a meno per non rischiare un attacco di<br />
broncopolmonite. Di conseguenza, l’a-<br />
18<br />
ria che si respira nei carri-bestiame che<br />
trasportano esseri umani in male arnese è<br />
tutt’altro che pura e respirabile. <strong>Il</strong> treno<br />
rimane fermo sul binario dall’11 al 17<br />
aprile. <strong>Il</strong> giorno dopo, di primo mattino,<br />
ancora immersi nel sonno e senza preavviso,<br />
siamo scossi dallo stridore delle<br />
ruote metalliche che cominciano a muoversi<br />
e dai rumori degli attracchi dei vagoni<br />
che cominciano a sferragliare. Alcuni<br />
di noi che siamo scesi a terra per<br />
esigenze fisiologiche, siamo colti di sorpresa<br />
e messi in grande agitazione. Chi è<br />
più vicino agli sportelli d’ingresso e in<br />
condizioni fisiche meno impacciate, in<br />
un batter d’occhio recupera il posto sul<br />
treno. Qualcuno come me che si è allontanato<br />
un po’ di più per necessità di forza<br />
maggiore, magari con le brache in mano<br />
e in mezzo alle rotaie, preso dallo spavento<br />
di essere travolto, si mette a gridare<br />
imprecando e muovendo le mani per<br />
richiamare l’attenzione del macchinista.<br />
Calitri, 14.08.2011, IX Edizione della StraCalitri “Memorial Don Siro Colombo”,da sinistra ultima fila: Vito Zarrilli, Angela Zarrilli con fratello Giuseppe,<br />
Andrea Zarrilli figlio di Giuseppe. Penultima fila: Canio Luciano Maffucci, Sergio Fasulo e don Antonio Padula. Ultima fila: Leo Coppola, Licia<br />
Teora, Rosamaria Zabatta, Lucia Rubinetti, Silvia Lucadamo (si vede solo la testa), Flavia Caputo, Enza Acocella, Lucia Di Cairano col nipotino<br />
Antonio Di Cairano; davanti: Marianna Lucadamo, Angela Caputo, Mariapina Di Carlo, Gaetana Quaranta, don Pasquale Riccio.
N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011 IL CALITRANO<br />
LA NOSTRA OSTRA<br />
BIBLIOTEC<br />
BIBLIOTECA<br />
<strong>Il</strong>aria Cuttini e Graziella De Rosa:<br />
Matisse e le tele di Penelope – Romanzo<br />
giallo – Edizione Angolo Manzoni<br />
– Torino 2010<br />
Un vero thriller che si svolge tra una<br />
primaverile Torino, un’assolata Grecia<br />
ed una sorprendente Olanda, scritto a<br />
quattro mani da due simpaticissime<br />
donne che pur avendo una differenza di<br />
età di circa venti anni, sono accomunate<br />
dall’amore per i libri, l’arte e la storia.<br />
È la storia che ciascuno di noi sogna,<br />
ma che non riesce mai a realizzare, pur<br />
lasciandosi trasportare sulle note scorrevoli<br />
e a volte allettanti del libro che<br />
nel suo insieme riesce a tenerci col fiato<br />
sospeso fino al termine della trama che<br />
è intrigante, allettante ed insieme ben<br />
lavorata.<br />
Dionisio Pascussi: Pietradefusi nel<br />
Regno di Napoli – Arturo Bascetta<br />
Editore - Pietrastornina 2011<br />
Ha riscosso ampio<br />
successo editoriale<br />
e letterario,<br />
e vasti e unanimiapprezzamenti<br />
di pubblico,<br />
la presentazione<br />
del volume,“Pietradefusi<br />
nel Regno di<br />
Napoli”, del dottore<br />
Dionisio Pascucci<br />
di Benevento. Mercoledì 7 settembre<br />
2011 l’autore ha presentato ufficialmente<br />
la sua seconda opera nella sala<br />
congressi della Fondazione Paolo<br />
Emilio Pascucci di Dentecane. La tavola<br />
rotonda è stata moderata dalla giornalista<br />
Barbara Ciarcia. Relatori: i dirigenti<br />
scolastici Fiorella De Vizia e Virgilio<br />
Iandiorio e il professore emerito Mario<br />
Iarrobino. All’evento hanno partecipato<br />
il sindaco di Pietradefusi, Giulio Belmonte,<br />
l’assessore comunale alla cultura<br />
e allo spettacolo, Raffaello De Nisco, il<br />
dottore Giovanni De Caro, presidente<br />
della Fondazione Pascucci. Interessante<br />
il dibattito seguito che si è sviluppato<br />
su spaccati inediti della vita quotidiana<br />
dell’epoca. <strong>Il</strong> volume recensito in postfazione<br />
dal prof. Francesco Barra, Ordinario<br />
di Storia Moderna presso l’Uni-<br />
versità degli Studi di Salerno, consta di<br />
circa 200 pagine è diviso in nove capitoli<br />
ed è corredato da ben trenta tabelle;<br />
l’autore, prendendo spunto dai dati del<br />
Catasto Onciario di Pietradefusi del<br />
1754, descrive gli aspetti demografici,<br />
produttivi, economici e religiosi dei ceti<br />
sociali tra settecento e ottocento, sottolinea<br />
il potere temporale ed economico<br />
della Chiesa ed evidenzia il disagio legato<br />
alla condizione femminile.<br />
In definitiva si tratta di una ricostruzione<br />
storica rigorosa, di sicuro interesse<br />
per gli abitanti di Pietradefusi, ma verosimilmente<br />
anche per i cultori di storia<br />
locale.<br />
LIBRI RICEVUTI<br />
A cura di Cesare Corradini: Così<br />
parlavano a Castiglione . Vocabolario<br />
ragionato di una lingua che scompare.<br />
- Tipolitografia Ambrosini – Acquapendente<br />
(VT) 2004<br />
Corredato da una piccola grammatica il<br />
Vocabolario si presenta come una pubblicazione<br />
giustamente ambiziosa che<br />
va ben al di là della tradizionale pubblicistica<br />
amatoriale propria di tanti Centri<br />
del nostro Territorio, così ricco e così<br />
frammentato sul piano linguistico. Pertanto,<br />
in una fase così delicata della storia<br />
linguistica di Castiglione in Teverina,<br />
caratterizzata da un forte grado di<br />
instabilità strutturale, è un fatto altamente<br />
meritorio che si sia riusciti a raccogliere<br />
per questo “punto linguistico”,<br />
con un costante confronto con le fonti<br />
dialettali del passato, tutto quanto si conosce<br />
di quel bene preziosissimo che è<br />
una lingua locale.<br />
Anche questo è un modo di conoscere,<br />
di preservare e di valorizzare la propria<br />
indentità culturale che nella lingua trova<br />
il simbolo insieme più potente e più significativo.<br />
(Dalla Presentazione di Marco Mancini<br />
Rettore dell’Università degli Studi<br />
della Tuscia)<br />
Alfredo Antonetti: Vocabolario Vallecorsano<br />
– Italiano e Italiano-Vallecorsano<br />
– In Appendice Ritto e Nun<br />
Ritto – Seconda edizione aggiornata<br />
Nuova Stampa – Frosinone 2009<br />
<strong>Il</strong> Vocabolario dialettale Vallecorsano-<br />
Italiano, e Italiano-Vallecorsano, l’ammirevole<br />
lavoro di Alfredo Antonetti,<br />
nasce da una esigenza oltretutto affettiva,<br />
sollecitata dalla constatazione della<br />
19<br />
progressiva scomparsa dei termini vallecorsani.<br />
Come osserva opportunamente<br />
l’Autore, se è giusto e doveroso<br />
mantenere e curare i monumenti e i centri<br />
storici dei nostri Paesi, altrettanto<br />
giusto e doveroso è “salvare il salvabile”<br />
del Dialetto, perché testimonianza<br />
di uno degli aspetti fondamentali della<br />
civiltà, quale è appunto quello linguistico.<br />
Nato da questa esigenza, l’autore ha voluto<br />
così aggiungere a questo vocabolario,<br />
come Appendice, una Raccolta di<br />
frasi idiomatiche e detti caratteristici e<br />
una concisa grammatica descrittiva del<br />
dialetto vallecorsano, già pubblicata a<br />
parte dall’Amministrazione Comunale<br />
di Vallecorsa, in un libro di limpida efficacia,<br />
dal titolo “Ritto e nun ritto”.<br />
Un lavoro, dunque, questo vocabolario<br />
dell’Antonetti, attento e preciso, che rivela<br />
chiarezza di impostazione e felicità<br />
di impegno filologico.<br />
(Dalla Presentazione alla prima edizione<br />
di Giovanni Iorio Docente<br />
Universitario di Letteratura Italiana)<br />
Carmine Acocella: La libertà che non<br />
fa male-Casa Ed.Menna AV, 2009<br />
Cosa sarà mai la libertà? Quali possono<br />
essere i concetti fondanti la libertà?<br />
Nell’accezione comune tale libertà non<br />
è sempre ben intesa e viene talora mal<br />
interpretata o equivocata e ciò purtroppo<br />
logora ed avvelena, non di rado, i<br />
rapporti umani delle relazioni, sia a livello<br />
pubblico che privato, determinando<br />
così, conflitti o incomprensioni di<br />
vario tipo: diatribe, scontri, polemiche,<br />
ecc. ciò, quindi, si riflette negativamente<br />
sulle relazioni, fra singole persone,<br />
gruppi di persone e più in generale, fra<br />
popoli e determinano un annichilimento,<br />
un indebolimento del tessuto sociale,<br />
della comunità e del senso etico comune<br />
e condiviso.<br />
Scrittori, poeti, artisti, filosofi hanno<br />
tentato di esprimere e di dare ognuno,<br />
un significato particolare a ciò che può<br />
rappresentare la libertà, tentando di definirla<br />
con una frase, con una riflessione<br />
o altro.<br />
Nel presente libro si cerca di dare delle<br />
definizioni o interpretazioni alla libertà,<br />
facendo riferimento, in particolare a vari<br />
periodi storici, come ad esempio<br />
quello della Polis di Atene, fino ad alcune<br />
forme di democrazia odierne. In<br />
particolare, vengono citati e descritti alcuni<br />
periodi storici della democrazia<br />
italiana, a partire dal dopoguerra fino<br />
ad oggi.<br />
(Dalla quarta di copertina)
IL CALITRANO N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011<br />
DIALETTO E CULTURA POPOLARE<br />
Marì si e cummar’ Marì no<br />
A seconda del tornaconto personale.<br />
Lu’ can’ adda sci alla madria<br />
Non riesce ad apprendere perché non ha esperienza.<br />
A pacc’ e p’cc’rill Dij r’aiuta<br />
Sia ai pazzi che ai bambini solo Dio può aiutarli.<br />
U’ cap’ tuost’ u ruma la cort’<br />
Chi è testardo lo doma la giustizia.<br />
Li zuopp’ p’ abballà e li cacagl’ p’ candà<br />
Gli zoppi bravi per ballare e i balbuzienti per cantare.<br />
Calitri 1965, la signora Nicolina Coppola nata<br />
a Calitri il 02.10.1930 in posa con i suoi figli<br />
per mandare la foto al marito Vito Zabatta<br />
nato il 24.01.1931 emigrato in Svizzera; da<br />
sinistra: Filomena Zabatta (20.10.1960) residente<br />
a Mariano C.se, Mario Zabatta<br />
(05.09.1962) residente a Lentate Sul Seveso,<br />
Pasquale Zabatta (21.09.1958) residente a<br />
Camnago, in braccio Concetta Zabatta<br />
(09.12.1964) residente a Calitri.<br />
PARTICOLARI MODI DI DIRE CALITRANI<br />
A cura di Giovanni Sicuranza<br />
20<br />
R’ pan’ r’ v’lanza n’ enghj panza<br />
<strong>Il</strong> pane comprato non sazia.<br />
Carta tenda fac’ chiang’ l’omm’n’<br />
Con ciò che hai scritto non puoi più tornare indietro.<br />
La megl’ parola eja quegghja ca n’ nz’ ric’<br />
Meglio non parlare proprio.<br />
Ndò quiss’ cummanna l’accurc’<br />
In casa di questa persona comanda la moglie.<br />
Attacca lu ciucc’ ndòv’ vol’ lu’ patron’<br />
Si fa come dice il capo.<br />
SU INTERNET L’ELENCO COMPLETO<br />
DEI LIBRI DELLA NOSTRA BIBLIOTECA<br />
razie all’attiva, generosa e disinte-<br />
Gressata collaborazione della Libreria<br />
ITACA, abbiamo pensato di fare<br />
cosa gradita mettendo sul sito de “<strong>Il</strong><br />
<strong>Calitrano</strong>” oltre all’elenco completo<br />
di tutti i numeri del giornale pubblicati<br />
in questi 31 anni, anche il catalogo<br />
dei volumi della nostra biblioteca –<br />
che verrà aggiornato periodicamente –<br />
per far conoscere meglio il patrimonio<br />
culturale a disposizione di tutti e informare,<br />
coloro che ancora non lo sapessero,<br />
che accettiamo, di buon<br />
grado,ogni tipo di libro.<br />
Confessiamo anche la nostra profonda<br />
e sentita delusione perché a nessuno è<br />
ancora venuto in mente di offrire un<br />
abbonamento a qualche rivista di studio<br />
o di informazione da mettere a disposizione<br />
dell’intera Comunità, presso<br />
il nostro Centro.<br />
Informiamo inoltre che – a suo tempo<br />
– è stata costituita una “Associazione”<br />
per il Centro Studi Calitrani<br />
come soggetto giuridico e che perciò<br />
il Centro è in grado di accettare qualsiasi<br />
tipo di “donazione” oppure offerta<br />
a sostegno delle sue attività, finalizzate<br />
ad una eventuale, auspicata<br />
assunzione di personale, cioè creare<br />
qualche posto di lavoro, e a realizzare<br />
una serie di iniziative culturali su vari<br />
argomenti, capaci di formare una <strong>nuova</strong><br />
generazione di giovani capaci di<br />
cercare con competenza e rigore morale<br />
soluzioni di sviluppo sostenibile.<br />
L’amore per la nostra terra non può<br />
che essere responsabile, e deve attuarsi<br />
nella stagione che oggi stiamo vivendo<br />
e, al tempo stesso, non può che<br />
aprirsi al futuro; convinti come siamo<br />
che la ricchezza più grande di una<br />
città è la sua gente.<br />
Ma per fare questo, è evidente che non<br />
bastano soltanto l’entusiasmo e la<br />
buona volontà che abbiamo sempre<br />
dimostrato in questi ultimi 30 anni di<br />
attività !….
N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011 IL CALITRANO<br />
DA CALITRI<br />
S O L I D A R I E T À C O L G I O R N A L E<br />
Euro 5: Avella Giovanni, Di Milia Gaetano, Bozza Canio e Maffucci Maria, Ag.<br />
Automobilistica Bozza Vincenzo.<br />
Euro 8: Tornillo Giovanna.<br />
Euro 10 Cestone Giuseppina, Briuolo Rocco, Di Cairano Gaetano, Piazza<br />
Carmen,Cerreta Vincenzo Zarrilli, Maffucci Gaetano e Di Cairano Lucia, Fatone<br />
Concetta, Del Cogliano Luciano, Di Cecca Maria Concetta Teresa, Zabatta<br />
Lucia, Nicolais Lucia, Leone Giuseppe, Caputo Vittorio, Margotta Luigi,<br />
Cestone Maria Vincenza, Minichino Gianna e Rauso Gianni, Calabrese Maria<br />
Lucia, Tancredi Giuseppe, Galgano Antonietta e Panza Rocco, Zarrilli Giuseppe,<br />
Della Valva Vito, Cialeo Carmina Maria, Di Milia Michele, De Nicola Lucia<br />
ved.Cianci, Russo Giovanni, De Luca Maria, Di Milia Raffaele, Maffucci<br />
Vincenza Rosaria, Maffucci Giovanni, Maffucci Vincenzo, Zarrilli Salvatore,<br />
Zarrilli Antonio, Teteo, Gervasi Lucia Caruso, Zarrilli Vincenzo Toglia, Zabatta<br />
Vito, Cubelli Giovanni, Margotta Angela, Armiento Rocco, Vallario Canio, Lucrezia<br />
Angelomaria, Zabatta Domenico, Toglia Massimo, Di Maio Giuseppina,<br />
Zabatta Rosina ved. Zabatta, Galgano Corradi Francesca, Polestra Vincenzo,<br />
Cerreta Antonia, Margotta Concetta in Quaranta.<br />
Euro 12: Cianci M.Teresa e Galgano Giuseppe.<br />
Euro 15: Maffucci Vincenzo, Stanco Giuseppe Nicola, Avella Antonio, Armiento<br />
Elisabetta e Zarrilli Vincenzo, Nivone Giuseppe, Fastiggi Antonio, Nigro<br />
Maria, Merola Giuseppina, Di Gugliemo Michele e Vallario Angela, Scoca Vincenzo,<br />
Iannece Aldo, Lucadamo Vincenzo, Cestone Canio, Fasulo Sergio, Scarlatella<br />
Domenico,Sperduto Angelomaria, Melaccio Rosa, Di Maio Vito Nicola,<br />
Cestone Luigina,Guglielmo Filomena.<br />
Euro 20: Luongo Donata ved. Di Luzio, Metallo Michelina, Codella Canio,<br />
Zarrilli Michelina e Vittorio,Fastiggi Rosa,Cerreta Michele, Gallucci Annibale,<br />
Cianci Mariantonia, Grasso Antonio,Galgano Benedetta e Vito, Caputo Giuseppe,<br />
Panniello Giovanni, Di Cecca Pompeo, Caputo Vitantonio, Fatone Canio,Di<br />
Napoli Vincenzo,Buglione Lucia, Zampaglione Donato, Paolantonio Paolo,<br />
Rubinetti Lucia, Metallo Colomba, Lucrezia Vincenzina, Di Cosmo Michele,<br />
Zabatta Berardino, Armiento Maria Giuseppa, Di Salvo Michele, Di Milia Antonio,<br />
Germano Michele, Di Cecca Giovanni, Gautieri Vincenzo, Caputo Vitantonio,<br />
Bovio Cosimo, Russo Tonio e de Nicola Antonella, Zarrilli Giuseppe,<br />
Nicolais Raffaele, Russo Maria, Cubelli Donato, Di Cecca Romeo, Contino Vito<br />
Antonio, Germano Giuseppe, Capossela Mario, Rabasca Michele, Lampariello<br />
Canio, Codella Vito, Maffucci Pietro,Arci Michele, Nicolais Cristina Acocella,<br />
Gallucci Vincenza, Paolantonio Vito, Di Muro Leonardo, Zarrilli Canio e<br />
Zoia, Cerreta Francesco via San Canio 17, Galgano Francesco via Ferrovia 3,<br />
Di Napoli Canio,Maffucci Lorenzo, Fastiggi Giuseppe,Cialeo Francesco, Lampariello<br />
Serafina, Bavosa Antonio,Salvante Michele, Rauso Fabrizio, Maffucci Angelo,<br />
Cianci Leonardo,Gautieri Donato, Contino Pietro ed Anna, Altieri Antonio,<br />
Nigro Giuseppe, Lettieri Enzo, Salvante Roberto, Cestone Pasquale, Ramundo<br />
Michelina, Di Maio Canio e Savanella A. Maria,<br />
Euro 25: Nesta Vincenzo, Polestra Giovanni, Zabatta Franca, Gautieri Vincenzo<br />
via A. Del Re 34, Di Napoli Canio idraulico.<br />
Euro 30: Di Napoli Clorinda, Maffucci Franco e Margotta Concetta,Di Milia<br />
Vito e Angela, Polestra Fortunato, Immerso Maria,Di Milia Vincenzo, Di Milia<br />
Pasquale, Metallo Michele, Maffucci Raffaele, Del Re Michele, Zarrilli Michele.<br />
Euro 50: Comitato nati 1970, Abate Vincenza, Cerreta Vito, Armiento Vincenzo,<br />
Lucev Donato, Miele Giovanni.<br />
Euro 70: Gruppo nati ’86, Armiento Giuseppe.<br />
Euro 100: Ricciardi Francesca “Grazzina” e Zarrilli Donatino.<br />
DA VARIE LOCALITÀ ITALIANE<br />
Euro 10: Di Carlo Francesca (Cesano Maderno),Di Milia Michele (Castelfranco<br />
Veneto), Bove Lina (Salerno), Maffucci Vincenzo (Acilia), Metallo Maria<br />
Antonietta (Roma),Cestone Franchino Sarto(Villa Gioconda- Rocca San Felice),<br />
Di Muro Rodolfo e Irina (Arenzano), Lucadamo Pietro (Novedrate), Gautieri<br />
Giuseppe (Bologna), Tancredi Canio (Modena), Guglielmo Mario (Andretta),<br />
De Luca Donato (Rapone), Di Milia Angela (Castel S. Pietro Terme), Cantarella<br />
Francesco (Botticino Sera), Di Napoli Berardino (Mariano C.se), Galgano<br />
Canio Vincenzo (Cantù), Canio Di Cecca (Poggibonsi), Vallario Francesco<br />
(Poggibonsi), Zarrilli Luigi (Poggibonsi), Iannella Rosaria (S. Maria La Carità),<br />
Balleri Paola (Livorno), Bavosa Rosa (Poggibonsi),Cerreta Giuseppe (Poggibonsi),<br />
Armiento Michelangelo (Torino), Briuolo Luigi (Alessandria), Scoca<br />
Mauro (Arese), Nicolais Antonio (Lari).<br />
21<br />
Euro 12: Pastore Alessandrello Lucia (Comiso).<br />
Euro 15: Di Carlo Lucia (Santomenna), Russo Donato (Torino), Russo Lucia<br />
(Grugliasco), Di Vito Maddalena (Mariano C.se), Gallucci Donato (Ancona),<br />
Scoca Vito (Mariano C.se), Di Cosmo Michele (Poggibonsi), Galicchio Mario<br />
(Milano), Cerreta Marianna (Campio Bisenzio), Margotta e Cianci (Roma),Capossela<br />
Giovanni (Napoli), Di Cosmo Michele (Poggibonsi).<br />
Euro 20: Maffucci Anna (Poggio a Caiano), Galgano Anna (Milano), Fastiggi Michele<br />
(Salerno), Maffucci Edoardo (Torino), Cicoira Luigi (Padova), Di Cairano<br />
Nicola (Novate M.se),Codella Michele (Tirano),Maffucci Giuseppe (Portici), Di<br />
Napoli Vincenzo (Palazzuolo M.se), Lotito Vincenzo e Nesta Rosetta Maria<br />
(Foggia), Sacchitiello Giuseppina (Nonantola), Rainone Vito (Lentate S.S.),<br />
Cianci Michele (Brescia), Metallo Mauro (Brescia), Caracciolo Agostino (Napoli),<br />
Lucrezia Raffaele (Bollate), Di Muro Franca Maria (Castelfranco Emilia),<br />
Abate Pasquale (Avellino), Gautieri Gerardina (Roma), Bozza Mario (Genova),<br />
Fastiggi Maria (Cologno M.se), De Nicola Antonio (Grugliasco), Caruso Michele<br />
(Lomazzo), Panella Mario (Nova M.se), Di Milia Rocco (Avellino), Acocella<br />
Franco (Roma), Fierravanti Nicola (Lavena Ponte Tresa), Cestone Antonio<br />
(Pavia), Pasqualicchio Giuseppe (San Donà Di Piave), Antonio (Napoli), Gallucci<br />
Maria (Portici), Ricigliano Peppino (Giussano), Cestone Pasquale (Busto Arsizio),<br />
Gautieri Pasquale (Bollate), Bozza Gaetano (Novedrate), Galgano Anna<br />
(Milano), Cappello Raffaele (Santopadre),Cantarella Maria (Genova/Pontex),<br />
Fatone Giuseppe (Roma), Zarrilli Maria (Moncalieri), Cerreta Canio (Rimini),<br />
Cicoira & Ferrero (Roma), Lucrezia Raffaele (Cesano Maderno),Pecora Angelo<br />
e Lucia Nappo (Capriglia Irpina), Di Maio Franca Maria (Milano), Di Napoli<br />
Teresa ved. Di Maio (Nerviano).<br />
Euro 25: Di Cairano Teresa (Torino), Metallo Vincenzo (Roma), Acocella Vito<br />
(Salerno), Acocella Marialfonsa (Salerno), Floridia Marco (Solaro), Miele Pietro<br />
Angelo (Bollate), Rabasca Angelomaria (Cervinara), Cestone Canio (Brescia),<br />
Cestone Antonio (Brescia), Fastiggi-Zarrilli Giuseppe (Bollate), Zarrilli Ivan<br />
(Limbiate), Santoro Vincenzo (Mariano C.se), Milano Franco (Gallarate), Mastrodomenico<br />
Caterina (Napoli), Basile Antonietta (Sarzana), Giuliano Canio<br />
(Genova Pra),Leone Erberto (Briosco),Aristico Antonio (Siena).<br />
Euro 30: Metallo Cesare (San Giorgio a Cremano), Gautieri Enzo (Bollate),<br />
Di Milia Michele (Gallarate), Nicolais Angelina in Ricciardi (Napoli), Armiento<br />
Angelo (Siena), Galgano Maria Francesca (Bergamo), Puccio Frucci Maria<br />
(Ostia Lido), Armiento Michelangelo (Roma), Del Franco Francesca (Roma), Di<br />
Milia Iolanda (Pontedera).<br />
Euro 40: Ferrero Remo (Torino), Ferrero Luigina (Roma), Stanco Salvatore<br />
(Salerno).<br />
Euro 50: Maffucci Donato (Mariano C.se), Acocella Vincenzo (Bologna), Nicolais<br />
Luigi (Como), Gizzi Nicola (Cambiano), Di Maio Michele Arcangelo<br />
(Napoli), Del Re Michele (Napoli), Di Napoli Pasquale (Milano), Frucci Angelo<br />
(Roma), Marra Raffaele (Caserta),Germano Pasquale (Monza Brianza), Norelli<br />
Franco (Roma), De Rosa Michelangelo (Leumann Collegno), Messina Giuseppe<br />
(Roma).<br />
Euro 55: Zarrilli Michele e Vincenza (Poggibonsi).<br />
Euro 100: Cicoira Antonio (Roma), Pastore Raffaele (Pomezia).<br />
DALL’ESTERO<br />
BELGIO: euro 20, Vallario Lucia, Scoca Vittorio, Rubino Vincenzo; euro 10<br />
Rubino Donato.<br />
FRANCIA: euro 40 Del Priore Vittorio.<br />
GERMANIA: euro 40 Koschmieder Klaus e Giuseppina,Galgano Michele,<br />
Dettori Giovanni, Rosania Vincenzo; euro 15 Galgano Marcella Julia; euro 10<br />
Di Napoli Pasquale, Di Napoli Angelo, Strollo Giuseppe, Briuolo Antonio.<br />
SVIZZERA: euro 70 Di Milia Maria Francesca, euro 20 Vallario Michele.<br />
SVEZIA: euro 25 Armiento Michelangelo.<br />
CANADA: euro 40 Lampariello Del Cogliano Giuseppe, euro 30 Caruso<br />
Nicola.<br />
U.S.A.: euro 100 Tartaglia Giovanni, $50Metallo Vincenzo, euro 15 Gallucci<br />
Joseph, Di Maio Michele.<br />
ARGENTINA: euro 30 Bozza Michele.<br />
VENEZUELA: euro 50: Cicoira Vincenzo.<br />
BRASILE: Euro 25 Famiglia Aristico.<br />
CHIEDIAMO SCUSA E COMPRENSIONE PER QUALSIASI<br />
INVOLONTARIA OMISSIONE.
IL CALITRANO N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011<br />
MOVIMENTO DEMOGRAFICO<br />
Rubrica a cura di Anna Rosania<br />
I dati, relativi al periodo dal 27 giugno al 26 ottobre 2011<br />
sono stati rilevati presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Calitri.<br />
NATI<br />
D’Amelio Jennifer di Vincenzo e Ferragina Giuseppina 26.05.2011<br />
De Simone Giovanni di Francesco e Maffucci Rosanna 26.05.2011<br />
Acocella Giulia di Nicola e Cimmino Marianna 28.06.2011<br />
Cucciniello Mariangela di Noris Antonio e Marzullo Rosalba 29.06.2011<br />
Veneziano Rocco di Antonio e Di Cecca Antonia 05.07.2011<br />
Tornillo Nicolò di Giuseppe e Bilotta Annamaria 06.07.2011<br />
Scoca Christian di Josè e Noto Paola 09.07.2011<br />
Shindo Etnoi di Petraq e Mele Rebeka 22.07.2011<br />
Iannece Gabriel di Mario e Zarrilli Cinzia Mariluna 11.08.2011<br />
Acocella Marco di Attilio e Di Cecca Emanuela 21.09.2011<br />
Rainone Adriano di Giuseppe e Tornillo Lucia 26.09.2011<br />
MATRIMONI<br />
Bennici Marco e Girardi Maria (sposati a Loppiano - Firenze) 28.05.2011<br />
Cassese Luciano e Chianese Maria Rosaria 29.06.2011<br />
Ruggiero Francesco e De Vita Francesca 07.07.2011<br />
Di Maio Michele e Toglia Chiara 16.07.2011<br />
Di Mattia Giuseppe e Fatone Francesca 23.07.2011<br />
Contillo Mario e Galgano Anna 24.07.2011<br />
Di Napoli Canio e Croci Simona 24.07.2011<br />
Nicolais Vincenzo e Zarrilli Angela 03.08.2011<br />
De Nicola Vito e Zarrilli Katia 04.08.2011<br />
D’Onza Giuseppe e Di Salvo Lucia 08.08.2011<br />
Cappiello Giuseppe Michele e Paolercio Marisa 10.08.2011<br />
Zarrilli Antonio e Sarti Viviana 13.08.2011<br />
Rinaldi Graziano Mario e Nigro Claudia 13.08.2011<br />
Cubelli Alfonso e Maffucci Flavia 20.08.2011<br />
Braccia Daniele e Di Milia Anna 27.08.2011<br />
Zabatta Giuseppe e Di Cosmo Rosa 27.08.2011<br />
Abubakari Isaac e Vigorito Elena 03.09.2011<br />
Frasca Donato e Laiso Ersilia 05.09.2011<br />
Cialeo Francesco e Di Cecca Rosanna 10.09.2011<br />
Mastrullo Gerardo e Rabasca Irene 10.09.2011<br />
Malanga Vito Antonio e Turi Gerardina 24.09.2011<br />
Celano Gianluca e Pinto Giacinta Linda 01.10.2011<br />
Maffucci Grazia 30.06.1918 - † 02.06.2011<br />
Cestone Vincenzo 28.06.1923 - † 02.07.2011<br />
Di Cairano Carolina 03.03.1921 - † 08.07.2011<br />
Silvestri Bice 08.04.1927 - † 13.07.2011<br />
Galgano Mariangela 01.03.1915 - † 13.07.2011<br />
Camposano Michele 09.12.1933 - † 13.07.2011<br />
Cicoira Giuseppe 18.09.1919 - † 16.07.2011<br />
Cialeo Vincenza 09.02.1930 - † 17.07.2011<br />
Di Milia Vitalina 31.07.1961 - † 18.07.2011<br />
Delli Liuni Giulio 12.04.1926 - † 18.07.2011<br />
Zarrilli Lucia 02.01.1920 - † 18.07.2011<br />
Di Muro Marianna 07.01.1927 - † 19.07.2011<br />
Rauseo Angela 19.03.1925 - † 19.07.2011<br />
Di Maio Maria 26.11.1926 - † 22.07.2011<br />
Cestone Maria Rosa 16.04.1922 - † 23.07.2011<br />
Vanacore Umberto 04.05.1929 - † 23.07.2011<br />
Scoca Leonilda 14.07.1925 - † 25.07.2011<br />
Cirminiello Francesco 06.04.1936 - † 25.07.2011<br />
Cicoira Vito Gaetano 20.06.1916 - † 25.07.2011<br />
MORTI<br />
Ci scusiamo per qualsiasi eventuale errore.<br />
Nivone Michele 08.05.1930 - † 04.08.2011<br />
Cesta Vincenzo 21.11.1955 - † 05.08.2011<br />
Nicolais Maria Gaetana 06.11.1922 - † 05.08.2011<br />
Zarrilli Rosa 04.10.1922 - † 06.08.2011<br />
Di Milia Alessandro 10.06.1921 - † 10.08.2011<br />
Del Buono Vittorio 24.12.1932 - † 03.09.2011<br />
Vodola Giuseppe Raffaello 04.05.1930 - † 03.09.2011<br />
Iannece Maria Michela 08.12.1925 - † 04.09.2011<br />
Maffucci Angela 31.07.1925 - † 21.09.2011<br />
Della Badia Pietro 11.05.1927 - † 25.09.2011<br />
Zarrilli Raffaele 25.01.1929 - † 02.10.2011<br />
Russo Gaetana 04.01.1926 - † 03.10.2011<br />
Margotta Gerardo 04.09.1930 - † 05.10.2011<br />
Scarano Maria Ripalda 22.04.1933 - † 06.10.2011<br />
Ricciardi Francesca 28.10.1919 - † 11.10.2011<br />
Covino Teresa 04.11.1916 - † 16.10.2011<br />
Lacava Luigi 12.11.1926 - † 20.10.2011<br />
Rondinini Maurizio 07.07.1936 - † 24.10.2011<br />
22<br />
Francesca Ricciardi (Grazzina)<br />
Bisaccia 28.10.1919 - † 11.10.2011<br />
Donna operosa,<br />
fin dalla giovinezza ha dedicato la sua vita<br />
all’assistenza di persone anziane<br />
con delicata e sempre squisita disponibilità.<br />
Ha cresciuto una famiglia,<br />
ha svolto un’attività commerciale;<br />
ha speso bene gli anni<br />
che il Signore le ha concesso<br />
ed è tornata al Padre<br />
con la fiducia del premio eterno.<br />
Bice Silvestri<br />
(08.04.1927 - †13.07.2011)<br />
Canio Di Carlo<br />
(cap’ianch’/03.11.1923 - †16.03.2003)<br />
Caro zio Canio la tua Bice<br />
ti ha appena raggiunto,<br />
abbiamo immaginato il vostro incontro<br />
come in questa foto,<br />
con la stessa allegria e spensieratezza<br />
per l’eternità.<br />
Con affetto i vostri nipoti Di Carlo.
N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011 IL CALITRANO<br />
REQUIESCANT IN PACE<br />
Vittorio Simone<br />
24.12.1978 - † 05.05.2011<br />
Laureato in Scienze<br />
Biologiche all’Università<br />
di Perugia il 24.05.2007.<br />
Un ricordo per coloro<br />
che lo conobbero<br />
e lo amarono.<br />
Vincenzo Cerreta<br />
(13.01.1926 - † 18.09.2011)<br />
<strong>Il</strong> tuo ricordo resta sempre<br />
vivo in noi.<br />
I parenti tutti.<br />
Ferdinando Marra<br />
23.10.1930 - † 30.09.2001<br />
“Nessuno muore sulla terra<br />
finchè vive nel cuore di chi<br />
resta”.A dieci anni dalla tua<br />
scomparsa ti ricordiamo<br />
sempre con immenso affetto .<br />
I tuoi cari.<br />
Benedetto Di Milia<br />
Calitri 26.08.19<strong>48</strong><br />
† Arese 08.02.2011<br />
Lo ricordano con tanto affetto<br />
la moglie Raffaella, i figli<br />
Maria, Pina, Fabrizio, Marco<br />
e Dino; il fratello Vincenzo,<br />
i familiari tutti e le cugine<br />
Michelina e Teresa.<br />
Vivere nel cuore di chi resta<br />
vuol dire non morire mai.<br />
Vittorio Del Priore Lucia Del Priore<br />
Calitri 28.09.1923 Metz - Francia 15.03.1956<br />
† Metz -Francia 17.01.2011 † 20.08.1968<br />
Vivrete in eterno nella misericordia di Dio.<br />
Salvatore Galgano Antonia Cianciulli<br />
02.01.1919 - † 18.03.2007 29.01.1922 - † 17.02.2007<br />
I parenti tutti con l’amore di sempre.<br />
23<br />
Giuseppina Di Milia<br />
10.10.1921 - † 06.08.2011<br />
I figli Giovanna, Canio,<br />
Michele, Umberto e Lucia<br />
in ricordo del tuo<br />
grande amore<br />
per la famiglia.<br />
Michele Cerreta<br />
17.02.1925 - † 25.11.2001<br />
A 10 anni dalla scomparsa,<br />
il figlio Vito e la moglie lo<br />
ricordano sempre con tanto<br />
amore.<br />
Maria Antonia Zarrilli<br />
Calitri 21.10.1941<br />
† Bollate 11.11.2006<br />
La ricordano i figli Canio e<br />
Franco, le sorelle Sisina,<br />
Vincenza e Maria, i nipoti e la<br />
cugina Michelina.<br />
Non piangete, io continuerò<br />
ad amarvi al di là della vita.<br />
L’amore è l’anima<br />
e l’anima non muore.<br />
Angelo De Nicola<br />
(cordalenda)<br />
05.02.1916 - † 23.06.1975<br />
I figli e i nipoti lo<br />
ricordano,con amore,<br />
a quanti lo conobbero<br />
e lo amarono.<br />
Vito Gaetano Cicoira<br />
20.06.1916 - † 25.07.2011<br />
La figlia Gina e il genero<br />
Remo lo ricordano a quanti<br />
lo hanno amato e stimato.<br />
Rosa Maria Aulisi<br />
06.11.1898 - † 09.09.1993<br />
I figli con tanto affetto la<br />
ricordano.<br />
I necrologi di norma vengono<br />
pubblicati nel mese in cui ricorre<br />
il decesso, ad esclusione di quelli<br />
avvenuti nell’anno in corso,<br />
e in quello precedente<br />
È un servizio “Gratis”.
In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Firenze CMP<br />
per la restituzione al mittente previo pagamento resi<br />
Calitri, 18.08.2011 Festa dei Settantenni. Prima fila da sinistra: Pasquale Polestra (sammuel’), Vittorio Nivone (paparegghija), Giuseppe Forgione (fr’ggion’), Luigi Rubino (u’ cors’), con occhiali da sole<br />
Michele Antonio Rabasca (zucquaron’), Aniello Basile (claps’), Michele Codella (sckambè), con occhiali da sole Michelangelo Armiento (caramzzett’), Canio Di Cosmo (pagghion’), Antonio Galgano (ghianna),<br />
Vito Martiniello (papp’lon’), Giuseppe Germano (sckattus’), Maria Teresa Margotta (f’lec’), Alfonso Esito da Napoli, Elio Pastore (pastor’), Benedetta Cestone (pagghion’), Antonio Zabatta (m’l’nar’),<br />
Luigi Codella (curella). Davanti: Antonio Briuolo (m’lania), Franco Caruso (tecula) con la fisarmonica, Vitale Di Cairano (pind’), Angelomaria Inverso (contra loia), Raffaele Maffucci (p’ndligghij’), Nicola<br />
Di Cairano (quequa), Maria Michela Zabatta (c’cchett’), Lucia Di Cairano (quequa), Rosa Pastore (Rosa fina), Teresa Muccoli (moglie di Catald’), Gaetana Fastiggi (sticchij’), Franca Rinaldi (cummess’), Maria<br />
Galgano (Maria saluta), Mariantonia Di Cairano (pind’), Francesca Rabasca (chjvar’), Francesca Di Milia (br’ccon’).