30.05.2013 Views

NUMERO 48(nuova - Il Calitrano

NUMERO 48(nuova - Il Calitrano

NUMERO 48(nuova - Il Calitrano

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

IL CALITRANO<br />

periodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni<br />

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB - Firenze 1<br />

ANNO XXXI - <strong>NUMERO</strong> <strong>48</strong> (<strong>nuova</strong> serie) SETTEMBRE-DICEMBRE 2011<br />

CENTRO STUDI CALITRANI<br />

Via Pietro Nenni, 1 - 83045 Calitri (AV)<br />

www.ilcalitrano.it<br />

ISSN 1720-5638


IN COPERTINA:<br />

Calitri, 31.08.2011 processione di Santa Lucia.<br />

La nota chiesetta situata fuori paese, fa<br />

da cornice a tutta la valle dell’Ofanto con un<br />

particolare panorama ed è meta di moltissimi<br />

cittadini devoti. Inoltre, da qui si gode una vista<br />

quasi completa della nostra cittadina. <strong>Il</strong> rituale<br />

religioso prevede il trasporto della statua<br />

da parte di giovani ragazze (originariamente<br />

con l’abito da sposa, simbolo di purezza)<br />

proprio perché ricorre la festa dei giovani.<br />

<strong>Il</strong> 13 dicembre ricorre la festività di Santa<br />

Lucia come protettrice della vista ed in<br />

quell’occasione, molti anni orsono, c’era una<br />

gara fra cacciatori per aggiudicarsi il tacchino<br />

(veccia); i numerosi giovani giocavano sulla<br />

sciula (scivolo) in prossimità della chiesetta.<br />

(Foto Michele Cicoira)<br />

IN QUESTO <strong>NUMERO</strong><br />

Un nuovo protagonismo<br />

di A. Raffaele Salvante 3<br />

Premio per il maestro<br />

orafo calitrano<br />

Luciano Capossela<br />

della prof.ssa Brigida Di Leo 4<br />

Personaggi<br />

Giovanni Acocella, medico<br />

di A. Raffaele Salvante 5<br />

La vostra voce 6<br />

<strong>Il</strong> cestaio<br />

di Francesco Gallucci 6<br />

Gli anni che verranno<br />

della dott.ssa Angela Toglia 7<br />

La voce delle case chiuse<br />

del dott. Marco Bozza 8<br />

Ricordare per capire<br />

del prof. Gerardo Melaccio 9<br />

Marianna di Muro<br />

del prof. Pietro Cerreta 16<br />

Campagna di Guerra<br />

sul fronte russo<br />

di Francesco Cialeo<br />

a cura di Gerardo Melaccio 18<br />

LA NOSTRA BIBLIOTECA 19<br />

DIALETTO E CULTURA POPOLARE 20<br />

SOLIDARIETÀ COL GIORNALE 21<br />

MOVIMENTO DEMOGRAFICO 22<br />

REQUIESCANT IN PACE 23<br />

AUGURI PER IL<br />

SANTO NATALE<br />

2011<br />

Signore donaci una <strong>nuova</strong><br />

generazione di giovani capaci<br />

di portare le proprie<br />

responsabilità in ogni ambito<br />

della vita pubblica.<br />

IL CALITRANO<br />

ANNO XXXI - N. <strong>48</strong> n.s.<br />

Periodico quadrimestrale<br />

di ambiente - dialetto - storia e tradizioni<br />

dell’Associazione Culturale “Caletra”<br />

Fondato nel 1981<br />

Sito Internet:<br />

www.ilcalitrano.it<br />

E-mail:<br />

info@ilcalitrano.it<br />

Creato e aggiornato gratuitamente<br />

da ITACA www.itacamedia.it<br />

Direttore<br />

Martina Salvante<br />

Direttore Responsabile<br />

A. Raffaele Salvante<br />

Segreteria<br />

Michela Salvante<br />

Direzione, Redazione,<br />

Amministrazione<br />

83045 Calitri (AV) - Via Pietro Nenni, 1<br />

Tel. 328 1756103<br />

Poste Italiane S.p.A. Spedizione in<br />

abbonamento postale 70% DCB Firenze 1<br />

C. C. P. n. 11384500<br />

La collaborazione è aperta a tutti,<br />

ma in nessun caso instaura un rapporto<br />

di lavoro ed è sempre da intendersi<br />

a titolo di volontariato.<br />

I lavori pubblicati riflettono il pensiero<br />

dei singoli autori, i quali se ne<br />

assumono le responsabilità di fronte<br />

alla legge.<br />

<strong>Il</strong> giornale viene diffuso gratuitamente.<br />

Attività editoriale di natura non<br />

commerciale nei sensi previsti dall’art. 4<br />

del DPR 16.10.1972 n. 633<br />

e successive modificazioni.<br />

Le spese di stampa e postali sono<br />

coperte dalla solidarietà dei lettori.<br />

Stampa: Polistampa - Firenze<br />

Autorizzazione n. 2912 del 13/2/1981<br />

del Tribunale di Firenze<br />

<strong>Il</strong> Foro competente per ogni controversia<br />

è quello di Firenze.<br />

Accrediti su c/c postale n. 11384500 intestato<br />

a “IL CALITRANO” - Calitri oppure<br />

c/c bancario 61943/00 intestato a Salvante<br />

A. Raffaele c/o Sede Centrale della<br />

Cassa di Risparmio di Firenze Spa - Via<br />

Bufalini, 6 - 50122 Firenze - IBAN IT37<br />

D061 6002 8000 0006 1943 C00 -<br />

SWIFT CRFI IT 3F XXX (dall’estero)<br />

Chiuso in stampa il 30 novembre 2011


N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011 IL CALITRANO<br />

UNA NUOVA GENERAZIONE<br />

CHE SIA ESPRESSIONE AUTENTICA DEL BENE COMUNE<br />

UN NUOVO PROTAGONISMO<br />

Non più vittime della rassegnazione, della violenza e dello sfruttamento, ma impegnati nel confronto,<br />

nella condivisione dell’impegno, fiduciosi in un arricchimento reciproco per il bene di tutti.<br />

no dei tratti qualificanti del nostro<br />

U tempo è certamente il cambiamento<br />

sociale, caratterizzato dalla celerità, dalla<br />

complessità e dalla universalità, fattori<br />

che si riversano sugli stili di vita e sui<br />

modelli culturali, senza dimenticare<br />

quella drammatica e moderna mobilità<br />

umana generata dal sopruso, dall’ingiustizia,<br />

dall’indigenza e dalla fame; in<br />

questa confusione e in questo marasma<br />

della società odierna la maggior parte<br />

degli uomini è infastidita e irretita da<br />

maldicenze, ire, invidie, malvagità, gelosie<br />

miste a rancore.<br />

La nostra attuale riflessione si colloca nel<br />

contesto del mondo globalizzato, bisognoso<br />

di un “nuovo cammino” per un<br />

autentico sviluppo umano e al tempo<br />

stesso entro quella prospettiva unitaria e<br />

solidale da tutti auspicata perché la nostra<br />

terra possa riprendere a crescere a<br />

servizio del bene comune e al tempo stesso<br />

sia occasione di collaborazione cordiale<br />

e di dialogo fecondo e fattivo tra<br />

tutti coloro che hanno a cuore lo sviluppo<br />

del nostro Paese, condividendo quei valori<br />

fondamentali che permettono di cercare<br />

il bene dell’uomo, di ogni uomo.<br />

La società civile sempre più consapevole<br />

di poter cambiare gradualmente una<br />

mentalità e una situazione da troppo tempo<br />

consolidate, deve darsi un nuovo slancio<br />

e un nuovo ardore, nuove occasioni,<br />

nuovi contenuti su cui insistere, nuovi<br />

metodi e strumenti; deve essere una <strong>nuova</strong><br />

occasione di rinascita, di rinnovata<br />

consapevolezza e di un più generoso impegno<br />

nella storia.<br />

<strong>Il</strong> numero dei partiti e partitini e la loro<br />

logorroica litigiosità ci convince di quanto<br />

sia difficile, faticoso e lento il passaggio<br />

ad una democrazia più compiuta, a<br />

questo vanno aggiunti i vari processi di<br />

globalizzazione che in pratica demoliscono<br />

la forma di Stato fondata sul vecchio<br />

principio di sovranità, che comporta<br />

la lenta, continua ed inesorabile perdita<br />

di controllo, da parte dello Stato, di settori<br />

molto importanti, col fondato rischio<br />

che al potere politico si sostituiscano<br />

altri poteri nel “colonizzare” la so-<br />

cietà civile, come ad esempio, il potere<br />

economico, quello dei mass media o<br />

quello della magistratura.<br />

A questi reali condizionamenti va aggiunto<br />

il non meno grave pericolo di<br />

chiusure particolaristiche e localistiche,<br />

che vanno respinte con forza, anche<br />

se – spesso – denunziano l’esistenza<br />

di situazioni di malessere. Anche la stessa<br />

politica viene vista più come funzionale<br />

alla competizione economica che<br />

come entità che ne stabilisce le regole:<br />

pure la questione ecologica va assumendo<br />

accenti di particolare gravità.<br />

Non basta, perciò, limitarsi a demonizzare<br />

la casta parlamentare, regionale o<br />

provinciale, ma occorre, in particolare,<br />

interrogarsi sulla nostra situazione locale<br />

se vogliamo costruire una società<br />

civile più umana con una profonda ridefinizione<br />

delle relazioni tra persona e cittadino,<br />

tra libertà e responsabilità, tra<br />

uguaglianza e differenze, nella sfera privata<br />

e in quella pubblica.<br />

Invece, dobbiamo calarci nella realtà<br />

concreta del nostro vivere quotidiano a<br />

difesa dei valori fondamentali quali dignità<br />

della vita umana, libertà e uguaglianza<br />

di tutti i cittadini, rispetto della<br />

persona e la promozione dei suoi diritti e<br />

dei “suoi doveri” sia come singolo, che<br />

come membro della società.<br />

Questa “analisi dei bisogni” approfondita,<br />

continuata e partecipata,è lo strumento<br />

che permette non solo di individuare i<br />

vincoli strutturali momentaneamente non<br />

superabili, ma anche gli strumenti e le<br />

risorse attivabili, individuali e comunitarie,<br />

per superare la nostra sempre più<br />

grave situazione locale.<br />

Quasi tutte le amministrazioni comunali,<br />

nonché varie Istituzioni, navigano in<br />

grosse difficoltà finanziarie e a loro discolpa<br />

usano il solito, trito e falso ritornello<br />

“non ci sono quattrini”, perché<br />

tutti aspettiamo – con le braccia conserte<br />

– la manna dal cielo, le sovvenzioni<br />

del Governo, i finanziamenti della UE<br />

ecc. e mai ci sfiora la considerazione che<br />

in ogni amministrazione ci sono pensionati<br />

con relativa pensione, liberi profes-<br />

3<br />

sionisti con lauti guadagni ecc. ed in alcune<br />

ci sono, addirittura, le trasferte con<br />

relativa diaria: tutte cose da far accapponare<br />

la pelle: perché nessuno devolve<br />

il proprio emolumento (o una parte di<br />

esso) nelle casse comunali? (Ad Orvieto<br />

è stato eliminato lo stipendio al sindaco<br />

e agli assessori).<br />

Solo allora potranno vantarsi di essere<br />

“al servizio” dei cittadini e soltanto così<br />

i cittadini avrebbero la testimonianza reale,<br />

concreta di avere eletto delle persone<br />

che, con sacrificio, con vera dedizione<br />

si sono messe a disposizione degli altri.<br />

Quale vuol essere il significato di queste<br />

nostre proposte, che non sono nuove perché<br />

già esplicate – privatamente – negli<br />

anni scorsi, ma le battaglie per la vita e i<br />

valori più alti del vivere civile non possono<br />

avere bandiere ideologiche se condotte<br />

a favore di tutti e se vogliamo tradurle<br />

in fatti concreti e non solo in chiacchiere<br />

che, quasi sempre, lasciano il tempo<br />

che trovano.<br />

Contro ogni tentazione di torpore e di<br />

inerzia, abbiamo il dovere e la responsabilità<br />

di insistere sui cambiamenti che<br />

sono possibili, senza attendere da altri<br />

ciò che dipende da noi contrastando<br />

ogni forma di rassegnazione, di vantaggio<br />

o convenienza personale.<br />

La società civile avverte l’urgenza di<br />

questa testimonianza che deve venire<br />

dall’alto, con sincero senso di responsabilità<br />

e quale attesa di novità per una<br />

speranza che guardi con fiducia al futuro,<br />

perché soltanto con sacrificio, con abnegazione<br />

si può realizzare quel cambiamento<br />

da tutti auspicato, capace di riscattare<br />

un atavico retaggio di servitù.<br />

Ci auguriamo, vivamente, che alle prossime<br />

elezioni ci sia una lista composta<br />

da persone che sappiano responsabilmente<br />

rinunziare anticipatamente al<br />

proprio emolumento a favore di una<br />

cassa comune, al servizio della cittadinanza<br />

tutta.<br />

Questa sarebbe una vera rivoluzione!<br />

E forse una soluzione a tanti problemi.<br />

A. Raffaele Salvante


IL CALITRANO N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011<br />

È CALITRANO L’ORAFO EMERGENTE<br />

PIÙ QUOTATO D’ITALIA<br />

unedì 10 ottobre 2011, Luciano Ca-<br />

L possela, Maestro orafo di Calitri, ha<br />

vinto il Premio Jacopo da Trezzo 2011,<br />

con l’opera intitolata “Alla Madre della<br />

Patria”, a conclusione della Mostra<br />

“I Maestri del Gioiello – 3ª esposizione<br />

di artigianato orafo artistico di Eccellenza”<br />

– Palazzina Liberty, Largo Marinai<br />

d’Italia a Milano. Durante l’evento, il<br />

pubblico ha potuto ammirare i modelli e<br />

le lavorazioni uniche e creative proposte<br />

da Capossela la cui originalità e bravura è<br />

stata premiata con la vittoria del premio<br />

“Jacopo da Trezzo” conferitogli da una<br />

giuria di esperti. <strong>Il</strong> tema del concorso era<br />

“Un gioiello per una donna del Risorgimento<br />

Italiano - Dai valori del Risorgimento<br />

fino ad oggi, un gioiello per donne<br />

intraprendenti di ogni tempo” e Capossela<br />

ha creato il gioiello “Alla Madre della<br />

Patria”. Si tratta di un bracciale in oro<br />

18 Kt, perle Akoya, ceramica smaltata e<br />

policromata, realizzato con la tecnica della<br />

microfusione a cera persa. In particolare,<br />

si nota che la scultura in oro 18 Kt<br />

rappresenta una donna gravida, una madre;<br />

ella è adagiata su un letto di ceramica<br />

e terracotta che simboleggia la terra<br />

d’Italia, smaltata e policromata. Smalti<br />

dal colore verde bianco e rosso si fondono,<br />

cercano di prendere posto ancora indefiniti<br />

a dare il senso di una realtà che si<br />

sta formando alle sue spalle, grazie al<br />

contributo della madre. Un contributo dato<br />

anche dalle perle che lei abbraccia,<br />

coccola e tiene uniteÅc “i suoi figli”.<br />

L’artista è stato premiato da Franco<br />

D’Alfonso, assessore al Turismo<br />

e alle Attività Produttive del Comune<br />

di Milano, convinto che<br />

«I gioielli del Capossela sono arte.<br />

Arte da indossare. E l’arte non è<br />

mai ripetitiva. Ogni sua opera ha<br />

una storia, un messaggio nascosto<br />

da svelare, un messaggio che non<br />

è mai lo stesso». Probabilmente a<br />

questo pensava anche Luciano<br />

Capossela quando per la prima<br />

volta, nel 2000, ha partecipato ad<br />

una lezione-prova dell’Accademia<br />

delle Arti Orafe di Roma e ha dato<br />

vita al suo primo pezzo in argento.<br />

Classe 1981, originario di Calitri,<br />

un piccolo paese in provincia di<br />

Avellino che ospita oggi il suo la-<br />

della prof.ssa Brigida Di Leo<br />

Luciano Capossela - Vincitore Premio<br />

Jacopo da Trezzo 2011.<br />

boratorio, Luciano Capossela ha dedicato<br />

la sua vita all’arte e a un amore smodato<br />

per la storia dell’arte, un amore racchiuso<br />

in ogni singolo pezzo creato dal maestro<br />

orafo. Non gioielli, ma piccole sculture<br />

che narrano di storie antiche, che ricordano<br />

i monili etruschi e riportano in vita<br />

la mitologia greco-romana riletta in chiave<br />

moderna, ma anche la lirica e gli episodi<br />

della Genesi. La predilezione per<br />

l’oro giallo si accosta all’uso di un mate-<br />

Luciano Capossela - Alla Madre della Patria.<br />

4<br />

riale non convenzionale, la ceramica a<br />

terzo fuoco smaltata e policromata. La<br />

preziosità del metallo, non banalmente<br />

levigato, dà vita ad un coinvolgente gioco<br />

di volumi che accoglie pietre, perle, corallo<br />

e avorio fossile. Oggi, la carriera di<br />

questo giovane scultore dell’oro è tutta<br />

in discesa e già costellata da importanti<br />

conquiste. Nel 2010 infatti Capossela si è<br />

aggiudicato il primo posto al IV Salone<br />

Internazionale del Gioiello d’Arte, ricevendo<br />

il Premio del Pubblico a Cassano<br />

d’Adda, Milano, nella Villa Borromeo.<br />

Una mostra che mette assieme un gran<br />

numero di artisti e che ha visto trionfare<br />

nel 2010 proprio Luciano Capossela. Un<br />

momento importante nella carriera del<br />

maestro orafo che ha visto la sua consacrazione<br />

con l’esposizione dei suoi<br />

gioielli presso la Galleria d’Arte Orafa<br />

di Maria Pia Palmieri in Corso Garibaldi<br />

a Milano. Una serie di successi mietuti in<br />

pochi anni che hanno fatto sì che il talento<br />

di questo giovane orafo varcasse i confini<br />

nazionali per approdare a Londra, lo<br />

scorso luglio, agli UK Jewellery Awards<br />

2011, come finalista. <strong>Il</strong> più prestigioso<br />

premio d’arte orafa, considerato come<br />

l’Oscar del gioiello. Vittorie che sono solo<br />

la punta dell’iceberg di una carriera<br />

che non prevede battute d’arresto e che<br />

ha in serbo l’esposizione del gioiello vincitore<br />

del Premio Jacopo da Trezzo 2011<br />

dal 9 al 26 gennaio 2012 nella Galleria<br />

Vittorio Emanuele in Piazza Duomo a<br />

Milano. Si potrebbero spendere innumerevoli<br />

parole sul lavoro eclettico di questo<br />

giovane artista ma basterà ricordare<br />

il monile intitolato “La mia<br />

Aida”, realizzato per Katia Ricciarelli,<br />

un gioiello che ripercorre<br />

l’ultimo atto della parabola di vita<br />

e di morte dei due protagonisti<br />

verdiani, Radamès e Aida, lo<br />

scontro tra l’esercito egiziano e<br />

quello etiope, che celebra i preziosi<br />

monili dell’arte etrusca sottolinea<br />

ancora una volta il connubio<br />

tra innovazione e tradizione<br />

che contraddistingue l’artigianato<br />

di Luciano Capossela.<br />

Per informazioni:<br />

www.caposselacreazioni.it<br />

Sara Serraiocco – Critico d’arte


N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011 IL CALITRANO<br />

Giovanni ACOCELLA nato il 04 giugno<br />

1928, da Giulio e da Vincenzina<br />

Sacchitella a Zara, dove il padre dal<br />

1925 era direttore delle scuole italiane. È<br />

doveroso che, soprattutto a Calitri, si renda<br />

omaggio ad un conterraneo che ha<br />

onorato la terra d’Irpinia con la sua<br />

straordinaria vitalità culturale, ricca di<br />

stimoli e di curiosità, assistito da originali<br />

intuizioni, dotato di una intelligenza<br />

mobilissima e spiazzante, di una vivacità<br />

dischiusa ad ogni avventura intellettuale<br />

e di una straordinaria umanità sollecita<br />

e insieme generosa.<br />

Fin da quando era a Zara ogni anno –<br />

per quasi un mese – la famiglia ritornava<br />

a Calitri che era il paese dei genitori, e la<br />

guerra in corso fece aumentare la frequenza<br />

e la durata delle visite.<br />

Infatti, chi scrive lo ricorda quando, insieme<br />

alla famiglia, veniva in ferie a Calitri<br />

nei primi anni ’50 e con alcuni giovani<br />

universitari (Mario Del Franco, Donato<br />

Tuozzolo, Pasquale Salvatore Di<br />

Napoli, i fratelli Francesco e Giovanni<br />

Scolamiero, Donato Cerreta, Giovanni<br />

Toglia ed altri si faceva promotore ed<br />

istigatore di varie iniziative e di alcune…<br />

marachelle.<br />

Nel 1938 tutta la famiglia si trasferisce a<br />

Livorno, dove domina l’aria della guerra<br />

imminente, quindi le nuove esperienze<br />

del ragazzo – piuttosto vivace e pieno di<br />

iniziative – nella scuola, le nuove amicizie,<br />

la frequenza in parrocchia, le adunate<br />

dei balilla moschettieri, il gioco con i<br />

ragazzi della sua età con palle costruite<br />

con stracci, i bagni al mare e la scoperta<br />

dei primi infantili sentimenti verso le ragazze.<br />

Nel 1942 il padre per conseguire un<br />

maggior guadagno per la famiglia accetta<br />

di ritornare in Romania a dirigere le<br />

scuole secondarie di Bucarest.<br />

Alla fine del 1943 la famiglia abbandona<br />

Livorno per andare ospite di un fratello<br />

della madre che era segretario comunale<br />

a Pienza in provincia di Siena. Ma la<br />

guerra ancora infuriava con relativi bombardamenti<br />

e la popolazione era letteralmente<br />

terrorizzata anche per i continui<br />

e repentini cambi di abitazione per sfuggire<br />

agli aerei alleati che imperversavano<br />

dappertutto.<br />

Nel 1946 insieme al padre ritorna in Romania<br />

con un viaggio davvero pieno di<br />

sorprese, di disagi e fra le onnipresenti<br />

PERSONAGGI<br />

rovine dei bombardamenti; frequenta il<br />

Liceo scientifico italiano iscrivendosi poi<br />

alla facoltà di medicina.<br />

Luglio 19<strong>48</strong> il rientro forzato in Italia<br />

con un’esperienza di tutto rispetto sia per<br />

quanto riguarda la vita sociale e le esperienze<br />

di un mondo totalmente diverso<br />

dal nostro; ma il fatto che il padre per<br />

ragioni di lavoro avesse scelto la Città<br />

di Roma come residenza non piacque al<br />

giovane che doveva rifare tutta la sua vita<br />

dalle amicizie al clima politico, con<br />

la volontà e la voglia di cercare ad ogni<br />

costo di inserirsi in questo nuovo ambiente.<br />

Per interessamento di un parente già medico,<br />

entra, ancora studente, all’ospedale<br />

Policlinico di Roma al 5° Padiglione; le<br />

prime esperienze mediche e le amicizie lo<br />

fanno maturare e prendere coscienza dei<br />

suoi doveri; il 17.11 1954 di venerdì si<br />

laurea in medicina e diviene quasi subito<br />

corrispondente del Corriere del Medico.<br />

Nel 1955 segue al Forlanini il suo aiuto<br />

al Policlinico, nel 1960 consegue la specializzazione<br />

in tisiologia, nel 1962 prende<br />

servizio, dopo regolare concorso, all’ospedale<br />

di Rocca Priore dove c’è un<br />

direttore “padrone” che non ammette interferenze<br />

e siccome il dottor Acocella<br />

si è permesso di difendere a spada tratta<br />

un collega, alla scadenza del contratto a<br />

tempo determinato, viene licenziato su<br />

due piedi.<br />

Mentre si prepara ad un altro concorso<br />

all’INPS, svolge la sua attività presso un<br />

campo profughi, dove conosce la futura<br />

moglie, organizzando varie attività per<br />

la parrocchia S. Giorgio.<br />

5<br />

Fa parte della Commissione Consultiva<br />

al Ministero della Sanità, viene inserito<br />

nel Comitato tecnico dell’ANCI-Sanità<br />

che si occupa della riforma sanitaria<br />

Nel 1967 vincitore di concorso, viene<br />

destinato al Villaggio di Sondalo con<br />

1.300 posti letto, si prodiga in diverse<br />

attività ed è sempre tra i medici più attivi<br />

e preparati; nel 1968 a Sondalo arrivano<br />

dei giovani dalla Cecoslovacchia per portare<br />

musica agli ammalati.<br />

Nel 1969 ritorna in Romania dopo 20<br />

anni, in roulotte, con tutta la famiglia,<br />

passando per Belgrado; il 1971 lo vede a<br />

Bucarest per un congresso di tisiologia,<br />

finalmente nel 1978 direttore sanitario<br />

all’Ospedale Forlanini dove è uno dei<br />

medici più attivi per la ristrutturazione<br />

dell’Ospedale, senza mai abbandonare il<br />

suo lavoro in altri campi sanitari; e proprio<br />

al Forlanini viene ricoverato Alì Acga<br />

l’attentatore di Giovanni Paolo II per<br />

accertamenti medici, con i relativi e non<br />

facili problemi di sicurezza.<br />

Chiamato a collaborare con il Ministro<br />

della sanità dell’epoca Renato Altissimo<br />

e su esplicita richiesta dell’episcopato<br />

polacco realizzò un ottimo lavoro con un<br />

gran numero di ammalati polacchi, e nel<br />

1985 riparte in macchina, col dottore<br />

Carratù, per la Polonia.<br />

Incontra il Papa per portare a termine altri<br />

progetti sugli ammalati polacchi.<br />

Nel 1989, a seguito di concorso pubblico,<br />

prende servizio come Direttore sanitario<br />

al San Camillo dove affrontò anche<br />

spiacevoli traversie a causa di un delatore<br />

che perseguiva vendette personali.<br />

Abbiamo tracciato schematicamente le<br />

linee della sua non facile carriera sempre<br />

svolta con l’ardore del neofita e con pieno<br />

e generoso impegno, con un coinvolgimento<br />

ampio e convinto, svolta sempre<br />

con una dialettica costruttiva, propositiva<br />

e quasi fraterna, senza conflitti o esasperazioni,<br />

ma con attenta condivisione, corresponsabilità<br />

e partecipazione; lasciandoci<br />

un ricco ed invidiabile patrimonio di<br />

abnegazione, operatività, con la responsabilità<br />

del professionista capace di garantire<br />

il profilo deontologico delle proprie<br />

prestazioni.<br />

Al termine della sua esistenza si è spento<br />

l’8 luglio di quest’anno lasciando la moglie<br />

e i figli Paolo e Luciano.<br />

A. Raffaele Salvante


IL CALITRANO N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011<br />

LA VOSTRA VOCE<br />

Da sempre arrivano nella nostra Redazione lettere, telefonate, proposte, consigli, appelli e così via, per cui abbiamo deciso<br />

– con questa Rubrica – di portare a conoscenza di tutti le notizie e gli avvenimenti che interessano il nostro paese.<br />

Acausa del terremoto dell’80 si provvide<br />

alla costruzione di una chiesetta<br />

prefabbricata nei pressi del vecchio macello<br />

successivamente traslocata di fronte<br />

all’area del Quartiere Fieristico. Ad oggi,<br />

purtroppo, manca un’assistenza spirituale<br />

per la numerosa comunità di fedeli che<br />

abita nella <strong>nuova</strong> zona e che pretende le<br />

venga apprestato un adeguato servizio non<br />

solo per adempiere doverosamente il precetto<br />

festivo, ma – più ancora – per poter<br />

raccogliersi nella preghiera quotidiana.<br />

MESTIERI DI UNA<br />

VOLTA<br />

IL CESTAIO<br />

di Francesco Gallucci<br />

(da Gerbole di Volvera - TO)<br />

Quello del cestaio è uno dei lavori più antichi, un<br />

tempo diffuso e conosciuto da molti, soprattutto<br />

in campagna. La tecnica era – ed è – quella dell’intreccio<br />

di rami di salice sulla base di fusti di<br />

giunco, con pazienza e abilità per ottenere cesti di<br />

varie dimensioni e colori.<br />

Un bravo cestaio doveva essere prima di tutto un<br />

raccoglitore di salici. Ne esistono di bellissimi con<br />

colori e sfumature diverse ed infatti è possibile ammirare<br />

cesti dai colori naturali più svariati: si va dal<br />

marrone carico di rosso all’aranciato, al giallo ocra,<br />

Raffaele Ziccardi (u’ carianes’).<br />

<br />

<strong>Il</strong> giorno 01.11.2011 presso la Casa Ex<br />

Eca, si è tenuto il concerto della Corale<br />

Polifonica di Calitri “In…Cantando” che<br />

ha voluto rendere omaggio ai 150 anni<br />

dell’Unità d’Italia. La comunità calitrana<br />

ha partecipato numerosa a questa manifestazione<br />

e noi ci complimentiamo per tale<br />

evento.<br />

<br />

al giallo paglia, al verde carico di giallo. I cestai<br />

esperti erano – e sono – molto bravi nell’abbinare i<br />

diversi colori dei vimini, così da ottenere accostamenti<br />

armonici e gradevoli.<br />

Per raccogliere i rami di salice bisognava aspettare il<br />

momento giusto, che di solito coincideva con l’autunno<br />

e l’inverno. Si andava per campi e fossi o lungo<br />

le rive dei fiumi, ovunque crescessero bene i salici,<br />

piante che amano l’umidità e l’acqua. Si aspettava,<br />

per raccogliere, la luna calante perché in questo<br />

modo i rami di salice si conservano per un lungo periodo.<br />

<strong>Il</strong> cestaio, infatti, costruiva i cesti non solo in<br />

inverno, ma anche in primavera e in estate. Una<br />

scorta di rami era dunque indispensabile. Si raccoglievano<br />

anche le canne di giunco le quali, oltre che<br />

per la realizzazione dei cesti, venivano utilizzate nell’orto<br />

o nella costruzione di solai.<br />

Si cominciava ad intrecciare costituendo dapprima la<br />

base del cesto, che di solito era di forma circolare,<br />

ma poteva essere anche ovoidale o rettangolare. Per<br />

sagomare la base erano fondamentali le canne di<br />

giunco che costituivano la struttura del fondo attorno<br />

alla quale veniva costruito l’intreccio, tecnica con<br />

la quale si conferiva la forma desiderata al cesto.<br />

Una cosa è certa: i cesti erano veramente belli.<br />

Tutti erano pensati e costruiti per adempiere ad<br />

una diversa funzione: vi erano cesti per la frutta e<br />

gli ortaggi, cesti per la vendemmia o la raccolta<br />

delle olive, cesti per la paglia o il fieno, cesti per le<br />

feste, cesti per il formaggio. Ecco dunque la grande<br />

varietà di forme, colori e dimensioni, che veniva<br />

accresciuta anche dalla fantasia e dalla tradizione<br />

locale.<br />

Colgo l’occasione per proporre, sempre per il giornale,<br />

una rubrica dedicata agli antichi mestieri della<br />

tradizione contadina calitrana, esempio: calzolaio,<br />

fabbro ferraio, vetturino, mugnaio, tessitrice, pastori,falegname,<br />

raccoglitore di castagne, ecc.,ecc. lavori<br />

che una volta si praticavano nel nostro paese,<br />

che abbiamo visto svolgere e che fanno parte dei<br />

nostri ricordi e che oggi quasi più nessuno svolge e<br />

che si vanno via via perdendo, allo scopo di far conoscere<br />

e tramandare alle nuove generazioni le nostre<br />

più genuine tradizioni rurali, non per il rimpianto<br />

o per la sterile ricerca del tempo perduto,<br />

ma perché è doveroso e importante far conoscere ai<br />

giovani gli antichi mestieri del nostro paese.<br />

6<br />

inaugurazione della Sezione Lo-<br />

L’ cale di Calitri – dell’Associazione<br />

Nazionale Bersaglieri – è avvenuta il<br />

10.11.2011 con la partecipazione della<br />

Fanfara dell’8° Reg.to Bersaglieri di<br />

Caserta, il Segretario Generale dell’Associazione<br />

Mario Rezzoagli, il Presidente<br />

Regionale della Campania Generale<br />

Bersaglieri Nicola Palma, il Presidente<br />

Interregionale SUD Generale<br />

Bersaglieri angelo Agata, e tutte le autorità<br />

civili e religiose di Calitri.<br />

LAUREA<br />

<strong>Il</strong> 13 luglio 2011 presso l’Università<br />

degli Studi di Milano si è<br />

brillantemente laureata in Farmacia<br />

con 110 e lode la signorina<br />

Laura RUBINO<br />

Discutendo la tesi “<strong>Il</strong> modello in vitro<br />

delle neuro sfere per la valutazione<br />

della neuro genesi del cervello adulto:<br />

ruolo del sistema purinergico”<br />

con la chiar.ma Prof.ssa Maria Pia<br />

Abbracchio. È certamente motivo<br />

di grande orgoglio per i genitori,<br />

le sorelle Benedetta ed Alessandra,<br />

per la nonna Vincenza Araneo,<br />

per gli zii Donato e Giovanna.<br />

Alla neo laureata gli auguri più<br />

sentiti di tutti i parenti, gli amici<br />

e della Redazione.


N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011 IL CALITRANO<br />

GLI ANNI CHE VERRANNO<br />

utto parte da un raffronto, da un pa-<br />

T ragone di reminiscenze fatto quasi<br />

spontaneamente, e la mente va indietro<br />

nel tempo, ma non di molto; quel che<br />

basta a ricordare cosa significava “farsi<br />

un giro per il Corso”. Se si parla di un<br />

solo decennio fa, e possono comprendere<br />

le annate ’70 e ’80, uscire come lo<br />

intendiamo noi calitrani – cioè ripercorrere<br />

ripetutamente come una passerella<br />

quei famosi cento metri di lastricato cittadino–<br />

significava entrare in un mondo<br />

fatto di speranze, di amori adolescenziali,<br />

di vicende accadute a scuola, di<br />

gossip locali. Bastava uscire alla solita<br />

ora, ovviamente senza l’ausilio della più<br />

moderna tecnologia, per incontrare davvero,<br />

e non lo dico per scherzo, centinaia<br />

di adolescenti, ragazzi, giovani forestieri.<br />

In quel celeberrimo muretto<br />

non c’era un posto libero neanche a pagarlo!<br />

La gente veniva a Calitri, non<br />

partiva! In quel periodo lì, post-sisma,<br />

Calitri ha vissuto uno dei suoi periodi<br />

migliori, dal quale purtroppo non si è<br />

saputo sfruttare le potenzialità del momento<br />

per trarne profitti a lungo termine,<br />

ma è prevalsa l’esigenza del personale,<br />

dell’egoismo, del parentado, dello<br />

sciacallaggio. Con quei presupposti lì<br />

Calitri poteva e doveva dare il meglio di<br />

sé, poteva e doveva diventare un punto<br />

di riferimento nel tempo, Calitri poteva<br />

e doveva rilanciarsi perché la sua occasione<br />

l’ha avuta. Le macerie di un pas-<br />

della dott.ssa Angela Toglia<br />

sato prossimo e prospero che fu, le stiamo<br />

raccogliendo noi e non sappiamo<br />

cosa lasciare noi alle generazioni future.<br />

Ora, è ovvio che semplice non debba<br />

essere assolutamente risollevare la nostra<br />

cittadina dal baratro in cui sta velocemente<br />

sprofondando.<br />

In queste righe ho semplicemente riportato<br />

un’osservazione che ho constatato,<br />

tutti lo sappiamo, ma forse non così, non<br />

in questo modo.<br />

ANNO NATI MORTI<br />

1996 41 77<br />

1997 39 89<br />

1998 62 108<br />

1999 47 88<br />

2000 43 70<br />

2001 34 69<br />

2002 33 71<br />

2003 34 73<br />

2004 28 73<br />

2005 34 87<br />

2006 28 78<br />

2007 31 71<br />

2008 14 86<br />

2009 39 81<br />

2010 29 43<br />

2011 18 67<br />

Nella tabella sono state riportate le nascite<br />

e le morti relative a 15 anni di vita<br />

calitrana. In “neretto” è evidenziato il<br />

maggior numero di nascite che coincide<br />

anche con il picco dei decessi. In “neretto<br />

corsivo”, l’esatto contrario: il mini-<br />

7<br />

mo delle nascite e il minimo delle perdite.<br />

Ovviamente, da questo raffronto si<br />

evince che i due parametri (nascite e decessi)<br />

sono inversamente proporzionali!<br />

Ma basta fare due conti e capiremo che<br />

fra due o tre anni ci ritroveremo con una<br />

prima classe elementare composta da soli<br />

14 bambini, sperando che i genitori<br />

non abbiano deciso di emigrare, altrimenti<br />

il numero calerebbe ulteriormente!<br />

E questo è solo il presente, ed il futuro?<br />

Si andrà incontro ad un aggiuntivo spopolamento<br />

considerando che mancano le<br />

basi?<br />

Nel frattempo frotte di giovani laureati e<br />

diplomati sostano a Calitri nella speranza<br />

di un lavoro, altri hanno fatto la loro<br />

uscita definitivamente. E come si fa a<br />

pensare di stabilizzarsi qui con le prospettive<br />

che ci sono? C’è gente, però,<br />

che ha investito il proprio futuro in questa<br />

terra e ci crede, sperando di risollevare<br />

le condizioni del paese con i propri<br />

sacrifici.<br />

Calitri, fra le altre notizie a nostra conoscenza,<br />

è presente in un’indagine condotta<br />

dal CENTRO STUDI SINTESI<br />

pubblicata sul giornale <strong>Il</strong> Sole 24 ore del<br />

22.08.2011 e risulta come il primo paese<br />

dove nel 2008 i prestiti di famiglie e<br />

aziende valgono appena un quarto dei<br />

depositi (ossia sono stati versati in deposito<br />

74.5 milioni e chiesto finanziamenti<br />

pari a 14.6 milioni). Per dirla in<br />

breve, Calitri detiene il maggior numero<br />

di risparmi in Italia e contemporaneamente<br />

è anche il paese che investe meno!<br />

Dunque, se questi sono i presupposti, cosa<br />

accadrà fra dieci o vent’anni? Useremo<br />

il nostro paesello come casa vacanze<br />

anziché come residenza effettiva? Si dovrebbe<br />

trovare un punto di partenza per<br />

riprendere in mano il nostro futuro, innanzitutto<br />

creando lavoro-presupposto<br />

lampante- e con indiscussa urgenza; la<br />

nostra società necessita di una svolta e<br />

tutti siamo chiamati in causa.<br />

Perciò, concludendo, dopo aver prospettato<br />

la situazione attuale della nostra collettività,<br />

parafrasando le nascite e i decessi,<br />

con dati alla mano, le considerazioni<br />

le lascio al lettore, a voi, ai Calitrani,<br />

a chi può fare e aspetta chissà cosa,<br />

ma se l’Italia è un paese di vecchi, allora<br />

Calitri cos’è?


IL CALITRANO N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011<br />

LA VOCE DELLE CASE CHIUSE<br />

l titolo di quest’articolo a qualche mali-<br />

Izioso puo’ suonare strano, intriso di un<br />

eventuale doppio senso. Meglio sgombrare<br />

subito il campo da idee fasulle, poiché<br />

non vi è nessun contatto con il lupanare<br />

della perdizione sigillato dalla Legge<br />

Merlin nel settembre del 1958. Se proprio<br />

di perdizione si deve parlare, allora<br />

facciamo riferimento a quella di casa nostra.<br />

L’immagine principale di Calitri che<br />

nel tempo ha fatto un po’il giro del mondo<br />

attraverso libri, cartoline, servizi televisivi<br />

e supporti mediatici vari è quella ritratta<br />

dalla chiesetta di S. Lucia. Di giorno<br />

come di notte, agli occhi rimbalza una<br />

sorta di presepe con una serie di case affastellate<br />

l’una sull’altra le quali animano<br />

un sentimento di corposa gratitudine e di<br />

stupore temporaneo in chi si sofferma a<br />

guardare. Peccato soltanto però che il<br />

presepe a cui si fa riferimento si sia andato<br />

svuotando, e non c’è traccia nemmeno<br />

più del fieno nella mangiatoia. Ho<br />

ben vivo il ricordo del centro storico<br />

quando pulsava di gente, quando ogni<br />

portale era il biglietto da visita di una famiglia.<br />

Lo ricordo grazie a mio nonno<br />

che ero solito accompagnare nell’ape durante<br />

la vendita e la distribuzione di bibite<br />

nei luoghi più angusti ma anche altamente<br />

misteriosi, di cui la Calitri di un<br />

tempo che fu godeva a pieno. <strong>Il</strong> vociare<br />

della gente era sinonimo di vita, mentre<br />

oggi la vita ha ceduto il posto al totale appiattimento<br />

portatore di un silenzio cupo<br />

e profondo. Da buon osservatore, mi è<br />

capitato di ripercorrere fisicamente i luoghi<br />

della memoria fanciullesca e adolescenziale,<br />

e pur non trovandomi in un<br />

campo di concentramento, ho avuto delle<br />

sensazioni assai poco idilliache. Guardare<br />

di sera Calitri sempre dalla stessa angolatura<br />

è uno spettacolo intenso e deprimente<br />

allo stesso tempo. Spuntano come<br />

funghi tante lucine rosse sul display<br />

dei contatori, sinonimo di abitazioni letteralmente<br />

vuote. Dalla chiesetta di S.Lucia<br />

fino ad immergersi totalmente nelle<br />

viuzze del centro storico, la sensazione<br />

primordiale che si avverte è quella di essere<br />

in un labirinto oscuro, ove la luce<br />

tenua di lampioni penzolanti, l’odore a<br />

tratti nauseabondo proveniente da condotti<br />

fognari assai vetusti e scarsamente<br />

efficienti, il suono sordo dei passi incutono<br />

un certo timore. In qualche vicoletto si<br />

trovano ancora delle luci accese, simili a<br />

fiammelline ardenti nella notte scura di<br />

del dott.Marco Bozza<br />

Halloween. Si tratta di case ormai prossime<br />

alla chiusura, in quanto chi ci abita si<br />

avvicina, ahimé, allo scadere fisiologico.<br />

Una sera, mentre m’incammino col mio<br />

taccuino lungo una delle vie più celebri<br />

del centro storico, mi accorgo che in cima<br />

ad un piccolo e stretto ballatoio siede una<br />

signora anziana la quale sentendo il suono<br />

dei miei passi, si alza di scatto dalla<br />

sedia, quasi come se fosse stata minacciata.<br />

Nel salutarla, mi colpisce molto il<br />

suo sguardo in cui si riversa il silenzio<br />

della solitudine e la consapevolezza di un<br />

certo mutismo involontario, considerando<br />

che da quelle parti non passa mai nessuno,<br />

se non il sole d’estate, la pioggia in<br />

autunno e la neve d’inverno. Capisco bene<br />

il suo stupore e il suo atteggiamento<br />

guardingo. Nel comunicarle le mie generalità<br />

(la prima domanda è stata: a chi appartien?)<br />

mi ha risposto in questo modo:<br />

“figl’ mij, qua n’ passa mai nisciun’,<br />

sim’ semp’ ij’ e ‘a television’, ma tant’<br />

nat’ picca amma m’rì e pur’ sta casa<br />

s’adda chiur”. Dopo essermi intrattenuto<br />

un po’ con questa simpatica nonnina,<br />

nell’incamminarmi <strong>nuova</strong>mente verso<br />

l’uscita di quel labirinto, mi sono sentito<br />

un po’ come Dante nel girone dei dannati.<br />

Riascoltando nella mente quelle parole,<br />

la prima cosa che mi son chiesto è chi<br />

avrebbe potuto chiamare la nonnina qua-<br />

Bisaccia, 03.09.2000. Matrimonio di Giovanni<br />

Cestone con Fernanda Delli Bove.<br />

Qui ritratti con Giovanna Zarrilli e Vincenzo<br />

Scoca.<br />

8<br />

lora si fosse sentita male, considerando il<br />

luogo spettrale dove l’ho incontrata. Nel<br />

prosieguo del cammino, nella mia mente<br />

si sono sovrapposti numerosi interrogativi,<br />

tutti incentrati nel cercare di capire<br />

come mai Calitri negli anni sia stata vittima<br />

di una regressione così spaventosa, e<br />

perché la vitalità di un tempo abbia ceduto<br />

il passo al silenzio odierno. La rassegnazione<br />

della nonnina mi ha lasciato un<br />

po’ basito, così come vedere piccole ombre<br />

di ristrutturazione moderna a macchia<br />

di leopardo, senza che nessuno o<br />

quasi ammirerà questo lavoro, rinnovato<br />

nella forma e spento nella sostanza. Una<br />

casa su due nel centro storico è chiusa, e<br />

soltanto la voce del silenzio accompagna<br />

lo scalpiccìo dei passi. Negli ultimi anni,<br />

attraverso il web, si è cercato di far conoscere<br />

Calitri nel mondo, dando un’immagine<br />

quasi paradisiaca, se si considera<br />

l’inserimento del nostro purgatorio nella<br />

classifica dei migliori luoghi dell’orbe<br />

terracqueo ove trascorrere il lasso di tempo<br />

che separa l’uomo dalla sua fine.<br />

È scoppiato un amore folle tra alcuni stranieri<br />

e la nostra terra, tanto da portare alcuni<br />

di loro a comprare una casetta da<br />

queste parti per dare ristoro alle stanche<br />

membra avvizzite dal logorio metropolitano.<br />

Peccato però che i matrimoni affrontati<br />

senza la giusta consapevolezza,<br />

inevitabilmente si sciolgono nella separazione<br />

e poi nel successivo divorzio. Non<br />

aggiungo altro in merito a quest’ultimo<br />

aspetto, in quanto i risultati sono sotto gli<br />

occhi di tutti. <strong>Il</strong> mio cammino nei luoghi<br />

della memoria calitrana si chiude in modo<br />

non proprio esaltante. La bellezza di<br />

grotte, di case storiche, di spazi caratteristici,<br />

di piccoli slarghi multiformi è ricoperta<br />

da un assordante silenzio. Silenzio<br />

che si respira anche quando si esce dal<br />

centro storico per incamminarsi verso una<br />

dimensione più moderna. Si ha la sensazione<br />

di vivere in un paese in guerra ove<br />

il coprifouoco impedisce lo svolgersi della<br />

normale vita sociale, senza sapere che<br />

quest’ultima manca di un fondamento: i<br />

protagonisti della vita sociale. Un aspetto<br />

positivo comunque sussiste: la voce delle<br />

case chiuse merita soltanto l’ascolto e<br />

nessuna parola, considerando che l’uso<br />

improprio di quest’ultima, nel tempo, ha<br />

contribuito ad abbassare totalmente il volume.<br />

http://marcobozza.blogspot.com/


N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011 IL CALITRANO<br />

RICORDARE PER CAPIRE - PARTE VIII<br />

Oh!<br />

I mandorli e i ciliegi in fiore,<br />

i peri e i meli,<br />

le prune e gli albicocchi,<br />

l’ulivo, la vite<br />

e le messi d’oro<br />

nei piani, sui colli<br />

e nelle valli del mio paese!<br />

Ridono a primavera,<br />

cantano d’estate,<br />

in autunno esultano<br />

nella festa dei raccolti.<br />

D’inverno dormono<br />

sotto la coltre di neve.<br />

Si colora e si carica il frutteto<br />

sotto il sole<br />

si spoglia e piange<br />

dopo i primi freddi;<br />

alle carezze degli zefiri<br />

si ridesta.<br />

Dondola giocando<br />

sotto l’azzurro cielo<br />

cullando nidi<br />

con uccelli implumi.<br />

Sono contrade<br />

e in mezzo son le case.<br />

È Calitri<br />

con i campi intorno,<br />

gioia degli occhi,<br />

essenza dell’anima<br />

che mi scalda dentro<br />

(G.M.)<br />

utto per colpa del viscerale amore che non vuole ce-<br />

Tdere nemmeno con l’incalzare degli anni. Dai ricordi<br />

che mi porto dentro avverto il bisogno di richiamare in<br />

vita un’epoca che va scomparendo man mano che si allontana.<br />

Quanti mutamenti sono avvenuti nell’arco di poco più<br />

di mezzo secolo! Quanta realtà umana e quanta realtà di<br />

cose non sono più quelle degli anni che sto ricordando!<br />

La memoria me le restituisce così com’erano, diverse<br />

da come sono oggi. Con sfacciataggine inaudita e con<br />

inarrendevolezza ci gioca delineandone contorni e figure,<br />

tratti esterni e interni dell’abitato, modi di vivere e<br />

di essere, di pensare e di capire dei calitrani.<br />

Per me e per quelli della mia età che siamo stati concepiti<br />

e messi al mondo sotto il regime fascista, nel periodo<br />

in cui gli eventi più devastanti vengono esaltati come<br />

imprese, atti di forza e di coraggio, riandare indietro con<br />

la mente che non dimentica diventa una necessità incontenibile,<br />

quasi un obbligo morale.<br />

La storia, compresa quella di poco conto di un paesino<br />

dell’Alta Irpinia, non segue affatto uno scorrimento lineare<br />

delle vicende. Essa procede per salti e con imprevedibilità;<br />

tutt’al più per scontri conflittuali o per<br />

cause di difficile spiegazione. Può essere capita nella<br />

sua verità solo se si considera tutta la trama contraddit-<br />

di Gerardo Melaccio<br />

toria che la caratterizza: fatti e implicazioni di poco<br />

conto, vita impegnata nella lotta per sopravvivere, vicende<br />

e mutamenti di largo respiro. Nella circostanza,<br />

quelli che mi sforzo di ricordare e di descrivere sono gli<br />

anni che esaltano il «vitalismo», l’«agonismo esasperato»<br />

spinto fino alla morte; l’audacia, la virilità e il<br />

maschilismo di tipo futurista, dannunziano e mussoliniano.<br />

Tutta fumosità, appariscenza e velleitarismo di<br />

propaganda politica che sfiorano anche i piccoli centri<br />

distanti dalle città, nonostante il profilo paesano che li<br />

contraddistingue.<br />

Sono volati via diversi decenni da quell’epoca, e non so<br />

spiegarmi perché il mondo grande di allora continua a indispettirmi<br />

nonostante l’ormai lontananza storica e il diniego<br />

della ragione, mentre quello piccolo e sconosciuto<br />

dello stesso periodo continua a possedermi e a commuovermi<br />

fino alle lacrime. Sarà perché in esso c’erano i<br />

miei genitori, i miei parenti e tanti amici d’infanzia che<br />

non ci sono più, tante famiglie e tanti paesani le cui abitazioni<br />

sono state serrate e abbandonate per sempre.<br />

È il tempo in cui a Calitri si vive solo di lavoro, di stenti<br />

e di solidarietà umana; gli anni in cui i sogni di gloria<br />

e di potenza che riecheggiano al di là della catena di<br />

monti circostante, l’unica attività primaria che costringe<br />

la maggior parte della popolazione a stare con i piedi per<br />

terra e a non distogliere l’occhio dalla realtà è quella dell’agricoltura.<br />

Chi può svolgerla in proprio è addirittura<br />

un privilegiato rispetto a tanti contadini costretti a lavorare<br />

come affittuari o come mezzadri. La vicenda terrena<br />

di costoro, dura e tremenda, svuotata di passioni e di<br />

imprese, priva di epos e combattuta nel silenzio muto<br />

della fatica e della stanchezza, è impressa sui volti e<br />

sulle membra, scritta e scolpita negli occhi e nelle pieghe<br />

della pelle bruciata dal sole estivo e dal gelo invernale.<br />

Chi la ignora e vuole conoscerla non deve fare altro che<br />

osservarla da vicino. E il linguaggio per impararla e capirla<br />

non emette suoni. Esso è tutto nell’espressione dei<br />

visi e delle membra scarnificate, quotidianamente alle<br />

prese con la gleba, le stagioni e le rinunce.<br />

Grazie all’estensione del nostro territorio, di terreni da<br />

coltivare e su cui spezzarsi la schiena ce ne sono a sufficienza:<br />

di quelli fertili e di quelli aridi; di quelli che sono<br />

in collina e di quelli pianeggianti; sui pendii ripidi e<br />

nelle valli; magari argillosi e pietrosi; in prossimità dell’abitato,<br />

un poco più lontani, a due ore di cammino.<br />

E per rientrare a casa ci vuole un po’ di tempo in più<br />

perché il corpo è spossato e sovente carico di arnesi o<br />

del raccolto di stagione. <strong>Il</strong> modo e il tempo per adattarli<br />

alle colture tradizionali si trovano comunque. La forza<br />

delle braccia sovrabbonda, l’assuefazione, l’esperienza,<br />

la competenza e lo spirito di sopportazione sono<br />

patrimonio individuale di tanti prima ancora che diventano<br />

adulti. La quantità produttiva, bastevole o insufficiente<br />

che sia, soddisfa comunque il fabbisogno.<br />

Basta proporzionarla alla disponibilità senza tener conto<br />

della necessità. I contadini calitrani sono maestri in<br />

questo tipo di espedienti. Se dovesse mancare la farina<br />

di grano per impastare il pane, ci sarebbe quella del<br />

mais e dei legumi, che costa meno e svolge quasi la medesima<br />

funzione nutrizionale. Per combattere la fame<br />

non è il caso di andare per il sottile. Mica per niente Calitri<br />

custodisce una tradizione agricola secolare. Sicché,<br />

raccontarla nei suoi anni più intensi e nelle sue<br />

9<br />

implicazioni più impegnative, a volte persino drammatiche,<br />

per me significa prima di tutto descrivere l’umanità<br />

di chi lavora dalle prime luci dell’alba al tramonto;<br />

di coloro che, oltre che un boccone di pane e un sorso<br />

d’acqua da mandare giù per quietare la fame e smorzare<br />

la sete, sfruttano la luce chiara del mattino, quella intensa<br />

del giorno e quella crepuscolare del tardo pomeriggio<br />

unicamente per sostenere la famiglia.<br />

La condizione sui campi per i lavoratori della terra è<br />

contraddittoria. Intorno, la Natura che squaderna armonie<br />

e bellezze mentre trasmette il canto della vita in<br />

ogni stagione; dentro di loro il carico del lavoro che<br />

fiacca il corpo e offusca la mente.<br />

Forse per vocazione di famiglia, spesso per necessità, i<br />

Calitrani che praticano l’agricoltura, uomini e donne,<br />

giovani e meno giovani, mostrano uno spiccato spirito<br />

associativo. Nei giorni più impegnativi si aiutano a vicenda<br />

restituendosi giornate lavorative nei periodi di<br />

più intensa necessità. Coltivare la terra insieme a familiari,<br />

parenti, amici e vicini di casa è un’usanza che dura<br />

nel tempo e rende la fatica più sopportabile e meno<br />

monotona. Incamminarsi di primo mattino con persone<br />

che si conoscono; confidarsi situazioni e difficoltà di famiglia;<br />

scambiarsi consigli e sostenersi con parole di incoraggiamento<br />

e di solidarietà; complimentarsi per<br />

un’azione di merito compiuta, costituiscono un’usanza<br />

comune che rafforza i rapporti e intensifica la stima. Se<br />

mentre lavorano hanno la possibilità di rimanere vicini,<br />

allora le braccia e le gambe, la schiena e la mente si<br />

muovono con agilità e con maggiore spontaneità.<br />

Di primo mattino, dopo il tramonto, contadini e contadine<br />

di ogni età, a schiere, a gruppetti di poche persone,<br />

eccezionalmente da soli; a piedi o a cavallo ad un asinello<br />

stracarico di persone e cose, in qualsiasi stagione,<br />

sia all’andata che al ritorno, percorrono in lungo e in<br />

largo sentieri fiancheggiati da rovi, arbusti e da biancospini.<br />

Salgono e scendono per i colli delle contrade a seconda<br />

della direzione del cammino e dell’ora del giorno.<br />

Calitrani e calitrane campagnoli, file di asini distanziati<br />

tra loro, spesso col maialetto o la capretta legato<br />

alla bardatura, camminano popolando e animando<br />

il paesaggio. Discussioni concitate, scambi di frasi confidenziali,<br />

voci sommesse, ogni tanto qualche grassa<br />

risata di allegroni dalla battuta facile, espressioni salaci,<br />

compiacimenti e giudizi sentenziosi, un canto liberatore,<br />

riecheggiano qua e là attirando l’attenzione. Un po’<br />

oltre, colpi secchi di marra o di bidente che frangono e<br />

rivoltano le zolle, corpi impegnati che si abbassano e si<br />

rialzano in continuazione, lamenti e sospiri umani raccontano<br />

all’occhio curioso che osserva, l’eterna lotta<br />

dello zappatore alle prese con la terra per strapparle un<br />

sacco di grano, un po’ di vino, dell’olio per provvedere<br />

alla famiglia. Lo sfondo, gli scenari, l’atmosfera sono<br />

luminosi o rabbuiati a seconda del periodo stagionale o<br />

dell’ora del giorno. Ma conta poco per gli obiettivi che<br />

insegue il contadino del mio paese. Nascere, vivere,<br />

crescere, lavorare e morire vale per tutti, indipendentemente<br />

dalla volontà e dalla condizione di ciascuno. Venire<br />

al mondo e crescere in un certo modo, però, è di<br />

pochi o di molti, a seconda dell’estrazione sociale delle<br />

famiglie che rappresentano l’orizzonte materiale e morale<br />

degli umili, e non solo degli umili.<br />

Continua.


IL CALITRANO N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011<br />

Calitri 19 agosto 2011. Festa dei venticinquenni. Prima fila in piedi, da sinistra: Donato Basile, Alessandro Cesta, Irma Galgano, Gaetano Gervasi,<br />

Adriano Cubelli, Leo Coppola, Antonella Di Napoli, Vincenzo Zarilli, Michele Codella, Antonio Maffucci, Giovanni Di Salvo, Salvatore Rubinetti, Nilde<br />

Metallo, Tiziana Armiento, Mariangela Merola, Rosanna Metallo, Adriana Di Cairano, Tiziana Balascio, Michela Martiniello, Marianna Vallario, Teodolinda<br />

Cestone, Antonio Di Milia. In basso da sinistra: Lucio Acquaviva, Luciana Cerreta, Fabio Nicolais, Fernando Bavosa, Vincenzo Margotta, Maria<br />

Antonietta Calabrese, Anna Pacia, Alessandra De Rosa, Francesco Di Guglielmo, Sonia Caputo, Mariateresa Lucrezia, Rosa Margotta.<br />

Calitri, 28.08.2011. Foto 1: Michelina Zarrilli e Gerardina Miele. Foto 2: Giovanni Pasqualicchio e Jaquelyn Vertudez nel giorno del loro matrimonio.<br />

Foto 3: i coniugi Caterina Miele e Vincenzo Pasqualicchio con i nipoti Vincenzo ed Anna Maria. In piedi: Maddalena Frara col marito Giuseppe Pasqualicchio<br />

e Antonella Pasqualicchio. Foto 4: Antonietta Miele, Vincenzo Venezia e Giuseppina Miele. Foto 5: Pietro Miele con la moglie Maria Lucrezia.<br />

Foto 6: Dina Miele e Marco Floridia col figlio Simone. Foto 7: Carmela e Serafina Miele. Foto 8: Giovanni, Antonio e Antonio Miele. Foto<br />

9: Antonio e Giovanni Miele. Foto 10: Jaquelyn Vertudez col piccolo Emanuele Pasqualicchio, i coniugi Felicetta Pennella e Giovanni Miele che festeggia<br />

il suo 89°compleanno e il 71°anniversario di matrimonio, Pietro Miele col nipote Simone Floridia. Con gli auguri di parenti, amici e della Redazione.<br />

10


N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011 IL CALITRANO<br />

Calitri, 23.07.2011. Matrimonio di Francesca Fatone e Giuseppe Di<br />

Mattia. Auguri da amici, parenti e dalla Redazione.<br />

Calitri anni 1950, da sinistra: Angela Di Napoli in costume calitrano,<br />

Grazia Di Milia (crisckolina), Gaetano Bozza col berretto, Gaetano Caruso<br />

e Michele Bozza col cappello, marito di Angela Di Napoli.<br />

Calitri, 1923. Maria Gaetana Nicolais<br />

(06.11.1922 † 05.08.2011) e il fratello Giovanni<br />

Nicolais (26.06.1921 † 08.02.2011) figli<br />

di Picchio.<br />

Calitri, 29 dicembre 2010, 50 anni di matrimonio di Vincenzo Maffucci e Maria Michela Zabatta,<br />

da sinistra ultima fila: Marisa Viglioglia, Vincenzo Maffucci, Enza Pagliarulo Pasquale Maffucci, Berardino<br />

Maffucci, Giovanni Maffucci (si vede appena la testa),Grazia Maffucci, Franco Mario Maffucci<br />

con la moglie Maria Fierravanti, Michela Maria Maffucci; prima fila: Matteo Maffucci, Giorgia<br />

Maffucci, Francesco Maffucci, Maria Teresa Stanco. Auguri da parenti, amici e dalla Redazione.<br />

11<br />

Novedrate (Co) 09.01.2011, 50° anniversario di matrimonio di Giovanna<br />

Cestone (lancia cesta ) e Gaetano Bozza (zi ndulin’). Nella foto da<br />

sinistra: Fiorella Dalla Bona (nuora), Donato Bozza (figlio e marito di<br />

Fiorella), - i festeggiati - Maria Bozza (figlia), Canio Fastiggi (Tobb’t’ / genero<br />

e marito di Maria). Auguri dai parenti, dagli amici e dalla Redazione.<br />

Calitri, 23 febbraio 2011, 80° Compleanno di Gaetana Fierravanti (a crapara)<br />

qui insieme al marito Vincenzo Margotta (passauaj). Auguri dalla famiglia<br />

e dalla Radazione.


IL CALITRANO N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011<br />

Calitri, 28 agosto 2011, un’allegra foto ricordo di una domenica in<br />

campagna trascorsa con i nonni. Da sinistra: Lucia S. Di Milia, Sara Caruso,<br />

Ginevra Capossela e Girolamo Caruso.<br />

Calitri, 22 agosto 2010, 25° anniversario di matrimonio dei coniugi<br />

Vito Nicolais e Gerardina Mesce, qui ripresi con i figli Demetrio ed<br />

Alessia, che hanno letto una composizione. di Vito dedicata alla moglie<br />

Gerardina. Gli auguri più sentiti di parenti, amici e della Redazione.<br />

“Ciao mio piccolo fiore”,<br />

in questo giorno a noi caro sono qui per ricordare<br />

il momento in cui, incontrandoti per strada,<br />

ci siamo fermati ad ascoltare i nostri cuori che ci parlavano d’amore.<br />

Pochi avrebbero scommesso su quell’amore nato quasi per caso.<br />

Sento ancora l’emozione di quell’attimo, come<br />

un bambino il primo giorno di scuola.<br />

Da anni cerco di capire il colore dei tuoi occhi, non lo conosco ancora,<br />

perché quando li guardo l’emozione è tanta; sento un brivido<br />

che non so descrivere, i miei occhi si riempiono di rugiada<br />

e nei tuoi scopro i mille colori della primavera.<br />

Mi sembra di vivere un sogno, ma i sogni sono belli<br />

Solo se si vede il tuo viso e quello dei nostri figli.<br />

Non credo che si possa vivere senza avere accanto il<br />

Profumo dei fiori più belli, quelli che ti profumano<br />

il cuore e l’anima, senza, sento che appassirei.<br />

Spero che nel nostro amore non arrivi mai l’autunno<br />

E che tu sia la foglia che resta attaccata al ramo e<br />

Nemmeno il vento più forte potrà mai staccarti da me.<br />

Ognuno di noi ha una stella nel proprio destino, io<br />

Ho trovato te e vorrei essere la notte che veglia sempre su di te.<br />

Sono sicuro che morirò dicendoti: “Amore ti amo ancora”.<br />

Mi auguro che la nostra favola duri ancora a lungo.<br />

Grazie per questi primi 25 anni.<br />

Ti Voglio bene.<br />

12<br />

Mariano Comense (CO), 05 giugno 2010, Giovanni Fastiggi ed Elisabetta<br />

Torricelli il giorno delle loro nozze. Un grande augurio di una serena<br />

e felice vita insieme, da parte di tutta la famiglia nel giorno del loro primo<br />

anniversario di matrimonio.<br />

LAUREA<br />

<strong>Il</strong> 10 novembre 2011, presso la facoltà di<br />

Scienze Ambientali di Siena, si è brillantemente laureato<br />

Cesare PERTICI<br />

Figlio di Concetta Di Cosmo residenti a Poggibonsi.<br />

Qui insieme ai nonni Vincenzo Di Cosmo<br />

e Agnese Cestone.<br />

Auguri dalla famiglia, amici e dalla Redazione.<br />

Poggibonsi (SI) 04.09.2011. Michele Di Cosmo viene premiato per aver<br />

raggiunto le sue 50 donazioni di sangue presso l’Associazione “Fratres”.


N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011 IL CALITRANO<br />

Poggibonsi, Michele Zarrilli con il nipotino Lorenzo<br />

Zarrilli nato il 27.02.2010, nel giorno<br />

del suo battesimo.<br />

Loppiano, Incisa Val d’Arno (FI), 28.05.2011,<br />

nel santuario di Maria Theotokos si sono uniti<br />

in matrimonio Maria Leonarda Girardi e<br />

Marco Bennici. Auguri da parenti, amici e dalla<br />

Redazione.<br />

Manfredonia (FG) estate 1980, da sinistra<br />

in piedi: Giuseppe Di Napoli (marchicchij’),<br />

Franco Lettieri (z’mm’ron’), Marcello Caputo<br />

(caca patan’); a terra: Michele Rubino (gnot’)<br />

e Michele Di Guglielmo (m’ron’).<br />

Cisterna di Latina, 10.06.2011. I coniugi Maria Iraci e Antonio Zazzarino festeggiano il loro<br />

50°anniversario di matrimonio, con gli auguri di parenti, amici e della Redazione.<br />

All’amico Antonio Zazzarino<br />

Antonio Zazzarino giovane calzolaio,<br />

figlio di Calitri degli anni ruggenti;<br />

partisti con la valigia piena di sogni…<br />

con la voglia di fare… e con buoni sentimenti.<br />

<strong>Il</strong> Venezuela fu la tua destinazione<br />

e in quella terra arida, ma pulsante…<br />

organizzasti il tuo futuro prosperoso<br />

con maestria e a ritmo incalzante.<br />

Antonio, onesto e instancabile lavoratore,<br />

sei il vero orgoglio di ogni <strong>Calitrano</strong>,<br />

hai fatto onore all’Italia e al tuo paese,<br />

pur trovandoti in un eremo… lontano.<br />

Lavorando con tenacia e intelligenza<br />

hai raggiunto un’invidiabile posizione<br />

e con arte, con impegno e con arguzia,<br />

hai fatto le scarpe… a migliaia di persone.<br />

13<br />

Ora sei padrone di un grande “Feudo”,<br />

(la divina provvidenza ti ha protetto)<br />

e nell’agro di Cisterna di Latina,<br />

ciò che possiedi, è stato benedetto.<br />

Nel tuo podere immenso e accogliente,<br />

ogni anno c’è un incontro con gli amici,<br />

si mangia, si beve e si raccontano<br />

le barzellette che ci rendono felici.<br />

Antonio, col tuo “generoso” contributo,<br />

hai donato a Calitri la statua dell’emigrante,<br />

e quel “ragazzo” che tanto ci rappresenta,<br />

rimembra un tempo gramo… ma esaltante.<br />

Caro Antonio, di cuore ti auguriamo<br />

un avvenire gioioso e spensierato,<br />

e se ti candidi alle prossime elezioni<br />

sarai per sempre… il nostro Deputato.<br />

Michelangelo Armiento (Roma)


IL CALITRANO N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011<br />

Calitri, 31 luglio 2010, matrimonio di Angela<br />

Fastiggi e Antonio Zarrilli, nel primo anniversario<br />

parenti e amici augurano loro una felice<br />

vita insieme.<br />

Calitri estate 1985, i figli Michele, Lucia e Giovanni nell’anniversario della dipartita del loro padre<br />

Antonio Sicuranza (la russa/18.07.1925 † 02.01.1992) lo ricordano, circondato dai suoi nipoti: da sinistra<br />

Sara Sicuranza figlia di Michele, il nonno con la piccola Anna, figlia di Giovanni, Anna Sicuranza figlia di Michele,<br />

Michelle Vallario figlio di Lucia, Sicuranza Pietro figlio di Michele e Tony Vallario figlio di Lucia.<br />

Calitri, IV elementare anno scolastico 1937/38, prima fila da sinistra: Gaetano Abate di Vincenzo e Filomena Di Maio(V’cienz’ abat’), ?,?, Antonio Margotta<br />

di Francesco e Angela Maffucci (pupacchij’), il maestro Luigi Esposito di Napoli, ?, Giuseppe Salvante di Raffaele e Grazia Caputo, ?. seconda fila da<br />

sinistra: Salvatore Zabatta di Giovanni e Maria Antonia Del Cogliano (lilla), Michelangelo Russo di Francesco e Antonia Maffucci (uangiegghij’), Giacomo<br />

Maffucci Giovanni di Canio e Teresa Borea (m’scion’), Michele Cubelli di Gaetano e Rebecca Cicoira (pacca z’lata), Salvatore Sansone di Michele e Michelina<br />

Toglia (sanzon’), Donato Cerreta di Michele e Maria Della Badia (p’l’cin’), Canio Zarrilli di Leonardo e Maria Antonia Codella (trapanariell’), Attilio Russo<br />

di Canio e Maria Metallo (zi’ battista), Canio Zabatta di Vito e Rosa Cubelli (mattaion’), ?; terza fila da sinistra:?, Michele Cerreta di Vito e Rosa Rabasca<br />

(benfigliuol’), Francesco Zabatta di Antonio e Filomena Iannolillo (pasqualett’), Francesco Stanco di Vincenzo e Maria Giuseppa Di Maio (r’ss’liegghj’), Rocco<br />

Nicolais di Alessandro e di Antonia Di Carlo (lisandrin’), Antonio Scoca di Vito e di Francesca Scoca (panzannand’), ?, Cardillo……, Salvatore Frucci di<br />

Giovanni e di Elisabetta Ruggiero (br’skon’), Umberto Galgano di Giuseppe e Agnese Di Napoli (m’nn’loccia); quarta fila: ?, ?, Michele Immerso di Vincenzo<br />

e di Angela Di Roma (baccalai), ?, Emidio Tornillo di Vincenzo e Grazia Di Napoli (mastamidij), ?, Attilio Lucadamo di Carmine e Maria Giuseppa Cicoira (m’scion’),<br />

a terra sdraiati: Francesco Del Buono di Gerardo e di Trofa …… (scamm’rzon’), Vincenzo Galgano di Michele e di Rosaria Cestone (secchia).<br />

14


N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011 IL CALITRANO<br />

Calitri, 30.09.2011, 80°compleanno di Michele Cubelli. Da sinistra:<br />

Angelina Del Redentore, Girolamo Caruso, Giuseppina Galgano, Vincenzo<br />

Cubelli,la moglie del festeggiato Anna Del Redentore,-il festeggiato-,<br />

Adriano Cubelli, Michele Cubelli e Jessica Pizzirusso. Auguri da<br />

parenti, amici e dalla Redazione.<br />

Napoli -Mostra d’Oltremare- 1954. I fidanzati<br />

Assunta e Damiano Pipino di Contursi (SA).<br />

Mastro Giovanni Abate (25.08.1919 - † 18.05.1998) con un Benelli 50<br />

che sostituì alla sua inseparabile bicicletta, compagna di gioventù.<br />

Calitri, 27.12.2011 i coniugi Coppola Vincenzo<br />

e Lamanna Antonietta festeggiano il loro 33°<br />

anniversario di matrimonio. I figli Giuseppe e<br />

Leone augurano felicissimi auguri per il loro<br />

traguardo raggiunto. Auguri dalla Redazione.<br />

15<br />

Lavena Ponte Tresa (VA) 05 giugno 2011.Prima Comunione della piccola<br />

Alessia Maria Maggiore figlia di Stefano e Pina Fierravanti (pamb’llin’). Qui insieme<br />

ai bisnonni Angiolina Santoro (m’nacegghja) e Olivio Rossi (angunes’).<br />

Lorenzo Vallario (15.10.1872 - † 07.05.1960) e<br />

Maria Antonia Toglia (1877 - † 30.07.1957).<br />

Calitri, 29.12.1960 la foto è stata scattata in occasione del matrimonio di<br />

Maria Michela Zabatta (cicchett’) e Vincenzo Maffucci (florij’). Da sinistra<br />

prima fila: Donato Ruggiero (nzarc’nend’), la piccola Silvana Di Napoli<br />

(fiaschiegghija), Maria Michela Angelillo con la bottiglia (man’ man’), dietro<br />

Berardino Di Napoli (fiaschiegghj), Antonietta Zarrilli (sckarrambin’), Livia<br />

Acocella (andr’ttesa), Francesca Di Napoli (linardosc’), col boccale Maria<br />

Metallo (ninna), Mario Di Napoli (linardosc’) e il piccolo Michele Zarrilli<br />

(verr’ca’). A terra: Maria Michela Di Napoli (mast’ v’cienz’), Maria Giuseppa<br />

Di Napoli (linardosc’), Michelina Zarrilli (sckarrambin’).


IL CALITRANO N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011<br />

ia madre si chiamava Marianna Di<br />

MMuro ed era figlia di Giuseppe e di<br />

Maria Gaetana Cestone. Era nata a Calitri<br />

il 7 gennaio 1927 in una abitazione<br />

del rione del «Castello». La casa natale<br />

doveva essere ampia ed accogliente se,<br />

come mi raccontano, vi si svolgevano<br />

anche le feste di nozze degli sposi del<br />

vicinato. A memoria di zio Leonardo,<br />

fratello maggiore di mia madre, una delle<br />

stanze di quella casa era affrescata di<br />

un bell’azzurro ed adornata da angeli,<br />

come le pareti di una chiesa. Questo particolare,<br />

secondo lui, risaliva a quel che<br />

era rimasto della cappella signorile del<br />

famoso maniero calitrano, dopo il tragico<br />

terremoto del 1694. Verso la fine degli<br />

anni trenta quell’abitazione fu lasciata<br />

per un’altra <strong>nuova</strong>, situata al “Serrone”,<br />

cioè al Corso Garibaldi, lungo la strada<br />

che conduce al colle di Gagliano, dove i<br />

miei antenati possedevano i terreni e la<br />

masseria. Mia madre fu abituata al lavoro<br />

contadino fin da piccola. Non c’era<br />

alcuna mansione che lei non svolgesse<br />

con piglio e rapidità. Suo padre, Tata<br />

Seppe, era molto contento di vederla ubbidiente<br />

ad ogni suo cenno. Lei, d’altra<br />

parte, aveva una costituzione fisica agile<br />

che le permetteva di arrampicarsi facilmente<br />

sugli alberi per raccogliere la frutta<br />

che abbondava nei terreni di Gagliano:<br />

mele, pere, gelsi, fichi, ciliegie, ecc..<br />

Frutta che poteva servire come colazione<br />

del mattino o come regalo per gli ospiti<br />

occasionali, secondo i criteri di cortesia<br />

di quel tempo. Con un fisico così allenato,<br />

la piccola Marianna non ebbe difficoltà<br />

a battere le sue compagne di scuola<br />

nel Saggio Ginnico, introdotto nel vita<br />

paesana dal regime fascista. Io, invece,<br />

sebbene suo figlio, ma impigrito dalla<br />

sedentarietà dello studio, non ho mai eccelso<br />

nella stessa abilità.<br />

Frequentata la quarta elementare, i suoi<br />

genitori decisero che ciò fosse già sufficiente<br />

per la sua istruzione. Come capitava<br />

a tante ragazze dell’epoca fu perciò<br />

gradatamente dirottata verso il lavoro dei<br />

campi: zappare, seminare e mietere il<br />

grano, accudire alla vigna, trasportare le<br />

derrate con gli animali da soma, battere<br />

le fave e ventilarle, coltivare il granoturco,<br />

ecc. . Inoltre, dal momento che nella<br />

masseria dei miei nonni si produceva anche<br />

latte e lo si cagliava per farne del<br />

formaggio, dovette occuparsi, come tutto<br />

MARIANNA DI MURO<br />

Una donna del vecchio mondo calitrano<br />

il resto della famiglia, della mungitura e<br />

del pascolo delle pecore e delle mucche.<br />

Naturalmente, ricevette dalla madre le<br />

nozioni indispensabili su tutto ciò che<br />

una donna avrebbe dovuto affrontare nella<br />

vita. Imparò la conduzione domestica,<br />

cioè a cucinare, a impastare il pane, a lavare,<br />

a stirare, a cucire, a ricamare.<br />

A vent’anni, quando andò in sposa a mio<br />

padre, Alfonso Cerreta, mia madre era<br />

in grado di assumersi le responsabilità<br />

che le sarebbero venute dal matrimonio.<br />

Nella lista del corredo da lei portato in<br />

dote, che conservo con affetto, mi stupisce<br />

la dettagliata descrizione dei capi.<br />

Ognuno di essi sarà stato curato con attenzione,<br />

con il suo puntiglio oserei dire,<br />

e mi intenerisce immaginarla mentre li<br />

mette in mostra davanti ai parenti e agli<br />

amici per l’ «apprezzamento», come era<br />

abitudine. Le nozze furono celebrate il<br />

29 dicembre 1947 ed io venni al mondo<br />

il 26 settembre 19<strong>48</strong>. Da ragazzo, don<br />

Vincenzo Cubelli, compagno d’infanzia<br />

di mio padre, mi invitava ad andar fiero<br />

d’essere stato il frutto del primo amore<br />

dei miei genitori. Al momento non capivo<br />

quale privilegio ciò comportasse.<br />

Ora, riflettendo su quelle parole, credo di<br />

esser giunto a decifrarne finalmente il significato!<br />

Eccetto che d’inverno, mia madre andava<br />

in campagna quasi tutti i giorni, dopo<br />

aver badato a sua suocera che era anziana<br />

e aver preparato da mangiare per tutta<br />

la famiglia. Conduceva in campagna anche<br />

me e mio fratello Giuseppe, quando<br />

16<br />

non andavamo a scuola. Ricordo le fasi<br />

articolate della preparazione di ciò che<br />

era necessario e la fretta di sbrigarsi prima<br />

che fosse troppo tardi. Quando tutto<br />

era pronto, bardava l’asina e la caricava<br />

di due bisacce di cui una, la bianca, conteneva<br />

le attrezzature e i materiali necessari<br />

al lavoro e l’altra, colorata a strisce,<br />

conteneva il pane, il vino, l’acqua, i recipienti<br />

con il vitto della giornata e gli indumenti.<br />

La bisaccia bianca era fatta di<br />

una comune tela resistente, la colorata<br />

era stata tessuta a mano col telaio che<br />

avevamo in casa e riportava i motivi tipici<br />

della tradizione calitrana.<br />

Usciti dai vicoli e giunti sulla strada rotabile,<br />

stendeva un grembiule sulla groppa<br />

dell’animale e mi aiutava a sedervi<br />

sopra. Poi era lei a salire sulla barda, si<br />

sistemava all’amazzone, perché aveva la<br />

gonna e non poteva divaricare le gambe,<br />

e prendeva in braccio mio fratello Giuseppe.<br />

L’asina già sapeva quale strada<br />

prendere e si avviava tranquilla verso la<br />

destinazione abituata a raggiungere quasi<br />

tutti i giorni. Lungo la strada, mia madre<br />

raccontava sempre qualcosa. In genere,<br />

però, tendeva a usare quel tempo<br />

per ammaestramenti, con esempi su ciò<br />

che era opportuno e non opportuno fare.<br />

A volte cantava. E noi insieme a lei. Tra<br />

le canzoni del momento c’erano quelle<br />

napoletane. Ricordo una Lazzarella cantata<br />

in una limpida mattina di sole mentre<br />

l’asina, sul cui dorso stavamo seduti,<br />

sceglieva prudentemente il posto dove<br />

mettere le zampe. Transitavamo, infatti,<br />

sul ripido sentiero che dalla Fontana del<br />

Fico mena alla Croce di Gagliano, là dove,<br />

scollinando, giunge in prossimità del<br />

nostro terreno e prosegue verso Cairano.<br />

A rientrare, però, era sempre l’ultima.<br />

Quando le altre famiglie contadine transitavano<br />

a dorso d’asino o di mulo lungo<br />

il sentiero che conduce a Calitri, noi stavamo<br />

ancora raccogliendo le masserizie.<br />

Mia nonna Maria Gaetana, mamma Tana,<br />

contenta della vitalità che la figlia<br />

metteva nelle cose che faceva, mi diceva<br />

da piccolo: «Vedi che bella mamma ti<br />

ho dato!». Ma io non ero molto d’accordo,<br />

perché sua figlia mi costringeva ad<br />

imitarne l’impegno e mi puniva per il<br />

poco di buono che combinavo.<br />

Mia madre era generosa. A sera, tornando<br />

dalla campagna distribuiva ai vicini<br />

mazzetti d’insalata, di bietole, di broc-


N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011 IL CALITRANO<br />

coli di rape, di zucchini o frutta di stagione<br />

in capienti panieri. Anche quando<br />

tornava dal forno, dove anche le altre<br />

donne andavano a cuocere il pane, oltre<br />

al fabbisogno familiare settimanale portava<br />

con sé una pizza al pomodoro in<br />

più, da offrire a un amico o a un conoscente.<br />

Ai bambini, poi, regalava focacce<br />

a forma di bambola o di cavalluccio fatte<br />

con la pasta del pane, seguendo un’usanza<br />

che veniva dalla sua infanzia, cioè dai<br />

tempi di povertà, allorché i piccoli strabuzzavano<br />

gli occhi per doni come questi.<br />

Quando in famiglia si ammazzava il<br />

maiale, c’era un via vai di gente, zie, cugini,<br />

amici. Nel suddividere le carni, lei<br />

riservava sempre delle piccole parti da<br />

regalare agli anziani o ai poveri del vicinato<br />

e mi incaricava di consegnarle.<br />

Amava molto i suoi sette nipoti, ma con<br />

essi non esagerava in smancerie. Al di là<br />

delle forme, badava alla sostanza: preparava<br />

pranzetti gustosi, li copriva ben<br />

bene ed era piuttosto severa nel rispetto<br />

delle regole. Tuttavia, accettava di buon<br />

grado alcune loro marachelle, specialmente<br />

quando, tutti insieme, liberi di ricorrersi<br />

nei campi di Gagliano, non facevano<br />

caso alle piantine dell’orto da lei<br />

teneramente coltivate e le calpestavano<br />

senza pietà.<br />

Mio padre frequentava di meno la campagna<br />

perché era fabbro maniscalco e<br />

conduceva la forgia in paese. Però, nelle<br />

fasi più importanti dei lavori agricoli,<br />

cioè durante la semina, la mietitura, la<br />

trebbiatura e la vendemmia, si trasformava<br />

in contadino, come facevano tutti<br />

gli altri artigiani. Lavorando fianco a<br />

fianco, marito e moglie, capitava che<br />

avessero pareri divergenti su alcune situazioni<br />

impreviste. Si accendeva tra di<br />

loro un animato scambio di opinioni sul<br />

da farsi: lui che era più razionale tendeva<br />

a prendere tempo, lei invece era più intuitiva<br />

e mirava al sodo. Per me non è<br />

mai stato facile decidere per chi parteggiare<br />

in quei momenti. Queste differenze<br />

di carattere si sono manifestate fino alla<br />

fine dei loro giorni. Ma si volevano molto<br />

bene. Mia madre seguiva con rispetto<br />

e in silenzio l’esame dei pro e i contro<br />

che mio padre svolgeva con il suo ritmo<br />

pacato, quando si trattava di compiere<br />

delle scelte importanti. Mio padre si lasciava<br />

guidare da lei in tutte le premure<br />

di moglie e di mamma. A volte si commuoveva<br />

per l’insistente sollecitudine<br />

della sua compagna di vita. Hanno vissuto<br />

insieme quasi sessantatre anni.<br />

E quando, ormai anziani, andavo a fare<br />

la solita visita serale, li trovavo in cucina<br />

17<br />

seduti l’uno a destra e l’altro a sinistra<br />

della vampa che guizzava nel camino,<br />

con l’occhio al televisore in attesa delle<br />

previsioni del tempo e del telegiornale.<br />

Scambiavamo qualche parola e ci davamo<br />

appuntamento al giorno successivo.<br />

Mia madre aveva quasi sempre qualcosa<br />

da darmi, o qualche raccomandazione da<br />

farmi.<br />

Mio padre è morto l’anno scorso. Lei ha<br />

affrontato l’avvenimento con una sorta di<br />

stoicismo, ma non era più quella di prima.<br />

L’ho portata a vivere con me, in mezzo ai<br />

campi di Gagliano che circondano la mia<br />

abitazione, dove lei avrebbe dovuto avere<br />

i suoi ricordi più belli. Questo, tuttavia,<br />

non le suscitava emozioni. Era sfiduciata e<br />

ormai molto malata. Accentuando la sua<br />

ansietà, aveva quasi del tutto smarrito la<br />

forza e il coraggio di un tempo. Ma non<br />

l’acume di certe battute tipicamente calitrane.<br />

Quando ha finito di soffrire, il suo<br />

volto si è immediatamente rasserenato e<br />

mi è parso che diventasse simile a quello<br />

di sua madre, Mamma Tana.<br />

Sono tante le mamme venute a mancare a<br />

quelli della mia generazione! E il vecchio<br />

mondo calitrano, senza le loro figure, si<br />

sta dissolvendo ogni giorno di più.<br />

Pietro Cerreta<br />

Calitri, 21.08.2010, i quarantenni nati nel 1970, seconda fila da sinistra: Concetta Di Salvo, Anna Caruso, Giovanni Borea, Canio Cestone, Canio Cubelli,<br />

Massimo Cucciniello, Vito Tateo, Agostino Di Salvo, Antonella Fasano, Gianni Rauso, Vincenzo Cianci, Antonio Cianci, Enzo Rabasca, Benito Cianci, Franco<br />

Codella, Michele Cicoira, Canio Margotta, Giovanni Di Roma; prima fila da sinistra: Carmela Scotece, Vincenza Cestone, Nina Rainone, Franca Dragone,<br />

Concetta Giarla, Maria Teresa Di Milia, Angela Di Cecca, Franca Avella, Lucia Vallario, Lucia Buldo, Michela Russo, Tiziana Martiniello, Maria Antonietta Cialeo,<br />

Annamaria Maffucci, Teresa Di Napoli, Felicetta Zarrilli, Angela Maffucci, Giovanna Fonzo, Maria De Luca, Grazia Cardinale, Michele Di Cairano.


IL CALITRANO N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011<br />

Campagna di guerra sul fronte russo<br />

1942-45<br />

opo la partenza dall’ospedale d’emer-<br />

Dgenza di Millerovo del 24 marzo, il 5<br />

aprile siamo ancora in viaggio verso la<br />

<strong>nuova</strong> destinazione. La lentezza del convoglio<br />

è esasperante e le fermate sono<br />

così numerose che fanno impazzire. In<br />

alcune stazioni l’obbligo di manovre su<br />

binari morti richiede ore intere. Talvolta<br />

una sola fermata dura una giornata perché<br />

bisogna dare la priorità di passaggio<br />

ai treni di linea che trasportano passeggeri<br />

civili diretti in località differenti e<br />

distanti dai punti di smistamento. Peraltro,<br />

la linea ferroviaria ha un binario solo,<br />

e il via libera è segnalato manualmente<br />

dal casellante. Una delle tante fermate<br />

viene effettuata nella cittadina di<br />

Celiabinsk, un centro abitato della repubblica<br />

dell’Asia, situato nel territorio<br />

della Siberia asiatica. Qui, la sosta si protrae<br />

per cinque giorni in attesa che la polizia<br />

ferroviaria ci fornisca i viveri. Per<br />

tale motivo il Comando militare impone<br />

di Francesco Cialeo<br />

a cura di Gerardo Melaccio<br />

che il treno venga smistato su un binario<br />

morto fino a quando non arrivi il segnale<br />

di. via libera verso l’ignoto. destinazione.<br />

A causa della lungaggine della fermata a<br />

noi prigionieri è concesso il permesso di<br />

scendere a terra in caso di stretta necessità,<br />

ossia, unicamente per soddisfare i<br />

bisogni fisiologici all’aria aperta. Naturalmente<br />

in prossimità dei vagoni e a ridosso<br />

della scarpata ai piedi della quale<br />

corre il binario d’acciaio. Non disponiamo<br />

di servizi igienici né di lavandini per<br />

lavarci le mani e la faccia. Se vogliamo<br />

toglierci un po’ di sporcizia di dosso siamo<br />

costretti a utilizzare la neve strofinandola<br />

sul viso intorno al collo e sulle<br />

braccia; quando strettamente necessario,<br />

pure nelle parti intime del corpo. Di sapone<br />

nemmeno le briciole; di un po’ di<br />

fuoco per riscaldare l’acqua gelata manco<br />

a parlarne. Alcuni ne fanno volentieri<br />

a meno per non rischiare un attacco di<br />

broncopolmonite. Di conseguenza, l’a-<br />

18<br />

ria che si respira nei carri-bestiame che<br />

trasportano esseri umani in male arnese è<br />

tutt’altro che pura e respirabile. <strong>Il</strong> treno<br />

rimane fermo sul binario dall’11 al 17<br />

aprile. <strong>Il</strong> giorno dopo, di primo mattino,<br />

ancora immersi nel sonno e senza preavviso,<br />

siamo scossi dallo stridore delle<br />

ruote metalliche che cominciano a muoversi<br />

e dai rumori degli attracchi dei vagoni<br />

che cominciano a sferragliare. Alcuni<br />

di noi che siamo scesi a terra per<br />

esigenze fisiologiche, siamo colti di sorpresa<br />

e messi in grande agitazione. Chi è<br />

più vicino agli sportelli d’ingresso e in<br />

condizioni fisiche meno impacciate, in<br />

un batter d’occhio recupera il posto sul<br />

treno. Qualcuno come me che si è allontanato<br />

un po’ di più per necessità di forza<br />

maggiore, magari con le brache in mano<br />

e in mezzo alle rotaie, preso dallo spavento<br />

di essere travolto, si mette a gridare<br />

imprecando e muovendo le mani per<br />

richiamare l’attenzione del macchinista.<br />

Calitri, 14.08.2011, IX Edizione della StraCalitri “Memorial Don Siro Colombo”,da sinistra ultima fila: Vito Zarrilli, Angela Zarrilli con fratello Giuseppe,<br />

Andrea Zarrilli figlio di Giuseppe. Penultima fila: Canio Luciano Maffucci, Sergio Fasulo e don Antonio Padula. Ultima fila: Leo Coppola, Licia<br />

Teora, Rosamaria Zabatta, Lucia Rubinetti, Silvia Lucadamo (si vede solo la testa), Flavia Caputo, Enza Acocella, Lucia Di Cairano col nipotino<br />

Antonio Di Cairano; davanti: Marianna Lucadamo, Angela Caputo, Mariapina Di Carlo, Gaetana Quaranta, don Pasquale Riccio.


N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011 IL CALITRANO<br />

LA NOSTRA OSTRA<br />

BIBLIOTEC<br />

BIBLIOTECA<br />

<strong>Il</strong>aria Cuttini e Graziella De Rosa:<br />

Matisse e le tele di Penelope – Romanzo<br />

giallo – Edizione Angolo Manzoni<br />

– Torino 2010<br />

Un vero thriller che si svolge tra una<br />

primaverile Torino, un’assolata Grecia<br />

ed una sorprendente Olanda, scritto a<br />

quattro mani da due simpaticissime<br />

donne che pur avendo una differenza di<br />

età di circa venti anni, sono accomunate<br />

dall’amore per i libri, l’arte e la storia.<br />

È la storia che ciascuno di noi sogna,<br />

ma che non riesce mai a realizzare, pur<br />

lasciandosi trasportare sulle note scorrevoli<br />

e a volte allettanti del libro che<br />

nel suo insieme riesce a tenerci col fiato<br />

sospeso fino al termine della trama che<br />

è intrigante, allettante ed insieme ben<br />

lavorata.<br />

Dionisio Pascussi: Pietradefusi nel<br />

Regno di Napoli – Arturo Bascetta<br />

Editore - Pietrastornina 2011<br />

Ha riscosso ampio<br />

successo editoriale<br />

e letterario,<br />

e vasti e unanimiapprezzamenti<br />

di pubblico,<br />

la presentazione<br />

del volume,“Pietradefusi<br />

nel Regno di<br />

Napoli”, del dottore<br />

Dionisio Pascucci<br />

di Benevento. Mercoledì 7 settembre<br />

2011 l’autore ha presentato ufficialmente<br />

la sua seconda opera nella sala<br />

congressi della Fondazione Paolo<br />

Emilio Pascucci di Dentecane. La tavola<br />

rotonda è stata moderata dalla giornalista<br />

Barbara Ciarcia. Relatori: i dirigenti<br />

scolastici Fiorella De Vizia e Virgilio<br />

Iandiorio e il professore emerito Mario<br />

Iarrobino. All’evento hanno partecipato<br />

il sindaco di Pietradefusi, Giulio Belmonte,<br />

l’assessore comunale alla cultura<br />

e allo spettacolo, Raffaello De Nisco, il<br />

dottore Giovanni De Caro, presidente<br />

della Fondazione Pascucci. Interessante<br />

il dibattito seguito che si è sviluppato<br />

su spaccati inediti della vita quotidiana<br />

dell’epoca. <strong>Il</strong> volume recensito in postfazione<br />

dal prof. Francesco Barra, Ordinario<br />

di Storia Moderna presso l’Uni-<br />

versità degli Studi di Salerno, consta di<br />

circa 200 pagine è diviso in nove capitoli<br />

ed è corredato da ben trenta tabelle;<br />

l’autore, prendendo spunto dai dati del<br />

Catasto Onciario di Pietradefusi del<br />

1754, descrive gli aspetti demografici,<br />

produttivi, economici e religiosi dei ceti<br />

sociali tra settecento e ottocento, sottolinea<br />

il potere temporale ed economico<br />

della Chiesa ed evidenzia il disagio legato<br />

alla condizione femminile.<br />

In definitiva si tratta di una ricostruzione<br />

storica rigorosa, di sicuro interesse<br />

per gli abitanti di Pietradefusi, ma verosimilmente<br />

anche per i cultori di storia<br />

locale.<br />

LIBRI RICEVUTI<br />

A cura di Cesare Corradini: Così<br />

parlavano a Castiglione . Vocabolario<br />

ragionato di una lingua che scompare.<br />

- Tipolitografia Ambrosini – Acquapendente<br />

(VT) 2004<br />

Corredato da una piccola grammatica il<br />

Vocabolario si presenta come una pubblicazione<br />

giustamente ambiziosa che<br />

va ben al di là della tradizionale pubblicistica<br />

amatoriale propria di tanti Centri<br />

del nostro Territorio, così ricco e così<br />

frammentato sul piano linguistico. Pertanto,<br />

in una fase così delicata della storia<br />

linguistica di Castiglione in Teverina,<br />

caratterizzata da un forte grado di<br />

instabilità strutturale, è un fatto altamente<br />

meritorio che si sia riusciti a raccogliere<br />

per questo “punto linguistico”,<br />

con un costante confronto con le fonti<br />

dialettali del passato, tutto quanto si conosce<br />

di quel bene preziosissimo che è<br />

una lingua locale.<br />

Anche questo è un modo di conoscere,<br />

di preservare e di valorizzare la propria<br />

indentità culturale che nella lingua trova<br />

il simbolo insieme più potente e più significativo.<br />

(Dalla Presentazione di Marco Mancini<br />

Rettore dell’Università degli Studi<br />

della Tuscia)<br />

Alfredo Antonetti: Vocabolario Vallecorsano<br />

– Italiano e Italiano-Vallecorsano<br />

– In Appendice Ritto e Nun<br />

Ritto – Seconda edizione aggiornata<br />

Nuova Stampa – Frosinone 2009<br />

<strong>Il</strong> Vocabolario dialettale Vallecorsano-<br />

Italiano, e Italiano-Vallecorsano, l’ammirevole<br />

lavoro di Alfredo Antonetti,<br />

nasce da una esigenza oltretutto affettiva,<br />

sollecitata dalla constatazione della<br />

19<br />

progressiva scomparsa dei termini vallecorsani.<br />

Come osserva opportunamente<br />

l’Autore, se è giusto e doveroso<br />

mantenere e curare i monumenti e i centri<br />

storici dei nostri Paesi, altrettanto<br />

giusto e doveroso è “salvare il salvabile”<br />

del Dialetto, perché testimonianza<br />

di uno degli aspetti fondamentali della<br />

civiltà, quale è appunto quello linguistico.<br />

Nato da questa esigenza, l’autore ha voluto<br />

così aggiungere a questo vocabolario,<br />

come Appendice, una Raccolta di<br />

frasi idiomatiche e detti caratteristici e<br />

una concisa grammatica descrittiva del<br />

dialetto vallecorsano, già pubblicata a<br />

parte dall’Amministrazione Comunale<br />

di Vallecorsa, in un libro di limpida efficacia,<br />

dal titolo “Ritto e nun ritto”.<br />

Un lavoro, dunque, questo vocabolario<br />

dell’Antonetti, attento e preciso, che rivela<br />

chiarezza di impostazione e felicità<br />

di impegno filologico.<br />

(Dalla Presentazione alla prima edizione<br />

di Giovanni Iorio Docente<br />

Universitario di Letteratura Italiana)<br />

Carmine Acocella: La libertà che non<br />

fa male-Casa Ed.Menna AV, 2009<br />

Cosa sarà mai la libertà? Quali possono<br />

essere i concetti fondanti la libertà?<br />

Nell’accezione comune tale libertà non<br />

è sempre ben intesa e viene talora mal<br />

interpretata o equivocata e ciò purtroppo<br />

logora ed avvelena, non di rado, i<br />

rapporti umani delle relazioni, sia a livello<br />

pubblico che privato, determinando<br />

così, conflitti o incomprensioni di<br />

vario tipo: diatribe, scontri, polemiche,<br />

ecc. ciò, quindi, si riflette negativamente<br />

sulle relazioni, fra singole persone,<br />

gruppi di persone e più in generale, fra<br />

popoli e determinano un annichilimento,<br />

un indebolimento del tessuto sociale,<br />

della comunità e del senso etico comune<br />

e condiviso.<br />

Scrittori, poeti, artisti, filosofi hanno<br />

tentato di esprimere e di dare ognuno,<br />

un significato particolare a ciò che può<br />

rappresentare la libertà, tentando di definirla<br />

con una frase, con una riflessione<br />

o altro.<br />

Nel presente libro si cerca di dare delle<br />

definizioni o interpretazioni alla libertà,<br />

facendo riferimento, in particolare a vari<br />

periodi storici, come ad esempio<br />

quello della Polis di Atene, fino ad alcune<br />

forme di democrazia odierne. In<br />

particolare, vengono citati e descritti alcuni<br />

periodi storici della democrazia<br />

italiana, a partire dal dopoguerra fino<br />

ad oggi.<br />

(Dalla quarta di copertina)


IL CALITRANO N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011<br />

DIALETTO E CULTURA POPOLARE<br />

Marì si e cummar’ Marì no<br />

A seconda del tornaconto personale.<br />

Lu’ can’ adda sci alla madria<br />

Non riesce ad apprendere perché non ha esperienza.<br />

A pacc’ e p’cc’rill Dij r’aiuta<br />

Sia ai pazzi che ai bambini solo Dio può aiutarli.<br />

U’ cap’ tuost’ u ruma la cort’<br />

Chi è testardo lo doma la giustizia.<br />

Li zuopp’ p’ abballà e li cacagl’ p’ candà<br />

Gli zoppi bravi per ballare e i balbuzienti per cantare.<br />

Calitri 1965, la signora Nicolina Coppola nata<br />

a Calitri il 02.10.1930 in posa con i suoi figli<br />

per mandare la foto al marito Vito Zabatta<br />

nato il 24.01.1931 emigrato in Svizzera; da<br />

sinistra: Filomena Zabatta (20.10.1960) residente<br />

a Mariano C.se, Mario Zabatta<br />

(05.09.1962) residente a Lentate Sul Seveso,<br />

Pasquale Zabatta (21.09.1958) residente a<br />

Camnago, in braccio Concetta Zabatta<br />

(09.12.1964) residente a Calitri.<br />

PARTICOLARI MODI DI DIRE CALITRANI<br />

A cura di Giovanni Sicuranza<br />

20<br />

R’ pan’ r’ v’lanza n’ enghj panza<br />

<strong>Il</strong> pane comprato non sazia.<br />

Carta tenda fac’ chiang’ l’omm’n’<br />

Con ciò che hai scritto non puoi più tornare indietro.<br />

La megl’ parola eja quegghja ca n’ nz’ ric’<br />

Meglio non parlare proprio.<br />

Ndò quiss’ cummanna l’accurc’<br />

In casa di questa persona comanda la moglie.<br />

Attacca lu ciucc’ ndòv’ vol’ lu’ patron’<br />

Si fa come dice il capo.<br />

SU INTERNET L’ELENCO COMPLETO<br />

DEI LIBRI DELLA NOSTRA BIBLIOTECA<br />

razie all’attiva, generosa e disinte-<br />

Gressata collaborazione della Libreria<br />

ITACA, abbiamo pensato di fare<br />

cosa gradita mettendo sul sito de “<strong>Il</strong><br />

<strong>Calitrano</strong>” oltre all’elenco completo<br />

di tutti i numeri del giornale pubblicati<br />

in questi 31 anni, anche il catalogo<br />

dei volumi della nostra biblioteca –<br />

che verrà aggiornato periodicamente –<br />

per far conoscere meglio il patrimonio<br />

culturale a disposizione di tutti e informare,<br />

coloro che ancora non lo sapessero,<br />

che accettiamo, di buon<br />

grado,ogni tipo di libro.<br />

Confessiamo anche la nostra profonda<br />

e sentita delusione perché a nessuno è<br />

ancora venuto in mente di offrire un<br />

abbonamento a qualche rivista di studio<br />

o di informazione da mettere a disposizione<br />

dell’intera Comunità, presso<br />

il nostro Centro.<br />

Informiamo inoltre che – a suo tempo<br />

– è stata costituita una “Associazione”<br />

per il Centro Studi Calitrani<br />

come soggetto giuridico e che perciò<br />

il Centro è in grado di accettare qualsiasi<br />

tipo di “donazione” oppure offerta<br />

a sostegno delle sue attività, finalizzate<br />

ad una eventuale, auspicata<br />

assunzione di personale, cioè creare<br />

qualche posto di lavoro, e a realizzare<br />

una serie di iniziative culturali su vari<br />

argomenti, capaci di formare una <strong>nuova</strong><br />

generazione di giovani capaci di<br />

cercare con competenza e rigore morale<br />

soluzioni di sviluppo sostenibile.<br />

L’amore per la nostra terra non può<br />

che essere responsabile, e deve attuarsi<br />

nella stagione che oggi stiamo vivendo<br />

e, al tempo stesso, non può che<br />

aprirsi al futuro; convinti come siamo<br />

che la ricchezza più grande di una<br />

città è la sua gente.<br />

Ma per fare questo, è evidente che non<br />

bastano soltanto l’entusiasmo e la<br />

buona volontà che abbiamo sempre<br />

dimostrato in questi ultimi 30 anni di<br />

attività !….


N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011 IL CALITRANO<br />

DA CALITRI<br />

S O L I D A R I E T À C O L G I O R N A L E<br />

Euro 5: Avella Giovanni, Di Milia Gaetano, Bozza Canio e Maffucci Maria, Ag.<br />

Automobilistica Bozza Vincenzo.<br />

Euro 8: Tornillo Giovanna.<br />

Euro 10 Cestone Giuseppina, Briuolo Rocco, Di Cairano Gaetano, Piazza<br />

Carmen,Cerreta Vincenzo Zarrilli, Maffucci Gaetano e Di Cairano Lucia, Fatone<br />

Concetta, Del Cogliano Luciano, Di Cecca Maria Concetta Teresa, Zabatta<br />

Lucia, Nicolais Lucia, Leone Giuseppe, Caputo Vittorio, Margotta Luigi,<br />

Cestone Maria Vincenza, Minichino Gianna e Rauso Gianni, Calabrese Maria<br />

Lucia, Tancredi Giuseppe, Galgano Antonietta e Panza Rocco, Zarrilli Giuseppe,<br />

Della Valva Vito, Cialeo Carmina Maria, Di Milia Michele, De Nicola Lucia<br />

ved.Cianci, Russo Giovanni, De Luca Maria, Di Milia Raffaele, Maffucci<br />

Vincenza Rosaria, Maffucci Giovanni, Maffucci Vincenzo, Zarrilli Salvatore,<br />

Zarrilli Antonio, Teteo, Gervasi Lucia Caruso, Zarrilli Vincenzo Toglia, Zabatta<br />

Vito, Cubelli Giovanni, Margotta Angela, Armiento Rocco, Vallario Canio, Lucrezia<br />

Angelomaria, Zabatta Domenico, Toglia Massimo, Di Maio Giuseppina,<br />

Zabatta Rosina ved. Zabatta, Galgano Corradi Francesca, Polestra Vincenzo,<br />

Cerreta Antonia, Margotta Concetta in Quaranta.<br />

Euro 12: Cianci M.Teresa e Galgano Giuseppe.<br />

Euro 15: Maffucci Vincenzo, Stanco Giuseppe Nicola, Avella Antonio, Armiento<br />

Elisabetta e Zarrilli Vincenzo, Nivone Giuseppe, Fastiggi Antonio, Nigro<br />

Maria, Merola Giuseppina, Di Gugliemo Michele e Vallario Angela, Scoca Vincenzo,<br />

Iannece Aldo, Lucadamo Vincenzo, Cestone Canio, Fasulo Sergio, Scarlatella<br />

Domenico,Sperduto Angelomaria, Melaccio Rosa, Di Maio Vito Nicola,<br />

Cestone Luigina,Guglielmo Filomena.<br />

Euro 20: Luongo Donata ved. Di Luzio, Metallo Michelina, Codella Canio,<br />

Zarrilli Michelina e Vittorio,Fastiggi Rosa,Cerreta Michele, Gallucci Annibale,<br />

Cianci Mariantonia, Grasso Antonio,Galgano Benedetta e Vito, Caputo Giuseppe,<br />

Panniello Giovanni, Di Cecca Pompeo, Caputo Vitantonio, Fatone Canio,Di<br />

Napoli Vincenzo,Buglione Lucia, Zampaglione Donato, Paolantonio Paolo,<br />

Rubinetti Lucia, Metallo Colomba, Lucrezia Vincenzina, Di Cosmo Michele,<br />

Zabatta Berardino, Armiento Maria Giuseppa, Di Salvo Michele, Di Milia Antonio,<br />

Germano Michele, Di Cecca Giovanni, Gautieri Vincenzo, Caputo Vitantonio,<br />

Bovio Cosimo, Russo Tonio e de Nicola Antonella, Zarrilli Giuseppe,<br />

Nicolais Raffaele, Russo Maria, Cubelli Donato, Di Cecca Romeo, Contino Vito<br />

Antonio, Germano Giuseppe, Capossela Mario, Rabasca Michele, Lampariello<br />

Canio, Codella Vito, Maffucci Pietro,Arci Michele, Nicolais Cristina Acocella,<br />

Gallucci Vincenza, Paolantonio Vito, Di Muro Leonardo, Zarrilli Canio e<br />

Zoia, Cerreta Francesco via San Canio 17, Galgano Francesco via Ferrovia 3,<br />

Di Napoli Canio,Maffucci Lorenzo, Fastiggi Giuseppe,Cialeo Francesco, Lampariello<br />

Serafina, Bavosa Antonio,Salvante Michele, Rauso Fabrizio, Maffucci Angelo,<br />

Cianci Leonardo,Gautieri Donato, Contino Pietro ed Anna, Altieri Antonio,<br />

Nigro Giuseppe, Lettieri Enzo, Salvante Roberto, Cestone Pasquale, Ramundo<br />

Michelina, Di Maio Canio e Savanella A. Maria,<br />

Euro 25: Nesta Vincenzo, Polestra Giovanni, Zabatta Franca, Gautieri Vincenzo<br />

via A. Del Re 34, Di Napoli Canio idraulico.<br />

Euro 30: Di Napoli Clorinda, Maffucci Franco e Margotta Concetta,Di Milia<br />

Vito e Angela, Polestra Fortunato, Immerso Maria,Di Milia Vincenzo, Di Milia<br />

Pasquale, Metallo Michele, Maffucci Raffaele, Del Re Michele, Zarrilli Michele.<br />

Euro 50: Comitato nati 1970, Abate Vincenza, Cerreta Vito, Armiento Vincenzo,<br />

Lucev Donato, Miele Giovanni.<br />

Euro 70: Gruppo nati ’86, Armiento Giuseppe.<br />

Euro 100: Ricciardi Francesca “Grazzina” e Zarrilli Donatino.<br />

DA VARIE LOCALITÀ ITALIANE<br />

Euro 10: Di Carlo Francesca (Cesano Maderno),Di Milia Michele (Castelfranco<br />

Veneto), Bove Lina (Salerno), Maffucci Vincenzo (Acilia), Metallo Maria<br />

Antonietta (Roma),Cestone Franchino Sarto(Villa Gioconda- Rocca San Felice),<br />

Di Muro Rodolfo e Irina (Arenzano), Lucadamo Pietro (Novedrate), Gautieri<br />

Giuseppe (Bologna), Tancredi Canio (Modena), Guglielmo Mario (Andretta),<br />

De Luca Donato (Rapone), Di Milia Angela (Castel S. Pietro Terme), Cantarella<br />

Francesco (Botticino Sera), Di Napoli Berardino (Mariano C.se), Galgano<br />

Canio Vincenzo (Cantù), Canio Di Cecca (Poggibonsi), Vallario Francesco<br />

(Poggibonsi), Zarrilli Luigi (Poggibonsi), Iannella Rosaria (S. Maria La Carità),<br />

Balleri Paola (Livorno), Bavosa Rosa (Poggibonsi),Cerreta Giuseppe (Poggibonsi),<br />

Armiento Michelangelo (Torino), Briuolo Luigi (Alessandria), Scoca<br />

Mauro (Arese), Nicolais Antonio (Lari).<br />

21<br />

Euro 12: Pastore Alessandrello Lucia (Comiso).<br />

Euro 15: Di Carlo Lucia (Santomenna), Russo Donato (Torino), Russo Lucia<br />

(Grugliasco), Di Vito Maddalena (Mariano C.se), Gallucci Donato (Ancona),<br />

Scoca Vito (Mariano C.se), Di Cosmo Michele (Poggibonsi), Galicchio Mario<br />

(Milano), Cerreta Marianna (Campio Bisenzio), Margotta e Cianci (Roma),Capossela<br />

Giovanni (Napoli), Di Cosmo Michele (Poggibonsi).<br />

Euro 20: Maffucci Anna (Poggio a Caiano), Galgano Anna (Milano), Fastiggi Michele<br />

(Salerno), Maffucci Edoardo (Torino), Cicoira Luigi (Padova), Di Cairano<br />

Nicola (Novate M.se),Codella Michele (Tirano),Maffucci Giuseppe (Portici), Di<br />

Napoli Vincenzo (Palazzuolo M.se), Lotito Vincenzo e Nesta Rosetta Maria<br />

(Foggia), Sacchitiello Giuseppina (Nonantola), Rainone Vito (Lentate S.S.),<br />

Cianci Michele (Brescia), Metallo Mauro (Brescia), Caracciolo Agostino (Napoli),<br />

Lucrezia Raffaele (Bollate), Di Muro Franca Maria (Castelfranco Emilia),<br />

Abate Pasquale (Avellino), Gautieri Gerardina (Roma), Bozza Mario (Genova),<br />

Fastiggi Maria (Cologno M.se), De Nicola Antonio (Grugliasco), Caruso Michele<br />

(Lomazzo), Panella Mario (Nova M.se), Di Milia Rocco (Avellino), Acocella<br />

Franco (Roma), Fierravanti Nicola (Lavena Ponte Tresa), Cestone Antonio<br />

(Pavia), Pasqualicchio Giuseppe (San Donà Di Piave), Antonio (Napoli), Gallucci<br />

Maria (Portici), Ricigliano Peppino (Giussano), Cestone Pasquale (Busto Arsizio),<br />

Gautieri Pasquale (Bollate), Bozza Gaetano (Novedrate), Galgano Anna<br />

(Milano), Cappello Raffaele (Santopadre),Cantarella Maria (Genova/Pontex),<br />

Fatone Giuseppe (Roma), Zarrilli Maria (Moncalieri), Cerreta Canio (Rimini),<br />

Cicoira & Ferrero (Roma), Lucrezia Raffaele (Cesano Maderno),Pecora Angelo<br />

e Lucia Nappo (Capriglia Irpina), Di Maio Franca Maria (Milano), Di Napoli<br />

Teresa ved. Di Maio (Nerviano).<br />

Euro 25: Di Cairano Teresa (Torino), Metallo Vincenzo (Roma), Acocella Vito<br />

(Salerno), Acocella Marialfonsa (Salerno), Floridia Marco (Solaro), Miele Pietro<br />

Angelo (Bollate), Rabasca Angelomaria (Cervinara), Cestone Canio (Brescia),<br />

Cestone Antonio (Brescia), Fastiggi-Zarrilli Giuseppe (Bollate), Zarrilli Ivan<br />

(Limbiate), Santoro Vincenzo (Mariano C.se), Milano Franco (Gallarate), Mastrodomenico<br />

Caterina (Napoli), Basile Antonietta (Sarzana), Giuliano Canio<br />

(Genova Pra),Leone Erberto (Briosco),Aristico Antonio (Siena).<br />

Euro 30: Metallo Cesare (San Giorgio a Cremano), Gautieri Enzo (Bollate),<br />

Di Milia Michele (Gallarate), Nicolais Angelina in Ricciardi (Napoli), Armiento<br />

Angelo (Siena), Galgano Maria Francesca (Bergamo), Puccio Frucci Maria<br />

(Ostia Lido), Armiento Michelangelo (Roma), Del Franco Francesca (Roma), Di<br />

Milia Iolanda (Pontedera).<br />

Euro 40: Ferrero Remo (Torino), Ferrero Luigina (Roma), Stanco Salvatore<br />

(Salerno).<br />

Euro 50: Maffucci Donato (Mariano C.se), Acocella Vincenzo (Bologna), Nicolais<br />

Luigi (Como), Gizzi Nicola (Cambiano), Di Maio Michele Arcangelo<br />

(Napoli), Del Re Michele (Napoli), Di Napoli Pasquale (Milano), Frucci Angelo<br />

(Roma), Marra Raffaele (Caserta),Germano Pasquale (Monza Brianza), Norelli<br />

Franco (Roma), De Rosa Michelangelo (Leumann Collegno), Messina Giuseppe<br />

(Roma).<br />

Euro 55: Zarrilli Michele e Vincenza (Poggibonsi).<br />

Euro 100: Cicoira Antonio (Roma), Pastore Raffaele (Pomezia).<br />

DALL’ESTERO<br />

BELGIO: euro 20, Vallario Lucia, Scoca Vittorio, Rubino Vincenzo; euro 10<br />

Rubino Donato.<br />

FRANCIA: euro 40 Del Priore Vittorio.<br />

GERMANIA: euro 40 Koschmieder Klaus e Giuseppina,Galgano Michele,<br />

Dettori Giovanni, Rosania Vincenzo; euro 15 Galgano Marcella Julia; euro 10<br />

Di Napoli Pasquale, Di Napoli Angelo, Strollo Giuseppe, Briuolo Antonio.<br />

SVIZZERA: euro 70 Di Milia Maria Francesca, euro 20 Vallario Michele.<br />

SVEZIA: euro 25 Armiento Michelangelo.<br />

CANADA: euro 40 Lampariello Del Cogliano Giuseppe, euro 30 Caruso<br />

Nicola.<br />

U.S.A.: euro 100 Tartaglia Giovanni, $50Metallo Vincenzo, euro 15 Gallucci<br />

Joseph, Di Maio Michele.<br />

ARGENTINA: euro 30 Bozza Michele.<br />

VENEZUELA: euro 50: Cicoira Vincenzo.<br />

BRASILE: Euro 25 Famiglia Aristico.<br />

CHIEDIAMO SCUSA E COMPRENSIONE PER QUALSIASI<br />

INVOLONTARIA OMISSIONE.


IL CALITRANO N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011<br />

MOVIMENTO DEMOGRAFICO<br />

Rubrica a cura di Anna Rosania<br />

I dati, relativi al periodo dal 27 giugno al 26 ottobre 2011<br />

sono stati rilevati presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Calitri.<br />

NATI<br />

D’Amelio Jennifer di Vincenzo e Ferragina Giuseppina 26.05.2011<br />

De Simone Giovanni di Francesco e Maffucci Rosanna 26.05.2011<br />

Acocella Giulia di Nicola e Cimmino Marianna 28.06.2011<br />

Cucciniello Mariangela di Noris Antonio e Marzullo Rosalba 29.06.2011<br />

Veneziano Rocco di Antonio e Di Cecca Antonia 05.07.2011<br />

Tornillo Nicolò di Giuseppe e Bilotta Annamaria 06.07.2011<br />

Scoca Christian di Josè e Noto Paola 09.07.2011<br />

Shindo Etnoi di Petraq e Mele Rebeka 22.07.2011<br />

Iannece Gabriel di Mario e Zarrilli Cinzia Mariluna 11.08.2011<br />

Acocella Marco di Attilio e Di Cecca Emanuela 21.09.2011<br />

Rainone Adriano di Giuseppe e Tornillo Lucia 26.09.2011<br />

MATRIMONI<br />

Bennici Marco e Girardi Maria (sposati a Loppiano - Firenze) 28.05.2011<br />

Cassese Luciano e Chianese Maria Rosaria 29.06.2011<br />

Ruggiero Francesco e De Vita Francesca 07.07.2011<br />

Di Maio Michele e Toglia Chiara 16.07.2011<br />

Di Mattia Giuseppe e Fatone Francesca 23.07.2011<br />

Contillo Mario e Galgano Anna 24.07.2011<br />

Di Napoli Canio e Croci Simona 24.07.2011<br />

Nicolais Vincenzo e Zarrilli Angela 03.08.2011<br />

De Nicola Vito e Zarrilli Katia 04.08.2011<br />

D’Onza Giuseppe e Di Salvo Lucia 08.08.2011<br />

Cappiello Giuseppe Michele e Paolercio Marisa 10.08.2011<br />

Zarrilli Antonio e Sarti Viviana 13.08.2011<br />

Rinaldi Graziano Mario e Nigro Claudia 13.08.2011<br />

Cubelli Alfonso e Maffucci Flavia 20.08.2011<br />

Braccia Daniele e Di Milia Anna 27.08.2011<br />

Zabatta Giuseppe e Di Cosmo Rosa 27.08.2011<br />

Abubakari Isaac e Vigorito Elena 03.09.2011<br />

Frasca Donato e Laiso Ersilia 05.09.2011<br />

Cialeo Francesco e Di Cecca Rosanna 10.09.2011<br />

Mastrullo Gerardo e Rabasca Irene 10.09.2011<br />

Malanga Vito Antonio e Turi Gerardina 24.09.2011<br />

Celano Gianluca e Pinto Giacinta Linda 01.10.2011<br />

Maffucci Grazia 30.06.1918 - † 02.06.2011<br />

Cestone Vincenzo 28.06.1923 - † 02.07.2011<br />

Di Cairano Carolina 03.03.1921 - † 08.07.2011<br />

Silvestri Bice 08.04.1927 - † 13.07.2011<br />

Galgano Mariangela 01.03.1915 - † 13.07.2011<br />

Camposano Michele 09.12.1933 - † 13.07.2011<br />

Cicoira Giuseppe 18.09.1919 - † 16.07.2011<br />

Cialeo Vincenza 09.02.1930 - † 17.07.2011<br />

Di Milia Vitalina 31.07.1961 - † 18.07.2011<br />

Delli Liuni Giulio 12.04.1926 - † 18.07.2011<br />

Zarrilli Lucia 02.01.1920 - † 18.07.2011<br />

Di Muro Marianna 07.01.1927 - † 19.07.2011<br />

Rauseo Angela 19.03.1925 - † 19.07.2011<br />

Di Maio Maria 26.11.1926 - † 22.07.2011<br />

Cestone Maria Rosa 16.04.1922 - † 23.07.2011<br />

Vanacore Umberto 04.05.1929 - † 23.07.2011<br />

Scoca Leonilda 14.07.1925 - † 25.07.2011<br />

Cirminiello Francesco 06.04.1936 - † 25.07.2011<br />

Cicoira Vito Gaetano 20.06.1916 - † 25.07.2011<br />

MORTI<br />

Ci scusiamo per qualsiasi eventuale errore.<br />

Nivone Michele 08.05.1930 - † 04.08.2011<br />

Cesta Vincenzo 21.11.1955 - † 05.08.2011<br />

Nicolais Maria Gaetana 06.11.1922 - † 05.08.2011<br />

Zarrilli Rosa 04.10.1922 - † 06.08.2011<br />

Di Milia Alessandro 10.06.1921 - † 10.08.2011<br />

Del Buono Vittorio 24.12.1932 - † 03.09.2011<br />

Vodola Giuseppe Raffaello 04.05.1930 - † 03.09.2011<br />

Iannece Maria Michela 08.12.1925 - † 04.09.2011<br />

Maffucci Angela 31.07.1925 - † 21.09.2011<br />

Della Badia Pietro 11.05.1927 - † 25.09.2011<br />

Zarrilli Raffaele 25.01.1929 - † 02.10.2011<br />

Russo Gaetana 04.01.1926 - † 03.10.2011<br />

Margotta Gerardo 04.09.1930 - † 05.10.2011<br />

Scarano Maria Ripalda 22.04.1933 - † 06.10.2011<br />

Ricciardi Francesca 28.10.1919 - † 11.10.2011<br />

Covino Teresa 04.11.1916 - † 16.10.2011<br />

Lacava Luigi 12.11.1926 - † 20.10.2011<br />

Rondinini Maurizio 07.07.1936 - † 24.10.2011<br />

22<br />

Francesca Ricciardi (Grazzina)<br />

Bisaccia 28.10.1919 - † 11.10.2011<br />

Donna operosa,<br />

fin dalla giovinezza ha dedicato la sua vita<br />

all’assistenza di persone anziane<br />

con delicata e sempre squisita disponibilità.<br />

Ha cresciuto una famiglia,<br />

ha svolto un’attività commerciale;<br />

ha speso bene gli anni<br />

che il Signore le ha concesso<br />

ed è tornata al Padre<br />

con la fiducia del premio eterno.<br />

Bice Silvestri<br />

(08.04.1927 - †13.07.2011)<br />

Canio Di Carlo<br />

(cap’ianch’/03.11.1923 - †16.03.2003)<br />

Caro zio Canio la tua Bice<br />

ti ha appena raggiunto,<br />

abbiamo immaginato il vostro incontro<br />

come in questa foto,<br />

con la stessa allegria e spensieratezza<br />

per l’eternità.<br />

Con affetto i vostri nipoti Di Carlo.


N. <strong>48</strong> n.s. – Settembre-Dicembre 2011 IL CALITRANO<br />

REQUIESCANT IN PACE<br />

Vittorio Simone<br />

24.12.1978 - † 05.05.2011<br />

Laureato in Scienze<br />

Biologiche all’Università<br />

di Perugia il 24.05.2007.<br />

Un ricordo per coloro<br />

che lo conobbero<br />

e lo amarono.<br />

Vincenzo Cerreta<br />

(13.01.1926 - † 18.09.2011)<br />

<strong>Il</strong> tuo ricordo resta sempre<br />

vivo in noi.<br />

I parenti tutti.<br />

Ferdinando Marra<br />

23.10.1930 - † 30.09.2001<br />

“Nessuno muore sulla terra<br />

finchè vive nel cuore di chi<br />

resta”.A dieci anni dalla tua<br />

scomparsa ti ricordiamo<br />

sempre con immenso affetto .<br />

I tuoi cari.<br />

Benedetto Di Milia<br />

Calitri 26.08.19<strong>48</strong><br />

† Arese 08.02.2011<br />

Lo ricordano con tanto affetto<br />

la moglie Raffaella, i figli<br />

Maria, Pina, Fabrizio, Marco<br />

e Dino; il fratello Vincenzo,<br />

i familiari tutti e le cugine<br />

Michelina e Teresa.<br />

Vivere nel cuore di chi resta<br />

vuol dire non morire mai.<br />

Vittorio Del Priore Lucia Del Priore<br />

Calitri 28.09.1923 Metz - Francia 15.03.1956<br />

† Metz -Francia 17.01.2011 † 20.08.1968<br />

Vivrete in eterno nella misericordia di Dio.<br />

Salvatore Galgano Antonia Cianciulli<br />

02.01.1919 - † 18.03.2007 29.01.1922 - † 17.02.2007<br />

I parenti tutti con l’amore di sempre.<br />

23<br />

Giuseppina Di Milia<br />

10.10.1921 - † 06.08.2011<br />

I figli Giovanna, Canio,<br />

Michele, Umberto e Lucia<br />

in ricordo del tuo<br />

grande amore<br />

per la famiglia.<br />

Michele Cerreta<br />

17.02.1925 - † 25.11.2001<br />

A 10 anni dalla scomparsa,<br />

il figlio Vito e la moglie lo<br />

ricordano sempre con tanto<br />

amore.<br />

Maria Antonia Zarrilli<br />

Calitri 21.10.1941<br />

† Bollate 11.11.2006<br />

La ricordano i figli Canio e<br />

Franco, le sorelle Sisina,<br />

Vincenza e Maria, i nipoti e la<br />

cugina Michelina.<br />

Non piangete, io continuerò<br />

ad amarvi al di là della vita.<br />

L’amore è l’anima<br />

e l’anima non muore.<br />

Angelo De Nicola<br />

(cordalenda)<br />

05.02.1916 - † 23.06.1975<br />

I figli e i nipoti lo<br />

ricordano,con amore,<br />

a quanti lo conobbero<br />

e lo amarono.<br />

Vito Gaetano Cicoira<br />

20.06.1916 - † 25.07.2011<br />

La figlia Gina e il genero<br />

Remo lo ricordano a quanti<br />

lo hanno amato e stimato.<br />

Rosa Maria Aulisi<br />

06.11.1898 - † 09.09.1993<br />

I figli con tanto affetto la<br />

ricordano.<br />

I necrologi di norma vengono<br />

pubblicati nel mese in cui ricorre<br />

il decesso, ad esclusione di quelli<br />

avvenuti nell’anno in corso,<br />

e in quello precedente<br />

È un servizio “Gratis”.


In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Firenze CMP<br />

per la restituzione al mittente previo pagamento resi<br />

Calitri, 18.08.2011 Festa dei Settantenni. Prima fila da sinistra: Pasquale Polestra (sammuel’), Vittorio Nivone (paparegghija), Giuseppe Forgione (fr’ggion’), Luigi Rubino (u’ cors’), con occhiali da sole<br />

Michele Antonio Rabasca (zucquaron’), Aniello Basile (claps’), Michele Codella (sckambè), con occhiali da sole Michelangelo Armiento (caramzzett’), Canio Di Cosmo (pagghion’), Antonio Galgano (ghianna),<br />

Vito Martiniello (papp’lon’), Giuseppe Germano (sckattus’), Maria Teresa Margotta (f’lec’), Alfonso Esito da Napoli, Elio Pastore (pastor’), Benedetta Cestone (pagghion’), Antonio Zabatta (m’l’nar’),<br />

Luigi Codella (curella). Davanti: Antonio Briuolo (m’lania), Franco Caruso (tecula) con la fisarmonica, Vitale Di Cairano (pind’), Angelomaria Inverso (contra loia), Raffaele Maffucci (p’ndligghij’), Nicola<br />

Di Cairano (quequa), Maria Michela Zabatta (c’cchett’), Lucia Di Cairano (quequa), Rosa Pastore (Rosa fina), Teresa Muccoli (moglie di Catald’), Gaetana Fastiggi (sticchij’), Franca Rinaldi (cummess’), Maria<br />

Galgano (Maria saluta), Mariantonia Di Cairano (pind’), Francesca Rabasca (chjvar’), Francesca Di Milia (br’ccon’).

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!