31.05.2013 Views

Maggio - Giugno - Comune di SAN MICHELE SALENTINO

Maggio - Giugno - Comune di SAN MICHELE SALENTINO

Maggio - Giugno - Comune di SAN MICHELE SALENTINO

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

16 <strong>Maggio</strong> - <strong>Giugno</strong> 2009<br />

COSÌ, UNA VOLTA, I GENITORI DI <strong>SAN</strong> <strong>MICHELE</strong><br />

EDUCAVANO I PROPRI FIGLI 3 A PARTE<br />

Una volta mio nonno <strong>di</strong>sse<br />

al figlio Angelo <strong>di</strong> andare a<br />

comprare il ghiaccio, perché prima<br />

nessuno aveva il frigorifero,<br />

e il figlio gli rispose con un bel<br />

“no”.<br />

Mio nonno allora lo accompagnò<br />

a suon <strong>di</strong> schiaffoni nel<br />

sedere.<br />

Arrivati a metà strada, il figlio<br />

<strong>di</strong>sse <strong>di</strong> fermarsi. Mio nonno<br />

pensò che era riuscito a fargli<br />

cambiare idea, ma si sentì <strong>di</strong>re:<br />

“Papà, basta da questa parte,<br />

dammele dall’altra parte perché<br />

qua mi sta facendo male”. Fu<br />

tanta la rabbia <strong>di</strong> mio nonno, che<br />

per poco non si mangiò mezzo<br />

orecchio del figlio.<br />

<br />

Nei tempi passati lavoravano<br />

sodo sia gli uomini che le<br />

donne.<br />

Mia zia, alla quale non piaceva<br />

tanto lavorare, all’ora del<br />

pranzo era sempre la prima a<br />

sedersi a tavola. I giorni in cui<br />

mangiavano le fave, una pietanza<br />

che non le piaceva, lei<br />

chiamava un gatto e da sotto la<br />

tavola, senza farsene accorgere,<br />

ne dava più della metà e la rimanenza<br />

la mangiava lei. In questo<br />

modo ingannava sia suo padre<br />

sia tutti gli altri. Un giorno, non<br />

potendone più, all’ora del pran-<br />

a cura del Prof. Vincenzo Palmisano<br />

zo si rifiutò <strong>di</strong> mangiare le fave,<br />

e suo padre prima la rimproverò<br />

<strong>di</strong>cendole che era fortunata <strong>di</strong><br />

avere sempre qualcosa da mettere<br />

sotto i denti, mentre molte<br />

persone non avevano nemmeno<br />

le fave, e poi la punì lasciandola<br />

<strong>di</strong>giuna per due giorni.<br />

Il giorno seguente, per la<br />

fame, mia zia si mangiò tutto<br />

senza protestare.<br />

<br />

Arrivò il momento che mio<br />

padre doveva andare a<br />

scuola.<br />

Dopo alcune settimane <strong>di</strong><br />

frequenza, il maestro mandò a<br />

C I<br />

S<br />

C<br />

R I<br />

V<br />

O N<br />

O<br />

D A<br />

T<br />

O RIN<br />

O<br />

chiamare suo padre, e mio nonno<br />

andò. Il maestro raccontò a<br />

mio nonno che il figlio veniva a<br />

scuola senza aver fatto i compiti<br />

e che in classe stava poco attento.<br />

Il nonno con un’occhiata fece<br />

capire al figlio, cioè a mio padre,<br />

che al rientro a casa avrebbe fatto<br />

i conti.<br />

Finita la lezione, mio padre<br />

si fece coraggio e si avviò verso<br />

casa. Mentre stava per arrivare a<br />

casa suo padre, che si era nascosto,<br />

sbucò da <strong>di</strong>etro un cespuglio<br />

con un bastone in mano e la cinta<br />

dei suoi pantaloni nell’altra, e<br />

giù bastonate e cinghiate. Mentre<br />

picchiava, siccome la cintura<br />

ce l’aveva in mano, i pantaloni<br />

caddero giù; lui inciampò e mio<br />

padre ne approfittò per scappare<br />

via. Però suo padre non si arrese<br />

e lo punì non facendolo più andare<br />

a scuola.<br />

<br />

Quando mia madre era ragazza,<br />

le donne dovevano<br />

andare ogni giorno a lavorare e<br />

una volta tornate a casa dovevano<br />

fare anche le faccende domestiche.<br />

Ogni giorno lavoravano sotto<br />

il sole e la pioggia e con il freddo.<br />

La sera, finito <strong>di</strong> lavorare,<br />

mangiavano un po’ <strong>di</strong> pane, olive,<br />

fichi.<br />

Solo la domenica c’era un<br />

po’ <strong>di</strong> riposo. Quando la mamma<br />

stava ammalata, un uovo fresco<br />

e basta. La domenica andavano<br />

a messa e se qualche ragazza<br />

parlava con un giovanotto veniva<br />

giu<strong>di</strong>cata male. I nonni non<br />

volevano che le figlie rispondessero<br />

male, se lo facevano erano<br />

botte.<br />

Un giorno passò su San Michele<br />

un aereo a bassissima<br />

quota e mia madre per la paura,<br />

esclamò: “Porca puttana!”. Il<br />

padre <strong>di</strong>sse: “Chi te le ha insegnate<br />

queste parole?” e subito<br />

cominciò a picchiarla in maniera<br />

pesante.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!