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Albero Verde n. 1.12 - Ciai

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Costa d’Avorio<br />

Il ritorno a scuola<br />

Poste Italiane SPA - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/04 n. 46) Art. 1 comma 2, DLB Milano Anno XVIII - N° 1 - Trimestrale del CIAI - Gennaio 2012<br />

Vietnam<br />

Contro la<br />

malnutrizione<br />

Italia<br />

Disegna un orizzonte<br />

Centro Italiano Aiuti all’Infanzia


PRIMADITUTTO<br />

Un numero, una firma<br />

Il 5 x 1000 rappresenta per il CIAI,<br />

come per tante realtà no profit italiane,<br />

una straordinaria occasione di raccolta<br />

fondi.<br />

Per questo motivo, ci permettiamo di<br />

insistere affinché non ve ne dimentichiate<br />

in occasione della prossima dichiarazione<br />

dei redditi e ci aiutiate a<br />

far conoscere questa possibilità -a<br />

“costo zero” per chi la sottoscriveanche<br />

ad amici, parenti, colleghi e conoscenti.<br />

Voi, che ci conoscete e sostenete già,<br />

potete garantire sulla serietà e l'affidabilità<br />

della nostra associazione. Voi potete,<br />

insieme a noi, “dare i numeri”.<br />

Intanto vi raccontiamo come è andata<br />

negli anni passati.<br />

Nel 2006, primo anno di entrata in vigore<br />

di questa legge, CIAI ha avuto<br />

4.154 preferenze per un totale di<br />

173.789,80 Euro erogati (divenuti<br />

182.556,99 Euro in quanto vi è un ulteriore<br />

suddivisione, che viene direttamente<br />

dallo Stato, dei fondi per i quali<br />

il dichiarante non ha espresso alcuna<br />

Sì, viaggiare<br />

Che siate sostenitori di un progetto,<br />

abbiate aderito ad un sostegno a distanza<br />

o siate genitori adottivi, il<br />

CIAI ha in serbo nel 2012 un viaggio<br />

per voi. Ecco dove, quando e per chi.<br />

Ritorno alle origini<br />

I cosiddetti “viaggi di ritorno alle<br />

origini” sono pensati e progettati per<br />

i ragazzi adottivi e le loro famiglie. Il<br />

viaggio di ritorno alle origini risponde<br />

alla necessità di accompagnare<br />

e sostenere famiglie e ragazzi<br />

nel delicato cammino a ritroso verso<br />

la ricostruzione, attraverso la visita<br />

dei luoghi di nascita, di un pezzo<br />

della propria storia personale. Vista<br />

la delicatezza dell’iniziativa, il CIAI<br />

prevede una fase preparatoria e l’affiancamento<br />

di professionisti esperti<br />

in grado di guidare il gruppo e supportarlo<br />

durante eventuali momenti<br />

di difficoltà. Quest’anno, avendo ricevuto<br />

alcune sollecitazioni, è stato<br />

deciso di provare ad organizzare un<br />

viaggio in Colombia nel periodo<br />

compreso tra metà luglio e metà<br />

agosto, per una durata di una quindicina<br />

di giorni. Costi, itinerario,<br />

destinazione precisa).<br />

Nel 2007 siamo passati a 5.445 preferenze<br />

per 236.695,88 Euro (effettivi<br />

254.536,63). L'ascesa è proseguita nel<br />

2008 con 7.292 preferenze pari a<br />

296.533 Euro (effettivi 316.953,39).<br />

Leggero calo nel 2009, con 6.668 preferenze<br />

per 277.714,38 Euro (effettivi<br />

297.365,56).<br />

Lele Di Blasio, direttore di CIAI, così<br />

commenta questi risultati: “La leggera<br />

flessione dell'ultimo anno è, a nostro avviso,<br />

causata dall’inizio della pesante<br />

crisi economica che ha portato al taglio<br />

dei servizi sociali pubblici orientando le<br />

preferenze di una parte dei contribuenti<br />

verso il sostentamento dei servizi locali,<br />

(asili, scuole ecc.)”.<br />

È confortante verificare che, analizzando<br />

i dati degli oltre 70 Enti Autorizzati<br />

per l’Adozione Internazionale,<br />

CIAI si posiziona al secondo posto per<br />

preferenze ed importi erogati.<br />

FIRMATE E FATE FIRMARE<br />

PER IL CIAI<br />

date precise, potranno essere messi a<br />

punto a partire dalle vostre eventuali<br />

adesioni di massima. L’adesione di<br />

massima non è vincolante, ma rappresenterà<br />

una base concreta circa il<br />

numero e le caratteristiche dei componenti,<br />

le località da visitare, i bisogni<br />

specifici.<br />

Se pensate di poter essere interessati,<br />

contattate al più presto Rosanna<br />

Tampoia (rosanna.tampoia@ciai.it).<br />

Sostegni a distanza<br />

Il viaggio organizzato per i sostenitori<br />

si svolgerà dal 25 agosto all’8 settembre<br />

e avrà come meta la<br />

Cambogia. Ricordiamo che, pur essendo<br />

il viaggio aperto anche ad altri<br />

sostenitori/amici del CIAI, avranno<br />

diritto di prelazione le persone che<br />

hanno un sostegno a distanza in<br />

Cambogia (che riceveranno comunicazione<br />

diretta con maggiori dettagli<br />

su itinerario e costi) e, fra<br />

queste, quelle che non hanno mai<br />

avuto occasione di visitare il Paese.<br />

Per maggiori informazioni:<br />

Donatella Ceralli, 02 84844429,<br />

donatella.ceralli@ciai.it<br />

CIAI - Centro Italiano Aiuti all’Infanzia<br />

SEDE LEGALE<br />

Via Bordighera, 6 - 20142 Milano Tel. 02 848441<br />

Fax 02 8467715 - info@ciai.it - www.ciai.it<br />

SEDI LOCALI<br />

LAZIO - Via Botero, 16/a - 00179 Roma<br />

Tel/Fax 06 7856225 - lazio@ciai.it<br />

PUGLIA - Via Lepanto, 48 - 70043 Monopoli (BA)<br />

Tel 080 743996 - Fax 080 742174 - puglia@ciai.it<br />

SARDEGNA - Via S. Lucifero, 41 - 09125 Cagliari<br />

Tel/Fax 070 7326933 - sardegna@ciai.it<br />

TOSCANA - Sede Cooperazione Toscana c/o CMSR<br />

Via della Madonna, 32 - 57123 Livorno<br />

Tel 058 6887350 - Fax 058 6882132<br />

toscanacooper@ciai.it<br />

VENETO - Via A. Grazioso, 5 - 35133 Padova<br />

Tel/Fax 049 8077210 - veneto@ciai.it<br />

GRUPPI TERRITORIALI<br />

CATANIA - ciainuccia@virgilio.it<br />

Referente: Nuccia Vannucci Auteri<br />

GENOVA - mgrana@tin.it Referente: Michela Grana<br />

MONOPOLI - rubyfanizzi@libero.it<br />

Referente: Maria Luisa Fanizzi<br />

NAPOLI - fam.derosa@tin.it<br />

Referente: Anna Falciatore<br />

PADOVA - volontaripadova@gmail.com<br />

Referenti: Nico e Paola D’Angelo<br />

PESCARA - patriziasci@tiscali.it<br />

Referente: Patrizia Sciarra<br />

PRATO - pierluigi.bertolini@ultra.it<br />

Referente: Pierluigi Bertolini<br />

ROMA - fabrizia.sepe@fastwebnet.it<br />

Referente: Fabrizia Sepe<br />

TORINO - maurizio.zoe@tiscali.it<br />

Referente: Maurizio Zoè<br />

TRIESTE - luciotrieste@alice.it<br />

Referente: Lucio Mircovich<br />

SEDI ESTERE<br />

CIAI BURKINA FASO - 01 bp 2789<br />

Ouagadougou - Burkina Faso<br />

CIAI CAMBOGIA - N. 2 St. 135 - P.O. Box 150<br />

Phnom Penh - Cambodia<br />

CIAI COSTA D’AVORIO - Abidjan Cocody Riviera<br />

Palmerais Rosier Programme 3, Résidence Hibiscus,<br />

Villa 77 - 17 BP 229 Abidjan 17 - Côte d’Ivoire<br />

CIAI CINA - Bldg. 7 Apt. 2201 - MOMA<br />

Residential Compound - no.1, Xiang He Yuan Street -<br />

Dongcheng District - Beijing<br />

CIAI ETIOPIA Yeka Kifle Ketema, Kebele 13/14, House<br />

No. 028, Addis Ababa - P.O. Box 2009 - Ethiopia<br />

CIAI VIETNAM - N.o 18, Lane 31/46,<br />

Xuan Dieu Street - Tay Ho District - Hanoi - Vietnam


L’<strong>Albero</strong> <strong>Verde</strong><br />

Anno XVIII - n. 1 - gennaio 2012<br />

In questo numero<br />

4<br />

6<br />

8<br />

10<br />

12<br />

16<br />

18<br />

20<br />

22<br />

24<br />

26<br />

Primo piano<br />

Ripensare l’adozione<br />

Italia<br />

I nuovi italiani<br />

Burkina Faso<br />

Una latrina per ogni famiglia<br />

Costa d’Avorio<br />

A scuola per tornare alla<br />

normalità<br />

Esperienze<br />

Etiopia: frammenti da un<br />

diario di viaggio<br />

Vietnam<br />

Lotta alla malnutrizione su<br />

tutti i fronti<br />

India<br />

Gravi danni alla Satya School<br />

Centro studi<br />

Lo spread e il tasso di<br />

benessere dei bambini<br />

Network<br />

Cioccolato e Maratona:<br />

iniziative passate e future<br />

Raccolta fondi<br />

Disegna un orizzonte<br />

News<br />

L’EDITORIALE<br />

Verso nuove avventure<br />

Anno nuovo, campagna<br />

nuova. Ecco il<br />

nostro maggiore impegno<br />

per questo<br />

primo trimestre del<br />

2012: reagire alla generale<br />

situazione di incertezza e timore<br />

lanciandoci, con entusiasmo e passione,<br />

in una nuova avventura.<br />

Accrescere la nostra visibilità, raggiungere<br />

un numero più elevato di persone per trovare<br />

nuovi sostenitori, utilizzare strumenti<br />

per noi inusuali per la raccolta fondi e la<br />

comunicazione. Con queste premesse e<br />

l’obiettivo di far comprendere quanto sia<br />

importante mandare a scuola i bambini<br />

nei paesi del sud del mondo e sostenere<br />

quindi dei progetti di scolarizzazione attraverso<br />

una raccolta fondi specifica, è<br />

nata la campagna “disegna un orizzonte”.<br />

La quarta di copertina di questo numero<br />

e un articolo alle pagine 24 e 25 vi spiegano<br />

tutto per filo e per segno, ma l’iniziativa<br />

è per noi talmente importante che<br />

ci premeva segnalarvela fin dall’inizio.<br />

Contiamo sulla vostra collaborazione per<br />

diffondere il numero 45597 e far arrivare<br />

tante, tante donazioni. La cifra per ogni<br />

messaggio o chiamata è talmente irrisoria<br />

(1,2 o 5 Euro) da poter essere presa in<br />

considerazione anche in “periodo di crisi”!<br />

Abbiamo chiuso l’anno passato con la nostra<br />

ormai tradizionale iniziativa di piazza<br />

“Il cioccolato che fa bene”. Ancora una<br />

volta i nostri volontari si sono messi in<br />

gioco sfidando le intemperie, la “concorrenza”<br />

e...la crisi. Per sapere come è andata,<br />

leggete l’articolo di pagina 22 ma<br />

permetteteci di ringraziare di cuore tutte<br />

le persone che sono state al nostro fianco<br />

anche questa volta. Abbiamo raccolto le<br />

vostre esperienze e i vostri consigli e li<br />

metteremo certamente a frutto nel disegnare<br />

il futuro dell’iniziativa.<br />

L’incertezza e il timore di cui parlavamo<br />

all’inizio si è ormai, a torto o a ragione,<br />

impossessato di qualunque aspetto dell’esistenza.<br />

E se per un momento provassimo<br />

a dimenticarcene, ecco l’ultima<br />

rilevazione di turno a riportarcelo alla memoria.<br />

Fra le flessioni che si sono verificate<br />

in questo periodo, non poteva<br />

mancare quella delle adozioni. Tanti giornalisti,<br />

della carta stampata o delle tv, ci<br />

hanno chiesto pareri e dichiarazioni in<br />

merito, sollecitandoci previsioni per il futuro.<br />

Di fonte ai numeri, crediamo si<br />

debba riflettere e analizzare. Leggete a pagina<br />

4 e 5 l’articolo di Graziella Teti e saprete<br />

cosa ne pensiamo.<br />

Vi lascio alla lettura degli articoli di questo<br />

numero con una frase di Khalil Gibran,<br />

il poeta libanese noto per l’opera Il<br />

Profeta:<br />

“Per arrivare all’alba non c’è altra via<br />

che la notte”<br />

Donatella Ceralli<br />

3


PRIMO PIANO<br />

Ripensare l’adozione<br />

di Graziella Teti*<br />

Come ben emerge dai dati recentemente<br />

diffusi dalla Commissione<br />

per le Adozioni<br />

Internazionali (vedi pagina a<br />

fianco) e a dispetto di quanto<br />

da più parti denunciato, non<br />

è ancora rilevabile un calo significativo del<br />

numero di adozioni realizzate; tale calo dovrebbe<br />

rendersi più evidente nei prossimi<br />

anni in quanto, secondo il parere degli addetti<br />

ai lavori e anche secondo alcuni dati<br />

resi noti dai Tribunali per i minorenni, nel<br />

2010/2011 si è avviato un trend negativo<br />

che riguarda il numero delle coppie che<br />

chiedono il rilascio del decreto di idoneità.<br />

Per quanto riguarda il CIAI, nel 2011 si è<br />

rilevata una diminuzione di circa il 20%<br />

dei contatti delle coppie per la primissima<br />

informazione e per le attività formative che<br />

preludono al conferimento del mandato.<br />

Visto che in particolare il momento informativo<br />

rappresenta "il primo passo concreto"<br />

di avvicinamento al progetto<br />

attraverso la verifica della sua fattibilità,<br />

questo semplice dato ci fa capire che oggi<br />

meno coppie si attivano per concretizzare<br />

l'idea, per passare cioè dal sogno/desiderio<br />

alla sua realizzazione.<br />

I motivi di questo andamento possono essere<br />

diversi e concomitanti.<br />

Ipotizziamo alcuni “deterrenti generici”.<br />

Crisi e precarietà<br />

Diventa persino superfluo sottolineare<br />

quanto una situazione di crisi economica e<br />

precarietà lavorativa possano incidere nel<br />

progetto famigliare di tante persone. Laddove<br />

non si fanno figli, tanto meno si progetta<br />

di adottarne, visto che l'adozione<br />

rappresenta un percorso impegnativo<br />

anche dal punto di vista economico.<br />

Discriminazione<br />

Con il fenomeno dell'immigrazione e le<br />

problematiche sociali ad esso connesse (insofferenza,<br />

difficoltà di convivenza, emar-<br />

4<br />

ginazione, etc) sembra preoccupare (oggi<br />

più di ieri) anche l’inserimento di un bambino<br />

adottivo che per caratteristiche somatiche,<br />

per età ed esperienze di vita possa<br />

essere facilmente assimilato ad un immigrato.<br />

Sfiducia nelle istituzioni<br />

Se è vero, come è vero, che l'esperienza<br />

adottiva è irta di difficoltà, chi ci supporterà?<br />

chi avremo a fianco? Che supporti potremo<br />

avere dalle istituzioni come scuola,<br />

sanità, servizi sociali?<br />

Fra i “deterrenti specifici” possiamo evidenziare:<br />

Tempi<br />

I tempi lunghi e la burocrazia preoccupano<br />

e scoraggiano; è molto difficile investire in<br />

un progetto a lunghissimo termine e mantenere<br />

viva la motivazione, quando non<br />

sappiamo se e quando potrà mai realizzarsi.<br />

Enti e paesi<br />

Difficoltà ad orientarsi all'interno di una<br />

rosa molto ampia di enti autorizzati e di<br />

paesi con normative e criteri molto diversi<br />

tra loro.<br />

Le segnalazioni<br />

Si prospettano ormai<br />

adozioni di bambini<br />

sempre più grandi,<br />

sempre più problematici.<br />

Lungi dall'essere<br />

un modo per<br />

avere semplicemente<br />

un figlio, o un modo<br />

per restituire ad un<br />

bambino la famiglia<br />

che non ha, l'adozione internazionale<br />

sta sempre più diventando nella<br />

percezione delle famiglie un'esperienza<br />

complessa che richiede disponibilità, risorse,<br />

capacità e che porta in se', nonostante<br />

i percorsi preparatori, insito anche<br />

un concreto rischio di fallimento.<br />

Cala il numero delle<br />

coppie disponibili ad<br />

adottare un bambino.<br />

Vediamo di quanto ma<br />

soprattutto perché.<br />

E come pensare al futuro<br />

La progressiva tendenza alla riduzione dei<br />

numeri da parte di alcuni paesi di provenienza<br />

dei bambini inducono le coppie a<br />

convincersi che vi siano ridotte possibilità<br />

di realizzare un progetto familiare “normale”<br />

(per capirci, con un bambino sufficientemente<br />

piccolo e sufficientemente<br />

sano).<br />

Cresce la distanza, quindi, tra il bambino<br />

ideale e il bambino reale.<br />

Quali prospettive?<br />

Difficile proiettarsi in una prospettiva futura,<br />

ma già il presente ci impone delle riflessioni.<br />

La riduzione del numero di coppie potrebbe<br />

non rappresentare di per sé un elemento<br />

solo negativo. Al contrario, i<br />

servizi e gli enti hanno<br />

oggi la possibilità di lavorare<br />

meglio, con meno<br />

coppie, più motivate e<br />

consapevoli.<br />

Pensiamo sia però necessaria<br />

la messa a punto di<br />

nuovi e più efficaci<br />

strumenti di<br />

valutazione e preparazione<br />

delle coppie.<br />

Le risorse genitoriali vanno individuate,<br />

approfondite, valorizzate<br />

alla luce delle crescenti difficoltà legate alle<br />

caratteristiche dei bambini segnalati.<br />

L’esperienza ci sta però insegnando come<br />

una seppur buona formazione non possa<br />

ritenersi di per sé sufficiente.


Come possiamo immaginarci che coppie<br />

ben “istruite” ma non abbastanza forti e capaci,<br />

possano riuscire in un’impresa tanto<br />

impegnativa?<br />

È necessario quindi lavorare sodo e diversamente;<br />

e ciò forse potrà essere fatto oggi<br />

più di ieri senza dover soffrire (così com'è<br />

stato per tanti anni) la pressione dettata<br />

dalle aspettative, dall'ansia e dalla frustrazione<br />

delle tante (troppe) coppie in “disperata<br />

ricerca” di un bambino da adottare.<br />

Tutti i bambini dichiarati adottabili hanno<br />

diritto ad una famiglia, anche quelli più<br />

grandicelli, quelli malati, quelli psicologicamente<br />

sofferenti.<br />

È evidente però che l’adozione di un bambino<br />

con bisogni speciali rappresenta un<br />

impegno grande per la famiglia che lo accoglie<br />

e per l’intera società.<br />

Se è vero che l’adozione di un bambino è<br />

I numeri dell’adozione<br />

Nel corso del 2011 la Commissione per le Adozioni Internazionali<br />

ha rilasciato l’autorizzazione all’ingresso in Italia per 4022<br />

bambini provenienti da 57 Paesi, adottati da 3.154 coppie italiane.<br />

Il primo Paese di provenienza è stato la Federazione Russa con<br />

781 minori, seguita da Colombia (554 minori), Brasile (304 minori),<br />

Ucraina (297 minori) ed Etiopia (296 minori).<br />

Anche nell’anno appena terminato l’Italia ha dunque superato<br />

la soglia delle 4000 adozioni, benché con un lieve calo rispetto<br />

al 2010: tale flessione è dovuta principalmente al forte rallentamento<br />

delle attività in alcuni Paesi, quali il Vietnam e la Cambogia,<br />

conseguente alle recenti riforme legislative nella materia<br />

della protezione dell’infanzia e delle adozioni, nazionali e internazionali.<br />

È calato anche il numero delle adozioni in Ucraina, Paese che<br />

non ha ancora ratificato la Convenzione de L’Aja e modifica continuamente<br />

le condizioni per l’espletamento delle procedure e<br />

per l’adottabilità dei minori. Si sta consolidando l’attività in<br />

Cina, Paese con il quale la collaborazione è stata avviata nel<br />

2007 con la firma dell’accordo bilaterale.<br />

Nel 2011 sono entrati in Italia anche 146 minori bielorussi, individuati<br />

dalle autorità bielorusse nell’ambito di elenchi consegnati<br />

nel 2009, riguardanti procedure avviate prima del blocco<br />

anche un atto sociale, è importante che le<br />

famiglie che decidono di accettare un impegno<br />

così gravoso non siano lasciate sole.<br />

A questo proposito, CIAI ha da tempo attivato<br />

un servizio professionale di accompagnamento<br />

psicologico (dal supporto<br />

breve alla terapia familiare o individuale)<br />

aperto a tutte le famiglie adottive che ne<br />

facciano richiesta. Propone inoltre seminari<br />

e approfondimenti a tema e attività specifiche<br />

rivolte ad adolescenti e a giovani<br />

adulti adottati.<br />

In questa situazione diventa prioritaria e<br />

urgente una ricerca a livello nazionale sull’andamento<br />

delle adozioni. Come stanno<br />

le famiglie adottive italiane?<br />

Per quanto riguarda poi le adozioni di ragazzi<br />

con bisogni speciali, quali le ripercussioni<br />

nelle famiglie e a livello sociale?<br />

Abbiamo da qualche anno intrapreso questa<br />

strada, ma abbiamo chiaro dove ci porterà?<br />

È necessario un crescente impegno delle<br />

istituzioni. La tutela dei minori attraverso<br />

interventi diversificati tra cui anche l’adozione,<br />

dovrebbe entrare a far parte delle<br />

priorità dei governi. È necessario allocare<br />

risorse economiche, ma non solo. La questione<br />

è anche di tipo culturale e di competenze<br />

professionali da condividere a<br />

livello internazionale con i Paesi di provenienza<br />

dei bambini<br />

Infine, dobbiamo saper accettare che l’adozione<br />

non sia più la stessa, perché le società<br />

non sono più le stesse e i bisogni sono cambiati.<br />

Si tratta di capire quali siano i bisogni<br />

di oggi e se e in che misura l’adozione possa<br />

rappresentare ancora un intervento a tutela<br />

di bambini rimasti soli.<br />

La questione è aperta.<br />

*responsabile adozione internazionale CIAI<br />

delle adozioni intervenuto<br />

alla fine del<br />

2004 e pendenti dopo<br />

la firma dei protocolli<br />

bilaterali firmati con<br />

l’Italia nel 2005 e nel<br />

2007.<br />

La Lombardia resta<br />

anche nel 2011 la regione<br />

in cui risiede il<br />

maggior numero di<br />

coppie adottive (559<br />

coppie, pari al 17, 7%<br />

del totale), così come<br />

si conferma l’incremento<br />

delle adozioni<br />

in alcune regioni del<br />

sud.<br />

Il rapporto statistico annuale sarà disponibile sul sito della Commissione<br />

nella prima settimana di febbraio.<br />

Fonte: CAI, Commissione per l'Adozione Internazionale<br />

(www.commissioneadozioni.it)<br />

5


ITALIA<br />

I nuovi italiani<br />

di Francesca Silva*<br />

Le dinamiche demografiche indicano<br />

come la popolazione<br />

italiana cresca grazie alle nuove<br />

nascite di bambini di origine<br />

straniera. Oggi in Italia un residente<br />

immigrato su cinque è<br />

un minore. La stabilizzazione dei nuclei familiari<br />

stranieri in seguito alla regolarizzazione<br />

(2002-2003) ha subito una forte<br />

accelerazione portando con sé un aumento<br />

consistente delle nascite. Negli ultimi anni<br />

scolastici il numero di alunni di origine<br />

straniera nati in Italia è aumentato significativamente,<br />

sorpassando in percentuale la<br />

cosiddetta “generazione 1,5” composta da<br />

minori nati all’estero e arrivati in Italia grazie<br />

al ricongiungimento familiare, in alcuni<br />

casi, dopo aver iniziato il percorso scolastico<br />

nel paese di origine. Questi cambiamenti<br />

sono già riscontrabili in particolare<br />

nella scuola primaria dove l’insegnamento<br />

dell’italiano come lingua seconda (L2) inizierà<br />

nei prossimi cicli ad occupare un<br />

ruolo ridimensionato e dove assumeranno<br />

volumi meno significativi le problematiche<br />

scolastiche legate ai cambiamenti vissuti<br />

dagli alunni ricongiunti. Gli insegnanti<br />

non si troveranno più nell’emergenza della<br />

prima accoglienza ma nella complessità di<br />

confrontarsi con classi pluriculturali in cui<br />

gli stereotipi e pregiudizi consolidati dalla<br />

presenza di nuclei stranieri dovranno essere<br />

necessariamente superati.<br />

Tra due culture<br />

La cosiddetta “seconda generazione” si caratterizza<br />

per essere divisa tra due culture.<br />

Bambini nati e cresciuti in Italia da genitori<br />

di origine straniera non sono riconosciuti<br />

come italiani pur parlando<br />

perfettamente la nostra lingua (che è anche<br />

loro), pur essendo cresciuti in un contesto<br />

sociale e scolastico italiano, insomma essendo<br />

sicuramente immersi e coinvolti<br />

dalla cultura italiana. Dall’altra parte sono<br />

cresciuti nella cultura familiare di origine,<br />

6<br />

senza necessariamente sentirsene parte a<br />

tutti gli effetti, perché magari non conoscono<br />

direttamente i luoghi e le<br />

tradizioni dei propri paesi.<br />

Ne conoscono però la<br />

lingua, imparata in<br />

casa (oralmente,<br />

probabilmente<br />

mai scritta) motivo<br />

principale<br />

per cui sono identificati<br />

dalla società e in particolare<br />

dalla scuola come mediatori naturali<br />

dei propri genitori, soprattutto delle loro<br />

mamme che talvolta faticano a esprimersi<br />

in italiano.<br />

La cittadinanza<br />

A scuola e in più in generale nella società<br />

manca un confronto serio rispetto alla trasformazione<br />

che i flussi migratori hanno<br />

portato; nell’anno in cui ricorre il 150° anniversario<br />

dell’Unità d’Italia risulta sempre<br />

più difficile definire che cosa voglia dire essere<br />

italiani. L’immigrazione ha stimolato<br />

prevalentemente sentimenti di ansia e inquietudine,<br />

dovuti anche alla prospettiva<br />

problematica con cui si è guardato a ciò che<br />

succedeva intorno a noi. Perché vedere il<br />

migrante sempre e solo come un problema?<br />

Proviamo a ribaltare la prospettiva e a leggere<br />

questa trasformazione come l’opportunità<br />

per la nostra società di rigenerarsi. A<br />

breve i ragazzi, oggi pre-adolescenti, nati in<br />

Italia, perfettamente bilingue, abituati a<br />

confrontarsi con la sfera semantica della<br />

propria cultura familiare e con quella italiana<br />

entreranno nel mondo del lavoro,<br />

presumibilmente impiegati nei servizi di<br />

vario tipo. La nostra società è pronta a interfacciarsi<br />

quotidianamente con giovani di<br />

tale ricchezza ancora non riconosciuti come<br />

italiani?<br />

Nel nostro paese infatti non esiste alcuna<br />

effettiva possibilità di acquisire automaticamente<br />

la cittadinanza da parte di bam-<br />

bini nati in Italia da genitori stranieri: i minori<br />

nati in Italia possono farne richiesta al<br />

compimento del 18° anno d’età ma devono<br />

dimostrare di aver vissuto ininterrottamente<br />

sul territorio italiano.<br />

Se per esempio hanno trascorso le vacanze<br />

nel paese d’origine o hanno dimenticato di<br />

notificare un cambio di residenza possono<br />

compromettere il rilascio della cittadinanza.<br />

In vari paesi europei si sono già visti gli effetti<br />

devastanti che l’assenza di una riflessione<br />

condivisa di un nuovo concetto di<br />

cittadinanza e di appartenenza hanno portato.<br />

Preoccuparsi della conoscenza della<br />

lingua italiana dimenticando di condividere<br />

che cosa oggi vuol dire essere italiano<br />

porterà a creare una società sempre più<br />

escludente e in cui il senso di appartenenza<br />

non sarà costruito sulla base del rispetto e<br />

del confronto. L’onere della trasformazione<br />

è sempre in visto in termini di integrazione<br />

e quindi ricade sul soggetto “migrante” in<br />

quanto soggetto problematico. La riflessione<br />

non può e non deve essere a senso<br />

unico. Oggi la sfida è legata ad un passaggio<br />

fondamentale che la nostra società deve<br />

affrontare: passare da una fase di integrazione<br />

ad una di interazione.


E’ importante quindi investire nella creazione<br />

di spazi di riflessione nei quali bambini<br />

ed adulti possano pensare e<br />

confrontarsi rispetto alla propria dimensione<br />

identitaria per favorire la costruzione<br />

di una società in grado di leggere tutte le<br />

stratificazioni identitarie presenti e proporre<br />

una dimensione nuova di cittadinanza<br />

nella quale tutti siano riconosciuti,<br />

partecipi e attivi.<br />

Il nostro impegno<br />

Nel recente discorso del Presidente della<br />

Repubblica in occasione dell’incontro dedicato<br />

ai “nuovi Cittadini italiani” Napolitano<br />

ha ricordato le parole di<br />

Igiaba Scego, scrittrice italiana di<br />

origine somala che in un racconto<br />

scrive di sentirsi una donna<br />

“con più identità”: somala<br />

“quando beve il tè con il cardamomo,<br />

i chiodi di garofano<br />

e la cannella” e davvero<br />

italiana quando “ricorda a memoria<br />

tutte le parole del 5 maggio<br />

di Alessandro Manzoni”.<br />

Negli ultimi mesi del 2011 è stata lanciata<br />

la campagna “L’Italia sono anch’io”<br />

(www.litaliasonoanchio.it) per una riforma<br />

del diritto di cittadinanza che preveda l’acquisizione<br />

alla nascita della cittadinanza per<br />

i bambini nati in Italia da genitori stranieri<br />

regolari e una nuova norma che permetta il<br />

diritto elettorale amministrativo ai lavoratori<br />

regolarmente presenti in Italia da cinque<br />

anni.<br />

L’impegno di CIAI in questo ambito è teso<br />

a sviluppare spazi in cui a partire dal punto<br />

di vista dei bambini si possa avviare un processo<br />

per la costruzione di un’identità globale,<br />

in cui si affiancano e si sovrappongo<br />

molteplici appartenenze, il riconoscimento<br />

dell’altro e lo sviluppo di legami interpersonali<br />

e interfamiliari, la partecipazione ad<br />

una progettazione comunitaria condivisa,<br />

la responsabilizzazione e il coinvolgimento<br />

degli interlocutori comunitari. È partito infatti<br />

nel mese di ottobre il progetto “A<br />

scuola di cittadinanza, dall’integrazione all’interazione<br />

interculturale”.<br />

*Desk Italia<br />

A SCUOLA DI CITTADINANZA<br />

Il progetto “A scuola di cittadinanza” si pone<br />

come obiettivo di sviluppare processi di interazione<br />

interculturale -intesa come modalità<br />

“normale” di relazione tra tutti gli studenti -incidere<br />

sulla realtà e sulle relazioni tra bambini<br />

di seconda generazione e bambini italiani e i<br />

rispettivi genitori, sviluppare dei processi di<br />

partecipazione e di cittadinanza attiva, mettere<br />

a sistema e garantire una continuità alle sperimentazioni<br />

del progetto negli anni successivi.<br />

Per raggiungere questi obiettivi sarà adottato<br />

l’approccio partecipativo, l’apprendimento cooperativo<br />

e la philosophy for children.<br />

Il progetto si compone delle seguenti azioni:<br />

CONSIGLIO SCOLASTICO<br />

DEI RAGAZZI (CSR)<br />

È uno strumento per aiutare i bambini a sperimentare<br />

concretamente il significato della cittadinanza<br />

globale intesa come senso di<br />

appartenenza e occasione di impegno per una<br />

realtà che si estende dal locale (classe, scuola,<br />

cortile, quartiere, città) a orizzonti più vasti (nazione,<br />

mondo). Una possibilità di mettere in atto<br />

l’insegnamento “Cittadinanza e Costituzione”<br />

(L. 169/2008 e C.M. n. 86 del 2008).<br />

Le elezioni del CSR sono previste per settembre<br />

2012; i bambini consiglieri lavoreranno chiedendo<br />

il supporto dei compagni che li hanno<br />

eletti (le singole classi decideranno come e<br />

quanto) e saranno costantemente accompagnati<br />

da un facilitatore di processo.<br />

GIRO, GIRO TONDO,<br />

CHI SONO IO<br />

IN QUESTO MONDO?<br />

È un invito a bambini, genitori e insegnanti alla<br />

philosophy for children/community (p4c). La p4c<br />

parte dalla creazione di una “comunità di ricerca”:<br />

propone un modello di comunicazione<br />

circolare ispirato al senso della democrazia e del<br />

rispetto delle differenze. Gli incontri di p4c sono<br />

affiancati da laboratori di tipo creativo che condurranno<br />

alla realizzazione di un concorso a<br />

tema e una mostra alla fine dell’anno scolastico.<br />

I percorsi partono con il coinvolgere il gruppo<br />

classe, per poi realizzare comunità di ricerca con<br />

i genitori e realizzare momenti formativi per gli<br />

insegnanti.<br />

IMPARARE<br />

IN TUTTE LE SCUOLE DEL MONDO:<br />

BAMBINI E GENITORI INSIEME<br />

Percorsi interculturali di sviluppo delle<br />

competenze per l’apprendimento<br />

Il primo elemento dell’azione consiste nell’Atelier<br />

degli Apprendimenti, laboratori a piccolo<br />

gruppo rivolti a tutti i bambini dell’ultimo anno<br />

della scuola dell’infanzia e della primaria. Sono<br />

gruppi di lavoro che utilizzano l’apprendimento<br />

cooperativo per il potenziamento di abilità e autonomie,<br />

condotti da genitori volontari, insegnanti<br />

e mediatori. Affrontando ogni anno una<br />

tematica comune attraverso un approccio per<br />

compiti di realtà e didattica ludica.<br />

Spazio EsserCi<br />

Propone una supervisione periodica (da parte<br />

delle pedagogiste e dell’equipe delle mediatrici)<br />

per affrontare eventuali problematiche educative<br />

in un’ottica “multidimensionale”, attraverso<br />

consulenze individuali e incontri di gruppo per<br />

genitori, docenti e bambini in azione nei gruppi.<br />

È prevista la creazione di un gruppo stabile di<br />

genitori “esperti” che sappiano essere “mediatori<br />

naturali “ nei confronti di chi ancora non<br />

abbia avuto occasione di conoscere o approfondire<br />

la conoscenza dei contenuti della didattica<br />

nella scuola italiana.<br />

ARCHIVIO INTERCULTURALE 2.0<br />

Intende valorizzare le sperimentazioni di carattere<br />

interculturale realizzate dalla scuola negli<br />

ultimi 5 anni e documentare le azioni messe in<br />

atto nel progetto “A scuola di cittadinanza”,<br />

rendendole accessibili a tutti. Ciò avverrà creando<br />

nell’area dedicata del sito www.primariabattisti.it<br />

un archivio aperto ed interattivo, in<br />

grado di raccogliere e catalogare le documentazioni<br />

prodotte a scuola e in rete con il territorio.<br />

Si intende inoltre condividere il patrimonio<br />

di testi in lingua originale esistente nei plessi in<br />

accordo con la Banca Del Tempo e la Biblioteca<br />

Chiesa Rossa per promuovere un circuito di<br />

prestito “interbibliotecario”.<br />

(f.s.)<br />

Progetto finanziato da:<br />

Fondazione Cariplo<br />

Capofila: Direzione Didattica Statale “Cesare<br />

Battisti”<br />

Partners: ABCittà e CIAI<br />

7


BURKINA FASO<br />

Una latrina<br />

per ogni famiglia di<br />

Avete mai pensato alla vostra<br />

casa senza nessun bagno a disposizione?<br />

E sapete quante<br />

malattie sono legate all’assenza<br />

di queste strutture? Il<br />

95% dei bambini dei villaggi<br />

di comuni di Thyou e Sabou in Burkina<br />

Faso sono affetti da malattie legate alla cattiva<br />

igiene; cosa che, fra l’altro, gli fa perdere<br />

almeno 30 giorni l’anno di scuola!<br />

Per queste ragioni, nel febbraio 2011, abbiamo<br />

avviato un progetto di sostegno all’igiene<br />

familiare nelle regioni del Plateau<br />

Central e del Centro Ovest del paese e recentemente<br />

sono iniziati i lavori di realizzazione<br />

delle latrine. Finanziato dalla<br />

Commissione Europea e attuato dal CIAI<br />

in partenariato con la Lvia, il Crepa e la<br />

Region Limousin, il progetto ha come<br />

obiettivo primario l’aumentare l'accesso ai<br />

servizi igienici, permettendo di passare dal<br />

tasso attuale di circa il 6% ad almeno il<br />

40%. Concretamente, ognuna delle 5100<br />

famiglie beneficiarie - circa il 50% delle famiglie<br />

della zona - avrà una latrina, fatto<br />

che permetterà un miglioramento delle<br />

condizioni igieniche quotidiane e che avrà<br />

un conseguente effetto positivo sul benessere<br />

e la salute di tutta la famiglia, in questo<br />

modo meno esposta a malattie (diarree<br />

epidemiche, infezioni enteriche, ecc).<br />

Le strutture realizzate saranno latrine che<br />

utilizzano la tecnologia Ecosan, un particolare<br />

modello di impianto igienico che<br />

permette in seguito il riutilizzo delle feci e<br />

urine come fertilizzante organico per i<br />

campi. L’aspetto igienico e l’aspetto produttivo<br />

si uniscono dunque nella latrina<br />

Ecosan, una vera e propria innovazione se<br />

si considera che il progetto è realizzato in<br />

aree rurali, dove l’agricoltura familiare contribuisce<br />

fortemente alla soddisfazione delle<br />

necessità alimentari dei nuclei familiari.<br />

Date le specificità di questa latrina, una<br />

particolare attenzione è stata rivolta a informare<br />

e sensibilizzare sul buon utilizzo<br />

della latrina da parte delle famiglie, proprio<br />

perché sia utilizzata al meglio. La realizzazione<br />

degli impianti è stata preceduta<br />

da momenti di formazione per assicurare<br />

8<br />

la sostenibilità e durabilità del progetto nel<br />

lungo periodo. Hanno beneficiato di questi<br />

incontri due muratori in ogni villaggio,<br />

per garantire una certa continuità nella<br />

realizzazione e manutenzione delle latrine;<br />

due animatori igienisti in ogni villaggio,<br />

responsabili della sensibilizzazione e dell’accompagnamento<br />

dei beneficiari al<br />

buon utilizzo delle latrine e all’adozione di<br />

migliori pratiche igienico-sanitarie; infine<br />

sono stati creati comitati locali di gestione<br />

in ogni villaggio, per garantire la corretta<br />

gestione delle risorse disponibili grazie alla<br />

collaborazione tra gli attori locali (membri<br />

del Comitati di villaggio, capi religiosi, servizi<br />

tecnici decentralizzati, ecc.).<br />

A Thyou, primo di 12 comuni beneficiari<br />

dell’intervento tra il 2012 e il 2014, è prevista<br />

quest’anno la costruzione di 437 latrine<br />

Ecosan.<br />

Un’operazione logisticamente complessa,<br />

considerato che ogni latrina richiede 6,5<br />

sacchi di 50 kg di cemento e 42 metri di<br />

cavi di acciaio, per un totale di oltre 142<br />

tonnellate di cemento, e 18 chilometri di<br />

cavi d’acciaio! La distribuzione dei mate-<br />

Gli aspetti logistici del progetto sono stati piuttosto<br />

impegnativi. Ad ogni famiglia beneficiaria è stato<br />

consegnato tutto l’occorrente per la realizzazione<br />

della latrina. Per i più anziani, si è trattato di una<br />

vera e propria rivoluzione.<br />

Jean Patrick Masquelier*<br />

riali di costruzione ha dunque richiesto<br />

una grande mobilitazione di responsabili e<br />

dei beneficiari del progetto per dare avvio<br />

ufficiale all’inizio dei lavori.<br />

L’avvio dei lavori di costruzione è stato vissuto<br />

con gran fermento dall’intera comunità<br />

di Thyou, che ha accolto con<br />

entusiasmo l’arrivo della latrina Ecosan.<br />

Sono state organizzate alcune giornate dedicate<br />

a questo scopo durante le quali ogni<br />

capo di famiglia ha potuto ritirare i materiali.<br />

Le famiglie beneficiarie infatti parteciperanno<br />

alla realizzazione delle latrine<br />

con un contributo in natura, mettendo a<br />

disposizione i materiali necessari alla costruzione<br />

della sovrastruttura della latrina;<br />

questa potrà essere in bancò (argilla cruda)<br />

o in mattoni a seconda delle disponibilità<br />

economiche di ogni famiglia e in armonia<br />

con l’architettura domestica.<br />

*Capo progetto, CIAI Burkina Faso


Un pozzo per Beguedo di Claudia Guidarini*<br />

Circa un anno fa, la sede CIAI del<br />

Burkina Faso veniva incaricata<br />

dall'Associazione Migranti della<br />

Venezia orientale, di costruire un pozzo<br />

a Beguedo, nella provincia di Boulgou.<br />

Prima di tutto la sede CIAI di Ouagadougou<br />

ha contattato il Comune rurale di<br />

Beguedo e proceduto alla raccolta dei tre<br />

preventivi per la scelta della ditta realizzatrice<br />

del pozzo. La decisione di contattare<br />

il comune come primo referente per<br />

la realizzazione del pozzo è stata determinata<br />

dal fatto che il processo di decentralizzazione<br />

iniziato in Burkina Faso<br />

nel 2005, prevede, tra le altre cose, la gestione<br />

diretta delle strutture di adduzione<br />

dell’acqua potabile e delle strutture igieniche<br />

pubbliche da parte delle amministrazioni<br />

locali e in specifico quindi, dei<br />

rappresentanti dei comuni.<br />

La collaborazione con il sindaco e i consiglieri<br />

del comune di Begeudo si è rivelata<br />

da subito positiva; la donazione del<br />

pozzo da parte dei partner italiani (Asso-<br />

ciazione Dakupa/Aiutarsi, Migranti Venezia<br />

Orientale Onlus, VAM Group Srl, Acque<br />

del Basso Livenza Spa) è stata ovviamente<br />

ben accolta, anche perché rispondente alle<br />

necessità della zona.<br />

In base alla convenzione stipulata fra la nostra<br />

associazione e il comune quest'ultimo<br />

si impegnava a: mettere a disposizione il<br />

terreno pubblico sul quale sarebbe avvenuta<br />

l’installazione del pozzo; creare un comitato<br />

di gestione; incaricarsi della<br />

manutenzione del pozzo una volta che i lavori<br />

di installazione fossero terminati.<br />

Il terreno scelto per l’installazione è un terreno<br />

pubblico nel villaggio di Sampoura,<br />

non molto distante dal mercato locale e in<br />

una zona non servita da strutture per la distribuzione<br />

dell’acqua. Purtroppo, però, il<br />

terreno non era esattamente nella località<br />

preferita dai partner italiani, in particolare<br />

Dakupa, l’associazione dei migranti burkinabé<br />

in Italia. Ciò ha dato origine ad una<br />

serie di incomprensioni fra le diverse comunità<br />

locali: il CIAI, in accordo con il sin-<br />

daco, ha allora organizzato un incontro<br />

con i capi villaggio e tutte le persone responsabili<br />

per discutere delle motivazioni<br />

che avevano portato all’inizio dei lavori<br />

nel quartiere di Sampoura (nel frattempo<br />

bloccati fino al raggiungimento di un accordo<br />

tra le parti).<br />

Fortunatamente alla fine si è raggiunto<br />

un accordo e i lavori sono ripresi prima<br />

che avesse inizio la stagione delle piogge.<br />

In l’occasione della visita in Burkina Faso<br />

della nuova presidente del CIAI, Paola<br />

Crestani, si è svolta una riunione comunitaria<br />

per l’installazione della targa commemorativa.<br />

Tutti gli abitanti e i<br />

rappresentanti dei due villaggi erano presenti<br />

e le parti hanno colto l’occasione<br />

per ribadire l’importanza della collaborazione<br />

stabilita rinnovando l’impegno a<br />

proseguirla. Un ringraziamento particolare<br />

va a tutti coloro che hanno permesso<br />

la realizzazione del pozzo.<br />

*Capo progetto, CIAI Burkina Faso<br />

Insieme, con Force di Fabrice Paré*<br />

I n<br />

Burkina Faso, CIAI è parte di Force,<br />

acronimo di un gruppo di sette ong<br />

che sta per “Focus delle Organizzazioni<br />

per la Realizzazione della Convenzione<br />

Onu sui diritti dell’infanzia e<br />

dell’Adolescenza” (in francese, Cd’E, ndr).<br />

Obiettivo di Force è realizzare iniziative a<br />

favore dei bambini burkinabé e aiutare le<br />

organizzazioni che operano nel campo dell’infanzia<br />

a costituirsi come una forza credibile<br />

e autorevole tra la società civile del<br />

paese.<br />

Ziinga Ziinga<br />

Lo scorso 20 novembre, Giornata internazionale<br />

dei diritti del fanciullo, Force ha celebrato<br />

la ricorrenza con una serie di<br />

attività, tra cui un forum teatrale sul tema<br />

dei diritti, dal titolo “Tutti sono uguali o<br />

Ziinga Ziinga”, per sensibilizzare su abusi<br />

e violenze contro i minori, soprattutto se<br />

orfani e bambini vulnerabili che vivono in<br />

case-famiglia.<br />

L’iniziativa, svolta nel distretto di Bogodogo,<br />

ha visto la partecipazione del direttore<br />

provinciale dell’Azione Sociale<br />

Kadiogo, di tutti i membri di Force e dei<br />

bambini sostenuti a distanza da CIAI in<br />

questo quartiere. Una bella festa che si è<br />

conclusa con un pasto per tutta la comunità,<br />

dopo lo spettacolo.<br />

CIAI, che ha organizzato le due attività, ha<br />

poi previsto l’assegnazione di borse di studio<br />

per venti bambini di famiglie colpite<br />

dalle inondazioni del settembre 2009 a<br />

Ouagdougou: a due anni da quell’evento,<br />

queste famiglie vivono ancora in un sito costruito<br />

appositamente per loro a Yagma,<br />

nella periferia della città.<br />

Il seminario<br />

L’impegno a favore dei bambini per le ong<br />

di Force è proseguito con due giorni di laboratori<br />

e seminari sul tema “Prendersi<br />

cura dei bambini in contesti di emergenza”:<br />

un momento per riflettere sulla Convenzione<br />

sui diritti del fanciullo e sulle possibilità<br />

di sostegno ai bambini durante le<br />

emergenze in Burkina Faso. A questo<br />

evento si è collegata una cerimonia sull’importanza<br />

della donazione di sangue, così<br />

che sacche di sangue raccolto sono state<br />

messe a disposizione dell’Ospedale Pediatrico<br />

Charles De Gaulle di Ouagadougou.<br />

L’apertura del workshop ha visto la presenza<br />

e il saluto del Presidente di Force e di<br />

un rappresentante del Ministero dell’Azione<br />

Sociale e della solidarietà nazionale:<br />

quest’ultimo, congratulandosi con gli<br />

organizzatori del workshop per la rilevanza<br />

del tema, ha ricordato gli sforzi congiunti<br />

del governo e dei suoi partner per migliorare<br />

la situazione dei bambini nel paese, soprattutto<br />

quando si verificano calamità che<br />

influiscono sulla vita di tutti e specialmente<br />

dei bambini. Ha inoltre invitato i partecipanti<br />

a “formulare proposte suggerimenti e<br />

strategie che possano migliorare la cura dei<br />

bambini in situazioni di emergenza in Burkina<br />

Faso“.<br />

È essenziale a questo proposito che siano<br />

efficaci il coordinamento e la pianificazione<br />

delle azioni tra le ong di Force e tutti gli attori,<br />

soprattutto le istituzioni locali e le autorità<br />

politiche burkinabé<br />

*Responsabile Sad villaggi,<br />

CIAI Burkina Faso<br />

9


COSTA D’AVORIO<br />

A SCUOLA per tornare<br />

alla normalità<br />

decennio di vita<br />

della Costa d’Avorio è<br />

stato segnato da una crisi<br />

politica senza precedenti<br />

che ha raggiunto il suo<br />

L’ultimo<br />

apice al termine delle<br />

elezioni presidenziali tenutesi nel 2010. I<br />

risultati del secondo turno delle elezioni<br />

nel Novembre 2010, in questo paese un<br />

tempo considerato come il polmone<br />

dell’Unione Economica e Monetaria del-<br />

l’Africa dell’Ovest (UNEMOA), ha visto<br />

precipitare la nazione in una spirale di violenza<br />

senza eguali tra i sostenitori del presidente<br />

Laurent Gbagbo, al potere dal<br />

2000, ed il candidato Alassane Ouattara,<br />

riconosciuto dalla comunità internazionale.<br />

L’offensiva è stata accompagnata da numerose<br />

battaglie, ma anche da abusi molteplici<br />

e sfaccettati come saccheggi,<br />

esecuzioni, atti di violenza e devastazioni<br />

di alcune importanti zone del paese, mi-<br />

di Camilla D’Alessandro*<br />

rati su alcune comunità della popolazione.<br />

Questa situazione ha generato un gran numero<br />

di sfollati.<br />

Questa crisi interviene in un contesto di<br />

congiuntura economica internazionale in<br />

cui si assiste ad un aumento dei prezzi<br />

delle materie prime e dei generi alimentari.<br />

La Costa d’Avorio dipende dai mercati<br />

internazionali sia come produttore<br />

mondiale delle colture come il caffè, la<br />

gomma ed il cacao, sia per l’importazione


della metà dei cereali che consuma, come<br />

il riso ed il grano. Si stima che 6 milioni di<br />

ivoriani vivano di cacao e 2 milioni di anacardi.<br />

Questa esplosione dei prezzi aumenta la<br />

vulnerabilità della popolazione soprattutto<br />

rispetto ai servizi sociali di base<br />

come l’educazione, la sanità, l’acqua e<br />

l’igiene. Durante i violenti scontri, molte<br />

persone sono scappate da Abidjian o dalle<br />

località del nord verso il Ghana. Altre<br />

hanno trovato rifugio ad Alépé, a nord-est<br />

d’Abidjan: qui le Suore Dorotee, grazie<br />

anche all’appoggio del CIAI, hanno offerto<br />

ospitalità a molte persone. Numerose<br />

famiglie sono state accolte presso il<br />

Centro delle Suore: sono state contate<br />

circa 1600 persone. Grazie ad una straordinaria<br />

raccolta di fondi, CIAI è stato in<br />

grado di fornire ai rifugiati dei vestiti,<br />

cibo, medicine e sapone. Gli scontri si<br />

sono conclusi con l’arresto di Laurent<br />

Gbagbo ad Aprile 2011 ed il paese ha cominciato<br />

la sua ricostruzione ed il ritorno<br />

ad una vita quotidiana normale.<br />

La ripresa della scuola<br />

L’avvio dell’anno scolastico in Costa<br />

D’Avorio ha avuto luogo alla fine di ottobre.<br />

La ripresa è stata molto lenta a causa<br />

delle difficoltà incontrate da molti alunni<br />

a ritornare a scuola dopo le violenze postelettorali<br />

che hanno turbato per molti<br />

mesi numerosi villaggi.<br />

Secondo le stime di Unicef, circa 140.000<br />

alunni iscritti alla scuola elementare pubblica<br />

non hanno potuto terminare l’anno<br />

scolastico 2010-2011; le stesse fonti riportano<br />

ben 224 attacchi contro il sistema<br />

educativo di cui la metà ad Abidjan. In alcuni<br />

casi le scuole sono state distrutte<br />

dopo essere servite come luoghi di assembramento<br />

politico o in ragione del sostegno<br />

accordato da certi professori a uno o<br />

all’altro candidato.<br />

*Desk Africa occidentale<br />

Il progetto<br />

Il CIAI è presente in Costa d’Avorio<br />

con una sede stabile dal 2010. Vista<br />

la sua esperienza nel campo dell’infanzia<br />

e in particolare dell’educazione<br />

in ambito rurale (vedi le attività nel vicino<br />

Burkina Faso), ha deciso di condurre<br />

un’inchiesta per analizzare i<br />

bisogni nel distretto d’Alépé e determinare<br />

quelli a cui il CIAI può far fronte<br />

positivamente, proprio in virtù di questa<br />

esperienza.<br />

In seguito ad un intervento d’urgenza<br />

durante la guerra civile in Costa d’Avorio<br />

e ad un’analisi dei bisogni nel Distretto<br />

d’Alépé, CIAI ha deciso di<br />

stabilirsi nel distretto.<br />

I problemi legati alla scolarizzazione<br />

nella zona possono essere raggruppati<br />

in tre macro-aree: scuole pericolose per<br />

la vita dei bambini e non funzionali; cattivo<br />

stato di salute dei bambini; redditi<br />

delle famiglie troppo bassi. Il progetto<br />

intende dotare le scuole di infrastrutture<br />

scolastiche necessarie e adeguate allo<br />

svolgimento delle lezioni, fornire le<br />

scuole di infrastrutture igieniche e far<br />

apprendere agli allievi buone abitudini.<br />

Obiettivo specifico e quello di garantire<br />

a 800 bambini dei villaggi di Igrankon,<br />

Alépé e Grand Alépé condizioni socioeducative<br />

favorevoli ad una loro adeguata<br />

scolarizzazione primaria.<br />

Per questo è necessario implementare<br />

attività di costruzione di edifici e di latrine,<br />

coinvolgere le popolazioni e creare<br />

attività generatrici di reddito per le<br />

madri degli alunni. Le madri, ovunque<br />

nel mondo, sono le persone che si occupano<br />

principalmente dei loro figli e<br />

dei bisogni a loro connessi.<br />

Ma per la buona riuscita del progetto, è<br />

anche necessario un sostegno inflessibile<br />

dell’amministrazione pubblica perché<br />

non si crei un sistema d’educazione<br />

parallelo a quello pubblico.<br />

Questo impegno deve essere accompagnato<br />

dal rinforzo delle capacità dei comitati<br />

di gestione delle scuole per<br />

giungere alla costituzione di quadri di<br />

concertazione tra istituzioni e società civile.<br />

Infine, la messa a disposizione di latrine<br />

permetterà di attenuare l’incidenza di<br />

malattie legate all’igiene ed ai servizi sanitari<br />

e l’integrazione vitaminica andrà a<br />

compensare le carenze alimentari degli<br />

allievi. Un donatore privato ci ha consentito<br />

di avviare il progetto finanziando<br />

tutte le costruzioni e l’inizio delle attività.<br />

Qualunque ulteriore donazione è,<br />

comunque, importante.<br />

Nelle foto, dall’alto in basso: nel villaggio di Grand-<br />

Alépé la struttura che ospita la scuola risale al 1952<br />

ed è a forte rischio di crolli; ad Ingrakon le classi<br />

sono in bamboo; le classi del villaggio di Alépé sono<br />

ospitate in una chiesa evangelica in disuso.<br />

In tutti i casi, mancano completamente le infrastrutture<br />

di base.<br />

11


Il viaggio dei SENSI Mariacristina<br />

In Etiopia i nostri sensi sono stati<br />

accesi, saturati, provocati, soddisfatti.<br />

Sensi come vie preferenziali per passare<br />

la vita, come vie di conoscenza<br />

e di umana avventura (è la definizione<br />

di Gennaro Matino).<br />

I sapori di questa terra africana, che<br />

hanno sollecitato, e a volte violentemente<br />

cimentato le nostre papille<br />

gustative, assuefatte a sfumature acquerello,<br />

si depositeranno, insieme<br />

agli odori, che un po’ ci hanno seguito,<br />

impregnando i nostri vestiti e i<br />

nostri bagagli, nella profondità di<br />

qualche circonvoluzione della nostra<br />

mente, pronti a riemergere non appena<br />

evocati dalla somiglianza di un<br />

qualche nuovo incontro, chissà dove,<br />

chissà quando, comunque incontro.<br />

Le migliaia di fotogrammi scattati, infinitesimali<br />

frammenti di un mondo<br />

diverso, che con la sua diversità provoca<br />

turbamento e risveglia domanda,<br />

forse più su noi stessi che su<br />

di esso, ci aiuteranno ad ancorare i<br />

ricordi, aggregando, con la magia di<br />

un magnete, i sapori, gli odori, i<br />

suoni, i contatti vissuti, e che vogliamo<br />

fortemente trattenere.<br />

Ma nessun click fotografico riuscirà<br />

a restituire la delicatezza di centinaia<br />

di manine, sventolate prima in una<br />

sete traboccante di saluti, poi protese<br />

a stringere (mai troppo forte, alla maniera<br />

africana) le nostre, alla ricerca<br />

di un contatto nuovo e di un dialogo<br />

primordiale, seppur breve.<br />

Né restituirà la ruvidezza delle mani<br />

adulte, in quei brevi scambi di reverenza<br />

che il nostro passaggio frettoloso<br />

e afasico concedeva.<br />

12<br />

Non parlerà del piacere di conoscere<br />

ed usare un nuovo saluto “spalla<br />

contro spalla”, che i giovani agiscono<br />

alla maniera scanzonata dell’Hip<br />

Hop, mentre gli anziani ripropongono<br />

con la saggezza lenta del gesto<br />

dell’abbraccio.<br />

Così come non racconterà dell’amore<br />

trasmesso da una carezza, o una parola<br />

sfiorata, nel timore di ferire e<br />

nella voglia di dividere un sentimento<br />

difficile, di una storia incontrata e per<br />

poco toccata.<br />

I suoni, poi, sono più volatili, e sembrano<br />

fuggire via più leggeri, più difficili<br />

da ancorare. Scriverne aiuta a<br />

riacchiapparli e a trattenerli al filo sottile<br />

e teso delle corde della memoria.<br />

Uno tra tanti fa ancora vibrare le viscere<br />

nostre, mentre dalle viscere<br />

della terra sembrava provenire e in<br />

superficie risalire, insieme a quell’acqua,<br />

fonte di vita, così preziosa e<br />

rara. Un ritmo cadenzato, un mantra<br />

ipnotico e potente che ripartiva la<br />

forza e misurava la tenacia: i “pozzi<br />

cantanti”, un parto dell’acqua.<br />

Ma più dei suoni, forse, possono i silenzi,<br />

che a volte si impongono, e talora<br />

turbano, a volte si fanno strada<br />

a fatica tra i rumori sovrastanti e prepotenti,<br />

… e parlano.<br />

Voce di Dio nella brezza leggera…<br />

I silenzi d’Etiopia risuonano quasi<br />

assordanti alle mie orecchie, più ancora<br />

dei mille colori sonori che, a ben<br />

vedere, li hanno resi possibili.<br />

Il silenzio dell’alba sui laghi Abaya e<br />

Chamo, scandito dal canto litanico e<br />

monotono del Muezzin e dalle grida<br />

di grandi corvi neri che sembrano<br />

voler provare il volo lanciandosi dalla<br />

rupe che si innalza sopra la foresta<br />

con le 40 sorgenti (Arba Minch).<br />

Il silenzio del gruppo, di ritorno dalla<br />

gita in barca sul lago Chamo. Lì,<br />

dopo il primo entusiastico approccio,<br />

ciarliero e vociante, come di scolari in<br />

gita, il silenzio desertico e rispettoso<br />

della natura che ci si offriva, ci penetrava,<br />

contagiandoci, in una sorta di<br />

leggera e terapeutica ipnosi collettiva.<br />

Il silenzio delle corse lontane di<br />

bimbi, sfrenate e veloci per non perdere<br />

un saluto straniero e strano, al<br />

nostro passaggio.<br />

Il silenzio di sguardi critici e severi di<br />

adulti poco convinti della bontà dei<br />

nostri intenti curiosi nell’invadere i<br />

loro spazi privati.<br />

ll silenzio e la fermezza di orizzonti di<br />

una bellezza naturale da incanto.<br />

Il silenzio, talora ostentato, dei nostri<br />

compagni di viaggio adolescenti:<br />

provocazione sempre accesa, ed esigente<br />

domanda di verità da parte di<br />

noi, cosiddetti adulti.<br />

Il silenzio delle orecchie di una madre<br />

che non sente nemmeno la voce<br />

della sua bambina (creatura d’oro, è<br />

il suo nome tradotto), ma parla con<br />

lei un linguaggio di sguardi, di tenerezze,<br />

di tocchi veloci e di gesti contenuti<br />

e scarni, che tutto dicono. E il<br />

silenzio della bimba, intimidita dalla<br />

presenza di questi “sponsor”, strani<br />

e bianchi.<br />

Il silenzio orgoglioso degli operatori<br />

CIAI, quando vedono i loro sforzi tradursi<br />

in realtà, migliore di prima.<br />

Il silenzio che segue alle nostre domande:<br />

perché tanta povertà? Come<br />

essere di aiuto, senza distruggere<br />

una cultura che è ancora capace di<br />

Lusiani<br />

indicare a noi quei valori fondamentali<br />

che la nostra civiltà possedeva,<br />

ma che nel tempo ha lasciato sbiadire,<br />

fino a dimenticarsene? E il silenzio<br />

della nostra vergogna.<br />

Il silenzio di un sorriso da lontano, o<br />

di un bacio, per dire … l’indicibile.<br />

Il silenzio di occhi di mamme, dietro<br />

lacrime trattenute, e quello contegnoso<br />

di padri. Per sempre.<br />

Il silenzio di un ragazzo che guarda<br />

dal finestrino l’Etiopia, terra madre, e<br />

cerca un senso, in una vita che par<br />

che tessa giocosi intrecci con i suoi<br />

sentimenti.<br />

Il silenzio della commozione al momento<br />

del saluto, e di un luccichio di<br />

occhi che tanto svela di un animo<br />

gentile.<br />

Sensi per dar senso alla nostra vita.<br />

Si toccano, si intrecciano, si rimandano<br />

l’uno all’altro, creano “grappoli<br />

di senso” che intendo cogliere in<br />

questo settembre 2011: tempo di<br />

vendemmia.<br />

Ai compagni di viaggio, con nostalgia.<br />

Nel settembre scorso abbiamo<br />

accompagnato alcuni<br />

nostri sostenitori in<br />

un viaggio in Etiopia. Insieme<br />

a loro, anche due<br />

famiglie adottive tornate<br />

per la prima volta nel<br />

Paese con i loro figli. In<br />

queste pagine, alcune<br />

delle testimonianze che ci<br />

hanno inviato al loro<br />

rientro. (d.c.)


Per primo l’odore. Forte. Di spezie. È un buon<br />

odore, dice mia figlia che muove i suoi primi<br />

passi in Etiopia dopo dodici anni.<br />

Poi la città. Un primo sguardo dal bus che ci porta<br />

in albergo: palazzi in costruzione con le impalcature<br />

di legno, strade con il fango degli ultimi rovesci<br />

della stagione delle piogge, tra i cantieri, le<br />

chiese copte e i palazzi, le botteghe di legno e lamiera<br />

dipinte a tinte vivaci, lo slum diffuso, spazi<br />

verdi con le capre, le baracche e gente che va e<br />

che viene.<br />

Camminano gli etiopi, veloci, a grandi falcate da<br />

podisti, oppure lenti leggermente dinoccolati, camminano,<br />

camminano.<br />

Banane appese. Un sarto con una vecchia Singer<br />

sotto un riparo di plastica. Una fila di asinelli fra le<br />

auto. Sciarpe come turbanti, sciarpe come mantelle,<br />

sciarpe come scialli. Sciarpe svolazzanti. Mendicanti.<br />

Dentro il nostro furgone una musica<br />

africana suona la città.<br />

Sede del CIAI: profumo di caffè, l’odore buono e<br />

intenso dell’incontro. Piove. Mangiamo e chiacchieriamo<br />

sotto una tettoia, sono seduta vicino a<br />

una donna che parla solo amarico, ci sorridiamo e,<br />

alla fine, ci salutiamo abbracciandoci, contente<br />

della nostra muta conversazione, di aver conosciuto<br />

anche solo quei sorrisi e quel silenzio,<br />

meglio che non essersi mai<br />

incontrate.<br />

Verso sud<br />

Pianura e valli, ginestre, mimose, campi<br />

coltivati, colline, acacie, eucalipti e, infine,<br />

le coltivazioni di banani, veri e falsi,<br />

e i laghi Abaya e Chamo.<br />

Sulla strada gente in cammino, verso i<br />

mercati, dai mercati, verso l’acqua, dall’acqua,<br />

verso le chiese e i minareti,<br />

dalle chiese e i minareti, verso un villaggio,<br />

da un villaggio.<br />

Camminano a gruppi, spediti o lenti, allegri<br />

o pensierosi. Camminano, camminano.<br />

Camminano le donne, cariche di<br />

peso, fagotti, taniche di acqua, fascine<br />

di legna. Camminano le bambine con i<br />

fratellini sulla schiena. Camminano le<br />

ragazze sotto gli ombrelli aperti per il<br />

sole o per la pioggia, neri o colorati.<br />

Camminano le ragazze vestite all’occidentale<br />

e i vecchi con la giacca e il cappello.<br />

Mangiamo chilometri a inseguire la caduta<br />

del sole, dentro l’auto la voce di Aster Aweke<br />

canta l’Etiopia. Sorrisi, saluti. Hello ferenji, hello<br />

money, hello t-shirt, hello pen, hello, hello, hello,<br />

give me something: guardami ferenji, ballo per te.<br />

Al terzo giorno sembra di essere in viaggio da un<br />

mese, sembra che il nostro posto sia qui e basta,<br />

in giro per il sud dell’Etiopia, siamo lontani dal nostro<br />

mondo e ci sforziamo di essere vicini a questo<br />

mondo nel quale entriamo con tutta la discrezione<br />

di cui siamo capaci, sentendoci sempre come il famoso<br />

elefante nel negozio di cristallerie.<br />

L’accoglienza che ci riserva il popolo Dorze, i bambini<br />

che fanno scivolare la loro mano nella nostra,<br />

le donne che ci abbracciano tre volte, ci baciano<br />

tre volte, il cibo che ci hanno preparato, la comunità<br />

riunita per testimoniare la loro gioia per la<br />

nuova scuola, per una promessa mantenuta, ci avvolgono,<br />

ci includono, ci trascinano in un sentimento<br />

collettivo di appartenenza: potremmo<br />

tornare ancora, venire a piedi, fermarci qualche<br />

giorno, portare in dono quello che sappiamo fare.<br />

Per ora lasciamo un pezzetto di cuore e la scuola<br />

che, dicono, era il loro sogno.<br />

Pranziamo tardi, all’ora del tè. Al momento della<br />

cena, nel lodge di Arba Minch, nessuno ha fame<br />

ma a tavola ci siamo quasi tutti, spinti da un’altra<br />

fame, quella di condividere impressioni, stati<br />

d’animo, idee.<br />

È il quarto giorno di viaggio: siamo diventati una<br />

comunità.<br />

Sempre più a sud<br />

La terra si accende di rosso, la vegetazione diventa<br />

più rada e più bassa, i giganteschi termitai ci ricordano<br />

che l’uomo scultore ha appreso la sua arte<br />

dalla natura, la struttura perfetta di alcuni tucul ci<br />

ESPERIENZE<br />

Frammenti da un DIARIO di viaggio<br />

di Emilia Marasco<br />

ricorda che l’uomo architetto ha fin dal principio<br />

misurato il confine tra il proprio spazio e quello<br />

degli animali, il proprio spazio e quello degli altri<br />

uomini, senza voler prendere mai troppo spazio.<br />

Il cielo è una volta bassa e ampia, l’orientamento<br />

quando la strada diventa pista è più difficile, noi<br />

ferenji, al di fuori di questa jeep, nella nostra versione<br />

più semplice eppur grondante benessere, col<br />

cellulare che non prende, qualche bottiglia d’acqua<br />

e qualche oggetto inutile nei nostri zaini, saremmo<br />

senza difese e senza risorse.<br />

Il pozzo che scende a imbuto tra le rocce, il pozzo<br />

che strappa alle gole un lamento che è ricerca del<br />

ritmo, che è possibilità di resistenza alla fatica, che<br />

è canto, dicono le guide, infatti il pozzo è “cantante”,<br />

è anche il simbolo della madre di tutte le<br />

ingiustizie: la ricchezza nelle mani di uno solo, il<br />

lavoro duro e mal pagato, la sopravvivenza di uomini<br />

e bestie a pagamento….<br />

Il popolo dei Borana: le donne sono avvolte in<br />

stoffe a disegni blu portate dal Kenya e i capelli<br />

acconciati ai lati del volto con una scriminatura in<br />

cima alla testa, i capi villaggio tengono un lungo<br />

bastone, hanno l’eleganza dei Masai, bei volti gentili<br />

ma non estroversi, la pelle più ebano di tutti gli<br />

etiopi incontrati. Guardo mia figlia. Lei guarda le<br />

donne e poi guarda me. E’ l’etnia più somigliante<br />

a lei che abbiamo incontrato. Dovevamo arrivare<br />

fin qui, nel sud, per poterci finalmente specchiare.<br />

Lei e..io, insieme.<br />

La stagione delle piogge non è ancora finita. Risa-<br />

continua a pagina 14


continua da pagina 13<br />

liamo verso Addis Abeba passando per Awasa.<br />

Una sosta. Una ragazzina ci osserva incuriosita<br />

strizzati nelle nostre giacche a vento, sotto i nostri<br />

improbabili cappelli, appesi a ombrellini da viaggio,<br />

i più piccoli reperiti in commercio. Sorride riparandosi<br />

con una grande foglia di banano che sorregge<br />

elegantemente con due dita.<br />

Il ritorno in città<br />

Lasciamo il sud, il lago col mercato del pesce, lasciamo<br />

i tucul e i falsi banani, lasciamo la strada<br />

dove incrociavamo autobus carichi di gente e di<br />

fagotti, cavalli e muli contromano, più ci avviciniamo<br />

ad Addis Abeba, sotto la pioggia, più ci addentriamo<br />

nel traffico dei camion, arrivano da<br />

Gibuti dice il nostro autista, passiamo le fabbriche<br />

cinesi, passiamo le case popolari in costruzione,<br />

cominciamo a vedere la baraccopoli, le distese di<br />

onduline di lamiera sormontate dalle parabole.<br />

Siamo di nuovo ad Addis.<br />

Gli ultimi giorni ad Addis per alcuni di noi, i componenti<br />

delle due famiglie adottive della comunità<br />

viaggiante, sono giorni di emozioni, di sentimenti<br />

forti, di domande senza risposte, di domande per<br />

future risposte.<br />

Andremo in Etiopia, lo abbiamo detto sempre, andremo<br />

in Etiopia perché ogni storia ha bisogno di<br />

conoscenza e di riconciliazione, perché la memoria<br />

è un alimento fondamentale per l’individuo e non<br />

ha bisogno di molto, di un luogo se c’è, di un volto<br />

se c’è, di un nome, di una data, di un odore, un sapore.<br />

Nella storia dei nostri figli era previsto ci fosse questo<br />

viaggio alla ricerca di un alimento che solo<br />

l’Etiopia, paese tra i più poveri al mondo, può offrire<br />

loro. Un viaggio da fare appena si fosse stati<br />

un po’ più robusti e forti, con qualche certezza, per<br />

esempio l’amore, e senza troppa paura delle domande<br />

e delle risposte.<br />

Addis per noi non è stata la visita al museo, al<br />

monte Entoto, la partecipazione alla cerimonia del<br />

Meskal, Addis è stata la visita agli istituti Almaz e<br />

Kidane Meret.<br />

Una bambina di cinque anni guarda i nostri ragazzi,<br />

li osserva con attenzione, senza perdersi un<br />

dettaglio, un gesto, i gesti fra noi genitori e loro. E’<br />

una bimba in attesa, già assegnata, entro breve<br />

avrà di nuovo una famiglia. Forse incontrare questi<br />

tre ragazzi la aiuterà ad attendere la svolta nella<br />

sua vita con meno timore.<br />

Tensione ed emozione si sciolgono nella festosità<br />

dello spettacolo del Fekat Circus, abbiamo raggiunto<br />

i nostri compagni di viaggio che ci guardano,<br />

ci chiedono con discrezione, sento una<br />

carezza su una spalla, una mano che stringe la<br />

mia, ciascuno ha il proprio modo di mandare un<br />

piccolo segnale. Dal nostro mondo ci stanno già<br />

riacciuffando, i cellulari funzionano, qualcuno riceve<br />

anche già telefonate dall’ufficio però siamo<br />

ancora lontani e quando ci abbracceremo, salutandoci,<br />

a Malpensa scioglieremo la piccola comunità<br />

viaggiante consapevoli di aver condiviso<br />

più di quello che avremmo pensato e sperato.<br />

Grazie a tutti voi compagni di viaggio e grazie a<br />

Donatella, Graziella, Chiara. Selam.<br />

14<br />

Immagini, emozioni, ricordi<br />

Il 3 ottobre 1935 il più grande esercito coloniale<br />

della storia invadeva l'Etiopia seminando<br />

morte e distruzione in nome<br />

"dell'Italia proletaria e fascista" e di un "popolo<br />

di poeti, di artisti, di eroi, di santi...”<br />

A distanza di tre quarti di secolo altri eserciti<br />

(compreso il nostro) invadono nazioni<br />

inseguendo folli sogni di supremazia razziale<br />

e religiosa nel vano tentativo di stabilire<br />

un improbabile ordine mondiale.<br />

Nulla è cambiato. Nulla cambierà.<br />

Grazie a voi il mio pessimismo storico risulta<br />

meno doloroso e angosciante. Un<br />

gruppo eterogeneo e variegato di donne e<br />

uomini, uniti però da un unico ideale, ha<br />

dimostrato che si possono sostituire la supremazia<br />

con l'amicizia, la conquista con<br />

la cooperazione, l'egoismo con la socialità<br />

rendendo meno assordanti gli schiamazzi<br />

dei nuovi razzisti nostrani.<br />

Un grazie di cuore.<br />

Luigi C.<br />

Anche per noi è stata un'esperienza molto<br />

interessante ed intensa, abbiamo potuto<br />

appurare che il CIAI ha scelto la strada giusta<br />

(purtroppo una delle poche percorribili<br />

in simili regimi?) per contribuire a migliorare<br />

le condizioni di vita della gente del<br />

posto: costruire scuole.<br />

Grazie di cuore al CIAI e agli operatori che<br />

vivono lì; e grazie a tutto il gruppo per la<br />

simpatia.<br />

Cristina e Alessandra<br />

Questo viaggio etiope è stato straordinario<br />

perché attraverso il CIAI abbiamo potuto<br />

vedere "dal di dentro" realtà e<br />

problemi che forse per un fastidioso senso<br />

di colpa collettiva ci lasciamo talvolta scivolare<br />

alle spalle, ma soprattutto perché<br />

abbiamo avuto il privilegio di conoscere<br />

molte persone che si impegnano con<br />

grande intelligenza e vitalità- e direi quasi<br />

con allegria- in campi in cui il compito sembrerebbe,<br />

ad una prima impressione, davvero<br />

troppo difficile. E da ciò che abbiamo<br />

visto e vissuto in Etiopia traggo una riflessione<br />

finale un pò ingenua e naif, ma concedetemela:<br />

questo nostro mondo, con<br />

tutti i suoi disastri, è pieno di energie meravigliose...e<br />

meriterebbe davvero di essere<br />

governato da forze e da poteri più degni.<br />

A tutti ancora un grazie.<br />

Giovanna


A fianco, il gruppo al gran completo. Foto centrali grandi: raggiungere le scuole non<br />

è sempre stato facile; i tanti bambini che, con i loro genitori ci aspettavano alla scuola di<br />

Zute. Nelle foto piccole, da sinistra: uno degli incontri fra un sostenitore e il beneficiario<br />

del Sostegno, in questo caso una ragazza accompagnata dalla madre; il gruppo ha<br />

fatto dono ai bambini del circo di Arbaminch di diversi attrezzi per la giocoleria; la nostra<br />

“carovana” sulla strada verso il sud. Nelle pagine precedenti, la cerimonia del caffè<br />

presso la sede CIAI di Arbaminch e il vivace mercato del pesce di Awassa<br />

Questo viaggio è stato per me la<br />

realizzazione di un sogno che tenevo<br />

nel cassetto fin da bambina.<br />

Un grazie di cuore a chi lo ha organizzato<br />

con tanta attenzione, a mio<br />

marito che ha permesso che io potessi<br />

vivere questo sogno, ai miei<br />

figli che hanno accettato con consapevolezza<br />

la mia lontananza, alle<br />

molte persone speciali che ho incontrato<br />

su questa strada, ai bambini,<br />

alla loro energia, ai loro sorrisi<br />

... nonostante tutto. A voi, tutti, che<br />

avete condiviso emozioni, pensieri,<br />

esperienze. Ai "giovani" del gruppo<br />

che tanto hanno dato ad ognuno di<br />

noi, ai colori indimenticabili di questa<br />

terra, non più così lontana.<br />

Alle persone che lavorano ogni<br />

giorno per un mondo migliore, al<br />

loro coraggio, alla loro forza, che<br />

abbiamo sentito essere la nostra. Ai<br />

tanti visi che in questi giorni continuo<br />

a rivedere, ad occhi chiusi.<br />

Sento di aver ricevuto molto di più<br />

di quanto avrei voluto dare … Grazie<br />

di cuore.<br />

Simona<br />

I viaggi CIAI sono diversi dagli altri.<br />

L’ingrediente segreto sembra stare<br />

nel fatto che chi parte ha già deciso<br />

di incontrare autenticamente (cioè<br />

nel rispetto) almeno una persona<br />

estranea, in carne ed ossa. E spirito.<br />

Questo basta a trasformare lo spostarsi<br />

(il gesto fisico del viaggiare) in<br />

un continuo appuntamento (dove<br />

nulla è già noto), l’evadere (la liberazione<br />

dal quotidiano) in atteggiamento<br />

di attesa (l’attenzione curiosa<br />

a tutto), il desiderare dell’altro (il<br />

gusto del diverso per il diverso) in ri-<br />

posizionare se stessi (non siamo noi l’ombelico<br />

del mondo). Tutto questo, anche se<br />

solo tacitamente condiviso all'interno di un<br />

gruppo, garantisce ogni riuscita, perché le<br />

difficoltà ed i disagi nascono spartiti, le<br />

priorità di ciascuno sbiadiscono in subordine,<br />

le normali esigenze risultano persino<br />

ridicolizzate.<br />

La contropartita alla rinuncia è alta: ritrovare<br />

se stessi, in verità. E in buona compagnia.<br />

Ecco una poesia che ho scritto durante il<br />

viaggio.<br />

MANINE (OCCASIONI PERDUTE)<br />

Mica ci si abitua alle manine,<br />

sventolate in saluto precipitoso,<br />

terminali di denti<br />

aperti in sorrisi insostenibili,<br />

e di occhi,<br />

luci di vita ancora non toccata.<br />

Ci raggiungono attraverso il nostro finestrino,<br />

lanciati ad alta cilindrata verso la prossima meta.<br />

E ci turbano,<br />

come occasioni perdute.<br />

L’istinto è di fermarsi e ricambiare,<br />

sorriso e sventolio,<br />

prima che ci colgano e vergogna<br />

e rimorso<br />

di antiche dimenticanze.<br />

Prima che le manine si fermino<br />

a palme in su,<br />

a questuare ben più del nostro alludere<br />

(sincero, questo sì)<br />

a un magro amore, niente più che virtuale.<br />

Fossimo almeno capaci di rendervi<br />

la metà<br />

della gioia di vita che ci trasferite,<br />

e trasformare in coraggio<br />

la decima parte<br />

della vostra ignara innocenza, da restituire<br />

a dignità di persona.<br />

Luigi L.<br />

15


VIETNAM<br />

Lotta alla malnutrizione.<br />

Su tutti i fronti<br />

di Silvia Barbazza*<br />

Nel distretto di Son Dong,<br />

provincia di Bac Giang, nel<br />

nord est del Vietnam, è iniziato<br />

un nuovo intervento<br />

del CIAI per contrastare la<br />

malnutrizione dei bambini<br />

e delle loro famiglie, fenomeno diffuso e legato<br />

anche a ragioni culturali e alla mancanza<br />

di informazioni.<br />

Per tutto il 2012 gli operatori dell'associazione,<br />

che lavora in questa zona dal 2005,<br />

forniranno alle famiglie i principi che<br />

stanno alla base di una corretta nutrizione,<br />

soprattutto durante l’infanzia. Il Progetto è<br />

stato in parte finanziato dall’edizione 2011<br />

di Fabbrica del sorriso, l’evento organizzato<br />

da Mediafriends onlus.<br />

Il tasso di malnutrizione tra i bambini in<br />

Vietnam è in media del 21% e nonostante<br />

gli sforzi fatti dallo Stato per ridurre questo<br />

dato, i risultato sono ancora poco visibili.<br />

Distanti dal «mondo»<br />

Son Dong è una zona montagnosa che<br />

spesso rimane isolata durante il periodo<br />

delle piogge. Qui vivono 14 differenti<br />

gruppi etnici: in una società così variegata<br />

e dispersa, implementare con successo una<br />

politica comune di educazione alimentare<br />

può essere difficile.<br />

Per le madri, le associazioni delle donne e<br />

16<br />

nei centri pubblici di salute saranno impartiti<br />

corsi per utilizzare al meglio le conoscenze<br />

disponibili, in modo da assicurare<br />

ai bambini i principi nutritivi necessari per<br />

una corretta crescita. Alle famiglie verranno<br />

inoltre dati strumenti e conoscenze per migliorare<br />

i propri orti famigliari o per crearne<br />

nuovi.<br />

Il peso della tradizione<br />

Le comunità etniche si affidano principalmente<br />

alle nozioni tradizionali sull’alimentazione<br />

e la crescita dei bambini. Se nei<br />

tempi passati i precetti tramandati di generazione<br />

in generazione erano le uniche conoscenze<br />

su cui una madre poteva fare<br />

affidamento, ora queste possono essere integrate<br />

da informazioni e nozioni importanti<br />

per la crescita dei loro figli.<br />

Due specialisti locali, un agronomo e un<br />

nutrizionista, condurranno uno studio approfondito<br />

della situazione attuale, delle risorse<br />

disponibili e studieranno insieme la<br />

maniera di ottimizzare le conoscenze tradizionali<br />

integrandole alle nozioni di nutrizione<br />

dettate dalla medicina olistica.<br />

La tradizione vietnamita si basa principalmente<br />

su precetti derivati dalla medicina cinese,<br />

dove la combinazione di vari alimenti<br />

assicura il giusto equilibrio nei pasti. Purtroppo<br />

però tali tradizioni non sono spesso<br />

applicate al meglio così che alcuni alimenti<br />

sono sostituiti o eliminati per mancanza di<br />

risorse. Anche la reperibilità nei mercati locali<br />

di alimenti a basso costo e di facile preparazione<br />

si somma alla scarsità di<br />

conoscenze in materia di alimentazione da<br />

parte della comunità, così che spesso a tavola<br />

arrivano piatti a basso valore nutritivo.<br />

Le famiglie, inoltre, si trovano a vendere gli<br />

ortaggi e i frutti del proprio orto per comprare<br />

merendine, sale glutammato - condimento<br />

comune in Vietnam ma secondo<br />

molti studi nocivo per la salute - e prodotti<br />

inscatolati di scarso valore nutrizionale.<br />

Bambini protagonisti<br />

Anche i bambini parteciperanno attivamente<br />

al progetto, attraverso i corsi e competizioni<br />

culinarie nelle scuole per mettere<br />

in pratica quanto appreso.<br />

Il coinvolgimento di bambini e adolescenti<br />

è un elemento fondamentale per la riuscita<br />

del progetto: saranno coinvolti ragazzi che<br />

frequentano le scuole medie, che in famiglia<br />

si occupano spesso della manutenzione<br />

dell’orto e della preparazione di pasti. In tal<br />

modo la loro partecipazione attiva al progetto<br />

darà ai ragazzi la possibilità di avere<br />

un ruolo attivo nelle piccole decisioni della<br />

vita famigliare.<br />

*Sede CIAI, Vietnam


Tet<br />

il capodanno vietnamita<br />

Tet è l’anno nuovo secondo il calendario lunare ed equivale<br />

alla celebrazione del 31 di Dicembre in Italia: è il capodanno<br />

del Vietnam. E’ il momento in cui le famiglie si<br />

ritrovano e festeggiano l’arrivo del nuovo anno: per tradizione,<br />

durante l’ultima luna piena dell’anno, milioni di persone<br />

iniziano il loro viaggio verso i villaggi in cui sono nati per celebrare<br />

vicino ai propri cari i tre<br />

giorni di luna nuova che segnano<br />

l’arrivo della primavera.<br />

Simbolo del Tet sono gli alberi di<br />

mandarino e di pesco: il mandarino<br />

rappresenta l’abbondanza<br />

e raccoglie in sé il frutto<br />

maturo, quello acerbo, i fiori e<br />

le foglie che simbolizzano le<br />

quattro generazioni nella famiglia.<br />

Le strade di Hanoi nelle settimane<br />

precedenti al Tet sono colorate<br />

dai mandarini, dalle<br />

giunchiglie e dai fiori rosa del<br />

pesco.<br />

I negozi che vendono fiori, lanterne<br />

rosse e dorate, luci e calendari<br />

dai colori sgargianti si<br />

moltiplicano e rendono irriconoscibili<br />

le vie della città, che durante<br />

il resto dell’anno sono<br />

dedite ad altri affari. Nelle case,<br />

decorate da piante variopinte,<br />

non mancano frutti profumati.<br />

I frutti sono scelti con cura dalle<br />

donne della famiglia che cercano<br />

nei vari mercati gli esemplari più<br />

rotondi che meglio rappresentino<br />

il cielo che circonda la terra<br />

Sono uno degli ultimi arrivati nella squadra del CIAI: non è molto<br />

tempo, ma abbastanza per capire l’ambiente di lavoro e le mie responsabilità.<br />

Stiamo assistendo a un periodo di cambiamento con la speranza di<br />

vedere uno scenario più chiaro sulla nuova legge per le adozioni in<br />

Vietnam, in base al quale l'iter adottivo sarà condotto in modo trasparente.<br />

Siamo nel periodo iniziale dell'attuazione della legge e per ora non<br />

possiamo avere il quadro completo, dai livelli centrali a quelli provinciali.<br />

Noi però continuiamo a credere nella missione che ci ha<br />

condotto fin qui.<br />

Ricordo ancora la sensazione di entusiasmo i primi giorni di lavoro<br />

nell’ufficio di Hanoi. Ero onorato di accompagnare le famiglie nelle<br />

province e ho partecipato alle cerimonie ufficiali che coinvolgono i<br />

genitori e i bambini, come quella del “Dare e Ricevere” che sono<br />

e in cui vivono gli antenati e che proteggono i vivi. Mele, uva e<br />

pompelmi sono offerti, insieme alle preghiere di rito, ai familiari<br />

defunti, affinché estendano la loro benedizione a tutta la famiglia.<br />

Le preghiere e le richieste per l’anno nuovo vengono scritte<br />

su dei fogli di carta che vengono poi bruciati insieme all’incenso,<br />

in modo che volino in cielo dove gli antenati possano ascoltarle<br />

e così esaudirle.<br />

Gli altari sono puliti e sistemati<br />

dagli uomini per l’occasione.<br />

L’intera casa prima del Tet viene<br />

pulita a fondo e riparata, se necessario.<br />

Le settimane che precedono<br />

la prima luna nuova<br />

dell’anno sono un fermento di<br />

attività nelle famiglie.<br />

La maggior parte della lavoro<br />

viene fatto dalle donne, per le<br />

quali Tet è anche un periodo di<br />

lavoro intenso.<br />

La società vietnamita è infatti<br />

ancora molto tradizionalista<br />

anche nella divisione dei ruoli all’interno<br />

della famiglia, e ciò che<br />

concerne la cura della casa è un<br />

dovere che spetta alle sole<br />

donne.<br />

Il Tet è il momento dell’anno in<br />

cui il forte legame della società<br />

vietnamita alle tradizioni diventa<br />

ancor più evidente. Ogni simbolo,<br />

colore, cibo e rituale tipico<br />

di questo periodo ha un preciso<br />

significato le cui origini ormai<br />

non si ricordano e sono legate a<br />

leggende che si tramandano di<br />

generazione in generazione.<br />

Prime impressioni di Bach Thi Minh Hang*<br />

state sempre i momenti più toccanti. Sono felice poi di leggere le relazioni<br />

di post-adozione e sapere che tutti i figli adottivi stanno bene<br />

e sono felici con la nuova famiglia. È un dono prezioso per tutti noi<br />

che siamo coinvolti nell’assistenza alle coppie.<br />

CIAI ha presentato la richiesta al Dipartimento delle adozione (DA)<br />

del Ministero della Giustizia per rinnovare l'autorizzazione a operare<br />

nel paese. Occorre attendere e essere pazienti. Ho sempre mantenuto<br />

buoni rapporti con il Dipartimento anche se non abbiamo ancora<br />

molte attività congiunte. Mantenere buoni rapporti con le<br />

autorità locali è essenziale per il lavoro futuro.<br />

Ci auguriamo che il 2012 possa darci l’opportunità di aiutare genitori<br />

italiani e bambini vietnamiti a diventare famiglie.<br />

*Sede CIAI Vietnam


INDIA<br />

Gravi danni alla SATYA SCHOOL<br />

di Paola Scelzi*<br />

La notte del 30 dicembre,<br />

quando tutti si stavano preparando<br />

ad aprire le porte ad un<br />

nuovo anno, un fortissimo ciclone<br />

tropicale si è abbattuto<br />

sulla costa sud-orientale dell’India.<br />

Venti che viaggiavano a più di 145 km<br />

orari hanno sferzato le coste del Tamil<br />

Nadu, colpendo la zona di Puducherry,<br />

dove hanno sede i nostri uffici, e quella di<br />

Cuddalore.<br />

Nonostante la devastazione che ha causato,<br />

il ciclone Thane non ha fatto molto “parlare<br />

di sé”, soprattutto al di fuori dei confini<br />

del Paese.<br />

Numerosi villaggi costieri sono stati distrutti,<br />

causando diverse vittime e numerosi<br />

dispersi. Centinaia di migliaia di alberi,<br />

anche secolari, sono crollati, abbattendosi<br />

sulle linee della corrente elettrica, lasciando<br />

le città ed i villaggi senza acqua ed energia<br />

per diversi giorni.<br />

Migliaia di scuole nel distretto, soprattutto<br />

quelle più fatiscenti, sono state pesantemente<br />

danneggiate dall’uragano, tanto da<br />

dover essere chiuse per almeno una ventina<br />

di giorni.<br />

Nei villaggi, le case dei pescatori e quelle<br />

delle famiglie più povere, costruite in fango<br />

e paglia, sono andate completamente distrutte.<br />

Il materiale scolastico dei bambini perso o<br />

reso inservibile.<br />

18<br />

Due dei nostri progetti in Tamil Nadu<br />

sono stati particolarmente coinvolti dal ciclone:<br />

la Satya School per quanto riguarda<br />

la zona di Puducherry e le comunità di pescatori<br />

di Cuddalore, già colpite dallo tsunami<br />

del 2004.<br />

I bambini dispersi<br />

La situazione nei villaggi intorno a Pondicherry,<br />

dai quali provengono i bambini sostenuti<br />

dalla Satya School, si è subito<br />

dimostrata particolarmente seria.<br />

Nei giorni successivi al ciclone ancora non<br />

erano state avviate iniziative di sostegno alla<br />

popolazione colpita, nei villaggi acqua ed<br />

elettricità non venivano erogate, latte e<br />

materiali da costruzione avevano subito un<br />

fortissimo incremento dei prezzi, tanto da<br />

divenire inaccessibili.<br />

Il centro della Satya School, una tipica casa<br />

antica tutta colorata e con un patio colonnato<br />

centrale, dove bambini con disabilità<br />

vengono supportati con diverse terapie riabilitative,<br />

è stranamente vuoto qualche<br />

mattina dopo l’uragano.<br />

Nonostante i danni che la struttura ha subito,<br />

è stato deciso di lasciare aperte le aree<br />

non danneggiate, per non interrompere le<br />

terapie e per lasciare aperto uno spazio di<br />

incontro per questi bambini e per le loro<br />

famiglie.<br />

La preoccupazione più grande è che, in<br />

questo contesto di emergenza, questi bambini<br />

con disabilità possano non ricevere<br />

cure ed attenzioni adeguate, soprattutto<br />

Il violento uragano Thane<br />

che si è abbattuto su<br />

Puducherry e dintorni ha<br />

colpito pesantemente la<br />

struttura. Danni anche alle<br />

abitazioni di molti bambini<br />

della scuola<br />

l’accesso ad alcuni farmaci essenziali come<br />

quelli per contrastare le crisi epilettiche o<br />

essere abbandonati o ulteriormente discriminati.<br />

Purtroppo fin dal giorno successivo all’uragano<br />

non abbiamo più avuto notizie di 40<br />

fra i bambini che frequentano regolarmente<br />

la Satya School, e delle loro famiglie.<br />

La speranza è quella che possano essersi rifugiati<br />

altrove, presso altre famiglie o conoscenze,<br />

e che, una volta ristabilitasi la<br />

situazione, facciano rientro nei propri villaggi<br />

per avviare la ricostruzione delle case<br />

andate distrutte.<br />

I villaggi dei pescatori<br />

I villaggi della zona di Cuddalore, dove sosteniamo<br />

un progetto con l’Indian Council<br />

for Child Welfare ICCW, uno dei nostri<br />

partner storici, sono stati i più colpiti dalla<br />

forza dell’uragano. A causa della caduta<br />

degli alberi, molte strade di accesso ai villaggi<br />

sono state bloccate.<br />

In questi villaggi di pescatori, l’economia<br />

del luogo è stata duramente colpita dall’uragano,<br />

migliaia di barche sono state<br />

messe al riparo in zone sicure e le attività<br />

collegate alla pesca sospese. I sistemi di comunicazione<br />

cosi come l’erogazione di<br />

acqua e corrente elettrica prenderanno<br />

tempo prima di poter essere ristabilite.<br />

Le case dei bambini che sosteniamo nei villaggi<br />

costieri sono state tutte parzialmente<br />

o completamente distrutte.<br />

Alcuni di loro, avevano steso ad asciugare al


sole i loro libri ed i loro quaderni, recuperati<br />

dopo l’uragano.<br />

Questi bambini, molti di loro rimasti orfani<br />

a causa dello tsunami, sono bambini<br />

affidati o che vivono con un solo familiare,<br />

spesso una persona anziana.<br />

Queste famiglie per sopravvivere si dedicano<br />

ad attività legate alla pesca, fortemente<br />

danneggiate dall’uragano, che ha<br />

reso ancor più difficile prendersi cura di<br />

questi bambini.<br />

Insieme ad i nostri partners abbiamo immediatamente<br />

attivato un monitoraggio<br />

della situazione, con l’obiettivo di privilegiare<br />

la protezione dei bambini beneficiari<br />

dei nostri progetti, garantendone l’accesso<br />

all’educazione e alla salute, soprattutto considerando<br />

che questi bambini con disabilità<br />

od orfani, in un frangente cosi delicato,<br />

possono cadere facilmente in situazioni a<br />

rischio di abbandono, discriminazione o<br />

vulnerabilità.<br />

*Programm manager, sede CIAI India<br />

Nell pagina accanto, da sinistra, un albero che si<br />

è abbattuto sulla sede di Puducherry della Satya<br />

School a seguito del violento uragano; lo spazio<br />

riservato alle attività ludico-riabilitative è andato<br />

distrutto. In questa pagina, a fianco, molti i tetti<br />

scoperchiati in città e nelle case nei villaggi;<br />

sopra, alcuni momenti di attività di fisioterapia e<br />

riabilitazione per i bambini.<br />

PROTEGGERE<br />

L’INFANZIA<br />

Era presente anche il CIAI tra i partners della<br />

Conferenza Nazionale sull’opportunità di rafforzare<br />

forme alternative di protezione dell’infanzia<br />

a rischio o vittima di abbandono, che si è<br />

svolta nel mese di Novembre a Bhubaneshwar, in<br />

Orissa.<br />

In un paese dove, troppo spesso, si ricorre all’istituzionalizzazione<br />

dei bambini che si trovano<br />

in condizioni di vulnerabilità, questo evento -<br />

dove erano presenti esponenti del governo centrale<br />

e locale, Unicef, CARA (l’istituzione centrale<br />

che si occupa di adozione in India, ndr), diverse<br />

Ong ed organizzazioni della società civile indiana<br />

- ha rappresentato un importante momento di<br />

scambio e riflessione, ma soprattutto di volontà<br />

politica, con l’obiettivo di promuovere un sistema<br />

effettivamente protettivo dei diritti dell’infanzia.<br />

In India, paese che accoglie 390 milioni di bambini<br />

- il 19% dei bambini di tutto il mondo - dei<br />

quali 12 milioni sono bambini con bisogni speciali,<br />

altri 12 milioni vivono senza il calore di una<br />

casa ed infine 25 milioni sono orfani, migliaia e<br />

migliaia di bambini vengono affidati ad orfanotrofi<br />

e centri di accoglienza, governativi e non<br />

governativi.<br />

I bambini possono perdere il loro nucleo familiare<br />

o esserne allontanati per l’estrema povertà<br />

in cui versano le loro famiglie, vittime di abbandono<br />

per motivi economici o culturali, a causa<br />

della migrazione stagionale delle famiglie, vittime<br />

di trafficking o sfruttamento.<br />

Bambini che, senza l’affetto e la protezione di<br />

una famiglia, possono cadere in situazioni ad<br />

alto rischio di abuso, sfruttamento e maltrattamenti.<br />

Nonostante questi dati allarmanti, leggi e politiche<br />

che avrebbero dovuto garantire i diritti dell’infanzia<br />

sono finora rimaste spesso disattese,<br />

lasciando privi dei propri diritti milioni di bambini<br />

in tutta l’India.<br />

Per la prima volta, in questa sede, il diritto per<br />

ogni bambino di vivere nell’ambiente protettivo<br />

di una famiglia che ne promuova tutte le potenzialità,<br />

è stato fortemente affermato anche dal<br />

governo indiano, che ha lasciato intravedere un<br />

concreto cambiamento di direzione nelle politiche<br />

per la protezione dell’infanzia.<br />

Politiche che dovranno sempre considerare la migliore<br />

opzione per il bambino ed essere orientate<br />

a forme alternative all’istituzionalizzazione,<br />

intesa come l’ultima risorsa disponibile ed incentrate<br />

sulla famiglia o sulla comunità d’appartenenza,<br />

come l’affido, l’adozione, sia<br />

nazionale che internazionale ed il sostegno a distanza.<br />

(p.s.)


CENTRO STUDI<br />

Lo spread e il tasso<br />

di benessere dei bambini<br />

Il 20 settembre scorso la Commissione<br />

ONU ha incontrato, in sessione<br />

plenaria, una delegazione del<br />

Governo italiano per un confronto<br />

circa l’effettiva applicazione nel nostro<br />

Paese dei principi enunciati<br />

nella Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia<br />

e dell’Adolescenza. Paola Crestani, presidente<br />

del CIAI, vi ha partecipato in qualità<br />

di osservatore, insieme ad un gruppo di altre<br />

sei associazioni appartenenti al Gruppo CRC.<br />

I delegati ONU hanno chiesto ai rappresentanti<br />

del Governo delucidazioni su moltissime<br />

questioni, ponendo domande precise e puntuali<br />

sulla base dei dati forniti sulla situazione<br />

italiana attraverso il Rapporto Governativo e<br />

quello Supplementare, quest’ultimo redatto<br />

dalle oltre 90 associazioni indipendenti appartenenti<br />

al Gruppo CRC. In seguito alle risposte<br />

date e ai dati raccolti, il Comitato<br />

ONU si è espresso con una serie di Raccomandazioni<br />

che l’Italia è invitata ad ottemperare<br />

entro il 2017, e che dovrebbero<br />

rappresentare la bussola del nostro operare nei<br />

prossimi 5 anni.<br />

Innanzitutto, l’Italia è sollecitata a preoccuparsi<br />

delle alte percentuali di minori in situazioni<br />

di indigenza e delle forti disparità a<br />

livello regionale: il 17% dei minori residenti<br />

nel nostro Paese vive in condizioni di “povertà<br />

relativa”: trattasi di minori di origine straniera,<br />

quali i sinti e i rom, ma anche minori di origine<br />

italiana con un’evidente disparità di accesso<br />

ai diritti fondamentali - quali sanità,<br />

istruzione e assistenza – a livello regionale.<br />

Inoltre, si auspica un maggior stanziamento<br />

di risorse economiche a favore dell’infanzia:<br />

risulta incredibile che l’Italia abbia approvato<br />

un Piano Infanzia, arrivato con 7 anni di ritardo,<br />

a costi zero. La scarsità di risorse è un<br />

nodo cruciale che va a toccare diversi ambiti:<br />

basti pensare che nel 2011 il Fondo nazionale<br />

per le Politiche Sociali già tagliato nel 2010 -<br />

è diminuito di ulteriori 55 milioni di euro, il<br />

47% in meno rispetto al 2010. Anche la<br />

quota dedicata alla cooperazione internazionale<br />

dall’Italia rimane ancora al di sotto delle<br />

aspettative, attestandosi allo 0,15% del PIL<br />

contro lo 0,7% richiesto a livello internazionale<br />

e che il nostro Paese è chiamato a garantire<br />

entro il 2015.<br />

Altra questione ritenuta urgente è quella rela-<br />

20<br />

tiva alla mancanza di dati aggiornati sui minori:<br />

non solo non sappiamo quanti siano i<br />

minori non accompagnati presenti sul nostro<br />

territorio – compresi quelli dei recenti sbarchi<br />

di Lampedusa – ma abbiamo difficoltà a<br />

monitorare l’intero panorama dei minori in<br />

situazioni di difficoltà con particolare riguardo<br />

a coloro che vivono al di fuori della famiglia,<br />

ai bambini in comunità, in affido temporaneo,<br />

in affido “sine die”, in attesa di adozione<br />

nazionale; ciò rende difficile non solo quantificare<br />

i fenomeni ma anche capire la specificità<br />

delle problematiche di ogni singola situazione.<br />

Non possiamo ignorare che nel nostro Paese vi<br />

sono migliaia di bambini e ragazzi in affido<br />

(12.551 minori stimati nel 2005) e che il<br />

60% di questi affidi dura da oltre 2 anni (limite<br />

massimo previsto, ma derogabile) vivendo<br />

quindi in una situazione di incertezza<br />

affettiva e materiale rispetto al proprio presente<br />

e futuro. Vi sono 11.543 bambini e ragazzi<br />

in comunità – ma il dato è ancora fermo<br />

al 2005 – laddove per comunità si intende<br />

dalla casa famiglia al vecchio istituto semplicemente<br />

ridimensionato.<br />

Non sappiamo, inoltre, quanti<br />

siano i bambini che in Italia,<br />

pur essendo adottabili,<br />

non vengano adottati da<br />

nessuno – anche se si<br />

parlasse di un centinaio<br />

ciò non dovrebbe<br />

esimerci dal preoccuparci<br />

per loro – e non<br />

sappiamo neanche<br />

quanti bambini arrivati<br />

con l’adozione internazionale<br />

siano poi stati “restituiti”<br />

al Tribunale. Recentemente, in<br />

un’ intervista, la stessa Presidente del<br />

Tribunale per i Minorenni di Roma ha parlato<br />

dei “troppi fallimenti adottivi” come di<br />

un fenomeno in crescita, ammettendo però<br />

l’inesistenza di dati.<br />

In particolare, per quanto riguarda la tematica<br />

dell’adozione - che ci tocca più da vicino<br />

e rispetto alla quale siamo stati capofila nella<br />

redazione del paragrafo dedicato nel Rapporto<br />

Supplementare - il Comitato chiede al Governo<br />

italiano di: prestare maggiore attenzione<br />

all’ascolto e all’opinione del minore; garantirgli<br />

il suo diritto a conoscere l’identità dei ge-<br />

di Marina Raymondi*<br />

nitori naturali; legiferare in materia di adozione<br />

mite e di affidi “sine die”; ridurre il numero<br />

degli enti autorizzati anche al fine di<br />

garantire un maggior controllo sul loro operato<br />

e sui costi dell’adozione; monitorare gli<br />

esiti a lungo termine delle adozioni: sullo stato<br />

di benessere dei figli adottivi e sugli eventuali<br />

“fallimenti”.<br />

Queste sono le questioni specifiche alle quali<br />

dovremo dare una risposta nel 2017, queste<br />

sono le questioni urgenti che riguardano i<br />

tanti bambini che vivono al di fuori del proprio<br />

ambiente familiare e che chiedono di essere<br />

tenuti in considerazione, non<br />

dimenticati, rispettati nel loro diritto ad avere<br />

una famiglia stabile, duratura, affettiva, nella<br />

quale crescere armoniosamente e sviluppare le<br />

proprie potenzialità.<br />

Rispetto alla recente polemica sull’Italia che<br />

non adotterebbe più - quando i dati , ancora<br />

quelli del 2011, ci dicono che siamo al secondo<br />

posto al mondo, solo dopo gli USA ,<br />

per numero di bambini adottati dall’estero -<br />

sembra che a farla da padrone siano i numeri,<br />

nonché i costi, nonché i tempi…..<br />

ma non lo stato di benessere dei<br />

bambini adottati. Facciamo<br />

numero, ma non ci interroghiamo<br />

sugli esiti a<br />

lungo termine di questi<br />

“numeri”. A questo veniamo<br />

chiamati anche<br />

dal Comitato ONU,<br />

non solo perché l’Italia<br />

è uno dei Paesi che realizza<br />

maggiori adozioni,<br />

e oltretutto di bambini<br />

sempre più grandi di età –<br />

ma soprattutto perché l’Italia<br />

poco si interroga sullo stato di benessere<br />

dei bambini e dei ragazzi adottati ormai<br />

cinque, dieci …quindici anni fa.<br />

In un’epoca di crisi economica, di crisi politica<br />

e, perché no, di lamentata “crisi della adozioni”<br />

, come sarebbe bello se il tasso di affidabilità<br />

di uno Stato fosse calcolato sul tasso<br />

di felicità e spensieratezza dei nostri bambini!<br />

*Responsabile Centro Studi CIAI


LE ATTIVITÀ 2012 CAMPO DI VOLONTARIATO IN ETIOPIA<br />

Il Centro Studi, Formazione ed Educazione del CIAI, ha in programma numerose<br />

iniziative rivolte sia alle famiglie adottanti e adottive, ai figli adottivi<br />

adolescenti e adulti, operatori psico-sociali e di settore.<br />

Ecco le prossime date:<br />

SEMINARI per genitori adottanti e adottivi, figli adottivi adulti e<br />

operatori psico-sociali<br />

MILANO<br />

“Intessere legami familiari”, ciclo da novembre 2011 a maggio 2012<br />

- 4° incontro: “Legami familiari e legami sociali dell’adolescenza”, 17 marzo<br />

- 5° incontro: “Intessere nuovi legami affettivi”, 5 maggio<br />

Per questi seminari è possibile la partecipazione attraverso il collegamento livestreaming<br />

interattivo.<br />

PADOVA<br />

“La narrazione della storia adottiva”, ciclo da marzo a novembre 2012<br />

- 1° incontro: “Ti raccontiamo la tua storia”, 31 marzo<br />

- 2° incontro: “Le parole difficili da dirti”, 12 maggio<br />

- 3° incontro: “Raccontaci la tua storia”, 6 ottobre<br />

- 4° incontro: “Il tuo Paese di origine, tra ricordi e appartenenze”, 24 novembre<br />

ROMA - PADOVA - MILANO<br />

“LE PAROLE DEL CORPO” - Percorso esperienziale sul linguaggio non verbale<br />

degli affetti e delle emozioni tra bambino e adulti rivolto alle coppie in attesa di adozione<br />

internazionale.<br />

- Roma: 30-31 marzo e 1 aprile<br />

- Padova: 19-20-21 ottobre<br />

- Milano: 23-24-25 novembre<br />

CORSI DI FORMAZIONE per operatori psico-sociali<br />

È previsto l’accreditamento ECM per Psicologi e crediti formativi per Assistenti Sociali<br />

MILANO<br />

“Il bambino adottivo tra passato e presente. Corso di formazione per il<br />

lavoro di sostegno nel post-adozione”, 10-11 maggio<br />

“Il sostegno alla famiglia adottiva nel corso del tempo”, 15-16 novembre<br />

PADOVA<br />

“Parlare di adozione. Il sostegno alla famiglia adottiva nel trattare la storia personale<br />

del figlio durante le diverse tappe di crescita”, 18-19 aprile<br />

ROMA<br />

“Conoscere e sostenere la famiglia adottiva. Corso di formazione per il<br />

primo intervento di sostegno nel post-adozione”, 8-9 novembre<br />

ATTIVITA’ PER RAGAZZI<br />

- Incontri per adolescenti sui temi dell’Educazione alla Cittadinanza Mondiale: Milano,<br />

da gennaio a giugno; da ottobre a dicembre.<br />

- Campo Estivo per adolescenti (dai 14 ai 17 anni), Campo Tures (BZ), 7-14 luglio<br />

- Campo di Volontariato per ragazzi dai 18 ai 30 anni (vedi box)<br />

INCONTRI ADOTTIVI ADULTI<br />

Incontri periodici di confronto sulle tematiche adottive per figli adottivi adulti.<br />

Per informazioni:<br />

Centro studi, formazione e educazione<br />

centrostudi@ciai.it - Tel. 02.84 84 44 26 / 27 / 28<br />

Il campo di volontariato è un’occasione unica per entrare in<br />

prima persona a contatto con una delle realtà in cui il CIAI lavora<br />

da tanti anni, portando il proprio contributo concreto al miglioramento<br />

della vita di tanti bambini che vivono dall’altra parte<br />

del mondo, vivendo un’esperienza di scambio e condivisione con<br />

la comunità locale e fornendo ad ognuno una grande opportunità<br />

di arricchimento personale.<br />

Il CIAI crede fortemente nell’importanza di fornire ai ragazzi e<br />

alle ragazze, che in qualche modo ruotano intorno all’associazione,<br />

occasioni in cui potersi spendere per gli altri, conoscere direttamente<br />

e da vicino i progetti e le attività e fare propri i suoi<br />

valori. Il tutto con lo scopo di avere un punto di vista “giovane”<br />

per poter arricchire e migliorare il proprio lavoro.<br />

Per chi<br />

Il campo di volontariato è rivolto a ragazze e ragazzi dai 18 ai<br />

28 anni che abbiano voglia di entrare in una realtà diversa dalla<br />

propria, di relazionarsi con bambini che vivono in contesti disagiati,<br />

di fare qualcosa di concreto per loro, di adattarsi a situazioni<br />

molto spartane, di vivere un’esperienza arricchente in<br />

gruppo. Il gruppo sarà formato da 10-15 persone e sarà data<br />

precedenza ai soci CIAI o figli di soci.<br />

È consigliabile la conoscenza anche elementare della lingua<br />

inglese.<br />

Quando<br />

21 luglio -11 agosto<br />

Le attività<br />

Il gruppo sarà impegnato, ad Addis Abeba e Arba Minch, in attività<br />

di animazione con i bambini, in piccole attività artistiche<br />

e nell’insegnamento della lingua inglese ai bambini più grandi.<br />

Il gruppo sarà accompagnato da personale CIAI della sede di<br />

Milano, supportato dallo staff della sede CIAI Etiopia e alloggerà<br />

in guest house molto semplici.<br />

La formazione<br />

La partecipazione al campo implica la frequenza ad una giornata<br />

di formazione pre-partenza tra maggio e giugno. E’ previsto<br />

inoltre un incontro di confronto e valutazione dell’esperienza<br />

tra settembre e ottobre.<br />

Costi<br />

La quota di partecipazione varia tra 1.550 € e 1.750 € circa<br />

(variazione dipendente dalla quotazione del volo aereo) comprensivi<br />

di giornata di preparazione pre-partenza, spese organizzative,<br />

viaggio aereo, assicurazione, trasporto in loco con jeep<br />

e mezzi pubblici, vitto e alloggio, accompagnatore.<br />

La quota non comprende le spese di visto, l’ingresso a eventuali<br />

luoghi di visita, bevande extra ai pasti e qualunque tipo di acquisto<br />

personale.<br />

Iscrizioni<br />

Entro il 30 aprile, inviando la scheda di pre-iscrizione e la scheda<br />

di conoscenza. Il CIAI darà comunicazione dell’accettazione dell’iscrizione<br />

entro il 15 maggio 2011, momento in cui sarà necessario<br />

versare un acconto di 500 €. Il CIAI si riserva inoltre di<br />

effettuare colloqui conoscitivi con i singoli volontari per un approfondimento<br />

motivazionale.<br />

Per informazioni:<br />

Chiara Biffi, Tel. 02.84.84.44.26 centrostudi@ciai.it<br />

chiara.biffi@ciai.it


NETWORK<br />

Volontario è bello! di<br />

Come ogni anno, avvicinandosi<br />

il periodo natalizio hanno<br />

avuto luogo, le giornate di<br />

raccolta fondi per il CIAI.<br />

Chiara Biffi, che segue il<br />

gruppo dei ragazzi adolescenti<br />

CIAI, mi ha informato su questa attività<br />

di volontariato e mi ha illustrato i progetti<br />

ai quali i fondi sarebbero stati destinati.<br />

Ho condiviso subito la necessità di poter<br />

essere utile in questa esperienza.<br />

Ho cosi cercato di coinvolgere alcuni amici<br />

e compagni di scuola. Con un po’ di fatica,<br />

a causa degli impegni scolastici e della<br />

lontananza da Milano (alcuni abitano<br />

fuori) siamo riusciti ad essere un gruppo<br />

di circa 8 ragazzi.<br />

All’organizzazione del montaggio stand e<br />

MILANO CITY MARATHON<br />

Anche per l'edizione 2012 della<br />

MCM che si svolgerà domenica 15<br />

aprile, potrete correre a fianco del<br />

CIAI. Ciò significa che per ogni atleta<br />

che si iscriverà usando i moduli che<br />

troverete al sito www.ciai.it il CIAI riceverà<br />

una donazione di 10 euro.<br />

Potrete decidere se correre la maratona<br />

individuale affrontando 42km e<br />

195 mt oppure la staffetta (circa 10<br />

km per ciascun atleta) formata da 4<br />

persone.<br />

Se volete far parte di una squadra ma<br />

vi mancano i compagni, ci pensiamo<br />

noi ad affiancarvi altri podisti.<br />

Se non volete o potete partecipare<br />

direttamente aiutateci a diffondere la<br />

notizia.<br />

Tutti i fondi raccolti saranno destinati<br />

al progetto STS per sostenere il diritto<br />

all'educazione per più di 200 bambine e<br />

bambini cambogiani.<br />

L’iscrizione può avvenire anche al sito<br />

www.milanocitymarathon.it dove alla<br />

fine potrai scegliere il CIAI come associazione<br />

per la quale correre.<br />

22<br />

della richiesta dei permessi comunali ci<br />

hanno pensato alcune signore, già abituate<br />

a queste attività di volontariato. Quando<br />

siamo giunti in piazza S. Eustorgio a Milano,<br />

le volontarie ci hanno spiegato come<br />

ci dovevamo comportare e così ci siamo divisi<br />

in gruppetti di due o tre persone e abbiamo<br />

iniziato a distribuire i volantini e<br />

fermare le persone proponendo loro di fare<br />

un offerta per i progetti<br />

indicati nel volantino che<br />

distribuivamo.<br />

Ci siamo resi subito conto<br />

che fermare le persone per<br />

strada e soprattutto convincerle<br />

a donare almeno un'offerta non<br />

sia cosa facile. Purtroppo c’ è molta diffidenza,<br />

la gente ha paura di essere truffata,<br />

Natalia Curti<br />

nonostante ciò però, molte persone sono<br />

state educate nei nostri confronti e si sono<br />

raccomandate che i loro soldi fossero effettivamente<br />

dedicati alla giusta causa.<br />

Alcuni di noi hanno cercato di convincerli<br />

dicendo loro che la serietà della nostra associazione<br />

la potevamo testimoniare di persona<br />

essendo stati adottati tramite il CIAI.<br />

La giornata era molto<br />

fredda e verso le 19.00 è<br />

stato deciso di smontare il<br />

gazebo anche perché avevamo<br />

ottenuto un bel risultato,<br />

eravamo riusciti<br />

ad offrire quasi tutte le<br />

borsine con il cioccolato che avevamo a disposizione.<br />

Non male!<br />

L’esperienza è stata totalmente positiva.<br />

Queste le quote di partecipazione:<br />

Staffetta:<br />

entro il 12 marzo 140 €;<br />

dal 13 marzo al 4 aprile 180 €<br />

(quota globale, per 4 partecipanti)<br />

Maratona:<br />

20 € per chi ha completato tutte le<br />

precedenti edizioni;<br />

59 € fino al 12 marzo 2012;<br />

89 € dal 13 marzo al 4 aprile 2012.<br />

Volete dare di più? Potrete raccogliere<br />

fondi da donare e aiutarci a<br />

sostenere il centro STS, trovare nuovi<br />

amici corridori e segnalare loro l’iniziativa<br />

CIAI, organizzare una cena,<br />

un aperitivo, un torneo di calcetto o<br />

chiedere ai tuoi amici di sostenere la<br />

tua corsa. La Milano City Marathon<br />

premierà la squadra o il maratoneta<br />

che avrà raccolto più fondi.<br />

Ti aspettiamo il 15 aprile 2012!<br />

Per informazioni: Daniela Antonini<br />

daniela.antonini@ciai.it<br />

tel. 02 84844439


Siamo stati un intero pomeriggio insieme,<br />

abbiamo scherzato mettendoci in competizione<br />

tra noi per chi riusciva meglio ad<br />

illustrare i progetti ai passanti; si sono fatte<br />

parecchie risate e qualche “figura” !<br />

Alla fine eravamo anche soddisfatti di noi<br />

stessi perché ci eravamo resi utili con poco<br />

sforzo.<br />

Questa esperienza ha anche una valenza<br />

educativa, si impara a lavorare in gruppo,<br />

a parlare con gente estranea, a cercare di<br />

utilizzare le giuste parole affinché le persone<br />

potessero capire il messaggio in modo<br />

corretto e si convincessero a fare la donazione.<br />

Insegna anche a far fronte a persone<br />

poco educate che, come è capitato, rispondono<br />

in modo poco gentile o addirittura<br />

non rispondono nemmeno.<br />

Alcune foto dell’edizione 2011 della maratona.<br />

Sopra, un gruppo di podisti festeggiano all’arrivo;<br />

Marco Ardemagni ha corso per il CIAI in staffetta<br />

con altri colleghi della trasmissione di Radio Uno<br />

Rai Caterpillar.<br />

Il cioccolato ha fatto davvero bene<br />

di Francesca Calza *<br />

Anche quest'anno ce l'abbiamo fatta: l'iniziativa<br />

di raccolta fondi “corale” “Il cioccolato che fa<br />

bene” ha avuto un buon risultato.<br />

Per questo, dobbiamo innanzitutto ringraziarvi<br />

tutti: ben 80.000 gli Euro raccolti che, al netto<br />

dei costi, verranno destinati ai due progetti in<br />

India e Costa D’Avorio che avevamo selezionato.<br />

70 piazze e 57 punti di contatto hanno distribuito<br />

le borsine con il cioccolato, in tutto 600 volontari,<br />

e tante nuove piazze tra cui: Lanciano<br />

(CH), Cerrione (BI), Siracusa, Bottanuco (BG), La<br />

Spezia, Pavia Centro, Sassari, Oristano e Nuoro.<br />

Una grande mobilitazione!<br />

Sappiamo che è stato più faticoso degli altri anni:<br />

all'acqua e al freddo si è aggiunta la crisi, reale<br />

o percepita, per non parlare della presenza sempre<br />

più numerosa di banchetti di altre associazioni<br />

che vi sono capitate a fianco… ma,<br />

nonostante tutto, la raccolta ha avuto i suoi frutti<br />

ed il risultato è stato positivo!<br />

Ci teniamo a ricordare che tutto ciò è stato possibile<br />

anche grazie a:<br />

- Radio Reporter, Radio Catania, Kristall Radio,<br />

Radio L’Olgiata e Radio Sound per aver ospitato<br />

lo spot dedicato alla manifestazione e tutte le<br />

radio locali che nelle varie città ci hanno sostenuto<br />

- Viridea che ha ospitato in 4 centri i nostri volontari<br />

- Marco Columbro per essere stato anche quest’anno<br />

il testimonial di questo evento<br />

- Studio Grafico Clemente Lucca per la creatività<br />

Ringraziamo anche per la collaborazione: ICAM<br />

per la produzione dello squisito cioccolato; Smateria<br />

per la produzione delle borse in zanzariera<br />

riciclata; Studio Poliartes per la produzione del<br />

materiale stampato; Cesped per la spedizione<br />

dei materiali<br />

*Raccolta fondi CIAI<br />

Tutti su facebook<br />

È stato un piacere anche trovarvi in molti su facebook per pubblicizzare l'evento. A cominciare dal<br />

sempre attivissimo Gruppo territoriale di Catania e del suo aggiornato profilo curato dall'amica<br />

Nuccia (http://www.facebook.com/pages/Gruppo-Territoriale-CIAI-Catania).<br />

Ecco qualche messaggio:<br />

“Un grazie di cuore a tutte le mie amiche che hanno collaborato con me al<br />

progetto del CIAI “Il cioccolato che fa bene”. Nonostante la pioggia e la<br />

grande crisi che stiamo vivendo, a piazza dell'<strong>Albero</strong>ne abbiamo raggiunto la<br />

cifra di 1.512 Euro”. Nadia Zaghini - Roma<br />

“Vogliamo ringraziare tutti quelli che ci hanno sostenuto sabato e domenica<br />

nella campagna del cioccolato che fa bene...abbiamo totalizzato più di 1.800<br />

Euro per i progetti di scolarizzazione in India e Costa d'Avorio. Grazie, grazie,<br />

grazie da tutti i bimbi 'meno fortunati'”. Gruppo Territoriale CIAI Napoli<br />

“Amici!!!!! Forza venite al Viridea di Rodano a prendere un sacchettino di<br />

buonissimo cioccolato "che fa bene". Sosteniamo con il CIAI dei progetti di<br />

scolarizzazione per i bimbi della Costa d'Avorio e dell'India. Vi aspetto”. Larisa<br />

Morcellin, Viridea di Rodano


RACCOLTA FONDI<br />

Disegna un orizzonte<br />

Ha preso il via ufficialmente il 27 di febbraio<br />

una campagna molto importante per<br />

il CIAI. Si intitola “Disegna un orizzonte”<br />

è ha come obiettivo quello di far conoscere<br />

meglio la nostra associazione e raccogliere<br />

fondi per sostenere cinque progetti di scolarizzazione<br />

in altrettanti paesi.<br />

Si tratta di una campagna articolata, che si<br />

sviluppa attraverso diverse azioni.<br />

Tutto inizia con l’affissione suddivisa in<br />

due momenti. Dal 27 febbraio, per una<br />

settimana, a Roma e Milano, appariranno<br />

manifesti di grandi dimensioni (a Milano,<br />

oltre che nelle strade anche in 57 stazioni<br />

della metropolitana) che hanno lo scopo di<br />

attirare l’attenzione e creare un po' di aspettativa.<br />

La settimana successiva la campagna<br />

verrà svelata e sarà anche il momento<br />

di indicare il numero assegnatoci per<br />

l’SMS solidale.<br />

Ed ecco un altro aspetto della campagna.<br />

Dal 4 al 18 marzo le maggiori compagnie<br />

telefoniche ci hanno assegnato il numero<br />

45597 a cui sarà possibile donare: 1 euro<br />

con SMS (Tim, Vodafone, Wind, Tre, PosteMobile,<br />

Coop Voce, Tiscali e Noverca)<br />

2 euro con chiamata da telefono fisso (Teletu),<br />

2 o 5 euro con chiamata da telefono<br />

fisso (Telecom, Fastweb e Tiscali).<br />

In diverse giornate comprese tra il 5 e l'11<br />

marzo in circa 50 città italiane verrà promossa<br />

un'azione di street marketing: grazie<br />

alla collaborazione dei nostri volontari, ver-<br />

I PROGETTI<br />

Nel mondo circa 137 milioni di bambini<br />

non hanno accesso all’istruzione; il 61%<br />

sono femmine. Partendo da questo dato,<br />

e sapendo bene quanto conti la frequenza<br />

scolastica per un bambino del<br />

sud del mondo, abbiamo evidenziato cinque<br />

principali progetti a cui destinare il<br />

raccolto della campagna.<br />

Burkina Faso - A scuola nei villaggi rurali<br />

Lontano dalle città cresce l’abbandono<br />

24<br />

Dal 4 al 18 marzo potrete<br />

donare al numero 45597 per<br />

aiutarci a realizzare progetti di<br />

scolarizzazione in Burkina<br />

Faso, Cambogia, Costa<br />

d’Avorio, Etiopia e India<br />

ranno distribuite delle cartoline per promuovere<br />

l'iniziativa e invitare a donare attraverso<br />

il numero telefonico solidale.<br />

La campagna culminerà con un evento a<br />

sorpresa: un flash mob che si svolgerà in<br />

diverse città italiane con lo scopo di sensibilizzare<br />

sull'importanza della frequenza<br />

scolastica per i bambini che vivono nel<br />

sud del mondo. Per l'occasione verranno<br />

distribuiti dei colorati braccialetti con il<br />

nostro logo.<br />

La televisione<br />

Per promuovere la campagna siamo riusciti<br />

ad avere la collaborazione delle tre principali<br />

reti televisive: la RAI sosterrà la nostra<br />

campagna dal 5 all'11 marzo, mentre sulle<br />

tre reti Mediaset e sui canali digitali legati<br />

al gruppo verrà mandato in onda dal 4 al<br />

10 marzo lo spot tv 30''; lo stesso spot sarà<br />

trasmesso da La7 nel periodo 4-18 marzo.<br />

scolastico. Ed è qui che è importante intevenire<br />

fornendo strutture, arredi, insegnanti,<br />

ma anche pozzi, servizi igienici,<br />

mense ed orti scolastici.<br />

Cambogia - STS Dalla strada alla scuola<br />

Un bambino di strada non va a scuola. E<br />

non vi andrà mai, se non viene recuperato<br />

e preparato all’ingresso nella scuola pubblica.<br />

Questo è ciò che facciamo per i bambini<br />

delle periferie disagiate di Phnom Penh.<br />

Sito e social networks<br />

Un ruolo importante nella campagna viene<br />

giocato dal sito www.disegnaunorizzonte.it.<br />

Qui, infatti, potranno tutti aiutarci a disegnare<br />

un orizzonte per i bambini del<br />

mondo inserendo i loro disegni e componendo<br />

così' un virtuale “album degli orizzonti”.<br />

Inserire il proprio disegno è facile: si<br />

può realizzare online attingendo ai numerosi<br />

elementi presenti nella libreria oppure<br />

prepararlo metodi più tradizionali, riprenderlo<br />

con uno scanner e inserirlo poi nel<br />

sito (dove troverete tutte le istruzioni per<br />

farlo).<br />

Per fra conoscere al maggior numero di<br />

persone l'iniziativa, senza pensare di investire<br />

budget da capogiro, cosa c'è di meglio<br />

dei social networks? Ovviamente anche per<br />

la nostra campagna intendiamo farne gran<br />

uso, a cominciare da facebook. Se ancora<br />

non lo avete fatto, correte subito alla paginahttp://www.facebook.com/disegnaunorizzonte.<br />

Per i filmati sui diversi progetti e le testimonianze<br />

video delle attività della campagna,<br />

utilizzeremo il canale youtube.<br />

Questo è quanto siamo riusciti a mettere<br />

in campo. Contiamo sulla collaborazione<br />

di tutti voi per promuovere la campagna<br />

“Disegna un orizzonte” diffondendola ad<br />

ogni vostro contatto.<br />

Dal 4 al 18 Marzo donate e fate donare sul<br />

numero 45597.<br />

Costa d’Avorio - La scuola dopo la paura<br />

Dopo le violenze di una guerra civile i più<br />

piccoli hanno bisogno di tornare a scuola,<br />

per superare i traumi subiti. Per questo vogliamo<br />

ripristinare le strutture, costruirne<br />

di nuove, formare gli insegnanti e riempire<br />

le aule di bambini.<br />

Etiopia - A scuola, non a lavorare<br />

Nei villaggi di montagna del sud del Paese,<br />

le famiglie sono costrette a contare anche


sul lavoro dei più piccoli per far quadrare i<br />

bilanci. Programmi di sostegno scolastico<br />

per riportare i bambini sui banchi; strutture;<br />

formazione di personale insegnante.<br />

India - Nessuno è diverso<br />

Restituire ai bambini portatori di handicap<br />

la possibilità di accedere ai servizi educativi.<br />

Con programmi, personale e strutture<br />

adeguate, coinvolgendo le famiglie dei<br />

bambini e le comunità.<br />

Grazie a...<br />

Per lo spot tv e radio, Gioele Dix, Annalisa Cazzola e lo studio di registrazione Networks di Milano.<br />

Per la loro disponibilità Marco Columbro, Gianluca Guidi, Maria Amelia Monti, Marco Ardemagni,<br />

Filippo Solibello e Antonello Dose.<br />

Per le fotografie, Nicola Allegri.<br />

Per l’opportunità di distribuzione presso i propri punti vendita delle cartoline, Viridea e Universo<br />

Sport.<br />

Per le coreografie del flash mob, Giorgio Camandona.<br />

Per il materiale fotografico e i filmati, i cooperanti delle sedi estere .<br />

La campagna è stata creata da Gruppo Atomix di Bologna. Il sito e i social networks sono a<br />

cura di Karmasolution che ha realizzato anche i disegni dello spot tv.<br />

25


NEWS<br />

Italia<br />

gadget, il cui valore è stabilito in base allo stipendio<br />

e alla carriera del futuro marito. Se le mogli<br />

zia è stato accusato di aver venduto bambini di<br />

uno o due anni di età, per cifre che vanno da 1.500<br />

E' possibile presentare domanda per il rimborso non adempiono ai loro 'doveri', pagando pegno, a 5.000 dollari ciascuno: l'uomo avrebbe "adot-<br />

spese per le adozioni concluse nel 2010 e nel i cognati o i suoceri arrivano anche ad arderle vive, tato" neonati da ospedali e da famiglie povere<br />

2011. Lo comunica la CAI, Commissione Ado- cospargendole di cherosene. Queste morti ven- delle aree rurali, per conto di americani, canadesi<br />

zioni internazionali. Sul sito – www.commissiogono poi liquidate come “incidenti domestici”. e australiani. Secondo un rapporto del Dipartineadozioni.it<br />

– sono pubblicati informazioni e Sono sempre di più le donne che, dopo innumemento di Stato americano, il Laos è paese di tran-<br />

documenti utili per le famiglie che hanno accolto revoli pressioni e ricatti, cadono in depressione e sito e di destinazione per le donne e le ragazze<br />

minori stranieri tra il 1° gennaio ed il 31 dicembre si uccidono.<br />

sottoposte a traffico sessuale, così come per uo-<br />

2010 e tra il 1° gennaio ed il 31 dicembre 2011,<br />

mini, donne e bambini sottoposti a lavoro forzato;<br />

utilizzando gli appositi modelli. Le famiglie che Unione Europea<br />

tuttavia il paese non ha una legge specifica contro<br />

hanno concluso l’adozione nell’anno 2010, hanno<br />

tempo fino al 30 aprile 2012 per presentare la<br />

domanda; per le adozioni concluse nel 2011, i termini<br />

per la presentazione vanno dal 30 giugno al<br />

31 dicembre 2012. I decreti che si riferiscono ai<br />

Circa 115 milioni di europei sono a rischio povertà<br />

o esclusione sociale. Lo dice Eurostat, l'organo<br />

statistico ufficiale dell'Unione Europea, e di dati<br />

fanno riferimento al 2010. Le percentuali più alte<br />

di persone a rischio povertà sono registrate in Bul-<br />

il traffico di esseri umani. Questo permette ai trafficanti<br />

di fingersi genitori adottivi, così che i funzionari<br />

incaricati non riescono a distinguerli. Il<br />

ministero per la Sicurezza nazionale ha richiesto di<br />

sospendere il rilascio di documenti di adozione per<br />

rimborsi saranno pubblicati in Gazzetta Ufficiale: garia (42%), Romania (41%), Lettonia (38%), Li- i bambini presenti nella lista di cui è sospetta l'ori-<br />

per chi fosse interessato, è possibile scaricarli fin tuania (33%) e Ungheria (30%). L'Italia è a metà gine. L'Assemblea nazionale ha approvato un<br />

d'ora dal sito della CAI.<br />

classifica con 24,5% ma il dato più preoccupante Piano nazionale di azione sulla tratta di esseri<br />

è quello che riguarda i minori e i giovani: tra le umani nel 2007, ma non è stato ancora approvato<br />

India<br />

persone a rischio povertà o esclusione sociale, uno dall'ufficio del primo ministro. (Eurasia Review)<br />

Ogni quattro ore, una sposa indiana viene uccisa su tre (circa il 27%) è un ragazzo al di sotto dei 18<br />

dalla famiglia del marito per non aver pagato la anni. Queste percentuali scendono al 23% per le Costa d’Avorio<br />

dote pattuita. Il quotidiano Times of India pubblicato<br />

di recente i dati del Bureau national<br />

crime, l'archivio di Stato indiano: nel 2010 sono<br />

state registrate 8.391 denunce di omicidi di giovani<br />

donne per motivi di dote, con un aumento<br />

del 15% nell'ultimo decennio, e 90mila casi di tortura<br />

e crudeltà sulle donne per mano di mariti o<br />

persone in età lavorativa (dai 18 ai 64 anni) e<br />

circa al 20% per gli anziani. Il dossier di Eurostat<br />

afferma che il rischio povertà sarà uno degli argomenti<br />

chiave della cosiddetta "strategia Europa<br />

2020" della Commissione Europea, intervenendo<br />

su cinque aree principali: lavoro, innovazione, educazione,<br />

inclusione sociale e clima.<br />

In undici province della Costa d'Avorio si dovranno<br />

ripetere le elezioni politiche tenutesi l'11<br />

dicembre scorso in tutto il Paese. Lo ha stabilito la<br />

Corte costituzionale di Abidjan, dopo aver constatato<br />

che in alcune zone del Paese i risultati<br />

degli scrutini erano stati dichiarati "non validi per<br />

vari motivi". Il presidente della massima istanza<br />

familiari. Nonostante la pratica della dote sia illegale<br />

da più mezzo secolo, la tradizione è ancora Laos<br />

giurisdizionale, Franci Wanga Wodie, ha dichiarato<br />

in conferenza stampa che gli elettori saranno chia-<br />

molto radicata in India, nei villaggi così come nelle Ancora una grave notizia dal Laos, paese che negli mati di nuovo alle urne anche nel collegio eletto-<br />

metropoli: è tra le principali cause delle violenze ultimi anni ha acquisito notorietà per traffico di rale di Logouale, "dove per il decesso di un<br />

domestiche contro le donne. Il consumismo ha esseri umani e per episodi di corruzione tra i fun- candidato le elezioni non si sono svolte affatto".<br />

trasformato la dote indiana: oltre a somme di dezionari governativi, rimasti sempre impuniti Un Wodie non ha tuttavia precisato la data delle elenaro,<br />

la sposa deve garantire elettrodomestici e funzionario in pensione del ministero della Giustizioni da ripetere. (AGIAFRO)<br />

26<br />

L’<strong>Albero</strong> <strong>Verde</strong><br />

Direttore Responsabile<br />

Donatella Ceralli - donatella.ceralli@ciai.it<br />

Hanno collaborato: Silvia Barbazza, Chiara<br />

Biffi, Francesca Calza, Natalia Curti, Camilla<br />

D’Alessandro, Claudia Guidarini, Mariacristina<br />

Lusiani, Emilia Marasco, Jean Patrick<br />

Masquelier, Francesca Mineo, Bach Thi Minh<br />

Hang, Fabrice Paré, Marina Raymondi, Paola<br />

Scelzi, Francesca Silva, Graziella Teti<br />

Foto: Archivio CIAI, Nicola Allegri, Daniela Antonini<br />

(copertina), David Hamilton, Clara Natoli<br />

Fotolito e stampa: Gruppo Poliartes - Via Liberazione<br />

33/9 - 20068 Peschiera Borromeo (Mi)<br />

Spedizione:<br />

Gruppo Poliartes - Via Liberazione 33/9 - 20068<br />

Peschiera Borromeo (Mi)<br />

Redazione:<br />

CIAI, Via Bordighera, 6 - 20142 Milano<br />

Periodicità: Trimestrale- Spedizione in Abbonamento<br />

Postale - Milano - Registrazione n. 432<br />

del 29/07/1994 Tribunale di Milano<br />

Edizione:<br />

CIAI Centro Italiano Aiuti all’Infanzia<br />

Via Bordighera, 6 - 20142 Milano


Io, io...e gli altri?<br />

Gallucci editore, attento al mondo dell'infanzia anche su temi meno facili<br />

da raccontare, presenta l'ultimo ‘nato’: un lavoro corale di scrittori per l'infanzia,<br />

e non solo, spiega passo passo a grandi e piccoli cosa significa conoscere<br />

i propri diritti e impegnarsi sul fronte dei doveri, nell'ottica di un<br />

comune sentire e vivere civile. “Io, io...e gli<br />

altri?” è un libro che diverte insegnando e<br />

invita alla lettura. Dieci sono i diritti che riguardano<br />

ogni bambino e che il libro illustra<br />

con parole e disegni: giustizia, cittadinanza,<br />

noia, nutrimento, vita, casa, diritti, famiglia,<br />

istruzione e gioco.<br />

Leggerlo sarà ancora più importante perché<br />

aiuterà concretamente la realizzazione<br />

di questi diritti: gli autori hanno infatti deciso<br />

di devolvere i loro proventi al CIAI.<br />

Di cosa parla - Tutti i bambini sanno di avere<br />

diritti, ma conoscono anche i doveri? Il verde<br />

è bello per giocare. Ma va anche difeso…<br />

L’acqua è di tutti. Ma non si deve sprecare…<br />

E poi ci sono diritti nuovi, che è importante<br />

scoprire subito: il diritto dei bambini a non<br />

Vi aspettiamo<br />

in Assemblea<br />

Interrompendo -per motivi squisitamente logistici-<br />

una lunga tradizione, per il 2012 abbiamo<br />

fissato la data dell'Assemblea annuale<br />

dei Soci CIAI oltre la metà di maggio.<br />

Vi aspettiamo in tanti, sempre a Cervia, nel<br />

fine settimana 19 e 20 maggio, anche questa<br />

volta ospiti del Club Hotel Dante.<br />

Ricordiamo che l'Assemblea è aperta non<br />

solo ai Soci (che riceveranno poi la convocazione<br />

ufficiale) ma anche ad amici, simpatizzanti,<br />

a tutti coloro che vogliono appro-<br />

Chi va & Chi viene<br />

Cambogia<br />

Caroline Broissand, project manager a Mondulkiry<br />

per il progetto Mobile Clinic, viene sostituita<br />

dal mese di marzo da Sian Wright.<br />

Ringraziamo Caroline per averci offerto la sua<br />

professionalità nella delicata fase di start up di<br />

questo importante progetto.<br />

Anisa Vokshi, che da diversi anni lavora<br />

presso la sede CIAI di Milano, si trasferirà in<br />

Cambogia; presso la sede di Phnom Penh rive-<br />

fondire la conoscenza della<br />

nostra associazione. Un’occasione<br />

ideale per scambiarsi<br />

opinioni sui progetti e sulle<br />

attività, per conoscere e “guardare<br />

negli occhi” le persone<br />

con cui magari si è più volte<br />

parlato al telefono.<br />

Insomma, noi ci saremo e<br />

speriamo di vedervi in tanti.<br />

Nella foto, un momento<br />

dell'animazione per i bambini<br />

nel corso dell'ultima Assemblea<br />

del novembre scorso<br />

stirà il ruolo di Project manager in sostituzione<br />

di Andrea Broggi. Salutiamo Andrea e lo ringraziamo<br />

e auguriamo ad Anisa buona<br />

permanenza in Cambogia.<br />

Burkina Faso<br />

Claudia Guidarini project manager<br />

presso la sede di Ougadougou ha terminato<br />

il suo mandato. Grazie e auguri<br />

per il suo futuro professionale.<br />

essere sfruttati e bersagliati dalla pubblicità e dalla tv; il diritto a conoscere<br />

la solidarietà, la tolleranza e il rispetto; il diritto a non essere travolti dall’ansia<br />

degli adulti, che sono troppo spesso distratti e lontani dai più piccoli.<br />

Questo libro parla della differenza tra l’avere e il fare. Per grandi e<br />

piccini.<br />

Grazie agli autori: Stefano Bordiglioni, Fabrizio<br />

Calì, Giuseppe Caliceti, Sofia Gallo,<br />

Vivian Lamarque, Francesca Longo, Giusi<br />

Quarenghi, Susanna Tamaro, Ugo Vicic, Giovanna<br />

Zoboli.<br />

Disegni di: Raffaella Bolaffio, Nicoletta<br />

Costa, Anna Curti, Adriano Gon, Claudia<br />

Melotti, Giulia Orecchia, Gabriela Rodriguez<br />

Cometta, Febe Sillani, Agostino Tràini, Manuela<br />

Trimboli.<br />

Si trova nelle migliori librerie ma se volete<br />

contribuire ulteriormente ai nostri<br />

progetti potrete anche richiederlo al CIAI<br />

(info@ciai.it, 02 84 84 44 29)<br />

Io, io ...e gli altri? - Gallucci, 9,90 €<br />

Dai 4 ai 99 anni<br />

Costa d'Avorio<br />

Nuova Project manager per la sede di Abidjan.<br />

Si chiama Ottavia<br />

Meazzini (foto) e<br />

le facciamo i migliori<br />

auguri.<br />

27


CIAI disegna un orizzonte<br />

per tutti i bambini<br />

del mondo.<br />

Con un SMS aiuti il CIAI a costruire scuole,<br />

formare insegnanti e sostenere progetti<br />

di scolarizzazione.<br />

Perché dove c’è una scuola ci sono diritti,<br />

c’è dignità, c’è crescita.<br />

E il futuro di quei bambini sarà tutta<br />

un’altra cosa.<br />

Vieni su disegnaunorizzonte.it<br />

e scopri come aiutarci!<br />

La scuola è futuro. Costruiscilo con CIAI.<br />

La raccolta è destinata a progetti<br />

di scolarizzazione in Burkina Faso,<br />

Cambogia, Costa d’Avorio, Etiopia e India.<br />

www.disegnaunorizzonte.it<br />

con un SMS<br />

con una chiamata da telefono fi sso<br />

gruppoatomix.com

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