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ANTONIO MUOZ MOLINA

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tutto sparpagliato per terra, e la porta divelta. Di quegli avvenimenti rimaneva<br />

qualche ricordo alle pareti, manifesti di vent'anni prima che adesso<br />

sembravano incredibilmente vecchi, un ritratto di Che Guevara, un poster<br />

di Antonio Machado con alcuni versi, un altro che mostrava una carta geografica<br />

verde e bianca e l'ingenuo ritratto di una giovane donna che pareva<br />

volersi risvegliare dal sonno o alzarsi a fatica da terra: "Levántate y Anda,<br />

lucía", tutti giallognoli e attaccati alle pareti con delle puntine. Rimaneva<br />

soprattutto una specie di aria antiquata e famigliare di frugalità, le seggiole<br />

e il divano ricoperti di plastica verde con vecchie bruciature di sigaretta,<br />

come in un appartamento di povera gente, un frigorifero sul quale da tempo<br />

immemorabile c'era un vaso blu dal collo stretto e lungo, con fiori secchi,<br />

e di fianco, sulla parete, un calendario dei Padri Riparatori con una<br />

stampa bisunta della Sacra Famiglia e San Giuseppe al lavoro.<br />

Indifferente alle comodità, Padre Orduña lo era ancor più agli oggetti<br />

ornamentali, perché l'innato ascetismo, che non gli permetteva di far caso<br />

al sapore del cibo, gli rendeva anche invisibile il valore materiale delle cose<br />

che aveva intorno, la loro miseria o il loro anacronismo, il loro degrado.<br />

A lui non importava che il lettino in cui dormiva avesse la testiera di formica,<br />

o che le sue scarpe, scarpacce da vecchio prete camminatore, avessero<br />

la punta smussata e il tacco largo di moda vent'anni prima, e nemmeno<br />

sentiva la mancanza di un tappetino dove posare i piedi nell'alzarsi la mattina,<br />

per non camminare sulle piastrelle gelate. Spoglia di tutto, la sua piccola<br />

dimora, minuscola come un appartamento in un quartiere operaio, aveva<br />

qualcosa di un improbabile museo di un'altra epoca, non molto lontana<br />

ma ormai screditata; perfino gran parte dei suoi libri parevano reliquie<br />

di un passato che non era più moderno senza essere mai nemmeno esistito,<br />

volumi di teologia e di marxismo-leninismo, appassionati dibattiti sulla fede<br />

e sull'impegno, sull'Uomo, la Società e la Trascendenza, dialoghi tra<br />

comunisti e cattolici, e pure qualche romanzo popolare, di quelli che si trovano<br />

a prezzi stracciati nelle librerie d'occasione, dai tìtoli scandalosamente<br />

obsoleti, I nuovi preti, I preti comunisti.<br />

Nessuno ricordava più quel passato, la città che l'aveva rinnegato si era<br />

scordata anche di padre Orduña, la parte cattolica e levitica, gli oscuri reazionari<br />

che si vergognarono del figliol prodigo, che ne chiesero l'esilio, l'espulsione<br />

dalla Compagnia e perfino dal sacerdozio: proprio lui, venuto da<br />

dove veniva, e con il cognome che portava. Sul divano e sulle sedie di plastica<br />

verde, nel salottino della famiglia povera, si erano celebrate riunioni

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