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ANTONIO MUOZ MOLINA

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<strong>ANTONIO</strong> MUÑOZ <strong>MOLINA</strong><br />

PLENILUNIO<br />

(Plenilunio, 1997)<br />

Per Elvira,<br />

che aveva una gran voglia di leggere questo libro<br />

Giorno e notte si aggirava per la città alla ricerca di uno sguardo. Era diventata<br />

la sua unica ragione di vita e sebbene tentasse di fare altre cose o<br />

fingesse di farle, in realtà si limitava a guardare, spiava gli occhi della gente,<br />

i volti degli sconosciuti, dei camerieri nei bar e dei commessi nei negozi,<br />

i volti degli arrestati nelle schede segnaletiche. L'ispettore cercava lo<br />

sguardo di chi aveva visto qualcosa di troppo mostruoso perché l'oblio potesse<br />

mitigarlo o cancellarlo, due occhi che tradissero qualche traccia o<br />

qualche indizio del crimine, due pupille in cui si potesse scoprire la colpa<br />

senza incertezze, semplicemente scrutandole, come i medici che riconoscono<br />

i segni di una malattia sotto il raggio di una piccola torcia. Glielo<br />

aveva detto padre Orduña, «cerca i suoi occhi», e lo aveva fissato con tale<br />

intensità che l'ispettore si era sentito rabbrividire, quasi come in passato,<br />

quando quegli occhi piccoli, miopi, stanchi, preveggenti, lo avevano riconosciuto<br />

appena entrato nella Residenza, immediatamente, proprio come<br />

lui, l'ispettore, avrebbe dovuto riconoscere l'individuo che stava cercando,<br />

o come padre Orduña aveva riconosciuto in lui, molti anni prima, la desolazione,<br />

il rancore, la vergogna e la fame, l'odio perfino, il suo odio costante<br />

e segreto per il collegio, per tutto ciò che rappresentava, e per il mondo<br />

esterno.<br />

Probabilmente si trattava dello sguardo di uno sconosciuto, ma l'ispettore<br />

era certo che l'avrebbe identificato senza alcun dubbio né possibilità di<br />

errore nell'attimo in cui i suoi occhi lo avessero incrociato, anche solo una<br />

volta, da lontano, dall'altro lato della strada, dietro i vetri di un bar. Nella<br />

sua ricerca, aveva il vantaggio di essere, come quello, ancora sconosciuto<br />

in città, perché era stato trasferito soltanto qualche mese prima, all'inizio<br />

dell'estate, quasi di sorpresa, quando ormai non credeva più che la sua domanda<br />

sarebbe stata accettata, a meno che l'anno seguente non avessero<br />

riaperto il concorso per i trasferimenti. Se una cosa tarda tanto ad arrivare,<br />

sarebbe meglio che non arrivasse mai: l'ispettore fece vedere la notifica a<br />

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