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ANTONIO MUOZ MOLINA

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mentendo contemporaneamente a sua moglie, all'amante e a suo figlio, caricando<br />

tutt'e tre col fardello della sua sofferenza, godendo i vantaggi del<br />

matrimonio e dell'adulterio, della sincerità progressista e dell'inganno di<br />

tutta una vita, della paternità e del celibato. Arrivarono i documenti del divorzio,<br />

che aveva cercato di accelerare al massimo, e quando venne a casa<br />

perché le firmassi era più pallido del solito, aveva la voce ancora più dolce<br />

e lo sguardo di uno ancora più tormentato mentre guardava il bambino che<br />

giocava. "Allora" gli dissi, desiderando che se ne andasse al più presto<br />

"dimmi dove devo firmare." Mi fissò e con la sua più bella faccia da vittima,<br />

da vittima che accusa, naturalmente: "Non immaginavo che saresti stata<br />

capace di tanta freddezza". Non c'era niente da fare, non sapevo difendermi<br />

da lui, riusciva sempre a lasciarmi distrutta dai rimorsi.<br />

«Se veramente se ne fosse andato, o fosse morto allora, se almeno fosse<br />

uscito definitivamente dalla nostra vita.» Non era solo il vino, né la sensazione<br />

di fuga e di libertà impadronitasi di lei appena aveva messo in moto<br />

la macchina e sentito le prime note di Paul Simon: a indurla a parlare era<br />

stato anche l'atteggiamento dell'ispettore, il silenzio e il rispetto con cui l'ascoltava,<br />

immobile e vagamente paterno, anche se doveva avere solo dieci<br />

o dodici anni più di lei, con i capelli grigi e il volto come plasmato dalle<br />

intemperie o da un'esperienza troppo lunga d'isolamento e di dolore, paterno<br />

e al tempo stesso indifeso, intento a guardarla con i suoi occhi grigi e<br />

indagatori, che in qualche momento assumevano un'aria distante, d'improvvisa<br />

inquietudine, di preoccupazione per chissà cosa.<br />

«Perché, nonostante tutto, glielo giuro, non credo ci siano state molte<br />

donne più felici di quanto lo sia stata io con mio figlio in quegli anni. Avevo<br />

pochi soldi, perché la maggior parte dello stipendio se ne andava per il<br />

mutuo che mio marito aveva avuto la grande idea di chiedere poco prima<br />

di decidere che non potevamo più continuare a vivere insieme. Ma non mi<br />

aveva soltanto ingannato, mi truffò pure, con la sua voce dolce di militante<br />

ortodosso e il suo volto sofferente: si tenne l'automobile perché, secondo<br />

lui, ne aveva più bisogno di me, ma le rate continuarono ad essere addebitate<br />

sul mio conto, e io continuai a pagarle come una cretina, per evitarmi<br />

il fastidio di un'altra discussione con lui, per non sentirmi colpevole, come<br />

va sempre a finire, l'ex moglie che si vendica tartassando il coniuge già<br />

prostrato dalle difficoltà economiche. Era tormentato per suo figlio, e impegnato<br />

nella sua educazione, ma si scordava sempre di farmi avere l'assegno<br />

mensile, e io non avevo il coraggio di reclamarlo. Comunque, non vo-

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