Come favorire l'autonomia del bambino al nido - Città di Torino
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<strong>Città</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> Divisione Servizi Educativi- Settore Servizi per l’Infanzia<br />
Da “Bambini” n°6 /1986 ”Archivio “Bambini”<br />
<strong>Come</strong> <strong>favorire</strong> <strong>l'autonomia</strong> <strong>del</strong><br />
<strong>bambino</strong> <strong>al</strong> <strong>nido</strong><br />
L'attività e le competenze infantili trovano terreno fertile <strong>di</strong> sviluppo<br />
in comportamenti adulti <strong>di</strong> osservazione partecipante e <strong>di</strong> stimolazione<br />
in<strong>di</strong>retta, oltre che in un'organizzazione spazi<strong>al</strong>e che si evolve e "cresce", per<br />
fasi successive, con i piccoli. Un'esperienza belga <strong>di</strong> collaborazione tra<br />
educatori e ricercatori<br />
a cura <strong>di</strong> M. L. Carels, S. Corea, M. Cremers, A. Grisay, G. Manni, J.<br />
Tilkens e G. Vervier*<br />
Questo articolo** è stato redatto nel quadro <strong>di</strong> una<br />
collaborazione tra il <strong>nido</strong> <strong>di</strong> Herst<strong>al</strong> (Liegi) e due ricercatrici<br />
<strong>del</strong> Laboratorio <strong>di</strong> Pedagogia speriment<strong>al</strong>e <strong>del</strong>l'Università<br />
<strong>di</strong> Liegi. L'obiettivo <strong>di</strong> questa collaborazione è<br />
quello <strong>di</strong> sviluppare, con un lavoro a lungo termine, un<br />
progetto pedagogico per il <strong>nido</strong> e <strong>di</strong> an<strong>al</strong>izzarne le<br />
con<strong>di</strong>zioni fondanti. La linea <strong>di</strong>rettiva è quella <strong>di</strong> evitare<br />
qu<strong>al</strong>siasi pratica orientata nel senso <strong>di</strong> una segregazione<br />
dei bambini e <strong>del</strong>le famiglie, che condurrebbe <strong>al</strong>-<br />
La nozione <strong>di</strong> "attività autonoma"<br />
presuppone, da parte <strong>del</strong> <strong>bambino</strong>, la<br />
padronanza progressiva <strong>del</strong> proprio<br />
corpo, <strong>del</strong>lo spazio e dei rapporti con<br />
gli <strong>al</strong>tri. Essa supera la concezione<br />
classica che <strong>di</strong>stingue fra "giochi<br />
liberi" e "attività <strong>di</strong>rette". In questo<br />
articolo, partendo d<strong>al</strong>le loro pratiche,<br />
le educatrici cercano <strong>di</strong> <strong>del</strong>ineare le<br />
fasi <strong>del</strong>lo sviluppo psicomotorio già<br />
descritte da E. Pikler e A. Tardos ("Se<br />
mouvoir en liberté dès le premier<br />
age", Paris, 1979).<br />
L'attività <strong>del</strong>l'adulto, in ciascuna <strong>di</strong><br />
queste fasi, prende due forme<br />
*Suzanne Corea, Myriarn Cremers, Jenny<br />
Tilkens e Gilberte Vervier sono le puericultrici<br />
<strong>del</strong> <strong>nido</strong> <strong>di</strong> Herst<strong>al</strong> che hanno lavorato <strong>al</strong>la redazione<br />
<strong>del</strong>l'articolo. Marie-Louise Carels e Gentile<br />
Manni sono ricercatrici <strong>al</strong> Laboratorio <strong>di</strong><br />
pedagogia speriment<strong>al</strong>e <strong>del</strong>l'Università <strong>di</strong> Liegi.<br />
Anne Grusay, studentessa in psicologia, ha<br />
re<strong>al</strong>izzato -nel quadro <strong>di</strong> uno stage <strong>al</strong> <strong>nido</strong> <strong>di</strong><br />
Herst<strong>al</strong> -gli schizzi che illustrano il testo.<br />
**L'articolo è stato tratto d<strong>al</strong> n. 3-4/1984 <strong>del</strong><br />
"L'enfant" (avenue de la Toison d'Or 86, 1060<br />
Bruxelles).<br />
princip<strong>al</strong>i: l'osservazione partecipante<br />
e la stimolazione in<strong>di</strong>retta.<br />
L'osservazione dei bambini può<br />
servire a mettere a punto l'azione coi<br />
bambini stessi e a sostenerli; ma è anche<br />
un'attività specifica <strong>del</strong>l'adulto.<br />
Quando l'educatrice segue con lo<br />
sguardo il <strong>bambino</strong> nei suoi successi,<br />
nei suoi tentativi, nelle sue <strong>di</strong>fficoltà,<br />
nelle sue intuizioni, arriva a conoscere<br />
bene ogni <strong>bambino</strong> e può <strong>al</strong>lora<br />
intervenire in modo adeguato,<br />
person<strong>al</strong>izzato. Inoltre, lo sguardo<br />
<strong>del</strong>l'adulto rivolto <strong>al</strong> <strong>bambino</strong> è anche<br />
un modo <strong>di</strong> rapportarsi <strong>al</strong> piccolo, il<br />
qu<strong>al</strong>e si sente sostenuto se si rende<br />
conto che lo sguardo <strong>del</strong>l'adulto lo<br />
segue. Così quando il <strong>bambino</strong> è<br />
attivo "da solo", non viene abbandonato<br />
a se stesso.<br />
Per l'educatrice, de<strong>di</strong>care <strong>del</strong> tempo<br />
ad osservare l'attività dei bambini<br />
significa re<strong>al</strong>izzare una parte <strong>del</strong>la<br />
propria attività <strong>di</strong> adulto, misurare gli<br />
effetti dei propri interventi, pa-<br />
l'emarginazione, e <strong>di</strong> lavorare soprattutto sul rapporto<br />
adulto-<strong>bambino</strong>. L'articolo è incentrato sui comportamenti<br />
<strong>del</strong>l'adulto che favoriscono l'attività autonoma <strong>del</strong><br />
<strong>bambino</strong>. Le pratiche descritte d<strong>al</strong>le autrici sono nate d<strong>al</strong><br />
confronto fra la loro esperienza profession<strong>al</strong>e e l'esperienza<br />
<strong>di</strong> Loczy, illustrata nel famoso libro <strong>di</strong> David e<br />
Appel "Loczy ou le maternage insolite", Paris, 1973 (trad.<br />
it<strong>al</strong>iana a cura <strong>del</strong>le e<strong>di</strong>zioni Emme, Milano, col titolo "0-3<br />
anni: un'educazione insolita").<br />
droneggiare il proprio lavoro. Guardare<br />
un <strong>bambino</strong> che abbozza un<br />
movimento, un gesto, che fa dei tentativi,<br />
che ricomincia da capo, è cosa<br />
che suscita l'interesse <strong>del</strong>l'adulto. E<br />
quando, col tempo, il <strong>bambino</strong> acquisisce<br />
la gradu<strong>al</strong>e padronanza <strong>del</strong><br />
gesto, <strong>del</strong> movimento, il piacere è<br />
con<strong>di</strong>viso tra adulto e <strong>bambino</strong>. Infine,<br />
guardare un movimento re<strong>al</strong>izzato<br />
agevolmente suscita una gioia<br />
paragonabile a quella che si può provare<br />
davanti ad uno spettacolo <strong>di</strong><br />
danza o <strong>di</strong> ginnastica... Quin<strong>di</strong> l'osservazione<br />
può andare oltre i limiti <strong>di</strong><br />
una prestazione puntu<strong>al</strong>e, cognitiva, e<br />
può -costituire la base per la<br />
formazione <strong>di</strong> un legame affettivo fra<br />
adulto e <strong>bambino</strong>.<br />
Grazie a questa osservazione molto<br />
"partecipante" è possibile raccogliere i<br />
frutti <strong>del</strong>la stimolazione in<strong>di</strong>retta. La<br />
nozione <strong>di</strong> stimolazione in<strong>di</strong>retta deve<br />
essere sfumata nel senso secondo il<br />
qu<strong>al</strong>e stimolazione ri-<br />
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<strong>Città</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> Divisione<br />
Servizi Educativi- Settore Servizi per l’Infanzia<br />
Da “Bambini” n°6 /1986 ”Archivio “Bambini”<br />
manda in genere <strong>al</strong>l'idea <strong>di</strong> aiuto <strong>di</strong>retto,<br />
cioè <strong>di</strong> manipolazione <strong>del</strong> <strong>bambino</strong>.<br />
La nozione <strong>di</strong> stimolazione<br />
evoca anche l'idea <strong>di</strong> esercizio, <strong>di</strong> addestramento.<br />
Per noi invece è essenzi<strong>al</strong>e<br />
che il <strong>bambino</strong> assuma pienamente<br />
l'esercizio <strong>del</strong>le azioni e dei<br />
movimenti che intraprende. Se manteniamo<br />
il termine stimolazione, è per<br />
affermare il ruolo insostituibile<br />
<strong>del</strong>l'adulto che offre <strong>al</strong> <strong>bambino</strong> il<br />
contesto materi<strong>al</strong>e e relazion<strong>al</strong>e necessario<br />
per aiutarlo a crescere.<br />
La maggior parte dei bambini restano<br />
coricati sulla schiena; voltano la<br />
testa, seguono con lo sguardo le<br />
proprie mani o una persona. Scoprono<br />
le proprie mani, le agitano, le accostano<br />
<strong>al</strong> viso. Sollevano le gambe,<br />
<strong>al</strong>cuni si afferrano il laccio <strong>del</strong> c<strong>al</strong>zino<br />
o i pie<strong>di</strong> e tentano <strong>di</strong> portarli <strong>al</strong>la<br />
bocca. A poco a poco, sollevano l'anca<br />
e la sp<strong>al</strong>la e si girano sul fianco.<br />
Alcuni girano su se stessi facendo<br />
perno sulla schiena e sui pie<strong>di</strong>.<br />
"Giocano" sul dorso o sul fianco:<br />
tendono le braccia, afferrano degli<br />
oggetti con una mano, li passano da<br />
una mano <strong>al</strong>l'<strong>al</strong>tra.<br />
(Noi non ci aspettiamo l'apparire <strong>di</strong><br />
un comportamento a una data età<br />
considerata come norma. Questa descrizione<br />
si applica, grosso modo, a<br />
bambini che arrivano fino a cinque<br />
mesi circa).<br />
Appoggiare il <strong>bambino</strong><br />
su un tappeto<br />
Quando il <strong>bambino</strong> è sveglio, lo si<br />
posa su un tappeto, coricato sul dorso,<br />
<strong>al</strong>la portata <strong>del</strong> nostro sguardo (nei<br />
limiti <strong>del</strong> possibile lo si posa in modo<br />
che esso incroci il nostro sguardo) e in<br />
una posizione che gli permetta <strong>di</strong><br />
seguirci con il suo sguardo. Quando<br />
posiamo o pren<strong>di</strong>amo un piccino,<br />
cerchiamo <strong>di</strong> mantenerlo in un<br />
posizione costante (<strong>di</strong> non<br />
raddrizzarlo se è coricato) e <strong>di</strong> avere<br />
sempre gesti dolci e lenti.<br />
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L'adulto assicura la stimolazione<br />
in<strong>di</strong>retta sia col suo stile <strong>di</strong> presenza,<br />
sia con l'organizzazione <strong>del</strong>lo spazio.<br />
L'educatrice manifesta la sua presenza<br />
con gli sguar<strong>di</strong>, i sorrisi, gli interventi<br />
verb<strong>al</strong>i; è attenta <strong>al</strong> modo in cui si<br />
situa e si sposta nel gruppo infantile.<br />
Assicura la strutturazione gener<strong>al</strong>e<br />
<strong>del</strong>lo spazio, ma è vigile anche <strong>al</strong>l'<br />
"animazione" <strong>di</strong> questo spazio,<br />
intervenendo lungo la giornata per<br />
ristrutturare, proporre materi<strong>al</strong>i,<br />
eccetera.<br />
Sul tappeto si depongono molti<br />
bambini, in modo che possano vedersi,<br />
osservarsi ed eventu<strong>al</strong>mente<br />
toccarsi. Ogni <strong>bambino</strong> deve però <strong>di</strong>sporre<br />
<strong>di</strong> uno spazio sufficiente per<br />
abbozzare o esercitare le proprie attività<br />
psicomotorie senza <strong>di</strong>sturbare il<br />
suo vicino.<br />
I tappeti che noi utilizziamo costituiscono<br />
una superficie sufficientemente<br />
dura perché il <strong>bambino</strong> non vi<br />
sprofon<strong>di</strong> e possa trovarvi appoggio,<br />
ma anche sufficientemente molle<br />
perché possa restarvi coricato per un<br />
certo tempo senza <strong>di</strong>sagio.<br />
Disporre oggetti<br />
<strong>al</strong>la sua portata<br />
Si <strong>di</strong>spone <strong>al</strong>la portata <strong>del</strong> <strong>bambino</strong><br />
un insieme <strong>di</strong> oggetti: <strong>al</strong>la sua portata<br />
significa a una <strong>di</strong>stanza t<strong>al</strong>e che egli<br />
possa toccarli e/o afferrarli (spesso a<br />
corona intorno <strong>al</strong>la sua testa), <strong>di</strong> peso<br />
e consistenza t<strong>al</strong>i che possa prenderli e<br />
reggerli (tappi <strong>di</strong> biberon, cuscinetti in<br />
tessuto <strong>di</strong> circa 15 cm <strong>di</strong> lato,<br />
giocattoli <strong>di</strong> gomma,<br />
p<strong>al</strong>line <strong>di</strong> spugna, anim<strong>al</strong>etti <strong>di</strong> peluche:<br />
tutti oggetti lavabili). Tutti gli<br />
oggetti sono in permanenza sul tappeto,<br />
anche a nostra portata, in modo<br />
da moltiplicare gli itinerari <strong>di</strong> andata e<br />
ritorno presso i bambini.<br />
Si fa attenzione ai gusti <strong>di</strong> ogni<br />
<strong>bambino</strong> e si <strong>di</strong>spongono attorno a lui<br />
gli oggetti che lo attirano maggiormente<br />
(con riferimento non solo<br />
<strong>al</strong>la forma, ma anche <strong>al</strong>la consistenza<br />
e <strong>al</strong> colore). Se il <strong>bambino</strong> non sa<br />
ancora spostarsi e perde l'oggetto che<br />
gli si è messo vicino, rimettiamo<br />
regolarmente gli oggetti <strong>al</strong>la sua<br />
portata.<br />
Dietro <strong>al</strong> tappeto è <strong>di</strong>sposta una<br />
serie <strong>di</strong> grossi cuscini morbi<strong>di</strong> e colorati<br />
che conferiscono <strong>al</strong> loc<strong>al</strong>e un<br />
aspetto c<strong>al</strong>do e danno un 'impressione<br />
<strong>di</strong> protezione e <strong>di</strong> gaiezza. Questi<br />
grossi cuscini presentano anche il<br />
vantaggio <strong>di</strong> proteggere i bambini<br />
d<strong>al</strong>le correnti d'aria.<br />
Prevenire e commentare<br />
Si "previene" il piccolo circa ogni<br />
nostro intervento, si "commenta"<br />
ogni nostro gesto, d<strong>al</strong> rior<strong>di</strong>no <strong>del</strong><br />
tappeto <strong>al</strong>le cure corporee. Quando si<br />
<strong>di</strong>spongono gli oggetti attorno a<br />
lui, quando gli si posa accanto un<br />
compagno, quando lo si prende per<br />
dargli da mangiare, per cambiarlo, per<br />
metterlo a letto, lo si previene e gli si<br />
spiega ciò che si intende fare. Si parla<br />
<strong>al</strong> <strong>bambino</strong> con voce dolce, c<strong>al</strong>ma,<br />
che permetta <strong>di</strong> stabilire con lui una<br />
relazione person<strong>al</strong>e senza <strong>di</strong>sturbare i<br />
suoi vicini. Si fa attenzione ai segn<strong>al</strong>i<br />
<strong>di</strong> stanchezza <strong>di</strong> ciascun <strong>bambino</strong> e,<br />
non appena questi si manifestano, lo<br />
si rimette in culla.
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Tenere un "foglio dei ritmi"<br />
Fin d<strong>al</strong> momento <strong>del</strong>l'ingresso <strong>del</strong><br />
piccino <strong>al</strong> <strong>nido</strong>, si tiene un foglio o<br />
grafico dei suoi ritmi quoti<strong>di</strong>ani.<br />
Questo ci aiuta a conoscere meglio<br />
ogni <strong>bambino</strong>: vi si in<strong>di</strong>cano i momenti<br />
<strong>del</strong> pasto, <strong>del</strong>la permanenza sul<br />
tappeto, dei pianti... Questo foglio ha<br />
il vantaggio <strong>di</strong> rassicurare i<br />
I bambini si girano a pancia in giù e<br />
sono capaci <strong>di</strong> rimettersi sulla schiena.<br />
Alcuni ricorrono a questi movimenti<br />
per spostarsi rotolando. La<br />
maggioranza si muove sulla pancia<br />
servendosi sia <strong>del</strong>le ginocchia, sia<br />
degli avambracci, sia anche <strong>del</strong>la testa<br />
come mezzi propulsori. Sollevano il<br />
bacino facendo perno sugli<br />
avambracci e sulle ginocchia.<br />
Durante questa fase, quasi tutti<br />
scoprono la posizione semiseduta e<br />
adottano poi una varietà <strong>di</strong> posizioni<br />
sedute.<br />
Per quanto riguarda la manipolazione,<br />
tutta questa fase è caratteriz-<br />
genitori, i qu<strong>al</strong>i si rendono conto che il<br />
loro piccino viene seguito per tutta<br />
quanta la giornata.<br />
Dopo questa prima fase, tutti i nostri<br />
sforzi e i nostri interventi saranno<br />
tesi a in<strong>di</strong>viduare e rispettare la vita<br />
person<strong>al</strong>e <strong>di</strong> ciascun <strong>bambino</strong>, con<br />
mod<strong>al</strong>ità <strong>di</strong> organizzazione che noi ci<br />
sforziamo <strong>di</strong> rendere il più possibile<br />
stabili e rassicuranti.<br />
zata da un'esplorazione dei propri<br />
movimenti. Il <strong>bambino</strong> è capace <strong>di</strong><br />
prendere un oggetto in ciascuna mano,<br />
è interessato d<strong>al</strong>le proprietà degli<br />
oggetti <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>spone, ma anche d<strong>al</strong>le<br />
numerose possibilità <strong>di</strong> movimento<br />
che può esercitare sugli oggetti. Per<br />
esempio: prende un oggetto in<br />
ciascuna mano, li batte l'uno contro<br />
l'<strong>al</strong>tro; se abbandona o lancia uno degli<br />
oggetti, cercherà <strong>di</strong> seguirlo. Si<br />
esercita nei giochi: tenta <strong>di</strong> riprodurre<br />
il rumore che ha prodotto battendo sul<br />
pavimento una bottiglia <strong>di</strong> plastica. I<br />
suoi spostamenti gli permettono anche<br />
dei giochi interattivi:<br />
gli capita spesso <strong>di</strong> essere attratto d<strong>al</strong><br />
rumore prodotto da un <strong>al</strong>tro <strong>bambino</strong><br />
con un giocattolo. I conflitti sono rari,<br />
i bambini lasciano facilmente i loro<br />
giochi ad un compagno.<br />
Organizzare <strong>del</strong>le "gra<strong>di</strong>nate"<br />
Lo spazio cambia. Quando i bam-<br />
bini cominciano a "strisciare" creiamo<br />
un <strong>di</strong>slivello <strong>di</strong> circa 20 cm introducendo<br />
sotto il tappeto un materassino<br />
<strong>di</strong> spugna o un paio <strong>di</strong> cuscini. Il<br />
<strong>bambino</strong> può <strong>al</strong>lora issarsi sugli<br />
avambracci, sollevarsi e, poco <strong>al</strong>la<br />
volta, controllare la sua <strong>di</strong>scesa.<br />
Quando sa appoggiarsi s<strong>al</strong>damente<br />
sugli avambracci e controllare la propria<br />
<strong>di</strong>scesa sollevando la testa, introduciamo<br />
vari materassi per formare<br />
una gra<strong>di</strong>nata. Bisogna che l'<strong>al</strong>tezza<br />
non superi i 15 cm per non costringere<br />
il <strong>bambino</strong> a inarcarsi troppo,<br />
rischiando <strong>di</strong> fargli perdere l'equilibrio.<br />
I "gra<strong>di</strong>ni" sono abbastanza larghi per<br />
lasciare la possibilità <strong>al</strong> piccolo <strong>di</strong><br />
sdraiarvisi sopra e <strong>di</strong> affrontare una<br />
nuova s<strong>al</strong>ita oppure la <strong>di</strong>scesa in<br />
equilibrio. <strong>Come</strong> nel caso <strong>del</strong> tappeto,<br />
anche qui procuriamo che l'insieme sia<br />
stabile e abbastanza sostenuto, in<br />
modo che il <strong>bambino</strong>, appoggiando<br />
visi, non vi sprofon<strong>di</strong>; attorno ai<br />
gra<strong>di</strong>ni <strong>di</strong>sponiamo dei tappeti per<br />
attenuare le eventu<strong>al</strong>i cadute. Il<br />
<strong>bambino</strong> trova appoggio sull'arca <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>slivello o sui gra<strong>di</strong>ni, e si mantiene<br />
in posizione semiseduta, arrivando<br />
poco per volta a trovare il proprio<br />
equilibrio in posizione seduta. Allo<br />
stesso modo, le protuberanze e i<br />
gra<strong>di</strong>ni gli offrono dei punti <strong>di</strong><br />
appoggio nella sua ricerca <strong>del</strong>la<br />
posizione in ginocchio e "a quattro<br />
zampe".<br />
Spargere i giocattoli<br />
Ora i giocattoli vengono sparsi per<br />
terra, il piccolo si <strong>di</strong>rige verso ciò che<br />
lo attira, insegue un oggetto che rotola.<br />
Abbiamo osservato che i bambini<br />
si spostano in funzione <strong>del</strong>la loc<strong>al</strong>izzazione<br />
degli oggetti e che sono<br />
sempre interessati a ciò che scoprono<br />
nel loro spazio imme<strong>di</strong>ato.<br />
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Attrezzare un angolo morbido<br />
Viene organizzato anche un angolo<br />
morbido con cuscini ricoperti in colori<br />
<strong>di</strong>versi, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong>verse e <strong>di</strong><br />
tessuti variati: quivi si portano i<br />
giocattoli <strong>di</strong> peluche o <strong>di</strong> tessuto<br />
(piccoli scampoli, lenzuolini), le<br />
bambole <strong>di</strong> stoffa.<br />
Questo angolo morbido è utilizzato<br />
d<strong>al</strong> <strong>bambino</strong> in mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi: gli piace<br />
rannicchiarsi, giocare o riposare dopo<br />
le sue esplorazioni psicomotorie. Egli<br />
manipola, accarezza i cuscini, i tessuti.<br />
T<strong>al</strong>volta dei bambini ci vanno per<br />
c<strong>al</strong>marsi dopo uno "scontro" con un<br />
compagno. Certi bambini, abituati <strong>al</strong><br />
"relax" in famiglia, amano ritrovare la<br />
posizione semiseduta con appoggio.<br />
T<strong>al</strong>volta, quando sul tappeto il<br />
<strong>bambino</strong> mostra segni <strong>di</strong> stanchezza, o<br />
<strong>di</strong> m<strong>al</strong>contento, lo sistemiamo sui<br />
cuscini dove può ritrovare la sua<br />
posizione <strong>di</strong> relax: ma qui troverà<br />
anche, a <strong>di</strong>fferenza che nel relax<br />
abitu<strong>al</strong>e, tutta la sua libertà <strong>di</strong><br />
movimento, e potrà da solo cambiare<br />
posizione.<br />
Diversificare i giocattoli<br />
I "giocattoli" che <strong>di</strong>amo ai bambini<br />
hanno le stesse caratteristiche <strong>di</strong> quelli<br />
che <strong>di</strong>amo loro nella fase precedente:<br />
sono leggeri, <strong>di</strong> colori <strong>di</strong>versi, <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa<br />
forma e grandezza. Ora introduciamo<br />
degli oggetti che rotolano, che fanno<br />
rumore, ma sempre facili da spingere, da<br />
prendere in mano, da manipolare, e non<br />
pericolosi per i compagni. Si utilizzano<br />
giocattoli tra<strong>di</strong>zion<strong>al</strong>i: boccette,<br />
cagnolini con le rotelle, p<strong>al</strong>le... Accanto<br />
a questi, creiamo <strong>al</strong>tri giocattoli con materi<strong>al</strong>e<br />
<strong>di</strong> recupero <strong>di</strong> uso quoti<strong>di</strong>ano:<br />
bottiglie <strong>di</strong> plastica trasparente, che si<br />
possono riempire <strong>di</strong> acqua, <strong>di</strong> riso, ecc.,<br />
tappi <strong>di</strong> flaconi <strong>di</strong>versi, vasi <strong>di</strong> yogurth,<br />
scatole <strong>di</strong> pellicole, grossi rocchetti<br />
senza il filo, scatolette <strong>di</strong> plastica,<br />
vasetti, barattoli...<br />
I cuscinoni, i grossi rotoli <strong>di</strong> stoffa<br />
sono confezionati con le imbottiture più<br />
<strong>di</strong>sparate: scampoli, lenzuola,<br />
asciugamani <strong>di</strong> spugna, tendaggi usati.<br />
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I genitori rispondono volentieri <strong>al</strong>le<br />
nostre richieste <strong>di</strong> materi<strong>al</strong>i. Molti<br />
materassi ci sono stati offerti da loro;<br />
beninteso i materassi vengono esposti<br />
<strong>al</strong>l'aria, <strong>di</strong>sinfettati e poi ricoperti con<br />
una fodera in plastica e una in<br />
tessuto.<br />
Garantire la sicurezza<br />
fisica e affettiva<br />
Nelle nostre relazioni coi bambini,<br />
stiamo molto attente a garantire loro una<br />
sicurezza fisica e affettiva. I bambini non<br />
vengono mai posati per terra, sul tappeto,<br />
senza essere preventivamente avvisati e<br />
si cerca <strong>di</strong> mettere ogni <strong>bambino</strong> in una<br />
posizione che egli abbia già s<strong>al</strong>damento<br />
acquisito.<br />
Riguardo <strong>al</strong> modo <strong>di</strong> trattare i bambini<br />
<strong>di</strong> questa età, adottiamo le stesse<br />
attenzioni che vengono de<strong>di</strong>cate ai<br />
piccolissimi. Parliamo loro, mostriamo<br />
loro il luogo in cui li deporremo. Il modo<br />
<strong>di</strong> gestire la separazione può essere<br />
<strong>di</strong>verso da un <strong>bambino</strong> <strong>al</strong>l'<strong>al</strong>tro: <strong>al</strong>cuni<br />
bambini, appena deposti, ritrovano con<br />
piacere il pavimento, il tappeto, i gra<strong>di</strong>ni,<br />
e la loro stessa attività; per <strong>al</strong>tri, è<br />
sufficiente attirare la loro attenzione su<br />
questo o quello dei loro giocattoli<br />
preferiti. Per <strong>al</strong>tri ancora, l'im-<br />
Ora i bambini si spostano agevolmente<br />
a quattro zampe, sulle ginocchia,<br />
vanno dappertutto ed esplorano<br />
tutte le risorse <strong>del</strong>la sezione. Gran<br />
parte <strong>del</strong>la loro attività consiste nel<br />
dare la sc<strong>al</strong>ata <strong>al</strong>le incastellature e <strong>di</strong>scenderne.<br />
Durante le loro esplorazioni,<br />
arrivano a raddrizzare il corpo<br />
arrampicandosi e cercando appoggio<br />
liberamente in equilibrio sulle<br />
ginocchia e tornano nella posizione a<br />
quattro zampe o seduta. Sono perfettamente<br />
a loro agio nelle <strong>di</strong>verse<br />
posizioni sedute. Giocano seduti o<br />
inginocchiati, con le braccia libere.<br />
portante è mantenere la fiducia, aiutarli<br />
a trovare la voglia <strong>di</strong> esplorare<br />
l'ambiente che vien loro proposto.<br />
Ad ogni <strong>bambino</strong> lasciamo il tempo<br />
che gli è necessario per staccarsi da<br />
noi <strong>di</strong> propria iniziativa e centrarsi<br />
sulla propria attività. Lo lasciamo<br />
perfettamente tranquillo e <strong>di</strong>sponibile<br />
ad <strong>al</strong>tri interventi.<br />
Osservare e adottare<br />
atteggiamenti adeguati<br />
Ci è assolutamente in<strong>di</strong>spensabile<br />
osservare, guardare molto ogni <strong>bambino</strong>,<br />
per adottare gli atteggiamenti<br />
adeguati nei confronti <strong>di</strong> ciascuno <strong>di</strong><br />
essi e <strong>del</strong> gruppo.<br />
Si osserva l'oggetto che il <strong>bambino</strong><br />
preferisce, i luoghi dove si sente<br />
sicuro. Durante la giornata, tra colleghe<br />
responsabili <strong>di</strong> uno stesso gruppo,<br />
si commentano molto le attività<br />
dei bambini. Guardandoli insieme, ci<br />
<strong>di</strong>vertiamo a seguirli nei loro tentativi;<br />
spesso <strong>di</strong>scutiamo e cerchiamo<br />
insieme le soluzioni ai <strong>di</strong>versi problemi<br />
che possono sorgere.<br />
Spesso, in un gruppo, vi sono<br />
bambini che appartengono a "fasi"<br />
<strong>di</strong>fferenti: si attrezza <strong>al</strong>lora un angolo<br />
per isolare e garantire la sicurezza <strong>di</strong><br />
quei bambini che ancora non sanno<br />
spostarsi.<br />
A questo punto cercano <strong>di</strong> porre oggetti<br />
uno nell'<strong>al</strong>tro, <strong>di</strong> impilarli... Li si<br />
può vedere <strong>al</strong>lora concentrati su<br />
piccoli "progetti" d'azione non appena<br />
si imbattono in oggetti particolarmente<br />
adeguati.<br />
Situazioni <strong>di</strong> questo genere si moltiplicano.<br />
E <strong>al</strong>lora nascono m<strong>al</strong>contenti,<br />
pianti, brontolii se un <strong>al</strong>tro<br />
<strong>bambino</strong>, attirato d<strong>al</strong> gioco, si avvicina<br />
e tenta <strong>di</strong> impadronirsi degli oggetti<br />
per imitare il gioco <strong>del</strong> compagno.<br />
Ora il <strong>bambino</strong> (a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong><br />
quanto accadeva nella seconda fase)<br />
è meno <strong>di</strong>sposto a lasciarsi sottrarre
<strong>Città</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> Divisione Servizi Educativi- Settore Servizi per l’Infanzia<br />
Da “Bambini” n°6 /1986 ”Archivio “Bambini”<br />
gli oggetti in<strong>di</strong>spensabili <strong>al</strong>l'attuazione<br />
<strong>del</strong> proprio progetto.<br />
A partire d<strong>al</strong>la posizione ginocchioni,<br />
spesso i bambini cominciano a<br />
raddrizzarsi, dapprima in pie<strong>di</strong> aggrappandosi<br />
con le mani, poi con la<br />
forza <strong>del</strong>le gambe; gener<strong>al</strong>mente sono<br />
capaci <strong>di</strong> tornare <strong>al</strong>la posizione<br />
inizi<strong>al</strong>e. Hanno semre bisogno <strong>di</strong> un<br />
appoggio per raddrizzarsi, mantenersi<br />
in pie<strong>di</strong> e tornare <strong>al</strong>la posizione <strong>di</strong><br />
partenza.<br />
Offrire appoggi <strong>al</strong> <strong>bambino</strong><br />
Abbiamo conservato tutto il materi<strong>al</strong>e<br />
<strong>del</strong>la fase precedente (giocattoli<br />
da trainare, materassi a gra<strong>di</strong>nata,<br />
angoli morbi<strong>di</strong>) che ora il <strong>bambino</strong><br />
utilizza con facilità traendo grande<br />
sod<strong>di</strong>sfazione <strong>del</strong>le sue sc<strong>al</strong>ate. Poiché<br />
il <strong>bambino</strong> ha bisogno <strong>di</strong> appoggi per<br />
mettersi in ginocchio e in pie<strong>di</strong>, ci<br />
siamo messe <strong>al</strong>la ricerca <strong>di</strong> ogni tipo<br />
<strong>di</strong> materi<strong>al</strong>e stabile, privo <strong>di</strong><br />
sporgenze, <strong>al</strong>to <strong>al</strong> punto giusto e che<br />
non scivolasse sotto la pressione <strong>del</strong><br />
<strong>bambino</strong>. Utilizziamo perciò poltrone<br />
a cubo, scaff<strong>al</strong>ature basse, tavoli bassi,<br />
lettini da campeggio, seggioline... Ci<br />
spiace <strong>di</strong> non avere sbarre e sp<strong>al</strong>liere;<br />
come soluzione <strong>di</strong> fortuna utilizziamo<br />
lettini e sbarre <strong>di</strong> cui abbassiamo le<br />
sponde.<br />
Tutto questo materi<strong>al</strong>e fornisce ai<br />
bambini dei punti a cui appoggiarsi o<br />
afferrarsi, <strong>di</strong> <strong>al</strong>tezze progressive.<br />
Liberare lo spazio<br />
I giocattoli non sono più sparpagliati<br />
su tutto il pavimento <strong>del</strong> loc<strong>al</strong>e,<br />
e lo spazio resta libero per "camminare".<br />
Disponiamo ora i giochi in<br />
posti fissi che costituiscono punti <strong>di</strong><br />
riferimento per il <strong>bambino</strong>; <strong>al</strong>cuni<br />
vengono messi sopra i punti <strong>di</strong> appoggio<br />
(materassi, tavolinetti, scaf<br />
f<strong>al</strong>ature), <strong>al</strong>tri riuniti sul pavimento in<br />
base a certe loro caratteristiche. Per<br />
esempio: abbiamo raggruppato grossi<br />
vasi <strong>di</strong> yougurth ad apertura larga; i<br />
bambini vi travasano dei cubetti <strong>di</strong><br />
legno, <strong>di</strong> plastica, per poi rovesciarli<br />
fuori; abbiamo riunito dei secchielli da<br />
spiaggia insieme con piccoli oggetti,<br />
cucchiai <strong>di</strong> plastica, copri-succhiotto..<br />
.<br />
Presentare<br />
e ri<strong>di</strong>sporre gli oggetti<br />
Abbiamo notato che la presenta<br />
zione degli oggetti è determinante per<br />
l'attività <strong>del</strong> <strong>bambino</strong>. Per esempio: se<br />
si rovescia <strong>di</strong> colpo una scatola <strong>di</strong><br />
oggetti <strong>di</strong>versi, il <strong>bambino</strong> si limita a<br />
prenderli, posarli, sparpagliarli e<br />
magari batterli. Ma se si mette in fila<br />
qu<strong>al</strong>che secchiello da spiaggia e si<br />
<strong>di</strong>spongono dei cubi accanto o sotto ai<br />
secchielli, i bambini cominciano a<br />
mettere i secchi uno dentro l'<strong>al</strong>tro,<br />
spostano i cubi dentro i secchi, li rovesciano,<br />
travasano i cubi da un secchio<br />
<strong>al</strong>l'<strong>al</strong>tro...<br />
Così, regolarmente, nel corso <strong>del</strong>la<br />
giornata noi organizziamo, ricollochiamo,<br />
ri<strong>di</strong>sponiamo gli oggetti. Ri<strong>di</strong>amo<br />
loro attrattiva e vita. Regolarmente,<br />
l'insieme <strong>del</strong>la sezione viene<br />
rior<strong>di</strong>nato, sia per quanto riguarda i<br />
materi<strong>al</strong>i <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, che<br />
restano sempre <strong>al</strong>loro posto abitu<strong>al</strong>e,<br />
sia per i piccoli giochi. Alla sera<br />
prepariamo la sezione per raccogliere<br />
l'indomani mattina i primi bambini.<br />
Una sistemazione attraente aiuta il<br />
<strong>bambino</strong> a <strong>di</strong>staccarsi dai genitori.<br />
Osservare i bambini,<br />
accompagnarli<br />
Evitiamo <strong>di</strong> mostrare una qu<strong>al</strong>siasi<br />
possibilità <strong>di</strong> utilizzo <strong>del</strong> materi<strong>al</strong>e.<br />
Passiamo molto tempo ad osservare i<br />
bambini che si spostano e giocano, le<br />
attività <strong>di</strong> ogni bambini e <strong>del</strong> gruppo.<br />
Per esempio: un <strong>bambino</strong> tiene un<br />
vasetto in ciascuna mano; cerca <strong>di</strong><br />
metterli l'uno dentro l'<strong>al</strong>tro ma non vi<br />
riesce perché i due vasi non possono<br />
incastrarsi. Noi evitiamo <strong>di</strong> interrompere<br />
la sua attività, ma mettiamo<br />
<strong>al</strong>la sua portata una serie <strong>di</strong> vasetti<br />
incastrabili, e aspettiamo il seguito<br />
degli avvenimenti.<br />
Può succedere che il <strong>bambino</strong> utilizzi<br />
il materi<strong>al</strong>e ri<strong>di</strong>sposto e re<strong>al</strong>izzi il<br />
suo piccolo progetto <strong>di</strong> azione. Spesso,<br />
<strong>al</strong>lora, egli si volge verso <strong>di</strong> noi, e noi<br />
possiamo con<strong>di</strong>videre la sua gioia<br />
attraverso la parola, lo sguardo, il<br />
sorriso. Noi stesse proviamo<br />
sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> fronte ai risultati <strong>del</strong>le<br />
nostre osservazioni e dei nostri<br />
interventi, per non parlare <strong>del</strong><br />
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piacere <strong>di</strong> guardare i bambini muoversi<br />
agevolmente e scoprire, inventare,<br />
<strong>di</strong> loro propria iniziativa.<br />
Cerchiamo <strong>di</strong> <strong>di</strong>videre la nostra attenzione<br />
tra tutti i bambini e <strong>di</strong> incoraggiarli<br />
con lo sguardo, con la vo-<br />
I bambini cominciano a passare<br />
d<strong>al</strong>la posizione seduta <strong>al</strong>la posizione<br />
ginocchioni <strong>al</strong>la stazione eretta (e<br />
inversamente) senza appoggio. Così il<br />
<strong>bambino</strong> acquisisce progressivamente<br />
l'equilibrio che gli permetterà <strong>di</strong><br />
muovere i primi passi. Partiràsoltanto<br />
quando si sentirà pronto, senza<br />
proiettarsi verso punto d'appoggio. In<br />
quel momento, i primi passi (fatti<br />
senza aiuto) manifestano una stabilità<br />
notevole: con le gambe <strong>al</strong>largate e<br />
leggere, le braccia anch'esse <strong>al</strong>largate,<br />
il <strong>bambino</strong> è pronto, in caso <strong>di</strong><br />
necessità, a raggomitolarsi e ritrovarsi<br />
seduto. Quin<strong>di</strong> le cadute sono molto<br />
rare.<br />
Noi ravvisiamo in questa stabilità<br />
l'effetto <strong>di</strong> un'organizzazione <strong>del</strong>l'ambiente<br />
che fornisce ai bambini dei<br />
punti d'appoggio su cui essi possono<br />
esercitarsi secondo le loro scelte, il<br />
loro ritmo e senza aiuto <strong>di</strong>retto. Non li<br />
si tiene per mano, non li si sostiene<br />
sotto le ascelle. Diffi<strong>di</strong>amo <strong>del</strong> girello,<br />
che dà <strong>al</strong> <strong>bambino</strong> un 'andatura priva<br />
<strong>di</strong> stabilità.<br />
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ce. Seguendo i bambini con lo sguardo<br />
noi li sosteniamo, li incoraggiamo, li<br />
"accompagniamo" nella loro attività.<br />
Commentiamo la loro azione, la loro<br />
gioia, esprimiamo la nostra<br />
sod<strong>di</strong>sfazione.<br />
Organizzare<br />
un angolo motorio<br />
Non appena il camminare sia <strong>di</strong>ventato<br />
il modo <strong>di</strong> spostamento abitu<strong>al</strong>e,<br />
attrezziamo un grande angolo<br />
"motorio" costituito da tre poltrone a<br />
cubo per arrampicarsi, appoggiate<br />
contro un mobile a ripiani che serve da<br />
piattaforma e che a sua volta sta sopra<br />
un materasso spesso e molto largo.<br />
I bambini hanno così a <strong>di</strong>sposizione<br />
un "percorso" lungo il qu<strong>al</strong>e possono<br />
arrampicarsi e s<strong>al</strong>tare a loro piacere. In<br />
seguito, introduciamo un "toboggan"<br />
appoggiato contro una parete.<br />
All'inizio si sostituisce <strong>al</strong>la sc<strong>al</strong>a <strong>di</strong><br />
questo scivolo una poltrona a cubo,<br />
perché s<strong>al</strong>ire i gra<strong>di</strong>ni richiede<br />
maggior finezza <strong>di</strong> movimenti; il cubo<br />
è più stabile e offre più superficie per<br />
posare i pie<strong>di</strong>. La prima <strong>di</strong>fficoltà è<br />
rappresentata d<strong>al</strong>la <strong>di</strong>scesa; la sc<strong>al</strong>a<br />
verrà introdotta successivamente.<br />
Constatiamo che il <strong>bambino</strong><br />
scopre i <strong>di</strong>versi gesti necessari per<br />
scendere e le <strong>di</strong>verse mod<strong>al</strong>ità <strong>di</strong> <strong>di</strong>scesa<br />
(seduto, con le gambe in avanti,<br />
o in pie<strong>di</strong> tenendosi <strong>al</strong>la parete; più<br />
tar<strong>di</strong> sulla pancia...). La sicurezza è<br />
fornita da tappeti posti <strong>al</strong> termine <strong>del</strong>la<br />
<strong>di</strong>scesa. Quando un <strong>bambino</strong> si blocca<br />
sulla piattaforma, noi lo incoraggiamo<br />
a scendere da solo, lo rassicuriamo<br />
con la parola e con la nostra vicinanza<br />
e, se occorre, lo pren<strong>di</strong>amo in braccio<br />
e lo posiamo in uno spazio più adatto,<br />
per esempio vicino <strong>al</strong> materasso.<br />
Lo scivolo va introdotto la prima<br />
volta in un momento <strong>del</strong>la giornata in<br />
cui vi siano pochi bambini presenti nel<br />
loc<strong>al</strong>e, per evitare l'assiepamento che<br />
si produrrebbe se tutti i bambini vi si<br />
precipitassero simultaneamente. I<br />
bambini imparano poco <strong>al</strong>la volta che<br />
ciascuno <strong>di</strong> loro avra il suo turno, che<br />
si s<strong>al</strong>e in una <strong>di</strong>rezione e si scende in<br />
un'<strong>al</strong>tra. Queste regole non sono<br />
dettate d<strong>al</strong>l'adulto, ma si rivelano nel<br />
corso <strong>del</strong>l'azione. Infatti, il <strong>bambino</strong><br />
che è sceso e cerca <strong>di</strong> ris<strong>al</strong>ire d<strong>al</strong>la<br />
parte <strong>del</strong>lo scivolo si trova <strong>di</strong> fronte ad<br />
una <strong>al</strong>tro <strong>bambino</strong> che sta per scendere<br />
o che, avendo già iniziato la <strong>di</strong>scesa,<br />
deve frenare coi pie<strong>di</strong> contro il bordo<br />
per evitare la collisione.<br />
Così lo scivolo si è rivelato un magnifico<br />
attrezzo per l'appren<strong>di</strong>mento<br />
soci<strong>al</strong>e, che i bambini possono utilizzare<br />
senza incidenti e con pochissimi<br />
conflitti.<br />
Organizzare<br />
degli angoli in <strong>al</strong>tezza<br />
Dato che i bambini si spostano or-<br />
mai in posizione eretta, noi mettiamo<br />
a loro <strong>di</strong>sposizione degli oggetti da<br />
trainare (cagnolini su ruote, locomotive<br />
col fischietto...). Gli oggetti<br />
non sono più ammucchiati per terra: si<br />
comincia ad organizzare lo spazio<br />
attraverso "angoli in <strong>al</strong>tezza".<br />
Angolo <strong>del</strong>la merenda: in uno spazio<br />
<strong>del</strong>imitato si sistema un tavolino<br />
con una tovaglia, <strong>del</strong>le poltroncine a<br />
cubo, una scaff<strong>al</strong>atura bassa con degli<br />
utensili: vasetti, piattini, cuc-
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chiai, brocche <strong>di</strong> plastica, vasetti <strong>di</strong><br />
yogurth, scopetta e spazzola, guanto <strong>di</strong><br />
spugna, e come ingre<strong>di</strong>enti <strong>del</strong>le<br />
arance <strong>di</strong> plastica, <strong>del</strong> riso, <strong>del</strong>la pasta,<br />
ecc.<br />
Angolo <strong>del</strong>le bambole: un fasciatoio<br />
con un catino, asciugamani, guanti da<br />
toilette, pettine...<br />
Angolo biblioteca: angolo morbido<br />
con cuscini, libri sistemati su un<br />
piccolo supporto.<br />
Angolo letto: quando il materasso<br />
grande non serve più per l'angolo<br />
motorio, i bambini lo utilizzano come<br />
letto, con una coperta posata sopra;<br />
abbiamo però osservato che se la<br />
coperta non c'è il materasso si trasforma<br />
in "trampolino".<br />
I bambini hanno ormai una buona<br />
padronanza <strong>del</strong> corpo e dei gesti: si<br />
spostano con agio e ad<strong>di</strong>rittura<br />
corrono, s<strong>al</strong>gono e scendono i gra<strong>di</strong>ni,<br />
prima con appoggio e poi senza, si<br />
spostano sul triciclo (dapprima usando<br />
i pie<strong>di</strong> e poi i ped<strong>al</strong>i), spingono<br />
carriole...<br />
La manipolazione si fa più precisa.<br />
Per esempio: costruzione <strong>di</strong> una torre<br />
composta da più cubi; incastro; i<br />
bambini restano più a lungo centrati su<br />
qu<strong>al</strong>che cosa. Giocano a gruppetti <strong>di</strong><br />
due o tre; i loro giochi sim-<br />
<strong>Come</strong> nelle fasi precedenti, noi non<br />
sollecitiamo <strong>di</strong>rettamente i giochi dei<br />
bambini, ma li seguiamo con lo<br />
sguardo, commentiamo e incoraggiamo<br />
le loro azioni, entriamo nel 10ro<br />
gioco quando essi ce lo chiedono.<br />
Ba<strong>di</strong>amo anche a risistemare regolarmente<br />
lo spazio, a riorganizzate gli<br />
angoli e a preparare ogni sera la sistemazione<br />
per l'indomani mattina.<br />
n linguaggio occupa un posto sempre<br />
più importante nei giochi, soprattutto<br />
nei giochi <strong>del</strong> "far finta". n<br />
<strong>bambino</strong> commenta le proprie<br />
azioni con frasi <strong>di</strong> due-tre parole, ci<br />
interpella, oppure interpella un <strong>al</strong>tro<br />
<strong>bambino</strong>, e lo introduce nel proprio<br />
gioco.<br />
bolici si affinano e si moltiplicano.<br />
Effettuano tra loro degli scambi; si<br />
parlano, si rispondono, si consolano<br />
reciprocamente. Quanto <strong>al</strong>l'adulto, il<br />
<strong>bambino</strong> può <strong>di</strong>staccarsene,<br />
<strong>al</strong>lontanarsi perché conosce bene il<br />
proprio ambiente <strong>di</strong> vita; ma può anche<br />
invitarlo nel suo gioco, parlargli,<br />
porre <strong>del</strong>le domande; è possibile intrecciare<br />
con lui una vera conversazione.<br />
I bambini inoltre se la cavano<br />
sempre meglio a vestirsi, spogliarsi,<br />
andare in bagno.<br />
Lo spazio <strong>di</strong>sponibile si amplia e<br />
i <strong>di</strong>versi luoghi sono utilizzati in funzione<br />
<strong>del</strong>la loro specificità.<br />
La stanza da bagno<br />
La stanza da bagno (con lavan<strong>di</strong>ni e<br />
vasini) è il luogo concepito per <strong>di</strong>ventare<br />
l' ' 'angolo <strong>del</strong>l'acqua": basta si-<br />
stemarvi dei cubi, dei vasetti, <strong>del</strong>le<br />
bamboline, dei guanti da toilette per<br />
giocare a far travasi, lavare, ecc.<br />
La stanza da letto<br />
La stanza da letto, <strong>al</strong> <strong>di</strong> fuori <strong>del</strong>le<br />
ore <strong>di</strong> siesta, si trasforma in angolo<br />
motorio. I lettini vengono impilati, si<br />
sistema lo scivolo con i suoi accessori,<br />
le poltrone a cubo che possono venire<br />
<strong>al</strong>lineate a formare un trenino, o<br />
<strong>di</strong>sposte a squadra per <strong>del</strong>imitare uno<br />
spazio. Questo loc<strong>al</strong>e è veramente<br />
molto utile in inverno, quando il<br />
tempo non permette <strong>di</strong> uscire sul prato<br />
o sul terrazzo.<br />
Il terrazzo e il prato<br />
All'esterno abbiamo un lungo terrazzo<br />
e un lungo prato che si <strong>di</strong>spiegano<br />
davanti ai loc<strong>al</strong>i dei tre gruppi.<br />
Abbiamo <strong>di</strong>viso questo spazio in tre<br />
parti in modo che ciascuna <strong>di</strong> noi abbia<br />
il suo gruppo <strong>di</strong> bambini sotto gli occhi<br />
e possa organizzare il suo "territorio"<br />
in funzione dei suoi bambini. Anche<br />
per il <strong>bambino</strong> questa ripartizione è<br />
preferibile, perché egli vi trova i suoi<br />
punti <strong>di</strong> riferimento, si sente <strong>al</strong> sicuro,<br />
ha maggiori occasioni <strong>di</strong> stabilire<br />
rapporti in<strong>di</strong>vidu<strong>al</strong>izzati con noi. I<br />
bambini <strong>di</strong>spongono, <strong>al</strong>l'esterno, <strong>di</strong><br />
strutture su cui arrampicarsi, <strong>di</strong> tricicli,<br />
carriole, e <strong>di</strong> tutto il materi<strong>al</strong>e più<br />
ingombrante che si può portare fuori.<br />
Tricicli e carriole non sono in numero<br />
sufficiente per tutti, e pertanto li<br />
si offre quando vi sono meno bambini:<br />
<strong>al</strong> termine <strong>del</strong>la giornata, oppure<br />
quando <strong>al</strong>cuni bambini stanno fuori e<br />
<strong>al</strong>tri <strong>al</strong>l'interno.<br />
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Il loc<strong>al</strong>e <strong>di</strong> soggiorno<br />
Nel loc<strong>al</strong>e <strong>di</strong> soggiorno gli angoli,<br />
già abbozzati nella fase precedente,<br />
sono sempre <strong>di</strong>sponibili: angolo-biblioteca,<br />
angolo-merenda, angolomotorio...<br />
Una scaff<strong>al</strong>atura a due piani comprende:<br />
a) <strong>del</strong> materi<strong>al</strong>e visibile ma accessi<br />
bile soltanto su richiesta (es., matite)<br />
b) <strong>del</strong> materi<strong>al</strong>e <strong>di</strong>sponibile in permanenza:<br />
secchi da impilare, scatola con<br />
le automobiline, lego, puzzles,<br />
incastri, giochi con anelli...<br />
Sui tavoli si mettono: cubi, plastilina<br />
(sempre accompagnati da vasetti,<br />
spatoline che aiutano a dar forma),<br />
perle <strong>di</strong> legno... Questi materi<strong>al</strong>i non<br />
vengono tirati fuori dagli arma<strong>di</strong> tutti<br />
insieme, ma si avvicendano nel corso<br />
<strong>del</strong>la giornata, secondo l'intensità con<br />
cui il <strong>bambino</strong> lavora, le sue richieste<br />
o la nostra' "ispirazione". All'inizio i<br />
bambini giocano in pie<strong>di</strong> attorno <strong>al</strong><br />
tavolo. Non li si obbliga a sedersi:<br />
poco <strong>al</strong>la volta lo fanno<br />
spontaneamente.<br />
Organizzare e <strong>favorire</strong><br />
la scelta <strong>del</strong>la attività<br />
<strong>Come</strong> si noterà, noi abbiamo un<br />
ruolo molto importante <strong>di</strong> organizzazione<br />
<strong>del</strong>l' ambiente.<br />
Sistemiamo lo spazio e il materi<strong>al</strong>e<br />
in modo t<strong>al</strong>e che i bambini si possano<br />
raggruppare a due o tre, oppure<br />
possano isolarsi e abbiano modo <strong>di</strong><br />
scegliere la loro attività. Vi sono<br />
sempre molte possibilità <strong>di</strong> scelta, e<br />
noi cerchiamo <strong>di</strong> fare in modo che i<br />
bambini le scoprano.<br />
L'ambiente viene sistemato prima<br />
<strong>del</strong>l'arrivo dei bambini, dopo ogni<br />
pasto, <strong>al</strong> risveglio, o anche quando<br />
l'attività <strong>di</strong>minuisce, quando si sente<br />
una tensione nel gruppo.<br />
Stabilire un <strong>di</strong><strong>al</strong>ogo,<br />
una presenza<br />
Noi ci spostiamo da un gruppetto<br />
<strong>al</strong>l'<strong>al</strong>tro cercando <strong>di</strong> aver presente un<br />
quadro gener<strong>al</strong>e. In ogni gruppo,<br />
70<br />
cerchiamo <strong>di</strong> avere un "<strong>di</strong><strong>al</strong>ogo" con<br />
ogni <strong>bambino</strong>. Poiché il tipo <strong>di</strong> attività<br />
non è imposto, la conversazione è più<br />
natur<strong>al</strong>e. In questo <strong>di</strong><strong>al</strong>ogo noi stiamo<br />
attente a commentare, congratularci,<br />
ampliare ciò che il <strong>bambino</strong> <strong>di</strong>ce e<br />
affinare la precisione <strong>del</strong> vocabolario.<br />
Quando interveniamo con le parole,<br />
cerchiamo <strong>di</strong> spostarci accanto <strong>al</strong><br />
<strong>bambino</strong> cui ci rivolgiamo. Abbiamo<br />
notato che, se lo interpelliamo da<br />
lontano, dobbiamo <strong>al</strong>zare la voce e<br />
attiriamo così l'attenzione degli <strong>al</strong>tri<br />
bambini, <strong>di</strong>sturbando la loro attività.<br />
Questa presenza e questo <strong>di</strong><strong>al</strong>ogo<br />
Anche se l'esperienza <strong>di</strong> Loczy ha<br />
avuto una parte importante nella ricerca<br />
progressiva <strong>di</strong> un progetto pedagogico,<br />
avendo servito da cat<strong>al</strong>izzatore<br />
e da re ferente per le educatrici<br />
<strong>di</strong> Herst<strong>al</strong>, tuttavia solo partendo d<strong>al</strong>la<br />
propria storia profession<strong>al</strong>e e<br />
istituzion<strong>al</strong>e l'équipe <strong>di</strong> Herst<strong>al</strong> ha<br />
definito i propri principi <strong>di</strong> azione<br />
cercando <strong>di</strong> tradurli nei gesti <strong>di</strong> tutti i<br />
giorni.<br />
Questo articolo, steso d<strong>al</strong>le educa-<br />
sono necessari anche per accompagnare<br />
gli <strong>al</strong>tri momenti in cui il <strong>bambino</strong><br />
sembra autonomo. Così <strong>al</strong> momento<br />
<strong>del</strong> pasto, <strong>del</strong> vestirsi, <strong>del</strong>la<br />
toilette, <strong>del</strong>l'andare a letto, <strong>del</strong>l'<strong>al</strong>zarsi,<br />
noi cerchiamo <strong>di</strong> instaurare un<br />
contatto più in<strong>di</strong>vidu<strong>al</strong>izzato, con lo<br />
sguardo, la parola, il tocco. Si sarebbe<br />
tentati <strong>di</strong> lasciare il <strong>bambino</strong> "solo"<br />
quando sa cavarsela senza il nostro<br />
aiuto <strong>di</strong>retto: ma il <strong>bambino</strong> potrebbe<br />
vivere questa "libertà" che gli<br />
lasciamo come un abbandono. Inve-<br />
ce, se noi restiamo in contatto con lui<br />
parlandogli, toccandolo, il bam-<br />
bino può agire in modo autonomo<br />
senza sentirsi solo.<br />
trici, rispecchia lo stato attu<strong>al</strong>e <strong>del</strong>le<br />
loro riflessioni e <strong>del</strong>le loro pratiche,<br />
nel tentativo <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre con <strong>al</strong>tri la<br />
loro ricerca <strong>di</strong> una relazione adulto<strong>bambino</strong><br />
in qui quest'ultimo sia<br />
considerato un partner ,attivo, dotato<br />
<strong>di</strong> potenzi<strong>al</strong>ità, <strong>di</strong> iniziative, <strong>di</strong> una<br />
competenza non solo relativa agli<br />
oggetti, ma anche agli <strong>al</strong>tri interlocutori.<br />
traduzione <strong>di</strong> Rita Gay