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BAND: THE BLACK HEART<br />
PROCESSION<br />
SONORIKA / interview<br />
http://www.sonorika.com/site/recensioni/art4915.html<br />
TITLE: THE SPELL LABEL: TOUCH & GO<br />
PAG. 21<br />
Sta per uscire The Spell, il quinto album della band fondata da Pall Jenkins e Tobias Nathaniel che con le sue<br />
ballate oscure e decadenti si è guadagnata nell’arco di un decennio un seguito sempre più nutrito di<br />
estimatori.<br />
Dall’ultimo “snaturato” Amore del Tropico sono ormai passati quattro anni. Un periodo in cui il gruppo ha<br />
avuto l’occasione di partecipare alla serie In The Fishtank (l’undicesimo capitolo, insieme agli olandesi<br />
Solbakken) e di scrivere ed interpretare il film The Tropics Of Love, un criptico noir in salsa californiana in cui<br />
le canzoni di AdT costruiscono una vicenda di “insanity, dreams, hopes and despair of reality” tra due loser<br />
italo-americani. Un omicidio passionale di cui il finale aperto del film non svela l’autore.<br />
Mi presento all’incontro con i due musicisti di San Diego con in mano il dvd in questione.<br />
Sonorika: Dai, vi prego, me lo dite chi diavolo è il colpevole?<br />
Pall: (ride) Mi dispiace, non posso dirtelo. Ho firmato un contratto miliardario con la casa di produzione, sono<br />
tenuto al segreto. A parte gli scherzi, abbiamo costruito e intendiamo quella storia nello stesso modo in cui<br />
lavoriamo con la musica: creiamo delle atmosfere e delle suggestioni lasciando poi a chi ci ascolta il compito<br />
di interpretarle. Può essere stato Luigi, così come l’ispettore di polizia, o forse il mio stesso personaggio…<br />
dipende da te, non te lo posso dire io.<br />
S: Ok, come non detto. Siete qui per presentare il quinto capitolo della storia dei The Black Heart Procession.<br />
Una storia cominciata oramai quasi dieci anni fa. Guardandovi indietro, di cosa siete più fieri?<br />
P: La cosa di cui siamo più fieri è che, nonostante la nostra musica sia comunque stata spesso definita<br />
oscura e poco accessibile, ai nostri concerti puoi vedere ogni tipo di persona, di qualsiasi età e provenienza.<br />
Inoltre tutto ciò che abbiamo pubblicato fino ad ora, pur cercando di sperimentare e rinnovarci di disco in<br />
disco, alla fine è risultata sempre avere un certo spessore, una percepibile consistenza. Sì, forse è questa la<br />
cosa di cui sono più orgoglioso.<br />
Tobias: Io personalmente sono contento di come la band, pur essendo ormai qualcosa di totalmente diverso<br />
da ciò che eravamo agli inizi, è sempre riuscita a tenere fede al proprio intento originario.<br />
S: Qual è quest’intento?<br />
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T: Essere genuini. Quando abbiamo formato i TBHP volevamo solo soddisfare l’esigenza di suonare insieme<br />
un certo tipo di musica, farlo per il nostro piacere. Pensa che in origine non avevamo la minima intenzione di<br />
pubblicare dischi con questa formazione.<br />
S: Come musicisti e come persone non sentite mai la mancanza, il bisogno di ritmi più veloci, di volumi più<br />
alti, di distorsioni? Mi riferisco ad un’esigenza quasi fisica…<br />
P: Mah, non direi. Riusciamo a sublimare questa mancanza con i live, in cui ci sono comunque dinamiche<br />
diverse, più loud. Comunque, probabilmente l’avrai notato, in The Spell sono presenti più episodi up-tempo<br />
di quanto siamo soliti inserire in un disco. Forse inconsciamente ne sentivamo davvero la mancanza.<br />
T: Infatti, di questo passo tra qualche anno avremo una crisi di mezza età e cominceremo a spaccare tutto.<br />
(ride)<br />
>>> continua