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Mariangela Cisco Ghirotti
Maria – che per sua fortuna non vede tanto le macchie –
me le aveva rimesse nel cassetto pari pari, dopo i nostri ultimi
ricevimenti torinesi. Insomma con qualche rapida
smacchiatura, tutto per il meglio.
Alle otto arrivano Renato e la Giovanna. Renato è un
personaggio nuovo per te, ma fa parte della nostra giovinezza.
Aveva 21 anni, dopo la liberazione – era stato in
Svizzera. Tornato a Vicenza fu il primo direttore del «Giornale
di Vicenza» 3 , e di Gigi al contempo. Cinque anni di
vita comune o quasi. Nella comune povertà, veniva a mangiare
a casa nostra, ci portava qualche vettovaglia (mezzo
pollo, un po’ di lardo, burro) dalla natia Montecchio e poi
parlavamo e non sentivamo neppure la fame.
Fu una persona molto importante nella mia vita – direi
che mi cambiò la testa e mi sbozzolò dal provincialismo e
dalla cerchia chiusa della mia cultura scolastica. Io che a
quel tempo, 1945, mi innamoravo facile, non fui mai sfiorata
dal più lieve sentimentalismo nei suoi riguardi – avevo
solo sete di chiarezza e di idee nuove, di critiche e di indirizzi.
Con Gigi eravamo cresciuti troppo assieme, e il
confusionarismo del mio legittimo – accuratamente coltivato
anche negli anni a venire – non mi giovava troppo,
specie allora. Imparai ad essere io, il più possibile – quel
tanto insomma che potevo, dato il mio carattere che purtroppo
ancora oggi trova che ognuno ha la sua parte di ragione,
e non so mai tenere perdutamente per uno.
Dopo ci perdemmo di vista. Noi a Torino, Renato a Roma.
Dieci anni fa sposò la Giovanna; una bella Giovanna,
intelligente, simpatica. Ci siamo rivisti qualche volta. Ha
smesso il giornalismo, fa il pubblicitario. Ha uno studio ben
avviato, scrive romanzi, ha quattro figli e una vita serena.
Arrivano dunque e seduti sul divano chiacchieriamo,
beviamo qualcosa nell’attesa. Gigi scompare: sono ormai le
nove e il portone si chiude. Non ha voluto avvisare il portiere
e così se ne sta fermo fuori a gelare nella “tiepida” aria
romana. Alle dieci io dico che si potrebbe cominciare dal
cavolo alla béchamelle. Sì, no, nel bel mezzo suona il cam-