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Dorando Pietri tra mito e realtà - Carpidiem

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DORANDO<br />

PIETRI<br />

<strong>tra</strong> <strong>mito</strong> e <strong>realtà</strong><br />

Mos<strong>tra</strong> fotografi ca<br />

e di documenti<br />

CITTÀ DI CARPI<br />

Assessorato alle Politiche Culturali<br />

Centro di Ricerca Etnografi ca<br />

PROVINCIA DI<br />

MODENA


<strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong> <strong>tra</strong> <strong>mito</strong> e <strong>realtà</strong><br />

Mos<strong>tra</strong> fotografi ca e di documenti<br />

Carpi, Sala Cervi di Palazzo dei Pio<br />

dal 24 luglio al 12 ottobre 2008<br />

Mos<strong>tra</strong> a cura del Comitato promotore del Centenario <strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong> 2008.<br />

Ricerca, elaborazione e testi a cura di Luciana Nora.<br />

Progetto e allestimento mos<strong>tra</strong> a cura di Sandra Losi e Luciana Nora.<br />

Progetto ed elaborazione grafi ca della mos<strong>tra</strong> di Sandra Losi e Luciana Nora.<br />

Progetto grafi co pubblicitario a cura di Alberto Cova.<br />

Acquisizione immagini a cura di Mirco Barbolini, Luca Ghelfi , Metella Montanari.<br />

Video:<br />

“Saluti da Carpi”<br />

“Un monumento per Manfredo Fanti”<br />

“Immagini e commenti dalla Maratona di Londra – 1908”<br />

“Carpi cambia volto” - Montaggio di Luca Ghelfi<br />

Tecnico audio: Paolo Violi.<br />

Produzione video “Quella Foto”: Giuseppe Lodi, Emiliano Stenterelli.<br />

“<strong>Dorando</strong>’s Run” – musica di Massimo Varini<br />

Screenplay: Eros Achiardi, Alessandro Bardani, Massimo Varini.<br />

Si ringraziano per il prestito materiali: Società Ginnastica “La Patria” – Carpi, Rosanna Dimitri, Franca Pontelli,<br />

Maurizio Gavioli, Alfi ero Malavasi, Romano Cavaletti, Ivo Catellani, Cinzio Gasparini.<br />

Per la collaborazione all’allestimento: Silvano Pignatti, Dennys Previdi, Oder Lugli, Gianfranco Buraschi, Vanna<br />

Amadei, Eugenio Secchi, Lorenzo Tedeschini.


Catalogo mos<strong>tra</strong> a cura di: Sandra Losi e Luciana Nora.<br />

Per informazioni: info@dorandopietri.it - luciana.nora@carpidiem.it<br />

Stampa: OFG srl - Carpi<br />

Finito di stampare: Agosto 2008


I festeggiamenti del Centenario di <strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong><br />

rimarranno indelebili <strong>tra</strong> i nostri ricordi più signifi cativi.<br />

Ciò che <strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong> ha rappresentato ci permette ancora oggi di rivivere le emozioni<br />

che caratterizzarono la Maratona olimpica di Londra del 1908, di conoscerlo più<br />

profondamente e di riscoprire i veri valori dello sport.<br />

Intorno a questi elementi il comitato del Centenario at<strong>tra</strong>verso una serie di eventi ha<br />

saputo ripercorrere la storia di questo grande atleta. Un percorso sapientemente costruito<br />

da persone che amano <strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong> e che grazie ai loro studi hanno voluto<br />

renderci partecipi delle emozioni che si vivono at<strong>tra</strong>verso una più profonda conoscenza<br />

del personaggio.<br />

Un’occasione per il nostro territorio per parlare di sport e di cultura e capire perché<br />

quest’uomo a distanza di cento anni sia ancora così amato anche in Inghilterra.<br />

Una storia lunga cent’anni simbolicamente rappresentata da quella coppa donata<br />

dalla regina Alessandra che ancora oggi lega idealmente la città di Carpi a Londra,<br />

città della Maratona.<br />

L’assessore allo Sport e Benessere<br />

Carmelo Alberto D’Addese


La mos<strong>tra</strong> “<strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong> <strong>tra</strong> <strong>mito</strong> e <strong>realtà</strong>” non è solo l’occasione per celebrare il<br />

centenario della leggendaria Maratona di Londra, ma è anche una s<strong>tra</strong>ordinaria occasione<br />

per conoscere un personaggio ed il suo tempo.<br />

Grazie al ricco materiale fotografi co e ai documenti si può seguire la parabola della<br />

vita di <strong>Dorando</strong>: dalle povere origini nella vicina campagna alle capitali del mondo;<br />

dai trionfi sportivi alle fallimentari avventure imprenditoriali. Si viene così in contatto<br />

con la storia eccezionale di un uomo, ma anche con quella della sua famiglia, della<br />

sua comunità e della sua e nos<strong>tra</strong> città.<br />

Sullo sfondo della vicenda c’è una Carpi di inizio ‘900, una città che cambia man<br />

mano la propria identità, con l’abbattimento delle mura, la conversione industriale,<br />

una città e si proietta nel futuro con poche certezze sia sociali che economiche. Povertà<br />

e migrazione, fenomeni che hanno interessato in modo signifi cativo anche il<br />

nostro territorio, at<strong>tra</strong>versano il percorso della mos<strong>tra</strong>, intersecandosi più volte con il<br />

cammino di <strong>Dorando</strong>: sono gli italiani stessi, emigrati all’estero, i primi sostenitori del<br />

grande maratoneta carpigiano, simbolo di riscatto sociale e nazionale, ma sono anche<br />

<strong>Dorando</strong> ed il fratello Ulpiano emigranti, alla ricerca di un professionismo sportivo che<br />

l’Italia al tempo non concedeva.<br />

La mos<strong>tra</strong> ci permette infi ne di conoscere le diverse facce della persona: fi gura pubblica,<br />

personaggio moderno, attento alla comunicazione ed all’immagine, poi imprenditore<br />

ambizioso e sfortunato.<br />

Ciò che ne scaturisce è il ri<strong>tra</strong>tto di un uomo, che lo sport e la sua epica hanno fatto<br />

<strong>mito</strong>, ma che uomo rimane, con le sue debolezze, i suoi errori ed i suoi sogni.<br />

L’assessore alle Politiche Culturali<br />

Alberto Bellelli


Note Biografi che<br />

Famiglia Desiderio <strong>Pietri</strong> e Teresa Incerti- <strong>Dorando</strong> al centro in braccio alla madre , Ulpiano alla sua des<strong>tra</strong><br />

Riproduzione attinta da es<strong>tra</strong>tto giornalistico La Lettura conservato presso il C.R.E.<br />

6<br />

<strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong> nasceva il 16 ottobre<br />

1885 a Mandrio, frazione di Correggio<br />

nell’Emilia, in un’abitazione attualmente<br />

scomparsa, adiacente alla s<strong>tra</strong>da oggi<br />

denominata Vecchia Carpi, qualche centinaio<br />

di metri dal confine con Carpi.<br />

La famiglia d’origine era di condizione<br />

sociale più che modesta. Il padre fittavolo<br />

o giornaliero, la madre casalinga<br />

con quattro figli, si <strong>tra</strong>sferivano a Carpi<br />

nel 1897 alla ricerca di migliori condizioni<br />

di vita. Qui il padre aprì un piccolo<br />

esercizio di prodotti ortofrutticoli nei<br />

pressi di Porta Mantova. <strong>Dorando</strong>,<br />

appena dodicenne, trovò lavoro come<br />

garzone presso la rinomata pasticceria<br />

Melli, occupante i locali dell’attuale Bar<br />

Roma, sotto il portico lungo dell’allora<br />

Piazza Vittorio Emanuele. Antecedentemente<br />

all’in<strong>tra</strong>presa del professionismo<br />

sportivo da parte di <strong>Dorando</strong>, la condizione<br />

economica della famiglia doveva<br />

comunque rimanere precaria, tant’è che<br />

i due fratelli maggiori, Antonio e Ulpiano,<br />

si trovarono costretti ad emigrare<br />

all’estero.


Dalla testimonianza di Umberto<br />

Becchi: "[…] <strong>Dorando</strong> era un garzone<br />

pasticcere, dove adesso c'è la gelateria<br />

Roma, una volta c’era un pasticcere<br />

che si chiamava Pasquale Melli e lui<br />

faceva l'allievo pasticcere. Imparò a<br />

fare gli zabaioni e, facendo gli zabaioni,<br />

ogni tanto ne mangiava e così,<br />

uova e zucchero, questo ragazzo che<br />

aveva patito la fame, se la toglieva...<br />

portava a domicilio i pacchi... aveva<br />

trovato l'ideale, perché poteva muoversi,<br />

correre da una parte e dall'al<strong>tra</strong><br />

e mangiare a suo modo...”<br />

Carpi - Laboratorio Pasticceria Melli - <strong>Dorando</strong> nella veste di pasticciere<br />

l’immagine è stata presa dopo la celebrità raggiunta con la Maratona Olimpica del 1908<br />

Riproduzione attinta da es<strong>tra</strong>tto giornalistico La Lettura conservato presso il C.R.E.<br />

7


Sodalizio fraterno <strong>tra</strong> <strong>Dorando</strong> e Ulpiano<br />

8<br />

<strong>Dorando</strong> e Ulpiano <strong>Pietri</strong> a New York - databile 1908<br />

Riproduzione dagli originali conservati presso il C.R.E. e attinti dalla collezione privata di Rosanna Dimitri, pronipote di <strong>Dorando</strong><br />

Ri<strong>tra</strong>tto in formato cartolina inviato da <strong>Dorando</strong> al fratello Ulpiano,<br />

emigrato in Inghilterra, in località Bexhill on Sea, con ingaggio<br />

presso l’Hotel Sackville. L’Hotel ancora esistente, ora come allora, è<br />

assai esclusivo.<br />

<strong>Dorando</strong>, che in quel periodo prestava servizio militare di leva, in<br />

data 14 gennaio 1906, si rivolgeva al fratello Ulpiano per chiedere<br />

un aiuto economico necessario ad integrare la sua alimentazione in<br />

vista delle pre/olimpiadi di Atene<br />

A Mr U Depietri Sachville otel Beschille On Sea England - Torino li 14<br />

[la cartolina porta il timbro postale del 14 gennaio 1906]<br />

“Caro Fratello la mia salute è ottima come spero di te, ho una cosa<br />

sola che il rancio alla mattina si mangia ma al dopo pranzo non si<br />

può mangiare ti pregherei di spedirmi qualche cosa che te ne sarò<br />

riconoscente. Tra giorni inizierò l’allenamento ed ho bisogno di sostenermi<br />

dunque spero che mi vorrai aiutare. Ho ricevuto tua cartolina.<br />

Questa coppa è quella del conte di Torino. Salutandoti tuo fratello<br />

<strong>Dorando</strong>”<br />

La richiesta evidenzia lo stretto legame <strong>tra</strong> i due fratelli e come<br />

un’alimentazione equilibrata ed abbondante sia da sempre un elemento<br />

imprescindibile dalla buona riuscita di performances sportive.


Carpi <strong>tra</strong> fi ne Ottocento e primi Novecento<br />

La Carpi vista e vissuta da <strong>Dorando</strong> era quella<br />

cantata dall’Hans Semper.<br />

“[…] Carpi rappresenta[va] un esempio di quelle<br />

città italiane che esercita[va]no una particolare<br />

seduzione sull’intenditore per aver conservato<br />

quasi inalterata la fisionomia di una grande epoca<br />

artistica… Ancora oggi gli imponenti complessi<br />

monumentali stanno ad indicare come Carpi sia<br />

stata la splendida dimora di uno dei piccoli principi<br />

del Rinascimento, dotto e amante dell’arte… La<br />

cittadina gode[va] di un notevole benessere<br />

grazie soprattutto alla secolare produzione locale<br />

di trecce per cappelli, ricavate da sottilissime strisce<br />

di salice (trucioli), all’eccellente viticoltura e<br />

infine alla ricchezza di prelibato bestiame e pollame.”<br />

Riproduzione dall’originale conservato presso la Biblioteca Civica “A. Loria” - Comune di Carpi<br />

9


10<br />

Carpi <strong>tra</strong> fine Ottocento e primi Novecento<br />

Contesto urbanistico<br />

da Hans Semper: “[…] Carpi rappresenta un esempio di<br />

quelle città italiane che esercitano una particolare seduzione<br />

sull’intenditore per aver conservato quasi inalterata la<br />

fisionomia di una grande epoca artistica… Ancora oggi gli<br />

imponenti complessi monumentali stanno ad indicare<br />

come Carpi sia stata la splendida dimora di uno dei piccoli<br />

principi del Rinascimento, dotto e amante dell’arte…”<br />

Carpi – Prospettiva di via XX Settembre dall’arco detto<br />

“dell’Angelo”, databile inizio del ’800.<br />

Riproduzione dalla collezione Cinzio Gasparini a cura del C.R.E.<br />

Carpi –Piazzale Re Astolfo, databile inizio del ’900.<br />

Riproduzione dalla collezione Cinzio Gasparini a cura del C.R.E.<br />

Carpi – Prospettiva di via XX Settembre verso Piazzale Re Astolfo,<br />

databile inizio del ’800.<br />

Riproduzione dalla collezione Cinzio Gasparini a cura del C.R.E.<br />

Carpi – via Giulio Rovighi, Ghetto Ebraico, databile inizio del ’900.<br />

Riproduzione dalla collezione Cinzio Gasparini a cura del C.R.E.


Carpi – Prospettiva cen<strong>tra</strong>le di Via Paolo Guaitoli ripresa<br />

dal terrapieno delle mura, databile inizio del<br />

’900.<br />

Foto di Pietro Foresti - Originale conservato presso il C.R.E.<br />

Carpi – Passo detto “degli Sbirri” nel complesso di Palazzo Pio,<br />

databile inizio del ’900.<br />

Foto di Pietro Foresti - Originale conservato presso il C.R.E.<br />

Carpi – Chiesa di San Francesco colta dall’inizio dell’omonima via<br />

appena fuori da Piazza delle Erbe, databile inizio del ’900.<br />

Foto di Pietro Foresti - Originale conservato presso il C.R.E.<br />

Carpi – Portico di Corso Fanti ripreso all’ingresso di Porta Mantova,<br />

databile inizio del ’900.<br />

Originale conservato presso il C.R.E.<br />

Carpi – Portico del Grano, databile inizio del ’900.<br />

Foto di Pietro Foresti - Originale conservato presso il Centro di Ricerca<br />

Etnografica [C.R.E.]<br />

Carpi – Veduta absidale della chiesa di San Francesco ripresa<br />

dalle mura, databile inizio del ’900.<br />

Originale conservato presso il C.R.E.<br />

11


Carpi <strong>tra</strong> fi ne Ottocento e primi Novecento<br />

12<br />

Carpi, inizio ’900 - Cinta muraria sull’attuale via Castellani<br />

Originale conservato presso il Centro di Ricerca Etnografica [C.R.E.]<br />

Carpi, inizio ’900 – Porta Mantova<br />

Foto Orlandini di Modena – stampa a contatto dall’originale conservato<br />

presso la Biblioteca Estense di Modena.<br />

Carpi, inizio ’900 - Esterno di Porta Modena.<br />

Riproduzione dalla collezione Cinzio Gasparini a cura del C.R.E.<br />

Carpi inizio ’900 - Mura nei pressi di Porta Barriera.<br />

Riproduzione dalla collezione Cinzio Gasparini a cura del C.R.E.<br />

Carpi, inizio ’900 - Cinta muraria sull’attuale viale Guido Fassi,<br />

nei pressi di S. Nicolò<br />

Riproduzione dalla collezione Cinzio Gasparini a cura del C.R.E.<br />

Carpi dentro le mura, inizio ’900 – Oltre porta Mantova Corso<br />

M. Fanti<br />

Riproduzione dalla collezione Cinzio Gasparini a cura del C.R.E.<br />

Carpi dentro le mura, inizio ’900 – Corso Roma<br />

Riproduzione dalla collezione Cinzio Gasparini a cura del C.R.E.<br />

Carpi dentro le mura, inizio ’900 – Prospettiva dell’allora Corso M.<br />

Fanti, oggi Corso Cabassi<br />

Originale conservato presso il C.R.E.


Carpi, inizio ’900 - Cinta muraria sull’attuale viale Guido Fassi nei pressi<br />

di Porta Mantova<br />

Riproduzione dalla collezione Cinzio Gasparini a cura del C.R.E.<br />

Carpi dentro le mura, inizio ’900 – Corso M. Fanti all’altezza del Seminario<br />

Vescovile, ingresso via C. Menotti.<br />

Riproduzione dalla collezione Cinzio Gasparini a cura del C.R.E.<br />

Carpi dentro le mura, inizio ’900 – prospettiva di Via San Francesco<br />

dall’angolo dell’allora Piazza delle Erbe.<br />

Riproduzione dalla collezione Cinzio Gasparini a cura del C.R.E.<br />

Carpi dentro le mura, inizio ’900 – Sagrato del Duomo e Palazzo Brusati.<br />

Foto di Don Ettore Tirelli - Riproduzione a cura del C.R.E.<br />

Carpi, inizio ’900 - Cinta muraria, bastione ovest<br />

Riproduzione dalla collezione Cinzio Gasparini a cura del C.R.E.<br />

Carpi dentro le mura, inizio ’900 – Prospettiva di Corso M. Fanti<br />

dall’ingresso all’allora Piazza Vittorio Emanuele.<br />

Foto di Don Ettore Tirelli - Riproduzione a cura del C.R.E.<br />

Carpi dentro le mura, inizio ’900 – Piazza delle Erbe e prospettiva di<br />

Corso Alberto Pio<br />

Riproduzione dalla collezione Cinzio Gasparini a cura del C.R.E.<br />

Carpi dentro le mura, inizio ’900 – Uscita dal Duomo dopo la Messa festiva.<br />

Foto di Pietro Foresti - Originale conservato presso il C.R.E.<br />

Carpi, inizio ’900 – Veduta dalle mura del paesaggio rurale fuori le mura<br />

Riproduzione dalla collezione Cinzio Gasparini a cura del C.R.E.<br />

Carpi dentro le mura, inizio ’900 – Palazzo Pio, allora nominato come<br />

Castello dei Pio.<br />

Riproduzione dalla collezione Cinzio Gasparini a cura del C.R.E.<br />

Carpi dentro le mura, inizio ’900 – L’allora Piazza Vittorio Emanuele,<br />

ripresa da Corso Alberto Pio.<br />

Riproduzione dalla collezione Cinzio Gasparini a cura del C.R.E.<br />

Carpi dentro le mura, inizio ’900 – Prospettiva con veduta del Duomo,<br />

Vescovado e inizio Portico Lungo<br />

Foto di Pietro Foresti - Originale conservato presso il C.R.E.<br />

13


14<br />

Carpi <strong>tra</strong> fine Ottocento e primi Novecento<br />

Da Hans Semper: “[…] La cittadina gode[va] di un notevole benessere grazie…<br />

all’eccellente viticoltura e infine alla ricchezza di prelibato bestiame e pollame.”<br />

Carpi – Piazza Vittorio Emanuele occupata da carri<br />

agricoli carichi d’uva in attesa di spedizione per via<br />

ferroviaria – databile primo decennio del ’900.<br />

Riproduzione da foto di Don Ettore Tirelli.<br />

Carpi – Piazzale Re Astolfo occupato da carri agricoli<br />

carichi d’uva in attesa di spedizione per via ferroviaria<br />

– databile primo decennio del ’900.<br />

Riproduzione da foto di Don Ettore Tirelli.<br />

Carpi – Largo fuori Porta Barriera con tini di mosto in<br />

sosta in attesa di spedizione per via ferroviaria – sullo<br />

sfondo la sede della neo impresa industriale Il Truciolo<br />

ancora incompleta – databile primo decennio del ’900.<br />

Riproduzione da foto di Don Ettore Tirelli.<br />

Carpi – Carico delle uve sui carri merce allo scalo<br />

della stazione ferroviaria – databile primo decennio<br />

del ’900.<br />

Riproduzione da foto di Don Ettore Tirelli.


Carpi <strong>tra</strong> fine Ottocento e primi Novecento<br />

Da Hans Semper: “[…] La cittadina gode[va] di un notevole benessere grazie…<br />

all’eccellente viticoltura e infine alla ricchezza di prelibato bestiame e pollame.”<br />

Migliarina di Carpi - Carro agricolo con tiro di buoi di<br />

razza bianca modenese.<br />

Particolare foto di Pietro Foresti, databile inizio del ’900.<br />

Originale conservato presso il C.R.E.<br />

Carpi – Mercato dei cavalli fuori Porta Modena, databile<br />

inizio del ’900.<br />

Originale conservato presso il C.R.E.<br />

Battitura meccanica sull’aia con motrice a vapore,<br />

databile inizio del ’900.<br />

Originale conservato presso il C.R.E.<br />

Pesca nei canali, databile inizio del ’900.<br />

Originale conservato presso il C.R.E.<br />

Carpi – Tiro di buoi e d’asino in Piazza Vittorio<br />

Emanuele.<br />

Particolare foto di Pietro Foresti, databile inizio del ’900.<br />

Originale conservato presso il C.R.E.<br />

Allevamento suino su fondo agricolo, databile secondo<br />

decennio del ’900.<br />

Riproduzione dall’originale conservato presso il Consorzio di<br />

Bonifica Parmigiana/Moglia Secchia<br />

Battitura meccanica sull’aia con motrice a vapore,<br />

databile inizio del ’900.<br />

Originale conservato presso il C.R.E.<br />

Carpi - Trasporto delle uve con tiro di buoi lungo l’allora<br />

Corso M. Fanti, databile inizio ’900<br />

Originale conservato presso il C.R.E.<br />

15


Carpi <strong>tra</strong> fine Ottocento e primi Novecento<br />

Da Hans Semper: […] La cittadina gode[va] di un notevole benessere grazie soprattutto alla secolare<br />

produzione locale di trecce per cappelli, ricavate da sottilissime strisce di salice (trucioli)…”<br />

All’inizio del ’900 la secolare produzione di manufatti in truciolo acquisiva un forte carattere industriale.<br />

Contemporaneamente ad un’epocale <strong>tra</strong>sformazione dei sistemi produttivi, per la prima volta si sperimentava<br />

una forma di società per azioni <strong>tra</strong> industriali. Il fautore principale di questo nuovo corso era<br />

Alfredo Bertesi, allora deputato in parlamento per il Partito Socialista<br />

16


Stabilimento Loria<br />

Tintoria Menada de Il Truciolo<br />

Stabilimento Menotti Stabilimento Il Truciolo<br />

Immagini e Carte intestate di imprese carpigiane del truciolo a carattere industriale<br />

Originali conservati presso il Centro di Ricerca Etnografica<br />

17


18<br />

Lo sport <strong>tra</strong> fine Ottocento e inizio Novecento<br />

La Società Ginnastica “la Patria”<br />

Nel 1864, a tre anni dalla proclamazione del regno d’Italia, veniva fondata la Società Ginnastica di Carpi, progenitrice della<br />

Società Ginnastica La Patria, istituita il 7 maggio 1879. Il secondo articolo del suo statuto, seppure in modo desuetamente<br />

enfatico, riflette con precisione gli scopi ancora attuali dell’allora neo/sodalizio sportivo: “Essa ha per iscopo di preservare<br />

lo sviluppo delle forze fisiche della gioventù e coltivare altresì lo spirito di aggregazione e fratellanza <strong>tra</strong> i<br />

cittadini di ogni classe nell’interesse supremo della patria.”<br />

L’aspirante atleta affiliato a “La Patria”, oltre alla passione sportiva, doveva nutrire un forte spirito nazionale; aderire alla società<br />

sportiva, sotto certi aspetti, aveva un carattere dai <strong>tra</strong>tti militareschi, tant’è che, come tutti i corpi dell’esercito, aveva<br />

una fanfara, la quale, suonando inni e marce, anticipava gli atleti durante i cortei che precedevano le manifestazioni.<br />

L’inno il cui testo è del professor Rizzatti, venne musicato dal maestro Aniceto Govi.<br />

Sarebbe stato impossibile per la società sportiva carpigiana sopravvivere economicamente senza il contributo dell’intera<br />

città e, dal suo nascere, collaterali allo sport, essa promuoveva iniziative di in<strong>tra</strong>ttenimento aperte a tutti, per le quali era<br />

previsto un ingresso a pagamento. Venivano organizzati festival danzanti ma anche spettacoli tea<strong>tra</strong>li a cura di una filodrammatica<br />

organizzata dalla stessa società ginnastica e, particolarmente, il popolarissimo e <strong>tra</strong>dizionalmente assai radicato<br />

gioco della Tombola: iniziative molto apprezzate e particolarmente frequentate.<br />

La sede della società sportiva, dal suo nascere e sino al 15 aprile 2002, occupava il vasto spazio dell’ex Teatro Vigarani di<br />

Palazzo dei Pio. La pratica sportiva era però ancora lontana dall’essere interclassista e di massa; piuttosto, nella mentalità<br />

dei più, veniva considerata come un esercizio concepibile esclusivamente dai pochi che, sedentari per ceto o per professione,<br />

avevano energie in esubero e, anche <strong>tra</strong> questi, l’adesione allo sport era minoritaria.<br />

Carpi 1886 - Foto di gruppo allievi, atleti, istruttori e fanfaristi della Società Ginnastica<br />

“La Patria”<br />

Riproduzione dalla stampa originale conservata presso l’archivio della Società Ginnastica di Carpi<br />

“La Patria” 1879.<br />

Disegno eseguito dal musicista Aniceto Govi quale frontespizio della composizione dell'inno<br />

della Socetà Ginnastica "La Patria" - Carpi.<br />

Riproduzione dall'originale di proprietà Famiglia Foresti - Carpi


Maestro Aniceto Govi<br />

Disegno eseguito dal musicista Aniceto Govi quale frontespizio della<br />

composizione dell'inno della Socetà Ginnastica "La Patria" - Carpi.<br />

Riproduzione dall'originale di proprietà Famiglia Foresti - Carpi<br />

Carpi – Piazza Vittotio Emanuele - Fanfara della Società Ginnastica<br />

"La Patria" nei primi del ’900.<br />

Riproduzione dalla stampa originale conservata presso il C.R.E.<br />

Arialdo Neri, maestro di musica, nonché direttore<br />

dell’Istituto Musicale Tonelli di Carpi, è stato uno degli<br />

ultimi a far parte della fanfara e, a tal proposito riportava:<br />

“[…] ho fatto parte della fanfara della Società Ginnastica<br />

“La Patria”; eravamo circa una ventina e non c’era<br />

quasi nessuno che conoscesse la musica. I componenti<br />

della fanfara, in genere bersaglieri in congedo, suonavano<br />

con i numeri, o meglio: prima imparavano la parte<br />

ad orecchio e poi, per non sbagliare la posizione, la caratterizzavano<br />

con i numeri. Io ero uno dei pochi che conoscevo<br />

la musica… ci si esercitava in una stanza sopra<br />

alla sala del Festival. Ricordo che andavamo a fare le<br />

gite in bicicletta e suonavano andando in bicicletta, con<br />

una mano sola, perché erano tutti strumenti diritti;<br />

erano molto vecchi e proprio da fanfara. C’era l’inno dei<br />

ginnasti de “La Patria”: lo sapevano tutti suonare a memoria,<br />

perché nessuno avrebbe saputo leggere lo spartito<br />

che, peraltro, chissà dov’era stato messo. Ho fatto<br />

in tempo a suonare qualche anno nella fanfara, perché<br />

poi, da Modena, hanno chiesto gli strumenti che non<br />

sono più ritornati indietro e, così, la fanfara si è sciolta.”<br />

Riproduzioni dalle stampe originali conservate presso l’archivio della<br />

Società Ginnastica "La Patria”.<br />

19


20<br />

Locandina, convocazioni e diplomi sono riproduzioni dai documenti originali<br />

conservati presso l’archivio della Società Ginnastica "La Patria”.


Inaugurazione del Monumento al Generale Manfredo Fanti<br />

Carpi si apre allo sport con il Convegno Concorso Ginnastico<br />

vignette satiriche sulla discussa collocazione del Monumento al Generale Manfredo Fanti - attinte dal periodico<br />

carpigiano La Rondine del 1884 e del 1890 - riproduzione dalla collezione Bruno Salvarani a cura del C.R.E.<br />

Carpi Piazza Vittorio Emanuele – Inaugurazione Monumento al Generale Manfredo Fanti<br />

Foto Orlandini, Modena - riproduzione dalla stampa originale conservata presso il C.R.E.<br />

Carpi Piazza Vittorio Emanuele – Inaugurazione Monumento al Generale Manfredo Fanti<br />

Foto Orlandini, Modena - riproduzione dalla stampa originale conservata presso il C.R.E.<br />

Dopo la decisione della municipalità di erigere un monumento al Generale Manfredo<br />

Fanti, decisione che prendeva le mosse immediatamente a ridosso del suo decesso<br />

avvenuto a Firenze nell’aprile del 1865, dopo quasi un quarantennio di incertezze e<br />

discussioni anche sulla sua collocazione, il monumentale bronzo, opera dello scultore<br />

Cesare Zocchi, nel 1903 trovava posto al centro di Piazza Vittorio Emanuele.<br />

L’assetto rinascimentale del grande spazio voluto dal principe Alberto Pio III assumeva<br />

carattere risorgimentale. Nel programma dei festeggiamenti legati all’evento,<br />

nelle giornate del 5 e 6 settembre, si collocava un Convegno – Concorso Ginnastico<br />

la cui organizzazione era stata particolarmente curata dalla locale Società Ginnastica<br />

“La Patria” .<br />

Di quell’evento, collegato a <strong>Dorando</strong>, è stata raccolta la memoria di Nando Miselli:<br />

“[…] A Carpi, nell'Agosto del 1903, inaugurarono il monumento a Fanti e in<br />

quell’occasione ci fu il Congresso di Ginnastica ... vennero da tutta l'Italia un 2000<br />

o 3000 giovani, da Milano, da Torino, da Foggia, Palermo... Carpi si aprì come un<br />

ventaglio, come un sipario e abbiamo visto un altro mondo. Allora si formarono<br />

delle Società nuove, si fecero delle conoscenze e si fece il campionato emiliano di<br />

corsa... <strong>Dorando</strong>, dopo questo 1903, si mette a correre a piedi e vince il mezzofondo<br />

a Carpi, diventa lui il campione di mezzofondo... Lui intensificò l'allenamento poi,<br />

at<strong>tra</strong>verso le Società Ginnastiche, lo ingaggiarono per le maratone... Cominciò a<br />

vincere… una delle sue più belle gare fu: La Spezia/Sarzana di 36 chilometri in<br />

salita, in mezzo alle montagne... E pian piano il suo nome comincia a squillare nei<br />

giornali: - <strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong>! - Succede che questo uomo comincia a fare delle ali e<br />

vuole volare… è naturale! Sogna le Olimpiadi.”<br />

materiale originale conservato presso il C.R.E. e Archivio Nuovo in Archivio Storico Comunale del Comune di Carpi<br />

21


22<br />

Lo sport all’ inizio del Novecento<br />

Dalla testimonianza orale di Umberto Becchi che riporta: “ [A praticare lo sport] era la<br />

media borghesia, la borghesia impiegatizia; ce n'erano molti, perché il truciolo aveva<br />

molti impiegati... praticavano lo sport alle parallele, agli anelli... qualcuno faceva il fioretto,<br />

qualcuno la lotta greco-romana; non c'era la boxe.. dilettanti.... Non era né il<br />

ricco che era un agricoltore e l’agricoltore non ne faceva parte... nemmeno la classe<br />

operaia... e nemmeno i contadini che non venivano a Carpi. Venivano a Carpi il giovedì<br />

mattina e la domenica mattina: a mezzogiorno non c'era più nessuno. C'era molta distinzione<br />

<strong>tra</strong> cittadino e campagnolo…”<br />

A fare eccezione nel contesto di questa diffusa mentalità refrattaria all’attività sportiva<br />

era il ciclismo che assunse immediatamente carattere popolare. La bicicletta venne immediatamente<br />

riconosciuta utile, non solo perché idonea a coprire le piane e lunghe distanze<br />

<strong>tra</strong> abitazione e posto di lavoro che la numerosa schiera di bracciantato agricolo<br />

affrontava quotidianamente, ma anche quale veloce veicolo di propaganda ideologica.<br />

“Facciamo appello specialmente ai giovani muniti di bicicletta perché sentano il dovere<br />

di rendere qualche utile sevizio alla causa socialista” è il messaggio lanciato sul settimanale<br />

locale socialista Luce nel luglio 1907. Ed è il ciclismo il primo sport con cui ebbe<br />

a cimentarsi <strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong>. Altrettanto popolare era il podismo. Chi lo praticava, a differenza<br />

degli attuali metodi, si allenava esclusivamente correndo su s<strong>tra</strong>da. Potenza e<br />

resistenza fisica erano considerati come <strong>tra</strong>tto fisico intrinseco alla persona.<br />

Gruppo di ciclisti al seguito di un allenamento podistico, databile <strong>tra</strong> il 1903 e 1904.<br />

Particolare dall’ originale conservato presso il C.R.E del Comune di Carpi.<br />

Partecipanti alla gara ciclistica organizzata nel 1902 dalla Società Ginnastica la Patria e riservata ai soli soci,<br />

il cui percorso era: Carpi – Moglia – Carpi. Il <strong>tra</strong>guardo era fissato fuori Porta Mantova.<br />

Riproduzione dagli originali conservati presso il C.R.E del Comune di Carpi.


Allenamento podistico su s<strong>tra</strong>de sterrate del forese carpigiano, databili<br />

<strong>tra</strong> il 1903 e 1904.<br />

Riproduzione dagli originali conservati presso il C.R.E del Comune di Carpi.<br />

23


24<br />

Prime affermazioni di <strong>Dorando</strong><br />

Il primo sport praticato da <strong>Dorando</strong> è stato il ciclismo.<br />

Ondino Miselli, suo contemporaneo e stretto<br />

conoscente, a questo proposito, rilasciava la seguente<br />

memoria: “<strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong> correva in bicicletta;<br />

trova una bicicletta a nolo (a quel tempo la<br />

davano con 50 centesimi l’ora), va a Modena tutte<br />

le domeniche con ragazzi di Pavullo, San Felice, Mirandola.<br />

Succede che a <strong>Dorando</strong>, durante una gara,<br />

gli si era spaccata la bicicletta. Allora lui si leva in<br />

piedi, prende la bicicletta rotta e fa due chilometri a<br />

piedi arrivando al <strong>tra</strong>guardo. Mio cugino Tullio, che<br />

era innamorato del podismo ed era presente, gli<br />

dice:- Tu devi correre a piedi. Tu sei un campione a<br />

piedi!...”<br />

Piproduzione a cura del C.R.E. di diplomi originali conservati presso il C.R.E e<br />

di proprietà della pronipote Rosanna Dimitri


Piproduzione a cura del C.R.E. di immagini <strong>tra</strong>tte dalla stampa<br />

dell’epoca e di proprietà della pronipote Rosanna Dimitri<br />

25


26<br />

Il 1905, con la partecipazione e vittoria<br />

ottenuta alla maratona dilettanti di<br />

Parigi, fu l’anno in cui <strong>Dorando</strong> emerse<br />

in campo internazionale e si guadagnò<br />

l’appellativo di pie’ veloce.<br />

Ma, nel dicembre di quell’anno, <strong>Dorando</strong><br />

fu chiamato ad ottemperare al servizio<br />

di leva militare, della durata allora di 24<br />

mesi. Era praticamente all’inizio della<br />

sua vicenda agonistica che la leva militare<br />

poteva seriamente compromettere.<br />

In effetti ottenne permessi e agevolazioni<br />

che gli consentirono di allenarsi e<br />

partecipare a competizioni nell’area torinese,<br />

vestendo la maglia della Società<br />

sportiva Atalanta di Torino.<br />

Godendo di licenza, il 3 aprile del 1906,<br />

gareggiò alla maratona di Roma, valevole<br />

per l’ammissione ai Giochi di Atene<br />

per partecipare ai quali ottenne un permesso<br />

speciale della durata di un mese,<br />

utile all’allenamento e alla <strong>tra</strong>sferta per<br />

competizione.<br />

Riproduzioni dagli originali conservati presso il C.R.E. e dalla pronipote Rosanna Dimitri<br />

Congedo definitivo, rilasciato alla vigilia<br />

del I° conflitto mondiale, motivato da<br />

insufficienza mi<strong>tra</strong>lica


Caratteristiche di <strong>Dorando</strong><br />

Dopo la vittoria alla Sesta Maratona Dilettanti di<br />

Parigi, tenutasi il 15 ottobre del 1905, alla quale<br />

partecipavano 150 atleti, che vedeva come favorito<br />

il francese Gaston Regueneau, <strong>Dorando</strong> saliva<br />

all’attenzione internazionale ed erano in molti ad<br />

osservarlo, cercando di individuarne i suoi punti<br />

di forza. Sulla stampa di quel periodo si legge:<br />

“[...] Inflessibile tenacia... volontà ferrea... Di<br />

prima vista il <strong>Pietri</strong> non dimos<strong>tra</strong> ciò che realmente<br />

vale; ma esaminandolo bene… si scorge a<br />

priori la formidabile sua struttura, tutta nervi,<br />

tutta energia... la sua andatura indiavolata stacca<br />

i più forti suoi avversari... Non è un corridore<br />

estetico come sarebbe il Lunghi... Il <strong>Pietri</strong> è di<br />

media statura corre un po’ curvo, a passi fittissimi...”<br />

“E’ solo nell'occhio vivace, irrequieto che si può<br />

presagire in <strong>Pietri</strong> <strong>Dorando</strong> un campione podista.<br />

Il rimanente della sua costituzione fisica non <strong>tra</strong>direbbe<br />

nel giovane piccolo e non tarchiato il vincitore<br />

di una maratona parigina e di innumerevoli<br />

gare classiche italiane. Ma in corsa, quando procede<br />

con la sua azione elastica, lunga e non priva<br />

di eleganza...”<br />

Il giornalista Angelo Vacchieri che, senza averlo<br />

mai incon<strong>tra</strong>to, lo andò ad intervistare in caserma<br />

scrisse: “ [...] Non potei nascondere al forte<br />

podista il mio stupore nel vederlo tanto minuscolo,<br />

lui che in Francia aveva sollevato tanto rumore<br />

di fama e gli chiesi scherzando: - Tanto campione<br />

in sì minuscolo corpo!? - Vedi, mi rispose il <strong>Pietri</strong><br />

che è un giovanotto pieno d'esprit, noi piccoli presentiamo<br />

minor bersaglio alla stanchezza...”<br />

S<strong>tra</strong>lci attinti da ritagli giornalistici originali conservati presso<br />

l’Archivio della Società Ginnastica “La Patria” - Carpi<br />

Riproduzioni dagli originali conservati presso il C.R.E. - Carpi.<br />

Riproduzione dall’originale conservato presso la Società Ginnastica “La Patria” - Carpi.<br />

27


Il percorso della Maratona di Londra<br />

“[…] C’è Appleby, l’uomo dal pie’ veloce che battè lo Shrubb di Horsham e che tuttora detiene<br />

il record delle 15 miglia. C’è il forte scozzese Jack Beale, lo spartano Beale che finì secondo<br />

alla gara di selezione con 4 unghie dei piedi rovinate nel calzino. C’è anche Lord, il duro e<br />

tenace minatore, mezzo levriero e mezzo bulldog… c’è anche il giardiniere del nord, Duncan,<br />

uomo dal pie’ veloce e dalla falcata lunga… Poi ci sono gli altri, come Longboat e Simpson,<br />

due pellerossa canadesi, uomini instancabili, abituati fino da piccoli a correre veloci su lunghi<br />

<strong>tra</strong>tti… Poi c’è Svanberg, lo svedese che arrivò secondo nella maratona di Atene 1906… Hefferon,<br />

sudafricano ha anche lui un’ottima reputazione.<br />

E ci sono poi tante quantità da determinare, come gli italiani, gli olandesi e i finnici.<br />

Nei loro ranghi potrebbe nascondersi un corridore s<strong>tra</strong>ordinario. Sarà una grande<br />

corsa, di sicuro la più grande dei tempi moderni, indipendentemente dal nome del<br />

vincitore…”<br />

Da Arthur Conan Doyle In Daily Mail 25 luglio 1908<br />

Mappe del percorso della Maratona olimpica londinese <strong>tra</strong>tte dalla stampa inglese.<br />

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30<br />

Il vantaggio di <strong>Dorando</strong> su Hayes<br />

Riproduzioni dalla stampa sportiva inglese<br />

Le due immagini a confronto, prese all’altezza della torre<br />

Harlesden Clock quando l’orologio segnava rispettivamente<br />

le 5,10 e le quasi 5,15 pomeridiane, documentano<br />

il vantaggio di <strong>Dorando</strong> di almeno quattro minuti su<br />

Hayes.


“[…] Aspettiamo tutti – 80.000 persone – l’uomo che apparirà per primo allo stadio. È un’attesa bella e snervante. Gli occhi di tutti<br />

sono rivolti a quella apertura da cui spunterà il vincitore… E finalmente egli spunterà.<br />

Quanto è diverso da quel vincitore esultante che aspettavamo! Da quell’arco di accesso spuntò un piccolo uomo, con pantaloncini<br />

da corsa rossi… sobbalzò al suo ingresso nello stadio quando sentì il ruggito dell’applauso. Poi si voltò debolmente a sinis<strong>tra</strong> e cominciò<br />

a trotterellare stanco lungo la pista. Intorno a lui si accalcarono amici e altre persone vogliose di incoraggiarlo… Si videro<br />

gesti disperati… Santo cielo: il corridore è svenuto; è possibile che proprio all’ultimo momento il premio possa sfuggirgli dalle<br />

mani? Gli occhi di tutti sono fissi sulla zona dell’arco. Finora nessun altro corridore è apparso. Poi si leva un grande sospiro di sollievo.<br />

Non credo che in tutta questa grande folla ci sia una sola persona che desideri vedere la vittoria sfuggire a questo piccolo<br />

italiano… si è rialzato e le sue piccole gambe hanno ripreso a correre con uno stile incoerente… si sente un boato di rammarico<br />

quando egli cade di nuovo e un applauso quando si rialza. È orribile ma anche affascinante questa battaglia <strong>tra</strong> un obbiettivo da<br />

raggiungere e una figura ormai esausta. Di nuovo, per un <strong>tra</strong>tto di circa 100 yard, egli corre alla solita maniera… poi di nuovo un<br />

collasso e mani generose lo salvano da una caduta più seria… Sotto l’arco passa un altro corridore, Hayes. Con le stelle e strisce<br />

sulla maglia. Procede abbastanza bene, nei limiti delle sue forze. Ma all’italiano mancano solo 20 yard, se può farcela. Egli si riprende.<br />

Non c’è <strong>tra</strong>ccia di lucidità sul suo volto, eppure le gambe riprendono il loro movimento s<strong>tra</strong>no e automatico… dondola ed<br />

oscilla ma riesce comunque a raggiungere il <strong>tra</strong>guardo… egli è arrivato all’estremo della esistenza umana. Nessun antico romano<br />

fu forse così coraggioso da superare il <strong>Dorando</strong> all’Olimpiade del 1908. In ogni caso quella grande razza non è ancora estinta.<br />

“[…] Quando il ricordo di questa grande corsa del 1908 si sarà esaurito rimarrà negli occhi di tutti la visione di quella faccia tormentata,<br />

di quegli occhi evanescenti, e di quelle gambe rosse che portarono <strong>Dorando</strong> alla vittoria. Mentre scrivo corre voce che<br />

egli sia stato squalificato. Se questo è vero, sarebbe proprio una <strong>tra</strong>gedia. Ma ci sono premi che vanno al di là del ramo di<br />

quercia e della medaglia. La grande prestazione dell’italiano non sarà mai cancellata dai libri dello sport, indipendentemente<br />

dalle decisioni che prenderà la giuria.”<br />

Es<strong>tra</strong>tto dal resoconto di Arthur Conan Doyle, pubblicato sul Daily Mail il 25 luglio 1908.<br />

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32<br />

A due giorni da quel fatidico 24 luglio,<br />

<strong>Dorando</strong> riferiva al Corriere della Sera:<br />

“[…] A tre miglia dallo stadio… ho domandato<br />

quanto mancava alla meta. Non so<br />

spiegarmi: qualcuno deve avermi frainteso.<br />

La risposta fu fatale. Mezzo miglio mi<br />

dissero. Decisi di tentare in quel mezzo<br />

miglio uno sforzo supremo. Mi sentivo<br />

mirabilmente in forza: ero sicuro che<br />

sarei riuscito a giungere al <strong>tra</strong>guardo…<br />

Quel mezzo miglio non finiva<br />

mai…Quando finalmente giunsi vicino allo<br />

Stadio... trovai la terra molle smossa che<br />

mi tolse le ultime forze. Le gambe mi dolevano<br />

orrendamente. Questo nuovo<br />

ostacolo mi annientò. Caddi, mi rialzai…<br />

voi sapete il resto…”


Riproduzioni dalla stampa sportiva dell’epoca a cura del C.R.E.<br />

33


34<br />

Dalla porta donde è en<strong>tra</strong>to ieri barcollando, ecco ora arrivare preceduto da una bandiera<br />

italiana ondeggiante alla brezza del vento Durando <strong>Pietri</strong>, vestito dei suoi abiti borghesi,<br />

fermo, alacre, disinvolto, allegro. Egli fa un mezzo giro dello stadio fino alla tribuna reale<br />

in mezzo ad un vero uragano di applausi. E’ un coro assordante di acclamazioni e di Evviva<br />

Durando!


“[...] La giornata è magnifica. Si attende la regina<br />

Alessandra per la distribuzione dei premi. Resta<br />

stabilito che prima vengono distribuiti i premi a<br />

tutti i vincitori, e poi da ultimo sarà chiamato<br />

<strong>Pietri</strong> Durando che salirà sul palco reale da solo<br />

per ricevere la coppa della regina...tutti si disputano<br />

il nostro bravo corridore. Tutti lo vorrebbero<br />

portar via. ..Quando viene la volta della marcia<br />

reale, vedo laggiù in fondo nei posti da sei<br />

pences un grande sventolio di bandiere tricolori.<br />

E’ la parte più umile della colonia italiana<br />

di Londra che è venuta a festeggiare<br />

Durando... Alle cinque precise la musica intona<br />

di nuovo la marcia reale. Là in fondo in faccia alla<br />

tribuna reale sotto la quale mi trovo, vedo sventolare<br />

con più entusiasmo il tricolore. Che è?... E’ un<br />

coro assordante di acclamazioni e di Evviva Durando!<br />

Arrivato alla tribuna egli si presenta con disinvolta<br />

semplicità alla regina Alessandra che gli porge<br />

una magnifica e artistica Coppa dorata alta 35<br />

centimetri. A questo punto avvenne una dimos<strong>tra</strong>zione<br />

indimenticabile veramente.<br />

[Da] Tutte le tribune dietro a quella reale occupate<br />

da un pubblico aristocratico, si applaude<br />

con entusiasmo. Nelle altre tribune<br />

tutti sono in piedi: le bande suonano. E’ un momento<br />

di infinita, di grande commozione. Anche<br />

Durando che pure si è dimos<strong>tra</strong>to così spigliato,<br />

ora appare confuso...Questi ben presto domata<br />

l’emozione, col sorriso sulle labbra fa un altro<br />

mezzo giro dello stadio, mentre gli applausi raddoppiano<br />

poi scompare in fondo, at<strong>tra</strong>tto, accerchiato,<br />

soffocato, nascosto portato via da quelle<br />

migliaia di banderuole tricolore, che si agitavano<br />

confusamente. Non si ode che un grido solo,<br />

ripercosso da migliaia di petti: Durando<br />

<strong>Pietri</strong>! Durando <strong>Pietri</strong>!...”<br />

Immagini e testo <strong>tra</strong>tti dalla stampa sportiva dell’epoca.<br />

Riproduzione del Diploma originsale conservato dalla pronipote<br />

Rosanna Dimitri.<br />

35


36<br />

“Io sono colui che ha vinto e perso la vittoria”<br />

“<strong>Dorando</strong> primo!<br />

Non Primo!!<br />

Più che primo!!!”


Fotomontaggio di <strong>Dorando</strong> con coppa<br />

Riproduzione dalla stampa sportiva inglese<br />

37


38<br />

La Comunità italiana a Londra festeggia <strong>Dorando</strong><br />

Riproduzione dalla stampa originale di proprietà della pronipote Rosanna Dimitri<br />

La caricatura di <strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong> venne realizzata dal tenore Enrico Caruso in occasione del<br />

loro incontro dopo la Maratona olimpica ad uno dei tanti banchetti organizzati in onore di<br />

<strong>Dorando</strong><br />

Riproduzioni dalla stampa sportiva a cura del C.R.E.


Il trionfale rientro in Italia<br />

Umberto Becchi, presente al rientro di <strong>Dorando</strong> da Londra, raccontava:”[...] Mi ricordo che quando<br />

venne a casa Il trionfale dopo la rientro Maratona in Italia di Londra, fecero un corteo meraviglioso, andarono in stazione con il<br />

landò; era una carrozza tirata da due cavalli che poi i cavalli furono staccati e fecero da cavallo i ginnasti<br />

della Società di Ginnastica "La Patria", con la maglietta bianca in segno di onore e lui in piedi a<br />

ricevere l'omaggio della gente. Quel giorno lì era una festa! Oh, una festa meravigliosa! Tutti: -<br />

Evviva <strong>Dorando</strong>! Umberto Becchi, Tutte presente le bandiere; al rientro ricordo di <strong>Dorando</strong> che da le Londra, facevamo raccontava:”[...] anche noi, Mi ricordo che le che vendevo: quando con una cannetta<br />

di quelle venne a che casa ci dopo sono la Maratona intorno di Londra, agli stagni fecero un e con corteo della meraviglioso, carta di andarono seta tagliata, in stazione con con il la colla di pesce<br />

landò; era una carrozza tirata da due cavalli che poi i cavalli furono staccati e fecero da cavallo i gin-<br />

si faceva nasti la bandierina della Società con di Ginnastica scritto: "La - Patria", W <strong>Dorando</strong>! con la maglietta - poi si bianca andava in segno a di venderle onore e lui a in un piedi soldo a o due...”.<br />

A confermare ricevere la l'omaggio testimonianza della gente. di Quel Becchi giorno ci lì sono era una vari festa! articoli Oh, una della festa cronaca meravigliosa! locale. Tutti: Su - Luce del 15-16<br />

agosto 1908 Evviva si <strong>Dorando</strong>! legge: Tutte “L’accoglienza le bandiere; ricordo che Carpi che le facevamo ha fatto anche a <strong>Dorando</strong> noi, che le <strong>Pietri</strong> vendevo: è stata con una addirittura can- trionfale,<br />

netta di quelle che ci sono intorno agli stagni e con della carta di seta tagliata, con la colla di pesce<br />

Carpi ha assunto, si faceva la fin bandierina dal mattino, con scritto: l'aspetto - W <strong>Dorando</strong>! dei - giorni poi si andava festivi. a venderle Nel pomeriggio a un soldo o due...”. tutti i negozi, eccettuati<br />

i caffè e gli A confermare alberghi, la testimonianza si sono chiusi, di Becchi le ci fabbriche sono vari articoli hanno della sospeso cronaca locale. il lavoro. Su Luce Le del finestre 15-16 delle case si<br />

erano imbandierate agosto 1908 si e legge: infiorate. “L’accoglienza Grande che è Carpi stata ha fatto pure a <strong>Dorando</strong> l'affluenza <strong>Pietri</strong> a è stata Carpi addirittura di popolo trionfale, dai paesi delle città<br />

Carpi ha assunto, fin dal mattino, l'aspetto dei giorni festivi. Nel pomeriggio tutti i negozi, eccettuati<br />

vicine, da i Correggio caffè e gli alberghi, specialmente si sono chiusi, - dove le fabbriche il <strong>Pietri</strong> hanno ha sospeso avuto il i lavoro. natali Le - finestre e da Modena. delle case si Alle ore 17… si è<br />

formato nel erano Piazzale imbandierate del e Giuoco infiorate. del Grande Pallone è stata il pure corteo l'affluenza delle a Carpi Associazioni. di popolo dai paesi Tutte delle le città società operaie di<br />

Carpi, di M.S. vicine, e da sportive Correggio sono specialmente intervenute - dove il con <strong>Pietri</strong> bandiere ha avuto i natali e con - e larghe da Modena. rappresentanze Alle ore 17… si è di soci. Faceva-<br />

formato nel Piazzale del Giuoco del Pallone il corteo delle Associazioni. Tutte le società operaie di<br />

no parte del Carpi, corteo di M.S. le e sportive fanfare sono della intervenute Patria con di Carpi, bandiere la e Sempre con larghe rappresentanze Avanti di Novi di soci. e della Faceva- Società Ginnastica<br />

di Cavezzo. no parte Alle del ore corteo 17,38 le fanfare in perfetto della Patria orario, di Carpi, arrivò la Sempre il treno Avanti da di Novi Modena e della Società che condusse Ginnastica <strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong>.<br />

di Cavezzo. Alle ore 17,38 in perfetto orario, arrivò il treno da Modena che condusse <strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong>.<br />

Questi era accompagnato da una larga rappresentanza con bandiere delle Società Il Panaro e La Fra-<br />

Questi era accompagnato da una larga rappresentanza con bandiere delle Società Il Panaro e La Fratellanza<br />

di tellanza Modena. di Modena. Era con Era con lui lui Alberto Braglia della della Panaro Panaro l'altro trionfatore l'altro trionfatore delle Olimpiadi delle londine- Olimpiadi londinesi.<br />

Quando si. <strong>Dorando</strong> Quando <strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong> <strong>Pietri</strong> uscì uscì dalla stazione scoppiò dalla immensa dalla immensa folla uno scroscio folla uno enorme scroscio di ap- enorme di applausi<br />

e di evviva. <strong>Dorando</strong> era pallidissimo e commosso. Venne fatto salire su una carrozza nella<br />

plausi e di evviva. <strong>Dorando</strong> era pallidissimo e commosso. Venne fatto salire su una carrozza nella<br />

quale presero posto il Commissario prefettizio cav. avv. Felice Cassone, il Presidente della Patria<br />

quale presero Mario Marri, posto il presidente il Commissario della Fratellanza prefettizio di Modena cav. Stefani avv. e Mac Felice Alpin redattore Cassone, del Daily il Presidente Mail che della Patria<br />

Mario Marri, accompagnava il presidente il <strong>Pietri</strong> della dalla sua Fratellanza partenza da di Londra. Modena La carrozza Stefani procedette e Mac a Alpin stento redattore fra la folla che del Daily Mail che<br />

ingrossava sempre più e che acclamava freneticamente il glorioso podista. Uscito dal viale ed en<strong>tra</strong>to<br />

accompagnava il <strong>Pietri</strong> dalla sua partenza da Londra. La carrozza procedette a stento fra la folla che<br />

nella città il corteo, ingrossato dalle altre società modenesi e da altre ancora sopraggiunte, riuscì a<br />

ingrossava ricomporsi sempre e si più avviò e che at<strong>tra</strong>verso acclamava quasi tutta freneticamente la città verso il Castello il glorioso Comunale. podista. Uscito dal viale ed en<strong>tra</strong>to<br />

nella città Al il suo corteo, passaggio ingrossato dalle finestre dalle scendevano altre società sulla carrozza modenesi del <strong>Pietri</strong> e fiori da e altre cartellini ancora inneggianti sopraggiunte, alla riuscì a<br />

sua vittoria. Il <strong>Pietri</strong> che ormai ha fatto...”<br />

ricomporsi e si avviò at<strong>tra</strong>verso quasi tutta la città verso il Castello Comunale.<br />

Al suo passaggio dalle finestre scendevano sulla carrozza del <strong>Pietri</strong> fiori e cartellini inneggianti alla<br />

sua vittoria. Il <strong>Pietri</strong> che ormai ha fatto...”<br />

Riproduzioni dalla stampa sportiva e dagli originali conservati presso il C.R.E.<br />

39


40<br />

Dopo la Maratona di Londra <strong>Dorando</strong> si concedeva all’obiettivo fotografico dei reporters<br />

nelle vesti da lavoro assieme ai gestori della Pasticceria Melli. il legame di <strong>Dorando</strong> con i<br />

suoi datori di lavoro era tale da concedere loro di esporre i suoi trofei.<br />

Riproduzione attinta da es<strong>tra</strong>tto giornalistico La Lettura conservato presso il C.R.E.


Quella foto ...<br />

“la più famosa fotografia olimpica di tutti i tempi”<br />

che si fa memoria, satira caricaturale e all’occorrenza metafora<br />

da Gazzetta dello Sport,<br />

martedì 1° luglio 1952<br />

da Repubblica, 18,19 settembre 1988<br />

41


42<br />

Sulla via dell’America<br />

Subito a ridosso della maratona di Londra, <strong>tra</strong>mite telegramma e dopo un’intuibile con<strong>tra</strong>ttazione,<br />

<strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong> fu raggiunto dalla seguente offerta: “Breyr telegrafa questa ultima proposta<br />

che mi pare accettabile match sulla distanza della Maratona da corrersi contro Hayes ultima settimana<br />

di novembre lire diecimila se riesci vincitore, settemilacinquecento se perdente rimborso<br />

tutte le spese Milano New York seconda classe andata e ritorno soggiorno colà. Se disposto accettare<br />

magnifica proposta telegrafami subito avendo urgenza decidere. Cougnet.”. Proposta<br />

accettata e, a New York, il 25 novembre di quel fatidico 1908, <strong>tra</strong> un tripudio di popolo, <strong>Dorando</strong><br />

ottenne la rivincita su Johnny Hayes che gli aveva s<strong>tra</strong>ppato la vittoria a Londra; quindi si misurò<br />

a Buffalo, Rochester, Syracuse, Saint Louis, Chicago, Florida, Columbus, Louisville, Saint Paul,<br />

Toronto, San Francisco, ecc...<br />

Genova 1908 - <strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong> ripreso al momento della partenza per l’America sulla nave Principe di Piemonte -<br />

Dalla stampa originale di proprietà di Rosanna Dimitri, pronipote di <strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong>, riproduzione su gentile concessione.


Guardando verso nuovi orizzonti<br />

Riproduzioni dagli originali conservati presso l’Archivio Storico Comunale di Carpi<br />

La squalifica, che comunque non sot<strong>tra</strong>eva valore alla prova olimpionica sostenuta da <strong>Dorando</strong>, il<br />

riconoscimento tributato personalmente da S.M. la regina Alessandra che, di fatto, aggirava il verdetto<br />

della giuria, il fortissimo risalto che la stampa di tutto il mondo aveva dato a quell’evento,<br />

aprirono immediatamente prospettive che non si sarebbero giustificate con una vittoria indiscussa.<br />

In America e nei paesi del nord Europa <strong>Dorando</strong> si apprestava nuovamente a misurarsi con<br />

tutti i grandi campioni che, assieme a lui, avevano partecipato alla Maratona olimpica londinese.<br />

Questa prospettiva si era certamente affacciata già a Londra se già nell’agosto successivo <strong>Dorando</strong><br />

assieme al fratello Ulpiano inol<strong>tra</strong>vano domanda di passaporto per l’America, qualificandosi en<strong>tra</strong>mbi<br />

come corridori.<br />

Riproduzioni dalle stampe originali di proprietà della pronipote Rosanna Dimitri<br />

43


44<br />

Le vittorie di <strong>Dorando</strong> quali riscatto dei tanti Italiani emigrati all’estero<br />

Scorrendo le cronache nazionali e locali relative alle imprese sportive di <strong>Dorando</strong> non si può<br />

non osservare come egli fosse diventato un emblema propagandistico di una nazione non<br />

ancora ben definita, che pure stava preparandosi ad en<strong>tra</strong>re nella Grande Guerra, in cerca<br />

di una immagine credibile, meno s<strong>tra</strong>cciona di quanto poteva far apparire quell’immane fiumana<br />

di emigranti costretti a cercar di che vivere all’estero, in Europa ma tantissimi anche<br />

nelle lontane Americhe. Un’emigrazione sensibilissima già a partire dall’ultimo ventennio<br />

dell’Ottocento.<br />

A ridosso della performance olimpica il Corriere della Sera scriveva: “[ ] Luigi di Savoia<br />

che supera i deserti asiatici, Nazzaro che segna sul circuito di Dieppe un record mirabile,<br />

Braglia che fa brillare nello Stadio inglese le sue ginniche attitudini, Porro<br />

che atterra i colossi dell'atletica mondiale, <strong>Pietri</strong> che giunge primo forzando i suoi<br />

nervi, rappresentano i tipi di una razza che può raddoppiare la sua forza fisica con<br />

il dominio della volontà, che tende a spezzare il corpo, ma che supera a tutti i costi<br />

il segno, anche se dovesse morirne. Eroico sangue latino pulsa ancora nelle arterie,<br />

scorre nelle vene, della balda gioventù dell'aristocrazia e del popolo d'Italia..."<br />

Ancora, sempre sulla stessa testata: “[...] E, insomma, il nostro orgoglio nazionale si<br />

esalta a queste vittorie italiane della volontà e della forza. La decima Musa, che<br />

Gabriele d'Annunzio battezzava, nel suo viaggio <strong>tra</strong> le memorie odissee; Energheja,<br />

arride nelle gare solenni a questa indomita tempra italiana, che si rinnovella<br />

come in una impetuosa primavera d'energia...”.


Carpigiani partiti per le Americhe, in maggioranza senza far ritorno e, salvo rara eccezione, delle quali si è persa memoria<br />

Ansaloni Federico [anno di emigrazione] 1890, Artioli … 1888, Artioli Angelo 1895, Artioli Gregorio 1900, Artioli Olivo 1907,<br />

Ascari… 1891, Ascari Amadio 1888, Ascari Arnaldo 1891, Ascari Erio 1888, Ascari Ezio 1892, Ascari Giuseppe 1891, Baraldi…<br />

1887, Baraldi Aderito 1894, Baraldi Egidio 1887, Baraldi Geminiano 1892, Baraldi Luigi 1894, Baraldi Romolo 1896, Baraldi Vittorio<br />

1894, Barbieri Aristodemo 1887, Barbieri Costante 1888, Barbieri Giuseppe 1887, Barbieri Vinceslao 1888, Bassoli Giuseppe<br />

1888, Bel<strong>tra</strong>mi Quirino 1888, Bernini Paolo 1888, Bernini Virginio 1888, Bertelli Pompilio 1891, Bertelli Valentino 1891, Bisi<br />

Angelo 1888, Bisi Giustiniano 1891, Bonatti… 1887, Bonatti Anselmo 1887, Bonatti Antonio 1887, Bonatti Arturo 1887, Bonatti<br />

Celeste 1887, Bonatti Eleuterio 1887, Bonatti Giovanni 1887, Bonatti Tranquillo 1887, Bonifazi Giovanni 1888, Borsari … 1888,<br />

Borsari Antonio 1888, Borsari Egidio 1888, Borsari Enrico 1895, Borsari Mauro 1895, Boselli Davide 1888, Brandani Alda 1897,<br />

Brandani Evangelista 1897, Brunetti Filippo 1896, Bulgarelli Cesare 1888, Bulgarelli Crepanzio 1888, Bulgarelli Giovanni 1888,<br />

Carretti Alderigio 1911, Casarini Matilde 1910, Cavalieri Gaetano 1911, Cavazzuti Giosafatte 1891, Contini Primo 1910, Dei Diomiro<br />

1888, Dei Domenico 1888, Dei Fedele 1888, Depietri Bonfiglio 1888, Depietri Giovanni 1888, Depietri Giuseppe 1888, Depietri<br />

Luigi 1888, Depietri Odoardo 1888, Dessanti Attilio 1887, Dessanti Firmino 1910, Dessanti Pietro 1888, Dessanti Pio 1887,<br />

Dessanti Zemiano 1887, , Dondi Remigio 1888, Facci Nicola 1897, Fantini Adelmo 1888, Fantini Alberto 1888, Fantini Eugenio<br />

1888, Fantini Onesto 1888, Fantuzzi Carlo 1888, Fantuzzi Giuseppe 1888, Ferrari Alfeo 1888, Ferrari Amadio 1888, Ferrari<br />

Angelo 1888, Ferrari Erminio 1888, Ferrari Napoleone 1888, Ferrari Sigismondo 1888, Foresti Luigi 1906, Forghieri Ciro 1891,<br />

Fornaciari Ettore 1888, Fornaciari Lodovico 1888, Fornaciari Massimiliano 1888, Frignani Fulvio 1891, Frignani Giuseppe 1908,<br />

Frignani Giustino 1891, Frignani Guglielmo 1891, Frignani Guglielmo 1909, Frignani Gustavo 1894, Frignani Mauro 1891, Galavotti<br />

Romeo, Gallesi Eleuterio 1888, Galli Giustino 1887, Galli Odoardo 1887, Galli Olivo 1888, Galli Romeo 1887, Galli Viterbo<br />

1902, Galliani Erio 1906, Gardini Giuseppe 1888, Garuti Antonio 1897, Garuti Francesco 1897, Garuti Luigi 1888, Garuti Primo<br />

1897, Garuti Umberto 1897, Gavioli Canzio 1902, Gavioli Cesare 1888, Gavioli Roberto 1888, Gherli Antonio 1888, Gibellini Attilio<br />

1891, Gibellini Giuseppe 1888, Gibellini Sante 1891, Gibertoni Francesco 1888, Gibertoni Virginio 1888, Giovanardi Vittorio<br />

1891, Giovanoli Giovanni 1892, Goldoni Ettore 1907, Goldoni Giuseppe 1905, Gozzi Emilio 1910, Gozzi Enzo 1906, Gozzi Ildebrando<br />

1892, Gradelini Gaetano 1888, Gradelini Giuseppe 1888, Grassi Battista 1888, Guaitoli Attilio 1891, Guaitoli Giuseppe<br />

1888, Gualandi Carla 1888, Gualandi Luigi 1888, Gualdi Alfeo 1888, Gualdi Angelo 1895, Gualdi Arturo 1888, Gualdi Costante<br />

1888, Gualdi Francesco 1888, Gualdi Francesco 1888, Gualdi Galasso 1896, Gualdi Giuseppe 1888, Gualdi Primo 1888, Gualdi<br />

Romeo 1887, Guerzoni Carlo 1891, Guicciardi Bonfiglio 1888, Guicciardi Rodolfo 1888, Guidetti Augusto 1887, Guidetti Carlo<br />

1888, Guidetti Enrica 1910, Guidetti Ermete 1907, Guidetti Marcello 1887, Guidetti Pasquale 1888, Guidetti Severino 1888, Incerti<br />

Gozzi Emilia, Lambertini Vittorio 1906, Lancellotti Virgilio 1903, Lanzoni Enea 1888, Levoni Cirillo 1888, Loschi Alberto<br />

1888, Loschi Guglielmo 1888, Loschi Guglielmo 1888, Loschi Luigi 1888, Loschi Oreste 1888, Losi Antonio 1891, Losi Antonio<br />

1909, Losi Augusto 1887,Losi Bernardo 1909, Losi Desiderio 1888, Losi Domenico 1904, Losi Egidio 1887, Losi Ermete 1888,<br />

Losi Francesco 1888, Losi Giacinto 1907, Losi Giovanni 1888, Losi Quinto 1905, Losi Rosa 1909, Losi Umberto 1887, Losi Unberto<br />

1905, Lugli Antonio 1888, Lugli Aristodemo 1909, Lugli Cesare 1888, Lugli Edoardo 1890, Lugli Ettore 1888, Lugli Fermino<br />

1891, Lugli Fermo 1905, Lugli Francesco 1888, Lugli Manfredo 1888, Lugli Riccardo 1888, Lugli Sante 1888, Lugli Umberto 1888,<br />

Lugli Vincenzo 1888, Luppi Antenore 1888, Luppi Ferdinando 1901, Luppi Roberto 1901, Luppi Silvio 1901, Maccaferri Massimino<br />

1888, Magagni Celeste 1897, Magagni Giuseppe 1897, Magagni Raffaele 1897, Maini Olivo 1888, Malagoli Bonfiglio 1906, Malagoli<br />

Cesare 1906, Malagoli Lucio 1888, Malagoli Vinceslao 1906, Malaguti Celso 1897, Malaguti Enrico 1897, Malaguti Giuseppe<br />

1897, Malavasi Alfonso 1895, Malavasi Alfredo 1906, Malavasi Amadio 1887, Malavasi Antonio 1887, Malavasi Augusto 1887,<br />

Malavasi Celso 1888, Malavasi Clemente 1887, Malavasi Credindio 1887, Malavasi Emilio 1888, Malavasi Enrico 1892, Malavasi<br />

Florindo 1888, Malavasi Florindo 1891, Malavasi Giovanni 1895, Malavasi Giustino 1887, Malavasi Romolo 1887, Malavasi Sperindio<br />

1887, Malavolti Romolo 1906, Manicardi Gallileo 1906, Maretti Agostino 1887, Maretti Giovanni 1887, Maretti Michele<br />

1887, Maretti Pietro 1887, Mariani Adolfo 1887, Mariani Odoardo 1887, Mariani Virgilio 1887, Mariani Virginio 1888, Martinelli<br />

Armando 1895, Martinelli Arturo 1906, Martinelli Celeste 1895, Martinelli Gallileo 1906, Martinelli Giuseppe 1887, Martinelli Lazzaro<br />

1888, Martinelli Sante 1895, Martinelli Vito 1895, Martinelli Vittorio 1888, Mazelli Fernando 1889, Mecugni Antonio 1888,<br />

Menotti Carlo 1887, Menotti Ciro 1887, Menotti Edgardo 1887, Menotti Emilio 1887, Menotti Virginio 1886, Miselli Diomiro 1888,<br />

Miselli Rinaldo 1888, Morandi Desiderio 1888, Morandi Gioele 1888, Morandi Medardo 1888, Morselli Ernesta 1905, Morselli Livio<br />

1906, Mostardi Lazzaro 1888, Munarini Ginesto 1906, Neri Enrico 1888, Neri Ferdinando 1895, Neri Medardo 1888, Neri Primo<br />

1888, Neri Vittorio 1888, Olivi Angelo 1888, Olivi Giuseppe 1888, Panzani Angelo 1888, Panzani Giovanni 1897, Parenti Sebastiano<br />

1895, Pavarotti Giuseppe 1897, Pavesi Dante 1888, Pavesi Dealmo 1888, Pavesi Vittorio 1888, Pellicciari Serafino 1908,<br />

Pignatti Alfio 1901, Pirondi Celeste 1888, Pirondi Giovanni 1888, Pistone Augusto 1895, Pivetti Adalgisa 1901, Pivetti Giacomo<br />

1877, Pivetti Ippolito 1891, Pivetti Luigia 1908, Pivetti Vincenzo 1905, Pivetti Vincenzo 1904, Pizzi Ferdinando 1888, Pozzuoli<br />

Leonida 1894, Pozzuoli Patrizia Carlotta 1903, Prandini Lindo 1888, Prandini Luigi 1888, Sacacchetti Costante 1894, Saetti<br />

Achille 1886, Saetti Giuseppe 1887, Sammarini Bonfiglio 1886, Sammarini Fernanado 1886, Sammarini Giovanni 1886, Santachiara<br />

Leandro 1888, Santachiara Oreste 1888, Santachiara Ricciardo 1888, Sberviglieri Virginio 1894, Scacchetti Enrico 1904,<br />

Scacchetti Luigi 1888, Setti Giustino 1888, Sgarbi Aniceto 1887, Sgarbi Carlo 1887, Sgarbi Diomede 1887, Sgarbi Riccardo<br />

1891, Silingardi Germano 1888, Silvestri Giuseppe 1891, Silvestri Nicodemo 1891, Silvestri Paola 1907, Silvestri Umberto 1905,<br />

Siti Gaetano 1888, Soldati Vito 1897, Stermieri Credo 1888, Stermieri Germano 1888, Stermieri Giacinto 1889, Stermieri Lazzaro<br />

1889, Stermieri Oretta 1888, Stermieri Provenzio 1888, Storchi Giuseppe 1888, Tavani Diego 1898, Tosi Antonio 1906, Traldi<br />

Giuseppe 1896, Turchi Egisto 1888, Turchi Ferdinando 1888, Vellani Marco 1909, Vettori Leandro 1896, Vezzani Ermanno 1888,<br />

Vignoli Lazzaro 1888, Vincenzi Vittorio 1889, Zanardi Ferdinando1873, Zanoni Giuseppe 1888, Zironi Carlo 1885, Zironi Giuseppe<br />

1884, Zucchi Gabriele 1860.<br />

Elenco incompleto di persone dai nomi tipici del nostro territorio, perlopiù di condizione bracciantile, emigrate nelle Americhe, per l’appunto “spinte colà dalla miseria in<br />

cerca di miglior fortuna...", desunto dai registri d’emigrazione conservato presso l’Archivio Storico Comunale di Carpi.<br />

45


46<br />

Anche tanti Carpigiani <strong>tra</strong> gli emigrati Italiani nelle Americhe<br />

Le ragioni che indussero tanti carpigiani ad emigrare nelle Americhe già dall’ultimo ventennio dell’Ottocento,<br />

sono desumibili dalle annotazioni dell’allora parroco di Cortile, don Antonio Forti, il quale, nella Cronaca parrocchiale,<br />

al 26 aprile 1887, scriveva: “In questo dopopranzo sono partite da questa Parrocchia n. sette famiglie<br />

composte di 49 individui dirette a S. Paolo nell’America col proposito di prendere domicilio stabile in<br />

quelle lontane con<strong>tra</strong>de allo scopo di migliorare condizione e di procurarsi col lavoro una più ragionata mercede.<br />

Nel giorno precedente la partenza hanno voluto compiere una speciale funzione religiosa per invocare<br />

su di esse la benedizione del cielo.”<br />

Ancora, al 10 settembre 1888: "Di questi giorni sono partite pel Brasile nell'America Meridionale una ventina<br />

di famiglie della Parrocchia, spinte colà dalla miseria in cerca di miglior fortuna..."<br />

All’annotazione non segue l’elenco dei nomi per cui nulla si sa di preciso sull’identità di questi uomini e donne<br />

le vicende dei quali sono andate irrimediabilmente perdute.<br />

Famiglia di Michele Bonaretti, figlio di Giosafatte, con la moglie Sinforosa Magnani, che, assieme ai due figli Aurelio e ed Emore, emigrarono<br />

da Cortile di Carpi in Brasile intorno al 1898 - ’ 99. Le due foto, scattate in Brasile a significativa distanza la prima dalla seconda, indirizzate<br />

alla famiglia del fratello Giulio rimasto a Cortile, mos<strong>tra</strong>no il progressivo e sensibilissimo allargamento della famiglia. I contatti si interruppero<br />

con la morte di Giulio sopravvenuta nel 1937. Le due foto rinvenute nel cassetto dai nipoti hanno generato il bisogno di riallacciare i contatti<br />

con quei parenti sconosciuti. Il rapporto ha potuto faticosamente riprendere intorno al 1973 dopo ricerca presso il Consolato Italia/Brasile.<br />

Nessuno delle persone riprese nelle due foto ha mai fatto ritorno in Italia. Di Michele Bonaretti si sa che svolgeva la professione di taglialegna,<br />

che divenne padre di 10 figli i quali a loro volta prolificarono. Da allora ad oggi si sono avvicendate 5 generazioni.<br />

Riproduzioni dagli originali di proprietà della famiglia Bonaretti di Carpi.


Via ...<br />

verso L’America dai grandi orizzonti e prospettive<br />

47


48<br />

La vittoria su Hayes al Madison Square Garden di New York conferma <strong>Dorando</strong> campione<br />

Annuncio della stampa americana del match <strong>Dorando</strong> Hayes<br />

Riproduzioni da es<strong>tra</strong>tti dalla stampa sportiva americana conservati presso<br />

l’Archivio della Società Ginnastica “La Patria” - Carpi.


Riproduzione dall’originale di proprietà della pronipote di <strong>Dorando</strong> Rosanna Dimitri<br />

Allenamento a New York prima dell’incontro con Hayes<br />

Riproduzione dalla stampa originale conservata presso il C.R.E.<br />

“Quando apparvero sulla pista i due campioni, l’americano alto, calmo, dal passo<br />

lunghissimo, (di m. 1,90) e l’italiano piccolo, nervoso, dal passo breve (di m.<br />

1,20), recante intorno alla personcina la fascia tricolore italiana colla scritta a<br />

grandi lettere: “Sigarette Nobili …”<br />

49


50<br />

Il 3 novembre 1908 L’Unione Costituzionale così commentava la Vittoria di New York su Hayes:<br />

“Finalmente con una splendida meravigliosa volata, <strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong> raggiunse il <strong>tra</strong>guardo,<br />

mentre il tempo segnava “due ore, quarantaquattro minuti primi, venti secondi e due quinti”.<br />

Hayes vi giunge dopo, impiegando due ore, quarantacinque minuti primi, cinque secondi e un<br />

quinto, È indescrivibile quel che successe: gli spettatori sembravano folli. Gli italiani che avevano<br />

seguito sempre trepidanti l’emozionantissima corsa, alla fine furono presi dal delirio. Con<br />

urla che non sembravano umane, invasero la pista e attorniarono il loro connazionale trionfatore,<br />

stringendolo e quasi soffocandolo. Alcuni piangevano per la commozione. La Vittoria di<br />

<strong>Pietri</strong> è ancora più grande per il fatto che trionfò il suo piano, già prima annunziato, e cioè che<br />

egli si sarebbe con ogni sforzo mantenuto in testa durante l’intera corsa. Dopo la vittoria <strong>Dorando</strong><br />

era così fresco che poté intervenire ad una festa datasi nella notte in suo onore.”<br />

In occasione della vittoria su Hayes, il giornalista Nino Salvaneschi sulle pagine de La Stampa<br />

Sportiva asseriva: “[...] Ora che mille commenti e mille lodi sorgeranno nell'America sportiva<br />

e forte, è bene che quel popolo sappia una cosa ancora. Noi popolo sfinito e troppo vecchio<br />

per saper essere forte, noi giunti quasi per ultimi in tutte le estrinsecazioni sportive, siamo riusciti<br />

in breve tempo ad imporci: mai come in questi ultimi anni il nome d'Italia, cento<br />

volte deriso, cento volte calpestato, è nome di vittoria, è nome di trionfo... Ora<br />

l'America, che forse può vedere nella vittoria di <strong>Dorando</strong> un valore solamente personale,<br />

è bene che sappia una cosa ancora, che cioè vi sono altri in Italia che eguagliano<br />

il valore di <strong>Dorando</strong> ... "


Riproduzione dall’originale conservato presso la Società Ginnastica “La Patria” - Carpi.<br />

<strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong> al centro di un gruppo di Italiani in America<br />

Riproduzione dall’originale di proprietà di Rosanna Dimitri<br />

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Altre 38 gare dopo il Madison Square Garden di New York<br />

52<br />

Riproduzioni da es<strong>tra</strong>tti dalla stampa sportiva americana conservati<br />

presso l’Archivio della Società Ginnastica “La Patria” - Carpi.<br />

Match <strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong> e Tom Longboat in caricatura “ Longboat ha una<br />

lunga falcata ma <strong>Dorando</strong> ha più fiato.”<br />

Riproduzione dalla stampa sportiva


Gare disputate in America<br />

New York, 25 novembre 1908<br />

Sfidava e vinceva Johnny Hayes.<br />

New York, 13 dicembre 1908<br />

Sfidava Tom Longboat perdendo la sfida.<br />

Fall River, 25 dicembre 1908<br />

Sfidava e vinceva Floyd Doughty e Samuel Myers.<br />

Buffalo 2 gennaio 1909<br />

Sfidava Tom Longboat una seconda volta e riperdeva.<br />

Rochestere, 5 gennaio 1909<br />

Sfidava e vinceva Sullivan e Sutherland.<br />

Syracuse, 6 gennaio 1909<br />

Sfidava Sullivan e lo vinceva di nuovo.<br />

Sant Louis, 11 gennaio 1909<br />

Sfidava e vinceva Percy Smalwood.<br />

Chicago, 22 gennaio 1909<br />

Sfidava e vinceva Albert Corey.<br />

Indianapolis, 6 febbraio 1909<br />

Sfivava e vinceva su Wright, Barclay, Bronson, Miller<br />

che si davano il cambio ogni quattro miglia.<br />

Filadelfia, 11 febbraio 1909<br />

Sfidava e vinceva di nuovo Percy Smalwood.<br />

Florida, 12 febbraio1909<br />

Sfidava e vinceva di nuovo Percy Smalwood sui Km 42,300.<br />

Columbus, 13 febbraio 1909<br />

Sfidava e vinceva su Shaffer, Farley, Robert<br />

che si davano il cambio ogni quattro miglia.<br />

Louisville, 15 febbraio 1909<br />

Sfidava e vinceva Edward Lawrence, Alfred Bean, W. J.Gadner<br />

che si davano il cambio ogni cinque miglia.<br />

Saint Paul, 22 febbraio 1909<br />

Sfidava sulle 15 miglia e vinceva Lighfoot, Griffin, Karlsen, Jobs, Hicks<br />

che si davano il cambio ogni tre miglia.<br />

Buffalo, 25 febbraio 1909<br />

Sfidava Alfred Shrubb, perdendo la sfida<br />

Toronto, 2 marzo 1909<br />

Sfidava e vinceva Fred Meadows<br />

Newark, 9 marzo 1909<br />

Sfidava e vinceva sulle dodici miglia Myers e Allen<br />

che si davano il cambio al sesto miglio.<br />

New York, 3 aprile 1909<br />

Sfida a sei quota scommesse; <strong>Pietri</strong>, Henry Saint Hives, Johnny Hayes,<br />

Matthew Maloney, Tom Longboat, Alfred Shrubb. <strong>Dorando</strong> si classificava<br />

secondo con un premio di 2500 dollari.<br />

New Haven, 24 aprile 1909<br />

Sfidava e vinceva Matthew Maloney.<br />

Yonkers, 4 maggio 1909<br />

Sfidava una seconda volta e vinceva Matthew Maloney.<br />

New York, 8 maggio 1909<br />

Sfida a tredici; <strong>Pietri</strong>, Henry Saint Hives, John Svamberg, Ted Crooks,<br />

Fred Simpson, Fred Appley, Eduard Cibot, Pal Wite, Louis Orphèe. Tom<br />

Morrisey, Felix Carvayal, Matthew Malone, John Marsh<br />

<strong>Dorando</strong> arrivava sesto<br />

Providence, data non certa 1909<br />

Sfidava e vinceva sulle dodici miglia Floyd Doughty e W.G.Tipple.<br />

Dopo questo più che intenso calendario di gare, c’è da credere<br />

che <strong>Dorando</strong> fosse sfinito e sicuramete provato nel fisico. Lui<br />

stesso, nel luglio 1909, rilasciava la seguente dichiarazione al<br />

Corriere della Sera: “ […] Mi sentivo stanco ed ho rinunziato a<br />

con<strong>tra</strong>tti brillanti che significavano un utile non indifferente<br />

per me, con<strong>tra</strong>tti che mi assicuravano migliaia di lire solo per<br />

la mia partecipazione alla corsa, senza preoccupazione<br />

dell’esito, ed ho preferito lasciare l’America e venire a riposare<br />

un po’ in Italia…”<br />

Ritornava in America e, a partire dal 30 gennaio del 1910, a<br />

San Francisco, con una nuova sfida vincente a Johnny Hayes;<br />

sempre risultando primo, si sarebbe poi misurato a: San Josè,<br />

Stockton, Vancouver, Winnipeg, Pittsburgh per due volte,<br />

Buenos Aires, La Plata, Rosario per due volte, di nuovo Buenos<br />

Aires, Avallaneda, San Paolo per ben quattro gare consecutive,<br />

l’ultima il 31 luglio del 1910. Quindi rien<strong>tra</strong>va definitivamente<br />

dall’America.<br />

<strong>Dorando</strong> sembrava avesse aperto la s<strong>tra</strong>da ad un professionismo<br />

sportivo all’estero che altri in quegli anni cercarono di calcare.<br />

Senza fortuna, vi provarono Blasi e Zanti ma loro non avevano<br />

“vinto e perso la vittoria” alla Maratona olimpica di Londra e,<br />

pur podisti di valore, il loro nome non era di richiamo.<br />

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54<br />

Os<strong>tra</strong>cismo in Italia verso il professionismo sportivo<br />

Già immediatamente dopo il trionfale rientro di <strong>Dorando</strong> in Italia, il giornale “Il<br />

Tempo”, usciva con una critica pesante all’enorme risalto dato a tutta la vicenda: “[...]<br />

Si potrebbe credere che, a Londra non abbiano conosciuto altro italiano illustre, né il<br />

Foscolo, né il Rossetti prima del piccolo <strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong>. E’ un emballement che da la<br />

nausea. Noi amiamo i ludi ginnici che conferiscono forza al corpo, e serenità allo spirito,<br />

troviamo in essi un contributo notevole al miglioramento della razza; ma quando,<br />

a forza di trenarsi con dieta carnea, con l'astensione, dall'amore e col massaggio, il<br />

ginnasta si <strong>tra</strong>sforma in una macchina compassata, compulsata, regolata a ora e a<br />

minuto, quando noi lo vediamo arrischiare la vita, che è sacra, senza alcuno scopo di<br />

utilità sociale, ma solo per afferrare un coppa o uno chèque, noi vediamo in questi tour<br />

de force niente altro che un volgare saltimbanchismo quattrinaio...”<br />

Nel settembre successivo, alla vigilia della partenza in America, <strong>Dorando</strong> invitato da il<br />

Secolo a presenziare e assolvere il ruolo di starter nella maratona milanese il cui trofeo<br />

messo in palio era a lui intitolato, avendo egli accettato di esibirsi alla sala Volta di un<br />

cinematografo, venne pesantemente criticato dalla stessa Gazzetta dello Sport e<br />

quindi sospeso da il Secolo dal ruolo di starter e annullata la denominazione della<br />

coppa a suo nome.<br />

Ondino Miselli, a proposito del professionismo sportivo di <strong>Dorando</strong>, commentava:<br />

“<strong>Dorando</strong> rappresentava il campione, lo sportivo, uno che aveva guadagnato dei soldi,<br />

uno che era diventato ricco! <strong>Dorando</strong> ha guadagnato molto, ma all'estero... poi il fratello<br />

Ulpiano, che era andato all'estero a fare il cameriere e sapeva un po' l'inglese e lo spagnolo,<br />

gli servì da agente d'affari... e presero una quantità di soldi: una cosa<br />

inimmaginabile!...in Italia non attecchiva, perché c'era troppa miseria... in Inghilterra,<br />

in America... L’America è sempre stata l'America!..!' "Perché gli Americani hanno una<br />

sola parola: business che vuol dire affari... Il fratello aveva capito che era il momento e<br />

gli dice: - Guarda che qua noi dobbiamo pigliare dei soldi... Guarda che noi dobbiamo diventare<br />

ricchi. Capisci o non capisci?! là il tuo momento! - Il fratello era un segugio, un<br />

affarista, un volpino..”<br />

Guadagnava e correva molto ma all’estero, sganciato da qualsiasi società sportiva, per<br />

se stesso e per il fratello Ulpiano che gli faceva da manager. Se da un lato le sue vittorie<br />

all’estero inorgoglivano lo spirito nazionale, dall’altro montava un umore critico dai <strong>tra</strong>tti<br />

velatamente salaci. <strong>Dorando</strong> non era più il garzone pasticcere che con volontà praticava<br />

il podismo, bensì era passato al professionismo sportivo, idealmente ancora lontano<br />

dalla <strong>realtà</strong> italiana.<br />

Ritaglio dalla stampa sportiva inglese conservato dalla Società Ginnastica “La Patria” - Carpi


<strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong> al Velodromo Campari, dove si tenevano<br />

allenamenti e gare ciclistiche, organizzate dalla locale<br />

Società “Nicolò Biondo”, creatasi da un gruppo di sportivi<br />

distaccatisi dalla Società Ginnastica “La Patria”.<br />

<strong>Dorando</strong>, cessato il professionismo sportivo, amante del<br />

ciclismo, il primo sport da lui praticato, ne seguiva<br />

l’attività.<br />

Riproduzioni dalle stampe originali conservate presso il C.R.E., già Collezione Alcide<br />

Palmati<br />

Teresa Dondi, nata a Cibeno di Carpi il 5 aprile 1886, regis<strong>tra</strong>ta come<br />

Teresa Vittoria Maria, figlia di Marina Arletti, casalinga, e Ottavio Dondi,<br />

mezzadro in Cibeno, quando essere mezzadri non era una condizione<br />

propriamente <strong>tra</strong> le più felici.<br />

Il mezzadro era legato a un rigoroso con<strong>tra</strong>tto, rinnovato di anno in<br />

anno per San Martino, a condizione del rispetto dei molteplici articoli e<br />

clausole del medesimo. Il titolare del fondo poteva recidere il con<strong>tra</strong>tto<br />

anche senza giusta causa. Quando ad un mezzadro non era rinnovato il<br />

con<strong>tra</strong>tto, in genere faticava non poco a conservare la condizione di<br />

mezzadria se non accettando la gestione di un fondo difficile da lavorare.<br />

Qualcosa deve essere andato storto, poiché, dopo vari <strong>tra</strong>sferimenti,<br />

la numerosa famiglia Dondi approdava a Carpi, con residenza in Via<br />

San Giovanni, dove tutti i componenti sono regis<strong>tra</strong>ti con la professione<br />

di giornalieri, ovvero braccianti che si offrivano sul mercato del lavoro.<br />

Nell'atto di matrimonio con <strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong>, avvenuto il 4 settembre<br />

1909, nel quale <strong>Dorando</strong> è regis<strong>tra</strong>to come possidente, Teresina (con<br />

questo diminutivo viene regis<strong>tra</strong>ta), da bracciante si fa casalinga.<br />

Il matrimonio di <strong>Dorando</strong> con Teresina Dondi,<br />

avvenuto il 4 agosto 1909, quando <strong>Dorando</strong> è<br />

all’apice del professionismo sportivo, passò<br />

sotto silenzio sulla stampa locale carpigiana<br />

55


La fotografia come eccezionale mezzo di promozione dell’immagine<br />

Nel primo decennio del ’900, seppure la fotografia fosse già il mezzo per eccellenza<br />

per documentare eventi e supporto formidabile alle cronache di qualsiasi genere, il ri<strong>tra</strong>tto<br />

alla persona continuava ad avere un carattere accentuatamente elittario. Il fotografo<br />

Umberto Becchi, nato nel 1900, avviato dal padre al mestiere ancora nella<br />

preadolescenza, riportava come il ri<strong>tra</strong>tto fosse ancora così esclusivo che in molti arrivavano<br />

al decesso senza averne uno e si tentasse post/morte di rimediarvi.<br />

<strong>Dorando</strong> comprende l’importanza della fotografia come promozione della propria immagine<br />

e, oltre alla documentazione curata dai reporter dell’epoca relativa ai vari<br />

eventi sportivi che lo vedevano interprete, in prima persona si sottopone all’obbiettivo<br />

di professionisti. Molte immagini sono risolte in formato cartolina ed usate come<br />

omaggio con dedica ai suoi tanti estimatori. Emblematico il fatto che di maratoneti<br />

suoi contemporanei come Pericle e Armando Pagliani, Emilio Lunghi, Gualtiero Corsini<br />

ed altri, a fatica, attingendo dalla stampa sportiva dell’epoca, sia rin<strong>tra</strong>cciabile una<br />

manciata di immagini per ognuno. Le fotografie di <strong>Dorando</strong> in formato cartolina ma<br />

anche a stampa cartonata a cura del fotografo autore del ri<strong>tra</strong>tto, sono conservate,<br />

oltre ché presso associazioni sportive, centri culturali, ovviamente presso suoi eredi,<br />

e nei cassetti di non pochi privati che, non essendosi mai spento l’eco della sua fama,<br />

le tengono gelosamente, alcuni le collezionano senza escludere valutazioni di tipo<br />

speculativo, tant’è che le immagini di <strong>Dorando</strong> sono rin<strong>tra</strong>cciabili anche su aste on<br />

line.<br />

56<br />

Tutti le immagini sono <strong>tra</strong>tte dalla raccolta di Rosanna Dimitri e del C.R.E.


58<br />

pannello fin 36.ai 15-07-2008 15:22:59


Da Maratoneta ad albergatore<br />

I notevoli proventi economici derivanti dall’estenuante vicenda sportiva, tutta consumata all’estero, totalmente<br />

svincolati da qualsivoglia società sportiva, venivano impiegati nell’apertura di una grandioso<br />

albergo.<br />

In Grand Hotel <strong>Dorando</strong> apriva i battenti in coincidenza di una delle crisi a livello economico <strong>tra</strong> le più<br />

sensibili vissute da Carpi.<br />

Già sul finire del primo decennio del ’900, la svolta fortemente industriale in<strong>tra</strong>presa dalle maggiori<br />

aziende del truciolo, mos<strong>tra</strong>va tutta la sua debolezza, specialmente in ragione della secolare organizzazione<br />

del lavoro, basato fondamentalmente sulla manodopera a domicilio. Si verificava che la piccola<br />

impresa riusciva ad essere altamente competitiva con quella grande, fino a determinarne la chiusura o<br />

il forte ridimensionamento e ripensamento. In quegli anni gli industriali locali individuarono manodopera<br />

più che a buon mercato nei paesi mediorientali e, oltre a diminuire le assunzioni stagionali, ridussero<br />

le paghe degli operai di un terzo delle tariffe stabilite. Intanto chiudeva la neo impresa Loria, seguita<br />

dalla tintoria Menada e altri importanti imprenditori passavano dalla produzione al solo commercio, portando<br />

le loro sedi anche all’estero. Sempre meno i commercianti di questo settore che si portavano<br />

Carpi.<br />

La meccanizzazione del lavoro agricolo, se da un lato determinava la perdita di giornate lavorative per<br />

molto del bracciantato locale quanto mai esacerbato da una miseria sempre più incalzante, dall’altro<br />

metteva a repentaglio anche l’antica conduzione a mezzadria, poiché richiedeva il ridimensionamento<br />

del numero dei componenti la famiglia: gli esuberi andavano ad ingrossare le fila dei braccianti disoccupati.<br />

La macchina, citata anche come krumira, era divenuta forte strumento di ricatto rispetto a qualsiasi<br />

tipo di rivendicazione. Tra la fine del primo decennio del ’900 e l’inizio del secondo si concen<strong>tra</strong>rono<br />

numerosissimi scioperi ai quali, nel 1911, aderì persino la mezzadria.<br />

L’abbattimento delle mura, visto dagli amminis<strong>tra</strong>tori socialisti come logica e moderna evoluzione della<br />

città, con<strong>tra</strong>stato seppur mitemente dai conservatori e fortemente osteggiato dalla locale Commissione<br />

di Deputazione Storia Patria, apparve anche come soluzione immediata alla disoccupazione.<br />

La Carpi cantata dall’Hans Semper, en<strong>tra</strong>ta nel novero delle Cento Città d’Italia, mutava radicalmente e<br />

irreversibilmente il suo volto, perdendo parte del suo fascino: per non pochi anni dovette apparire come<br />

un cantiere.<br />

Il progetto perorato da Alfredo Bertesi di un aereoporto militare nelle valli di Cortile naufragava.<br />

Fino ad arrivare alla Grande Guerra.<br />

Il Grand’Hotel di <strong>Dorando</strong>, pensato e progettato in un “sogno” diverso rispetto al contesto venutosi a<br />

creare, era destinato a naufragare rovinosamente nel volgere di qualche anno.<br />

Così come la stampa locale non aveva speso qualche riga per l’inaugurazione, altrettanto fece per la sua<br />

chiusura.<br />

Foto Pietro Foresti - Riproduzione dalla stampa originale a cura del C.R.E.<br />

59


60<br />

Il Grand’Hotel <strong>Dorando</strong> a Carpi<br />

Dagli uomini che passano alle cose che restano<br />

L’undici luglio del 1921, in occasione dell’apertura della<br />

nuova sede de Il Banco Carpigiano d’Agraria nello stabile<br />

già Grand’Hotel <strong>Dorando</strong>, Don Ettore Tirelli, nella Cronaca<br />

Carpigiana da lui redatta, annotava: “A metà circa del 1800<br />

una società svizzera [dopo aver rilevato lo stabile da<br />

Abramo Namias] vi apriva un grandioso esercizio di caffè ai<br />

giorni nostri ceduto al famoso corridore carpigiano <strong>Dorando</strong><br />

<strong>Pietri</strong>. Al <strong>Pietri</strong> devesi la <strong>tra</strong>sformazione artistica della facciata<br />

prospiciente via Berengario e del nuovo negozio<br />

degno di una grande città…” Il progetto della facciata, significativo<br />

esempio di Liberty locale, nonché la direzione dei<br />

lavori vennero affidati dal maratoneta all’architetto modenese<br />

Arturo Prati.<br />

Richiesta e Licenza edilizia relativa ai lavori di <strong>tra</strong>sformazione<br />

della facciata dell’Hotel <strong>Dorando</strong> su via Berengario -<br />

Riproduzione dagli originale conservati presso l’Archivio Nuovo<br />

dell’Archivio Storico del Comune di Carpi<br />

Viste su via Berengario prima degli interventi voluti dai <strong>Pietri</strong> per<br />

l’Hotel <strong>Dorando</strong><br />

Riproduzione dalle collezioni Cinzio Gasparini (foto in alto) e Don Ettore Tirelli<br />

(foto in basso) a cura del C.R.E.


Prospetto dell’Hotel <strong>Dorando</strong> su via Berengario -<br />

Riproduzione dall’originale del progetto dell’architetto Arturo Prati conservato presso l’Archivio Nuovo dell’Archivio Storico del Comune di Carpi.<br />

Il sodalizio fraterno <strong>Dorando</strong> e Ulpiano <strong>Pietri</strong> assumeva ulteriore concretezza nella fase immediatamente successiva al ritiro del<br />

maratoneta dalla compagine sportiva. L’Hotel <strong>Dorando</strong> era infatti intestato ad en<strong>tra</strong>mbi i fratelli e coronava un sogno forse maggiormente<br />

rispondente al riscatto sociale di Ulpiano che, da dipendente dell’Hotel Sackville a Bexhill on Sea, a Carpi diventava<br />

contitolare del Grand’Hotel <strong>Dorando</strong>.<br />

A tal proposito, Umberto Becchi rilasciava questa memoria: "Assieme al fratello Ulpiano, investì l'ingente capitale guadagnato<br />

in un grande albergo, un albergo che, per quei tempi era favoloso; [il locale] si animava dei signori di Carpi che andavano a<br />

prendere il caffè… era tabù per gli altri, non si azzardavano nemmeno! Con tutti i divani di velluto, tavoli di marmo, pianoforte<br />

elettrico che si metteva su una moneta da 10 centesimi ed era la musica sulla carta che suonava! Poi leggevano i giornali con<br />

la stecca... Avevano fatto fare anche da una ditta di ceramica tutto il servizio di piatti, scodelle, ecc. ... con l'insegna U.D.P., Ulpiano<br />

<strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong>, una cosa favolosa per quei tempi! Che qualche bello spirito aveva poi battezzato: Utile dei piedi...”<br />

In quest’ultima frase di memoria si percepisce un <strong>tra</strong>tto critico rispetto ad una vicenda che aveva suscitato umori e commenti<br />

con<strong>tra</strong>stanti. La stampa locale, attenta a segnalare l’apertura di nuovi esercizi commerciali o anche il solo rinnovo vetrine, nulla<br />

riporta sull’inaugurazione del Grand’Hotel <strong>Dorando</strong> che però, sul finire del 1911, inizia a comparire nell’elenco abbonati del telefono<br />

di Carpi.<br />

Vista dell’Hotel <strong>Dorando</strong> su via Berengario - Riproduzione dalla cartolina originale Collezione di Alfiero Malavasi<br />

61


62<br />

Sciopero di maes<strong>tra</strong>nze impiegate nella lavorazione del truciolo,<br />

presumibilmente presso la ditta Menotti quando occupava i locali<br />

utilizzati in seguito dalla Manifattura Tabacchi, nell’attuale area<br />

delle Poste<br />

Databile intorno al 1910<br />

Sciopero braccianti – nella prima e nella seconda immagine è presente<br />

Arturo Marchi, allora segretario della Camera del lavoro di<br />

Carpi; nella prima è in prima fila seduto al centro; nella seconda<br />

è sulla sinis<strong>tra</strong> in terzultima fila.<br />

Riproduzioni a cura del C.R.E. di originali concessi alla riproduzione da privati.<br />

Bracciantato impegnato nell’abbattimento delle mura e della<br />

Ghiacciaia sul <strong>tra</strong>cciato delle mura<br />

Riproduzioni a cura del C.R.E. dalla collezione di Cinzio Gasparini


Il nuovissimo stabilimento della manifattura Loria inaugurata nel 1905, dopo nemmeno dieci anni di vita, aveva chiuso i battenti e durante la prima Guerra Mondiale venne rilevato<br />

dal Ministero della Guerra e utilizzato per movimentazione truppe e prigionieri. Foto di Don Ettore Tirelli - Riproduzioni a cura del C.R.E.<br />

Carpi, Prima Guerra Mondiale - <strong>Dorando</strong> si in<strong>tra</strong>ttiene con i militari di stanza a Carpi<br />

Riproduzione dalla stampa originale di Rosanna Dimitri a cura del C.R.E.<br />

Nello spazio aperto dell’ex tintoria Menada che aveva cessato l’attività, sotto lo stretto controllo del Distretto Militare di Modena,<br />

si tingevano le reti mimetiche utili alla guerra.<br />

Ospedale Militare allestito presso la scuola Manfredo Fanti in<br />

concomitanza alla Prima Guerra Mondiale<br />

Riproduzione dalla Collezione Ugo Poli conservata presso il C.R.E.<br />

Carpi, Prima Guerra Mondiale - Stazionamento militari lungo viale Cavallotti<br />

Foto di Don Ettore Tirelli - Riproduzione a cura del C.R.E.<br />

63


Cortile di Carpi – Campo d’aviazione - apparecchio che per primo<br />

volò su Carpi.<br />

Foto di Don Ettore Tirelli, databile 28 agosto 1911 riproduzione a cura del<br />

CRE<br />

64<br />

da Luce 5/11/1910<br />

Primo volo su Carpi.<br />

Foto di Don Ettore Tirelli, databile 28 agosto 1911 riproduzione a<br />

cura del CRE<br />

Dopo la chiusura dell’Hotel e la cessione dello stabile, <strong>Dorando</strong> tentò di in<strong>tra</strong>prendere in Carpi<br />

la professione di garagista e taxista.<br />

In quest’ultima veste, aderendo egli al nascente partito fascista, suo malgrado, seppure non<br />

direttamente, venne a trovarsi implicato in un violento episodio dal tristissimo epilogo che, con<br />

toni gravi, Don Ettore Tirelli annotava nella sua Cronaca Carpigiana: “25 giugno 1922 – Le<br />

ultime ore della giornata di San Giovanni stanno per cedere il loro corso alle prime del 25<br />

giugno. Una ventina di fascisti locali armati a tutto punto di pugnali, rivoltelle, bastoni e bombe,<br />

noleggiata un’automobile, a corsa spietata infilata la s<strong>tra</strong>da provinciale di Modena, parte per<br />

destinazione ignota… in breve raggiungono un casolare in località San Pellegrino in quel di<br />

Quartirolo, ne spalanca la porta, col revolver in pugno intima ai radunati di alzare le mani e si<br />

bastona e si pugnala a des<strong>tra</strong> e a sinis<strong>tra</strong>. Certo Zanti Agostino, non ancora diciassettenne,<br />

cade morto; un altro, di 15 anni, riporta quattro gravissime ferite di pugnali e gli altri se la<br />

cavano con ferite più o meno gravi. Scena selvaggia, barbara, inumana! L’indignazione sgorga<br />

unanime da tutte le bocche, si depreca agli assassini e da tutti si grida- basta- Il fascismo ha<br />

scritto una pagina ignominiosa, giustamente definita la s<strong>tra</strong>ge degli innocenti.”<br />

Il crollo dei sogni e delle prospettive di benessere, l’os<strong>tra</strong>cismo di una cittadina che aveva nutrito<br />

riserve rispetto alla liceità dei lautissimi guadagni da professionismo sportivo; che forse<br />

aveva irriso alla sproporzionata grandiosità dell’Hotel <strong>Dorando</strong>; dove i proprietari delle cosiddette<br />

“locomobili” si contavano sulle dita delle due mani e la maggior parte delle persone si<br />

muoveva a piedi, su mezzi ancora a <strong>tra</strong>zione animale e specialmente in bicicletta per cui la professione<br />

di garagista e taxista non garantivano reddito; quest’ultimo feroce, sventurato evento,<br />

sono le ragioni che portarono <strong>Dorando</strong> a portarsi altrove. San Remo, esclusiva località climatica,<br />

apprezzatissima per il suo clima sia estivo che invernale, apparve a <strong>Dorando</strong> l’approdo<br />

ideale dove ricominciare sviluppando la sua ultima professione di taxista.<br />

Carpi - Dimos<strong>tra</strong>zione fascista databile 1921-22<br />

Riproduzione da stampa originale concessa da Ivo Catellani


Le s<strong>tra</strong>de di <strong>Dorando</strong> e Ulpiano si dividono<br />

Mentre <strong>Dorando</strong> si <strong>tra</strong>sferiva a San Remo, a Carpi Ulpiano <strong>tra</strong>sformava quello che<br />

era stato il Garage <strong>Dorando</strong> in autosalone concessionaria Fiat, con servizio taxi.<br />

Poco o nulla si sa dell’andamento di quell’attività, certamente l’automobile era<br />

ancora lontanissima dall’essere un bene di largo consumo. Si sa che nel 1934,<br />

circa undici anni dopo il <strong>tra</strong>sferimento di <strong>Dorando</strong> a San Remo, Ulpiano emigrava<br />

in Argentina. Nella raccolta fotografica familiare lasciata in eredità da <strong>Dorando</strong> non<br />

è presente nessuna immagine dei due fratelli affiancati databile successivamente<br />

la chiusura della carriera sportiva del maratoneta.<br />

Ulpiano è deceduto ottantenne a Buenos Aires.<br />

Carpi, Viale Cavallotti, Autosalone Fiat ex Garage <strong>Dorando</strong>, gestito da Ulpiano <strong>Pietri</strong>.<br />

La Fiat Torpedo 509 esposta era en<strong>tra</strong>ta in commercio nel 1925.<br />

Foto Giuseppe Becchi, databile metà anni anni ’20<br />

65


66<br />

San Remo<br />

Riproduzioni da B. Monticone, E. Lertora,<br />

S.Remo 100 anni in cartolina, Albenga 1999.<br />

Riproduzioni dalle stampe originali conservate presso il C.R.E. e di proprietà<br />

di Rosanna Dimitri.


pannellofin42aA.indd 1<br />

San Remo<br />

A San Remo la famiglia <strong>Pietri</strong> ha condotto una vita sobria e modesta. I<br />

due coniugi non hanno avuto figli ma hanno preso presso di loro una<br />

nipote, Gina, figlia di una sorella di Teresa, che hanno amorevolmente<br />

allevato come se fosse loro. Gina è stata conforto e sostegno economico<br />

di Teresa dopo la prematura scomparsa di <strong>Dorando</strong>.<br />

Riproduzioni dalle stampe e dai documenti originali conservate presso il C.R.E. e di proprietà di Rosanna Dimitri.<br />

67


68<br />

Riproduzioni dalle stampe e dai documenti originali conservate presso il C.R.E. e di proprietà di Rosanna Dimitri.


<strong>Dorando</strong> rien<strong>tra</strong> nel mondo dello sport<br />

Nel 1936 il C.O.N.I. gli prospettava la possibilità di assumere<br />

il ruolo di allenatore nella specialità di Maratona e, sempre in<br />

quell’anno, <strong>Dorando</strong> veniva nominato Cavaliere della Corona<br />

d’Italia.<br />

Nel 1941, Il Partito Nazionale Fascista, su suggerimento del<br />

C.O.N.I., conferì medaglie d’oro al valore atletico ai vincitori di<br />

Olimpiade a partire da quella del 1908; anche a <strong>Dorando</strong><br />

<strong>Pietri</strong>, seppure squalificato, venne attribuito il riconoscimento.<br />

Sotto l’aspetto morale questi riconoscimenti forse arrivavano<br />

a lenire il rammarico dovuto all’interruzione del professionismo<br />

sportivo per gravi motivi di salute, la pesante delusione<br />

derivante da investimenti sbagliati nei quali aveva visto sfumare<br />

i sudatissimi guadagni, forse lo sbigottente silenzio<br />

dopo il clamore quasi assordante della stampa e probabilmente<br />

non solo della stampa.<br />

In veste diversa, da veterano esperto, con un ruolo più che riconosciuto,<br />

ritornava a calcare la scena sportiva.<br />

Riproduzioni dalle stampe e dai documenti originali conservate presso il C.R.E., l’ Archivio Società Ginnastica “La Patria” Carpi e di proprietà di Rosanna Dimitri.<br />

16-07-2008 17:33:48<br />

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70<br />

1924 - Giro di Milano -<br />

- Giro di San Remo -<br />

1933, marzo - La Spezia -<br />

1924 - Giro di Milano -<br />

1928, 24 aprile - Giro di Berlino -<br />

- San Remo -<br />

Riproduzioni dalle stampe e dai documenti originali conservate presso il C.R.E., l’ Archivio Società Ginnastica “La Patria” Carpi e di proprietà di Rosanna Dimitri.<br />

pannellofin42aD.indd 1 16-07-2008 17:39:45


1938 - Stadio Comunale di Carpi -<br />

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72<br />

Riproduzioni dalle stampe originali conservate presso il C.R.E., l’ Archivio Società Ginnastica “La Patria” Carpi e di proprietà di Rosanna Dimitri.


Si riconobbe a tal punto in questa nuova identità sportiva di giudice di gara ed allenatore riconosciutagli dal regime<br />

che, nel presagire forse una fi ne imminente, fece testamento, dettando anche questa sua precisa volontà: “Desidero<br />

che sulla mia tomba sia ricordata la mia vita di campione podista… Prego anche chi mi assisterà di non dimenticarsi<br />

che voglio mi sia messa la camicia nera con la sciarpa di campione italiano, vinta a Vercelli nel 1905…”<br />

73


74<br />

Ritornò a Carpi poche volte, una di queste, forse l’ultima, veniva ricordata da<br />

Ondino Miselli: “[…] Siamo nel 1941... in piazza, davanti al caffè del teatro,<br />

era la fine di ottobre, i primi di novembre. Siamo in guerra e parlavamo del<br />

momento, quando ad un <strong>tra</strong>tto, venendo da Porta Modena, vediamo sbucare<br />

un omettino con una spalla in su, a passo di bersagliere... niente in testa... E<br />

io dico:- Ma guarda, è <strong>Dorando</strong> quello là! Ueh! <strong>Dorando</strong>, vieni qua.- <strong>Dorando</strong><br />

si volta e dice:- Ehi là!- E così ci troviamo in quattro che parliamo di quello<br />

che accade. A un certo punto dico io:- Sentite ragazzi, vi faccio una proposta:<br />

dovete sapere che da Cimbro [osteria] c’è del lambrusco nuovo. Poi andiamo<br />

a comperare un chilo di marroni [caldarroste]. Così andiamo là e ci raccontiamo<br />

le nostre storie...- da Cimbro, in quella sala piena di fumo e di giocatori,<br />

ci mettiamo in un angolo, parliamo del più e del meno, del passato, della<br />

storia di <strong>Dorando</strong>, gli facciamo un mucchio di domande... A un certo punto<br />

salta fuori uno che dice:- Mi piacerebbe sapere chi di noi quattro muore per<br />

primo.- ... <strong>Dorando</strong> dice:- Sono io il primo a morire.-… Continuiamo a bere e<br />

a mangiare e poi andiamo fuori: c’è una certa malinconia. <strong>Dorando</strong> si defila<br />

e va alla stazione a prendere il treno… Uno va da una parte, uno dall’al<strong>tra</strong> e<br />

io vado a casa. e mi rimane questo ricordo:- Io muoio prima.- Passa un po’<br />

di tempo. Febbraio 1942, nel Corriere della Sera, in terza pagina c’era scritto:<br />

-San Remo. Ieri pomeriggio alle ore due, improvvisamente è morto il<br />

famoso maratoneta <strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong> di Carpi. Aveva 57 anni...”


Riproduzioni dalle immagini del funerale concesse da Rosanna Dimitri.<br />

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76<br />

Il falso <strong>Dorando</strong><br />

La dipartita di <strong>Dorando</strong> passò sotto un tale silenzio che, sei anni dopo, nell’aprile del 1948, in occasione<br />

di nuove Olimpiadi a Londra, nell’ambito delle quali venne organizzato un festeggiamento in<br />

onore dei superstiti dell’edizione del 1908, il titolare di un locale di Birmingham, il “<strong>Dorando</strong> cafè”,<br />

certo Pietro Palleschi da Calamecca, credette possibile assumere l’identità del mai dimenticato maratoneta.<br />

Sicuramente il Palleschi era stato un estimatore di <strong>Dorando</strong> e doveva conoscerne abbastanza<br />

bene le vicende, tanto da poter concepire di interpretarlo: gli Inglesi gli dettero credito. Due<br />

carpigiani, Augusto Formigoni e Gherardo Gorgò, en<strong>tra</strong>mbi emigrati e residenti a Londra, venuti a<br />

conoscenza della cosa, immediatamente si mossero per smascherare l’impostore: telegraficamente<br />

informarono Giuseppe Marzi, allora presidente della Società Ginnastica la Patria. Dopo l’oblio, scuotendo<br />

l’orgoglio campanilistico, <strong>Dorando</strong> ritornava prepotentemente alla ribalta carpigiana. L’azione<br />

per smascherare il falso <strong>Dorando</strong> coinvolse il Coni, la Fidal, l’Ambasciata Italiana che in<strong>tra</strong>prese<br />

un’azione legale contro il Palleschi. Più ancora dei legali fu decisiva l’azione diretta di Giuseppe<br />

Marzi, Antonio Zanoli, Archimede Tirelli che, da Carpi, si recarono a Londra dove si unirono a Formigoni<br />

e, alla presenza di Frank Taylor del Daily Mail, direttamente affrontarono il Palleschi che non<br />

resse il confronto: l’impostore era smascherato.<br />

Londra 6 agosto ’48 “[…] Ieri siamo stati a Birmingham a 300 Km da Londra, ospiti di due grandi<br />

giornali inglesi e abbiamo smascherato il falso <strong>Dorando</strong> – Una cosa magnifica – Tutti i grandi giornali<br />

di Londra ne parlano e domattina saremo intervistati da tanti giornalisti che tutta sera ci hanno telefonato.<br />

Questo lo puoi dire agli amici e porteremo a Carpi tutti i giornali inglesi- Io ho già inviato<br />

un articolo alla Gazzetta dell’Emilia a Modena e spero che lo pubblichino così tutti a Carpi sapranno<br />

della nos<strong>tra</strong> impresa…”<br />

Riproduzioni della lettera e della foto concesse da Gaetano Zanoli.


Gli ideali sono tanto più s<strong>tra</strong>ordinari quanto più<br />

è eccezionale il loro concretizzarsi; quando per<br />

amore, per forza o per caso si personificano,<br />

chi li incarna assume i caratteri del <strong>mito</strong>.<br />

Passati gli interpreti con la loro forza e debolezza,<br />

rimane il <strong>mito</strong> e a presiederlo è<br />

l’originario ideale, inseguito da una moltitudine<br />

di aspiranti.<br />

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78<br />

LE SEZIONI E IL PERCORSO DELLA MOSTRA<br />

8<br />

E<br />

8<br />

9<br />

7<br />

C<br />

A<br />

book<br />

5<br />

4<br />

10<br />

D<br />

*<br />

12<br />

1<br />

ingresso<br />

11<br />

B<br />

2<br />

F<br />

3<br />

2<br />

1<br />

A<br />

2<br />

B<br />

*<br />

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D<br />

5<br />

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D<br />

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E<br />

9<br />

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11<br />

F<br />

12<br />

Note biografiche<br />

Contesto ambientale<br />

Carpi a fine '800 - inizi '900<br />

Lo sport ai tempi di <strong>Dorando</strong><br />

I suoi esordi<br />

Società Ginnastica "La Patria"<br />

Convegno Ginnastico<br />

Le caratteristiche di <strong>Dorando</strong><br />

La Maratona di Londra<br />

Il rientro a Carpi<br />

La comunità italiana in America<br />

<strong>Dorando</strong> e l'esperienza americana<br />

L'os<strong>tra</strong>cismo verso<br />

il professionismo sportivo<br />

La fotografia mezzo di<br />

promozione dell'immagine<br />

Il laboratorio fotografico<br />

Da maratoneta ad albergatore ...<br />

... e successivamente taxista<br />

Contesto ambientale: crisi del truciolo<br />

San Remo<br />

<strong>Dorando</strong> rien<strong>tra</strong> nel mondo dello sport<br />

Il declino e la morte<br />

Il falso <strong>Dorando</strong><br />

"Quella foto"


Bibliografi a essenziale consultabile presso il Centro Etnografi co – Comune di Carpi.<br />

- AA.VV, “Reggio Emilia - vicende e protagonisti”, Bologna 1970.<br />

- U. Borghi, “<strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong> a cinquant’anni dalla morte”,<br />

in AA.VV. “Correggio produce 92”, Correggio - 1992<br />

- E. Carli, “<strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong> corridore di Maratona, Verona 1973.<br />

- A. Coccaro, “<strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong>, l’uomo reso celebre da una gloriosa sconfi tta. – La<br />

storia di un eroe sportivo at<strong>tra</strong>verso un secolo di carta stampata.” Tesi di Laurea –<br />

Università degli studi di Salerno – Facoltà di Lettere e Filosofi a – Corso di laurea<br />

in scienze della comunicazione – Anno Accademico 2003 – 2004.<br />

- C. Contini, “Al Sôv”, Carpi 1972.<br />

- J. Coote, “Storia fotografi ca delle Olimpiadi”, Edizioni Accademia, Milano 1982.<br />

- S. Ferrari “L’aceto e la salute” in “L’aceto balsamico di Modena”,<br />

Savignano sul Panaro, 1996.<br />

- A. Frasca, “<strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong> La Corsa del secolo”, Aliberti, 2007.<br />

- A. Ghirelli, voce “Agonismo” in Enciclopedia Einaudi, Torino 1979.<br />

- S. Jacomuzzi, voce “Sport” in “Storia d’Italia”, vol. 1° “I Documenti”,<br />

Einaudi, Torino 1973.<br />

- M. Martini, “L’eroe di Londra”, in mensile “ATLETICA”, Milano, aprile 1985.<br />

- R. Musumeci, “La sfi da di Maratona. Storia e leggenda di <strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong>.”,<br />

Milano 1985.<br />

- E. Colombo, “Il romanzo delle Olimpiadi - Atene 1896 - Roma 1960.”,<br />

Inserto di Epoca in occasione delle Olimpiadi a Roma nel 1960.<br />

- L. Nora, “Ricordando <strong>Dorando</strong>”, in Lancillotto e Nausica -<br />

critica e storia dello sport, n°2, settembre 1987.<br />

- G. Orlandi, “La carriera di <strong>Dorando</strong>”, in “Il Secolo XX°”, settembre 1908.<br />

- L Pinna, “30.000 passi di corsa...” in “Focus”, mensile Mondadori,<br />

Milano, ottobre 1998.<br />

- R. L. Quercetani, “Sfi da alla distanza - I magnifi ci dei 5000 e 10.000 metri”,<br />

Reggio Emilia 1995.<br />

- M. Reguzzoni, “Un Secolo di vita - Aspetti del sorgere e dell’affermarsi<br />

delle attività sportive modenesi’,’ Modena 1970.<br />

- L. Serra, “Reggio Emilia - Vicende e protagonisti”, Bologna 1970, vol. II°.<br />

- G. Siligardi, “La storia di Armando Pagliani”, Carpi.<br />

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