Isabel Allende L'autrice Isabel Allende è nata l' - Liceo Scientifico ...
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L’autrice<br />
Paula<br />
<strong>Isabel</strong> <strong>Allende</strong><br />
<strong>Isabel</strong> <strong>Allende</strong> <strong>è</strong> <strong>nata</strong> l’ 8 agosto 1942 a Lima, ma le sue<br />
radici sono in Cile, dove ha vissuto fino al 1973, lavorando<br />
come giornalista a Santiago in programmi televisivi molto<br />
popolari. Nel 1962 <strong>Isabel</strong> sposa Miguel Frías, da cui avrà<br />
Paula e Nicolás. Dopo il golpe di Pinochet, al pari di molti<br />
compatrioti costretta al<strong>l'</strong>esilio con <strong>l'</strong>avvento del Colonnello,<br />
non ha fatto più ritorno in patria e vive negli Stati Uniti.<br />
Quando riceve la notizia della morte di suo nonno, che<br />
aveva 99 anni, nel 1981,inizia a scrivergli una lettera che<br />
diventerà poi il manoscritto di “La casa degli spiriti”,<br />
pubblicato nel 1982. La casa degli spiriti si <strong>è</strong> rivelato subito<br />
un grande successo, anche se il tentativo di ricostruire mezzo secolo di storia<br />
cilena con toni da "realismo magico" ha inizialmente diviso la critica. Nuova <strong>è</strong><br />
la prospettiva femminile, se non femminista, adottata dalla <strong>Allende</strong> che, sulla<br />
scia di G. García Márquez, ha creato numerosi, indimenticabili personaggi. Fra<br />
le sue opere citiamo Eva Luna (1987) ed Eva Luna racconta (1990). Il 17 luglio<br />
1988 sposa Willie Gordon a San Francisco. Nel 1990 in Cile la democrazia <strong>è</strong><br />
ristabilita e la scrittrice, dopo quindici anni di assenza, ritorna nella sua patria e<br />
riceve il premio Gabriela Mistral.<br />
Nel 1991 Sua figlia Paula si ammala gravemente di porfiria e rimane in coma.<br />
L'autobiografico Paula (1994) <strong>è</strong> dedicato appunto alla prematura morte della<br />
figlia. Seguono D'amore e ombra (1984), che ha suscitato<br />
qualche riserva al suo apparire, ed Il piano infinito (1992),<br />
sorta di romanzo "on the road" in cui per la prima volta<br />
<strong>Isabel</strong> <strong>Allende</strong> ambienta una sua storia fuori del continente<br />
andino. Cinque anni dopo <strong>Isabel</strong> <strong>Allende</strong> pubblica Afrodita, e<br />
nel 1999 il romanzo La figlia della fortuna.<br />
Nel 1993, il film La casa degli spiriti <strong>è</strong> presentato a Monaco<br />
di Baviera, prodotto da Bernd Eichinger, diretto da Billie<br />
August e con la partecipazione di Winona Ryder, Vanessa<br />
Redgrave, Meryl Streep, Glen Close, Jeremy Irons e Antonio<br />
Banderas.
Trama<br />
"Ascolta. Paula, ti voglio raccontare una storia, così quando ti sveglierai non<br />
ti sentirai tanto sperduta".<br />
Il libro “Paula” <strong>è</strong> interamente autobiografico. Con<br />
esso <strong>l'</strong>autrice vuole rendere partecipi i lettori<br />
del<strong>l'</strong>esperienza più drammatica della sua vita: la<br />
lunga malattia di sua figlia Paula, che la porterà<br />
inevitabilmente alla morte.<br />
Paula, <strong>nata</strong> il 22 ottobre 1963, <strong>è</strong> una ragazza felice,<br />
innamorata del marito, appassio<strong>nata</strong> del suo lavoro.<br />
La sua <strong>è</strong> una vita semplice, che non ha niente a che<br />
vedere con quella di sua madre <strong>Isabel</strong>: le due donne<br />
hanno infatti due destini diversi. <strong>Isabel</strong> si era<br />
innamorata perdutamente di un rude uomo<br />
californiano, Willie, mentre Paula aveva trovato<br />
<strong>l'</strong>anima gemella in Ernesto,un ragazzo dolcissimo e<br />
pieno di qualità. Improvvisamente, però, Paula<br />
comincia ad accusare molti disturbi e poco tempo<br />
dopo le viene diagnosticata una malattia gravissima,<br />
la porfiria, che la trascina in un coma profondo da cui non c'<strong>è</strong> ritorno. <strong>Isabel</strong>,<br />
affranta dal dolore, cerca di lottare con tutte le forze per salvare la figlia e per<br />
farla guarire. Così la madre-scrittrice cerca di “distrarre la morte”, cercando di<br />
trovare un senso a una tale terribile tragedia: grazie alla magia della parola<br />
evoca tutti i componenti della sua esuberante e bizzarra famiglia perché<br />
circondino Paula, aiutandola ad accompagnarla dolcemente verso la fine,<br />
perché “non esiste separazione definitiva finché esiste il ricordo”.<br />
Questo racconto non ha una trama precisa: viene scritto dall’autrice come se<br />
fosse un diario segreto, uno sfogo.<br />
Attraverso una serie di analessi, <strong>Isabel</strong> <strong>Allende</strong> racconta i fatti più importanti<br />
della sua vita: il rapporto con suo padre, i suoi libri, i suoi matrimoni, la<br />
personalità dei membri della sua famiglia, le sue avventure amorose e le<br />
relazioni sentimentali. Nell’economia del romanzo, una parte importante <strong>è</strong><br />
costituita dalla descrizione della storia d’amore con il marito Willie; molti sono<br />
anche gli accenni ai viaggi della scrittrice.<br />
Nella seconda parte del libro, acquistano rilievo i riferimenti politici, in<br />
particolare la deposizione di Salvador <strong>Allende</strong> da presidente della repubblica<br />
cilena e l’ascesa al potere del dittatore Augusto Pinochet.<br />
Paula muore al<strong>l'</strong>alba di domenica 6 dicembre 1992, “in una notte prodigiosa in<br />
cui si aprirono i veli che nascondevano la realtà”. Il romanzo si conclude con il<br />
toccante saluto di <strong>Isabel</strong> alla figlia; la madre dice addio alla donna, per<br />
accoglierla come spirito: “Adiós, Paula, mujer. Bienvenida, Paula, espíritu”.
"Se sapessi come accelerare la sua morte senza dolore, lo farei. Se non lo<br />
faccio io, presto o tardi toccherà a Nicolàs e non <strong>è</strong> giusto che si prenda lui<br />
questa responsabilità. Ho una manciata di sonniferi che sto mettendo da<br />
parte da mesi, ma non so se basti".<br />
Queste parole ci aiutano a comprendere la totale disperazione di una donna<br />
di fronte al<strong>l'</strong>agonia del<strong>l'</strong>essere a lei più caro, sua figlia.<br />
Commento<br />
Secondo me descrivere questo libro <strong>è</strong> veramente difficile. Scritto in modo<br />
semplice e diretto, profondo e delicato, tocca i sentimenti senza però mai<br />
cadere nel sentimentale.<br />
Il romanzo, che si snoda tra Cile, Perù ed Europa, riesce ad essere triste,<br />
emozionante, a tratti persino ironico.<br />
Ho apprezzato molto questo libro per la profondità e <strong>l'</strong>immensità dei sentimenti<br />
che esprime: <strong>l'</strong>amore, la disperazione, <strong>l'</strong>angoscia, la pace finalmente ritrovata.<br />
Penso che la scrittura sia un grande mezzo per affrontare i problemi della vita:<br />
d'altronde la stesura di tale libro <strong>è</strong> stata soprattutto uno sfogo per l’autrice. Ho<br />
apprezzato moltissimo come <strong>Isabel</strong> <strong>Allende</strong> abbia saputo rendere piacevole un<br />
tema tanto triste: in una storia infinitamente più intensa di qualsiasi opera di<br />
fantasia, passo dopo passo. <strong>Isabel</strong> si prepara al distacco dalla figlia Paula;<br />
questo distacco significherà per lei anche l’inizio di una nuova dimensione<br />
del<strong>l'</strong>esistere, perch<strong>è</strong> dopo la morte di Paula nulla potrà più essere come prima.<br />
Nel romanzo, tuttavia, la scrittrice sa far sorridere e far diventare malinconici i<br />
lettori, a seconda dei vari contesti:questo dono vivacizza il romanzo e non lo<br />
appesantisce.<br />
Ogni pagina per me <strong>è</strong> stata un inno alla vita e da ognuna di esse mi sembrava<br />
di avere qualcosa da imparare. “Paula” mi ha fatto vivere ore di grandi<br />
emozioni che ancora sento forti dentro me. Amore e passione per la vita si<br />
fondono in un connubio la cui bellezza supera i limiti dell’umana concezione.<br />
Sul finale <strong>è</strong> impossibile non commuoversi: tutto il libro strappa lacrime e<br />
sorrisi, ma anche profonde riflessioni, perch<strong>è</strong> <strong>è</strong> solo vivendo, e morendo per<br />
rinascere in un nuovo ciclo, che <strong>l'</strong>essenza stessa del vivere si manifesta.<br />
Attraverso questo libro possiamo scoprire uno spaccato di storia intriso di<br />
colori, profumi, passioni e violenze.<br />
Nel romanzo si raccontano profondamente la storia e i drammi del Cile e di<br />
come questi fattori abbiano vivamente condizionato la vita di <strong>Isabel</strong>. La vita<br />
del<strong>l'</strong><strong>Allende</strong> attraversa un periodo storico fondamentale per il suo Paese: gli<br />
stessi legami parentali con il presidente Salvador <strong>Allende</strong> rendono la vicenda<br />
ancor più corposa e ne fanno una testimonianza diretta di ciò che accadde in<br />
Cile negli anni Settanta e Ottanta.<br />
L’autrice riesce con il suo tratto inconfondibile a richiamare alla memoria eventi<br />
passati con una grande freschezza e a mettere in relazione la terribile<br />
esperienza della figlia con quella del suo Paese, dominato dalla dittatura di
Augusto Pinochet; di questa la scrittrice racconta le varie mostruosità<br />
abbastanza concisamente, ma in maniera più che mai diretta.<br />
Il Generale Augusto Pinochet, nato nel 1915, <strong>è</strong> passato alla storia come uno<br />
dei più disumani dittatori del Novecento, tristemente celebre per la barbara<br />
eliminazione dei suoi oppositori. Durante la sua feroce dittatura, durata dal<br />
1973 al 1990, furono torturate, uccise e fatte barbaramente sparire almeno<br />
trentamila persone, gli uomini di Unidad Popolar, la coalizione di <strong>Allende</strong>,<br />
militanti dei partiti comunista, socialista e democristiano, accademici,<br />
professionisti religiosi, studenti e operai.<br />
Oscuro ufficiale del<strong>l'</strong>esercito cileno, Pinochet iniziò la sua entrata trionfale nelle<br />
sfere del potere nel 1973, anno in cui avvenne il "golpe" militare che, oltre a<br />
provocare la morte del<strong>l'</strong>allora presidente della Repubblica Salvador <strong>Allende</strong>,<br />
diede inizio alla lunga dittatura cilena. Pinochet rimpiazzò infatti il rinunciatario<br />
comandante in capo del<strong>l'</strong>esercito, il Generale Carlos Prat (che aveva deciso di<br />
abbandonare <strong>l'</strong>incarico), a causa delle forti pressioni esercitate dai settori più<br />
reazionari della società: la destra e <strong>l'</strong>oligarchia cilena.<br />
Alcuni desaparecidos (persone torturate, uccise e fatte sparire, il più delle volte<br />
caricate narcotizzate in aerei militari e gettate vive nel<strong>l'</strong>Oceano durante la dittatura<br />
di Pinochet)<br />
La “caduta” di Pinochet, fino a poco tempo fa considerato in Cile un intoccabile<br />
(negli ambienti militari ha ancora numerosi seguaci), iniziò il 22 settembre del<br />
1998, quando <strong>l'</strong>ex generale andò a Londra per una operazione chirurgica.<br />
Amnesty International e altre organizzazioni chiesero subito il suo arresto per<br />
violazione dei diritti umani. Pochi giorni dopo il giudice spagnolo Baltasar<br />
Garzon emise un mandato di cattura internazionale, chiedendo di incriminare il<br />
generale per la morte di cittadini spagnoli durante la dittatura cilena. A<br />
sostegno di questa richiesta si espressero le sentenze del<strong>l'</strong>Audiencia Nacional di<br />
Madrid e della Camera dei Lords di Londra, appellandosi al principio della difesa<br />
universale dei Diritti del<strong>l'</strong>Uomo e stabilendo rispettivamente che la Giustizia<br />
spagnola era competente per giudicare i fatti avvenuti durante la dittatura<br />
militare in Cile e che i presunti autori di gravi delitti contro <strong>l'</strong>umanità, come<br />
appunto Pinochet, non godono di immunità per i loro crimini, neanche se si<br />
tratta di capi di Stato o ex capi di Stato.
Purtroppo il Ministro del<strong>l'</strong>Interno del Regno Unito, il laburista Jack Straw, il 2<br />
marzo 2000 decise di liberare Pinochet e di permettere il suo ritorno in Cile,<br />
negando quindi <strong>l'</strong>estradizione: un’azione che suonò come un insulto alla<br />
memoria e al dolore dei familiari delle migliaia di vittime della sua dittatura.<br />
A Santiago il giudice Guzman continuò la sua inchiesta contro Pinochet, ma il<br />
vecchio ex dittatore si oppose in tutti i modi per non essere portato davanti a<br />
un tribunale del suo Paese che per oltre vent’anni dominò col pugno di ferro.<br />
A distanza di più di un anno da quella vergognosa decisione, che permise a<br />
Pinochet di tornare nel suo paese da uomo libero e sembrò mettere la parola<br />
fine alle speranze di sottoporlo a processo per i suoi crimini, la tenacia del<br />
giudice Juan Guzman ha aperto la strada a un percorso inimmaginabile fino a<br />
pochi mesi fa: stavolta <strong>è</strong> direttamente il Cile a voler processare il suo dittatore,<br />
aprendo una pagina memorabile nella storia della lotta per la giustizia, per la<br />
verità, per i diritti umani.<br />
Consiglio questo libro perché non <strong>è</strong> assolutamente noioso, anzi, penso che<br />
leggere questo genere di romanzi aiuti a crescere interiormente e a conoscere<br />
meglio episodi importanti della più recente storia mondiale.<br />
L’unica piccola pecca che personalmente ho notato <strong>è</strong> il linguaggio usato dalla<br />
scrittrice, che <strong>è</strong> molto informale, e qualche volta anche volgare, ma in generale<br />
la narrazione <strong>è</strong> scorrevole e la trama <strong>è</strong> appassionante.<br />
Per quanto mi riguarda ho imparato e approfondito la mia conoscenza degli<br />
orrori causati dalle dittature in generale, ed in particolare ho apprezzato come<br />
l’autrice con i suoi romanzi riesca a far conoscere alle nuove generazioni ciò<br />
che <strong>è</strong> successo negli anni della dittatura di Pinochet in Cile, per fare in modo<br />
che certi orrori non accadano mai più.