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Michele Spagnuolo ,4. E, a.s. 2006-2007, prof.ssa Ferolo - Liceo ...

Michele Spagnuolo ,4. E, a.s. 2006-2007, prof.ssa Ferolo - Liceo ...

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Diventiamo cittadini europei<br />

LICEO SCIENTIFICO STATALE “ALESSANDRO ANTONELLI”<br />

- NOVARA -<br />

<strong>Spagnuolo</strong> <strong>Michele</strong><br />

Classe IV E<br />

Docente coordinatrice: <strong>prof</strong>.<strong>ssa</strong> Giuseppina <strong>Ferolo</strong><br />

Il 25 marzo <strong>2007</strong> ricorre il cinquantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma che<br />

hanno dato vita alla Comunità economica europea. Da allora la Comunità ha realizzato<br />

l’unione doganale, il mercato interno, la moneta unica; si è trasformata in Unione<br />

estendendo le proprie competenze; ha avviato la trasformazione democratica delle sue<br />

istituzioni con l’elezione diretta del Parlamento europeo; ha cercato, più recentemente, di<br />

dotarsi di una Costituzione per portare a compimento la costruzione di un’Unione<br />

veramente in grado di esprimersi “con una sola voce” in un mondo che ha sempre più<br />

bisogno dell’Europa per garantire la pace e lo sviluppo.<br />

A vostro avviso quali passi occorre ancora compiere per realizzare questo obiettivo? Che<br />

cosa possiamo fare noi come cittadini, non solo dell’Unione, ma anche di uno dei sei Stati<br />

che l’hanno fondata, per contribuire al suo conseguimento?


Il 25 marzo del <strong>2007</strong>, per commemorare il cinquantesimo anniversario della firma dei Trattati di<br />

Roma, si terrà a Berlino un summit a cui parteciperanno i capi di Stato e di governo dei Paesi<br />

membri dell’Unione europea e i presidenti della Commissione e del Parlamento.<br />

Questo summit sarà un'opportunità eccellente per riaffermare con una dichiarazione politica<br />

congiunta i valori e gli obiettivi dell'Unione Europea che tutti gli Stati membri si sono impegnati a<br />

sostenere e perseguire.<br />

Si tratta di un momento molto importante per la storia dell’Europa, che ha occasione di guardarsi<br />

indietro e valutare ciò che è stato fatto finora, correggere eventuali errori e ripartire, pensando al<br />

futuro. Sono stati già compiuti notevoli passi in avanti per la creazione di una forza politica ed<br />

economica che sia in grado di avere voce in capitolo nelle questioni internazionali più importanti.<br />

Ma rimangono aperti ancora molti problemi, come la mancata ratifica della Costituzione da parte di<br />

Francia e Olanda, entrambi Stati fondatori dell'Unione, e le difficoltà che ancora oggi persistono<br />

nell’esprimersi sulla scena mondiale con una sola voce, in un mondo che ha sempre più bisogno<br />

dell’Europa per garantire pace e sviluppo.<br />

Ricordiamo l’importanza dei Trattati di Roma, che, firmati a Roma il 25 marzo 1957 ed entrati in<br />

vigore il 1 gennaio 1958, istituirono e disciplinarono la Comunità Economica Europea (CEE) e la<br />

Comunità Europea dell'Energia Atomica (CEEA o Euratom).<br />

Furono sottoscritti dai rappresentanti dei sei Paesi fondatori: Belgio, Francia, Olanda, Italia,<br />

Lussemburgo e Germania. La cerimonia si tenne solennemente in Campidoglio, nella sala degli<br />

Orazi e Curiazi del Palazzo dei Conservatori, la ste<strong>ssa</strong> in cui il 29 ottobre 2004 i rappresentanti dei<br />

25 Paesi membri dell'Unione Europea avrebbero firmato la Costituzione per l'Europa.<br />

I Trattati di Roma prevedevano l'istituzione dell'Assemblea parlamentare europea, composta da 142<br />

deputati nominati dai parlamenti dei sei paesi membri della Comunità. La sessione costitutiva di<br />

questo organo, avente a quel tempo solo funzioni consultive, si tenne a Strasburgo il 19 marzo<br />

1958, sotto la presidenza di Robert Schuman. Soltanto nel 1962, l'Assemblea avrebbe assunto il<br />

nome di Parlamento europeo e, solo nel 1979, si sarebbero svolte le prime votazioni a suffragio<br />

universale diretto per l'elezione dei suoi membri.<br />

Si stabilirono alcuni provvedimenti atti a rafforzare l'unione tra le sei Nazioni:<br />

2<br />

• l'eliminazione dei dazi doganali tra gli Stati Membri<br />

• l'istituzione di una tariffa doganale esterna comune<br />

• l'introduzione di politiche comuni nel settore dell'agricoltura e dei trasporti<br />

• la creazione di un Fondo Sociale Europeo<br />

- <strong>Spagnuolo</strong> <strong>Michele</strong>


• l'istituzione della Banca Europea degli Investimenti<br />

• lo sviluppo della cooperazione tra gli Stati Membri<br />

Per raggiungere questi obiettivi il trattato poneva alcune linee guida e definiva il quadro per<br />

l'attività legislativa delle istituzioni comunitarie, in particolare riguardo alla politica agricola<br />

comune, la politica dei trasporti e una politica commerciale comune.<br />

Il concetto di mercato comune era basato su quattro libertà fondamentali: libera circolazione delle<br />

persone, dei servizi, delle merci e dei capitali.<br />

Dal primo gennaio <strong>2007</strong> la presidenza dell'Unione europea sarà per sei mesi in mano alla<br />

Germania. Il cancelliere tedesco Angela Merkel si pone come obiettivo quello di “pungolare”<br />

l'Unione europea a mostrarsi all'altezza dei compiti che l'attendono.<br />

La Germania era rimasta finora nella penombra, come un gigante timido, un po’ impacciato,<br />

indebolito da un'economia stagnante e da una disoccupazione insanabile e umiliante. Il suo peso<br />

politico non corrispondeva alla sua forza industriale. L'opposizione alla guerra in Iraq (espre<strong>ssa</strong> di<br />

rincalzo al rifiuto francese che acquistò così consistenza e credibilità) aveva segnato un distacco<br />

storico dalla sudditanza nei confronti degli Stati Uniti. Questa fiammata, interpretabile come una<br />

dichiarazione di europeismo, è però la prova di un certo risveglio del gigante in letargo e fa ben<br />

sperare per l'Europa, sempre in attesa di audaci iniziative politiche.<br />

Angela Merkel si trova ad essere contemporaneamente presidente annuale del G8, in cui sono<br />

riuniti i maggiori Paesi industriali, e dell'Unione europea. L'Europa si aspetta molto dalla prima<br />

donna cancelliere della storia. Dopo mesi di non facili rapporti all'interno della Grande coalizione e<br />

con l'opinione pubblica interna, Angela Merkel ha rafforzato la sua personale posizione in patria, ed<br />

è in grado di dedicare le energie a un'attività internazionale carica di aspettative, non soltanto per<br />

l'Europa. In testa ai suoi compiti ha messo il capitolo dei rapporti con gli Stati Uniti, ai quali<br />

proporrà anzitutto di armonizzare le leggi e regolamenti sulle due sponde dell'Atlantico, al fine di<br />

favorire gli investimenti e abbattere le barriere protezionistiche che frenano gli scambi e alimentano<br />

le polemiche. Il cancelliere si propone inoltre di affrontare, come secondo capitolo, i rapporti con la<br />

Russia di Vladimir Putin, che invita ad entrare nei mercati dell'Europa occidentale, ma alla<br />

condizione di evitare di erigere ostacoli protezionistici di ogni genere. Angela Merkel si dice anche<br />

preoccupata per l'assillante controllo pubblico sulla stampa ru<strong>ssa</strong>, ma desidera conservare buoni<br />

rapporti con Mosca.<br />

“L'integrazione dell’Europa è stata un'idea rivoluzionaria, una risposta a secoli di inimicizia e<br />

conflitti armati. L'Unione europea è stata fondata su valori che tutti noi dovremmo condividere<br />

3<br />

- <strong>Spagnuolo</strong> <strong>Michele</strong>


(rispetto per i diritti umani, libertà, giustizia, democrazia e primato del diritto), valori che si sono<br />

evoluti progressivamente nel corso dei secoli e che debbono molto alla tradizione cristiana e<br />

all'illuminismo. Sono proprio queste radici il segreto del successo dell'integrazione europea.” -<br />

queste sono le parole del cancelliere tedesco, che condivido pienamente.<br />

Grande infatti è stata l'influenza dell'illuminismo sul cammino percorso dell'Europa unita.<br />

Esso non è mai stato facile. Fin dall’inizio del suo concepimento sono coesistite due idee di<br />

Europa: un’unione sovranazionale tendente a una confederazione, sul modello degli Stati Uniti<br />

d’America, e una partnership di carattere principalmente commerciale tra Stati indipendenti. Questo<br />

tema è stato dibattuto e negoziato di vertice in vertice, di accordo in accordo, dal Patto di Bruxelles<br />

(1946, con l’Europa a 4) ai giorni nostri (Europa a 27), sul filo di un difficile equilibrio tra<br />

integrazione economica e integrazione politica.<br />

Immanuel Kant parla di «un diritto di visita, spettante a tutti gli uomini, cioè di entrare a fare parte<br />

della società in virtù del diritto al possesso della superficie della terra sulla quale, essendo sferica,<br />

gli uomini non possono disperdersi isolandosi all'infinito, ma devono da ultimo rassegnarsi a<br />

incontrarsi e a coesistere». Un diritto cosmopolitico, principio rebubblicano che va oltre i confini<br />

degli Stati e centra la pace come elemento fondante dell'ordinamento del mondo.<br />

La presidenza tedesca della UE si focalizzerà su due compiti principali: la rivitalizzazione<br />

dell'economia europea e la ripresa del suo processo costituzionale.<br />

Per questo saranno nece<strong>ssa</strong>ri una strategia energetica comune, una <strong>prof</strong>onda innovazione<br />

tecnologica e un nuovo slancio alla Costituzione.<br />

Solamente con un coordinamento organico degli impegni atti ad aumentare la competitività dei<br />

Ventisette sullo scacchiere internazionale si potrà sbloccare il pacchetto di riforme istituzionali e<br />

rimettere il sangue in circolo nella dormiente nuova Costituzione, attualmente inge<strong>ssa</strong>ta dal "no"<br />

referendario francese e olandese in una pausa di riflessione che ha molto della pausa e poco della<br />

riflessione.<br />

L'Europa sarà in grado di perseguire i propri interessi solamente se avrà una buona economia: in<br />

termini di politica europea, questo significa dare la priorità alla crescita e all'occupazione. Si<br />

dovrebbe sostenere in modo unanime la ricerca di alta qualità, la riduzione della burocrazia e il<br />

miglioramento delle legislazioni vigenti.<br />

4<br />

- <strong>Spagnuolo</strong> <strong>Michele</strong>


Il successo economico europeo si fonda sulla presenza di un vero mercato unico in molti settori<br />

industriali: dobbiamo continuare a impegnarci verso il completamento di questo mercato unico,<br />

senza trascurare di facilitare l'accesso ad esso da parte delle piccole e medie imprese.<br />

Le forniture di energia sono senza dubbio un fattore cruciale per assicurare una continua<br />

prosperità all'Europa. Data la crescente domanda di energia in tutto il mondo, l'impatto del<br />

cambiamento climatico e l'instabilità cronica che affligge certe regioni del globo, si avverte<br />

l'esigenza di un maggiore coordinamento della politica energetica degli stati membri. L’Europa<br />

deve cercare di diventare indipendente dal petrolio mediorientale e dal gas metano russo, facendo<br />

affidamento a fonti di energia alternative e rinnovabili. Recentemente, a seguito di un rapporto<br />

europeo sulle risorse energetiche, l’Ue ha invitato i Paesi membri a far maggior affidamento sul<br />

nucleare ed ha invitato quelli che l’hanno abolito con referendum popolare a cercare altre fonti<br />

“pulite”, come il mais. Grazie alla collaborazione tra Novamont e Coldiretti, infatti, verranno<br />

prodotti sacchetti, magliette e perfino capi di abbigliamento completamente biodegradabili proprio<br />

dal granoturco, senza sprecare nessuna parte della pannocchia.<br />

La presidenza tedesca ha inoltre il dovere di proseguire l'opera iniziata dalla presidenza austriaca<br />

per creare e coordinare una politica energetica unica.<br />

In questo senso, uno dei punti di convergenza più importanti sarà rappresentato dalla volontà di<br />

cooperazione tra Paesi produttori e Paesi consumatori.<br />

Non è più possibile posporre ulteriormente la riforma dell'Unione europea: è questo il significato<br />

fondamentale della carta costituzionale da lungo tempo ventilata e proposta.<br />

Con il trattato che istituisce una costituzione per l'Europa, si è finalmente raggiunto un consenso tra<br />

i governi europei sulle modifiche nece<strong>ssa</strong>rie in alcune delle principali aree legislative della nuova<br />

Unione Europea allargata. In base al trattato, i parlamenti nazionali sono autorizzati, nelle prime<br />

fasi del processo, a esaminare attentamente la nuova legislazione europea. Oltre a ciò, il trattato<br />

delinea con maggiore chiarezza le rispettive competenze dell'Unione Europea e degli stati membri,<br />

con un netto miglioramento delle capacità di azione delle istituzioni della UE e una corrispondente<br />

riduzione del rischio di paralisi totale. Anche i diritti fondamentali, in quanto espressione dei nostri<br />

valori europei, avranno valore legale.<br />

Una questione piuttosto difficile e delicata è l'allargamento dell'Unione europea a ventisette Paesi<br />

membri. Bulgaria e Romania, entrambi Paesi ex comunisti, dal primo gennaio <strong>2007</strong> fanno parte a<br />

pieno titolo dell'Unione europea. Migliaia di persone a Sofia e a Bucarest hanno salutato l'arrivo del<br />

5<br />

- <strong>Spagnuolo</strong> <strong>Michele</strong>


nuovo anno con un entusiasmo accresciuto dalla nuova appartenenza alla grande unione che da oggi<br />

conta quasi mezzo miliardo di abitanti, sebbene i rispettivi governi abbiano fatto presente che sul<br />

cammino vi sono dolorose riforme da attuare. A Sofia con lo scoccare della mezzanotte centinaia di<br />

palloncini con la scritta “Benvenuta Europa” si sono levati da piazza Alexander Battenberg verso il<br />

cielo, sopra le teste di oltre trentamila persone. A Tirana il primo ministro romeno, Calin Tariceanu,<br />

ha detto: "E’ giusto gioire per un momento atteso dalla caduta del regime comunista nel 1989".<br />

In un me<strong>ssa</strong>ggio-video alle due capitali, il presidente delle Commissione europea, Jose Manuel<br />

Durao Barroso, ha dichiarato: "Nel dare il benvenuto in famiglia a due nuovi membri, conoscendo<br />

le culture e le tradizioni posso dire che saremo più ricchi, i nostri legami e la nostra economia si<br />

rafforzerà". Il commi<strong>ssa</strong>rio Ue all'Allargamento, Olli Rehn, ha aggiunto: "Meritano i complimenti<br />

per le straordinarie riforme tese a rafforzare la democrazia, modernizzare i rispettivi Paesi, e rendere<br />

i loro sistemi giudiziari più efficienti e indipendenti".<br />

Tuttavia, dietro queste attestazioni di merito vi è una realtà a<strong>ssa</strong>i diversa.<br />

I due Paesi balcanici, per certo i più poveri dell'Ue, con un prodotto interno lordo pro capite che non<br />

arriva a un terzo della media europea, saranno tenuti sotto stretta sorveglianza nei prossimi tre anni.<br />

Bruxelles potrà imporre sanzioni qualora venissero meno gli impegni sul fronte delle riforme degli<br />

apparati giudiziari, della gestione dei fondi comunitari e della sicurezza alimentare.<br />

6<br />

- <strong>Spagnuolo</strong> <strong>Michele</strong>


I buoni propositi non mancano: pochi minuti prima della mezzanotte del 31 dicembre <strong>2006</strong>, la<br />

Bulgaria ha chiuso parte della sua unica centrale nucleare in ottemperanza alle norme di sicurezza<br />

fi<strong>ssa</strong>te dall'Ue, pur dovendo sacrificare esportazioni energetiche redditizie.<br />

Per rimanere in tema di buoni propositi, penso che il comportamento insolito della Finlandia, che ha<br />

recentemente ratificato ufficialmente il trattato costituzionale, nonostante la bocciatura francese e<br />

olandese, debba far riflettere.<br />

Molti Paesi lo consideravano (e lo considerano tuttora) morto e sepolto dopo il "no" dei referendum<br />

nazionali, altri come cosa di cui è ormai inutile parlare in Parlamento (inglesi, svedesi, danesi,<br />

polacchi). La Finlandia, invece, l’ha appena ratificato, come se niente fosse successo, come cosa<br />

viva e vitale. È il diciottesimo Paese a farlo, su ventisette (comprese Bulgaria e Romania): più dei<br />

due terzi. Ma non basta: ci vuole l'unanimità. E allora che cosa significa questa ratifica finnica? A<br />

conclusione della "pausa di riflessione" decretata dall'Unione dopo i referendum perduti, e<strong>ssa</strong> suona<br />

come una provocazione. Un piccolo Stato di successo, serio e autorevole, come la Finlandia, se la<br />

può permettere. E inoltre questo ci dovrebbe invitare riflettere sul problema democratico in un<br />

ordinamento sovrastatale: quanto valgono i diciotto “sì” di fronte a due soli “no”? Non valgono<br />

nulla, perché è nece<strong>ssa</strong>ria l'unanimità? Ma nei Paesi che hanno votato affermativamente è compresa<br />

la grande maggioranza dei cittadini dell'Unione. D'altra parte, furono unanimi i governi quando, due<br />

anni fa, alla firma del Trattato di Roma, previdero anche l'eventualità di porsi la questione di<br />

ratifiche mancate. Ora quell'appuntamento sul come andare avanti, di fronte all'unanimità smarritasi<br />

per strada, è venuto a scadenza. Le risposte possono essere varie. Ma i finlandesi, ratificando,<br />

evidenziano una cosa vera e semplice: che in questi due anni nessun avvenimento e nessuna<br />

motivazione hanno rivelato errori in quel testo costituzionale, mentre nessuno è riuscito a mettere<br />

ordine nel guazzabuglio delle ragioni del “no” ai due referendum.<br />

Secondo me è indispensabile conferire più poteri al Parlamento europeo, eliminando il diritto di<br />

veto e il ricorso all’unanimità, che ostacolano fortemente qualsiasi tipo di decisione unitaria.<br />

Dobbiamo però ricordare un fatto cruciale: la politica europea ha un impatto su quasi tutte le aree<br />

della politica nazionale. Non può e non deve essere attuata prevaricando la volontà della<br />

popolazione. Se vogliamo che l'Europa e l'integrazione europea siano un successo, i cittadini<br />

europei devono essere coinvolti nelle decisioni politiche della UE.<br />

L'Europa è il nostro futuro. Dal commercio globale alla politica di protezione ambientale,<br />

dall'immigrazione clandestina ai problemi di sicurezza internazionale - ci sono numerosi campi nei<br />

7<br />

- <strong>Spagnuolo</strong> <strong>Michele</strong>


quali gli stati-nazione saranno incapaci di difendere efficacemente i propri interessi nel mondo di<br />

domani. Se vogliamo che la globalizzazione si adegui ai nostri valori, dobbiamo unire le nostre<br />

risorse: l'Europa dovrà assumere un grado di responsabilità internazionale commisurato alla sua<br />

importanza.<br />

L’Europa di oggi ha sempre più bisogno di unità, e deve avere un'unica voce sulle questioni più<br />

importanti.<br />

Sono stati raggiunti alcuni obiettivi, ma il cammino da compiere è ancora lungo e richiede la<br />

collaborazione tra le singole nazioni, affinché acquisiscano una mentalità più aperta al<br />

compromesso con gli altri Stati e non pensino solamente ai loro propri interessi.<br />

E’ anche nece<strong>ssa</strong>rio che gli Stati, e perciò anche noi cittadini, si impegnino a conferire parte della<br />

loro sovranità all’Unione per rendere l’Europa più unita e potente, capace di parlare al mondo con<br />

una sola voce rappresentante ventisette Paesi sicuramente diversi, ma uniti nella loro diversità.<br />

Il Trattato di Roma cinquant’anni fa ha sancito e regolamentato le istituzioni per il governo<br />

dell’Unione, e la più recente Costituzione ne ha riaffermato la piena validità, conferendo più potere<br />

al Parlamento Europeo. Oggi l’Europa ha bisogno di riconoscere dei valori fondanti ben precisi,<br />

che, seppur già sanciti nella Carta dei diritti fondamentali (rispetto della dignità umana, libertà,<br />

democrazia, uguaglianza, stato di diritto e rispetto dei diritti umani), devono diventare veramente<br />

comuni agli Stati membri, formando una società fondata sul pluralismo, sulla non discriminazione,<br />

sulla tolleranza, sulla giustizia, sulla solidarietà e sulla parità tra uomini e donne. L'identità<br />

dell'Europa va cercata nella sua pluralità. Il grande vantaggio nell'essere pluralisti consiste nello<br />

sviluppo di uno spirito critico che solo il contatto con la diversità può generare.<br />

In Europa vengono quotidianamente parlate circa una quarantina di lingue, e anche all'interno dei<br />

singoli Stati vi sono forti differenze. Tuttavia le idee che stanno alla base dell'illuminismo e i valori<br />

della laicità hanno contribuito a formare in noi europei un rispetto reciproco che, a prescindere dalle<br />

teorie, è radicato nel nostro vivere quotidiano.<br />

Il riconoscimento di una pluralità legittima, che sia quella delle religioni, quella delle culture, o<br />

quella dei poteri in seno ad uno Stato, si va ad aggiungere all’eredità che gli Illuministi hanno<br />

lasciato all’identità europea.<br />

Il concetto di identità europea deve essere strettamente correlato con quello di memoria comune.<br />

L’educazione è dunque un punto cruciale del progetto europeo, ed alcuni, come l’Istituto Europeo<br />

degli Itinerari Culturali, lavorano sulla questione dei luoghi della memoria europea. Si tratta, come<br />

spiega lo storico Pierre Nora, di condurre un’«esplorazione selettiva e consapevole dei punti in cui<br />

8<br />

- <strong>Spagnuolo</strong> <strong>Michele</strong>


questa comune eredità si è concretizzata, stilare l’inventario dei principali “luoghi” e far emergere<br />

l’“o<strong>ssa</strong>tura della storia”». C’è ancora molto lavoro per le istituzioni comunitarie e per i Paesi che<br />

vogliono creare una storia collettiva. Infatti, se da un lato le relazioni franco-tedesche sono il fulcro<br />

di una rilettura comune della nostra storia, dall’altro, polacchi e tedeschi, o croati e serbi, sono<br />

ancora restii ad affrontare insieme il loro pa<strong>ssa</strong>to.<br />

Non solo. In un’epoca in cui i sopravissuti della Shoah stanno scomparendo, s’impone una nuova<br />

tappa nel processo di lavorazione di una memoria comune. Si tratta di superare l’aspetto<br />

generazionale e genealogico, in quanto, come illustrato dal giornalista tedesco Michael Martens,<br />

«dovrebbe esser possibile, per esempio, che una giovane tedesca di origine turca, in visita al museo<br />

dell’Olocausto a Berlino, integri il suo pa<strong>ssa</strong>to nella sua ste<strong>ssa</strong> coscienza, nonostante i propri avi<br />

non siano stati direttamente coinvolti. Dovrebbe capire che essere europeo vuol dire anche accettare<br />

con una responsabilità attuale tutti gli aspetti del pa<strong>ssa</strong>to»<br />

Ciononostante, l’Europa ha ancora un lungo tragitto da compiere, e deve «intraprendere un rapporto<br />

critico col pa<strong>ssa</strong>to», al fine di non cadere in un «ricordo memoriale apologetico e commemorativo».<br />

Bisogna che le istituzioni europee siano maggiormente coinvolte nella responsabilizzazione dei<br />

cittadini europei e dei loro Stati. Come si può far riconoscere allo stato turco il genocidio armeno,<br />

quando quello giudaico viene tuttora interpretato diversamente in ogni paese europeo?<br />

In questa ricerca di una memoria comune, la Costituzione europea costituisce un passo avanti verso<br />

la realizzazione di un “patriottismo costituzionale”: un sentimento di appartenenza basato non sui<br />

simboli patriottici classici ma sul riconoscimento dei principi di democrazia e dello Stato di diritto.<br />

Si tratta di superare col dialogo e l’interazione tra stati, l’applicazione nazionale dei diritti<br />

dell’uomo, pur conservando le identità nazionali. Dire “sì” alla Costituzione europea, vuol dire<br />

avere una riflessione critica sulla propria identità, dar spazio ad una nuova idea dove i diritti<br />

dell’uomo, quelli sociali e politici collaborano nel superamento del nazionalismo all’origine delle<br />

barbarie del Diciannovesimo e Ventesimo secolo. Si tratta di porre dei limiti ai nazionalismi che<br />

frenano la realizzazione di una memoria europea condivisa, nonché della nostra identità.<br />

Ovviamente tutto questo non sarà facile. A parte le consuete diatribe fra gli inquilini del grande<br />

condominio di Bruxelles, renderà la strada più irta di ostacoli la concomitanza tra il semestre<br />

tedesco di atteso rilancio e la tornata delle elezioni presidenziali francesi di metà aprile. I due<br />

candidati, la socialista Ségoléne Royal e il conservatore Nicolas Paul Stéphane Sárközy de Nagy-<br />

Bócsa, parleranno poco di Europa sino al voto, e la loro sfida per l'Eliseo farà mancare a Berlino<br />

una delle sponde di cui ha bisogno per ridare impeto al processo di consolidamento istituzionale a<br />

dodici stelle.<br />

9<br />

- <strong>Spagnuolo</strong> <strong>Michele</strong>


Se i tedeschi avranno lavorato bene trovando l'ispirazione riformatrice nella tradizione di Adenauer<br />

e Kohl, ci sarà probabilmente tempo per arrivare a metà giugno con qualcosa che assomigli ad una<br />

roadmap costituzionale. L'obiettivo di chiudere tutto entro il 2008, e dunque prima del rinnovo della<br />

Commissione e dell'Europarlamento, resterebbe a portata di mano.<br />

Il presidente della Commissione Barroso suggerisce di insistere con il rinnovamento e<br />

l'ampliamento dell'Unione applicando la regola delle tre C: consolidamento, condizionalità e<br />

comunicazione. Rafforzando cioè i meccanismi costituzionali, limitando al massimo l'uso del voto<br />

all'unanimità che paralizza l'alleanza, aprendosi a nuovi partner, spiegando meglio ai cittadini<br />

quello che “bolle nel calderone”, come lo si sta cucinando e quali benefici tutto questo può portare<br />

per il continente.<br />

L’Unione europea deve prendere posizioni certe e rilevanti non solo in materia di politica<br />

internazionale, ma anche sul piano etico e sociale: basti pensare ai temi dell’eutanasia e della<br />

legittimazione delle coppie di fatto, tanto dibattuti in questo periodo.<br />

E’ questa forse la sfida più difficile che l’Europa dovrà affrontare: il saper prendere decisioni<br />

univoche, definendo i valori fondamentali e imprescindibili a cui attenersi, riconoscendo,<br />

rispettando e ricavando insegnamenti dalle proprie tradizioni e dalle radici comuni: tutti questi<br />

fattori contribuiranno a creare l’identità dell’Europa, a rendere l’Unione forte delle proprie decisioni<br />

e consapevole di ciò che costituirà in futuro.<br />

Quindi noi, giovani cittadini europei, eredi di coloro che fondarono il concetto di unità europea<br />

inteso come “unità nella diversità”, dovremo impegnarci alla costruzione di una mentalità aperta<br />

all’accoglienza, all’integrazione e al rispetto delle idee altrui.<br />

Bisognerà operare in favore dell'ap<strong>prof</strong>ondimento e consolidamento della conoscenza storica<br />

dell'identità europea, dalle sue radici classiche e cristiane fino ad oggi e nei suoi rapporti con la<br />

società, e della valorizzazione dei suoi differenti aspetti.<br />

Sarà nece<strong>ssa</strong>rio anche impegnarsi costantemente per il conseguimento di un ordine economico e di<br />

una giustizia sociale coerente con i nostri principi fondanti, come il bene comune dei popoli e la<br />

solidarietà, tipici della tradizione europea.<br />

Dovremo affrontare i problemi aperti dalla globalizzazione della cultura, dall'emergenza planetaria<br />

costituita da nuove forme di povertà, di degrado ambientale, di sfruttamento e di alienazione e<br />

adoperarci per la difesa del diritto alla vita in tutti i suoi aspetti e della famiglia intesa come “cellula<br />

fondamentale della società”.<br />

10-<br />

<strong>Spagnuolo</strong> <strong>Michele</strong>


La mancanza di informazione pubblica adeguata a riguardo è purtroppo un agente limitante alla<br />

crescita dell’Europa. I singoli cittadini dovranno sapere quello che succede all’interno dell’Unione:<br />

non solo una cerchia di eletti, ma tutti: giovani, anziani, uomini, donne...<br />

Se ci fosse stata un po’ più di sana informazione, probabilmente i risultati dei referendum popolari<br />

francesi e olandesi a proposito della ratifica della Costituzione europea, che in fondo non era altro<br />

che l’unione di diversi trattati già approvati in precedenza, sarebbero stati diversi.<br />

L'Italia dell'europeista Prodi, un uomo che conosce bene i meccanismi dell’Unione, può giocare un<br />

ruolo importante, spalleggiando la signora Merkel e riportando il Belpaese fra i garibaldini<br />

dell'integrazione. Roma, con Berlino, ha la possibilità di consentire all’Ue di fare i due balzi in<br />

avanti nece<strong>ssa</strong>ri per compensare il passo indietro che - in un modo o nell'altro - si finirà purtroppo<br />

per fare. Per questo il <strong>2007</strong> sarà un anno di progresso. E se non lo fosse, nessun problema: si<br />

procederà comunque, magari nel 2008, perché questo è un treno senza capolinea.<br />

È sempre stato così.<br />

Con buona pace degli euroscettici.<br />

11-<br />

<strong>Spagnuolo</strong> <strong>Michele</strong>


Bibliografia<br />

12-<br />

<strong>Spagnuolo</strong> <strong>Michele</strong><br />

Il sogno europeo<br />

Jeremy Rifkin<br />

Ed. Mondadori<br />

Il nuovo disordine mondiale, riflessioni di un cittadino europeo<br />

Tzvetan Todorov<br />

Ed. Garzanti<br />

Lo spirito dell’illuminismo<br />

Tzvetan Todorov<br />

Ed. Garzanti<br />

Contro il fanatismo<br />

Amos Oz<br />

Ed. Feltrinelli<br />

Un’Europa che cresce in un mondo più piccolo<br />

Angela Merkel<br />

La Stampa, Il mondo nel <strong>2007</strong> – pagg. 1-2<br />

Ue, l’impronta tedesca<br />

Marco Zatterin<br />

La Stampa, Il mondo nel <strong>2007</strong> – pag. 5<br />

Il peso dell’Europa sulle spalle tedesche<br />

Bernardo Valli<br />

La Repubblica, Giovedì 4 gennaio <strong>2007</strong> – pag. 19<br />

La renna finlandese traina l’Ue<br />

Andrea Manzella<br />

La Repubblica, Martedì 12 dicembre <strong>2006</strong> – pag. 25<br />

Wikipedia – Trattati di Roma<br />

http://it.wikipedia.org/wiki/Trattati_di_Roma

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