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no, poi si è trasferito, ha lavorato sodo rifacendosi una vita.” Ansimava.<br />
“ Non è stato uno sbaglio da ragazzino. Suo marito, nonostante adolescente, era <strong>al</strong> soldo di una ’ndrina.”<br />
“Come si permette?”<br />
“Adesso lei mi fa parlare e la smette di interrompermi” disse il tenente <strong>al</strong>zando la voce. Il suo tono era perentorio.<br />
“Il signor Purito fu beccato”, continuò, cominciando a camminare lentamente con le mani dietro la schiena.<br />
“Per questo i suoi padrini lo mandarono quassù a Como: ormai in C<strong>al</strong>abria aveva perso la propria verginità<br />
pen<strong>al</strong>e. Qua da noi avrebbe potuto rifarsi una vita norm<strong>al</strong>e, senza bombe e senza armi, e diventare un tranquillo<br />
ragioniere d<strong>al</strong>la vita monotona e abitudinaria. Io credo che lei sia davvero molto innamorata di suo<br />
marito, e questo è il dramma della sua vita. Vi siete sposati giovani, a vent’anni lui già lavorava e lei studiava<br />
economia. Lei ha concluso brillantemente i suoi studi, suo marito continuava il suo tranquillo lavoro. Lei<br />
ha cominciato la sua carriera presso un piccolo studio notarile di periferia. Sette anni fa in C<strong>al</strong>abria hanno<br />
deciso che il tempo era giunto: suo marito, e con lui la sua bella moglie (anzi proprio in virtù della sua magnifica<br />
consorte), sono diventati necessari. Suo marito le ha spiegato chi era, cosa aveva fatto e di qu<strong>al</strong>e associazione<br />
crimin<strong>al</strong>e aveva sempre, pur dormiente, fatto parte. Lei si è trovata di fronte a un bivio: rimanere<br />
col suo uomo che tanto amava (ed ama) pur sapendolo un crimin<strong>al</strong>e oppure lasciarlo per non immischiarsi<br />
nei suoi traffici. La risposta la conosce molto bene. Le hanno fatto lasciare il suo lavoro: aveva le credenzi<strong>al</strong>i<br />
e il curriculum per farsi assumere da un commerci<strong>al</strong>ista, un commerci<strong>al</strong>ista che trafficava con la Svizzera per<br />
conto della mafia siciliana, probabilmente per esportare v<strong>al</strong>uta e riciclare denaro. Ci ha messo poco a fare<br />
carriera e diventare il braccio destro del professionista. Contemporaneamente le hanno fatto sfruttare le doti<br />
fisiche che la natura le ha donato e il suo fascino a cui nessun maschio sano rimane indifferente. È diventata<br />
la sua amante, l’amante di un ricco commerci<strong>al</strong>ista bruttino e scapolo che non aveva mai avuto la capacità e<br />
forse neanche l’ambizione di metter su famiglia. In breve il dottor Lucini l’ha messa <strong>al</strong> corrente dei suoi traffici,<br />
lei lo ha assecondato ed è addirittura riuscita a diventarne l’erede. Pover’uomo: convinto di avere l’amore<br />
spassionato e sincero di una donna affascinante e straordinaria come lei, che nel frattempo ha continuato<br />
ad amare suo marito e di conseguenza a servire i suoi padrini ’ndranghetisti. Lei ha carpito fino in fondo i<br />
segreti e i meccanismi profondi dei suoi traffici, è venuta a conoscenza di ogni movimento, cliente e ingranaggio<br />
degli affari curati da Lucini per conto dei siciliani, ovviamente <strong>al</strong>l’insaputa di questi ultimi. I tempi<br />
erano maturi: le hanno fatto uccidere il suo capo, in stile mafioso, in modo che, qu<strong>al</strong>ora fossero stati trovati<br />
dei collegamenti tra Lucini e l’isola, l’omicidio sembrasse opera di cosa nostra. Probabilmente ha intrigato<br />
il suo amante, spingendolo a provare una nuova inebriante esperienza erotica, l’ha legato, con maestria, e<br />
invece di farci l’amore l’ha lasciato morire lentamente. Suo marito le ha fornito l’<strong>al</strong>ibi. Ha fatto sparire ogni<br />
carta, traccia e file riguardante le operazioni illecite. Gli affari milionari sono passati nella mani dei c<strong>al</strong>abresi,<br />
lei è diventata il ponte comasco tra la ’ndrangheta e le casseforti svizzere, coadiuvata, imbroccata e guidata<br />
da suo marito”. Mossi si fermò. Fernanda, gli occhi rossi, il respiro affannoso ma granitica nella sua dignità,<br />
parlò, con una c<strong>al</strong>ma che contrastava con il suo atteggiamento fisico.<br />
“Lei è pazzo. Straparla. Non ha una prova.”<br />
“Sì, è vero, non ho una prova, le mie sono solo deduzioni, ma le troverò in breve. Signora Purito, lei ha gettato<br />
via la sua onestà, la sua dignità e anche la sua intelligenza, per amare un crimin<strong>al</strong>e, diventandolo a sua<br />
volta. Io le offro la possibilità di redimersi, <strong>al</strong>meno con se stessa, confessando ogni cosa, adesso.”<br />
“Se ne vada”, disse con un filo di voce, “lei non ha il diritto di stare qui.”<br />
“Sentito ragazzi?” disse rivolto ai collaboratori. Poi le prese le mani nelle sue,: Fernanda teneva gli occhi bassi<br />
ed era c<strong>al</strong>ma, docile. “La s<strong>al</strong>uto, signora, lei ha perso la testa per un uomo tanto tempo fa…” fece una pausa<br />
di qu<strong>al</strong>che secondo, lei rimase impassibile e immobile. “Ci rivedremo presto”.<br />
Venti giorni dopo Antonino Purito e la sua consorte furono trovati morti nello studio della donna, presso il<br />
qu<strong>al</strong>e lavorava anche lui, uccisi da un colpo di pistola <strong>al</strong>la nuca.<br />
La domenica successiva, nonostante fosse l’ultima di aprile, il tempo era pungentemente fresco e un venticello<br />
nordico tendeva a penetrare nelle ossa. Sebastiano Mossi, legato il cane a un p<strong>al</strong>o della luce nel parcheggio<br />
del cimitero, appoggiò delicatamente una rosa rossa sulla tomba di Fernanda Alessi in Purito, una donna<br />
che aveva, nella propria vita, decisamente ecceduto in amore.<br />
QUEL GRAN BASTARDO DEL COMAVARO<br />
di Cristiana Gazzaniga<br />
Cristiana Gazzaniga è la pimpante nonna di Roby 20, Massi 17, Ari 11, Lolly 7 e l’attempata mamma di Winny,<br />
3 anni, chihuahua.<br />
Era stato ucciso con un grande coltello da cucina, conficcato d<strong>al</strong> dietro.<br />
La lama era entrata diritta <strong>al</strong> <strong>cuore</strong>, e probabilmente lui era stramazzato <strong>al</strong> suolo e subito morto, forse con<br />
un rantolo. A terra il sangue si era <strong>al</strong>largato formando un disegno che sembrava un lago con le rive frastagliate.<br />
La sua camicia scozzese era inzuppata d<strong>al</strong> rosso cupo e anche i pant<strong>al</strong>oni di velluto verde chiaro<br />
erano tutti macchiati. Dove non c’era sangue c’erano macchie di unto, soprattutto sui bordi delle tasche e in<br />
fondo vicino <strong>al</strong>l’orlo. Il coltello, grande, con la lama sporca di sangue ormai secco, aveva il manico avvolto<br />
in una pellicola trasparente, tipo il domopack che si usa in cucina per avvolgere i cibi. Era vicino <strong>al</strong> corpo. In<br />
quella casa tutto sembrava sporco e unto, e in più si avvertiva l’odore aspro e nauseante del sangue e del<br />
morto.<br />
Il carabiniere Ort<strong>al</strong>li guardò attentamente la scena, girò attorno <strong>al</strong> cadavere e sentì qu<strong>al</strong>cosa sotto la scarpa,<br />
si appoggiò <strong>al</strong> muro e cercò di guardare cosa fosse. Sotto la suola di gomma, tipo carrarmato, si era incastrato<br />
qu<strong>al</strong>cosa. Si appoggiò meglio e lo tolse. Era un mezzo sigarillo marrone, la punta piatta, come se dopo<br />
essere stato fumato fosse stato accuratamente schiacciato su di un posacenere, fino a dargli quella forma.<br />
Prese un fazzoletto d<strong>al</strong>la tasca e lo ripose con molta cura. Poi fece sedere quella donna tremante su una seggiola<br />
di ferro bianco da giardino appoggiata <strong>al</strong> muro.<br />
“E lei non ha visto niente? È la donna di servizio vero?”<br />
“Sì… non ho visto niente, quando sono arrivata questa mattina l’ho visto a terra, e tutto quel sangue… ho<br />
aperto il portone e lui era steso vicino <strong>al</strong>la porta del suo studio”, cominciò a singhiozzare e si soffiò rumorosamente<br />
il naso.<br />
“Sta arrivando la polizia per fare i rilievi del caso, la interrogheranno e dovranno prendere le impronte… e lei<br />
dovrà tenersi a disposizione”, disse il carabiniere. “Non vive nessuno con lui?”<br />
“No, la moglie è morta da pochi mesi e loro vivevano soli…il fratello abita in paese ma non si parlano da<br />
anni, da quella volta che si erano picchiati urlando e lui l’aveva spinto fuori d<strong>al</strong> portone con un c<strong>al</strong>cio…ah, la<br />
moglie aveva due figli d<strong>al</strong> primo marito, la figlia ogni tanto veniva a trovarla, ma non si fermava che poche<br />
ore, con lui quasi non parlava.”<br />
Il carabiniere si era seduto facendosi spazio su una cassapanca ricoperta da pile di giorn<strong>al</strong>i, “Il Sole 24ore” e<br />
il “Corriere della Sera”, e scriveva su di un blocco prestampato.<br />
COMAVARO LANDRO<br />
Il giorno dopo i giorn<strong>al</strong>i loc<strong>al</strong>i avevano un grande titolo in neretto, e la sua foto.<br />
“COMAVARO LANDRO – Ricco possidente ucciso nella sua casa.”<br />
L’anziano ottantenne, vedovo da un paio di mesi, viveva assistito da una persona di servizio, una cinquantenne<br />
del posto e secondo molte voci sua amante da sempre, nonostante avesse un marito, un certo Casimiro.<br />
Tutti dicevano: “Ecco il Comavaro e la serva”, e per tutti lei era “la serva”, tanto che non ne ricordavano<br />
più nemmeno il nome. Giravano assieme per il paese, <strong>al</strong> mattino si sedevano <strong>al</strong> bar del centro, il Gipsy, e<br />
mentre lui beveva il solito caffè, lei si mangiava una brioche <strong>al</strong>la crema e la intingeva nel cappuccino.<br />
Comavaro indossava quasi sempre un giaccone di pelle marrone, unto attorno <strong>al</strong> collo, sui polsi e anche<br />
sull’<strong>al</strong>lacciatura. Un giaccone che aveva visto tempi migliori, ma che lui non disdegnava di portare tutti i<br />
giorni dell’autunno e dell’inverno, un anno dopo l’<strong>al</strong>tro. Fra tutti i suoi difetti, infatti, il peggiore era l’avarizia:<br />
non era facile trovare un avaro più avaro di lui!<br />
Ma era anche un uomo violento, con improvvisi scatti di collera… Un giorno, tanti anni prima, aveva picchiato<br />
sua moglie davanti <strong>al</strong>la figlia di lei, Lisa, e <strong>al</strong> nipotino piccolissimo, solo perché aveva comperato delle<br />
patate d<strong>al</strong> fruttivendolo e non <strong>al</strong> consorzio, pagandole qu<strong>al</strong>che lira di più! Era la prima volta che Lisa assisteva<br />
a una scena simile.<br />
“Basta!” aveva gridato. Si era trattenuta ma gli avrebbe volentieri spaccato la testa. “Se avessi un coltello tra<br />
le mani”, aveva pensato.<br />
“Vattene fuori dai coglioni, vattene da casa mia!” aveva gridato il Comavaro e così non si erano più visti per<br />
anni.<br />
Sicuramente anche con la serva il Comavaro <strong>al</strong>zava le mani, perché l’avevano visto una volta, che gridava e<br />
le tirava una sberla. Erano una coppia colorita, lei con i capelli lunghi di un nero corvino, sicuramente fatto in<br />
casa con una tintura comperata <strong>al</strong> supermercato, stopposi e sparsi disordinati sulle sp<strong>al</strong>le, un abbigliamento<br />
messo assieme per caso, con i colori che stridevano. Aveva anche una faccia da paesana, di quelle che vedi<br />
nei piccoli paesi di montagna dell’<strong>al</strong>to lago, con la pelle olivastra sciupata d<strong>al</strong> sole e piena di sottili rughe.<br />
Abbastanza robusta, <strong>al</strong>ta, due grandi seni in mezzo ai qu<strong>al</strong>i il Comavaro chissà quante volte aveva affondato<br />
la faccia, e non solo. Li vedevano assieme anche nelle varie proprietà del vecchio, a volte tagliavano l’erba<br />
e poi si imboscavano nella casa del momento e spesso quando ne uscivano lei era tutta rossa e sudata, la<br />
camicetta sbottonata, con gli occhi strizzati per il sole e l’improvvisa luce, la mano che cercava di sistemare i<br />
capelli neri in disordine.<br />
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