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numero di insegnanti si unì all’organizzazione che in pochi anni, precisamente dal 1957, si trasformò in Movimento di<br />

Cooperazione Educativa ; ora il Movimento aveva un proprio statuto legalmente riconosciuto e un suo Consiglio Direttivo<br />

composto in primisda Giuseppe Tamagnini, Aldo Pettini, Bruno Ciari e Anna Fantini.<br />

Con la costituzione legale del MCE (10-11 febbraio 1957 Firenze) Tamagnini sottolinea l’impegno del Movimento<br />

per lo sviluppo di una didattica cooperativa che si sviluppi di pari passo con la ricerca pedagogica. Ed è proprio in questo<br />

momento che l’educazione acquista valenza esistenziale ; la pedagogia, come disciplina, non è una teoria astratta ma è<br />

strettamente legata alla vita dell’alunno e dell’insegnante, cresce e si evolve nel rispetto della natura dell’individuo e dei<br />

suoi bisogni.<br />

Fu proprio in questo anno che la rivista passò alla casa editrice La Nuova Italia ;<br />

questo fu un passaggio necessario per poter rispondere alla sempre più crescente richiesta, da parte dei lettori, di copie<br />

della rivista.<br />

L’ampliamento quantitativo e qualitativo del MCE consentì a quest’ultimo sia di sperimentare ad ampio raggio le<br />

tecniche di vita e di conseguenza riaffermare la loro validità non solo a livello di scuola elementare, ma anche a livello della<br />

scuola superiore, sia di misurarsi con le diverse e nuove esigenze di coloro che entrando a far parte del Movimento dopo il<br />

1965 faticarono a instaurare rapporti cooperativi con il Consiglio direttivo.<br />

Se da una parte la nascita effettiva del Movimento di Cooperazione Educativa fu una grande conquista, anche<br />

inaspettata, dei pochi che iniziarono questa avventura didattica, d’altra parte numerose furono le difficoltà<br />

incontrate in questo ambito. Infatti una grande organizzazione, basata sulla libera discussione e sulla continua analisi di<br />

ogni esperienza didattica dovrà, inevitabilmente, fare i conti con perplessità e quesiti posti da chi non riusciva ad attuare<br />

pienamente le nuove tecniche ; ciò determinò una serie di fratture interne al movimento, latenti in questo periodo, che<br />

portarono successivamente ad uno scollamento di quest’ultimo.<br />

Analizzando gli ultimi anni di questa fase emerge chiaramente che i rapporti affettivi che costituivano la forza<br />

vitale della CTS e del MCE erano, in qualche modo, prerogativa del gruppo promotore, che successivamente sarà<br />

denominato dei ; l’amicizia, l’affetto e il rispetto totale, se era sempre stato presente tra Giuseppe Tamagnini,<br />

Aldo Pettini, Anna Fantini, Bruno Ciari e tanti altri, non era invece presente tra i aderenti, e ciò fu una delle<br />

cause che determinò l’allontanamento radicale dei tra il 1968 e il 1969.<br />

[1] Laporta Raffaele Sulla cooperazione educativa, in , a. XIII, n.1, gennaio 1964, pp. 27-28.<br />

[2] Alfieri Fiorenzo, Il mestiere di maestro, Milano EMME Edizioni, 1974, p.146.<br />

[3] Tamagnini Giuseppe Carissimi amici, in , a. II, n.12, ottobre 1953, p.1.<br />

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6 . L’utopia politica supera ben presto la pratica didattica<br />

Tra il 1968 e il 1969 i contrasti iniziati nel periodo della si estesero ad un ulteriore ambito<br />

che fu quello politico.<br />

In questi due anni i due gruppi erano rappresentanti di due diversi modi di intendere il ruolo sociale e politico del<br />

Movimento.<br />

Nello statuto legale del MCE del 1957 veniva rivendicato il principio delle secondo il quale il<br />

Movimento non si sarebbe mai schierato con nessun partito politico e non avrebbe mai accettato sovvenzioni provenienti<br />

da sindacati e partiti politici ; tale linea di condotta venne adottata per non incorrere in nessun tipo di strumentalizzazione,<br />

in modo tale che il MCE sarebbe sempre stato libero di operare al rinnovamento democratico della scuola e della società,<br />

con i suoi strumenti, in modo totalmente autonomo e libero.<br />

La vera scuola democratica doveva essere condotta come comunità ; i suoi caratteri distintivi secondo Raffaele<br />

Laporta[1], erano essenzialmente tre : 1) che fosse aperta a tutti ; 2) che riuscisse a mettere in grado ognuno di diventare<br />

elemento funzionale della società e una personalità autonoma ; 3) che fosse in grado di formare personalità autonome e<br />

critiche.<br />

A tali caratteri distintivi si associava inevitabilmente che tale tipo di scuola era la scuola di Stato ; la scuola di Stato<br />

a differenza di quella privata doveva essere di interesse pubblico e non particolaristico, doveva nascere da un dovere<br />

sociale e non da un diritto individuale ; perché essa potesse assolvere al suo compito, dovrebbe essere stata capace di<br />

liberarsi da ogni tipo di autoritarismo e burocratizzazione che avrebbe portato poi all’isolamento dell’insegnante.<br />

Fino al 1968 il MCE interessandosi della società nella sua globalità e parlando di democratizzazione della scuola e<br />

dell’insegnamento assunse un proprio ruolo politico che attirava a sé simpatie, da parte dei partiti politici di sinistra, e<br />

antipatie, da parte dei partiti politici cattolici ; ciò che, però, differenziò il ruolo politico assunto dai e quello<br />

assunto dai fu che il primo accettando la realtà sociale e politica esterna la studiava e la assimilava per poter,<br />

poi, capire quali potenzialità dovessero essere sviluppate nel bambino per poterlo porre in condizioni di, una volta inserito<br />

nella società, contrastarla e viverla criticamente e creativamente, a differenza dei che la rinnegavano e la<br />

combattevano con le sole parole.<br />

Dal 1952 al 1968 educazione e democrazia nella didattica MCE sono stati due termini strettamente correlati tra<br />

loro che interagendo con l’ambiente sociale subiscono un processo continuo di rinnovamento ed evoluzione ; il luogo dove<br />

questi due termini si incontrano e dove avviene il processo di rinnovamento è la scuola, una scuola che, ovviamente, segua<br />

le tecniche Freinet.<br />

L’educazione secondo il MCE è un processo e come tale ha un punto di partenza che è l’educando e una meta che<br />

si esplica nella formazione della coscienza democratica dell’alunno ; partendo da questa idea di educazione si possono<br />

individuare tutti quegli aspetti didattici tramite i quali gli insegnanti MCE, cercano di sviluppare abiti democratici nei loro<br />

alunni.<br />

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