TRIESTINI A QUATTROZAMPE
TRIESTINI A QUATTROZAMPE
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Marcello FRAULINI<br />
Circo<br />
Questi elefanti che dormono in piedi<br />
Sostenuti dai tronchi senza rami,<br />
han radici profonde nella terra.<br />
Ma dove poggerà il nostro destino<br />
campato in aria, chi ci sosterrà<br />
con leggerezza il peso del capo ?<br />
Ormai reclina al soffiare del vento,<br />
poi che la prima foglia s’è staccata<br />
dalla foresta dove più non preghi<br />
quando la sera stende la sua tela<br />
sul circo e i neon violenti e falsi<br />
fanno strage di sogni e larve i visi.<br />
L’avvenire finisce qui la strada<br />
e non vedremo il filo della luna<br />
o un altro giorno. Non salire un fumo<br />
l’azzurro dei pensieri. E tu sepolto.<br />
La pesante giornata ci trattiene<br />
nella stanchezza d’egoismi sordi.<br />
Gli elefanti ora non danzano più.<br />
Stanno perplessi e nessuno ci vede.<br />
Dormono nella foresta sicuri<br />
e il futuro non piega come il tronco;<br />
non s’agita pel vento: è lama corta.<br />
Il nostro invece è filo di trapezio<br />
e chi cammina cade, o funambulo<br />
si regge solo in un passaggio breve.<br />
Poiché siamo nati senza domani,<br />
non beviamo alla fonte l’acqua di oggi<br />
e non spegniamo luci frenetiche.<br />
I leoni smarriti nella gabbia<br />
girano chini annusando l’aria<br />
odor di sabbia e la foresta di occhi<br />
li guarda e suona il tamburo ridicolo.<br />
Chi gode non vede il cielo di canapa,<br />
la tela divide i vivi dai morti<br />
anche qui, dove più nessuno spera.<br />
Da Forme<br />
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