Margherita HACK I miei gatti Quante volte osservando i loro comportamenti, le loro gelosie, riconoscevo le mie stesse reazioni istintive, testimoni della stretta parentela fra uomini e animali, e soprattutto la nostra comune appartenenza all’universo dei mammiferi. Fra i tanti gatti che ho avuto, alcuni hanno lasciato in me un ricordo indelebile per la loro personalità, la loro intelligenza fuori del comune. Il mio primo grande amore a quattro zampe è stato un gattone soriano che ha studiato con me sulle mie ginocchia da quando facevo la seconda media fino al terzo anno di università. Era figlio di Cirilla, a sua volta figlia di una gattina raccolta per strada, che avevo chiamato Ciompa, perché a scuola stavamo studiando la rivolta dei ciompi. La più straordinaria impresa di Cicino fu il furto di un’intera forma di pecorino dalla casa del “federale”, una villetta a schiera separata dalla nostra da altre due villette. Era tempo di guerra, il formaggio, come la pasta, il riso, il pane, lo zucchero, il burro, insomma quasi tutto, era a tessera e quella forma di pecorino era una ricchezza certamente ottenuta al mercato nero. Resta un mistero come Cicino abbia potuto afferrare in bocca quella forma più grossa di lui e saltare ben cinque muretti diversi dei vari giardini fino a depositarla nel nostro. Purtroppo la vicina di casa aveva dato l’allarme e mi toccò a rendere la forma al proprietario. Per consolare Cicino che seguitava a annusare disperatamente la terra dove l’aveva deposta, gli detti tutta la mia razione del formaggio “Roma” come si chiamava l’unico formaggio di guerra disponibile. Una notte del febbraio ’43 Cicino non tornò più dalle sue scorribande notturne; lo chiamai per ore e ore, giorni e giorni. Era il periodo degli amori e i gatti perdono ogni prudenza. Temo che sia finito in pentola; la carne era una rarità e la gente aveva fame. L’ho pianto e rimpianto per molti mesi. Un’altra amica indimenticabile è stata la Checca: una gattina nera di pochi mesi che incontrai a Trieste, in via Montecucco, una stradina che corre lungo il muro del giardino dell’ Osservatorio. Sentivo un miagolio disperato. Corsi fuori a vedere e lei mi corse incontro come se fossi stata la sua mamma gatta. Da allora mi seguiva dappertutto come un cane, giocava e faceva a nascondino con me. E’ morta a 18 anni, era ridotta pelle e ossa, si è spenta con un flebile “mao”. Infine devo ricordare Geppetta, una soriana che avrà avuto meno di un anno quando scelse di venire a dormire nella veranda in giardino della nostra attuale casa di Roiano e che in molti casi ha mostrato un’intelligenza fuori del comune. Presto divenne stabilmente frequentatrice di tutte le stanze della casa, anche se aveva mantenuto tutta la sua libertà, passeggiando per tutte le strade adiacenti. Sapevo quali erano i suoi luoghi preferiti e quando uscivo con il cane la chiamavo e lei arrivava invariabilmente, e faceva la passeggiata con noi. Se ci si allontanava troppo dal suo territorio lanciava un miagolio disperato e poi mi aspettava nascosta sotto qualche macchina in sosta, fino al mio ritorno. Aveva un modo di camminare straordinariamente elegante, sembrava un’indossatrice. 37
Anche lei un giorno non è più tornata . Capii subito che non l’avrei vista più, tanto era abitudinaria e rispettosa degli orari. Il mondo dei gatti è un mondo straordinario, che ci colpisce per la sua varietà, le individualità di ognuna di queste creature, la loro straordinaria bellezza ed eleganza. Dalla prefazione a”Il Gattile e Dintorni” 38
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