TRIESTINI A QUATTROZAMPE
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Umberto SABA<br />
La gatta<br />
La tua gattina è diventata magra.<br />
Altro male non è il suo che d’amore:<br />
male che alle tue cure la consacra.<br />
Non provi un’accorata tenerezza?<br />
Non la senti vibrare<br />
sotto alla tua carezza?<br />
Ai miei occhi è perfetta<br />
come te questa tua selvaggia gatta,<br />
ma come te ragazza<br />
e innamorata, che sempre cercavi,<br />
che senza pace qua e là t’aggiravi,<br />
che tutti dicevano: “E’ pazza”.<br />
È come te ragazza.<br />
Il maiale<br />
La broda, fior di sudiciume è pura<br />
Solo quanto il tuo istinto n’è affamato;<br />
strilla come il bambino sculacciato,<br />
se allontani da lui la sua lordura.<br />
Certo per lui grande ventura è quello<br />
che per me, per un mio pensiero, è strazio:<br />
che non si chieda perché lo vuol bello<br />
di pinguedine, e il più pasciuto e sazio,<br />
la massaia che scaccia il poverello;<br />
ch’egli, come ogni vita, ignori a cosa<br />
poi gioverà quando sarà perfetto.<br />
Ma io, se riguardar in lui mi metto,<br />
io sento nelle sue carni il coltello,<br />
sento quell’urlo, quella spaventosa<br />
querela, quando al gruppo un cane abbaia,<br />
e la massaia ride dalla soglia.<br />
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