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1 Il Gazzettino 23/07/2005 Via IV novembre, chiusa la ferita ... - Ciceti

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pa<strong>la</strong>zzi vicini (avvocati Cesare Vanzetti e Riccardo Borsari) hanno sostenuto l'esatto contrario. <strong>Il</strong> pm Prato<br />

aveva chiesto l'archiviazione del procedimento aperto per disastro colposo nei confronti dell'ingegnere Elvio<br />

Novellini, 53 anni di Cesena, direttore delle opere; il capocantiere Roberto <strong>Via</strong>nelli, 53, di Spinea;<br />

l'architetto-progettista Stefano Lovato, 42, di Vil<strong>la</strong>franca Padovana; il legale rappresentante del<strong>la</strong> divisione<br />

parcheggi Trevi, l'architetto Antonio Arienti di Cesena; e i dirigenti Marco Bertero, 64 anni di Forlì e<br />

Giovanni Pagotto, 51, di Cervia. <strong>Il</strong> gip aveva bocciato <strong>la</strong> richiesta.<br />

<strong>Il</strong> <strong>Gazzettino</strong> 27/12/2002 ↓ ↑ =<br />

«<strong>Il</strong> nostro secondo 25 dicembre da terremotati»<br />

VIA <strong>IV</strong> NOVEMBRE Vanda e Vittorio Poli da due anni sono "sfol<strong>la</strong>ti" per il cedimento del<strong>la</strong> pa<strong>la</strong>zzina in<br />

cui vivevano, causato dal cantiere per il park sotterraneo Non sono neppure andati a prendere il presepe<br />

nell'edificio perico<strong>la</strong>nte perch&<br />

«Statuette e capannina sono ancora al loro posto, a casa mia. Come l'anno scorso non andrò a prenderli per<br />

fare il presepio perchè tornare in quel<strong>la</strong> casa mi farebbe troppa tristezza». A par<strong>la</strong>re è Vanda Poli che, con il<br />

marito Vittorio, vive dal 20 febbraio 2001 tra quattro mura che non sono le sue. La coppia, non più giovane,<br />

fa parte dei "terremotati di casa nostra", le sette famiglie di via <strong>IV</strong> Novembre che, per il secondo anno<br />

consecutivo, si apprestano a trascorrere il Natale in abitazioni prese in affitto. Da quando, in una sera<br />

d'inverno, a causa dei <strong>la</strong>vori per <strong>la</strong> costruzione di un parcheggio sotterraneo firmato "Trevi Park", il terreno<br />

cedette sotto il civico numero 9 di via Novembre: ventuno famiglie furono costrette a sfol<strong>la</strong>re. Quattordici,<br />

delle scale B e C, vi fecero ritorno dopo i controlli di rito. Per i sette nuclei familiari dell'a<strong>la</strong> A il permesso di<br />

riprendere possesso dei propri appartamenti non arrivò mai. Un'altalena di speranze e delusioni, promesse e<br />

marce indietro, che ha finito per logorare i nervi, avvilire, rattristare. Ora <strong>la</strong> rabbia si è mesco<strong>la</strong>ta al<strong>la</strong><br />

rassegnazione. «Ricomincerò a fare il presepe quando sarò di nuovo a casa mia anche se, a questo punto,<br />

non so quando verrà quel giorno. Se un tempo mio marito ed io abbiamo vissuto l'angoscia di non sapere<br />

cosa ci avrebbe riservato il domani - osserva <strong>la</strong> signora Poli - ora viviamo <strong>la</strong> deso<strong>la</strong>zione di aver capito che i<br />

tempi del<strong>la</strong> giustizia non sono quelli di due persone anziane che una sera sono state buttate fuori dal<strong>la</strong> loro<br />

casa e che ancora non sanno quando questa tragedia finirà. Ogni tanto incontro qualcuno che mi chiede<br />

notizie e si stupisce nel sapere che siamo ancora in questa condizione'. E sì che nei mesi successivi a quel 20<br />

febbraio le promesse da parte del Comune sono state molte, alcune reiterate anche di fronte alle telecamere<br />

di "Mi manda Raitre" e de "Le iene". A conti fatti, senza alcun risultato concreto. «Purtroppo questa è <strong>la</strong><br />

nostra realtà, il secondo 25 dicembre che viviamo da sfol<strong>la</strong>ti in un appartamento arredato, lontani dal nostro<br />

quartiere, i nostri amici, <strong>la</strong> parrocchia e i luoghi dove abbiamo trascorso tutta <strong>la</strong> vita. L'ho detto - conclude<br />

Vanda Poli - e lo ripeto: ogni giorno passato lontano dal<strong>la</strong> propria casa è un giorno che nessuno ti ridarà<br />

indietro». E chissà che serva di memento a chi ha l'autorità per prendere una decisione, finalmente<br />

definitiva. Anche se al regalo di Natale gli sfol<strong>la</strong>ti di via <strong>IV</strong> Novembre non ci credono quasi più.<br />

Federica Cappel<strong>la</strong>to<br />

<strong>Il</strong> <strong>Gazzettino</strong> 20/12/2002 ↓ ↑ =<br />

«No al grande autosilos di cinque piani» Gli abitanti di Porta Livia si mobilitano<br />

PONTECORVO<br />

Respinta l'ipotesi a cinque piani, l'ultima versione del progetto-autosilos in piazzale Pontecorvo, o presunta<br />

tale, che sta girando. Ed è giunta tra le mani dei residenti e dei cittadini dell'associazione Porta Liviana, che<br />

non riescono a trattenere <strong>la</strong> rabbia. «Ci è stata data da un informatore che vuole restare anonimo, ma che<br />

assicura trattarsi di progetto esecutivo - dicono al<strong>la</strong>rmati - Vogliamo farci sentire, non ce <strong>la</strong> facciamo più a<br />

essere esclusi da ciò che riguarda innanzitutto noi». <strong>Il</strong> piano, se fosse confermato, prevederebbe non più lo<br />

sviluppo verticale su cinque piani, ma una maggiore estensione in piano. «L'area sarebbe doppia, - dice Pino<br />

Fidora - con circa 250 posti-auto su due piani, più strutture pensili con cui si arriverebbe a una capienza di<br />

oltre 500 auto». «A 300 metri da qui c'è il l'autosilos Busonera, che dovrebbe aver soddisfatto l'interesse<br />

pubblico - nota Wanda Mazza, docente - ma, evidentemente, ci sono precise mire economiche». Tra i punti<br />

da ricordare al<strong>la</strong> Giunta, ripetono gli abitanti, l'inquinamento che soffocherebbe un'area già tra le più colpite;<br />

il ruolo del<strong>la</strong> falda acquifera per <strong>la</strong> stabilità, con lo spettro di via <strong>IV</strong> Novembre; il valore storico del sito e,<br />

come indicato dall'architetto Adriano Verdi del comitato Mura, <strong>la</strong> presenza di strutture sotterranee e<br />

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