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investimenti sull’energia per la competitività, lotta ai monopoli e sblocco immediato delle
somme per le opere pubbliche (in Sicilia i crediti vantati dalle sole imprese edili nei confronti
della pubblica amministrazione sarebbero pari a 1,5 miliardi di euro) ed inoltre un accordo
tra le parti, organizzazioni sindacali e datoriali, per la formulazione di proposte in tema di
mercato del lavoro.
Ci vorrebbe però coraggio, il coraggio che dimostrarono gli italiani alla fine della seconda
guerra mondiale. In questo difficilissimo momento socio-economico ci pare utile evocare la
“tensione” emotiva e fattiva che dimostrò l’Italia di allora.
Tra i tanti, occorre ricordare l’esempio che dette il Capo provvisorio dello Stato Enrico De
Nicola che in un momento di particolare gravità per la vita politica nazionale fu il Presidente
dell’unanimità, il Presidente che “sventolò“ la bandiera intorno a cui si raccolsero tutti gli
sforzi di rinascita della Nazione.
Durante i suoi due anni di governo fu un Capo di Stato eccezionale e manifestò nell’espletamento
della sua carica gli stessi principi di semplicità che da sempre avevano regolato la
sua vita sobria. Fu un uomo politico con il culto ed il gusto della delicatezza, quella specie
di pudore e di contenutezza di sentimenti esternate nelle relazioni con i propri simili.
Vuol dire il buon gusto di vivere e di governare senza sottolineare se stesso, senza dar gomitate,
cedendo il passo piuttosto che accettare la precedenza. Vuol dire, soprattutto, senso
e rispetto della dignità, della sensibilità, dei dolori e delle debolezze degli altri.
Decalogo questo, spesso, dimenticato dagli uomini che oggi si agitano sul palcoscenico istituzionale
dello Stato.
Ecco, l’Italia nei suoi ranghi istituzionali e nella Pubblica Amministrazione ha assoluto bisogno
di uomini e donne di grande “levatura” e “sobrietà”, affinché gli italiani possano “marciare
divisi ma affrontare uniti le difficoltà”.
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Viva l’Italia !
Viva la CISL!