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Scarica la relazione della segreteria - Cisl Palermo

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dall’incertezza dei tempi di accertamento, soprattutto se i reati riguardano l’attività del<strong>la</strong><br />

pubblica amministrazione e <strong>la</strong> gestione imprenditoriale. Quest’incertezza, al pari di quel<strong>la</strong> del<br />

processo civile, scoraggia gli investimenti e quindi frena <strong>la</strong> competitività del paese”.<br />

In Italia gli altri “numeri“ che non si possono ignorare sono quelli del<strong>la</strong> pressione fiscale; sulle<br />

imprese grava una tassazione totale intorno al 68,6% contro il 46,8% del<strong>la</strong> Germania, il 35,5%<br />

del Regno Unito, il 65% del<strong>la</strong> Francia, il 38,7% del<strong>la</strong> Spagna.<br />

Non v’è da meravigliarsi che in questa situazione da un paio di anni vi sia <strong>la</strong> corsa al “dumping<br />

fiscale” nell’ambito del<strong>la</strong> stessa U.E.: tra i ventisette Paesi del<strong>la</strong> U.E. <strong>la</strong> tassazione più<br />

conveniente è a Cipro (che paradossalmente ha chiesto soccorso finanziario al<strong>la</strong> stessa U.E.)<br />

al 10%, seguita dall’Ir<strong>la</strong>nda al 12,5%, dal Lussemburgo al 21% e dall’’Inghilterra al 24%.<br />

In Italia il cuneo fiscale - includendo le tasse locali - raggiunge il 53,5% del costo del <strong>la</strong>voro<br />

contro una media Ocse del 35,4%.<br />

La conseguenza è che <strong>la</strong> quota italiana di produzione mondiale arretra dal 4,5% al 3,3% e il<br />

settore manifatturiero perde il 22% di produzione rispetto ai picchi pre-crisi.<br />

L’ultimo bollettino economico del<strong>la</strong> Banca d’Italia nel confermare il declino dei consumi e<br />

del<strong>la</strong> produzione, sembra implicitamente avvalorare l’ipotesi di una correzione dei conti<br />

pubblici a giugno di circa 7 miliardi. Importo forse sottostimato perché non considera <strong>la</strong> ”Cig<br />

in deroga“ re<strong>la</strong>tivamente al<strong>la</strong> quale, molto verosimilmente, saranno necessari stanziamenti<br />

aggiuntivi, in miliardi, a doppia cifra. E poi c’è ancora l’impegno a mantenere il pareggio di<br />

bi<strong>la</strong>ncio che potrà realizzarsi, secondo autorevoli previsioni, solo con una crescita di almeno<br />

il 2,5%.<br />

La evidente incompatibilità di questi blocchi di numeri può elidersi a condizione che si agisca<br />

su due fronti: un serio contrasto all’evasione fiscale ed una riduzione del<strong>la</strong> spesa pubblica<br />

improduttiva. Ovviamente occorre una “intelligente“ attività di lotta all’evasione fiscale. La<br />

Guardia di Finanza nel 2011 ha scovato ottomi<strong>la</strong> evasori totali, un dato estremamente<br />

positivo. Purtroppo nello stesso anno <strong>la</strong> commissione tributaria di primo grado ha dato ragione<br />

al contribuente in 86.312 cause, riconoscendo che in altre 25.154 cause le contestazioni<br />

mosse erano parzialmente illegittime; in secondo grado 24.715 contestazioni sono<br />

state completamente in favore del contribuente e 4.480 sono state giudicate parzialmente<br />

illegittime.<br />

In Italia è questa l’unica manovra che si può e si deve realizzare, perché solo così è possibile<br />

conciliare <strong>la</strong> riduzione del<strong>la</strong> pressione fiscale con le poste del<strong>la</strong> finanza pubblica già impegnate.<br />

Una riduzione fiscale che presenta margini di manovra ristretti e che deve essere avviata<br />

contestualmente al<strong>la</strong> riforma del catasto per ridurre <strong>la</strong> differenza tra valori catastali e<br />

valori di mercato e rendere così l’IMU una effettiva imposta reale, in attesa di una sua riconsiderazione<br />

che si ritiene indispensabile per una equa proporzionalità del<strong>la</strong> stessa al reddito<br />

del contribuente.<br />

Una crisi economica così devastante impone l’adozione di urgenti provvedimenti di politica<br />

economica per convincere le imprese che si è cambiato il regime di governo dell’economia:<br />

ridimensionamento degli oneri sociali, dell’IRAP ed infine delle imposte sul reddito<br />

e sul patrimonio (IRPEF e IMU). Si avrebbe un immediato riflesso sul PIL con l’aumento del<br />

potere d’acquisto delle famiglie e <strong>la</strong> competitività dei prodotti, con <strong>la</strong> riduzione del costo del

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