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e - Cesavo

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Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: ”Poste Italiane S.p.A.- Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 2, Direzione Commerciale Business Savona”<br />

AVVISO: in caso di mancato recapito, rinviare al mittente <strong>Cesavo</strong>, Via Nizza 10A, 17100 Savona, che si impegna a versare le tasse relative<br />

anno 8 - numero 2 - maggio 2009<br />

Periodico di informazione del cesavo - centro savonese di servizi Per il volontariato<br />

via nizza 10a 17100 savona tel. 019 264709 fax. 019 264714 numero verde: 800462325<br />

mensile. reg.n:545/2003 tribunale di savona direttore resPonsabile: enrica brocardo<br />

siamo tutti<br />

volontari...


2<br />

Anno 8 - numero 2 - mAggio 2009<br />

In questo numero<br />

4 20<br />

Il tema del mese<br />

pag. 4 Rapporti tra volontari e associazione<br />

pag. 5 Posso fare il volontario?<br />

pag. 5 Il volontariato “civile”<br />

pag. 5 VSO e TimeBank: il reperimento<br />

volontari in Inghilterra<br />

pag. 6 Reperimento, valorizzazione e<br />

motivazione dei volontari<br />

pag. 8 Motivare formando<br />

pag. 10 La Protezione Civile, l’esperienza del<br />

terremoto in Abruzzo<br />

pag. 12 A.A.A. volontari cercasi<br />

pag. 17 Il volontariato è anche parte del<br />

nostro futuro<br />

pag. 18 Dieci buoni motivi per arruolarsi nel<br />

volontariato<br />

<strong>Cesavo</strong>, via Nizza 10a, 17100 savona; Tel: 019 264709; Fax: 019 264714; Numero verde Provinciale: 800462325; e-mail: info@cesavo.it<br />

Il ha ottenuto<br />

la Certificazione di<br />

Qualità ISO 9001:2000<br />

DIrettOre:<br />

Anna Maria Camposeragna<br />

E-mail: anna@cesavo.it<br />

COnSulenza legale e ammInIStratIva:<br />

Dina Ghezzi, Tiziana Orlando<br />

E-mail: consulenzalegale@cesavo.it<br />

COnSulenza CSv meDIa e ServIzIO CIvIle:<br />

Davide Pesce<br />

E-mail: davide@cesavo.it<br />

COnSulenza lOgIStICa e InfOrmatICa:<br />

Milo Folenghi<br />

E-mail: milo@cesavo.it<br />

COnSulenza prOgettazIOne e rICerCa:<br />

Luca Buffa<br />

E-mail: luca@cesavo.it<br />

COnSulenza prOgettI COn le SCuOle<br />

e fOrmazIOne DIretta:<br />

Viviana Marconi<br />

E-mail: viviana@cesavo.it<br />

Self Service<br />

Le associazioni che desiderano inviare<br />

materiale al giornale o dare visibilità alle loro<br />

attività possono contattare Davide Pesce:<br />

davide@cesavo.it<br />

Csv media<br />

26<br />

29<br />

ufficio Stampa<br />

Le associazioni che desiderano comunicare<br />

le loro iniziative, appuntamenti, progetti a:<br />

quotidiani locali e nazionali, radio locali e<br />

nazionali, riviste di settore e settimanali,<br />

televisioni locali, siti internet possono<br />

contattare Davide Pesce: davide@cesavo.it<br />

radiovolontariato<br />

È la trasmissione radio settimanale del <strong>Cesavo</strong>,<br />

in onda tutti i giovedì in diretta alle 11:00<br />

su Radio Savona Sound. Per partecipare è<br />

necessario prendere appuntamento in tempo<br />

utile contattando Davide Pesce:<br />

davide@cesavo.it<br />

grafica<br />

In collaborazione con il centro le associazioni<br />

possono realizzare manifesti, locandine, loghi<br />

e altri strumenti di comunicazione. È possibile<br />

richiedere il supporto di Elisa Morielli, tenendo<br />

conto di un margine di tempo utile in base alla<br />

tipologia del lavoro da realizzare:<br />

elisa@cesavo.it<br />

facebook<br />

Abbiamo attivato uno spazio dedicato al <strong>Cesavo</strong><br />

su Facebook, la famosa rete sociale che conta<br />

attualmente più di 100 milioni di utenti in tutto<br />

il mondo. Iscrivendosi su www.facebook.com<br />

e aderendo al gruppo <strong>Cesavo</strong> sarà possibile<br />

ricevere informazioni su tutti gli eventi<br />

I volontarI raccontano<br />

pag. 20 La mia esperienza al <strong>Cesavo</strong><br />

Cristina Bozzo<br />

Alessandro Gozzi - Patrizia Cupis<br />

pag. 22 Il mio servizio civile nel Centro<br />

Pastorale di Mwylanvia 1<br />

pag. 25 La testimonianza di Paolo<br />

novItà e approfondImentI<br />

pag. 26 Novità per le pubbliche amministrazioni<br />

pag. 27 “Volontario, io? Io, volontario!”<br />

pag. 28 Adempimenti assicurativi a favore dei soci<br />

spazIo assocIazIonI<br />

pag. 29 Metodo di lettura e scrittura per non vedenti<br />

pag. 30 Fondazione “Color your life”<br />

pag. 31 Casa Graziano Mori<br />

organizzati dal Centro, partecipare a discussioni<br />

o inviare i propri commenti. Il gruppo è aperto,<br />

chiunque può iscriversi o invitare altri a farlo.<br />

www.cesavo.it<br />

La pagina di apertura del sito www.cesavo.it<br />

può ospitare iniziative o comunicati stampa a<br />

breve scadenza che per ragioni di tempo non<br />

possono trovare spazio sul mensile Self Service.<br />

Per inviare il materiale: elisa@cesavo.it<br />

newsletter<br />

Breve notiziario online a scadenza settimanale,<br />

ideata per creare un canale di comunicazione<br />

costante con e tra le associazioni; funge da<br />

agenda e aggiornamento sul volontariato<br />

locale, affiancandosi al mensile Self Service.<br />

Per inviare il comunicato: danila@cesavo.it<br />

Sportello del gabbiano<br />

Per promuovere attivamente la cultura della<br />

solidarietà sul territorio, si può usufruire<br />

dello spazio promozionale presso il centro<br />

commerciale “il Gabbiano” a Savona.<br />

Per informazioni: erika@cesavo.it<br />

videovolontariato<br />

Fornisce servizi di comunicazione audiovisiva:<br />

video di presentazione, video formativi,<br />

documentari, report, spot, reportage/inchieste.<br />

Per maggiori informazioni: davide@cesavo.it


Q<br />

uesto numero di Self Service è dedicato a tutti coloro che almeno una<br />

volta nella vita hanno pensato di fare il volontario. Con un po’ di presunzione<br />

speriamo di sollecitare quel pensiero durante la lettura di<br />

queste pagine.<br />

Questa è la parte facile, quella più difficile consiste nel sostenere quel pensiero,<br />

dargli vigore e determinazione.<br />

Con Enrique Balbontin, nel 2004 abbiamo reso pubblica la richiesta di volontari; il<br />

suo volto scanzonato e la sua popolarità hanno scalfito barriere di indifferenza e<br />

pregiudizi; da qualche varco qui e là sono entrati i ragazzi del servizio civile e chi ha<br />

voluto andare oltre la donazione in denaro, ma qualcosa impedisce ancora a molte<br />

persone di farsi avanti.<br />

Quando, in occasione di Volonteurope 2005 andammo al seminario di Honey<br />

Nashman, docente e ricercatrice della Washington University, ci colpirono per la<br />

loro semplicità i risultati della ricerca che aveva condotto nelle università statunitensi<br />

per capire quali fossero le motivazioni delle persone a non fare volontariato.<br />

Le risposte alla domanda “perché non fai il volontario?” erano disarmanti: nessuno<br />

me l’ha chiesto, non ho sufficienti informazioni al riguardo, non posso per problemi<br />

familiari, non ho tempo, non mi interessa.<br />

Con la ricerca, abbiamo verificato sul nostro territorio sia la difficoltà di ricerca di<br />

nuovi volontari da parte delle associazioni che l’assoluta corrispondenza delle motivazioni<br />

delle persone a non fare volontariato a quelle riscontrate dalla Nashman.<br />

La decisione di realizzare un numero monografico sulla ricerca volontari è nata dal<br />

bisogno di fornire un primo strumento informativo che vuole colmare quel vuoto imbarazzante<br />

che lasciano affermazioni come “nessuno me l’ha chiesto, non ho sufficienti<br />

informazioni al riguardo”.<br />

E nato così un numero speciale in cui storie e persone si raccontano in un mosaico<br />

di informazioni e suggestioni molto fedele a ciò che sta accadendo al <strong>Cesavo</strong> negli<br />

ultimi mesi.<br />

Dallo scorso Natale, infatti molte persone scrivono, telefonano o vengono direttamente<br />

al <strong>Cesavo</strong> chiedendo come e dove possono fare volontariato, alcuni sono<br />

molto confusi, altri hanno le idee talmente chiare e precise che non sempre collimano<br />

con le necessità delle associazioni sul territorio, altri ancora sono disponibili a<br />

incontrare le associazioni che potrebbero corrispondere alle aspettative.<br />

Spesso chi si offre come volontario vuol fare tutto eccetto che il proprio lavoro, mentre<br />

le associazioni hanno bisogno di persone che possano mettere a disposizione<br />

proprio specifiche competenze lavorative.<br />

In queste pagine troverete richieste precise, altre generiche, racconti esemplari e<br />

storie molto semplici, ma se sfogliandole vi sovviene quel pensiero di cui si diceva<br />

all’inizio non abbandonatelo.<br />

Vi aspettiamo.<br />

Anna Maria Camposeragna<br />

L’immagine della campagna 2004<br />

per la ricerca volontari<br />

La redazione<br />

Direttore responsabile<br />

Enrica Brocardo<br />

Direttore eDitoriale<br />

Anna M. Camposeragna: anna@cesavo.it<br />

reDazione<br />

Davide Pesce: davide@cesavo.it<br />

Danila Demeglio: danila@cesavo.it<br />

Viviana Marconi: viviana@cesavo.it<br />

Elisa Morielli: elisa@cesavo.it<br />

Tiziana Orlando: tiziana@cesavo.it<br />

Hanno collaborato<br />

Lorenzo Arrigoni, Nicolò Arrigoni, Cristina<br />

Bozzo, Luca Buffa, Franco Costantino,<br />

Patrizia Cupis, Erika Ferro, Pietro Gollo,<br />

Alessandro Gozzi, Giulia Marsigli,<br />

Maurizio Raineri, Marita Zanella<br />

e le associazioni che hanno inviato la<br />

scheda per la ricerca volontari<br />

impaginazione grafica<br />

Elisa Morielli: elisa@cesavo.it<br />

art Director<br />

Massimiliano Buttazzo<br />

prestampa e stampa su carta riciclata al 100%<br />

Stamperia scrl Parma<br />

Periodico mensile registrato presso il tribunale di<br />

Savona n. 545 del 9 dicembre 2003 POSTE ITALIANE<br />

Spedizione in A.P.: art. 2 comma 20<br />

lettera C Legge 662/96<br />

Direzione CommerCiale Business savona (sv)<br />

TASSA PAGATA<br />

editoriale<br />

3


4<br />

il tema del mese<br />

rapporti tra volontari e assoCiazione<br />

L’importanza di definire il ruolo delle “nuove forze”<br />

I<br />

volontari sono l’essenza stessa di un’organizzazione<br />

di volontariato: senza di loro l’associazione<br />

esisterebbe solo sulla carta.<br />

Donano tempo per finalità di interesse comune<br />

ed altruistico e ne ottengono una soddisfazione<br />

puramente personale, nel loro agire volontario, spontaneo e<br />

gratuito, producono ricchezza per l’utente e per la comunità.<br />

Svolgere attività di volontariato è significativo quindi per se<br />

stessi, per l’organizzazione nella quale si opera e per la comunità<br />

in cui questa è attiva.<br />

La distinzione tra fare volontariato ed essere un volontario non<br />

è un puro esercizio mentale per addetti ai lavori, ma ci pone<br />

su piani diversi; in particolare il secondo ci permette di introdurre<br />

alcune riflessioni che devono essere ben chiare anche e<br />

soprattutto alle associazioni che si preparano alla ricerca di<br />

nuovi volontari.<br />

Infatti, come spesso accade per la raccolta fondi, anche la ricerca<br />

volontari non è un’attività che può essere improvvisata e<br />

fatta in maniera sporadica, pensando magari che qualche manifesto<br />

o che qualche annuncio ci possano bastare. Essa deve<br />

essere basata su un programma che necessita alcune analisi<br />

prima di essere avviato.<br />

Una delle prime domande è il chiedersi perchè si cercano volontari:<br />

sicuramente all’interno di una stessa associazione se<br />

questa domanda fosse posta a 10 tra volontari attivi e amministratori<br />

ne otterremmo 10 risposte diverse. In primo luogo<br />

quindi, l’associazione deve definire meglio a se stessa la propria<br />

mission e identificare solo successivamente la reale esigenza<br />

di nuovi volontari e il ruolo che questi sarebbero tenuti a<br />

coprire. In caso contrario il rischio è farsi trovare impreparati<br />

e perdere le persone che si erano avvicinate all’associazione<br />

perché non si era ben identificata la reale possibilità di “adoperarli”<br />

e renderli attivi, facendo nascere in loro la sensazione<br />

Tiziana orlando<br />

di essere inutili o di trovarsi all’interno di “un’organizzazione<br />

disorganizzata”. Pensiamo ad esempio alle associazioni che<br />

ricoprono un ruolo di advocacy, cioè rappresentano istanze, e<br />

confrontiamole alle associazioni operative, dove il fare prevale<br />

sul dire. Se entrambe le associazioni dichiarassero ad esempio<br />

che si occupano di donne maltrattate, nella prima probabilmente<br />

emergerebbe una sensibilità che privilegia un modo<br />

di agire teso alla creazione di migliori condizioni generali a<br />

favore di queste persone, con azioni soprattutto di studio, di<br />

sensibilizzazione e di denuncia. Nella seconda, ferma restando<br />

la stessa mission, si svilupperebbero prevalentemente attività<br />

in risposta ad un emergenza, magari tramite case di accoglienza,<br />

centri di ascolto e di supporto. Con questi due casi è facile<br />

capire come una ricerca di volontari parta si da un punto comune,<br />

ma poi assuma significati diversi quanto diverse saranno le<br />

esigenze interne all’associazione.<br />

Parimenti consigliamo inoltre una attenzione particolare ai<br />

rapporti che l’associazione instaura con i nuovi soci: per le nostre<br />

organizzazioni di volontariato risulta importante instaurare<br />

fin da subito una corretta relazione che non può prescindere<br />

dalla conoscenza della normativa sul volontariato e dalla<br />

lettura e condivisione dello statuto dell’associazione a cui si<br />

intende aderire.<br />

In particolare la legge 266/91 (scaricabile dal sito cesavo.it)<br />

ci chiarisce cosa si intende per attività di volontariato: è una<br />

prestazione personale spontanea e gratuita, esercitata tramite<br />

un’organizzazione di appartenenza, senza fine di lucro ed<br />

esclusivamente per fini di solidarietà. L’essere un volontario<br />

non permette retribuzione sia da parte dell’organizzazione<br />

stessa sia da parte del beneficiario; in particolare rende incompatibile<br />

rapporti lavorativi subordinati, autonomi e di<br />

contenuto patrimoniale con l’associazione stessa.<br />

Così come la legge ha chiaramente disegnato la figura del volontario,<br />

così chiarisce cosa si intende per organizzazione di<br />

volontariato: è un organismo costituito per svolgere le attività<br />

e raggiungere le proprie finalità avvalendosi prevalentemente<br />

delle attività dei volontari stessi.<br />

Nell’Atto costitutivo e nello statuto l’associazione deve prevedere<br />

i principi di democraticità della struttura, elettività e<br />

gratuità delle cariche, gratuità delle prestazioni degli associati,<br />

i loro diritti e i doveri, i criteri di ammissione ed esclusione<br />

oltre che tutti gli altri principi richiesti dalla legge sul<br />

volontariato. Questo significa che il nuovo socio non deve solo<br />

condividere la mission dell’associazione ma anche condividere<br />

ed accettare le regole che questa si è data. Nel contempo l’organizzazione<br />

non deve dimenticare di comunicare ai nuovi soci<br />

tutti questi aspetti.


posso fare il volontario...?<br />

“V<br />

orrei fare volontariato… mi può aiutare?”<br />

Questa è la domanda più frequente che viene rivolta<br />

da chi viene al <strong>Cesavo</strong> per avere informazioni, indirizzi<br />

e indicazioni concrete. A nostra volta rispondiamo<br />

con alcune domande che vertono sull’interesse che la persona può<br />

avere, verso chi vorrebbe rendersi utile, la zona dove vorrebbe<br />

svolgere l’attività di volontariato e quanto altro permetta di capire<br />

le esigenze di chi abbiamo di fronte.<br />

Il primo compito della segreteria del <strong>Cesavo</strong> si limita a questo: capire<br />

le attitudini del potenziale volontario per indirizzarlo non solo<br />

verso una attività ma anche verso le specifiche associazioni.<br />

Il passo successivo spetta al singolo che prenderà contatto con<br />

i referenti individuati. Ciò che si evidenzia è che il desiderio<br />

espresso dal privato è di fare volontariato per rendersi utile, senza<br />

un’idea precisa di ciò che in realtà significhi far parte del mondo<br />

dell’associazionismo; solo a seguito della breve “intervista” svolta<br />

di prassi al <strong>Cesavo</strong>, l’attenzione si sposta sull’organizzazione con<br />

cui poter collaborare.<br />

Per poter migliorare il servizio da noi offerto alla cittadinanza e<br />

ai potenziali volontari occorre avere una fotografia dell’esigenza<br />

delle associazioni e non solo la conoscenza della mission istituzionale<br />

o di un elenco di indirizzi e referenti. A questo proposito sarebbe<br />

utile che le Nostre associazioni si raccontassero esponendo<br />

le loro esigenze e le attività in corso di svolgimento.<br />

Con tutti questi strumenti a disposizione diventerebbe più “semplice”<br />

rendere concreta l’idea a volte un po’ vaga di chi si affaccia<br />

per la prima volta verso il mondo del volontariato, rendendo completo<br />

il nostro intervento che poi di fatto si tradurrebbe sempre in<br />

un miglior servizio di promozione per le associazioni.<br />

il volontariato “Civile”<br />

Tiziana orlando<br />

P<br />

otremmo definirla la forma primitiva di volontariato,<br />

primitiva perché spontanea e non organizzata. Nasce<br />

da uno slancio ideale personale nel momento in cui ci<br />

si rende disponibili verso qualcuno o qualcosa. Spesso<br />

è un essere aperti ad un lavoro che è prima di tutto<br />

dono disinteressato di sé, perché dobbiamo risolvere un problema che<br />

ci tocca da vicino e verso cui proviamo un interesse o una sensibilità<br />

particolare, ma che un po’ alla volta si trasforma in disponibilità costante<br />

e abituale, quasi una quotidiana operatività.<br />

Fà del volontariato chi aiuta spontaneamente e gratuitamente il vicino<br />

di casa solo e magari troppo anziano che non può uscire a fare la<br />

spesa tutti i giorni, ma anche chi in maniera meno solitaria si riunisce<br />

in un comitato spontaneo per occuparsi in prima persona di un piccolo<br />

giardino pubblico dove i bambini possono giocare. Per fortuna succede<br />

anche qui da noi, nei paesi anglosassoni invece è un modo normale<br />

di rendersi utile a cui possiamo attribuire appunto la definizione di<br />

“volontariato civile”.<br />

vso e timeBank: il reperimento volontari in inghilterra<br />

sh aring sk ills<br />

Changing lives<br />

www.vso.org.uk<br />

TimeBank<br />

erika Ferro<br />

vso (voluntary service overseas) è un’organizzazione internazionale che combatte la povertà e<br />

lavora attraverso i volontari; non invia cibo o denaro ma si occupa di reclutare costantemente<br />

donne e uomini che desiderano “fare la differenza” in questa lotta e condividere con altri il proprio<br />

sapere e le proprie capacità e ottenere insieme qualche cambiamento. Dal 1958 vso ha inviato<br />

circa 30,000 volontari in africa, asia e est europa e attualmente 1500 persone stanno lavorando<br />

in queste zone; ha partner in Canada, Kenya, olanda, Filippine, India e Irlanda che reclutano<br />

volontari in tutto il mondo. Le attività che vso propone sono molteplici e comprendono numerosi<br />

settori di intervento, non solo nei paesi in cui l’organizzazione opera ma anche in Inghilterra. sul<br />

sito www.vso.org.uk è possibile trovare informazioni dettagliate, conoscere come opera vso, le<br />

opportunità che crea per volontari dai 18 a 75 anni e i servizi che offre alla comunità.<br />

TimeBank (www.timebank.org.uk) fornisce un vero e proprio “orientamento” per aspiranti<br />

volontari, trasformando i loro interessi e passioni in azione. Fino ad oggi ha attirato più di<br />

220,000 persone nel mondo del volontariato, mettendo in contatto persone e organizzazioni fra<br />

loro, esaltando l’importanza del volontariato in una società “in salute” e gli effetti positivi che<br />

può avere sulle vite dei volontari. TimeBank aiuta le persone a trovare le giuste opportunità e<br />

le associazioni di volontariato a creare e promuovere innovative campagne per la ricerca dei<br />

volontari.<br />

5


6<br />

il tema del mese<br />

reperimento, valorizzazione e motivazione dei volontari<br />

I risultati della ricerca censimento<br />

I<br />

l reperimento di risorse umane è da anni un<br />

nodo critico per le associazioni di volontariato<br />

della nostra provincia.<br />

Il <strong>Cesavo</strong>, fin dall’inizio della propria attività,<br />

ha avuto modo di cogliere questa esigenza attraverso<br />

una serie di “canali” più o meno diretti: i servizi e le<br />

consulenze a sportello; la progettazione a rete; i percorsi formativi.<br />

Il contatto con le associazioni nella pratica quotidiana<br />

del Centro ha sempre offerto una duplice valenza: da una parte<br />

ha consentito di espletare il ruolo istituzionale; dall’altra ha<br />

permesso di raccogliere preziose informazioni sui bisogni delle<br />

associazioni stesse. In tale contesto, uno dei temi principali<br />

e costanti è sempre stato quello di “avere nuovi volontari”,<br />

espresso in modo generico, mirato, urgente, strutturale, organizzativo…<br />

Insomma, anche se con caratteristiche diverse, comunque un<br />

bisogno comune e trasversale. Un’occasione importante per<br />

un report diretto e approfondito rispetto alla situazione del<br />

volontariato nella provincia di Savona è stata sicuramente la<br />

Ricerca Censimento svolta dal <strong>Cesavo</strong> nel 2007. Dall’analisi dei<br />

risultati di questa ricerca, lo Staff del Centro ha potuto verificare<br />

la propria percezione sulle associazioni e sulle loro attività.<br />

Senza dubbio il bisogno di volontari si è confermato come<br />

primario per le nostre associazioni (grafico 1): alla domanda<br />

diretta, infatti, sui “problemi urgenti”, la ricerca volontari si<br />

è posizionata al primo posto, addirittura davanti alla ricerca<br />

fondi. Questo dato, così evidente quando raccolto in modo diretto,<br />

si evince anche con particolari sfaccettature proponendo<br />

una serie di cosiddetti “incroci” di dati che si sono effettuati<br />

con elaborazioni successive.<br />

Grafico 1 - Quali sono i problemi urgenti dell’associazione?<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

61<br />

Ricerca volontari<br />

52<br />

Ricerca fondi<br />

28<br />

Formazione volontari<br />

27<br />

Mancanza sede idonea<br />

25<br />

Comunicazione<br />

24<br />

Rapporti enti pubblici<br />

Gestione volontari<br />

17 17<br />

La pubblicazione dei dati della Ricerca<br />

censimento del volontariato nella Provincia di<br />

savona condotta dal <strong>Cesavo</strong> nel 2007-2008<br />

Progettazione<br />

13<br />

Collaborazione<br />

con altri enti<br />

9<br />

Uso efficace ed efficiente<br />

delle risorse<br />

7<br />

Creazione luoghi<br />

aggregazione<br />

5<br />

Mancanza<br />

competenze specifiche<br />

Altro<br />

8<br />

Luca Buffa


Grafico 2 - Tematiche formative da affrontare in futuro<br />

40<br />

35<br />

30<br />

25<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

Gestione<br />

volontari<br />

36<br />

Comunicazione<br />

Organizzazione<br />

interna<br />

Assistenza<br />

InCrOCIO COn faBBISOgnI fOrmatIvI<br />

Individuare i bisogni formativi delle associazioni attraverso<br />

un’interpretazione dei dati della ricerca/censimento è possibile<br />

analizzando non solo le risposte relative all’area formazione,<br />

ma molti elementi utili possono scaturire da una visione<br />

complessiva di tutte le aree oggetto di indagine e soprattutto<br />

prendendo in considerazione le criticità evidenziate dai soggetti<br />

coinvolti. Fatta questa premessa di metodo, dalla nostra<br />

ricerca emerge un dato evidente: il 70% degli intervistati dichiara<br />

di avere necessità di formazione sulle aree della comunicazione/promozione<br />

e della gestione dei volontari (grafico<br />

2); allo stesso tempo tale formazione viene considerata un<br />

punto di partenza per la risoluzione delle criticità (ricerca volontari;<br />

ricerca fondi).<br />

In linea generale, una buona attività di formazione viene considerata<br />

dalla maggioranza delle associazioni come un utile<br />

strumento ed un incentivo per “vecchi” e “nuovi” volontari.<br />

Grafico 3 - Quali sono gli scopi della promozione?<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

71<br />

Sensibilizzare<br />

l’opinione pubblica<br />

68<br />

Ricerca<br />

nuovi volontari<br />

30<br />

51<br />

Informare sui propri<br />

scopi istituzionali<br />

26<br />

35<br />

Ricerca fondi<br />

21<br />

Altro<br />

7<br />

17<br />

Legislazione<br />

14<br />

Progettazione<br />

12 11 11<br />

Contabilità<br />

Informatica<br />

7<br />

Fund raising<br />

InCrOCIO COn COmunICazIOne/prOmOzIOne<br />

Anche comunicazione e promozione compaiono fra i temi che le<br />

associazioni vorrebbero affrontare, sul piano formativo, in futuro,<br />

preceduti però dalla gestione volontari: tale argomento<br />

verrà ripreso successivamente.<br />

In ogni caso gli scopi per i quali si fa promozione sono strettamente<br />

legati ai problemi delle associazioni (grafico 3):<br />

- la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle proprie attività<br />

e sui temi del volontariato,<br />

- la ricerca di volontari;<br />

- il reperimento di fondi.<br />

Ancora una volta, come si può notare, un’area nevralgica delle<br />

organizzazioni è in stretta relazione con le principali criticità<br />

della mancanza di fondi e di risorse umane, alle quali si aggiunge<br />

la necessità di formazione.<br />

InCrOCIO COn OrganIzzazIOne Interna<br />

Quello dell’organizzazione interna rappresenta un tema delicato<br />

e complesso. In alcuni casi viene vissuto in maniera semplicistica<br />

(in termini di organigramma, con una visione statica);<br />

in altri casi viene colto nei suoi significati dinamici e determinanti<br />

il funzionamento dell’associazione.<br />

All’interno di queste riflessioni, soprattutto nel secondo caso,<br />

si gioca la capacità delle associazioni di mantenere, stimolare,<br />

motivare i volontari già in organico.<br />

Spesso la limitata consapevolezza sul tema crea nelle associazioni<br />

la percezione di un “falso problema”: esse si orientano<br />

alla ricerca dei volontari, quando il problema reale è riuscire<br />

a mantenere quelli che hanno attraverso una buona organizzazione<br />

dell’associazione stessa.<br />

Su questo argomento ci permettiamo di sottolineare due spunti<br />

che abbiamo estrapolato spesso dal dialogo con i volontari<br />

durante la ricerca e la nostra attività di consulenti:<br />

- l’uso della formazione come strumento per motivare, ma anche<br />

per prendere coscienza del problema;<br />

- la diversa percezione del problema da parte dei volontari che<br />

ricoprono “cariche” e i volontari “operativi”.<br />

Altro<br />

7


8<br />

il tema del mese<br />

motivare formando<br />

Come realizzare un efficace percorso formativo<br />

L’<br />

obiettivo generale della formazione finalizzata<br />

al reperimento e all’inserimento di nuove risorse<br />

umane all’interno di un’associazione di volontariato<br />

è quello di mettere in grado i volontari di<br />

realizzare, con successo, le attività a loro assegnate.<br />

Elena De Palma, nel testo “Approfondimenti: accogliere<br />

e motivare i volontari. Riferimenti teorici e strategie organizzative”<br />

realizzato per il Coordinamento regionale dei Centri di<br />

Servizio per il Volontariato della Lombardia, analizza i passaggi<br />

fondamentali per la realizzazione di un efficace percorso formativo:<br />

il primo passo è quello dell’analisi dei bisogni, cui seguiranno<br />

la progettazione e la realizzazione degli interventi formativi<br />

nonché la valutazione dei suoi risultati.<br />

Nell’analisi dei bisogni occorre rilevare in maniera precisa ed<br />

approfondita:<br />

A. i bisogni “professionali” cioè le esigenze che scaturiscono dai<br />

ruoli organizzativi e dalle attività da svolgere;<br />

B. i bisogni “individuali”: cioè le esigenze di formazione avvertite<br />

direttamente dal volontario,<br />

nell’ambito di tre aree: sapere, saper fare, saper essere.<br />

Questo vuol dire prima di tutto chiedersi quali siano:<br />

• le informazioni<br />

• le competenze<br />

• gli atteggiamenti necessari al lavoro da svolgere<br />

quindi verificare il “bagaglio” del volontario attraverso un colloquio<br />

di approfondimento (quello di selezione, nel caso di un<br />

nuovo volontario, non è certamente sufficiente), la compilazione<br />

di un questionario ad hoc e/o attraverso l’osservazione diretta.<br />

Proseguono anche nel 2009 le uscite per mare con il Moby<br />

Dick e la barca a vela Scimitar dalla Marina di Varazze.<br />

Per avere maggiori informazioni contattare Romano Pintus<br />

dell’Associazione Anteas al numero 333 6854931<br />

viviana Marconi<br />

Questo permette di individuare l’obiettivo principale della formazione:<br />

acquisizione di nuove conoscenze (sapere); apprendimento<br />

di tecniche, strumenti, strategie di relazione… (saper<br />

fare) o sviluppo della consapevolezza di sé (saper essere) ed i<br />

suoi contenuti.<br />

Si è così passati alla fase di progettazione che riguarda: metodologie<br />

didattiche e strumenti, scelta dei formatori e/o docenti,<br />

definizione dei tempi e degli aspetti logistici. In base all’obiettivo<br />

di formazione principale e ai contenuti vanno scelte le metodologie<br />

didattiche. Se ad esempio l’obiettivo è quello di sviluppare<br />

una maggiore consapevolezza di sé (motivazioni, atteggiamenti)<br />

i giochi di ruolo, i giochi psicologici, i giochi di gruppo<br />

sono più appropriati delle simulazioni o delle testimonianze o<br />

dello studio dei casi che invece è bene utilizzare nel caso della<br />

formazione centrata sul sapere fare. Se l’obiettivo sono le conoscenze,<br />

e quindi l’apprendimento è di tipo cognitivo, si può<br />

utilizzare la lezione tradizionale (con letture e discussioni per<br />

consentire una maggiore partecipazione dei volontari).<br />

É bene ricordare che non tutti apprendiamo allo stesso modo e<br />

che l’apprendimento viene favorito da un attivo coinvolgimento<br />

dei partecipanti, quindi variare le metodologie didattiche è un<br />

punto di forza poiché integra operativamente le tre aree della<br />

formazione. Inoltre, ogni metodologia sviluppa alcune capacità<br />

più di altre: ad esempio il role-play sviluppa la comunicazione, il<br />

metodo dei casi (“situazione-problema” e “caso da completare”)<br />

la capacità di diagnosticare problemi e formulare soluzioni.<br />

Nella scelta dei docenti o dei formatori non sempre è necessario<br />

rivolgersi all’esterno: oltre a professionisti possono esserci<br />

Il Mare per tutti


volontari che hanno acquisito molta esperienza sul campo e possono<br />

anche avere le capacità per trasmettere le loro conoscenze<br />

ad altri. Ciò ha vari vantaggi: economico (non vorranno certamente<br />

essere pagati), valorizza e rafforza la motivazione delle<br />

risorse interne (l’essere scelto per insegnare o supervisionare è<br />

una dichiarazione di stima), e formativo (arricchimento dei contenuti<br />

determinato dall’esperienza diretta e svolta esattamente<br />

nella stessa organizzazione in cui il partecipante al corso andrà<br />

a svolgere le attività.<br />

I Centri di Servizio per il Volontariato costituiscono un’importante<br />

risorsa per la formazione dei volontari di ogni organizzazione,<br />

non solo poiché offrono corsi a calendario su svariate<br />

tematiche, ma anche perché offrono supporto alla progettazione<br />

di corsi autonomi da parte delle organizzazioni. Possono inoltre<br />

essere un ottimo canale per individuare i docenti necessari<br />

o avere a disposizione locali e strumentazione necessari alla<br />

formazione o, in alcuni casi, veder finanziato direttamente il<br />

progetto formativo. Nella definizione dei tempi della formazione<br />

occorre necessariamente “far incontrare” la disponibilità di<br />

tempo dei volontari e le esigenze dell’organizzazione. Percorsi<br />

di formazione troppo teorici o troppo lunghi, soprattutto in<br />

fase di inserimento nell’organizzazione, possono demotivare un<br />

volontario e divenire strumento di selezione. Generalmente può<br />

essere più funzionale individuare una gradualità nelle attività<br />

da svolgere in modo da poter effettuare una formazione iniziale<br />

più breve e valorizzare maggiormente la formazione on the job e<br />

la supervisione.<br />

Le organizzazioni che operano anche con professionisti non<br />

dovrebbero sottovalutare l’importanza di creare occasioni di<br />

formazione congiunta, soprattutto tra i volontari e professionisti<br />

che collaborano o collaboreranno tra loro. La formazione è<br />

infatti occasione per integrare meglio le competenze, le conoscenze<br />

e le abilità necessarie alle attività, così come per favorire<br />

la coesione e la collaborazione. Inoltre, se da un lato i volontari<br />

hanno bisogno di prendere dimestichezza con le tematiche e/o<br />

situazioni critiche e di imparare a lavorare con i professionisti,<br />

dall’altro lato questi ultimi devono imparare a dialogare con i<br />

volontari ed a valorizzarne il contributo e le potenzialità.<br />

In sintesi, nella progettazione occorre tener presente:<br />

• gli obiettivi organizzativi rispetto alle azioni dei volontari;<br />

• gli obiettivi formativi: cosa deve cambiare negli individui e<br />

come ottenere il cambiamento;<br />

• gli obiettivi didattici: i contenuti di conoscenza, abilità, atteggiamenti<br />

da trasmettere ai partecipanti;<br />

• le caratteristiche dei partecipanti e le loro esigenze;<br />

• i metodi didattici più appropriati in funzione dei contenuti e<br />

dei partecipanti;<br />

• i tempi a disposizione;<br />

• la scelta dei docenti/formatori;<br />

• le disponibilità economiche ed i costi della formazione;<br />

• la valutazione dei risultati.<br />

Quest’ultimo aspetto è importante poiché la valutazione permette<br />

di verificare la qualità e l’efficacia del processo formativo.<br />

A tal fine vanno presi in considerazione quattro ambiti:<br />

· la reazione iniziale dei partecipanti (giudizi espressi anche<br />

tramite questionari, più o meno strutturati, che permettono di<br />

cogliere i punti di forza e di debolezza di tutto l’impianto formativo<br />

(contenuti, docenze, metodi, tempi, organizzazione logistica...);<br />

· la misurazione degli obiettivi di apprendimento (verifica tramite<br />

esercitazioni o questionari dell’assimilazione e capacità di<br />

utilizzare le conoscenze e gli strumenti oggetto di formazione;<br />

la valutazione riguarda non tanto il livello di “gradimento” del<br />

corso quanto un confronto fra il bagaglio di sapere, saper fare e<br />

saper essere posseduto dai partecipanti all’inizio e alla fine del<br />

percorso formativo);<br />

· la misurazione dei cambiamenti nei comportamenti di lavoro<br />

(verifica on the job di quali nuove conoscenze, competenze e<br />

atteggiamenti, acquisiti con la formazione, sono poi effettivamente<br />

utilizzati nella realizzazione delle attività);<br />

· l’impatto della formazione sull’organizzazione (verifica quanto<br />

i vari risultati di apprendimento abbiano realizzato un miglioramento<br />

del livello globale di funzionamento dell’organizzazione,<br />

della qualità dei servizi rispetto all’investimento finanziario e<br />

di risorse umane richiesto per la progettazione e realizzazione<br />

della formazione).<br />

Nel corso degli ultimi due anni, grazie alla sperimentazione del<br />

progetto “Modulo Intermedio” finalizzato al supporto alle associazioni<br />

per la realizzazione di corsi di formazione, il <strong>Cesavo</strong><br />

ha contribuito a formare un consistente numero di volontari,<br />

in inserimento e non, favorendo il percorso di progettazione<br />

e valutazione attivato direttamente dalle associazioni in base<br />

alle proprie esigenze. Di seguito alcuni dati dei corsi attivati<br />

nell’anno 2007-2008:<br />

mODulO IntermeDIO<br />

Totale corsi attivati 15<br />

Totale incontri effettuati 117<br />

Totale partecipanti previsti circa 1320<br />

Totale iscritti 1011<br />

Totale partecipanti effettivi in media 920<br />

COrSI attIvatI COn mODulO BaSe, mODulO avanzatO e<br />

SCuOla & vOlOntarIatO<br />

Totale corsi attivati 3<br />

Totale incontri effettuati 16<br />

Totale partecipanti previsti 232<br />

Totale iscritti 189<br />

Totale partecipanti effettivi in media 140<br />

tOtale<br />

Totale associazioni coinvolte 17<br />

Totale enti coinvolti 14<br />

di cui: Scuole 5<br />

Comuni 3<br />

Distretti socio-sanitari 2<br />

Altri 4<br />

9


10<br />

il tema del mese<br />

la protezione Civile, l’esperienza del terremoto in aBruzzo<br />

Intervista a Lorenzo Arrigoni, referente provinciale della Protezione Civile<br />

L<br />

a Protezione Civile, questa sconosciuta.<br />

Siamo infatti ormai abituati che, in caso<br />

di grandi e piccole emergenze, la macchina<br />

dei soccorsi si metta “miracolosamente” in<br />

moto per portare aiuto alle popolazioni colpite<br />

dai vari eventi calamitosi, ma dietro a tutto questo vi<br />

è un lungo lavoro di preparazione, oltre a uomini e mezzi<br />

messi a disposizione dai vari enti e dalle numerose associazioni<br />

di volontariato. Per saperne di più sulla Protezione<br />

Civile, su che cos’è e come funziona è stato intervistato<br />

Lorenzo Arrigoni, referente per la provincia di Savona delle<br />

organizzazioni operanti nel settore.<br />

In primo luogo: che cos’è la Protezione Civile?<br />

Bisogna chiarire che la Protezione Civile è una scatola in<br />

gran parte vuota. Cerco di spiegarmi: la legge specifica<br />

che Vigili del Fuoco, Forze Armate e di Polizia, il Servizio<br />

Sanitario Nazionale attraverso il 118 e, naturalmente,<br />

il volontariato, sono parti integranti e paritetiche della<br />

Protezione Civile. Questa scatola si riempie quindi solo al<br />

momento dell’emergenza, per cui “in tempo di pace” (gli<br />

addetti definiscono così la quotidianità in cui non sono in<br />

atto emergenze) ogni ente, apparato o organizzazione ha<br />

una vita propria e indipendente. Per esempio in Regione<br />

Liguria i dipendenti del settore Protezione Civile non ammontano<br />

neppure a dieci persone. Inoltre, al verificarsi di<br />

una emergenza vengono via via attivati livelli di responsabilità,<br />

a seconda di ciò che si sta verificando. Avremo<br />

quindi il centro operativo comunale sotto la responsabilità<br />

del Sindaco per eventi prettamente locali e poi il centro<br />

operativo misto gestito da un delegato del Prefetto, il<br />

anche i volontari della protezione<br />

Civile della provincia di Savona sono<br />

impegnati nell’opera di supporto alla<br />

popolazione abruzzese, duramente<br />

colpita dal terremoto. “Siamo stati<br />

in grado di organizzarci e partire nelle<br />

ore immediatamente successive al<br />

sisma” spiega nicolò arrigoni, caposquadra<br />

dell’associazione volontari<br />

protezione Civile di Quiliano.<br />

“I nostri volontari – continua poi arrigoni<br />

– insieme a quelli delle altre<br />

organizzazioni di volontariato, sono<br />

organizzati nella Colonna mobile regionale,<br />

in grado di portare soccorso<br />

centro di coordinamento dei soccorsi presso la Prefettura<br />

e, in casi di emergenze gravissime come il terremoto in<br />

Abruzzo, la direzione comando mezzi e attrezzature. In<br />

pratica, in questo caso, il Dipartimento Nazionale della<br />

Protezione Civile istituisce una “macchina operativoburocratica”.<br />

Grandi emergenze, calamità naturali, incendi boschivi. La<br />

Protezione Civile sale agli onori della cronaca soprattutto<br />

in queste occasioni, ultimo esempio, in ordine di tempo,<br />

ne è stato e ne è il terremoto in Abruzzo. Ma i volontari<br />

in ogni parte del paese in un lasso di<br />

tempo relativamente breve”.<br />

I volontari della protezione Civile<br />

savonese sono impegnati nella gestione<br />

dei campi di Santa maria del<br />

ponte (frazione del Comune di tione<br />

d’abruzzo), Succiano e rocca preturo.<br />

“Il nostro compito è anche stato<br />

quello di montare tende, servizi e<br />

tutto quello che serve per rendere<br />

possibile la vita in una tendopoli”<br />

dichiara poi l’esponente del sodalizio<br />

quilianese.<br />

per rendere possibile la continuità<br />

gestionale dei tre campi, gli opera-


svolgono quotidianamente molte attività che, pur essendo<br />

altrettanto importanti, restano nell’ombra…<br />

Il volontario è l’ingranaggio più piccolo ma comunque indispensabile<br />

di questa macchina: con l’abolizione dell’esercito<br />

di leva, che metteva a disposizione dello Stato decine<br />

di migliaia di “manovali”, lo Stato si è reso conto che era<br />

indispensabile favorire l’aggregazione di cittadini che in<br />

caso di bisogno mettessero gratuitamente a disposizione<br />

della collettività la loro opera. Ecco allora che sono nate le<br />

organizzazioni di volontariato che, in alcune zone specifiche<br />

del Paese, hanno oggi anche oltre 100 anni di vita, ma<br />

che in altre sono ancora in fase di formazione. In Liguria<br />

ormai in quasi tutti i comuni è presente un’organizzazione<br />

di Protezione Civile, sia essa una squadra comunale (e<br />

cioè emanazione diretta dell’amministrazione locale) sia<br />

essa un’associazione. Qui si riuniscono tutti i cittadini che<br />

mettono gratuitamente a disposizione della collettività la<br />

loro opera in caso di emergenze.<br />

Le attività delle organizzazioni spaziano in genere in tutti<br />

i campi dove la Pubblica Amministrazione si trova in difficoltà<br />

ad affrontare un evento, sebbene in realtà dovrebbe<br />

essere in atto una vera e propria emergenza; spesso i Volontari<br />

sono impiegati al limite dell’uso improprio!<br />

Nei fini sociali delle organizzazioni figurano anche le attività<br />

di prevenzione e diffusione della mentalità di autoprotezione.<br />

Ad esempio ormai da anni svolgiamo il pattugliamento<br />

del territorio per contrastare il fenomeno degli<br />

incendi boschivi.<br />

Come si diventa volontario della Protezione Civile?<br />

É semplicissimo. Basta chiedere al <strong>Cesavo</strong> o presso il Comune<br />

di residenza il recapito dell’organizzazione locale e<br />

iscriversi! Si fa un corso base, che in genere prevede l’affiancamento<br />

con volontari già in attività, per poi proseguire<br />

con un corso antincendio boschivo ed una serie di<br />

visite mediche per ottenere l’abilitazione.<br />

tori savonesi sono organizzati su diversi<br />

turni, della durata di una decina<br />

di giorni ciascuno.<br />

non bisogna infatti dimenticare che<br />

i soccorritori della protezione Civile<br />

sono volontari che, per portare aiuto<br />

alla popolazione abruzzese, sacrificano<br />

sia la loro presenza in famiglia<br />

che quella sul loro posto di lavoro.<br />

tuttavia, anche in questo momento<br />

di solidarietà, non mancano le pecche:<br />

“le istituzioni, anziché aiutarci,<br />

spesso sembrano non capire appieno<br />

il valore della nostra opera” tuona<br />

infatti nicolò arrigoni, che spiega:<br />

“Da quasi cinque anni è scaduta la<br />

Esistono competenze professionali maggiormente utili per<br />

svolgere questo tipo di volontariato?<br />

Va tutto bene, purché si abbia un minimo di adattabilità<br />

e di manualità. Serve dal contabile all’elettricista,<br />

dall’idraulico al cuoco, dal magazziniere al manovale! Certo<br />

quando si parte per un terremoto serve di tutto e le varie<br />

competenze magari “saltano”… Infatti se c’è bisogno<br />

di montare tende, è necessario che tutti diano una mano.<br />

Ovviamente è solo un esempio pratico.<br />

Quale disponibilità bisogna offrire per essere volontari?<br />

La disponibilità nel nostro settore vuol dire tutto e niente.<br />

Se è possibile arrivare nel giro di 15 minuti va bene, se si<br />

ritiene di farcela in una o due ore si va in sede e ci si mette<br />

a disposizione, ma se non si può, non è mica un delitto<br />

perseguibile! Questo naturalmente vale per le emergenze<br />

locali, mentre per interventi nazionali i tempi si dilatano<br />

un poco. Faccio un esempio recentissimo: dopo il terremoto<br />

dell’Aquila, alle 6.30 del 6 aprile avevo già allertato<br />

tutte le organizzazioni della provincia ed infatti la Regione<br />

alle 7.30 chiedeva il “pronti a partire” per 25 volontari<br />

entro le ore 15, per almeno 8 giorni. Tutto questo senza<br />

saper bene per dove e fare che. Per tutta la mattinata il<br />

mio cellulare ha lavorato a pieno regime, scaricando due<br />

batterie, ma alle 15 eravamo pronti e con tutto il materiale<br />

per un campo di 200 persone + 50 volontari caricato sui<br />

camion. Alle 8 del giorno successivo eravamo a Tione degli<br />

Abruzzi, a 850 chilometri da casa. Ed ecco il “miracolo”,<br />

come lo ha definito la popolazione locale: per le 18 abbiamo<br />

montato non due ma tre campi, per un totale di 480<br />

ospiti e 100 volontari, nelle tendopoli di Santa Maria del<br />

Ponte, Tione capoluogo e Goriano delle Valli, distribuendo<br />

cena calda a tutti e sistemando tutta la popolazione del<br />

comune in tenda.<br />

convezione tra la regione liguria e le<br />

organizzazioni di volontariato e nessuno<br />

si è ancora impegnato a fondo<br />

per rinnovarla. le spese della missione<br />

in abruzzo sono totalmente a<br />

carico delle varie associazioni.<br />

non ci pare né giusto né corretto”.<br />

11


12<br />

il tema del mese<br />

a.a.a. volontari CerCasi<br />

C’è bisogno di...<br />

aIsM associazione Italiana sclerosi Multipla<br />

L‘associazione italiana sclerosi multipla<br />

(Aism) è organizzazione non lucrativa<br />

di utilità sociale è dotata di personalità<br />

giuridica (dpr 897 del 22/09/81)<br />

riunisce coloro che, condividendone le<br />

finalità, sono interessati alle problematiche<br />

inerenti la sclerosi multipla.<br />

L’Aism si ispira ai principi della promozione<br />

sociale come espressione di partecipazione,<br />

solidarietà e pluralismo e<br />

svolge attività di utilità sociale a favore<br />

di associati e di terzi, perseguendo<br />

esclusivamente finalità di solidarietà<br />

sociale nel pieno rispetto della libertà,<br />

dignità, uguaglianza dei diritti degli<br />

associati.<br />

Pubblica assistenza Croce Bianca savona onlus<br />

La PUBBLICA ASSISTENZA CROCE BIAN-<br />

CA SAVONA O.n.l.u.s, iscritta nel registro<br />

regionale delle organizzazioni di<br />

volontariato, settore sanitario, n. SN-<br />

SV-ASO-80/94 con decreto N. 630 del<br />

06/06/1994, opera nei settori soccorso<br />

e trasporto sanitario (emergenza –<br />

trasporti sanitari e sociali- protezione<br />

civile nell’ambito sanitario).<br />

L’associazione accoglie tutti coloro che<br />

vogliono offrirsi come volontari, purchè<br />

ben motivati e disponibili, in particolare<br />

al mattino e primo pomeriggio.<br />

I volontari potranno svolgere 2 tipi di<br />

attività:<br />

1) Dopo aver effettuato un corso di<br />

primo soccorso interno, organizzato<br />

dall’associazione, composto da lezioni<br />

teoriche, pratiche e tecniche, il socio<br />

potrà effettuare servizi a bordo delle<br />

ambulanze, inizialmente come supplemento<br />

al normale equipaggio atto<br />

L’Aism ha struttura democratica ed ha<br />

carattere di volontariato ai cui principi<br />

si ispira.<br />

L’associazione ha bisogno di circa quindici<br />

volontari per il trasporto delle persone<br />

con sclerosi multipla che forniscano<br />

supporto all’autonomia delle stesse;<br />

è inoltre necessario un aiuto per la pulizia<br />

dei locali della sede e il supporto<br />

organizzativo e la partecipazione alle<br />

manifestazioni locali e nazionali (marzo<br />

– maggio – ottobre- novembre).<br />

La necessità di avere circa 15 volontari<br />

nasce dal fatto che, avendo impegni<br />

vari non sempre continuativi, dal lunedì<br />

alla domenica, dalle 7.30 alle 19, si<br />

indirizzo: aism via Walter 5r savona · tel: 019 809495 · e-mail: milena.aism@fastwebnet.it<br />

a svolgere i servizi ordinari (prelevamento<br />

del paziente dalla propria abitazione/residenza<br />

sanitaria con ausili<br />

vari – sedia portantina – teli – barella,<br />

accompagnamento con il mezzo di<br />

soccorso presso la struttura sanitaria<br />

richiesta, e ritorno nella propria abitazione/residenza<br />

sanitaria); successivamente<br />

ad un ulteriore corso di<br />

istruzione sulle emergenze mediche,<br />

tenuto da personale interno e del 118,<br />

il volontario potrà effettuare anche<br />

servizi di urgenza, interventi richiesti<br />

dal 118 Savona Emergenza, di pazienti<br />

aventi patologie gravi (traumatiche,<br />

cardiocircolatorie, psichiatriche, neurologiche),<br />

intervenendo in vari luoghi<br />

(strada, casa, lavoro, esercizi pubblici,<br />

ecc.) e utilizzando varie attrezzature<br />

tecniche.<br />

2) Centralinista addetto alle richieste<br />

ed accettazione di servizi e smista-<br />

cerca di suddividere, secondo la disponibilità<br />

dei singoli, l’orario per lo svolgimento<br />

dei servizi rivolti alle persone<br />

con sclerosi multipla e le varie manifestazioni<br />

locali e nazionali, per non gravare<br />

sempre sui “soliti” volontari.<br />

Per svolgere attività di volontariato<br />

all’interno dell’associazione si richiede<br />

il possesso della patente, conoscenze<br />

informatiche e disponibilità ad entrare<br />

nello spirito del volontario Aism e a conoscere<br />

le esigenze dell’associazione,<br />

soprattutto nell’apprendere che l’idea<br />

di associazione è anche nel sapere lavorare<br />

in gruppo con responsabilità e<br />

con regole già esistenti.<br />

mento ambulanze (dopo periodo di apprendistato).<br />

L’impegno per i volontari è stabilito in<br />

modo preciso, vengono infatti richiesti:<br />

-per i soci contribuenti ausiliari: un<br />

minimo di 20 ore di servizi ogni trimestre<br />

o in alternativa 15 servizi, senza<br />

l’obbligo di turni/guardie ma con possibilità<br />

di eventuali richieste di copertura;<br />

- per i soci effettivi: una guardia notturna<br />

– dalle ore 21 alle ore 7 ogni 8<br />

giorni e una guardia festiva dalle ore 9<br />

alle ore 21 ogni 2 mesi e mezzo circa.<br />

I volontari devono avere almeno 20 anni,<br />

non impressionabili, disposti a seguire<br />

corsi di formazione con superamento<br />

di test finali e con una predisposizione<br />

per la specificità del servizio.<br />

indirizzo: CroCe BianCa savona Corso mazzini 60r savona · tel: 019 811418 · e-mail: segreteria@crocebiancasavona.it


savona Insieme onlus<br />

Savona Insieme Onlus, iscritta al Registro<br />

Regionale delle organizzazioni di volontariato<br />

e al Registro Personalità Giuridica,<br />

è un’associazione di volontariato per<br />

l’assistenza domiciliare gratuita ai malati<br />

terminali di cancro.<br />

Attualmente l’associazione ha bisogno di<br />

almeno 5/10 volontari che si impegnino<br />

con esperienza, solidarietà ed entusiasmo<br />

auser savona<br />

Auser, iscritta al Registro regionale del<br />

volontariato, svolge differenti attività:<br />

filo d’argento: rispondere al telefono;<br />

compagnia telefonica; accompagnamento<br />

di persone anziani o disabili per<br />

commissioni, visite mediche, spesa,<br />

compagnia in casa e passeggiate.<br />

Centri sociali: fare animazione nei centri<br />

sociali (giochi), occuparsi della preparazione<br />

della merenda per gli ospiti<br />

dei centri, fare piccole commissioni alle<br />

persone che abitano nelle vicinanze dei<br />

circoli.<br />

associazione «U Pregin» onlus<br />

sia nell’assistenza ai malati terminali sia<br />

nell’attività di segreteria e coordinamento<br />

delle attività svolte, offrendo concrete<br />

forme di aiuto per l’assistenza domiciliare<br />

e affiancando gli operatori professionali<br />

(medici oncologi, infermieri, fisioterapista<br />

e psicologa) per un prezioso sostegno<br />

ai malati e alle loro famiglie.<br />

L’associazione offre i propri servizi tutti i<br />

indirizzo: savona insieme via Collodi 13 savona · tel: 019 809192 · e-mail: savonainsieme@virgilio.it<br />

Case di riposo: fare animazione a favore<br />

degli ospiti, accompagnarli in Pinacoteca<br />

per la proiezione di film.<br />

pinacoteca: presenza nelle sale e controllo<br />

dei visitatori al sabato e alla domenica.<br />

letture nei centri sociali<br />

e case di riposo; corsi all’unitre<br />

Incontri intergenerazionali: gli anziani<br />

si recano nelle scuole primarie e<br />

secondarie ad insegnare gli antichi mestieri.<br />

indirizzo: auser via Boito 9 savona · tel: 019 83898226 · e-mail: ausersv@libero.it<br />

«U PREGIN» è un’associazione socio-culturale<br />

fondata nel 1989 e iscritta nell’Albo<br />

delle O.N.L.U.S. presso la Regione Liguria,<br />

con decreto n. 350 del 01/03/1999. L’associazione<br />

si occupa principalmente della<br />

gestione della Biblioteca di Quartiere,<br />

organizza eventi folkloristici, bandisce<br />

annualmente un concorso nazionale di poesia<br />

per adulti e ragazzi e partecipa a sfilate<br />

medioevali con i propri costumi, tutti<br />

confezionati a mano.<br />

Per la gestione della Biblioteca di Quar-<br />

tiere si susseguono settimanalmente 5<br />

volontari (uno per giorno), mentre per gli<br />

incontri con le scuole i volontari addetti<br />

sono 3. Attualmente l’Associazione ha<br />

bisogno di 2 volontari che diano la disponibilità<br />

principalmente per le mattine dedicate<br />

alle scuole elementari. Il volontario<br />

della Biblioteca ha il compito di annotare<br />

su appositi registri cartacei tutti i libri<br />

che vengono dati in prestito agli utenti<br />

(titolo, codice, nome utente, data) e di<br />

smarcare tutti i libri che gli utenti resti-<br />

indirizzo: u pregin via Copello 12r savona · tel: 019 861636 · e-mail: upregin@assmulpregin.191.it<br />

giorni della settimana dalle 8 alle 20; per<br />

i volontari impegnati nell’assistenza ai<br />

malati il possesso della patente è preferibile<br />

ma non indispensabile, per servizi di<br />

segreteria e coordinamento la conoscenza<br />

della contabilità e l’uso del computer sono<br />

molto graditi.<br />

Non è possibile quantificare il numero<br />

dei volontari in quanto l’associazione<br />

offre diverse possibilità di scelta per<br />

fare attività di volontariato.<br />

L’associazione prevede attività tutti i<br />

giorni dal lunedì alla domenica a seconda<br />

dell’attività che si intende svolgere.<br />

I volontari devono essere in possesso<br />

della patente, avere capacità nell’uso<br />

del computer e una buona predisposizione<br />

ad avere contatti con le persone<br />

della terza e quarta età.<br />

tuiscono. La stessa procedura viene messa<br />

in pratica anche per le scolaresche.<br />

Gli incontri con le scuole avvengono mensilmente,<br />

per tre o quattro mattine, a seconda<br />

della disponibilità degli insegnanti<br />

delle varie classi. Ogni incontro impegna<br />

il volontario per circa 2 ore.<br />

Il volontario deve possedere una buona<br />

calligrafia, in quanto i nostri registri sono<br />

tutti cartacei, deve essere una persona<br />

svelta ma attenta, e, soprattutto, deve<br />

avere pazienza con i bambini.<br />

13


14<br />

il tema del mese<br />

Fondazione diocesana Comunitàservizi onlus e Caritas Diocesana di savona-Noli<br />

La Fondazione diocesana ComunitàServizi<br />

onlus e la Caritas Diocesana di Savona-<br />

Noli sono un’unica realtà che opera per<br />

promuovere il volontariato come scuola<br />

di solidarietà e contesto dove le persone<br />

si riscoprono tutte bisognose le une delle<br />

altre, capaci di dare, di ricevere e di condividere<br />

valori, tempo e sensibilità. Per<br />

questo forse non basta fare un servizio<br />

gratuito verso l’altro, ma serve primariamente<br />

coltivare dentro di sé nel quotidiano<br />

uno stile di approccio, un modo di vivere,<br />

una visione più matura delle storie umane<br />

che incontriamo. Allora non si fa volontariato<br />

per qualche ora la settimana, ma o si<br />

cerca di essere volontari sempre oppure la<br />

schizofrenia è dietro l’angolo.<br />

Con questa idea di fondo, cerchiamo di<br />

presentare il nostro volontariato nelle sue<br />

caratteristiche e attività.<br />

Settore di attività<br />

• Socio-assistenziale. Gestiamo servizi per<br />

l’emarginazione adulta, la famiglia, gli<br />

stranieri: Centro Ascolto Diocesano, Centro<br />

diurno di solidarietà, Casa accoglienza<br />

notturna, Accoglienze abitative di secondo<br />

livello, Sportello immigrazione, Emergenza<br />

abitativa, Emergenza famiglie, Laboratori<br />

formativi al lavoro. Con il Settore emergenze<br />

realizziamo interventi in Italia e<br />

all’estero per calamità naturali o guerre,<br />

per supporto alle popolazioni colpite.<br />

• Culturale. Con equipes di animazione e<br />

di sensibilizzazione offriamo sul territorio<br />

opportunità di approfondimento sui temi<br />

delle politiche sociali, della giustizia sociale,<br />

delle estreme povertà, del volontariato.<br />

• Educativo. Gestiamo una Casa famiglia per<br />

minori.<br />

Caratteristiche richieste al volontario<br />

• Il volontario Caritas ha un’ispirazione cristiana<br />

di fondo. Questa caratteristica non<br />

è obbligatoriamente richiesta. Anche i non<br />

credenti possono fare volontariato presso<br />

di noi.<br />

• Il volontario Caritas sceglie la relazione<br />

con la persona in disagio come luogo fondamentale<br />

per vivere il proprio servizio.<br />

In questa relazione ognuno dona e riceve.<br />

L’incontro con il povero può avvenire in<br />

modo diretto (servizio nelle strutture per<br />

le persone in disagio) o indiretto (partecipazione<br />

alle equipe di sensibilizzazione e<br />

di animazione).<br />

• Il volontario Caritas non fa mai solo assistenza,<br />

ma punta su una promozione umana<br />

nella quale la persona aiutata diventa<br />

protagonista del suo recupero personale e<br />

sociale.<br />

• Il volontario Caritas dovrebbe possedere<br />

una buona maturità umana e una grande<br />

capacità d’ascolto.<br />

• Il volontario Caritas pensa che dalle persone<br />

in disagio si riceve molto e s’impara<br />

a vivere.<br />

attività per le quali cerchiamo volontari<br />

• Stare con persone in disagio facendo con<br />

esse attività ricreative;<br />

• passare le sere e le notti con persone<br />

senza dimora nelle strutture di accoglienza<br />

notturna maschile e femminile;<br />

• trasmettere le proprie competenze artigianali<br />

all’interno di un laboratorio formativo<br />

al lavoro;<br />

• intervenire nelle zone colpite da calamità<br />

naturali o da guerre all’interno di specifici<br />

progetti;<br />

• risolvere situazioni complesse di vario<br />

genere legate a singoli o a famiglie bisognose<br />

(avvocato, notaio, medico, infermiere,<br />

assistente sociale, consulente del<br />

lavoro, psicologo, psichiatra ecc...);<br />

• sensibilizzare sul tema della mondialità<br />

nelle scuole;<br />

• insegnare la lingua italiana a stranieri.<br />

Impegno richiesto<br />

• Non c’è un minimo e un massimo per tutti.<br />

Ci sono varie gradazioni. Il minimo richiesto<br />

viene determinato in base al tipo di<br />

servizio nel quale si vuole essere volontari.<br />

Per alcuni servizi sono sufficienti due volte<br />

al mese. Per altri la disponibilità deve essere<br />

più corposa.<br />

• Accanto al servizio concreto vero e proprio,<br />

si ritiene fondamentale l’impegno<br />

formativo e quindi si sollecita caldamente<br />

la partecipazione a momenti specifici nei<br />

quali fare supervisione ed approfondimento<br />

delle problematiche incontrate. Il bene<br />

bisogna farlo bene!<br />

indirizzo: Caritas via mistrangelo 1/1 bis savona · tel: 019 822677 · e-mail: mirko@caritas.savona.it<br />

associazione Cresci (Crescere Insieme)<br />

L’associazione Cresci promuove il sostegno<br />

materiale e psicologico delle famiglie<br />

dei bambini affetti da patologie<br />

pediatriche, fornendo indicazioni pratiche<br />

tramite la divulgazione di informazioni<br />

su riviste e sul proprio sito internet:<br />

www.cresci.it. L’obiettivo è anche<br />

di promuovere la ricerca scientifica, di<br />

sensibilizzare l’opinione pubblica e di<br />

permettere alle famiglie dei bambini<br />

con problematiche diverse di confrontarsi<br />

e di incontrarsi. L’associazione<br />

avrebbe bisogno di due volontari dal<br />

lunedì al venerdì per: ritirare la focac-<br />

indirizzo: CresCi via amalfi 7r · tel: 348 2610037 · e-mail: info@cresci.it<br />

cia e portarla in pediatria in ospedale e<br />

distribuirla ai bambini gratuitamente,<br />

collaborare all’organizzazione di manifestazioni<br />

e convegni e fornire supporto<br />

amministrativo. É richiesto il possesso<br />

della patente e una minima esperienza<br />

nell’uso del computer.


l’associazione Consultorio familiare Cif<br />

cerca 2 volontari addetti alla segreteria<br />

per l’accoglienza telefonica degli utenti<br />

e lo smistamento delle richieste agli<br />

operatori e per fissare e confermare gli<br />

appuntamenti, due ore due giorni alla<br />

settimana.<br />

Indirizzo: Cif - Via Naselli Feo 2 Savona<br />

tel : 019 8386320<br />

e-mail: assconsultoriofam@libero.it<br />

associazione Raggio di sole onlus<br />

L’Associazione Raggio di Sole Onlus, iscritta<br />

al registro regionale del volontariato, si<br />

occupa della formazione di volontari e aggiornamento<br />

di associazioni di volontariato,<br />

di percorsi di prevenzione alla violenza<br />

nell’ambito scolastico (come stabilito nel<br />

protocollo d’intesa con la Provincia di Savona).<br />

L’associazione si impegna a sensibilizzare<br />

la cittadinanza sul tema della violenza<br />

e sulla prevenzione della stessa, tramite<br />

eventi pubblici, convegni, tavole rotonde.<br />

Organizza inoltre laboratori di arte terapia.<br />

Per le sue molteplici attività, l’associazione<br />

necessita di volontari che a seguito di<br />

un corso di formazione dal titolo “Molestie<br />

morali: la scuola, la famiglia, il lavoro” che<br />

si svolgerà nell’ottobre del 2009, siano idonei<br />

ad integrarsi con lo staff associativo per<br />

ampliare e sostenere percorsi e iniziative<br />

negli istituti di ogni ordine e grado della<br />

provincia di Savona, oltre che fornire competenze<br />

per l’attuazione e l’ampliamento<br />

associazione Dottor Franco Guido Rossi onlus<br />

L’associazione Dottor Franco Guido Rossi Onlus,<br />

giuridicamente riconosciuta ed iscritta<br />

al registro regionale delle organizzazioni<br />

di volontariato, opera su tutto il territorio<br />

della Valbormida garantendo assistenza domiciliare<br />

completamente gratuita a pazienti<br />

oncologici in fase terminale e non e a pazienti<br />

cronici. L’associazione ha attualmen-<br />

l’associazine u.n.I.vO.C. (unione nazionale<br />

Italiana volontari pro Ciechi) cerca<br />

3 volontari per accompagnamento con o<br />

senza auto e per visite a domicilio (per<br />

compagnia, passeggiate e commissioni).<br />

L’impegno è di una o due volte alla<br />

settimana secondo le necessità e le<br />

disponibilità dei volontari. Se il volontario<br />

nello svolgere il servizio si serve<br />

dell’automobile personale sarà rimborsato<br />

delle spese.<br />

Indirizzo: Univoc Via Ratti 1/2 Savona<br />

tel: 019 81164 e-mail: uicsv@uiciechi.it<br />

delle attività dell’associazione stessa.<br />

Verranno quindi finalizzati gli sforzi per individuare<br />

volontari nell’ambito delle relazioni<br />

pubbliche, che possano svolgere attività<br />

di segreteria e sostenere gli operatori<br />

già formati nelle attività di prevenzione già<br />

citate.<br />

I volontari, dopo la formazione necessaria,<br />

saranno indispensabili nella promozione<br />

e collaborazione di percorsi di prevenzione<br />

alla violenza nell’ambito scolastico. Le<br />

attività che l’associazione necessita di<br />

ampliare sono quindi unite alla stesura di<br />

progetti idonei, integrando altre figure<br />

professionali come consulenti in arte terapia,<br />

facilitatori di incontri di auto mutuo<br />

aiuto, mediatori familiari e penali, avvocati<br />

che diano le proporzioni del fenomeno e le<br />

conseguenze legali di atti di violenza nei<br />

vari ambiti.<br />

Inoltre, l’associazione ha necessità di volontari<br />

che si occupino di mantenere i contatti<br />

fra operatori e istituzioni per la rete di<br />

te bisogno di circa venti volontari per lavori<br />

amministrativi e per seguire i pazienti al<br />

proprio domicilio. Il volontario dovrà aiutare<br />

la famiglia nella movimentazione del<br />

malato oppure per le piccole commissioni e<br />

lo svolgimento delle pratiche burocratiche<br />

(ad esempio richiesta presidi presso l’Asl,<br />

documenti per pensione accompagnamento)<br />

l’associazione uniti per la salute si occupa<br />

di monitorare le fabbriche presenti<br />

sul territorio savonese, che potrebbero<br />

essere causa di malattia ai cittadini che<br />

abitano nelle vicinanze delle stesse. Ha<br />

bisogno di associati che, sostenendo la<br />

causa, forniscano il proprio supporto nella<br />

ricerca informazioni su internet, organizzazione<br />

di manifestazioni e promozione<br />

tramite volantinaggio. Non sono richieste<br />

molte ore da dedicare all’associazione.<br />

Indirizzo: Uniti per la salute Piazza della<br />

Chiesa 6 Valleggia (SV) tel: 019884640<br />

sostegno già in atto e per l’impegno che sta<br />

assumendo notevoli proporzioni.<br />

I volontari che parteciperanno con impegno<br />

al corso di formazione potranno affiancare<br />

il lavoro dell’associazione; sarà necessaria<br />

un’ottima predisposizione dei rapporti interpersonali<br />

e abilità nella stesura di comunicati,<br />

testi, dispense che verranno utilizzati<br />

nel corso di eventi, negli interventi<br />

scolastici e nei corsi di aggiornamento.<br />

Si richiede la presenza di un esperto di arte<br />

terapia, di un esperto facilitatore di gruppi<br />

di auto aiuto, un esperto in mediazione culturale/familiare,<br />

un avvocato penalista.<br />

Oltre a queste specifiche figure professionali,<br />

sono indispensabili volontari da formare<br />

per integrare le operatrici dell’associazione<br />

che possano anche svolgere attività<br />

di volontariato tramite il sostegno nella<br />

promozione (volantinaggio), nella segreteria,<br />

nella contabilità, nella promozione e<br />

realizzazione di eventi culturali.<br />

indirizzo: raggio di sole via astengo 6/2 savona · Cell: 335 8297675 - 349 7181866 · e-mail: ass-raggiodisole@libero.it<br />

o fare compagnia al malato.<br />

Prima di svolgere le varie attività i volontari<br />

seguiranno un corso di formazione e saranno<br />

opportunamente coperti da assicurazione.<br />

I volontari saranno impegnati secondo la<br />

loro disponibilità e le richieste dei pazienti.<br />

É necessaria la patente per gli spostamenti.<br />

indirizzo: dott f. g. rossi viale martiri della libertà 30 Cairo montenotte · tel: 019 50091 · e-mail: goldi49@alice.it<br />

i n p i l l o l e<br />

15


16<br />

il tema del mese<br />

sJaMo (sào José amici nel Mondo)<br />

L’Associazione SJAMO (Sào José Amici<br />

nel Mondo) è stata costituita ad Albenga<br />

(SV) il 2 febbraio 2000 per volere di<br />

un gruppo di volontari che sin dal 1986<br />

opera nel settore della cooperazione internazionale<br />

in attività a tutela dell’infanzia<br />

e della famiglia.<br />

LA SJAMO è un’associazione di volontariato<br />

iscritta al registro della Regione<br />

Liguria, è Ente autorizzato dalla Commissione<br />

per le Adozioni Internazionali<br />

presso la Presidenza del Consiglio dei<br />

Ministri di Roma, è Organizzazione non<br />

Governativa (ONG) riconosciuta dal Ministero<br />

degli Affari Esteri – Roma.<br />

Le direttrici attraverso cui si sviluppa<br />

l’azione dell’associazione sono:<br />

- assunzione di iniziative di cooperazione<br />

con i paesi in via di sviluppo attraverso<br />

progetti rivolti alla tutela dei<br />

minori e della famiglia;<br />

- servizio adozioni internazionali in<br />

conformità ai principi della Convenzione<br />

fatta a l’Aja il 29 maggio 1993 e<br />

secondo la legge n.476 del 31 dicembre<br />

1998 di ratifica ed esecuzione della predetta<br />

Convenzione e modifica della legge<br />

n.184 del 4 maggio 1983, in tema di<br />

adozione di minori stranieri;<br />

- sensibilizzazione dei giovani ai temi<br />

della cooperazione, educazione alla<br />

mondialità e al co-sviluppo.<br />

L’associazione ha bisogno di 10 volontari:<br />

- 4 volontari da impiegare nelle attività<br />

di promozione dei progetti e dell’ente:<br />

organizzazione di eventi, banchetti,<br />

ecc..<br />

- 2 volontari da impiegare nelle attività<br />

per le adozioni internazionali: in ufficio<br />

a supporto degli operatori dell’ente,<br />

a supporto dell’organizzazione degli<br />

incontri con le famiglie (formazione,<br />

corsi, meeting, ecc..), animatori con i<br />

bambini;<br />

- 2 volontari da impiegare nelle attività<br />

di progettazione: in ufficio a supporto<br />

degli operatori dell’ente, sito internet,<br />

marketing;<br />

- 2 volontari da impiegare nelle attività<br />

amministrative e di programmazione:<br />

in ufficio a supporto degli operatori<br />

dell’ente, contabilità, sportello telefonico.<br />

I giorni possono essere concordati con<br />

le singole persone partendo da un minimo<br />

di un giorno ad un massimo di 5<br />

giorni alla settimana.<br />

Per quanto riguarda gli orari di servizio,<br />

anche questi possono essere concordati<br />

con le singole persone compatibilmente<br />

con le attività previste. Comunque si<br />

parte da una base di 4 ore settimanali<br />

fino a 20 ore per settimana.<br />

Tutti i volontari dovranno avere una<br />

forte motivazione ad operare nel settore<br />

della difesa dei diritti dei bambini e<br />

della famiglia.<br />

Inoltre, essendo l’associazione un ente<br />

che opera in un settore dove occorre<br />

dare alla Comunità dei servizi regolamentati<br />

da leggi specifiche, occorre che<br />

i volontari siano diplomati o laureati,<br />

siano disponibili a frequentare specifici<br />

percorsi formativi, e abbiano le seguenti<br />

caratteristiche:<br />

1) I volontari da impiegare nelle attività<br />

di promozione dei progetti e dell’ente,<br />

dovranno avere le seguenti abilità:<br />

- avere facilità nei contatti interpersonali.<br />

2) I volontari da impiegare nelle attività<br />

per le adozioni internazionali:<br />

- abilità di tipo organizzativo, saper<br />

usare il computer.<br />

3) I volontari da impiegare nelle attività<br />

di progettazione:<br />

- familiarità con sito internet e uso del<br />

computer.<br />

4) I volontari da impiegare nelle attività<br />

amministrative e di programmazione:<br />

- saper usare il computer, avere familiarità<br />

con compiti di segreteria e contabilità.<br />

indirizzo: sJamo via lungo Centa Croce Bianca 12 albenga · tel: 0182 559156 · e-mail: sjamo@eutelia.com<br />

asTRa onlus (associazione scientifica Terapia e Ricerca antalgica)<br />

ASTRA Onlus (Associazione Scientifica<br />

Terapia e Ricerca Antalgica) cerca da 4<br />

a 8 volontari per organizzazione eventi<br />

formativi, corsi di formazione abilitazione<br />

macchinari sanitari, attività di<br />

sostegno o accompagnamento utenti<br />

(controllate da operatori professionali<br />

e specializzati) e per segreteria e promozione.<br />

Trattandosi di volontari l’as-<br />

sociazione comunicherà agli interessati<br />

le date e gli orari delle attività settimanali<br />

(corsi di formazione, promozione,<br />

ecc.) chiedendo la disponibilità che<br />

sarà inoltre determinata dal volontario<br />

stesso in termini di tempo e di collaborazione.<br />

Ad ogni singolo volontario<br />

verrà dato un Codice Comportamentale<br />

a cui attenersi strettamente. Le carat-<br />

indirizzo: astra via verzellino 6/10 savona · tel: 019 8489096 · e-mail: astra.onlus@astraonlus.eu<br />

teristiche del volontario si determinano<br />

al primo colloquio sulla base delle sue<br />

caratteristiche e in relazione ai bisogni<br />

e gli indirizzi progettuali e programmatici<br />

di Astra Onlus e dal Centro Medico<br />

Multidisciplinare (CMM Villa Ridente)<br />

che fornirà gratuitamente come risorse:<br />

struttura, strumenti, personale altamente<br />

specilizzato.


il volontariato è anChe parte del nostro futuro<br />

Quando si incontrano due generazioni<br />

Q<br />

uale può essere la ragione per la quale la gente<br />

decide di fare volontariato?<br />

Immagino che ciò sia dovuto ad un sentimento<br />

altruistico interiore che spinge alcuni singoli a<br />

donare qualcosa di se stessi al prossimo.<br />

Provo ad esprimere alcune considerazioni maturate nel tempo.<br />

Il numero di coloro che praticano il volontariato oggi è abbastanza<br />

elevato e una prima osservazione da fare è che le donne<br />

sono di gran lunga le più presenti. Una seconda osservazione<br />

invece mi suggerisce di mettere a confronto due concezioni<br />

non propriamente collimanti fra loro. La prima riguarda la disponibilità<br />

di mettere il proprio tempo a disposizione di chi ha<br />

bisogno. La seconda ha un profilo più sottile, invisibile, spesso<br />

non identificabile; si tratta della necessità di auto gratificarsi<br />

dedicandosi comunque al prossimo, così da sentirsi utili alla<br />

società, ma dedicando inconsciamente quel dono, più a se<br />

stessi che agli altri.<br />

Succede che nell’arco della vita si debba subire mal volentieri<br />

qualcosa o qualcuno, peggio ancora è quando si deve anche<br />

tacere. Questo può avvenire nell’ambito del proprio lavoro,<br />

in famiglia e in altre circostanze. Quelle frequenti situazioni<br />

le possiamo sicuramente considerare deleterie ai fini di una<br />

meritata serenità. Un bel giorno tuttavia, con la complicità<br />

dell’età, qualche volta malvolentieri ma molto più spesso con<br />

un senso di liberazione, si va in pensione. A questo traguardo<br />

non sempre si giunge come si sarebbe voluto; durante il lungo<br />

percorso appena concluso si può giungere soli, con dei figli<br />

grandi a volte distaccati se non lontani, oppure decisamente<br />

soli, questo vale soprattutto per le donne. Il proprio “salvataggio”,<br />

a questo punto, si può trasformare nel bisogno di aiutare<br />

qualcun altro.<br />

Ma vediamo come ci si può avvicinare praticamente al volontariato<br />

al termine del ciclo lavorativo..<br />

L’interessamento di un’amica, un incontro occasionale o qualsiasi<br />

altra motivazione, possono rappresentare l’attimo che fa<br />

scattare la molla per rimettersi in gioco. Per far rivivere, magari,<br />

quelle specificità che in passato si sono dovute nascondere<br />

e che fino ad ora giacevano nell’oblio. Tutto ad un tratto<br />

sbocciano come un fiore. Ritorna la voglia di dare il meglio di<br />

se stessi. Il passo per entrare a far parte del volontariato è<br />

breve.<br />

L’ingresso può avvenire timidamente ma non passa mai troppo<br />

tempo per assaporare l’atmosfera della collaborazione che si<br />

trasforma velocemente in solidarietà. Ben presto ci si sente<br />

responsabilizzati avvalorando la propria autostima e da quel<br />

momento è più facile sentirsi coinvolti nella fase successiva,<br />

quella progettuale. Un modo semplice ma efficace per mettere<br />

in campo la propria personalità, il proprio Io. Possiamo proseguire<br />

il nostro cammino con modestia e questo potrà consolidare<br />

il piacere di aver intrapreso la strada giusta. Non riterrei<br />

secondario quest’ultimo aspetto, perché sinceramente non<br />

Marita Zanella, auser<br />

mi sembra possibile praticare l’immodestia senza provocare<br />

lacerazioni alla solidarietà comune. Un tale atteggiamento è<br />

inaccettabile e non porterebbe da nessuna parte chi lo adottasse.<br />

Dico queste cose, che possono turbare chi legge, perché<br />

dopo tanti anni passati nel mondo del volontariato ho assistito<br />

anche a forme diverse di partecipazione. Sarebbe opportuno,<br />

a questo proposito, istituire corsi di formazione e di indirizzo<br />

per nuovi volontari affinché il seme della solidarietà cresca e<br />

si sviluppi. Bene! Ora che ho espresso questa mia personale<br />

opinione, mi sembra giusto esaltare il positivo dell’attività di<br />

volontariato. Posso testimoniare che vi sono persone le quali<br />

con umiltà e passione dedicano buona parte del loro tempo libero<br />

alla vita di un Centro, di un servizio, di un progetto senza<br />

lamentarsi. Questo vale per la quasi totalità dei nostri soci<br />

volontari e a questi sento il dovere e l’onore di esprimere una<br />

profonda gratitudine. Senza questo esercito “silenzioso” di<br />

persone, le associazioni di volontariato non potrebbero esistere.<br />

Attenzione però, le nuove generazioni che aderiscono al volontariato,<br />

ossia quelli che si affacciamo ora nel settore, sono<br />

portatori di nuove mentalità e aspirano ad attività e strutture<br />

diverse da quelle alle quali siamo abituati. Mi sembra di ravvisare<br />

un comportamento di accettazione diverso, emerge la<br />

tendenza, per esempio, a passare il tempo giocando a canasta<br />

o frequentando l’UniTre. Di conseguenza si fa strada, per noi,<br />

la necessità di esprimere una politica del volontariato diversa,<br />

più competente e più adeguata. Esistono sicuramente leggi che<br />

regolano tutto questo, a noi l’impegno di trovare gli spazi per<br />

valutare attentamente il fenomeno e affrontare il nuovo che<br />

avanza senza pregiudizi.<br />

17


18<br />

il tema del mese<br />

10 Buoni motivi per arruolarsi nel volontariato<br />

Le suggestioni del Circolo Anima AICS<br />

L<br />

a salute mentale è un tema che ci tocca da vicino<br />

come volontari, come laici, come cristiani<br />

e come cittadini del nostro tempo. La sfida che<br />

viene posta dalla carenza o assenza di salute<br />

mentale è infatti sempre più estesa e non<br />

risparmia nessuno per età, situazione sociale o economica.<br />

Da qui la necessità di cogliere questa occasione preziosa per<br />

fermarsi e riflettere su quali siano le ricadute sulla nostra<br />

società civile, come rispondere alle numerose domande che<br />

ci interpellano e non possiamo fingere di non sentire.<br />

Nel 2001 e precisamente il 7 aprile, in occasione della Giornata<br />

Mondiale per la Salute Mentale, l’allora Direttore Generale<br />

dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Dr.ssa Gro<br />

Harlem Brundtland affermò che la strada verso una reale<br />

presa di coscienza della situazione era ancora lunga e piena<br />

di ostacoli quali, ad esempio, la vergogna e i miti. A suo<br />

parere sarebbero state poche le famiglie che nel corso della<br />

loro vita non si sarebbero imbattute con il problema della<br />

salute mentale o che sarebbero state in grado di gestire e risolvere<br />

momenti difficili senza chiedere aiuto e assistenza.<br />

Proseguiva rilevando però che, nonostante tutto, sembrava<br />

che la società, che noi tutti fingessimo di non sapere o intenzionalmente<br />

evitassimo di considerare tale realtà assai<br />

complessa.<br />

Franco Costantino<br />

É infatti questo un tema che spesso allontaniamo con timore<br />

piuttosto che affrontarlo con interesse e solidarietà verso<br />

coloro che ne soffrono in modo più evidente e grave. Se<br />

infatti la salute mentale riguarda la vita di ciascuno, come<br />

parte dei disagi che spesso segnano l’esistenza umana, solo<br />

alcune persone, e purtroppo in numero crescente, ne soffrono<br />

in modo veramente cronico e grave.<br />

L’anima della società è vera custode della sofferenza e<br />

dell’ospitalità e in tal senso vorrei che, i laici, i cattolici,<br />

professionisti e volontari, comuni cittadini e coloro<br />

che rivestono ruoli di responsabilità civile e istituzionale,<br />

prendessero sempre più coscienza che è compito proprio e<br />

singolare di come affrontare la sofferenza e di come senza<br />

pregiudizio ma con grande spirito di fratellanza, reciprocità<br />

e amore possa essere sconfitta o accompagnata.<br />

Certamente essere amati o amare il prossimo gratuitamente<br />

in questa società di consumo diventa e risulta difficile, ma<br />

chi soffre di malattia mentale o chi ha un parente, amico,<br />

vicino malato sa bene che questa realtà è spesso segnata<br />

dall’assenza di speranza, gioia e a volte anche di affetto. La<br />

restituzione alle realtà locali e territoriali della cura, a seguito<br />

della Legge 180 del 1978, spesso non è seguita dalla<br />

presa in carico della società civile e ancor meno della propria<br />

comunità di appartenenza.<br />

Dai un poco - Dai tanto - Hai dato a te stesso<br />

10<br />

1 - Vuoi aiutare altre persone<br />

2 - Aiutare gli altri può farti sentire bene<br />

3 - Il lavoro di gruppo ti interessa<br />

4 - Può restituirti molta della tua sicurezza<br />

5 - Puoi conoscere nuove persone e costruire nuove amicizie<br />

6 - É un ottimo modo per spendere il tuo tempo libero<br />

7 - Il volontariato può aiutarti a conoscerti meglio<br />

8 - Ti spinge fuori di casa facendoti prendere parte a una comunità<br />

9 - Il volontariato vuole far crescere la tua esperienza nella vita<br />

buoni motivi per “arruolarsi“<br />

E come ultimo...<br />

10 - É un bene per la tua salute - sia fisica che mentale<br />

Volontariato è essere parte di una comunità attiva


Alle preoccupazioni emerse a Bruxelles il 12 - 13 giugno<br />

2008 nella conferenza sulla salute mentale, nella quale è<br />

stato presentato un “Patto Europeo per la Salute Mentale<br />

e il Benessere” è emerso che “non c’è salute senza salute<br />

mentale”.<br />

Ogni anno l’11% dei cittadini europei presenta una forma di<br />

sofferenza mentale; la depressione è uno dei disordini mentali<br />

più gravi e più diffusi e spesso è connessa alle numerose<br />

condotte suicidarie (ogni 9 minuti in un paese della Comunità<br />

Europea una persona arriva al suicidio).<br />

Il Patto Europeo ha preso atto delle sfide che si dovranno sostenere<br />

per far fronte al problema della salute mentale e ha<br />

individuato cinque ambiti chiave di intervento:<br />

– la prevenzione del suicidio e della depressione;<br />

– la salute mentale tra i giovani;<br />

– sul lavoro;<br />

– tra gli anziani;<br />

– la lotta contro la stigmatizzazione e l’esclusione sociale.<br />

Da qui la necessità di sinergia di interventi che veda protagonisti<br />

non solo tecnici addetti ai lavori, le associazioni<br />

di volontariato, di promozione sociale e coloro che possono<br />

organizzare corsi di sensibilizzazione e formazione perchè,<br />

oltre alle necessarie azioni di cura, si prevedano a monte interventi<br />

culturali e di prevenzione.<br />

Solo una nuova mentalità, capace di curare la persona e non<br />

ridurla alla propria malattia, potrà contribuire a estirpare i<br />

tanti pregiudizi che avvolgono tale contesto e a rilanciare<br />

la necessità di un’assunzione di responsabilità da parte di<br />

ciascuno.<br />

In questo percorso educativo la famiglia e la scuola hanno<br />

bisogno di supporto proveniente dalla società civile e dalle<br />

istituzioni pubbliche.<br />

Sono infatti buone le leggi, che governano la società, che<br />

possono favorire o meno l’inserimento in essa delle persone<br />

con disagio mentale, la presa in carico della loro situazione,<br />

il sostegno alle loro famiglie, la sensibilizzazione del contesto<br />

sociale. Ma mancano adeguate e sufficienti risorse per la<br />

loro corretta applicazione.<br />

Una significativa e credibile esperienza è attiva dal 2003<br />

all’interno della Struttura Psichiatrica Residenziale Terapeutica<br />

Riabilitativa “Villa Ridente” di Albissola Marina<br />

(www.villaridente.it) attraverso l’ingresso e la costituzione<br />

di un Circolo AICS denominato ANIMA.<br />

Caratteristica estremamente singolare, unica in Italia, del<br />

Circolo è la sua composizione,ovvero, i soci sono i pazienti e<br />

gli operatori che vi lavorano.<br />

Il Circolo ANIMA AICS e Villa Ridente promuovono momenti<br />

di sensibilizzazione aperti a tutta la cittadinanza per sconfiggere<br />

pregiudizi e paure, mettendo in cantiere corsi di formazione<br />

per preparare nuovi volontari e percorsi educativi<br />

per giovani, non solo per contrastare la cultura che presenta<br />

la normalità della vita sempre contraddistinta dai tratti della<br />

salute e del benessere fisico e psichico, ma anche offrire<br />

una visione civile e sociale completa della vita umana.<br />

Promuovere la salute e il benessere significa anche prevenire<br />

le situazioni di disagio.<br />

L’associazione ha bisogno di volontari che svolgano<br />

attività ludico ricreative, disposti a frequentare<br />

corsi di arte terapia, cinema terapia, ippoterapia<br />

e agroterapia. Trattandosi di volontari la struttura<br />

comunicherà agli interessati le date e gli orari delle<br />

attività settimanali chiedendo la disponibilità, che<br />

sarà determinata dal volontario in termini di tempo<br />

e di collaborazione. altresì a ogni singolo volontario<br />

verrà dato un Codice Comportamentale a cui attenersi<br />

strettamente. Le caratteristiche del volontario si<br />

determinano al primo colloquio sulla base delle sue<br />

caratteristiche e in relazione ai bisogni del Circolo e<br />

della struttura di accoglienza.<br />

associazione Italiana Cultura e sport<br />

settore politiche sociali<br />

Circolo aNIMa, via Donizzetti 29<br />

17012 albissola Marina<br />

Per Info: 349 88 626 46<br />

e Mail: costantino.franco@hotmail.it<br />

19


20<br />

i volontari raccontano<br />

la mia esperienza al <strong>Cesavo</strong><br />

I racconti di Cristina, Alessandro e Patrizia, delle Univesità di Genova<br />

e di Firenze, che hanno svolto il tirocinio presso il nostro Centro<br />

Cristina<br />

Bozzo<br />

Sono stata invitata, dopo parecchio tempo, a parlare della mia<br />

esperienza al <strong>Cesavo</strong> e lo faccio molto volentieri!<br />

Il mio corso di laurea (Scienze dell’Educazione a Genova) prevedeva<br />

un tirocinio obbligatorio presso un ente che io stessa avrei dovuto<br />

scegliere. Dopo un po’ di indecisione, il Centro di Servizi al Volontariato<br />

mi è sembrato il posto che mi avrebbe dato delle buone possibilità<br />

di conoscere le risorse del territorio e di capire meglio come<br />

sarebbe stato uno degli sbocchi lavorativi al quale la mia laurea mi<br />

stava preparando.<br />

É stato molto stimolante il fatto che mi sia stata affidata un’indagine<br />

sul territorio della mia città da svolgere da sola; il tutto grazie<br />

a Viviana Marconi che mi ha aiutato ad impostare una ricerca e soprattutto<br />

a farlo nel miglior modo possibile dati i tempi ristretti.<br />

Scopo della ricerca? Conoscere le motivazioni che spingono i giovani<br />

a fare volontariato, ma soprattutto, capire cosa potrebbero fare<br />

le associazioni di volontariato per attirare i giovani al loro interno.<br />

Questo lavoro si legava bene a quello della mia tutor, Viviana, che in<br />

quel periodo si occupava di coinvolgere nel mondo del volontariato i<br />

bambini e i ragazzi che ancora frequentavano la scuola; il mio lavoro<br />

si indirizzava invece alla fascia d’età successiva, cioè a tutti coloro<br />

che avevano terminato il corso obbligatorio di studi.<br />

Si è scelto di utilizzare come metodo di indagine il questionario<br />

a domande chiuse, che è stato somministrato a 100 giovani di età<br />

compresa tra i 18 e i 28 anni, 50 volontari e 50 non volontari.<br />

La scelta di coinvolgere nell’indagine i non volontari è stata fatta<br />

per conoscere anche il punto di vista di coloro che sono “estranei”<br />

al mondo del volontariato e capire che cosa, secondo loro, un’associazione<br />

potrebbe fare per coinvolgerli.<br />

Nonostante i giovani volontari non fossero molti ho trovato collaborazione<br />

da parte dei responsabili delle associazioni che hanno facilitato<br />

il mio lavoro, rispondendo velocemente alle mie richieste.<br />

Le domande dei questionari erano diverse, ma l’ultima è quella che<br />

ha permesso al <strong>Cesavo</strong> di avere dei dati importanti:<br />

“secondo te, cosa potrebbe fare un’associazione per coinvolgere<br />

maggiormente i giovani?”<br />

Secondo i due campioni la modalità più efficace con cui un’associazione<br />

può coinvolgere i giovani è quella di dare informazioni<br />

sulle attività che si possono svolgere al suo interno; molto meno<br />

importante è il dare informazioni sull’associazionismo in generale,<br />

forse perché attraverso pubblicità o dibattiti a scuola il fenomeno<br />

è già ampiamente conosciuto. Ai quei giovani premeva sapere ciò<br />

che concretamente si può fare in una associazione, probabilmente<br />

per sapere se si è in grado di svolgere una determinata mansione.<br />

Sono emersi inoltre due suggerimenti pratici: quello di far entrare<br />

i giovani all’interno delle associazioni con “visite guidate” e quello<br />

di fornire la formazione necessaria a svolgere il servizio, in termini<br />

di competenza tecnica e conoscitiva delle problematiche coinvolte.<br />

Queste le conclusioni dello specifico lavoro di ricerca, sulla base del<br />

quale ho scritto la mia tesi di laurea, la quale ha interessato molto<br />

la commissione, ipotizzando un allargamento della ricerca alla realtà<br />

della città di Genova e quindi ad un confronto tra le due città.<br />

Mi sono appassionata molto a questo incarico poiché è stata la prima<br />

occasione, dopo anni di solo studio, in cui ho tentato di mettere<br />

in pratica le mie conoscenze e le mie capacità di lavoro, cercando di<br />

imparare a lavorare in gruppo e a rapportarmi con gli altri, sia in un<br />

rapporto formale (con i responsabili delle associazioni) che in un<br />

rapporto informale (con i ragazzi intervistati e con i miei colleghi):<br />

un’esperienza senza dubbio positiva.<br />

www.opticsavona.it<br />

IL MOTORE DI RICERCA DEI SERVIZI SuLL’IMMIgRAZIOnE,<br />

L’EMARgInAZIOnE, LA LOTTA AL DISAgIO E LE nuOVE pOVERTà<br />

C A R I T A S


alessandro<br />

gozzi<br />

Il <strong>Cesavo</strong> è un posto interessante dove svolgere un’attività di tirocinio;<br />

io, lì, ne ho fatti addirittura due! Vi dirò del primo.<br />

Nel 2006/07 ero iscritto all’Università di Firenze, Facoltà di Scienze<br />

della Formazione, corso di Laurea in “Formatore per lo sviluppo<br />

delle risorse umane e dell’interculturalità”. Il piano di studi prevede<br />

l’attività di “tirocinio formativo”, che può essere collegata all’argomento<br />

della tesi di laurea. Ho scelto di utilizzare questa opportunità,<br />

e così la mia tesi di laurea si è basata sull’attività fatta al<br />

centro servizi.<br />

Il mio è stato un tirocinio un po’ particolare, perché centrato proprio<br />

sull’organizzazione <strong>Cesavo</strong>. Ho cercato di capire quale fosse il<br />

ruolo che il centro svolge in provincia al servizio delle associazioni<br />

di volontariato. Ho scoperto che il centro, oltre alle consulenze<br />

di tipo tecnico, offre alle associazioni importantissimi elementi di<br />

riflessione sul senso dell’azione volontaria. Inoltre, vista la tipologia<br />

del mio corso di studi, ho centrato l’attenzione sulla struttura<br />

d’impresa attraverso la quale il centro funziona, cercando di coglie-<br />

patrizia<br />

Cupis<br />

Mi chiamo Cupis Patrizia, mi sono laureata in Scienze dell’Educazione<br />

a Genova nel settembre 2007 con 109/110 e ho svolto il tirocinio<br />

di 150 ore presso il <strong>Cesavo</strong> con il tutoraggio della dott.ssa Viviana<br />

Marconi. Questo tirocinio mi ha permesso di fare esperienza nei<br />

due settori che interessano la mia vita professionale e personale:<br />

l’educazione dei giovani e l’intercultura. Questi sono i motivi<br />

per i quali ho scelto di svolgere la tesi in pedagogia interculturale<br />

con il titolo: “Educazione alla comprensione dell’altro: esperienze<br />

a confronto e loro valutazione” con il prof. Ricci, per la quale ho<br />

seguito alcuni progetti proposti nelle scuole di Albenga e Finale<br />

Ligure e i progetti che la Bottega del Commercio Equo e solidale di<br />

Savona presenta nelle scuole savonesi. Grazie al <strong>Cesavo</strong> ho potuto<br />

fare esperienza sulla formazione svolta nelle scuole di ogni ordine<br />

e grado che ha l’obiettivo di avvicinare i giovani al volontariato e<br />

alla comprensione del mondo della disabilità. Questa esperienza è<br />

stata per me molto formativa perché ho approfondito la conoscenza<br />

delle tecniche di comunicazione e ho osservato come la testimo-<br />

re le specificità dei centri servizi e le scelte operate dal <strong>Cesavo</strong> in<br />

particolare.<br />

É stato un percorso molto interessante, che mi ha molto arricchito,<br />

perché il <strong>Cesavo</strong> è un posto particolare. Infatti, pur essendo un<br />

centro servizi al volontariato che risponde, come tutti gli altri, ad<br />

una mission precisa, definita dall’ordinamento giuridico, lo staff del<br />

centro ha sicuramente letto in modo molto approfondito le finalità<br />

della legge; ha, infatti, provato ad andare un po’ oltre la semplice<br />

erogazione di consulenze a sportello, aprendosi anche al non facile<br />

campo della formazione. In più, il gruppo di lavoro del centro si è interrogato<br />

su quali fossero le modalità organizzative più efficaci per<br />

interagire con le associazioni di volontariato e sulla base di queste<br />

riflessioni è stato capace di ri-definire la sua stessa struttura, con<br />

un lavoro di grande spessore teorico e impegno pratico.<br />

Al <strong>Cesavo</strong> non ti nascondono nulla, sono aperti al dialogo, al confronto,<br />

all’ascolto; queste sono qualità rare, che però, chi lavora<br />

nella progettazione sociale, dovrebbe sempre mostrare! Al <strong>Cesavo</strong><br />

puoi confrontarti con veri esperti di progettazione europea, gratuitamente,<br />

senza dover andare a fare un master in qualche università.<br />

Il centro, infatti, partecipa, ormai da anni, a bandi europei sui temi<br />

del volontariato, lavorando in rete con altre associazioni di moltissimi<br />

paesi dell’Unione. Progettare in rete a questo livello implica<br />

capacità di relazione, desiderio di innovazione e grandi competenze<br />

tecniche. Se sei interessato al tema della rendicontazione sociale<br />

nel mondo no profit la lettura del Bilancio sociale del centro e una<br />

chiacchierata con le persone che ci lavorano, ti darà qualche buona<br />

informazione.<br />

nianza diretta di chi vive una disabilità, riesce a creare empatia<br />

con i bambini, che in questo modo riescono a superare le loro paure<br />

nei confronti del “diverso” e si avvicinano alla sua comprensione.<br />

Tutto questo mi ha aiutato a formare le competenze necessarie per<br />

cominciare ad occuparmi di educazione nelle scuole per la Bottega<br />

del commercio equo Kikoa di Albenga della quale sono presidente<br />

e responsabile dell’educazione. Infatti la nostra associazione si<br />

occupa di educazione alla mondialità e grazie alle tecniche che ho<br />

appreso durante il mio tirocinio, ho realizzato, in collaborazione<br />

con la dott.ssa Morano, alcuni progetti da presentare nelle scuole<br />

medie e elementari di Albenga, che hanno permesso ai bambini e ai<br />

loro genitori di avvicinarsi al commercio equo e solidale. Un altro<br />

importante progetto al quale il <strong>Cesavo</strong> ha lavorato mentre svolgevo<br />

il mio tirocinio è stato quello di mettere in relazione alcune delle<br />

tantissime associazioni presenti sul territorio di Albenga, cercando<br />

di creare una rete che potesse portare a termine dei progetti comuni.<br />

In questa occasione l’associazione Kikoa è diventata membro<br />

di un coordinamento di organizzazioni che operano nel volontariato<br />

ingauno: il CO.CO.DE.A. dal quale è nato “Il treno della solidarietà”,<br />

un progetto di educazione nelle scuole che ha visto la collaborazione<br />

di tutte le associazioni del coordinamento.<br />

Tale collaborazione continuerà con nuovi progetti e nuovi membri<br />

che si stanno aggiungendo, tra i quali alcune associazioni di migranti<br />

di varie nazionalità, che sicuramente arricchiranno l’offerta<br />

educativa in un territorio così fortemente caratterizzato dall’immigrazione<br />

e contribuiranno a realizzare quell’educazione alla comprensione<br />

dell’altro che era il tema della mia tesi.<br />

21


22<br />

i volontari raccontano<br />

il mio servizio Civile nel Centro pastorale di mWylanvia 1<br />

Il racconto di Giulia Marsigli volontaria in Tanzania<br />

Il prOgettO:<br />

dalla teoria alla pratica<br />

Oggi è domenica e, come sempre, il Centro<br />

Pastorale (il luogo dove vivo) è pieno di persone:<br />

studenti delle scuole vicine, mamme<br />

con pulcini neri sulle spalle, giovani e anziani.<br />

Una folla impaziente che aspetta di<br />

entrare in chiesa per assistere alla messa.<br />

É incredibile osservare come i tanzaniani<br />

che abitano nei villaggi vivano la fede: una<br />

vera festa. Una messa può durare anche 2<br />

ore. Due ore di preghiere e canti di giubilo.<br />

Forse non riesco a capire o forse sto ancora<br />

cercando, ma rispetto profondamente il<br />

loro modo di avvicinarsi a Dio, a Gesù e alla<br />

Chiesa in genere.<br />

In Italia, anche se abbiamo il Vaticano (o<br />

forse proprio per questo motivo) andare<br />

in chiesa non rappresenta una festa. Noi<br />

viviamo la fede come un dovere o come<br />

qualcosa di intrinseco alla nostra cultura<br />

cristiano-cattolica sulla quale non ci poniamo<br />

più domande. É raro, infatti, incontrare<br />

autentici credenti che vivono la fede<br />

quotidianamente. Ma quando ne incontri<br />

uno ne percepisci la forza e risulta piacevole<br />

ascoltare ciò che costui ha da dire (anche<br />

se puoi non essere d’accordo). Inoltre ti<br />

rendi conto di quanto sembri più semplice<br />

per un credente, affrontare i problemi. Invece<br />

di arrovellarsi in cerca di una soluzione<br />

immediata, essi si adagiano aspettando<br />

quella soluzione che sanno arriverà. Come<br />

lo sanno? Semplice, pregano per questo.<br />

Quindi anche se sommersi dai problemi più<br />

disperati è sorprendente notare come mantengano<br />

la loro pace interiore.<br />

Quando penso all’agitazione che tendenzialmente<br />

mi pervade di fronte ai problemi,<br />

allora desidererei anch’io credere e mantenere<br />

quella calma interiore che poi è la vera<br />

soluzione ad ogni problema.<br />

Ma veniamo al punto: che ci faccio qui in<br />

Tanzania?<br />

Risposta: un anno di servizio Civile.<br />

Il Servizio Civile nazionale o internazionale<br />

così come lo conosciamo oggi, ha alle spalle<br />

anni di storia controversa e nomi di persone<br />

che hanno rischiato in prima persona<br />

per vederne riconosciuto lo statuto. Oggi il<br />

Servizio Civile è “l’attuazione di una legge<br />

che ha come finalità il coinvolgimento delle<br />

nuove generazioni nella difesa della Patria<br />

con mezzi non armati e non violenti, me-<br />

diante servizi di utilità sociale”.<br />

Prima di ottenere questo riconoscimento<br />

ufficiale il S.C. ha vissuto periodi in cui<br />

gli obiettori di coscienza (i veri precursori)<br />

venivano giudicati dal tribunale militare<br />

come disertori e puniti col carcere (sempre<br />

meglio dell’arena dove al tempo dei Romani<br />

venivano sacrificati i cristiani che rifiutavano<br />

di arruolarsi in nome del principio:<br />

io Cristiano, io non uccido).<br />

Per molti avrà pure rappresentato l’unica<br />

alternativa al servizio di leva obbligatorio<br />

ma per altrettanti ha significato un<br />

reale impegno sociale. Un esempio fu il rifiuto<br />

di massa del servizio militare da parte<br />

dei giovani di tutta Italia in occasione del<br />

Terremoto del Belice, avvenuto in Sicilia nel<br />

gennaio del 1968, che rappresentò uno dei<br />

più gravi episodi di calamità naturali nella<br />

storia del dopoguerra italiano.<br />

Perché addestrarsi alla guerra di fronte alla<br />

necessità di braccia per ricostruire i paesi<br />

devastati e sostenere le famiglie colpite da<br />

questa disgrazia?<br />

In seguito, nel 1972 la legge Martora elargì<br />

l’indulto a tutti gli obbiettori che, fino a<br />

quel momento in carcere, furono rilasciati.<br />

É solo nel 2001 comunque che, con la legge<br />

64, il S.C. venne istituito in Italia.<br />

Per quanto riguarda il s.C. Internazionale,<br />

già nella seconda metà degli anni 60 la legge<br />

Peghini aveva approvato il suo impiego<br />

nei paesi in via di sviluppo.<br />

Mi piace pensare al S.C.I. come a un’im-


portante possibilità di esperienza di vita<br />

che lo Stato concede ai ragazzi/e compresi<br />

nella fascia d’età 18-28. Un anno durante il<br />

quale i più giovani possono individuare il<br />

loro percorso di studi e i più maturi trovare<br />

stimoli per un possibile lavoro. Il tutto<br />

sull’onda del criterio “imparare facendo”,<br />

dove il giovane viene affiancato da persone<br />

più esperte portando avanti mansioni allo<br />

scopo di “valorizzare al massimo le risorse<br />

personali di ognuno” e dove l’impegno<br />

principale richiesto al ragazzo è quello di<br />

una apertura al confronto.<br />

Mi è sempre piaciuto il criterio dell’“imparare<br />

facendo” e ho sempre desiderato<br />

impegnarmi anima e corpo in un progetto<br />

che potesse avere una finalità sociale e<br />

possibilmente interculturale, dove finalmente<br />

potevo mettere a frutto le mie capacità<br />

linguistiche e soddisfare la mia curiosità<br />

nei confronti di altre culture.<br />

Il S.C.I. mi sta offrendo questa possibilità.<br />

Grazie al mio anno di studio (4°superiore)<br />

a Seattle ho capito quali fossero le mie<br />

responsabilità sia nei confronti della mia<br />

famiglia, sia nei confronti della società in<br />

cui vivo.<br />

É da allora che cerco un campo di prova e<br />

il mio volontariato, qui in Tanzania, sta rispondendo<br />

in pieno al mio desiderio.<br />

Mi sento mentalmente libera e felice di perseguire<br />

quello in cui ho deciso di credere. Il<br />

mio compito qui è quello di prendermi cura<br />

di alcuni aspetti riguardanti il Pastoral<br />

Center, le persone che vi interagiscono e<br />

i destinatari del progetto Caritas sostenuto<br />

dalla diocesi di assisi.<br />

Il problema principale e costante riguarda<br />

il coordinamento di due diverse realtà.<br />

Una italiana, ovvero quella dei nostri superiori<br />

(ai quali dobbiamo riferire il nostro<br />

operato); l’altra tanzaniana, ovvero la quotidianità<br />

della nostra vita a contatto con la<br />

popolazione locale.<br />

Il principale mezzo di comunicazione tra noi<br />

e Assisi è affidato quasi esclusivamente a<br />

internet (eccetto per un uso saltuario del<br />

cellulare di servizio).<br />

L’anno scorso le volontarie erano dotate,<br />

oltre che del lap top, anche di un satellitare<br />

che garantiva loro un accesso ad internet<br />

pressoché costante (considerando le limitazioni<br />

energetiche di cui parlerò in seguito).<br />

Quest’anno, visti i costi elevati, siamo state<br />

private del satellitare.<br />

Ciò comporta, ogni volta, 20 minuti di bicicletta<br />

verso l’unico internet point disponibile<br />

a Kasulu, cittadina a due ore (strada<br />

sterrata permettendo) da Kigoma capoluogo<br />

della regione omonima, quest’ultima<br />

situata sul lago Tanganika.<br />

Sfortunatamente il suddetto internet point<br />

è stato fuori servizio per due mesi e lo<br />

è tutt’ora, con un conseguente ritardo di<br />

istruzioni e quindi del proseguimento del<br />

progetto stesso. Recentemente abbiamo<br />

scoperto che la chiesa anglicana di Kasulu<br />

offre un servizio internet a costi però<br />

più elevati, con una più alta densità di<br />

utenti rispetto ai computer disponibili e ad<br />

orari che ci obbligano a rientrare a casa a<br />

tarda sera, quando per strada ormai è buio<br />

a causa della mancanza di elettricità.<br />

La nostra casa è il Pastoral Center di Mwilanvya.<br />

Il centro è costituito da una decina<br />

di semplici edifici (fatti di mattoni, legno<br />

e tetti di lamiera) che ospitano rispettivamente:<br />

1) due preti (parlanti kiswahili e inglese)<br />

uno dei quali, F. Ezekiel, è il nostro responsabile<br />

in loco;<br />

2) tre suore francescane (parlanti kiswahili<br />

e francese) responsabili della cucina e<br />

dell’amministrazione del P. C.;<br />

3) eventuali ospiti o seminaristi;<br />

4) i volontari ed eventuali altri ospiti;<br />

5) dormitorio;<br />

6) due aule studio/seminari, una pseudo<br />

biblioteca sempre chiusa, un laboratorio/<br />

negozio di sartoria;<br />

7) un ufficio/reception;<br />

8) la cucina e il refettorio;<br />

9) il magazzino per attrezzatura sportiva<br />

e materiale vario;<br />

10) una stalla.<br />

Al centro di tutto è situata la piccola e simpatica<br />

chiesa della parrocchia (quella straripante<br />

di gente la domenica). L’ elettricità<br />

è fornita tramite generatore a benzina o da<br />

pannelli solari che, anche se attualmente<br />

sono fuori uso nel nostro edificio, garantiscono<br />

due ore di luce a sera. Non abbiamo<br />

acqua corrente, la doccia è rappresentata<br />

da secchi d’acqua bollenti (a volte a rischio<br />

ustione) che tutte le sere le ragazze della<br />

cucina ci portano caricandoseli leggiadramente<br />

sulle loro teste (se lo facessi io<br />

probabilmente irrigherei le aiuole).<br />

Tutti questi aspetti rendono simpatiche anche<br />

le più semplici azioni quotidiane, ci avvicinano<br />

alla realtà delle famiglie locali e ci<br />

dimostrano quanta acqua riusciamo a sprecare<br />

in Italia.<br />

Facciamo colazione tutte le mattine alle<br />

8:00 (tranne la domenica quando, solo dopo<br />

la messa infinita, riusciamo a bere la nostra<br />

tazza di caffé solubile, pane e miele;<br />

la messa non è obbligatoria), pranziamo<br />

all’una, ceniamo alle 20: 00. Sempre insieme<br />

ai padri o con le suore in occasioni<br />

particolari (compleanni e feste religiose).<br />

Il menu è monotono ma semplice e salutare:<br />

ugali (sorta di polenta di farina di grano e<br />

manioca) che costituisce l’alimento principale<br />

insieme ai fagioli; carne di mucca o<br />

pollo (per chi se lo può permettere); patate<br />

(buonissime); riso bianco, platano (fritto o<br />

stufato); cavolo e verdure varie (tendenzialmente<br />

foglie di zucca, di fagioli, di ma-<br />

23


24<br />

i volontari raccontano<br />

nioca, o mchicha sorta di spinacio). Al mercato<br />

è comunque possibile trovare pomodori,<br />

zucchine, carote, melanzane, cetrioli.<br />

Merita un accenno particolare la frutta!<br />

Ananas (deliziosi), banane, manghi (di diverse<br />

qualità), frutto della passione (diverse<br />

qualità), papaia, avocado… infine sono<br />

diventata una divoratrice di canna da zucchero:<br />

dolce e ricca di acqua è la leccornia<br />

preferita da grandi e piccini.<br />

Il Pastoral Center è provvisoriamente provvisto<br />

di rudimentali campi sportivi: uno da<br />

calcio (da cui periodicamente rubano le porte<br />

di legno e la cui superficie non ha erba ma<br />

“simpatici” sassolini “grattugia-pelle”); e<br />

uno da pallavolo (stessi sassolini, in compenso<br />

i pali per la rete sono stati cementati).<br />

Qui i ragazzi grandi e piccoli si ritrovano<br />

tutti i pomeriggi (tranne se impegnati con<br />

la scuola o i doveri domestici), per le attività<br />

sportive, seguiti dagli allenatori locali<br />

fino al calar del sole. Per un’amante dello<br />

sport come la sottoscritta, è un piacere<br />

testare come lo sport possa rappresentare<br />

un’alternativa alla strada. Dalle ragazze<br />

dell’anno scorso abbiamo ereditato la<br />

supervisione della squadra di pallavolo, di<br />

calcio e della neonata squadra di calcio dei<br />

piccoli (12-14 anni), gli stessi a cui due volte<br />

la settimana propongo una classe d’inglese<br />

che sembra riscuotere successo.<br />

Inoltre organizziamo attività ludiche per<br />

i più piccini (4-12 anni): disegno, musica<br />

(canzoncine accompagnate da chitarra che<br />

strimpello decentemente), giochi vari (da<br />

tavolo, corda, macchinine). In particolare<br />

Lina, la mia compagna d’avventura, si<br />

dedica all’animazione dei più piccoli che<br />

le richiedono una pazienza infinita e polso<br />

fermo. É straordinaria!<br />

L’obiettivo principale del progetto comunque<br />

è quello di proporre corsi professionali:<br />

carpenteria, batik, sartoria (quest’anno).<br />

La sfida è quella di offrire ai ragazzi/e<br />

competenze teorico/manuali necessarie per<br />

insegnare loro un mestiere. Nella realtà,<br />

che abbiamo potuto constatare studiando<br />

gli esiti degli anni passati, questi corsi<br />

hanno un impatto economico-sociale poco<br />

rilevante sulla comunità locale. Tra i vari<br />

motivi uno dipende dal fatto che i giovani,<br />

specialmente nelle zone rurali, non conoscono<br />

il concetto di self-employment.<br />

F. Ezekiel, il nostro responsabile locale, ci<br />

ha spiegato come la mentalità più diffusa<br />

sia quella di aspettare che qualcuno ti offra<br />

il lavoro. Questo comporta una corsa alla ricerca<br />

del lavoretto sporadico magari aspettando<br />

per ore sulla strada, ingannando il<br />

tempo a giocare a biliardo o a bere pombe<br />

(l’alcool locale).<br />

Per le ragazze invece il lavoro non manca<br />

mai, abituate come sono sin dalla tenera<br />

età, a prendersi cura di fratelli e sorelle.<br />

Molte riescono anche a completare la<br />

scuola secondaria (soldi permettendo) ma è<br />

raro che riescano ad accedere all’università,<br />

visto come il loro status di donna sia talmente<br />

legato alla maternità e al lavoro nei<br />

campi. Infatti sono le donne a rientrare dai<br />

campi la sera. Le vedi camminare a gruppi<br />

di 3-4 sul ciglio della strada o sui sentieri<br />

di campagna con le loro andature fiere,<br />

la zappa sulla testa, talvolta seguite dalle<br />

bambine.<br />

Dal punto di vista burocratico poi, il P.C.,<br />

non è un istituto di formazione professionale<br />

poiché manca di determinati requisiti<br />

logistici e infrastrutturali. Quindi, fino ad<br />

oggi, i certificati rilasciati hanno avuto<br />

più un valore di attestato di partecipazione<br />

più che di diploma ufficiale (nonostante<br />

il livello di preparazione dei nostri corsi<br />

sia equiparabile a quelli governativi) e infatti,<br />

tra i compiti affidatici quest’anno, vi è<br />

proprio quello di raccogliere tutte le informazioni<br />

necessarie in vista di una possibile<br />

registrazione ufficiale del P.C. come istituto<br />

professionale.<br />

Fin dall’inizio del progetto (cominciato nel<br />

2004 a Kasumo, 2.600 m, un villaggio a meno<br />

di un’ora a Nord di Mwilanvya, prossimo<br />

alla frontiera col Burundi), è esistito anche<br />

il corso di agricoltura che però nel corso del<br />

tempo ha visto diminuire l’affluenza di studenti<br />

fino ad arrivare alla sua soppressione<br />

per l’anno in corso.<br />

Durante le nostre ricerche nelle due scuole<br />

professionali vicine, ci siamo rese conto<br />

che nessuna di queste offriva un rispettivo<br />

esame governativo finale, ma un semplice<br />

attestato redatto dalla scuola stessa. Mi<br />

sono chiesta: come mai proprio in una nazione<br />

come la Tanzania, dove l’agricoltura<br />

rappresenta la spina dorsale della sua economia<br />

(occupando l’80% della forza lavoro),<br />

le scuole professionali e quindi gli stessi<br />

vocational training institutes non accordino<br />

un maggiore sostegno e riconoscimento a<br />

questo tipo di formazione? Navigando su internet<br />

(l’unica volta che il generatore non è<br />

saltato) alla ricerca di informazioni sul VETA<br />

(l’istituto nazionale per i corsi professionali),<br />

ho trovato un vecchio studio dell’Organizzazione<br />

internazionale del lavoro (ILO/<br />

EMAT) datato 1997. Questa analisi spiega<br />

come dagli anni 80 ad oggi le opportunità<br />

d’impiego nel lavoro formale siano andate<br />

diminuendo e come la nuova forza lavoro<br />

venga via via assimilata nel lavoro nero<br />

e nella agricoltura di sussistenza. Inoltre<br />

spiega come la Tanzania stia soffrendo<br />

della mancanza di figure professionali qualificate<br />

in settori come quello minerario e<br />

dell’ospitalità. Il fatto poi che il settore<br />

formale non stia creando nuovi posti di lavoro,<br />

dimostra che l’economia della Tanzania<br />

è sostenuta principalmente dal lavoro<br />

nero nelle aree urbane e dall’agricoltura<br />

di sussistenza nelle aree rurali. La fine del<br />

nostro corso di agricoltura e la mancanza di<br />

esami governativi relativi nelle due scuole<br />

di Kasulu (area rurale) da noi visitate,<br />

potrebbe rispecchiare i problemi sopra<br />

esposti. Però credo manchino altri passaggi<br />

chiave in questo ragionamento che, se conosciuti,<br />

forse aiuterebbero a comprendere<br />

meglio la realtà in cui sto vivendo. Una<br />

realtà molto stimolante, che nonostante<br />

le sporadiche delusioni e il senso di inutilità<br />

che a volte prende, sto imparando ad<br />

apprezzare nella sua complessità.


la testimonianza di paolo<br />

Volontario “della notte”<br />

alla Caritas<br />

Non sapendo esattamente cosa scrivere della mia<br />

personale esperienza riguardo al servizio alla Casa<br />

d’Accoglienza Notturna della Caritas ho pensato<br />

di farvi partecipi di alcuni disordinati pensieri.<br />

Quello che troverete di seguito è quindi un piccolo<br />

guazzabuglio di riflessioni. Un grazie in anticipo a chi avrà la forza<br />

di arrivare fino in fondo.<br />

pensiero 1: Super eroi<br />

esistono i super eroi? Dove si nascondono, se si nascondono, e<br />

perché operano nell’ombra?<br />

La gente sa che esistono o pensa che siano solo una leggenda<br />

metropolitana? Ma soprattutto quanti e chi sono?<br />

Ebbene io ho scoperto che esistono! Non si nascondono affatto<br />

e tutti i giorni girano per le nostre città e compiono azioni, a<br />

volte grandi e tutti ne vengono a conoscenza perché i Media se<br />

ne occupano, concedendogli gli onori della cronaca (ma non sanno<br />

che stanno parlando di un Super Eroe). Quasi sempre però, fanno<br />

cose che passano inosservate, se non a chi ha avuto la fortuna<br />

di imbattersi in loro. La gente li conosce ma non sa che dietro la<br />

porta del loro vicino di casa si nasconde un Super Eroe.<br />

Sono migliaia, decine di migliaia e offrono il loro aiuto a chi<br />

ne ha bisogno per risolvere quei problemi di cui tutti noi siamo<br />

a conoscenza ma non sappiamo come affrontare. Noi, gente<br />

immersa nel nostro piccolo mondo fatto di quotidiana routine e<br />

di affannato senso di impotenza, che di fronte ad una realtà che<br />

ti schiaccia la faccia a terra facciamo fatica a pensare ai nostri di<br />

problemi, figuriamoci quelli degli altri.<br />

Questo era l’inizio di un articolo, scritto diversi anni fa, che<br />

avrei voluto inviare a qualche giornale nelle solite rubriche a<br />

disposizione dei lettori che sentono il bisogno di comunicare al<br />

“mondo” i loro pensieri. I Super Eroi erano i tanti volontari che<br />

giorno dopo giorno lavorano mettendosi a disposizione degli<br />

altri. L’articolo poi non è mai stato completato, ma in compenso<br />

ho trovato il coraggio di diventare anche io un Super Eroe e senza<br />

voler per forza essere un Super Man ho risposto a quello che era<br />

sempre stato un mio sogno, provare a cambiare il mondo.<br />

pensiero 2: Cambiamento<br />

Nella filosofia giapponese esistono due modi per cambiare le cose;<br />

una è detta Kairyrò e consiste nel fare cose che sono di grande<br />

impatto e che di punto in bianco sono in grado di cambiare la<br />

realtà; l’altra è chiamata Kaizen e consiste nel fare piccole cose,<br />

con assiduità e in modo cosciente e quindi favorire il cambiamento<br />

della realtà. Come è ovvio che sia le grandi cose possono essere<br />

fatte da uomini veramente speciali che hanno a disposizione<br />

qualche “dono” particolare o molti soldi da spendere. Agli altri,<br />

come me, non resta che fare con assiduità e caparbietà “piccole<br />

cose” e accettare con umiltà il fatto che solo con l’impegno si può<br />

lasciare un microscopico segno del nostro passaggio su questa<br />

terra.<br />

Kaizen indica il miglioramento continuo nella vita personale,<br />

privata, sociale, professionale (kai=cambiamento, zen = meglio).<br />

Motto del kaizen: “oggi migliori di ieri, domani migliori di oggi, il<br />

limite é il cielo...”.<br />

pensiero 3: la carta dei valori del volontariato<br />

Leggendo la Carta dei valori del volontariato ho scoperto che<br />

dovrei:<br />

Essere testimonianza credibile di libertà, rispetto alle logiche<br />

dell’individualismo, dell’utilitarismo economico e una persona<br />

che rifiuta i modelli di società centrati esclusivamente sull’avere<br />

e sul consumismo (art. 3 dei principi fondanti).<br />

Proporre a tutti di farsi carico, ciascuno per le proprie competenze,<br />

tanto dei problemi locali quanto di quelli globali e, attraverso la<br />

partecipazione, di portare un contributo al cambiamento sociale<br />

(art. 5 dei principi fondanti).<br />

Avere una funzione culturale ponendomi come coscienza critica e<br />

punto di diffusione dei valori della pace, della non violenza, della<br />

libertà, della legalità, della piena cittadinanza e integrazione<br />

sociale (art. 8 dei principi fondanti).<br />

Svolgere un ruolo politico in quanto il volontario partecipa<br />

attivamente ai processi della vita sociale favorendo la crescita del<br />

sistema democratico (art. 9 dei principi fondanti).<br />

La dimensione dell’essere poi è per il volontario ancora più<br />

importante di quella del fare (art. 10 atteggiamenti e ruoli).<br />

E io che pensavo fosse una cosa semplice!!! Il cammino è lungo.<br />

pensiero 4: Corsi di formazione<br />

Questa più che una riflessione è un invito. Partecipate perché<br />

non sapete quello che vi perdete! Relatori capaci e coinvolgenti.<br />

Argomenti interessanti e di attualità. Momenti per riflettere ma<br />

anche per divertirsi. Coffee Break caldi e gustosi e pranzi luculliani<br />

innaffiati da ottimo vino. Insomma c’è ne per tutti i gusti, cibo per<br />

la mente e lo spirito e cibo per la “panza”. Scusate se è poco!!!<br />

pensiero 5: una canzone<br />

(il testo di Gli altri siamo noi di U. Tozzi)<br />

(...) Noi che stiamo in comodi deserti di appartamenti e di<br />

tranquillità lontani dagli altri, ma tanto prima o poi gli altri siamo<br />

noi. In questo mondo piccolo oramai gli altri siamo noi. Fra gli<br />

indios e gli indù, ragazzi in farmacie che ormai non ce la fanno<br />

più, famiglie di operai licenziati dai robot e zingari dell’est in<br />

riserve di periferia. Siamo tutti vittime e carnefici, tanto prima<br />

o poi gli altri siamo noi. L’Amazzonia, il Sudafrica, gli altri siamo<br />

noi, in questo mondo gli altri siamo noi. Quando sparano, quando<br />

sperano, gli altri siamo noi. (...)<br />

25


26<br />

novità e approfondimenti<br />

novità per le puBBliChe amministrazioni<br />

Da “quasi pensionato” a volontario?<br />

A<br />

partire da gennaio 2009, in seguito alla legge<br />

n°133/08 (ex decreto n° 112/08), i dipendenti<br />

delle pubbliche amministrazioni,<br />

vicini alla pensione, possono avvalersi di<br />

una nuova opportunità: chiedendo, infatti, il<br />

collocamento in posizione di esonero e svolgendo attività<br />

di volontariato «in modo continuativo ed esclusivo», possono<br />

assicurarsi il 70% della retribuzione prima percepita,<br />

invece del 50% riconosciuto comunque agli altri “dispensati”.<br />

A causa del breve tempo passato tra la pubblicazione della<br />

circolare sulla Gazzetta Ufficiale, avvenuta il 21 gennaio<br />

scorso, e la scadenza prevista in data 1 marzo per la presentazione<br />

delle domande alle Amministrazioni di appartenenza,<br />

purtroppo, pubblichiamo questa notizia dopo il<br />

termine di scadenza; ci sembra però utile informare i lettori<br />

su questa possibilità che viene concessa ai dipendenti<br />

pubblici, poiché tale esonero può essere utilizzato anche<br />

negli anni 2010 e 2011.<br />

Questa possibilità è consentita a tutto il personale delle<br />

Amministrazioni dello Stato, di enti pubblici non economici,<br />

università ed enti di ricerca, a condizione che i dipendenti<br />

interessati abbiano raggiunto, o raggiungano entro<br />

l’anno della domanda, «il requisito minimo di anzianità<br />

contributiva richiesto», cioè i 35 anni validi per la pensione<br />

di anzianità.<br />

L’esonero, che ricordiamo può essere utilizzato dalle Amministrazioni<br />

solo per gli anni 2009, 2010 e 2011, può dunque<br />

valere al massimo per cinque anni, fino al tetto dei 40<br />

anni di anzianità contributiva.<br />

La posizione non consente altri rapporti di lavoro dipendente<br />

con soggetti pubblici o privati, mentre è compatibile<br />

con «prestazioni di lavoro autonomo con carattere di occasionalità,<br />

continuatività e professionalità, pur ché non a<br />

favore di Amministrazioni pubbliche».<br />

viviana Marconi<br />

In caso di attività svolta presso le organizzazioni non profit<br />

(che dovranno essere individuate con un decreto del<br />

ministero dell’Economia, ancora in corso di adozione), la<br />

presenza «continuativa ed esclusiva» dovrà, nell’ottica di<br />

evitare abusi, essere «documentata e certificata».<br />

Ma quali sono le reazioni del mondo del non profit a questa<br />

novità?<br />

Il Sole 24 ore, in data 16 febbraio, pubblica le dichiarazioni<br />

di due rappresentanti della realtà del volontariato sul territorio<br />

nazionale: per Andrea Olivero, portavoce del Forum<br />

del Terzo settore e presidente nazionale delle Acli, la novità<br />

è positiva, perché «apre uno spazio di collaborazione tra<br />

il fronte pubblico e il Terzo settore».<br />

Per questo «occorre fare ogni sforzo perché i lavoratori<br />

vengano a conoscenza di questa possibilità, che finora è<br />

passata quasi sotto silenzio».<br />

Due, in pratica, le iniziative intraprese: «Da un lato - spiega<br />

Olivero - abbiamo avviato contatti con i sindacati, per<br />

utilizzare al meglio i loro canali di rappresentanza; dall’altro<br />

siamo pronti a rafforzare l’informazione attraverso la<br />

rete delle organizzazioni non profit e, inoltre, a fornire<br />

eventuali consulenze».<br />

Ma c’è anche chi, all’interno del mondo associativo, non nasconde<br />

le sue perplessità: «La norma non ci convince», dichiara<br />

Luigi De Vittorio, vicepresidente nazionale dell’Auser,<br />

organizzazione per la terza età attiva, che conta 290<br />

mila iscritti. «Si profila un volontariato economicamente<br />

incentivato - fa notare - che contraddice l’idea di gratuità<br />

insita nella legge istitutiva. Non solo: il vantaggio è così<br />

limitato, rispetto a chi punta solo all’esonero dal servizio<br />

e si tiene le mani libere per altre prestazioni, che alla fine<br />

verrà spinto a impegnarsi nelle organizzazioni solo chi è<br />

già in condizioni economiche tali da poterselo permettere,<br />

mentre i soggetti a basso reddito cercheranno di mantenere<br />

il posto di lavoro».


“volontario, io? io, volontario!”<br />

La singolare Campagna di Ricerca Volontari del Centro Servizi<br />

per il Volontariato della provincia di Biella<br />

Nell’estate 2008 ha preso il via la campagna di<br />

ricerca volontari chiamata “volontario Io? Io,<br />

volontario”, promossa dal Centro di Servizi per<br />

il Volontariato di Biella. Una campagna davvero<br />

originale poiché, questa volta, sono proprio i<br />

volontari a “metterci la faccia” e a promuovere la cultura della<br />

gratuità e della solidarietà e incentivare i cittadini a diventare<br />

volontari. Dopo quattro anni dall’ultima campagna il Csv di<br />

Biella ha deciso di affidarsi ai volti di coloro che sono già riconosciuti<br />

come esponenti quotidiani del volontariato utilizzando<br />

una formula che, nella sua semplicità, è risultata molto efficace<br />

per una realtà di provincia, dove le persone si conoscono e<br />

tessono facilmente legami e relazioni. Su manifesti di grandi<br />

dimensioni, locandine e altro materiale informativo diffuso<br />

appaiono dunque i volti di persone vere, reali, che nella vita<br />

hanno fatto anche la scelta di dedicarsi agli altri.<br />

Grazie ai loro volti e a messaggi in parte provocatori e in parte<br />

interrogativi, il CSV si augura che le persone che sentono<br />

la voglia di diventare volontari si rivolgano allo Sportello di<br />

Orientamento che ha da tempo attivato per essere guidate e accompagnate,<br />

da operatori qualificati, ad inserirsi all’interno di<br />

un’organizzazione di volontariato.<br />

La campagna di ricerca e orientamento al volontariato non si<br />

limita alla comunicazione ma prevede un breve percorso formativo<br />

di 2 o 3 incontri, rivolti specificatamente a quanti decidano<br />

di incominciare un’esperienza in questo campo, e una forma di<br />

tutoraggio che accompagni i nuovi volontari nella fase di inserimento<br />

in una delle oltre 250 diverse organizzazioni biellesi.<br />

Tale campagna è nata grazie alle precise richieste giunte al<br />

Centro da parte delle associazioni ma anche in seguito ad una<br />

approfondita indagine sul volontariato del territorio, un volontariato<br />

che si rivela come risposta positiva alla disgregazione<br />

della società e che dunque va nella direzione opposta, gettando<br />

ponti e creando relazioni e interesse. La campagna è quindi un<br />

appello per cercare nuovi volontari, ma anche per proporre i valori<br />

che da sempre sono alla base del mondo del volontariato.<br />

PeR MaGGIoRI INFoRMaZIoNI:<br />

Ufficio Comunicazione a.Csv<br />

Tel.: 015.8497377<br />

http://www.iovolontario.it/<br />

Servizio Civile Nazionale<br />

Il servizio civile nazionale è una proposta di impegno solidale<br />

rivolta a tutti i giovani, che deriva dall’esperienza dell’obiezione di<br />

coscienza al servizio militare.<br />

È un’opportunità di educazione alla cittadinanza attiva, un<br />

prezioso strumento per aiutare le fasce più deboli della società<br />

contribuendo allo sviluppo sociale, culturale ed economico del<br />

nostro Paese.<br />

La legge che istituisce il Scn è la n. 64 del 6/3/01.<br />

Possono accedervi i ragazzi e le ragazze di età compresa fra i<br />

18 e i 28 anni non compiuti alla data di scadenza del bando.<br />

La durata standard è di 12 mesi; il monte ore complessivo annuo è<br />

di 1500 oppure non inferiore alle 30 ore settimanali.<br />

Danila Demeglio<br />

Dal 2004 a savona è presente<br />

il coordinamento savonese Don<br />

Milani, composto da: aCLI, aNPas,<br />

aRCI seRvIZIo CIvILe, avIs, CaRITas<br />

DIoCesaNa DI savoNa NoLI, CeNasCa<br />

CIsL, CoNFCooPeRaTIve, BoTTeGa<br />

DeLLa soLIDaRIeTÁ, <strong>Cesavo</strong>.<br />

si prefigge di informare i giovani sui<br />

progetti di sCN presenti sul territorio<br />

provinciale e mantenere una rete<br />

tra gli enti di terzo settore che<br />

propongono il servizio civile.<br />

27


28<br />

novità e approfondimenti<br />

mantenImentO ISCrIzIOne al<br />

regIStrO regIOnale Del vOlOntarIatO<br />

Le associazioni sono tenute a trasmettere alla Regione<br />

Liguria, entro il 30 giugno di ogni anno i seguenti<br />

documenti: bilancio o rendiconto relativo all’anno<br />

precedente e dettagliata relazione sull’attività svolta<br />

timbrati e sottoscritti dal legale rappresentante,<br />

eventuali variazioni all’atto costitutivo o accordo degli<br />

aderenti, allo statuto o regolamento. Le associazioni<br />

sono inoltre tenute a compilare la scheda anagrafica<br />

inviata dalla Regione che richiede di indicare il numero<br />

dei soci e dei dipendenti ed eventuali convenzioni<br />

stipulate.<br />

si raccomanda la trasmissione dei documenti tramite<br />

raccomandata a/R o la consegna a mano dietro<br />

restituzione di documento che attesti l’avvenuta<br />

ricezione.<br />

CInQue per mIlle 2009<br />

attenzione! Ultimo e più importante adempimento per<br />

le associazioni iscritte all’elenco dei beneficiari: entro<br />

e non oltre il 30 giugno 2009 i legali rappresentanti<br />

degli enti con sede legale in provincia di savona iscritti<br />

nell’elenco dei beneficiari del 5 per mille dovranno,<br />

a pena di decadenza, spedire con raccomandata con<br />

ricevuta di ritorno a Direzione Regionale Liguria,<br />

agenzia delle entrate, via Fiume 2, 16121 Genova - una<br />

dichiarazione sostitutiva di notorietà attestante la<br />

persistenza dei requisiti che danno diritto all’iscrizione.<br />

alla dichiarazione allegare copia non autenticata del<br />

documento di identità del sottoscrittore.<br />

adempimenti assiCurativi<br />

a favore dei soCi<br />

U<br />

Tiziana orlando<br />

n corretto rapporto con i propri soci e nello<br />

specifico con i volontari attivi passa anche<br />

dall’adempimento previsto dalla legge che<br />

chiede la stipula di assicurazione a loro favore.<br />

Infatti per espressa previsione normativa, le organizzazioni di<br />

volontariato, devono procedere a tutelare il volontario sia da<br />

un punto di vista personale, contro infortunio e malattia che lo<br />

stesso può contrarre nell’esercizio dell’attività istituzionale,<br />

sia nei rapporti con i terzi tramite assicurazione per responsabilità<br />

civili per i danni cagionati nell’esercizio dell’attività<br />

di volontariato.<br />

È un obbligo imposto dalla legge 266/91 che permette alle associazioni<br />

di operare concretamente assicurando la possibilità<br />

di soddisfare eventuali danni futuri a tutela di terzi e dei propri<br />

soci.<br />

Il decreto del Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’artigianato<br />

14 febbraio 1992 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale<br />

n. 44 del 22 febbraio 1992, stabilisce meccanismi semplificativi,<br />

riconoscendo la possibilità di stipulare contratti di assicurazione<br />

in forma collettiva e/o numerica.<br />

La forma collettiva detta anche nominativa fa si che con un<br />

solo contratto di assicurazione si garantiscono tutti i soggetti<br />

iscritti nel registro dei soci: costituendo un unico vincolo contrattuale,<br />

si creano però una pluralità di rapporti assicurativi<br />

anche con massimali diversi in capo a soggetti ben determinati.<br />

In questo caso sarà però necessario comunicare le variazioni<br />

in capo al volontario assicurato. Nella fattispecie della forma<br />

numerica, i soggetti assicurati si individuano in base alle informazioni<br />

fornite dall’ente.<br />

Qualunque sia la forma scelta con l’iscrizione nell’apposito Registro<br />

dei soci, si riconosce al soggetto lo status di volontario<br />

e quindi di titolare del rapporto assicurativo. Ne consegue che<br />

l’associazione avrà cura di compilare il registro dei soci e tenerlo<br />

sempre aggiornato soprattutto ai fini assicurativi: prima<br />

di essere utilizzato, dovrà essere numerato progressivamente<br />

in ogni sua pagina e vidimato da un notaio, o da un segretario<br />

comunale o da altro pubblico ufficiale preposto all’adempimento.<br />

Lo stesso dovrà dichiarare nell’ultima pagina il numero<br />

di pagine vidimate di cui è composto il registro.<br />

Ne consegue che il registro è di fondamentale importanza, visto<br />

che individua i soggetti che svolgono attività di volontariato,<br />

con dati anagrafici precisi, luoghi di residenza, codice fiscale,<br />

e altro ancora, oltre che la data in cui il soggetto è entrato a far<br />

parte dell’associazione. Questo registro dovrà riportare anche<br />

l’eventuale data di uscita dall’associazione. In definitiva, in<br />

esso si devono ritrovare tutti gli elementi essenziali e necessari<br />

affinché possa essere redatta in favore del volontario una<br />

valida copertura assicurativa.


metodo di lettura e sCrittura per non vedenti<br />

Le iniziative di Univoc e UIC<br />

in occasione del bicentenario<br />

della nascita del suo ideatore Louis Braille<br />

L<br />

ouis Braille è stato l’ideatore del metodo<br />

di lettura e scrittura che porta il suo nome,<br />

metodo che ha consentito ai non vedenti di<br />

scrivere e leggere in autonomia, togliendoli<br />

così dall’ignoranza e dall’emarginazione.<br />

Quest’anno, in occasione del bicentenario della sua nascita,<br />

l’U.N.I.VO.C. (Unione Nazionale Italiana Volontari Pro Ciechi)<br />

e l’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti hanno voluto ricordarlo<br />

in modo particolare e hanno organizzato a Savona un<br />

corso di apprendimento di scrittura e lettura con questo metodo,<br />

rivolto ad insegnanti di sostegno. Il corso si è concluso<br />

con la piena soddisfazione dei partecipanti che hanno ottenuto,<br />

al termine, un attestato di partecipazione.<br />

Il Braille è e rimane sempre il mezzo di comunicazione fra coloro<br />

che non vedono ed è un metodo basato sulle combinazioni<br />

di punti in rilievo che, debitamente posizionati, formano<br />

le lettere alfabetiche che non possono superare il numero di<br />

sei punti, posizionati su due colonne di tre punti ciascuna.<br />

I metodi di scrittura possono essere tre: manuale, meccanico<br />

ed informatico.<br />

Il mezzo manuale chiamato tavoletta, ha un righello con ca-<br />

Simon-René Braille, era un sellaio<br />

e all’età di tre anni il giovane<br />

figlio Louis si infortunò all’occhio<br />

sinistro nell’officina paterna. a<br />

causa dell’estendersi dell’infezione<br />

perse la vista anche all’occhio destro<br />

e divenne cieco. a 10 anni vinse<br />

una borsa di studio alla Institution<br />

des Jeunes aveugles (Istituto per<br />

giovani ciechi) a Parigi. si trattava<br />

di uno dei primi centri specializzati<br />

per persone non vedenti, ma le con-<br />

dizioni di vita non erano delle migliori.<br />

alle persone venivano insegnati<br />

diversi mestieri (come ad esempio<br />

impagliatore di sedie), ma venivano<br />

continuamente maltrattati dal personale.<br />

ai ragazzi della scuola veniva insegnato<br />

a leggere con il metodo di valentin<br />

Haüy che consisteva nel leggere<br />

attraverso il tatto i caratteri della<br />

stampa in nero, ma messi in risalto<br />

da un filo di rame posto sull’altro lato<br />

del foglio. Questo metodo però non<br />

permetteva alle persone di scrivere.<br />

Fin da ragazzo Louis dimostrò di essere<br />

un abile suonatore di organo e<br />

suonava nelle cerimonie religiose.<br />

Nel 1827 divenne professore presso lo<br />

stesso istituto dove era ricoverato.<br />

Nel 1821 venne ispirato da una visi-<br />

spazio associazioni<br />

Pietro Gollo<br />

selline entro le quali con<br />

un punteruolo si formano<br />

materialmente le lettere<br />

punto per punto, partendo<br />

da destra in alto punto 1,<br />

a metà destra punto 2, in<br />

fondo a destra punto 3, in alto a sinistra punto 4, metà sinistra<br />

punto 5 e in fondo a sinistra punto 6.<br />

Si scrive da destra verso sinistra e girando la pagina risultano<br />

i punti in rilievo, quindi passando i polpastrelli dei due<br />

indici sullo scritto si può leggere da sinistra a destra.<br />

Il mezzo meccanico si chiama dattilo-braille e permette di<br />

scrivere normalmente premendo contemporaneamente i tasti<br />

corrispondenti alla lettera che si vuole scrivere.<br />

Il mezzo informatico – computer – consente, tramite una<br />

barra braille, di far comparire sotto le dita i testi che i non<br />

vedenti o gli ipovedenti desiderano leggere così senza nessuna<br />

difficoltà.<br />

In conclusione il metodo Braille può essere definito “UNA VI-<br />

SIONE SOTTO LE DITA”, in quanto ciò che percepiamo con il<br />

tatto si trasforma in immagine.<br />

ta a scuola da parte di un militare,<br />

Charles Barbier de la serre, che descrisse<br />

un metodo per trasmettere<br />

messaggi in rilievo basato su dodici<br />

punti usato dalle forze armate per i<br />

dispacci notturni.<br />

Braille inventò il metodo basato sui<br />

sei punti, che porta ancora il suo cognome.<br />

Il beneficio più rilevante rispetto al<br />

metodo Haüy era che permetteva sia<br />

di leggere sia di scrivere.<br />

Più tardi ideò un’estensione del<br />

metodo per la matematica (Nemeth<br />

Braille) e per le note musicali (Codice<br />

musicale Braille).<br />

Braille morì nel 1852, a Coupvray, di<br />

tubercolosi.<br />

Dal 1952 è sepolto presso il Pantheon<br />

a Parigi.<br />

29


30<br />

spazio associazioni<br />

fondazione “Color your life”<br />

Scoprire giovani talenti e aiutarli a studiare<br />

“N<br />

on conta da dove vieni ma quello che vuoi diventare”: compare<br />

più di una volta nel sito www.coloryourlife.it questa frase,<br />

è come un motto e descrive bene la missione della Fondazione<br />

Color Your Life, nata dalla convinzione che il mondo<br />

sia pieno di talenti nascosti e per nulla consapevoli delle<br />

proprie potenzialità. Guida e ispiratore di questo è William Salice (per la cronaca<br />

l’inventore di un ovetto di cioccolato molto famoso e amato da tutti...) che, partendo<br />

dal dato che molti ragazzi, compiuti sedici anni, abbandonano la scuola, ha deciso<br />

di fare qualcosa di concreto per non perdere possibili talenti, ma anzi scoprirli<br />

e rendere concreti i loro sogni.<br />

La Fondazione che ha sede a Loano, vuole aiutare giovani che vivono in condizioni<br />

disagiate (psicologiche, familiari o territoriali) e non possiedono dunque<br />

i mezzi per coltivare le proprie capacità nel campo artistico, scientifico<br />

e dei mestieri.<br />

Il progetto è certamente molto ambizioso ma quello che emerge è una grande<br />

voglia di realizzarlo, con impegno, entusiasmo ma anche grande professionalità;<br />

la fondazione è supportata infatti da un comitato scientifico composto da<br />

esperti in campo internazionale, provenienti dal modo didattico, delle professioni<br />

e della cultura.<br />

Nell’anno scolastico 2008/2009 Color Your Life inizia ad operare con un programma<br />

sperimentale denominato “Il cammino della felicità”. In questa fase sono a disposizione<br />

70 Premi di Studio e in più ai primi tre verranno assegnati tre viaggi “Alla<br />

scoperta del futuro“. Questo primo progetto “pilota” viene realizzato con il fondamentale<br />

sostegno e la collaborazione dei Salesiani di Don Bosco e si sviluppa<br />

nelle regioni Piemonte e Valle d’Aosta, coinvolgendo tutti gli istituti dei Salesiani, la Piazza dei<br />

Mestieri e l’Istituto Enologico di Alba.<br />

In provincia di Savona le scuole “prescelte” sono il Giordano Bruno (scientifico, sezione classica e sperimentazione linguistica)<br />

di Albenga, l’Alberghiero Giancardi di Alassio, l’Itis Gallilei, l’Agrario Aicardi; a Loano l’Istituto Giovanni Falcone (commerciale,<br />

geometri e serale), l’Istituto Issel; a Carcare, il Liceo Calasanzio scientifico e classico.<br />

Ai giovani che frequentano le classi prima, seconda e terza il premio di studio è di 600 euro cadauno, mentre per chi frequenta la<br />

quarta, la quinta e la sesta, 1.000 euro cadauno.<br />

Per partecipare al bando ogni giovane presenta se stesso e le sue aspirazioni e realizza un progetto che esprima le sue passioni,<br />

capacità, attitudini e interessi e che rispecchi la sua creatività. L’autopresentazione ed il progetto saranno oggetto di valutazione<br />

da parte di Color Your Life e consentiranno di procedere ad un colloquio. In base alla valutazione complessiva, Color Your Life<br />

stilerà una graduatoria ed assegnerà il Premio di Studio.<br />

La fondazione che ha un’impostazione apolitica, apartitica e trasversale ad ogni credo vuole fornire ai giovani la possibilità di una<br />

formazione eccellente, collaborando a stretto contatto con le scuole, con il mondo artistico e culturale e con i protagonisti dei vari<br />

settori occupazionali (artigianato, industria, commercio).<br />

Questo consente di garantire un futuro migliore per i giovani, aiutare il sistema scolastico a scoprire<br />

e valorizzare potenziali talenti, dare visibilità ai partner del progetto.<br />

L’obiettivo a lungo termine è continuare a sviluppare le attività rivolte ad aiutare i giovani meritevoli<br />

e creare una grande famiglia Color Your Life in cui si condividano gli stessi valori.<br />

l’arcobaleno che guarda il mare:<br />

il giallo per la gioia di vivere,<br />

il verde per i giovani germogli che sbocciano,<br />

l’azzurro per il cielo ed i mari splendenti,<br />

l’arancio per la grinta e la volontà di essere…


Casa graziano mori<br />

Inaugurazione della nuova struttura d’accoglienza<br />

D<br />

omenica 15 marzo, è stata<br />

inaugurata presso i<br />

locali della parrocchia di<br />

san Francesco da Paola,<br />

la nuova struttura di accoglienza<br />

“Casa Mori”.<br />

Si tratta dell’ultimo dei progetti messi<br />

in cantiere dalla Caritas diocesana e<br />

fortemente sostenuto dal vescovo Lupi.<br />

Quarantamila euro, l’intera somma delle<br />

offerte raccolte in occasione della sua<br />

messa di ingresso in Diocesi, è quanto<br />

monsignor Lupi ha destinato alla ristrutturazione<br />

della casa che accoglierà<br />

uomini a un passo dall’autonomia.<br />

La Caritas di Savona aggiunge così un<br />

nuovo tassello alla già fitta rete di strutture<br />

di accoglienza: un massimo di quattro<br />

persone di sesso maschile potranno<br />

usufruire, per un anno, di un alloggio in<br />

cui vivere comunitariamente, in attesa<br />

di uscire definitivamente dalla condizione<br />

di ‘bisogno’.<br />

“Gli ospiti di Casa Mori – ci dice Maurizio<br />

Raineri, presidente della Fondazione<br />

ComunitàServizi, l’ente gestore dei servizi<br />

promossi dalla Caritas – sono uomini<br />

che, al termine di un percorso personale<br />

di socializzazione e autonomia svolto<br />

all’interno di strutture di prima e seconda<br />

accoglienza, hanno raggiunto un<br />

livello quasi completo di indipendenza.”<br />

Presidente, tra i criteri con cui valutate<br />

l’autonomia di queste persone, c’è anche<br />

il reddito?<br />

“Sicuramente dovranno essere persone<br />

con un contratto di lavoro, e sono esclusi<br />

i contratti a tempo determinato di breve<br />

durata. A chi alloggia in Casa Mori sarà<br />

infatti richiesto un affitto oltre al pagamento<br />

delle utenze.”<br />

affitto convenzionato?<br />

“L’affitto è molto basso e buona parte<br />

della rata mensile sarà messa via per<br />

la loro uscita. Funzioneremo da conto<br />

deposito: i risparmi così accantonati<br />

saranno loro restituiti al termine del periodo<br />

di soggiorno, perché possano essere<br />

agevolati nell’accedere a un alloggio<br />

autonomo, magari pagando le mensilità<br />

anticipate o l’allaccio alle utenze.”<br />

Una palestra di vita, insomma?<br />

“Un modo per dare la possibilità a questa<br />

gente di vivere un’esperienza comunitaria,<br />

molto vicina all’autonomia totale.<br />

Anche per questo la casa dovrà essere<br />

lasciata al massimo dopo un anno. Chi<br />

al termine dell’anno non avesse raggiunto<br />

l’autonomia può sempre decidere<br />

per un’altra esperienza di convivenza<br />

all’esterno di Casa Mori.”<br />

Quanto è costata la ristrutturazione<br />

dell’alloggio?<br />

“Circa cinquantunomila euro, di cui la<br />

maggior parte, quarantamila, provenienti<br />

dal contributo che il nostro vescovo<br />

ha voluto dare con il suo ingresso<br />

in diocesi.”<br />

Davvero un cammino virtuoso, quello<br />

compiuto dalla Caritas savonese in<br />

Ufficio stampa Diocesi savona-Noli<br />

questi anni, nel rispondere alle diverse<br />

emergenze.<br />

“Sì. Ma in tutte queste risposte date,<br />

vogliamo ci sia anche la presenza degli<br />

enti pubblici. Non vogliamo essere i ‘delegati<br />

per la povertà’, perché i preposti<br />

sono loro, gli enti pubblici. Cerchiamo<br />

piuttosto di essere una coscienza collaborativa<br />

cercando di portare gli ultimi, i<br />

più deboli, come soggetti presenti nelle<br />

scelte politiche di una città, di un territorio.”<br />

a giudicare dal numero di volontari<br />

coinvolti nei vostri progetti,<br />

sembrerebbe che diate molta<br />

importanza anche alla presenza della<br />

gente e delle comunità parrocchiali.<br />

“È il valore aggiunto di questi progetti:<br />

sono belli e importanti proprio perché<br />

partecipati delle varie comunità pastorali<br />

e parrocchiali. Non una semplice<br />

risposta ad un bisogno, ma un’occasione<br />

di condivisione importante per tutti.”<br />

31


Consolato<br />

Costa d’Avorio<br />

“Luca è con noi”<br />

onlus<br />

Pro Loco e<br />

Comune di Plodio<br />

PLODIO<br />

sabato 20 - domenica 21 giugno ‘09<br />

VII edizione “Luca è con noi”<br />

Sabato 20 giugno<br />

20:00 Africa e Italia nel piatto:<br />

specialità tradizionali valbormidesi e specialità africane.<br />

Per tutti i gusti!<br />

21:00 DISCOINFERNO musica anni ‘70<br />

Domenica 21 giugno<br />

FESTAFRICANA<br />

10:00 Torneo di calcio femminile<br />

10:30 S. Messa sotto la tenda, officiata da Padre Eugenio della Società Missioni<br />

Africane. Parteciperanno alcuni amici dalla Costa d’Avorio<br />

11:00 meeting auto e moto storiche, sportive e tuning<br />

a cura del Vintage Motors Club di Savona e Vespa Club “I Vespantegati” di Albenga<br />

12:00 Africa e Italia nel piatto: per tutti i gusti.<br />

15:00 animazione africana dal Burkina-Faso “Watinoma” e “Hado Ima”:<br />

balli, canti, colori e suggestioni dall’Africa Sub-Sahariana.<br />

Ma non solo: cantastorie, percussioni, la vita quotidiana nei villaggi, dimostrazione<br />

di vari strumenti tradizionali, scuola di percussioni per i più piccoli…<br />

E molto altro! A seguire: tradizionale lancio dei palloncini<br />

19:00 Italia ed Africa nel piatto:<br />

alla scoperta dei sapori esotici, alla riscoperta dei sapori nostrani.<br />

Per la preparazione del pranzo e della cena utilizzeremo prodotti originali africani<br />

provenienti dal Mercato Equo e Solidale,<br />

oppure prodotti della nostra tradizione, forniti dai produttori<br />

del consorzio “Territorio Qualità Tipica” promosso dal GAL.<br />

Le stoviglie saranno di materiale compostabile<br />

per un minor impatto sull’ambiente.<br />

20:00 sul palco le percussioni africane di Damanya, dal Burkina Faso<br />

21:00 sul palco MUSICA OCCITANA con i LHI JARRIS

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