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dalla ricerca sul territorio al lavoro delle associazioni - Cesavo

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Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: ”Poste It<strong>al</strong>iane S.p.A.- Spedizione in Abbonamento Post<strong>al</strong>e - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 2, Direzione Commerci<strong>al</strong>e Business Savona”<br />

AVVISO: in caso di mancato recapito, rinviare <strong>al</strong> mittente <strong>Cesavo</strong>, Via Nizza 10A, 17100 Savona, che si impegna a versare le tasse relative<br />

AN N O 6 - NU M E R O 7 - NO V E M B R E /DI C E M B R E 2007<br />

PE R I O D I C O DI I N F O R M A Z I O N E D E L CE S A V O - CE N T R O SA V O N E S E DI SE R V I Z I PE R IL VO L O N T A R I A T O<br />

VIA NI Z Z A 10A 17100 SA V O N A T E L. 019 264709 FA X. 019 264714 NU M E R O V E R D E : 800462325<br />

ME N S I L E . RE G.N:545/2003 TR I B U N A L E DI SA V O N A DI R E T T O R E RE S P O N S A B I L E : EN R I C A B R O C A R D O<br />

LA VIOLENZA<br />

SULLE DONNE<br />

NON HA SCUSE<br />

DALLA RICERCA SUL TERRITORIO<br />

AL LAVORO DELLE ASSOCIAZIONI


2<br />

ANNO 6 - NU M E R O 7 - NO V E M B R E/DI C E M B R E 2007<br />

In questo numero<br />

4<br />

10<br />

12<br />

16<br />

18<br />

19<br />

22<br />

IL T EM A DEL M E S E<br />

PAG. 4 La violenza <strong>sul</strong>le donne non ha scuse<br />

PAG. 9 L’isola che c’è per donne in diffi coltà<br />

LE T E S T I M O N I A N Z E<br />

PAG. 10 Come le istituzioni loc<strong>al</strong>i affrontano il tema della violenza <strong>sul</strong>le donne<br />

LE A SSOCI A ZIONI E LE DONNE<br />

PAG. 12 Raggio di sole<br />

PAG. 13 Comunità Papa Giovanni XXIII Liguria<br />

PAG. 14 La violenza nei dati di Telefono Donna<br />

PAG. 15 Fondazione Pangea onlus<br />

NOVITÀ E APPROFONDIMENTI<br />

PAG. 16 La legge region<strong>al</strong>e 12/2007 per la prevenzione della “violenza di genere”<br />

UNO SGUARDO SUL M O N D O<br />

PAG. 18 Un progetto di solidarietà nella repubblica del Togo<br />

SPA ZIO ASSOCI A ZIONI<br />

PAG. 19 Paesaggi... re<strong>al</strong>i, virtu<strong>al</strong>i, dell’anima...<br />

PAG. 20 “Star”, l’opera di Plamen Dejanoff aiuta l’AIAS Savona<br />

Da Pietra Ligure un reg<strong>al</strong>o di solidarietà per il Seneg<strong>al</strong><br />

PAG. 21 Il Piccolo Principe ispira il nuovo cd di A.R.T. onlus<br />

Un giovedì diverso<br />

SPECIALE FORMA ZIONE<br />

PAG. 22 Corsi modulo intermedio<br />

DIRETTORE:<br />

Anna Maria Camposeragna<br />

E-mail: anna@cesavo.it<br />

CONSULENZA LEGALE E AMMINISTRATIVA:<br />

Dina Ghezzi, Tiziana Orlando<br />

E - mail: con<strong>sul</strong>enz<strong>al</strong>eg<strong>al</strong>e@cesavo.it<br />

CONSULENZA CSV MEDIA E SERVIZIO CIVILE:<br />

Davide Pesce<br />

E-mail: davide@cesavo.it<br />

CONSULENZA LOGISTICA E INFORMATICA:<br />

Milo Folenghi<br />

E-mail: milo@cesavo.it<br />

CONSULENZA PROGETTUALE E ORGANIZZATIVA:<br />

Luca Buffa<br />

E-mail: luca@cesavo.it<br />

CONSULENZA PROGETTI CON LE SCUOLE<br />

E FORMAZIONE DI BASE:<br />

Viviana Marconi<br />

E mail: viviana@cesavo.it<br />

CESAVO, Via Nizza 10A, 17100 Savona<br />

Tel: 019 264709; Fax: 019 264714<br />

Numero Verde Provinci<strong>al</strong>e: 800462325<br />

e-mail: info@cesavo.it<br />

Il <strong>Cesavo</strong> ha ottenuto<br />

la Certifi cazione di Qu<strong>al</strong>ità ISO 9001:2000<br />

CSV MEDIA<br />

Uffi cio Stampa<br />

Le <strong>associazioni</strong> che desiderano comunicare<br />

le loro iniziative, appuntamenti, progetti a:<br />

quotidiani loc<strong>al</strong>i e nazion<strong>al</strong>i, radio loc<strong>al</strong>i e<br />

nazion<strong>al</strong>i, riviste di settore e settiman<strong>al</strong>i,<br />

televisioni loc<strong>al</strong>i e nazion<strong>al</strong>i, siti internet<br />

possono contattare Davide Pesce:<br />

davide@cesavo.it<br />

VideoVolontariato<br />

Fornisce servizi di comunicazione audiovisiva:<br />

video di presentazione, video formativi,<br />

documentari, report, spot, reportage/inchieste.<br />

Il servizio è defi nito ed erogato attraverso<br />

un bando di raccolta proposte coordinato<br />

da un regolamento di accesso. Per maggiori<br />

informazioni: videovolontariato@cesavo.it<br />

Diego Scarponi: diego@cesavo.it<br />

Andrea Tessitore: andrea@cesavo.it<br />

Radiovolontariato<br />

È la trasmissione radio settiman<strong>al</strong>e del <strong>Cesavo</strong>,<br />

in onda ogni sabato <strong>al</strong>le ore 19.10 circa e<br />

in replica ogni domenica <strong>al</strong>le ore 9.10 circa<br />

su Radio Savona Sound. Per partecipare è<br />

necessario prendere appuntamento in tempo<br />

utile contattando Alessandra Rizzi:<br />

<strong>al</strong>essandra@cesavo.it<br />

La redazione<br />

DIRE T T ORE RESP ONS A BIL E<br />

Enrica Brocardo<br />

DIRE T T ORE EDI T ORI A L E<br />

Anna M. Camposeragna: anna@cesavo.it<br />

REDA ZIONE<br />

Davide Pesce: davide@cesavo.it<br />

Alessandra Rizzi: <strong>al</strong>essandra@cesavo.it<br />

Diego Scarponi: diego@cesavo.it<br />

Andrea Tessitore: andrea@cesavo.it<br />

Elena Gianasso: elena@cesavo.it<br />

IM P A G I N A Z I O N E GR AFIC A<br />

Elisa Morielli: elisa@cesavo.it<br />

ART DIREC T OR<br />

Massimiliano Buttazzo<br />

PR E S T A M P A E S T A M P A SU C ARTA RICICLATA AL 100%<br />

Stamperia scrl Parma<br />

FOTO IN COPERTINA<br />

studio fotografi co Ribelli Savona<br />

Periodico mensile registrato presso il tribun<strong>al</strong>e di<br />

Savona n. 545 del 9 dicembre 2003 POSTE ITALIANE<br />

Spedizione in A.P.: art. 2 comma 20<br />

lettera C Legge 662/96<br />

DIR E Z I O NE CO M M E R C I A L E BU S INE S S SAVON A (SV)<br />

TASSA PAGATA<br />

Grafi ca<br />

In collaborazione con il centro le <strong>associazioni</strong><br />

possono re<strong>al</strong>izzare manifesti, locandine, loghi<br />

e <strong>al</strong>tri strumenti di comunicazione. È possibile<br />

richiedere il supporto di Elisa Morielli, tenendo<br />

conto di un margine di tempo utile in base <strong>al</strong>la<br />

tipologia del <strong>lavoro</strong> da re<strong>al</strong>izzare: elisa@cesavo.it<br />

www.cesavo.it<br />

La pagina di apertura del sito www.cesavo.it può<br />

ospitare iniziative o comunicati stampa a breve<br />

scadenza che per ragioni di tempo non possono<br />

trovare spazio <strong>sul</strong> mensile Self Service.<br />

andrea@cesavo.it; <strong>al</strong>essandra@cesavo.it<br />

Newsletter<br />

Breve notiziario online a scadenza quindicin<strong>al</strong>e,<br />

ideata per creare un can<strong>al</strong>e di comunicazione<br />

costante con e tra le <strong>associazioni</strong>; funge da<br />

agenda e aggiornamento <strong>sul</strong> volontariato<br />

loc<strong>al</strong>e, affi ancandosi <strong>al</strong> mensile Self Service.<br />

newsletter@cesavo.it<br />

Sportello del Gabbiano<br />

Per promuovere attivamente la cultura della<br />

solidarietà <strong>sul</strong> <strong>territorio</strong>, si può usufruire<br />

dello spazio promozion<strong>al</strong>e presso il centro<br />

commerci<strong>al</strong>e “il Gabbiano” a Savona.


ITALIA: UN PAESE VIOLENTO CON LE DONNE<br />

Il quadro emerso d<strong>al</strong>l’ultima indagine svolta nel corso del 2007,<br />

anno europeo <strong>delle</strong> pari opportunità per tutti<br />

I<br />

casi di violenza e m<strong>al</strong>trattamenti, le molestie sessu<strong>al</strong>i e le violenze psicologiche sono molto frequenti nel nostro paese,<br />

secondo l’opinione di più del 90% <strong>delle</strong> it<strong>al</strong>iane.<br />

Sono in particolare le 18-24enni che risiedono nelle grandi città a sentirsi minacciate; i posti bui, isolati e le aree<br />

cittadine degradate sono quelle avvertite con più pericolosità perchè è proprio in questi luoghi che la minaccia diviene più<br />

imprevedibile, più diffi cilmente gestibile.<br />

Ma, 4 donne su 10, dichiarano di avere costantemente paura, non appena si trovano in una condizione di solitudine, indipendentemente d<strong>al</strong><br />

luogo. Emerge così la fotografi a di un paese dove il rispetto per la persona umana e per la vita stessa vacilla.<br />

Oltre tre milioni di donne, per sentirsi più <strong>al</strong> sicuro, sono state costrette a modifi care le proprie abitudini di vita e i propri comportamenti.<br />

Il dato <strong>al</strong>larmante proviene da “La road Map <strong>delle</strong> Pari Opportunità”, una recente indagine di PublicaReS - società di ricerche e strategie -<br />

re<strong>al</strong>izzata nel corso del 2007, con il patrocinio del ministro Pollastrini, del Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità e della Presidenza<br />

del Consiglio dei Ministri.<br />

Le it<strong>al</strong>iane chiedono protezione, ma soprattutto libertà di vivere le città senza vincoli di spazio e di tempo, di poter utilizzare i trasporti come<br />

mezzi che rappresentano libertà di movimento e non ulteriori luoghi dove temere per la propria incolumità. Aspirano a tutta una serie di<br />

politiche soci<strong>al</strong>i che garantiscano parità con l’<strong>al</strong>tro sesso e la sicurezza quotidiana è il presupposto fondament<strong>al</strong>e per fare in modo che il<br />

mondo femminile viva appieno le proprie giornate, esprimendo quella ricchezza person<strong>al</strong>e di cui la famiglia, la politica e la società hanno<br />

bisogno.<br />

Anche nella nostra città la violenza verso le donne ha raggiunto cifre <strong>al</strong>larmanti, come testimonia la <strong>ricerca</strong> i cui ri<strong>sul</strong>tati vengono<br />

pubblicati a pagina 4. Tante sono le re<strong>al</strong>tà e le istituzioni che si stanno impegnando nel fronteggiare questo fenomeno e numerose le<br />

<strong>associazioni</strong> di volontariato attive in campagne di prevenzione della violenza e di supporto <strong>al</strong>le vittime.<br />

Una sezione importante in questo ultimo numero di Self Service per l’anno 2007 viene dedicata <strong>al</strong>le tante strutture di accoglienza <strong>sul</strong> nostro<br />

<strong>territorio</strong> e centri antiviolenza in relazione <strong>al</strong>l’approfondimento <strong>sul</strong>la legge region<strong>al</strong>e 12/2007 per la prevenzione della violenza di genere.<br />

A cura della redazione del Self Service<br />

3


4<br />

il tema del mese<br />

LA VIOLENZA SULLE DONNE<br />

NON HA SCUSE<br />

I dati di accesso ai servizi di Pronto Soccorso<br />

della provincia di Savona nel triennio 2004 – 2006<br />

L<br />

a Liguria ri<strong>sul</strong>ta la terza regione in It<strong>al</strong>ia, dopo Emilia<br />

Romagna e Lazio, in quanto a numero di violenze<br />

<strong>sul</strong>le donne.<br />

D<strong>al</strong> 2004 <strong>al</strong> 2005 il numero di donne che si sono rivolte<br />

ai pronto soccorso dei quattri nosocomi savonesi<br />

è aumentato di 40 unità: la stragrande maggioranza dei 454 casi<br />

è rappresentato da it<strong>al</strong>iane, ben 390. Centosette casi sono donne tra<br />

i 26 e i 35 anni e 97 le donne che hanno subito violenza di età compresa<br />

tra i 46 e i 65 anni. Tra le lesioni più frequenti ri<strong>sul</strong>tano 227<br />

ematomi, 82 ferite lacero contuse e 64 traumi cranici.<br />

Il 3 maggio scorso, presso la sede della Provincia di Savona si è tenuto<br />

un convegno d<strong>al</strong> nome “La violenza <strong>sul</strong>le donne non ha scuse”,<br />

dove sono stati presentati i dati di una <strong>ricerca</strong> svolta da ASL2 e Associazione<br />

Ipotesi con la collaborazione dell’Azienda Osped<strong>al</strong>iera s.<br />

Corona e della Provincia di Savona.<br />

Perché la <strong>ricerca</strong>?<br />

La violenza <strong>sul</strong>le donne, specie in ambito domestico, è da più parti<br />

indicata come un fenomeno a genesi multifattori<strong>al</strong>e, che costituisce<br />

la base di diverse forme di violenza che si manifestano nella società:<br />

stupri, incesti, violenze su individui appartenenti a fasce deboli.<br />

Sebbene non siano state condotte in passato indagini sistematiche<br />

per delinearne l’effettiva consistenza nella nostra Regione e in It<strong>al</strong>ia,<br />

in gener<strong>al</strong>e l’acquisizione dei dati relativi <strong>al</strong>la violenza domestica<br />

è comunemente riconosciuta come punto di partenza per attuare<br />

un’effi cace prevenzione e per re<strong>al</strong>izzare forme di intervento a diversi<br />

livelli: nella coppia, nella famiglia, nei confronti della tutela dei minori<br />

e infi ne come prevenzione gener<strong>al</strong>e di quella violenza che rappresenta,<br />

nella società, l’incidenza più <strong>al</strong>ta fra le azioni criminose<br />

contro la persona.<br />

La campagna del Consiglio d’Europa <strong>sul</strong>la violenza contro le donne e<br />

la violenza domestica, già nella conferenza di lancio del novembre<br />

2006, ha posto, fra gli obiettivi prioritari a livello internazion<strong>al</strong>e, la<br />

Claudia Agosti - Speci<strong>al</strong>ista in Pediatria<br />

Speci<strong>al</strong>ista in Igiene e Sanità Pubblica,<br />

Direttore Sanitario ASL 2<br />

Gian Franco P<strong>al</strong>lanca - Speci<strong>al</strong>ista in<br />

Psicologia, Speci<strong>al</strong>ista in Criminologia<br />

Clinica, Dirigente ASL 2<br />

Angelo Canepa - Sociologo, Speci<strong>al</strong>ista<br />

in Criminologia Clinica, Dirigente ASL 2<br />

Fulvia Diotti - Dottore di <strong>ricerca</strong>,<br />

Speci<strong>al</strong>ista in Psicologia Clinica,<br />

professore a contratto presso<br />

l’Università di Genova<br />

rilevazione dei dati del fenomeno qu<strong>al</strong>e prerequisito per ogni effi -<br />

cace politica d’intervento a qu<strong>al</strong>siasi livello. La semplice rilevazione<br />

tuttavia non può dare una visione re<strong>al</strong>istica né può essere effi cacemente<br />

utilizzata se non tiene conto di specifi ci criteri coerenti con<br />

una metodologia rigorosa di <strong>ricerca</strong>. É necessario partire da due domande<br />

fondament<strong>al</strong>i:<br />

Perché i dati sono necessari?<br />

a. per accertare le dimensioni del fenomeno<br />

b. metterne a fuoco i diversi aspetti (recidive, esc<strong>al</strong>ation, pericolosità)<br />

c. delineare l’andamento del fenomeno<br />

Ciò permetterà di prendere decisioni <strong>sul</strong>le iniziative da avviare e<br />

verifi care l’effi cacia dei piani di prevenzione e supporto oltre a giudicare<br />

se la situazione si stia deteriorando o sia in via di miglioramento.<br />

Qu<strong>al</strong>i dati sono necessari?<br />

È necessario individuare degli indicatori che, anno dopo anno, offrano<br />

dati comparabili fra re<strong>al</strong>tà nazion<strong>al</strong>i e sovranazion<strong>al</strong>i diverse. T<strong>al</strong>i<br />

indicatori possono essere riassumibili in categorie qu<strong>al</strong>i: l’incidenza<br />

e la prev<strong>al</strong>enza del fenomeno rispetto <strong>al</strong>la popolazione (percentu<strong>al</strong>e<br />

e tot<strong>al</strong>e); la tipologia <strong>delle</strong> violenze (stupri, violenza domestica,<br />

st<strong>al</strong>king, molestie sessu<strong>al</strong>i, delitti d’onore ecc.); la gravità <strong>delle</strong> violenze<br />

(lesioni, traumi fi sici o psichici, recidive ecc).<br />

La <strong>ricerca</strong> si è posta, fi n d<strong>al</strong> suo inizio (la prima raccolta è stata effettuata<br />

nel 2004 sui dati del 2003), in linea con questi obiettivi e<br />

in quest’ottica.<br />

I limiti del <strong>lavoro</strong> sono determinati <strong>d<strong>al</strong>la</strong> categoria di visibilità degli<br />

stessi: i dati sono stati raccolti presso i servizi di Pronto Soccorso<br />

della 2a ASL Savonese e dell’osped<strong>al</strong>e S. Corona di Pietra Ligure, con<br />

la consapevolezza che essi rappresentano solo la punta dell’iceberg<br />

del fenomeno: secondo una stima effettuata, per ogni violenza denunciata<br />

o che comporti la con<strong>sul</strong>tazione osped<strong>al</strong>iera, <strong>al</strong>tre 7 rimangono<br />

nascoste; un numero minore, ma tragicamente signifi cativo,<br />

comporta invece il decesso della vittima <strong>al</strong> di fuori dei servizi di<br />

assistenza.<br />

Le ipotesi prioritarie di <strong>lavoro</strong> sono dunque state:<br />

• delineare l’ampiezza del fenomeno;<br />

• accertare la lesività dei comportamenti violenti (attraverso le diagnosi<br />

e le prognosi contenute nei referti);<br />

• defi nire le caratteristiche demografi che dei soggetti a rischio (età,<br />

condizione lavorativa, eventu<strong>al</strong>e condizione di appartenenza a gruppi<br />

di immigrati o etnie diverse; presenza di fi gli, ecc);<br />

• tracciare una mappa della violenza <strong>sul</strong>le donne <strong>sul</strong> <strong>territorio</strong> della<br />

provincia;<br />

• v<strong>al</strong>utare l’impatto dei m<strong>al</strong>trattamenti prolungati <strong>sul</strong>le vittime.<br />

IL CAMPIONE NELLA PROVINCIA DI SAVONA<br />

Nel triennio 2004 - 2006 il numero tot<strong>al</strong>e <strong>delle</strong> donne che si sono<br />

rivolte ai servizi di Pronto Soccorso in seguito a violenza “<strong>al</strong>trui” è


Figura 1: la crescita del fenomeno in un triennio<br />

numero ingressi<br />

430<br />

430<br />

430<br />

430<br />

430<br />

380<br />

370<br />

360<br />

350<br />

ANNO<br />

2004<br />

375<br />

408<br />

ANNO<br />

2005<br />

422<br />

stato 1373. Sebbene la “violenza <strong>al</strong>trui” sia da attribuirsi a diverse<br />

tipologie di aggressori, appare nettamente prev<strong>al</strong>ente la violenza<br />

subita da parte del partner (Intimate Partner Violence, I.P.V.).<br />

La defi nizione di Intimate Partner Violence, proposta <strong>d<strong>al</strong>la</strong> letteratura<br />

nordamericana, si presta bene a raccogliere tutte le forme di<br />

violenza perpetrate da diverse fi gure di aggressori che sono accomunati<br />

d<strong>al</strong>l’essere legati <strong>al</strong>le vittime da una signifi cativa relazione<br />

affettiva: coniuge o ex coniuge, fi danzato o ex fi danzato, convivente<br />

o ex convivente.<br />

I DATI DEL 2006 E LA CRESCITA DEL FENOMENO<br />

Nell’anno 2006 il numero <strong>delle</strong> donne che si sono rivolte <strong>al</strong>le 4 sedi<br />

dei Pronto Soccorso della 2a ASL2 del Savonese, comprendenti le<br />

sedi di Savona - Osped<strong>al</strong>e S. Paolo; Pietra Ligure - Osped<strong>al</strong>e S. Corona;<br />

Albenga - Osped<strong>al</strong>e S. Maria di Misericordia; Cairo Montenotte<br />

- Osped<strong>al</strong>e S. Giuseppe sono state 422, con percentu<strong>al</strong>i rispettiva-<br />

L’EMPOWERMENT DEL RUOLO FEMMINILE<br />

ANNO<br />

2006<br />

D<strong>al</strong>la fi ne degli anni ‘60 ad oggi il ruolo femminile si è<br />

arricchito di fondament<strong>al</strong>i prerogative che hanno dato<br />

luogo a catene di cause /effetti:<br />

• migliore istruzione<br />

• indipendenza economica<br />

• perdita del v<strong>al</strong>ore della verginità<br />

• contraccezione<br />

• controllo <strong>sul</strong>la procreazione (possibilità di scegliere se<br />

e quando)<br />

• appropriazione di un ruolo sessu<strong>al</strong>e attivo<br />

• orgasmo femminile<br />

• atteggiamento critico circa le capacità sessu<strong>al</strong>i del<br />

partner<br />

• abbandono di partner insoddisfacenti<br />

Per contro questo empowerment ha drammaticamente<br />

messo in crisi il ruolo maschile spogliandolo degli<br />

attributi più prestigiosi, infatti l’uomo:<br />

• non è più padrone <strong>delle</strong> risorse economiche della coppia<br />

• non è più padrone della procreazione<br />

• non è più padrone di un ruolo sessu<strong>al</strong>e dominante<br />

• non è più padrone dielle scelte: anche lui deve essere<br />

scelto e può essere lasciato.<br />

mente del 37% per il capoluogo, 23% per Pietra Ligure, 32% per Albenga<br />

e 8% per Cairo.<br />

Si osserva un incremento del 9% tra il 2004 e il 2005 e del 3% tra il<br />

2005 e il 2006, passando da un numero di soggetti di 375, 408 e 422<br />

per i rispettivi anni: glob<strong>al</strong>mente in 3 anni il numero degli ingressi<br />

<strong>al</strong>le sedi dei Pronto Soccorso per violenza <strong>al</strong>trui partner è aumentato<br />

del 12%. (fi gura 1)<br />

Il numero di accessi ai Pronto Soccorso, distribuito nei vari mesi, per<br />

l’anno 2006, denota due signifi cativi “picchi” di incremento di casi<br />

nei mesi estivi di luglio e agosto.<br />

IL LUOGO DELL’AGGRESSIONE<br />

La maggior parte <strong>delle</strong> aggressioni avviene <strong>al</strong>l’interno dell’abitazione<br />

o nei pressi di questa (33%). Minori in percentu<strong>al</strong>e i casi di<br />

aggressione avvenuti <strong>sul</strong> posto di <strong>lavoro</strong> (3%) o in luoghi di ritrovo<br />

e divertimento (1%). Poco numerosi i casi <strong>al</strong>l’esterno, (6%) per lo<br />

più dovuti a scippi, rapine o casi legati <strong>al</strong>la prostituzione. La vittima<br />

di solito tende a non riferire particolari relativi <strong>al</strong>l’aggressione per<br />

cui, nella stragrande maggioranza dei casi, il dato relativo <strong>al</strong> luogo<br />

dell’aggressione viene taciuto, (59%) quasi certamente perché direttamente<br />

correlato <strong>al</strong>la fi gura dell’aggressore.<br />

ETÀ E NAZIONALITÀ PREVALENTI DELLE VITTIME<br />

L’età <strong>delle</strong> vittime, distribuite in 7 fasce di età - da 15 a 18 anni; da<br />

19 a 23 anni, da 26 a 35 anni, da 36 a 45 anni, da 46 ai 55 anni, dai<br />

56 ai 65 anni, oltre i 65 anni- dimostra che le donne maggiormente<br />

colpite <strong>d<strong>al</strong>la</strong> violenza domestica sono comprese in quelle di mezzo<br />

(fra i 26 e i 55 anni) anche se non mancano episodi che riguardano<br />

bambine e minorenni e ultraottantenni. Molti casi relativi a fasce di<br />

età comprese fra i 36 e i 55 anni si riferiscono a recidive: casi in cui<br />

la dinamica violenta ri<strong>sul</strong>ta radicata nella coppia.<br />

Si può ragionevolmente dedurre che la violenza viene incrementata<br />

quando le donne hanno relazioni abbastanza stabili con un partner e<br />

quindi sono in un’età in cui più facilmente vivono con il coniuge o il<br />

compagno.<br />

E tutto ciò con un’accelerazione vertiginosa che ha<br />

travolto gli stereotipi di riferimento maschili e le<br />

capacità d’adattamento di moltissimi uomini.<br />

Tutti conosciamo il binomio frustrazione / aggressività.<br />

Le aggressioni nei confronti <strong>delle</strong> donne aumentano di<br />

pari passo con il livello di frustrazione di quegli uomini<br />

che non hanno risorse suffi cienti a far fronte <strong>al</strong>le nuove<br />

sfi de dei cambiamenti e vedono la propria identità virile<br />

disastrosamente compromessa.<br />

IL RIFIUTO DI SUBIRE<br />

Il rifi uto di subire passivamente i m<strong>al</strong>trattamenti,<br />

usati per negare la parità dei ruoli, ha come effetto una<br />

maggiore richiesta d’aiuto da parte <strong>delle</strong> vittime.<br />

Queste, già nell’accedere ai servizi di pronto soccorso,<br />

superano in parte i sentimenti di vergogna e colpa<br />

correlati <strong>al</strong>le loro vicende person<strong>al</strong>i e contribuiscono<br />

a superare lo stereotipo della violenza domestica<br />

come “fatto privato” e non soci<strong>al</strong>e. É importante che<br />

t<strong>al</strong>e richiesta d’aiuto non trovi soltanto una risposta<br />

“sanitaria”, ma attivi una rete di risorse.<br />

5


6<br />

il tema del mese<br />

“La violenza <strong>sul</strong>le donne non conosce confi ni”, titolava un quotidiano<br />

già nel 1998. Secondo il rapporto del “Panos Institute” è la prima<br />

causa di morte, più del cancro e della guerra. Il fenomeno è presente<br />

in tutti i paesi e in tutte le etnie, sia residenti che immigrate non<br />

sfuggono. Sebbene il numero <strong>delle</strong> donne che si rivolgono <strong>al</strong> Pronto<br />

Soccorso per lesioni sia prev<strong>al</strong>entemente formato da it<strong>al</strong>iane, si<br />

osserva un incremento <strong>delle</strong> donne provenienti da paesi diversi, per<br />

immigrazione. La variegabilità del dato dimostra che nessuna etnia e<br />

nessuna provenienza ri<strong>sul</strong>tano indenni d<strong>al</strong> fenomeno. (fi gura 2)<br />

Figura 2: nazion<strong>al</strong>ità <strong>delle</strong> vittime<br />

359<br />

It<strong>al</strong>ia<br />

14<br />

8<br />

Romania<br />

Albania<br />

6<br />

5<br />

9<br />

3<br />

2 2 2 2 2<br />

1 1 1 1<br />

1 1<br />

Rep. Moldava<br />

Ecuador<br />

Brasile<br />

Ucraina<br />

Cina<br />

Marocco<br />

Nigeria<br />

Colombia<br />

Spagna<br />

Fed. Russa<br />

Polonia<br />

Perù<br />

Sud America<br />

Portog<strong>al</strong>lo<br />

Rep. Dominicana<br />

TIPOLOGIE E FORME DELLA VIOLENZA<br />

La violenza <strong>sul</strong>le donne è caratterizzata da una percentu<strong>al</strong>e decisiva<br />

(87%) di I.P.V., v<strong>al</strong>e a dire la violenza subita a causa del partner. A<br />

questa seguono la violenza intrafamiliare (5%) e il bullismo (3%).<br />

La tabella che segue illustra la tipologia prev<strong>al</strong>ente di violenza subita<br />

a seconda della fascia d’età e distinta in violenza intrafamiliare<br />

- intesa come violenza domestica - e violenza extrafamiliare che<br />

comprende tutte le forme di violenza consumatisi <strong>al</strong>l’eterno della<br />

cerchia familiare:<br />

Tipologia Fascia d’età prev<strong>al</strong>ente<br />

Violenza intrafamiliare da 9 a 15 anni e da 75 a 85 anni<br />

I.P.V. da 20 a 50 anni<br />

Bullismo (coetanei) da 12 a 20 anni<br />

Extrafamiliare fra donne da 25 a 50 anni<br />

Vicinato da 35 a 65 anni<br />

Violenza sessu<strong>al</strong>e non I.P.V. circa 15 anni<br />

Incidenti e risse nessuna fascia prev<strong>al</strong>ente<br />

Rapine e scippi circa 70 anni<br />

La maggior parte <strong>delle</strong> donne (66%) ha avuto, da queste forme di<br />

violenza, lesioni guaribili fra 0 e 7 giorni, ma più del 30% ha avuto<br />

danni che hanno comportato da 8 a oltre 20 giorni di prognosi, e una<br />

piccolissima percentu<strong>al</strong>e ha avuto danni ancora più gravi. Tuttavia,<br />

da questa disamina, è necessario rilevare come nei casi di violenza<br />

sessu<strong>al</strong>e, con poche eccezioni, non vengono riconosciuti giorni di<br />

prognosi, così come per lo stato di choc e di disturbi post-traumatici<br />

da stress, anche nei rari casi in cui t<strong>al</strong>i condizioni psicologiche, sempre<br />

presenti nel caso di lesioni fi siche di questo tipo, vengono associate<br />

come comorbità nella diagnosi.<br />

La violenza <strong>sul</strong>le donne colpisce in maniera più severa, e spesso ripetuta<br />

colore che, anche in relazione con l’età, vivono una situazione<br />

di coppia convivente. Le fasce d’età centr<strong>al</strong>i - da 36 a 45 e da 46 a 55<br />

- hanno giorni di prognosi maggiori (in media: 8 giorni) <strong>delle</strong> donne<br />

più giovani o più anziane, anche se non signifi cativamente diversi:<br />

fi no ai 25 anni i giorni di prognosi sono, in media, 6; fi no ai 35 anni e<br />

oltre i 55 anni i giorni di prognosi sono, in media, 7.<br />

I giorni di prognosi cambiano sensibilmente a seconda della nazion<strong>al</strong>ità<br />

<strong>delle</strong> donne come ri<strong>sul</strong>ta d<strong>al</strong> grafi co qui accanto. (fi gura 3)<br />

La pericolosità <strong>delle</strong> lesioni non è unicamente rilevabile attraverso<br />

i giorni di prognosi, ma può essere facilemente misurata attraverso<br />

la sc<strong>al</strong>a di Campbell che rileva anche la pericolosità <strong>delle</strong> violenze<br />

psicologiche; tuttavia essa non è <strong>al</strong> momento applicata nelle sedi<br />

dei Pronto Soccorso. La casistica esaminata <strong>d<strong>al</strong>la</strong> <strong>ricerca</strong> non si<br />

colloca comunque mai <strong>al</strong> di sotto del livello 3, raggiunge con discreta<br />

frequenza il livello 4 e presenta molti pochi casi di livello 5 e t<strong>al</strong>volta<br />

anche di livello 6.<br />

La sc<strong>al</strong>a di Campbell<br />

1. Minacce di percosse, intimidazioni<br />

2. Schiaffi , spinte (nessuna lesione o dolore duraturo)<br />

3. Pugni, c<strong>al</strong>ci (dolori persistenti, ematomi)<br />

4. Morsi, contusioni estese, ustioni, fratture ossee<br />

5. Traumi cranici, lesioni interne, lesioni permanenti<br />

6. Uso di armi o oggetti, ferite da arma da taglio o da fuoco<br />

Nel nostro campione, la maggior parte <strong>delle</strong> donne presenta lesioni e<br />

traumi <strong>al</strong> volto, capo e collo (41,38%) o lesioni multiple (11,80%) che<br />

comprendono anche quelle parti, mentre minori sono le lesioni agli<br />

arti o torace e addome: si tratta sempre di casi che rientrano nei livelli<br />

3-4-5 della Campbell.<br />

TIPOLOGIA DELL’AGGRESSORE<br />

Nella stragrande maggioranza dei casi non viene dichiarata l’identità<br />

dell’aggressore, o perché, in rarissimi casi (7,8%), si tratta di<br />

Figura 3: media dei giorni di prognosi e nazion<strong>al</strong>ità<br />

Fed. Russa 8<br />

Spagna 2<br />

Polonia 4<br />

Colombia 7<br />

Nigeria 2<br />

Cina 5<br />

Marocco 10<br />

Ucraina 5<br />

Brasile 15<br />

Ecuador 10<br />

Rep. Moldava 12<br />

Albania 9<br />

Romania 6<br />

It<strong>al</strong>ia 7<br />

0 5 10 15 20


“persona sconosciuta” o, assai più frequentemente (33,3%), si tratta<br />

di persona conosciuta <strong>d<strong>al</strong>la</strong> qu<strong>al</strong>e evidentemente si temono ulteriori<br />

ripercussioni.<br />

Da quanto si è potuto constatare, esaminando direttamente le cartelle<br />

cliniche e confrontando il luogo dell’aggressione (prev<strong>al</strong>ente:<br />

abitazione o pressi dell’abitazione) e la prev<strong>al</strong>enza di persona conosciuta,<br />

si può ragionevolmente considerare che la persona conosciuta<br />

identifi chi per lo più un familiare. L’ipotesi è sostenuta d<strong>al</strong> fatto<br />

che, nei casi in cui l’aggressore è identifi cato, esso è quasi sempre<br />

il coniuge (26,3%) o il convivente (17,5%). A seguire, in percentu<strong>al</strong>i<br />

minori, ex partner (coniugi, fi danzati, conviventi ecc) e familiari non<br />

meglio descritti (3,5%). (fi gura 4)<br />

Figura 4: tipologia dell’aggressore<br />

26,3<br />

coniuge<br />

17,5<br />

convivente/compagno<br />

4,3<br />

3,5 3,5<br />

fi danzato<br />

ex coniuge<br />

ex partner<br />

33,3<br />

persona conosciuta<br />

persona sconosciuta<br />

familiare<br />

SITUAZIONI CHE SCATENANO LA VIOLENZA DEL PARTNER<br />

In <strong>al</strong>cuni casi, in cui la vittima ha indicato l’identità dell’aggressore,<br />

è stato possibile raccogliere qu<strong>al</strong>che elemento che - seppure in<br />

modo frammentario - offre un’idea <strong>delle</strong> situazioni che scatenano la<br />

violenza del partner:<br />

• disobbedire <strong>al</strong> marito/partner;<br />

• rispondere a tono;<br />

• non preparare il pasto <strong>al</strong> momento giusto;<br />

• non occuparsi in modo suffi ciente dei bambini o della casa;<br />

• fare domande relative ai soldi;<br />

• fare domande relative <strong>al</strong>le amanti;<br />

• recarsi da qu<strong>al</strong>che parte senza l’autorizzazione del partner;<br />

• rifi utare le richieste sessu<strong>al</strong>i del partner;<br />

• essere sospettata d’infedeltà;<br />

• manifestare l’intenzione di interrompere la convivenza.<br />

Gli aggressori più violenti si confermano essere gli ex coniugi seguiti<br />

dai coniugi e dai conviventi e partner o ex partner, come ri<strong>sul</strong>ta<br />

<strong>d<strong>al</strong>la</strong> fi gura 10 che incrocia la tipologia dell’aggressore con la media<br />

dei giorni di prognosi per le lesioni. Al di là <strong>delle</strong> dinamiche che si<br />

instaurano in quella che si defi nisce coppia violenta, è evidente che<br />

la confl ittu<strong>al</strong>ità che determina la separazione e la mancata accettazione<br />

da parte del partner maschile ad essere lasciato, comporta<br />

una situazione di notevole rischio per le donne. Le donne coinvolte in<br />

7,8<br />

3,5<br />

una relazione con un partner violento subiscono la violenza non solo<br />

durante la convivenza ma ancora di più e in maniera più severa dopo<br />

la separazione.<br />

STALKING<br />

Lo st<strong>al</strong>king comprende una serie di comportamenti diretti contro<br />

una specifi ca persona aventi lo scopo di indurre in lei uno stato di<br />

paura per la propria incolumità. Le persone che mettono in atto questi<br />

comportamenti sono più spesso ex partner della vittima che intendono<br />

riprendere il controllo <strong>sul</strong>la donna che ha cercato di recidere<br />

ogni relazione con loro. Tutti gli st<strong>al</strong>ker sono imprevedibili e devono<br />

essere considerati pericolosi.<br />

Le vittime, per lo più, soffrono di un elevato livello d’ansia, insonnia<br />

e sintomatologia depressiva qu<strong>al</strong>i conseguenze dello st<strong>al</strong>king.<br />

Spesso si assentano d<strong>al</strong> <strong>lavoro</strong> o ancora scelgono di cambiare casa e<br />

città per sfuggire ai continui agguati e riappropriarsi di un minimo<br />

sentimento di sicurezza.<br />

I dati riportati riguardanti le vittime che avevano subito aggressioni<br />

<strong>al</strong> di fuori della propria abitazione, testimoniano l’importanza del<br />

fenomeno e inducono ad una seria rifl essione <strong>sul</strong>l’impatto psicologico<br />

che questo tipo di reato, sovente sottov<strong>al</strong>utato, produce <strong>sul</strong>le<br />

vittime.<br />

IL FENOMENO DELLE VITTIME RECIDIVE<br />

Molte donne si presentano più volte <strong>al</strong> Pronto Soccorso ad interv<strong>al</strong>li<br />

di tempo, a causa del ripetersi della violenza. Le tipologie di violenza<br />

che più frequentemente presentano recidive sono tre:<br />

• I.P.V., con una percentu<strong>al</strong>e di recidive del 16%<br />

• Violenza intrafamiliare, con una percentu<strong>al</strong>e del 6%<br />

• Bullismo, con una percentu<strong>al</strong>e del 5%<br />

Gli ingressi in Pronto Soccorso per sole recidive rappresentano il<br />

16% del tot<strong>al</strong>e. 89 donne si sono rivolte <strong>al</strong> Pronto Soccorso 2 volte,<br />

per <strong>al</strong>tre l’accesso è stato un numero di volte maggiore, fi no ad arrivare<br />

<strong>al</strong> caso massimo di 11 ingressi in soli 3 anni.<br />

Le recidive rappresentano la tipica esc<strong>al</strong>ation nefasta della violenza,<br />

la qu<strong>al</strong>e, ben lungi d<strong>al</strong>l’essere episodica od occasion<strong>al</strong>e, tende<br />

con il tempo a diventare sempre più pericolosa per la donna, anche<br />

in assenza di denuncia pen<strong>al</strong>e o dell’omissione dell’identifi cazione<br />

dell’aggressore.<br />

Ciò è dimostrato d<strong>al</strong>le caratteristiche della recidiva:<br />

a. recidiva semplice: due eventi distanziati nel tempo;<br />

b. riduzione del tempo intercorrente fra gli eventi: più di due eventi<br />

in un anno;<br />

c. aumento dei giorni di prognosi fra il primo evento e i successivi;<br />

d. riduzione del tempo e aumento dei giorni di prognosi fra il primo<br />

evento e i successivi.<br />

Lo studio condotto sui dati relativi <strong>al</strong>le vittime di aggressioni ripetute<br />

ha permesso di v<strong>al</strong>utare l’impatto psicologico dei m<strong>al</strong>trattamenti<br />

protratti nel tempo. É di particolare rilievo osservare che le donne<br />

che accedono per la prima volta <strong>al</strong> Pronto Soccorso sono caratterizzate<br />

da sintomi tipici del disturbo post-traumatico da stress: ansia,<br />

agitazione, angoscia, panico, tremori e <strong>al</strong>terazioni della sfera affettiva.<br />

Ben diversamente, nel caso <strong>delle</strong> recidive, soprattutto quelle<br />

classifi cate ai punti b,c e d, emergono con maggiore frequenza sintomatologie<br />

associate ad abuso di: <strong>al</strong>cool, droghe, psicofarmaci e<br />

sintomatologie psichiatriche di innesto qu<strong>al</strong>i depressioni e psicosi.<br />

IL MITO DELLA “MUTUALITÀ”<br />

È molto diffuso il convincimento che gli uomini e le donne usino la<br />

violenza fi sica in proporzione egu<strong>al</strong>e <strong>al</strong>l’interno <strong>delle</strong> loro relazioni<br />

intime. Questa opinione non tiene conto della natura della violenza e<br />

7


8<br />

dell’impatto psicologico vissuto da ciascuna <strong>delle</strong> parti.<br />

Nel presente studio sono stati frequentemente riportati nella stesura<br />

dei referti gli stati d’agitazione, ansia, angoscia, crisi di pianto<br />

incontenibile manifestati d<strong>al</strong>le donne, mentre t<strong>al</strong>i annotazioni non<br />

compaiono mai nei referti relativi agli uomini. Ciò è ovviamente riferibile<br />

<strong>al</strong> fatto che le donne, in t<strong>al</strong>i situazioni, sono molto più vulnerabili<br />

degli uomini e più esposte a subire lesioni.<br />

Una precedente indagine, condotta su tutti gli uomini e le donne che<br />

avevano subito violenza da parte di terzi affl uite <strong>al</strong>l’Osped<strong>al</strong>e San<br />

Paolo di Savona nell’arco dell’anno 2003, aveva evidenziato, su un<br />

tot<strong>al</strong>e di 440 vittime, la seguente distribuzione:<br />

RECIPROCITÀ DELLA VIOLENZA<br />

Uomini percossi da uomini 231<br />

Donne percosse da uomini 206<br />

Uomini percossi da donne 3<br />

Donne percosse da donne 0<br />

Sebbene gli uomini siano nel complesso vittime di reati di violenza<br />

in percentu<strong>al</strong>e maggiore <strong>delle</strong> donne,<br />

essi sono, nella quasi tot<strong>al</strong>ità dei casi<br />

esaminati, aggrediti e percossi da <strong>al</strong>tri<br />

uomini.<br />

I dati evidenziano come le donne, <strong>al</strong><br />

contrario, non fossero mai vittime di<br />

donne e che le donne che avevano procurato<br />

lesioni a uomini l’avessero fatto<br />

in una colluttazione domestica in cui<br />

esse erano state aggredite per prime e<br />

che perciò avevano dovuto difendersi.<br />

A prova di ciò si è osservato che la loro<br />

prognosi era superiore a quella del partner aggressore, che pure si<br />

era recato <strong>al</strong> Pronto Soccorso. È evidente, pertanto, che la violenza<br />

fra partner è un crimine contro le donne.<br />

I BAMBINI: LE VITTIME DIMENTICATE<br />

La violenza <strong>sul</strong>le donne, oltre che a rappresentare una forma odiosa<br />

di sopraffazione a causa della vulnerabilità della vittima e della situazione<br />

di dipendenza in cui sovente quest’ultima si trova nei confronti<br />

del suo aggressore, rappresenta anche un grave atto di violenza<br />

nei confronti dei bambini che sovente vi assistono <strong>al</strong>l’interno<br />

<strong>delle</strong> pareti domestiche.<br />

Infatti, assistere <strong>al</strong>la violenza subita <strong>d<strong>al</strong>la</strong> fi gura materna ha un impatto<br />

devastante sui bambini: li riempie d’angoscia impotente, attiva<br />

sentimenti di colpa e s’imprime come un marchio sui loro modelli<br />

d’identifi cazione.<br />

La fascia di età in cui si collocano le donne vittime di I.P.V. corrisponde<br />

<strong>al</strong>l’età fertile in cui è più frequente la convivenza e la presenza di<br />

fi gli. Le donne vittime di I.P.V. non economicamente autonome tendono<br />

a rimanere nell’ambiente familiare soprattutto a causa della<br />

presenza dei fi gli; questi assistono quindi <strong>al</strong>le violenze perpetrate<br />

<strong>sul</strong>le madri, con pesanti ripercussioni <strong>sul</strong>la formazione dei loro modelli<br />

di identifi cazione.<br />

I bambini esposti <strong>al</strong>la violenza domestica sviluppano difese diverse<br />

per fronteggiare l’evento traumatico e continuato della spir<strong>al</strong>e<br />

violenta nella coppia genitori<strong>al</strong>e. T<strong>al</strong>i difese, considerando la loro<br />

immaturità psicologica, hanno una v<strong>al</strong>enza svantaggiosa nella loro<br />

crescita e nel loro equilibrio psicologico.<br />

L’esposizione di minori <strong>al</strong>le dinamiche violente <strong>al</strong>l’interno della fa-<br />

miglia, anche quando non li coinvolge direttamente, costituisce il<br />

più importante fattore di rischio soci<strong>al</strong>e, poiché ”il maggiore predittore<br />

della futura violenza è dato dai bambini che, direttamente<br />

o indirettamente, hanno vissuto esperienze di atti di violenza nella<br />

loro infanzia”, <strong>al</strong>imentando quello che è stato defi nito il “ciclo della<br />

violenza” (A.P.A. Psycnet, 2004).<br />

IL NUMERO OSCURO<br />

In America i movimenti per la difesa della donna ritengono che <strong>al</strong>meno<br />

il 40% <strong>delle</strong> donne vittime di aggressioni in ambiente domestico<br />

riportino lesioni. Di queste soltanto una su cinque chiede assistenza<br />

medica. Se gli stessi parametri fossero applicabili <strong>al</strong>la re<strong>al</strong>tà it<strong>al</strong>iana,<br />

potremmo c<strong>al</strong>colare che, essendo 1373 le donne che si sono rivolte<br />

ai quattro servizi di Pronto Soccorso della provincia di Savona nel<br />

triennio in esame, il “numero oscuro” <strong>delle</strong> donne che hanno subito<br />

aggressioni fi siche nello stesso periodo sia superiore a 6000.<br />

Non sappiamo quante donne, fra quelle che hanno chiesto cure mediche<br />

<strong>al</strong> Pronto Soccorso, abbiano poi agito leg<strong>al</strong>mente contro i loro<br />

aggressori, tuttavia sappiamo che più spesso questi episodi non<br />

vengono denunciati <strong>al</strong>la Polizia.<br />

MOTIVI DI MANCATA DENUNCIA<br />

Alcune <strong>delle</strong> vittime che non hanno<br />

identifi cato i propri aggressori hanno<br />

giustifi cato la propria scelta per i seguenti<br />

motivi:<br />

• le violenze subite erano considerate<br />

fatti person<strong>al</strong>i e privati;<br />

• il timore di ulteriori e più gravi ritorsioni;<br />

• la scarsissima fi ducia che l’Autorità<br />

di Pubblica Sicurezza possa prendere<br />

provvedimenti effi caci.<br />

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE<br />

L’entità del fenomeno rilevato presso i servizi di Pronto Soccorso si<br />

è rivelato nettamente superiore <strong>al</strong>le aspettative e in costante ascesa<br />

durante l’arco dei tre anni esaminati.<br />

Fra le diverse forme di violenza subite d<strong>al</strong>le donne nell’arco della<br />

loro vita l’I.P.V. costituisce la forma più diffusa e pericolosa; le fasce<br />

d’età maggiormente interessate d<strong>al</strong>l’I.P.V. sono quelle comprese fra<br />

i 26 e i 55 anni. I servizi osped<strong>al</strong>ieri di Pronto Soccorso rappresentano<br />

i presidi cui affl uisce la stragrande maggioranza di vittime di<br />

violenza. Le donne straniere sono in aumento anno dopo anno fra le<br />

vittime che cercano assistenza sanitaria dopo aver subito violenza.<br />

Sebbene si possa pensare che il numero di donne straniere residenti<br />

nel Savonese aumenti sensibilmente nel tempo, il rapido aumento di<br />

quelle che affl uiscono <strong>al</strong> Pronto Soccorso fa pensare che queste, in<br />

caso di m<strong>al</strong>trattamenti, siano sempre più inclini a riporre fi ducia nei<br />

servizi Sanitari del paese che le ospita.<br />

Gli aggressori più violenti sono i partner <strong>delle</strong> donne straniere.<br />

La gravità <strong>delle</strong> lesioni subite d<strong>al</strong>le vittime testimonia l’aggressività<br />

dei partner maschili autori di I.P.V. e la pericolosità della violenza<br />

subito <strong>al</strong>l’interno <strong>delle</strong> pareti domestiche.<br />

La percentu<strong>al</strong>e di vittime recidive rappresenta l’indicatore più <strong>al</strong>larmante<br />

del fenomeno e l’impatto dei m<strong>al</strong>trattamenti reiterati <strong>sul</strong>la<br />

person<strong>al</strong>ità <strong>delle</strong> vittime è testimoniato da sintomatologie associate<br />

ad abuso di sostanze e sintomi psichiatrici di innesto che caratterizzano<br />

il quadro clinico di queste vittime.<br />

L’età <strong>delle</strong> vittime di violenza domestica lascia pensare che la presenza<br />

di bambini <strong>sul</strong> teatro della violenza fosse del tutto probabile.


L’ISOLA CHE C’È<br />

PER DONNE IN DIFFICOLTÀ<br />

La parola a Lucia Bacciu,<br />

Assessore ai Servizi Soci<strong>al</strong>i<br />

del Comune di Savona<br />

Numerose sono le strutture di accoglienza in Savona e provincia; tra le tante, “L’isola che c’è” si pone come casa di<br />

accoglienza per mamme e bambini che si ritrovano a vivere esperienze diffi cili: si tratta di una struttura che ospita<br />

donne, che per diversi motivi, non possono rimanere <strong>al</strong>l’interno della loro famiglia.<br />

“L’isola che c’è” vuole essere un’opportunità concreta che offre, oltre <strong>al</strong>la soluzione abitativa, un sostegno emotivo<br />

e psicologico per ricostruire in modo sereno la propria autonomia familiare. Il servizio è gratuito e per ogni<br />

informazione è possibile rivolgersi <strong>al</strong>l’ambito territori<strong>al</strong>e soci<strong>al</strong>e di residenza (sono tre gli ambiti territori<strong>al</strong>i soci<strong>al</strong>i<br />

in Savona: Oltreletimbro, Villapiana-Lavagnola, Città Centro).<br />

Qu<strong>al</strong> è la storia della casa famiglia “L’isola che c’è”?<br />

Il progetto “Isola che c’è” nasce in occasione dell’utilizzo <strong>delle</strong> risorse<br />

messe a disposizione <strong>d<strong>al</strong>la</strong> legge 285/97 meglio conosciuta<br />

come Legge Turco; si proponeva di offrire una risposta a casi di<br />

donne, con fi gli minori o in stato di gravidanza, esposte a rischio di<br />

m<strong>al</strong>trattamenti o violenza. Si trattava di una struttura residenzi<strong>al</strong>e,<br />

articolata per ospitare fi no a tre nuclei familiari, per il periodo di<br />

tempo necessario <strong>al</strong>lo sviluppo di un progetto di ri-acquisizione di<br />

autonomie, con il supporto di person<strong>al</strong>e educativo e la supervisione<br />

di un gruppo di tecnici <strong>delle</strong> professioni psico soci<strong>al</strong>i. Aperta nel<br />

2000, la struttura è rimasta operativa fi no <strong>al</strong>lo scorso 30 settembre;<br />

d<strong>al</strong> mese di ottobre, a seguito di una profonda revisione progettu<strong>al</strong>e,<br />

è stata riconvertita secondo il modello previsto <strong>d<strong>al</strong>la</strong> legge<br />

region<strong>al</strong>e della Liguria n. 12/2007 <strong>sul</strong>la violenza di genere, che prevede<br />

la re<strong>al</strong>izzazione di case rifugio.<br />

Chi sono i partner istituzion<strong>al</strong>i coinvolti nel progetto di<br />

accoglienza?<br />

La titolarità del progetto è del Distretto Sociosanitario 7 Savonese,<br />

che riunisce i quattordici comuni del comprensorio Savonese ex Zona<br />

Soci<strong>al</strong>e, che è stato per tutto il periodo di attività pregressa l’unico<br />

fi nanziatore; partner tecnici sono l’ASL 2 Savonese, il terzo settore e<br />

la cooperativa a cui era affi data la gestione della struttura.<br />

Con la revisione del progetto, il partnenariato si è ampliato con l’ingresso<br />

dell’Azienda pubblica di Servizi Opere Soci<strong>al</strong>i di Nostra Signora<br />

di Misericordia di Savona, che cofi nanzia il progetto mediante<br />

la messa a disposizione della nuova struttura (che ha consentito<br />

di arrivare ad una capienza di 10 ospiti e di re<strong>al</strong>izzare interventi di<br />

pronta accoglienza), l’associazione Telefono Donna e <strong>al</strong>tre re<strong>al</strong>tà del<br />

terzo settore savonese.<br />

Sappiamo che il servizio è rivolto <strong>al</strong>le donne, ci può fornire qu<strong>al</strong>che<br />

dato, <strong>sul</strong> tipo di assistenza che viene offerta?<br />

In principio il servizio era rivolto essenzi<strong>al</strong>mente a donne con fi gli o<br />

in stato di gravidanza; da oggi l’accoglienza è rivolta a donne in situazioni<br />

di rischio o di conclamato m<strong>al</strong>trattamento; il problema che<br />

si affronta è del tutto trasvers<strong>al</strong>e <strong>al</strong>le provenienze soci<strong>al</strong>e ed etniche,<br />

senza far rilevare, ad oggi, particolari incidenze <strong>sul</strong> soggetti<br />

specifi ci. Il servizio offre supporto di accompagnamento educativo,<br />

soci<strong>al</strong>e e psicologico per periodi, gener<strong>al</strong>mente non superiori<br />

a sei/otto mesi, concordati con il servizio soci<strong>al</strong>e competente per<br />

<strong>territorio</strong>, che provvede agli interventi di supporto logistico e <strong>al</strong>le<br />

eventu<strong>al</strong>i esigenze che la struttura, per sua natura, non è in grado<br />

di soddisfare.<br />

Al termine del soggiorno in casa famiglia le donne possono contare<br />

su un <strong>al</strong>tro genere di aiuto?<br />

Al termine del periodo di permanenza in struttura, il progetto prosegue<br />

in collaborazione con l’ambito soci<strong>al</strong>e di competenza; tuttavia<br />

resta molto <strong>lavoro</strong> da fare in questo senso, in quanto le problematiche<br />

che si pongono in vista della ripresa tot<strong>al</strong>e <strong>delle</strong> autonomie (lavorativa,<br />

abitativa, economica, psicologica) non sono così semplici<br />

da superare, anche se è evidente che ogni singola situazione fa caso<br />

a sè, e deve essere oggetto di specifi ca progettazione e individuazione<br />

di idonee risorse. È previsto comunque lo sviluppo, nell’ambito<br />

della prossima programmazione di distretto, di iniziative mirate<br />

a far fronte a t<strong>al</strong>i situazioni.<br />

9


10<br />

le testimonianze<br />

COME LE ISTITUZIONI LOCALI AFFRONTANO<br />

IL TEMA DELLA VIOLENZA SULLE DONNE<br />

LORENA RAMBAUDI<br />

Provincia di Savona<br />

L’assessorato <strong>al</strong>le Politiche Soci<strong>al</strong>i della Provincia di Savona ha affrontato<br />

da <strong>al</strong>cuni anni il tema della violenza contro le donne che<br />

affonda le sue radici in retaggi cultur<strong>al</strong>i diffi cili da modifi care e<br />

purtroppo ancora lontani da un re<strong>al</strong>e cambiamento di ment<strong>al</strong>ità basilare<br />

per un rapporto paritario tra uomo e donna.<br />

La volontà di prevenire, contrastare ed informare ci ha portato a<br />

concentrare le nostre risorse e le nostre energie verso azioni mirate<br />

sia <strong>al</strong> sostegno di progetti di intervento a livello loc<strong>al</strong>e sia <strong>al</strong>lo sviluppo<br />

di azioni programmate.<br />

Il primo compito che ci siamo posti è stato quello di diffondere la<br />

conoscenza del fenomeno, sostenendo un’indagine <strong>sul</strong>la violenza<br />

contro le donne condotta in collaborazione con l’ASL 2 Savonese e<br />

l’Azienda Sanitaria S.Corona.<br />

La rilevazione mirata effettuata presso i quattro presidi osped<strong>al</strong>ieri<br />

della Provincia di Savona (S. Corona di Pietra Ligure, S. Paolo<br />

di Savona, S. Giuseppe di Cairo, Nostra Signora della Misericordia<br />

di Albenga), ha evidenziato nel triennio 2004 – 2005 – 2006 dati<br />

preoccupanti per il nostro <strong>territorio</strong> che purtroppo si <strong>al</strong>lineano tristemente<br />

con quelli europei, nazion<strong>al</strong>i e region<strong>al</strong>i.<br />

La violenze contro le donne sono molto più diffuse di quanto si immagini<br />

e rappresentano un grave problema soci<strong>al</strong>e, cultur<strong>al</strong>e e sanitario<br />

che richiede di essere affrontato con un impegno congiunto<br />

sia <strong>sul</strong> piano politico che operativo, v<strong>al</strong>orizzando le esperienze ed<br />

interpretandole in un’ottica di rete. Per questo motivo ho accolto<br />

con convizione la proposta dell’ASL2 Savonese di form<strong>al</strong>izzare la<br />

costituzione di una “rete provinci<strong>al</strong>e contro la violenza di genere”,<br />

fi n<strong>al</strong>izzata ad ottimizzare le risorse, condividere impegni comuni e<br />

produrre un’operatività coordinata.<br />

E’ stato quindi sottoscritto uno specifi co Protocollo di Intesa tra la<br />

Provincia di Savona e tutti gli enti e le <strong>associazioni</strong> del <strong>territorio</strong><br />

impegnati nel campo della tutela <strong>delle</strong> donne <strong>al</strong> fi ne di garantire un<br />

approccio glob<strong>al</strong>e, sviluppare la conoscenza del fenomeno e armonizzare<br />

le varie metodologie d’intervento nel rispetto <strong>delle</strong> natur<strong>al</strong>i<br />

vocazioni di ciascun ente partecipante.<br />

Il Protocollo d’intesa ha defi nito una “rete” di collaborazione che<br />

avrà modo di dimostrare in tempi brevi la propria effi cacia operativa.<br />

In forza della legge Region<strong>al</strong>e n. 12 del 21 Marzo 2007, “Interventi<br />

di prevenzione della violenza di genere e misure a sostegno <strong>delle</strong><br />

donne e dei minori vittime di violenza”, <strong>al</strong>la cui stesura la Provincia<br />

di Savona ha partecipato in modo attivo e propositivo, siamo ora<br />

impegnati nella re<strong>al</strong>izzazione di un Centro Antiviolenza a livello<br />

provinci<strong>al</strong>e con servizi mirati a superare le diffi coltà legate <strong>al</strong> m<strong>al</strong>trattamento<br />

e assicurare <strong>al</strong>le donne speranze concrete per nuovi<br />

progetti di vita.<br />

Ad oggi la Provincia, in convenzione con l’Associazione di volontariato<br />

Telefono Donna, offre presso la nostra sede, una con<strong>sul</strong>enza<br />

psicologica e leg<strong>al</strong>e gratuita ed un servizio di ascolto anche telefonico,<br />

per le problematiche femminili ascrivibili <strong>al</strong>la dimensione<br />

della coppia, della famiglia, della solitudine e dell’emarginazione<br />

soci<strong>al</strong>e. L’avvio del Centro Antiviolenza potrà garantire una maggiore<br />

effi cacia dei percorsi person<strong>al</strong>izzati di uscita d<strong>al</strong> disagio con<br />

un ampliamento dei servizi, una presa in carico integrata e la possibilità<br />

di utilizzo di una Casa Rifugio, qu<strong>al</strong>e struttura di ospit<strong>al</strong>ità<br />

temporanea per le donne sole o con minori che si trovino in situazioni<br />

di gravi diffi coltà.<br />

In ultimo vorrei sottolineare il <strong>lavoro</strong> svolto nelle scuole, <strong>al</strong>le qu<strong>al</strong>i<br />

la Provincia ha sempre riconosciuto un ruolo fondament<strong>al</strong>e sia nel<br />

cambiamento di atteggiamenti e modelli cultur<strong>al</strong>i sia nella percezione<br />

dei v<strong>al</strong>ori cui orientare le giovani generazioni.<br />

I progetti già re<strong>al</strong>izzati, o in corso d’opera, pensiamo possano rappresentare<br />

obiettivi di <strong>al</strong>to profi lo educativo e formativo, affi ancando<br />

ad un’azione di sensibilizzazione e informazione <strong>sul</strong> fenomeno<br />

della violenza contro le donne, la diffusione di una nuova ment<strong>al</strong>ità<br />

tra gli <strong>al</strong>unni e le <strong>al</strong>unne. Una ment<strong>al</strong>ità orientata <strong>al</strong> rispetto per<br />

l’<strong>al</strong>tro, <strong>al</strong>la v<strong>al</strong>orizzazione della dignità umana e <strong>al</strong> riconoscimento<br />

<strong>delle</strong> differenze come risorsa”.<br />

VIOLENZA SU DONNE E MINORI,<br />

FIRMATO A SAVONA UN PROTOCOLLO DI PREVENZIONE<br />

Il 19 novembre <strong>al</strong>le ore 11,30 presso la s<strong>al</strong>a consiliare della<br />

Provincia di Savona è stato siglato un Protocollo di intesa per<br />

la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza nei<br />

confronti <strong>delle</strong> donne. L’accordo prevede una regia unica a<br />

livello provinci<strong>al</strong>e di coordinamento oltre a numerosissime<br />

iniziative <strong>al</strong>lo scopo di integrare gli interventi a sostegno <strong>delle</strong><br />

donne e dei minori vittime di violenza.<br />

Il Protocollo è stato fi rmato da: Provincia di Savona (Lorena<br />

Rambaudi – assessore Pari Opportunità), Prefettura, Distretti<br />

Sanitari di Savona, Fin<strong>al</strong>e Ligure, Albenga e Cairo Montenotte,<br />

Azienda pubblica di servizi di Opere Soci<strong>al</strong>i, Azienda Sanitaria<br />

2 Savonese, CGIL, CISL e UIL, Uffi cio Scolastico Provinci<strong>al</strong>e di<br />

Savona, Università degli Studi di Genova (Facoltà di Scienze<br />

della Comunicazione), Con<strong>sul</strong>ta Femminile, Consigliera di Pari<br />

Opportunità, <strong>Cesavo</strong> e le Associazioni Telefono Donna, Ipotesi,<br />

Raggio di Sole, Forum del Terzo Settore, Lega Cooperative e<br />

Confederazione Cooperative It<strong>al</strong>iane.<br />

Il Protocollo prevede, ad esempio, da parte dell’ASL loc<strong>al</strong>e<br />

corsi specifi ci per il proprio person<strong>al</strong>e e linee guida e<br />

protocolli operativi per il Pronto soccorso, il coordinamento<br />

operato <strong>d<strong>al</strong>la</strong> Prefettura <strong>delle</strong> Forze dell’Ordine defi nendo<br />

buone prassi per garantire la tempestività degli interventi,<br />

l’approfondimento dei temi presso le scuole con incontri<br />

specifi ci con magistrati e responsabili dei servizi socio sanitari<br />

attività questa operata d<strong>al</strong>l’Uffi cio Scolastico Provinci<strong>al</strong>e e<br />

tantissime iniziative, ben 58 previste d<strong>al</strong> Protocollo fi rmato<br />

oggi in provincia e in grado di creare una rete operative con un<br />

<strong>al</strong>to grado di interazione ed effi cienza.


GLORIANA BOSIO<br />

CISL<br />

“Come donne della Cisl, a fi ne 2003, ci interrogammo sui segn<strong>al</strong>i<br />

di una espansione della violenza domestica nella nostra provincia<br />

e ciò che ci colpì fu come questa si sviluppasse in modo esponenzi<strong>al</strong>e<br />

ma fosse invece percepita “sottotraccia”, vissuta cioè come<br />

fatto privato poco defi nibile, percepita più a sensibilità e non con<br />

indagini sistematiche che ne evidenziassero la consistenza.<br />

Certo, la Cisl è un sindacato e come t<strong>al</strong>e ha una missione specifi<br />

ca di tutela e rappresentanza della complessità del mondo che<br />

gravita <strong>sul</strong> <strong>lavoro</strong>, ma proprio perché Sindacato Confeder<strong>al</strong>e non<br />

è insensibile <strong>al</strong> disagio soci<strong>al</strong>e e <strong>al</strong>la cultura della denuncia della<br />

violenza.<br />

Per questo decidemmo di proporre un momento di rifl essione<br />

pubblica con il Convegno “Quando l’amore diventa violenza”<br />

che re<strong>al</strong>izzammo nel 2004 con il contributo fondament<strong>al</strong>e della<br />

<strong>ricerca</strong> iniziata d<strong>al</strong>l’ASL 2 e d<strong>al</strong>l’Associazione Ipotesi; la partecipazione<br />

<strong>delle</strong> istituzioni e dell’<strong>associazioni</strong>smo fu il segn<strong>al</strong>e che a<br />

Savona c’è una comunità attenta ed attiva su questo tema.<br />

Questo è riconfermato <strong>d<strong>al</strong>la</strong> sottoscrizione del “Protocollo d’intesa<br />

per la promozione di strategie condivise fi n<strong>al</strong>izzate <strong>al</strong>la prevenzione<br />

ed <strong>al</strong> contrasto della violenza nei confronti <strong>delle</strong> donne”<br />

promossa d<strong>al</strong>l’Assessorato <strong>al</strong>le politiche soci<strong>al</strong>i della Provincia di<br />

Savona, avvenuto in questi giorni per una rete contro la violenza<br />

di genere fra istituzioni, Asl, <strong>associazioni</strong>, Terzo Settore, sindacati.<br />

In questa rete come Cisl possiamo giocare la nostra parte per<br />

diffondere le informazioni relative a questo tragico fenomeno<br />

della violenza, ma soprattutto possiamo promuovere azioni per<br />

modifi care il “luogo e l’agire comune” che vede la violenza subita<br />

come un problema privato e non soci<strong>al</strong>e.<br />

Possiamo inoltre promuovere, attraverso la contrattazione nazion<strong>al</strong>e,<br />

ma anche e soprattutto aziend<strong>al</strong>e, politiche di tutela, di<br />

integrazione, di accompagnamento e di inclusione <strong>al</strong> <strong>lavoro</strong> per<br />

le donne che hanno subito m<strong>al</strong>trattamenti e violenze; e ancora,<br />

proporre <strong>al</strong>le Associazioni Datori<strong>al</strong>i esperienze di formazione<br />

comune <strong>sul</strong>la “cultura dell’aiuto” da parte dei lavoratori che si<br />

trovano a convivere sui luoghi di <strong>lavoro</strong><br />

con vittime di violenza cas<strong>al</strong>inga.<br />

Tutto ciò oltre natur<strong>al</strong>mente a cominciare<br />

ad esaminare con coraggio anche<br />

quelle forme più infi de di violenza di<br />

genere, che nel mondo del <strong>lavoro</strong> sono<br />

tante e che si esplicano sotto forma di<br />

discriminazione, di mobbing, di non rispetto<br />

della dignità di donna, della violenza<br />

verb<strong>al</strong>e ecc.<br />

E poichè la violenza <strong>sul</strong>le donne non ha<br />

confi ne…Tra le priorità su cui stiamo<br />

lavorando in questo periodo come donne<br />

Cisl si trova la promozione di coordinamenti<br />

con e di donne immigrate che rappresentano<br />

soggetti soci<strong>al</strong>i particolarmente<br />

deboli in paesi stranieri e che solo<br />

in una comunità loc<strong>al</strong>e consapevole dei<br />

diritti civili e della dignità della donna<br />

possono trovare la forza e il coraggio di<br />

ribellarsi e di denunciare chi le costringe<br />

a subire violenza”.<br />

CLAUDIA AGOSTI<br />

ASL 2 “Savonese”<br />

La Direzione di quest’Azienda è ben consapevole che la s<strong>al</strong>ute dei<br />

cittadini non comprende solo il benessere fi sico ma anche quello<br />

psicologico e soci<strong>al</strong>e. Nel fenomeno della violenza <strong>sul</strong>le donne<br />

tutti e tre gli aspetti entrano in gioco e devono essere affrontati<br />

<strong>d<strong>al</strong>la</strong> struttura sanitaria mobilitando tutte le proprie risorse:<br />

medici, psicologi, infermiere, assistenti soci<strong>al</strong>i.<br />

É per questo motivo che il miglioramento dell’accoglienza <strong>delle</strong><br />

donne vittime di violenza presso i servizi sanitari è stato collocato<br />

tra gli obiettivi aziend<strong>al</strong>i. Per raggiungere l’obiettivo la nostra<br />

azione si sta svolgendo secondo tre linee:<br />

- <strong>ricerca</strong>, <strong>al</strong>lo scopo di seguire l’evoluzione del fenomeno e per<br />

controllare l’effi cacia dei provvedimenti adottati;<br />

- formazione, per mettere tutto il person<strong>al</strong>e sanitario di primo<br />

contatto in grado di riconoscere, aiutare, informare, indirizzare<br />

le vittime di violenza. Queste, già nell’accedere ai servizi di<br />

pronto soccorso, superano in parte i sentimenti di vergogna e<br />

colpa correlati <strong>al</strong>le loro vicende person<strong>al</strong>i e contribuiscono a<br />

superare lo stereotipo della violenza domestica come “fatto<br />

privato” e non soci<strong>al</strong>e.<br />

É importante che t<strong>al</strong>e richiesta d’aiuto non trovi soltanto una<br />

risposta strettamente “sanitaria”, ma attivi una rete di risorse.<br />

- partecipazione <strong>al</strong>la costruzione di una rete di servizi della<br />

qu<strong>al</strong>e i servizi di Pronto Soccorso e i Con<strong>sul</strong>tori sono nodi di<br />

primaria importanza.<br />

Natur<strong>al</strong>mente siamo lieti che il Dipartimento Pari Opportunità<br />

della Presidenza del Consiglio dei Ministri abbia accordato il<br />

suo patrocinio <strong>al</strong>la nostra iniziativa e che la nostra Azienda sia<br />

stata l’unica struttura sanitaria it<strong>al</strong>iana accreditata d<strong>al</strong> Consiglio<br />

d’Europa a partecipare con il proprio contributo <strong>al</strong>la Conferenza<br />

tenutasi a Madrid nel novembre scorso.<br />

11


12<br />

le <strong>associazioni</strong> e le donne<br />

RAGGIO DI SOLE<br />

Uscire <strong>d<strong>al</strong>la</strong> violenza si può:<br />

iniziative e progetti<br />

dell’associazione savonese<br />

L’<br />

Associazione Raggio di sole è nata nel maggio 2004<br />

per aiutare donne vittime di violenza fi sica e psicologica<br />

di ogni razza, credo religioso e politico, anche<br />

con fi gli minori. L’attività dell’associazione è incentrata<br />

essenzi<strong>al</strong>mente su tre fattori:<br />

• promuovere relazioni tra donne per scambio di esperienze<br />

(incontri di auto-aiuto),<br />

• re<strong>al</strong>izzare laboratori creativi a scopo terapeutico,<br />

• fornire informazioni di carattere leg<strong>al</strong>e e psicologico in<br />

collaborazione con servizi ed istituzioni,<br />

• organizzare incontri di sensibilizzazione e prevenzione nelle<br />

scuole.<br />

L’associazione si prefi gge di contrastare ogni forma di violenza fi sica<br />

e psicologica; ricreare condizioni di vita autonoma e serena, restituendo<br />

dignità e consapevolezza nel diffi cile percorso di ritorno <strong>al</strong>la<br />

vita e fondare centri di accoglienza.<br />

L’Associazione Raggio di Sole collabora con i maggiori centri antiviolenza<br />

e Case d’Accoglienza nazion<strong>al</strong>i.<br />

Per informazioni:<br />

Cell. 328 9110329 (Patrizia)<br />

E mail: ilraggio_disole@yahoo.it<br />

I PROGETTI FUTURI<br />

“Nel consueto stile in cui si riconosce l’Associazione Raggio di Sole -<br />

uno stile d’azione e informazione - abbiamo organizzato in occasione<br />

della giornata internazion<strong>al</strong>e di prevenzione <strong>al</strong>la violenza <strong>al</strong>le donne,<br />

un laboratorio di ludopedagogia per operatori del settore (centri<br />

antiviolenza) e insegnanti che ha visto protagonisti due esperti,<br />

Ariel Castelo e V<strong>al</strong>entina Pascetti”, rende noto la Presidente dell’associazione<br />

Patrizia Cambi. “La ludopedagogia viene utilizzata per la<br />

risoluzione dei confl itti come potente strumento di cambiamento;<br />

tramite il gioco, il cambiamento dei ruoli e utilizzando le capacità di<br />

generare vit<strong>al</strong>ità anche in situazioni di crisi, l’attività ludica verrà<br />

utilizzata in percorsi di <strong>al</strong>fabetizzazione emotiva.<br />

Un grande impegno e una grossa novità è rappresentata <strong>d<strong>al</strong>la</strong> fi rma<br />

del Protocollo d’intesa per la promozione di strategie condivise fi -<br />

n<strong>al</strong>izzate <strong>al</strong>la prevenzione insieme <strong>al</strong>la Provincia di Savona, mentre<br />

sta ormai per concludersi la re<strong>al</strong>izzazione del cortometraggio in collaborazione<br />

con Telefono Donna e re<strong>al</strong>izzato grazie <strong>al</strong> <strong>Cesavo</strong> “Uscire<br />

<strong>d<strong>al</strong>la</strong> violenza si può” che verrà presentato nei prossimi giorni presso<br />

il Nuovofi lmstudio di Savona.<br />

Altro tema su cui l’associazione è fermamente impegnata è la lotta<br />

<strong>al</strong> bullismo: iniziano i corsi di aggiornamento per insegnanti <strong>sul</strong><br />

tema, con tanto di nuove strategie per combattere questo dilagante<br />

fenomeno e laboratori di ludopedagogia in classi con <strong>al</strong>unni che<br />

presentano problemi di gravi confl itti in diversi circoli didattici del<br />

savonese”.<br />

É in fase di ultimazione il cortometraggio<br />

ideato d<strong>al</strong>le <strong>associazioni</strong> Raggio di Sole e<br />

Telefono Donna in collaborazione con il <strong>Cesavo</strong><br />

per sensibilizzare le donne vittime di violenze<br />

familiari a comprendere che è possibile uscire<br />

d<strong>al</strong> circolo - apparentemente senza via di<br />

scampo - della violenza domestica.<br />

Il progetto video sfrutta uno degli schemi<br />

‘classici’ <strong>delle</strong> storie di violenza familiare:<br />

la paura, la rabbia e la frustrazione di una<br />

donna che, grazie <strong>al</strong>la presenza <strong>sul</strong> <strong>territorio</strong><br />

<strong>delle</strong> <strong>associazioni</strong> di sostegno e supporto, trova<br />

fi n<strong>al</strong>mente la forza di abbandonare il tetto<br />

coniug<strong>al</strong>e per recarsi in un centro di accoglienza<br />

dove poter elaborare e successivamente<br />

superare il trauma della violenza tra mura<br />

domestiche.<br />

Il video si presenta come uno strumento<br />

direttamente complementare ad <strong>al</strong>tre iniziative<br />

che le due <strong>associazioni</strong> stanno portando avanti<br />

da tempo; ricordiamo tra tante la scorsa<br />

campagna re<strong>al</strong>izzata in collaborazione con<br />

l’associazione panifi catori, grazie <strong>al</strong>la qu<strong>al</strong>e su<br />

ogni sacchetto per il pane distribuito in città<br />

apparivano i numeri che le donne in diffi coltà<br />

potevano contattare.<br />

Come questa origin<strong>al</strong>e iniziativa, anche<br />

il cortometraggio, che si prevede venga<br />

trasmesso anche d<strong>al</strong>le reti loc<strong>al</strong>i, potrà essere<br />

<strong>al</strong>trettanto funzion<strong>al</strong>e nell’aiutare e sostenere<br />

tutte le donne vittime di questo dramma<br />

che sta assumendo dimensioni sempre più<br />

preoccupanti.


COMUNITÀ PAPA GIOVANNI XXIII LIGURIA<br />

In aiuto <strong>al</strong>le persone in difficoltà attraverso le case famiglia<br />

L’<br />

esperienza dell’associazione Comunità Papa Giovanni<br />

XXIII è ormai quasi quarantenn<strong>al</strong>e <strong>sul</strong> <strong>territorio</strong><br />

nazion<strong>al</strong>e, e internazion<strong>al</strong>e. L’associazione, che<br />

conta circa 2000 membri, tra It<strong>al</strong>ia ed estero, è una<br />

onlus di matrice e stampo prettamente religioso: i<br />

suoi membri riconoscono in sé la mission a vivere in sé il Vangelo,<br />

con una particolare attenzione <strong>al</strong>l’aspetto di Gesù che si è fatto uomo<br />

e ha deciso di rendersi ultimo con gli ultimi.<br />

Circa dieci anni fa, la Papa Giovanni è arrivata anche in Liguria e<br />

attu<strong>al</strong>mente l’associazione è presente nella<br />

nostra regione con:<br />

· dieci case famiglia;<br />

· quattro famiglie disposte <strong>al</strong>l’accoglienza;<br />

· una casa-appoggio (centro diurno);<br />

· un centro agricolo di coltivazione.<br />

La Papa Giovanni scaturisce nel cuore del suo<br />

fondatore, recentemente scomparso, don<br />

Oreste Benzi, in seguito <strong>al</strong>l’incontro con un<br />

ragazzo disabile che un giorno gli chiese di<br />

portarlo a casa sua. L’attenzione e l’ascolto<br />

dell’<strong>al</strong>tro, hanno suscitato in Don Benzi la<br />

rifl essione <strong>sul</strong>la famiglia come diritto per<br />

tutti; e, là dove la famiglia natur<strong>al</strong>e non c’è<br />

o non è suffi cientemente adeguata, <strong>al</strong>tri<br />

genitori possono subentrare e rigenerare la<br />

persona nell’amore: ecco che nasce la casa<br />

famiglia, <strong>al</strong>l’interno della qu<strong>al</strong>e la complementarietà<br />

è un punto di forza.<br />

Le persone accolte nelle case famiglia sono<br />

diverse per età, sesso, caratteristiche ed esperienze person<strong>al</strong>i, ma<br />

hanno in comune un vissuto relazion<strong>al</strong>e compromesso, carente, confl<br />

ittu<strong>al</strong>e o distorto.<br />

Il bisogno a cui si cerca di dare una risposta si colloca quindi <strong>sul</strong><br />

piano <strong>delle</strong> relazioni d’aiuto <strong>al</strong>la persona, la qu<strong>al</strong>e necessita di riferimenti<br />

precisi, stabili e continuativi, che accompagnino e promuovano<br />

la sua crescita person<strong>al</strong>e per ciò che riguarda l’aspetto<br />

fi sico, cognitivo, relazion<strong>al</strong>e e soci<strong>al</strong>e. L'Associazione si offre come<br />

possibile risposta <strong>al</strong> bisogno della persona, qu<strong>al</strong>unque siano le sue<br />

caratteristiche person<strong>al</strong>i, quando si trovi nella necessità di avere<br />

punti di riferimento relazion<strong>al</strong>i che la accompagnino e favoriscano<br />

il suo sviluppo.<br />

E la casa famiglia è, a tutti gli effetti una famiglia, unico ambito in<br />

cui i bisogni specifi ci <strong>delle</strong> persone che la compongono infl uenzano<br />

e determinano le regole, mentre tutte le <strong>al</strong>tre istituzioni o agenzie<br />

educative hanno regole e procedure predeterminate a cui il bisogno<br />

di ciascuno deve in qu<strong>al</strong>che modo adattarsi.<br />

Già dagli <strong>al</strong>bori della comunità, i suoi membri, amorevolmente guidati<br />

da don Oreste, venendo a contatto sempre più profondamente<br />

con il disagio soci<strong>al</strong>e, aprirono la loro porta anche ai minori con<br />

particolari disagi, ai tossicodipendenti, <strong>al</strong>le ragazze schiave della<br />

prostituzione… Agli inizi degli anni ’90, emerge con evidenza il<br />

problema della prostituzione: l’It<strong>al</strong>ia viene “invasa” d<strong>al</strong>le ragazze<br />

straniere, provenienti per lo più d<strong>al</strong>l’Albania e <strong>d<strong>al</strong>la</strong> Nigeria, che<br />

vendono il loro corpo <strong>sul</strong>le strade: grande scand<strong>al</strong>o, con unica soluzione<br />

la cattura della donna e il suo rimpatrio immediato, con la<br />

conseguenza che, pochi giorni dopo, la stessa venga ricatturata dai<br />

suoi sfruttatori, m<strong>al</strong>menata e rimandata <strong>sul</strong>la strada! (Unica <strong>al</strong>ternativa:<br />

denunciare i suoi sfruttatori, ma, come si può pretendere<br />

che una donna spaventata abbia il coraggio e la fi ducia necessari per<br />

denunciare?). Unica voce fuori d<strong>al</strong> coro, un<br />

prete d<strong>al</strong>l’aspetto dimesso, ma con un cuore<br />

da leone, don Oreste, che, autodenuncia<br />

se stesso e la sua Comunità, e incomincia<br />

ad accogliere nelle sue Case famiglia tutte<br />

le ragazze che desiderano fuggire <strong>d<strong>al</strong>la</strong><br />

schiavitù. Ma don Oreste non si accontenta<br />

di accoglierle; caparbiamente, poiché sa<br />

di farsi voce di chi non ha voce, va avanti e<br />

bussa a tutte le porte fi no a riuscire a fare<br />

approvare una legge che protegga le ragazze<br />

schiavizzate e permetta loro di rimanere in<br />

It<strong>al</strong>ia e di partecipare ad un programma di<br />

inserimento soci<strong>al</strong>e.<br />

Le ragazze scappate <strong>d<strong>al</strong>la</strong> strada e accolte<br />

d<strong>al</strong>le Case famiglia sono tantissime e anche<br />

la Liguria ne ha aiutate un numero considerevole<br />

in tutte le sue case. Sul <strong>territorio</strong>, in<br />

particolare, ricordiamo la Casa Padre Pio, a<br />

Loano e le due Case di Fin<strong>al</strong>e, San Francesco<br />

e Santa Chiara: la mod<strong>al</strong>ità, pur nella diversità<br />

<strong>delle</strong> singole famiglie, è sempre la stessa<br />

che è tipica della Papa Giovanni.<br />

La persona entra a far parte della famiglia e ne vive la re<strong>al</strong>tà; in questo<br />

modo si cerca di darle la possibilità di riacquistare quanto più sia<br />

possibile la serenità e la si aiuta nella <strong>ricerca</strong> di un <strong>lavoro</strong>, in modo<br />

che possa acquistare l’autonomia. Spesso, in questo percorso, le nostre<br />

ragazze si incontrano, in una o nell’<strong>al</strong>tra casa, ricostruendo un<br />

“pezzetto” di patria, chiacchierando e dedicandosi a varie attività.<br />

Ma la “battaglia per rimuovere le cause che generano l’ingiustizia”<br />

non fi nisce qui: don Oreste, infatti, aveva indetto per il prossimo<br />

22 dicembre una grande manifestazione a Roma per chiedere <strong>al</strong><br />

Presidente della Repubblica la vera liberazione <strong>delle</strong> ragazze, scongiurando<br />

il grande m<strong>al</strong>e che deriverebbe <strong>d<strong>al</strong>la</strong> leg<strong>al</strong>izzazione della<br />

prostituzione. Questa iniziativa scaturisce dai deludenti ri<strong>sul</strong>tati<br />

dell’Osservatorio Nazion<strong>al</strong>e <strong>sul</strong>la Prostituzione, costituito lo scorso<br />

gennaio, che doveva mirare <strong>al</strong>la liberazione <strong>delle</strong> 100.000 ragazze<br />

sfruttate e schiavizzate e che, invece, ha portato a proposte opposte:<br />

zoonizzazione, riapertura in forma criptata <strong>delle</strong> case chiuse,<br />

facili prede <strong>delle</strong> organizzazioni crimin<strong>al</strong>i, protezione dei clienti e,<br />

di conseguenza, dei crimin<strong>al</strong>i; e don Oreste intravedeva in queste<br />

proposte un orientamento verso la leg<strong>al</strong>izzazione strisciante.<br />

Noi viviamo insieme a queste vittime e, ancora una volta, cercheremo<br />

di farci voce per coloro che non hanno voce.<br />

13


14<br />

C A S I S T I C A<br />

le <strong>associazioni</strong> e le donne<br />

LA VIOLENZA NEI DATI<br />

DI TELEFONO DONNA<br />

Il bilancio 2007 dell’associazione<br />

di ascolto telefonico<br />

T<br />

ra il 2006 e il 2007 le denunce fatte a Telefono Donna<br />

da parte di donne vittime di m<strong>al</strong>trattamenti o<br />

violenze sono aumentate in modo impressionante:<br />

praticamente il quintuplo! Alla fi ne di ottobre 2007<br />

il 25% <strong>delle</strong> telefonate ricevute riguardavano essenzi<strong>al</strong>mente<br />

casi di donne vittime di violenza fi sica o psicologica<br />

(bisogna considerare che questi dati sono sempre in difetto perché<br />

fra le telefonate di donne con problemi legati a fenomeni come <strong>al</strong>colismo<br />

o depressione, una parte nasconde in re<strong>al</strong>tà problemi di m<strong>al</strong>trattamenti);<br />

di questo 25 % circa due terzi sono denunce da parte di<br />

donne it<strong>al</strong>iane e un terzo riguardano donne straniere.<br />

DONNE ITALIANE<br />

Sono in maggior parte donne dai 35/ 40 ai 50 anni che da<br />

tempo subiscono violenze psicologiche (a cui spesso non<br />

danno molta importanza) e poi violenze fi siche. Dicono di<br />

aver sopportato “per amore dei fi gli” o con giustifi cazioni<br />

qu<strong>al</strong>i “in fondo lui è sempre il padre’’, “ma poi dimostrava di<br />

volermi bene”’ecc.<br />

Chiedono aiuto leg<strong>al</strong>e, separazione con gratuito patrocinio;<br />

raramente chiedono spontaneamente aiuto psicologico e<br />

solo in pochissimi casi chiedono inserimento in una casa<br />

protetta (sia in caso d’emergenza e non) perché hanno<br />

sempre un parente o un’ amica presso cui possono <strong>al</strong>loggiare<br />

per i primi tempi (speci<strong>al</strong>mente se non ci sono bambini<br />

piccoli).<br />

Nella maggior parte dei casi non vogliono denunciare<br />

<strong>al</strong>le forze dell’ordine le violenze subite. lnvece, dopo aver<br />

parlato con i nostri avvocati e aver accettato la con<strong>sul</strong>enza<br />

psicologica, più facilmente denunciano i m<strong>al</strong>trattamenti.<br />

Non abbiamo <strong>al</strong> momento v<strong>al</strong>ide testimonianze di quante di<br />

queste donne siano poi ritornate d<strong>al</strong> marito o d<strong>al</strong> compagno<br />

per poi ricominciare a subire immancabilmente violenze.<br />

La violenza <strong>sul</strong>le donne è purtroppo<br />

una re<strong>al</strong>tà soci<strong>al</strong>e in aumento<br />

ma il numero di richieste di aiuto<br />

che Telefono Donna ha ricevuto<br />

quest’anno per m<strong>al</strong>trattamenti,<br />

è dovuto soprattutto <strong>al</strong>la nuova<br />

legge region<strong>al</strong>e <strong>sul</strong>la violenza<br />

che ha fatto sì che si parlasse<br />

molto di più di questo fenomeno<br />

e ha dato <strong>al</strong>le donne più coraggio<br />

per denunciare i m<strong>al</strong>trattamenti<br />

e iniziare un cammino verso<br />

l’autonomia.<br />

Telefono Donna nasce per dare ascolto e<br />

sostegno <strong>al</strong>le donne in diffi coltà o vittime di<br />

violenze e m<strong>al</strong>trattamenti.<br />

Telefono Donna fornisce gratuitamente<br />

servizio di con<strong>sul</strong>enza leg<strong>al</strong>e, con<strong>sul</strong>enza<br />

psicologica familiare e con<strong>sul</strong>enza<br />

psicologica <strong>al</strong>la persona.<br />

Tutte le volontarie offrono servizio d’ascolto<br />

e, in casi particolari possono svolgere anche<br />

servizio di accompagnamento <strong>al</strong>la persona<br />

(in Tribun<strong>al</strong>e, nel disbrigo <strong>delle</strong> pratiche...)<br />

e offrono sostegno mor<strong>al</strong>e.<br />

DONNE STRANIERE:<br />

In genere sono donne giovani dai 20 ai 40 anni, quasi<br />

sempre con bambini che spesso hanno lasciato nel loro<br />

paese di origine affi dati a familiari.<br />

Matrimoni con partner dello stesso paese: sono in genere<br />

donne che si rendono conto di vivere in una condizione di<br />

dipendenza materi<strong>al</strong>e e psicologica nei confronti del marito<br />

(che t<strong>al</strong>volta si comporta da padrone).<br />

Quando subiscono violenze fi siche (spesso fi niscono <strong>al</strong><br />

pronto soccorso dove negano i m<strong>al</strong>trattamenti) si ribellano<br />

quasi unicamente qu<strong>al</strong>ora abbiano fi gli e si rivolgono a<br />

centri come Telefono Donna o <strong>al</strong>tre <strong>associazioni</strong>.<br />

Si affi dano tot<strong>al</strong>mente ai servizi a cui si rivolgono (spesso<br />

aspettandosi più di quello che è possibile fare) denunciano<br />

(in genere accompagnate da volontarie) le violenze subite<br />

<strong>al</strong>le forze dell’ordine. Chiedono poi la separazione con<br />

gratuito patrocinio e spesso hanno bisogno di essere accolte<br />

in una casa protetta.<br />

Matrimoni misti: spesso i mariti hanno diversi anni in più<br />

<strong>delle</strong> mogli che hanno conosciuto <strong>al</strong> loro paese di origine e<br />

sposato. Il marito in numerosi casi tende a considerare la<br />

donna straniera di sua proprietà, non vuole che lavori, non<br />

le permette di avere avere una una vita soci<strong>al</strong>e, pretende prestazioni<br />

sessu<strong>al</strong>i contro la volontà della partner e, in caso di rifi uto,<br />

arriva ad usare la la violenza.<br />

In genere le donne si si ribellano in tempi abbastanza veloci,<br />

anche perché in genere non hanno fi gli con il il marito<br />

it<strong>al</strong>iano; it<strong>al</strong>iano; chiedono chiedono aiuto aiuto <strong>al</strong>le <strong>associazioni</strong> <strong>associazioni</strong> e seguono seguono la la<br />

prassi. Per avere avere un quadro quadro più più re<strong>al</strong>e della situazione<br />

territori<strong>al</strong>e dobbiamo anche considerare considerare le le donne donne che si<br />

rivolgono ad un un servizio leg<strong>al</strong>e e/o e/o psicologico senza senza prima prima<br />

essersi rivolte a Telefono Telefono Donna. Gener<strong>al</strong>mente questo<br />

avviene avviene per “passaparola”, per conoscenza dei dei servizi servizi o o per<br />

segn<strong>al</strong>azioni segn<strong>al</strong>azioni da parte parte dei servizi servizi soci<strong>al</strong>i ecc.


FONDAZIONE PANGEA ONLUS<br />

Per sostenere le donne<br />

in ogni parte del mondo<br />

L<br />

a Fondazione Pangea Onlus è una re<strong>al</strong>tà non profi t,<br />

nata nel luglio 2002 <strong>d<strong>al</strong>la</strong> volontà di un gruppo di<br />

persone che, provenienti da diverse esperienze nel<br />

terzo settore, in particolare <strong>d<strong>al</strong>la</strong> <strong>ricerca</strong> nel campo<br />

<strong>delle</strong> violazioni dei diritti umani, hanno voluto re<strong>al</strong>izzare<br />

una struttura snella ed effi ciente, in grado di dare risposte<br />

concrete ai bisogni che nascono a seguito di emergenze causate da<br />

guerre, carestie, regimi dittatori<strong>al</strong>i o eventi climatici catastrofi ci.<br />

La Fondazione Pangea Onlus vuole intervenire laddove, passata la<br />

fase “acuta” dell’emergenza e spenti i rifl ettori, resta il bisogno<br />

<strong>delle</strong> popolazioni di ricostruire la propria “norm<strong>al</strong>ità”, il tessuto<br />

soci<strong>al</strong>e ed economico sconvolto d<strong>al</strong>l’emergenza stessa, nel massimo<br />

rispetto dei diritti umani fondament<strong>al</strong>i.<br />

La Fondazione Pangea Onlus lavora in stretta collaborazione con le<br />

<strong>associazioni</strong> loc<strong>al</strong>i, profonde conoscitrici <strong>delle</strong> re<strong>al</strong>i necessità della<br />

società nella qu<strong>al</strong>e operano, opera in situazioni di post-emergenza a<br />

favore dell’empowerment <strong>delle</strong> donne.<br />

Lo scopo della nostra azione è quello di favorire condizioni di sviluppo<br />

e partecipazione <strong>delle</strong> donne e <strong>delle</strong> loro famiglie, offrendo loro,<br />

attraverso l’istruzione, l’educazione ai diritti umani, la formazione<br />

profession<strong>al</strong>e, l’educazione sanitaria e il microcredito, strumenti e<br />

opportunità di re<strong>al</strong>e e concreto riscatto. Ogni sostenitore di Pangea<br />

ne conosce e ne condivide la fi losofi a d’azione e si fa promotore in<br />

prima persona della riuscita dei progetti.<br />

Alla base del <strong>lavoro</strong> della fondazione c’è una profonda esigenza di<br />

giustizia soci<strong>al</strong>e, natur<strong>al</strong>e diritto di ogni uomo, donna o bambino; c’è<br />

il desiderio di creare una “Pangea dei popoli” dove lo spirito di collaborazione,<br />

di solidarietà, di apertura <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro e di aiuto reciproco<br />

siano i v<strong>al</strong>ori di riferimento.<br />

FONDAZIONE PANGEA ONLUS<br />

via Olmetto 17, 20123 Milano<br />

Sede Leg<strong>al</strong>e: via Boschetti 6,<br />

20121 Milano<br />

Tel./Fax: 02.733202<br />

e-mail: info@pangeaonlus.org<br />

www.pangeaonlus.org<br />

Una donna è una moltiplicatrice di benessere<br />

nella società in cui vive,<br />

è il nodo di una rete soci<strong>al</strong>e e di solidarietà.<br />

Troppo spesso, però, essere donna<br />

signifi ca essere vittima di situazioni politiche<br />

instabili,<br />

di precetti religiosi e di pregiudizi soci<strong>al</strong>i.<br />

Troppo spesso, essere donna<br />

signifi ca essere privata dei propri diritti.<br />

Per questo noi della Fondazione Pangea Onlus<br />

vogliamo essere solid<strong>al</strong>i con le donne,<br />

per individuare e denunciare ogni tipo di<br />

violazione dei loro diritti in tutti quei paesi<br />

che presentano situazioni radicate di disagio e<br />

povertà.<br />

Ma Pangea non è solo denuncia, è soprattutto<br />

azione.<br />

Perché è importante aiutare ogni donna<br />

a costruire una vita ricca di certezze e di speranze<br />

per se stessa e per la comunità in cui vive.<br />

Perché una donna può diventare una<br />

moltiplicatrice di pace.<br />

PERCHÉ IL 25 NOVEMBRE:<br />

GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ELIMINAZIONE<br />

DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE<br />

La ricorrenza del 25 novembre nasce da un episodio avvenuto nella Repubblica<br />

Dominicana il 25 novembre 1960: tre sorelle, Mate, Minerva e Patria Mirab<strong>al</strong><br />

furono brut<strong>al</strong>mente assassinate per il loro impegno contro la dittatura del<br />

gener<strong>al</strong>e Rafael Leonidas Trujillo.<br />

La data fu scelta qu<strong>al</strong>e “Giornata Internazion<strong>al</strong>e per l’eliminazione della violenza<br />

contro le Donne” nel corso del primo Encuerto Feminista de Latinoamérica y el<br />

Caribe, tenutosi a Bogotà nel luglio del 1981 e fu resa uffi ci<strong>al</strong>e d<strong>al</strong>l’Assemblea<br />

Gener<strong>al</strong>e della Nazioni Unite con la risoluzione n° 54/134 del 17 dicembre 1999.<br />

La violenza contro le donne è un fenomeno mondi<strong>al</strong>e, che tocca le Donne senza distinzione di razza, origine etnica<br />

o soci<strong>al</strong>e, di ceto o nascita. Una donna su tre, nel mondo, è stata picchiata, abusata o stuprata. Ed è ancora un<br />

fenomeno per lo più sommerso, ma che si deve avere il coraggio di svelare!<br />

La denuncia è necessaria e doverosa, ma non può essere suffi ciente: si deve trasformare in azione concreta, in<br />

progetti di sviluppo che diano <strong>al</strong>le Donne la possibilità di un re<strong>al</strong>e riscatto soci<strong>al</strong>e ed economico.<br />

15


16<br />

novità e approfondimenti<br />

LA LEGGE REGIONALE 12/2007<br />

PER LA PREVENZIONE DELLA<br />

“VIOLENZA DI GENERE”<br />

Dina Ghezzi, Tiziana Orlando,<br />

con<strong>sul</strong>enti leg<strong>al</strong>i del <strong>Cesavo</strong><br />

Gli interventi region<strong>al</strong>i e provinci<strong>al</strong>i,<br />

i centri antiviolenza e il ruolo <strong>delle</strong><br />

organizzazioni di volontariato e di<br />

promozione soci<strong>al</strong>e <strong>al</strong> femminile<br />

È<br />

stata recentemente emanata <strong>d<strong>al</strong>la</strong> Regione Liguria<br />

la legge 21 Marzo 2007 n. 12 “Interventi di prevenzione<br />

della violenza di genere e misure a sostegno<br />

<strong>delle</strong> donne e dei minori vittime di violenza” la cui<br />

princip<strong>al</strong>e fi n<strong>al</strong>ità è quella di assicurare <strong>al</strong>le donne<br />

che subiscono atti di violenza il diritto ad un sostegno che consenta<br />

loro di recuperare e rafforzare la propria autonomia materi<strong>al</strong>e e psicologica,<br />

la propria integrità fi sica e dignità.<br />

Questa politica viene attuata <strong>d<strong>al</strong>la</strong> Regione Liguria oltre che per rispondere<br />

ad una precisa esigenza, anche per aderire <strong>al</strong>lo Statuto region<strong>al</strong>e<br />

che si ispira ai principi di libertà, democrazia, uguaglianza,<br />

sussidiarietà, plur<strong>al</strong>ismo, pace, giustizia e solidarietà e per questo<br />

assicura le pari opportunità e pari trattamenti tra donne e uomini.<br />

Con la legge 12/2007 la Regione Liguria riconosce quindi che la violenza<br />

di genere contro le donne e i minori costituisce violazione di<br />

diritti umani fondament<strong>al</strong>i come l’integrità fi sica e psicologica, la<br />

sicurezza, la libertà e la dignità. Gli effetti della violenza di genere<br />

su donne e minori di natura sia fi sica, sia sessu<strong>al</strong>e, psicologica,<br />

economica e di privazione della libertà person<strong>al</strong>e vengono inoltre<br />

considerate un ostacolo <strong>al</strong> godimento del diritto ad una cittadinanza<br />

sicura, libera e giusta.<br />

La presente legge si propone di:<br />

a) assicurare <strong>al</strong>le donne che subiscono atti di violenza, ivi compresa<br />

la minaccia di t<strong>al</strong>i atti, il diritto ad un sostegno per consentire<br />

loro di recuperare e rafforzare la propria autonomia materi<strong>al</strong>e e<br />

psicologica, la propria integrità fi sica e dignità nel rispetto della<br />

person<strong>al</strong>e riservatezza;<br />

b) tutelare le donne, sole o con minori, indipendentemente d<strong>al</strong> loro<br />

stato civile o <strong>d<strong>al</strong>la</strong> loro cittadinanza, che vivono in situazioni di<br />

disagio o diffi coltà, che subiscono violenza o minaccia di violenza,<br />

in tutte le sue forme, sia fuori che dentro la famiglia;<br />

c) promuovere interventi di prevenzione della violenza di genere,<br />

di diffusione della cultura della leg<strong>al</strong>ità e del rispetto dei diritti,<br />

anche con il coinvolgimento <strong>delle</strong> istituzioni scolastiche.<br />

Affi nché queste parole non rimangano solo t<strong>al</strong>i, la legge region<strong>al</strong>e<br />

stabilisce che gli interventi vengano attuati in collaborazione con<br />

gli Enti e le Aziende Sanitarie loc<strong>al</strong>i, avv<strong>al</strong>endosi <strong>delle</strong> esperienze e<br />

<strong>delle</strong> competenze espresse su base territori<strong>al</strong>e dai soggetti organiz-<br />

zati che abbiano tra i loro scopi la lotta <strong>al</strong>la violenza <strong>sul</strong>le donne, sui<br />

minori e la sua prevenzione.<br />

Sono inoltre sostenute e favorite le attività di prevenzione, di tutela<br />

e di solidarietà <strong>al</strong>le vittime della violenza, nonché percorsi di elaborazione<br />

cultur<strong>al</strong>e, informazione e sensibilizzazione <strong>sul</strong> fenomeno.<br />

A t<strong>al</strong> proposito viene riconosciuto l’importante ruolo svolto d<strong>al</strong> mondo<br />

del volontariato facendo riferimento ad azioni coordinate di prevenzione<br />

e contrasto a vari livelli fra le istituzioni e le re<strong>al</strong>tà associative<br />

e di volontariato presenti <strong>sul</strong> <strong>territorio</strong>.<br />

La Regione Liguria promuove protocolli di intesa e protocolli operativi<br />

tra Enti pubblici, Istituzioni scolastiche, Forze dell’Ordine e Autorità<br />

giudiziaria, centri antiviolenza e ogni <strong>al</strong>tro soggetto che opera<br />

nel campo della tutela <strong>delle</strong> donne, <strong>al</strong>lo scopo di creare reti e sistemi<br />

articolati a livello provinci<strong>al</strong>e.<br />

Le Province, i Comuni, le Aziende sanitarie, attraverso i Distretti<br />

Sociosanitari, dovranno promuovere e re<strong>al</strong>izzare le attività previste<br />

ma prioritariamente si dovranno individuare bisogni formativi degli<br />

operatori che intervengono <strong>sul</strong> fenomeno e di conseguenza re<strong>al</strong>izzare<br />

le idonee iniziative di formazione profession<strong>al</strong>e.<br />

La legge 12/2007 prevede soprattutto la promozione e il sostegno<br />

<strong>al</strong>la re<strong>al</strong>izzazione dei Centri Antiviolenza (art. 5) a favore <strong>delle</strong> donne,<br />

sole o con minori, vittime di violenza e sostiene inoltre i centri<br />

già esistenti <strong>sul</strong> <strong>territorio</strong>.


I Centri Antiviolenza, con l’obiettivo di <strong>al</strong>meno un centro per<br />

ogni Provincia, possono essere costituiti, da enti pubblici singoli<br />

o associati, <strong>associazioni</strong> iscritte <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>bo del volontariato,<br />

da cooperative soci<strong>al</strong>i, da <strong>associazioni</strong> di promozione soci<strong>al</strong>e e<br />

imprese soci<strong>al</strong>i con <strong>al</strong>meno cinque anni di esperienza nelle attività<br />

di tutela nello specifi co settore e possono operare con Enti<br />

loc<strong>al</strong>i singoli o associati attraverso le procedure di accreditamento<br />

di cui <strong>al</strong>l’articolo 48 della l.r. 12/2006. Sono considerati<br />

prioritariamente e ne viene favorito il coinvolgimento quei soggetti<br />

organizzati qu<strong>al</strong>i <strong>associazioni</strong> femminili che svolgono la<br />

loro attività nel settore e che utilizzano pratiche di accoglienza<br />

autonome e autogestite basate <strong>sul</strong>la relazione tra donne.<br />

Ai fi ni della propria costituzione, i Centri Antiviolenza:<br />

a) si dotano di un proprio statuto in cui, tra l’<strong>al</strong>tro, devono<br />

essere espressamente previste l’assenza del fi ne di lucro e<br />

l’obbligo di formazione del bilancio;<br />

b) individuano gli operatori, dotati di adeguata<br />

profession<strong>al</strong>ità, di cui si avv<strong>al</strong>gono;<br />

c) indicano le risorse strument<strong>al</strong>i necessarie di cui dispongono<br />

per lo svolgimento <strong>delle</strong> loro attività.<br />

I Centri forniscono servizi di ascolto e di sostegno <strong>al</strong>le vittime<br />

di violenza tra cui colloqui preliminari per individuare i bisogni<br />

e fornire le prime indicazioni utili e colloqui informativi di<br />

carattere leg<strong>al</strong>e; sono inoltre disponibili ad un affi ancamento,<br />

su richiesta <strong>delle</strong> vittime, nella fruizione dei servizi pubblici e<br />

privati, operano per il cambiamento e il rafforzamento dell’autostima<br />

anche attraverso gruppi autocentrati e promuovono<br />

percorsi person<strong>al</strong>izzati di uscita d<strong>al</strong> disagio e <strong>d<strong>al</strong>la</strong> violenza,<br />

tendenti a favorire nuovi progetti di vita e di autonomia.<br />

I Centri Antiviolenza svolgono anche attività cultur<strong>al</strong>i e/o soci<strong>al</strong>i<br />

di prevenzione, di informazione, di sensibilizzazione, e raccolgono<br />

inoltre i dati relativi <strong>al</strong>l’utenza dei Centri Antiviolenza<br />

stessi e <strong>delle</strong> case rifugio di primo e di secondo livello <strong>sul</strong>la<br />

base <strong>delle</strong> indicazioni fornite d<strong>al</strong> Sistema region<strong>al</strong>e Osservatorio<br />

previsto d<strong>al</strong>l’art. 6.<br />

Il Sistema Region<strong>al</strong>e <strong>sul</strong>la violenza <strong>al</strong>le donne e ai minori è costituito<br />

da un osservatorio region<strong>al</strong>e e da osservatori provinci<strong>al</strong>i<br />

i cui compiti sono vari: in primo luogo la re<strong>al</strong>izzazione del<br />

monitoraggio degli episodi di violenza attraverso la raccolta,<br />

elaborazione e l’an<strong>al</strong>isi dei dati forniti dai centri antiviolenza,<br />

dai servizi territori<strong>al</strong>i e dai soggetti che aderiscono <strong>al</strong>la rete<br />

territori<strong>al</strong>e <strong>al</strong> fi ne di armonizzare tra loro le varie metodologie<br />

di intervento adottate a livello provinci<strong>al</strong>e. In secondo luogo<br />

l’Osservatorio verifi ca l’andamento e la funzion<strong>al</strong>ità dei Centri<br />

Antiviolenza, <strong>delle</strong> case rifugio e <strong>delle</strong> strutture di soggiorno<br />

temporanee, l’effi cacia dei programmi fi nanziati e l’impiego<br />

<strong>delle</strong> risorse.<br />

Tutti i soggetti coinvolti, tra cui anche le <strong>associazioni</strong> di volontariato<br />

(con priorità per le <strong>associazioni</strong> femminili che devono<br />

essere iscritte <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>bo region<strong>al</strong>e e le <strong>associazioni</strong> di promozione<br />

soci<strong>al</strong>e che abbiano tra i propri scopi essenzi<strong>al</strong>i la lotta <strong>al</strong>la violenza<br />

<strong>al</strong>le donne e minori e con <strong>al</strong>meno cinque anni di esperienza<br />

nel settore) possono presentare Programmi antiviolenza (art. 8)<br />

a cui la Regione concede contributi.<br />

I Programmi dovranno prevedere case rifugio per ospit<strong>al</strong>ità<br />

temporanea, strutture <strong>al</strong>loggiative di secondo livello, progetti<br />

individu<strong>al</strong>izzati e person<strong>al</strong>i volti <strong>al</strong> superamento della situazione<br />

di disagio conseguente <strong>al</strong> m<strong>al</strong>trattamento, campagne di<br />

sensibilizzazione e/o di informazione <strong>sul</strong> fenomeno.<br />

Ricordiamo che la legge region<strong>al</strong>e 12/2007 <strong>sul</strong>la Violenza<br />

di Genere fa riferimento <strong>al</strong>la legge della Regione Liguria<br />

12/2006 “Promozione del sistema integrato di servizi soci<strong>al</strong>i<br />

e sociosanitari” che a sua volta recepisce e attua in ambito<br />

region<strong>al</strong>e le disposizioni stabilite <strong>d<strong>al</strong>la</strong> Legge 8 novembre 2000<br />

n. 328, legge quadro in materia.<br />

Il testo completo della legge 12/2007 è disponibile <strong>sul</strong> sito<br />

www.regione.liguria.it.<br />

D<strong>al</strong>la home page è possibile entrare nel settore “S<strong>al</strong>ute e<br />

Soci<strong>al</strong>e” aprire la fi nestra “Donna” e cliccare su “Attività della<br />

Regione Liguria”; comparirà, tra le <strong>al</strong>tre, la voce “Violenza di<br />

genere”.<br />

5 PER MILLE: SOGGETTI DA SOTTOPORRE AL CONTROLLO<br />

L’Agenzia <strong>delle</strong> Entrate – con la circolare n. 57 del 25 ottobre<br />

2007 - ritiene che ai fi ni del controllo degli enti di volontariato<br />

destinatari del benefi cio del cinque per mille, il criterio della<br />

campionatura sia il più idoneo, anche in funzione del rispetto dei<br />

tempi a disposizione, indicati d<strong>al</strong> decreto 16 marzo 2007.<br />

Il campione dev’essere però “signifi cativo” e “qu<strong>al</strong>ifi cato”.<br />

Premesso che le singole Direzioni region<strong>al</strong>i potranno decidere<br />

autonomamente se sottoporre nuovamente a verifi ca gli enti già<br />

controllati recentemente, nella composizione della campionatura<br />

si dovrà dare priorità agli enti:<br />

- che nel 2007 hanno presentato la domanda di iscrizione per la<br />

prima volta;<br />

- presenti nell’elenco dello scorso anno v<strong>al</strong>idati ma non controllati;<br />

- presenti nell’elenco relativo <strong>al</strong> 2006 e non v<strong>al</strong>idati, che hanno<br />

riproposto la domanda anche nel 2007.<br />

17


18<br />

uno sguardo <strong>sul</strong> mondo<br />

UN PROGETTO DI SOLIDARIETÀ NELLA REPUBBLICA DEL TOGO<br />

Sostegno <strong>al</strong>le madri adolescenti e<br />

prevenzione nell’abbandono dei minori<br />

Associazione Sjamo, Albenga<br />

D<br />

a uno studio elaborato d<strong>al</strong> Ministero della S<strong>al</strong>ute<br />

togolese nel 2004, emerge come persistente e<br />

diffusa sia la poligamia in tutte le re<strong>al</strong>tà soci<strong>al</strong>i<br />

del paese, con particolare riferimento <strong>al</strong>le aree<br />

rur<strong>al</strong>i ed indipendentemente d<strong>al</strong> credo religioso.<br />

A questo si accompagna l’atavico concetto della donna-<strong>lavoro</strong>,<br />

riservando agli uomini un’eventu<strong>al</strong>e minima forma d’istruzione.<br />

E’ ormai percepita come piaga soci<strong>al</strong>e la migrazione di giovani<br />

donne, spesso adolescenti, <strong>al</strong>lontanate con i loro immancabili<br />

fi gli <strong>d<strong>al</strong>la</strong> propria famiglia o villaggio che non è in grado di mantenerle,<br />

spinte in cerca di fortuna verso le periferie dei grandi<br />

centri urbani.<br />

Le strutture d’accoglienza non esistono così come l’assistenza<br />

soci<strong>al</strong>e pubblica; è inutile ed utopico pensare <strong>al</strong>la consapevolezza<br />

della maternità, <strong>al</strong>la s<strong>al</strong>ute, <strong>al</strong>l’igiene, <strong>al</strong>la scolarità. Alcune donne<br />

riescono a sopravvivere con i lavori più umili, anche portando<br />

per tutto il giorno il proprio bambino <strong>sul</strong>la schiena, <strong>al</strong>tre cedono<br />

<strong>al</strong>la più diffusa e remunerativa pratica della prostituzione.<br />

Drammatica in ogni caso la loro condizione abitativa; vecchie costruzioni<br />

fatiscenti ed abbandonate, prive di tutto, vengono occupate<br />

abusivamente ed in due o tre loc<strong>al</strong>i si possono concentrare<br />

anche parecchie decine di donne con i loro bambini.<br />

Nella migliore <strong>delle</strong> ipotesi, <strong>al</strong>trimenti non rimane che la strada.<br />

Ancora più pesante, se possibile, la situazione durante le piccole<br />

e grandi piogge: le strade sterrate si trasformano in un unico gener<strong>al</strong>izzato<br />

pantano diffi cilmente percorribile. I ruderi occupati<br />

d<strong>al</strong>le giovani donne non offrono <strong>al</strong>cun riparo, privi come sono<br />

d’infi ssi e spesso anche della copertura, assimilando questa condizione<br />

a quella <strong>delle</strong> ragazze che vivono sui marciapiedi.<br />

Come si può facilmente immaginare, anche gli aspetti più intimi<br />

vengono svolti in comune.<br />

L’INTERVENTO DI COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO<br />

E IL PROGETTO “APPOGGIO ALLE MADRI<br />

ADOLESCENTI E PREVENZIONE NELL’ABBANDONO<br />

DEI MINORI”<br />

È stato stipulato un Accordo Quadro tra l’ ASSOCIATION CONSEIL<br />

POUR ENFANTS (Togo) ed il COMUNE di CERIALE (It<strong>al</strong>ia) per la re<strong>al</strong>izzazione,<br />

ultimata nel 2006, di due pozzi di f<strong>al</strong>da nel centro di<br />

Klotshomé – Tohouédeoué, con relativa cisterna di raccolta.<br />

Si è inoltre costituito il Comitato loc<strong>al</strong>e di cooperazione con il<br />

Togo che oggi vede come partner it<strong>al</strong>iani:<br />

La Provincia di Savona<br />

La Comunità Montana Ingauna<br />

La Terza Circoscrizione del Comune di Savona<br />

Il Comune di Villanova d’Albenga<br />

L’Associazione Sjamo Onlus d’Albenga<br />

La Cooperativa L’Ortofrutticola d’Albenga<br />

I prossimi obiettivi prevedono l’implementazione della rete distributiva<br />

dell’acqua del centro di Klotshomé – Tohouédeoué, la<br />

re<strong>al</strong>izzazione di uno studio di fattibilità riguardante l’intensifi -<br />

cazione ed il miglioramento della produzione agricola <strong>al</strong> fi ne di<br />

inn<strong>al</strong>zare il livello d’autosuffi cienza <strong>al</strong>imentare ed avviare una<br />

prima esperienza di commerci<strong>al</strong>izzazione dei prodotti.<br />

Molto importante è inoltre il progetto “Appoggio <strong>al</strong>le madri adolescenti<br />

e prevenzione nell’abbandono dei minori”di cui sono enti<br />

proponenti:<br />

• S.J.A.M.O. Onlus - Sao Josè Amici nel Mondo It<strong>al</strong>ia (Ente capo<br />

progetto)<br />

• CIFA Onlus - Centro Internazion<strong>al</strong>e per l’Infanzia e la Famiglia<br />

It<strong>al</strong>ia<br />

• In Cammino per la famiglia Onlus It<strong>al</strong>ia<br />

• Centro di KLOTSHOMÉ – TOHOUÉDEOUÉ Togo<br />

• Centro di Lomè Togo<br />

Il progetto, che che vede anche il coinvolgimento di organismi loc<strong>al</strong>i,<br />

vuole dare una risposta concreta <strong>al</strong>la drammatica situazione<br />

<strong>delle</strong> madri adolescenti in stato d’assoluto abbandono, attraverso<br />

l’organizzazione dell’A.C.EF. ed utilizzando i servizi essenzi<strong>al</strong>i<br />

già disponibili o d’imminente attivazione presso le proprie strutture.<br />

I due centri di Lomé e di Klotshomé – Tohouédeoué potranno pertanto<br />

accogliere in appositi loc<strong>al</strong>i di nuova re<strong>al</strong>izzazione, 24 ragazze<br />

madri prive d’ogni riferimento ed i loro fi gli, sia raccolte d<strong>al</strong><br />

contesto rur<strong>al</strong>e che da quello urbano, sia segn<strong>al</strong>ate d<strong>al</strong> Ministero<br />

della S<strong>al</strong>ute, che vede in questo progetto l’unica concreta azione<br />

dedicata oggi presente nella parte sud del <strong>territorio</strong> nazion<strong>al</strong>e.


PAESAGGI... REALI, VIRTUALI, DELL’ANIMA...<br />

A Savona fi no <strong>al</strong> 16 dicembre la manifestazione artistica<br />

organizzata d<strong>al</strong>l’associazione cultur<strong>al</strong>e AIDA<br />

L’<br />

associazione A.I.D.A (Associazione Internazion<strong>al</strong>e<br />

Delle Arti) è un’associazione di volontariato cultur<strong>al</strong>e<br />

senza scopo di lucro.<br />

In particolare A.I.D.A. intende raggiungere le<br />

proprie fi n<strong>al</strong>ità in ambito cultur<strong>al</strong>e <strong>al</strong>lo scopo di<br />

trasmettere e promuovere cultura e arte nelle loro varie forme:<br />

pittura, fotografi a, video, scultura, ceramica, letteratura, poesia,<br />

teatro, musica, danza, tradizioni legate <strong>al</strong> cibo ed <strong>al</strong>tro.<br />

L’associazione si propone di:<br />

- stimolare un crescente sviluppo cultur<strong>al</strong>e, favorendo<br />

l’interscambio cultur<strong>al</strong>e nazion<strong>al</strong>e ed internazion<strong>al</strong>e, tra arti<br />

diverse;<br />

- v<strong>al</strong>orizzare e promuovere le forme e le espressioni di cultura<br />

contemporanea stimolando e favorendo la nascita e la crescita di<br />

uno spirito cultur<strong>al</strong>e internazion<strong>al</strong>e;<br />

- divulgare l’arte attraverso la promozione e l’organizzazione di<br />

esposizioni, performance, concorsi, spettacoli teatr<strong>al</strong>i, <strong>al</strong>lo scopo<br />

di avvicinare il pubblico <strong>al</strong>la comprensione ed <strong>al</strong>l’apprezzamento<br />

dell’attività artistico-espressiva umana.<br />

L’organizzazione svolge la propria attività su tutto il <strong>territorio</strong> nazion<strong>al</strong>e<br />

ed <strong>al</strong>l’estero; la sede leg<strong>al</strong>e è a Celle Ligure, la neo sede<br />

KIM A - PERIFERIA URB AN A (PARTICOL ARE)<br />

spazio <strong>associazioni</strong><br />

Associazione<br />

Internazion<strong>al</strong>e<br />

Delle Arti<br />

operativa si trova in provincia di Varese.<br />

A Savona, nella prestigiosa s<strong>al</strong>a esposizioni di P<strong>al</strong>azzo Nervi, sede<br />

della Provincia di Savona, d<strong>al</strong> 6 <strong>al</strong> 16 dicembre 2007, (con orario<br />

d<strong>al</strong>le 17 <strong>al</strong>le 19 tutti i giorni) si svolgerà la manifestazione artistica<br />

intitolata Paesaggi ...re<strong>al</strong>i, virtu<strong>al</strong>i, dell’anima...<br />

L’evento, organizzato da A.I.D.A. in collaborazione con il Lions Club<br />

Savona Priamar è patrocinato da Regione Liguria, Provincia e Comune<br />

di Savona; composita ma di grande qu<strong>al</strong>ità la rosa dei partecipanti<br />

che raccoglie pittura, scultura e video, tra cui:<br />

ARCANGELO CIAURRO artista affermato a Varese (pittura ad<br />

acrilico) www.ciaurro.it<br />

VITTORIO D’AMBROS giovane scultore di pietra e met<strong>al</strong>li, divide la<br />

sua attività tra Piemonte, Lombardia e la Svizzera<br />

PAOLA DELFINO giovane artista, divide la sua attività tra Liguria,<br />

Piemonte e Lombardia (pittura ad olio)<br />

http://pdelfi no.blogspot.com<br />

KIMA gruppo di giovani di regioni e culture differenti,<br />

che assieme creano una “somma del tutto” (pittura e<br />

sperimentazione)<br />

ROSANNA LA SPESA artista savonese affermata (sculture di vetro)<br />

www.rosann<strong>al</strong>aspesa.it<br />

MAX ODDONE giovane artista <strong>al</strong>essandrino in via di affermazione<br />

a livello nazion<strong>al</strong>e (pittura ironico- concettu<strong>al</strong>e)<br />

www.maxoddone.com<br />

ANTONIO PEDRETTI affermato artista, apprezzato a livello<br />

nazion<strong>al</strong>e ed internazion<strong>al</strong>e (pittura ad olio) - www.<br />

antoniopedretti.it<br />

RAFFAELE PENNA artista conosciuto ed apprezzato in Svizzera ed<br />

in Lombardia (arazzi)<br />

ALESSANDRO RINALDI giovane artista padovano, attivo in It<strong>al</strong>ia<br />

ed in Europa (pittura ad olio)<br />

DANIEL TAVARES giovane artista brasiliano, divide la sua attività<br />

tra l’It<strong>al</strong>ia, il Portog<strong>al</strong>lo ed il Brasile (pittura ad olio)<br />

http://artetavares.blogspot.com<br />

i video makers SILVIA COSCO, ENRICO BONELLI e STEFANO DE FELICI<br />

di DIETROLEQUINTE: giovani che si stanno facendo conoscere in<br />

importanti rassegne cinematografi che (www.dietrolequinte.it).<br />

La mostra verrà inaugurata giovedì 6 dicembre <strong>al</strong>le ore 17.00 con la<br />

presentazione a cura di Silvia Bottaro (Presidente dell’associazione<br />

Renzo Aiolfi di Savona), critica e perito d’arte.<br />

Nel corso dell’evento si proietteranno documentari e corti d’autore.<br />

L’esposizione nasce con molteplici scopi: offrire un interessante<br />

evento artistico <strong>al</strong>la cittadinanza savonese con opere di artisti apprezzati<br />

a livello nazion<strong>al</strong>e ed estero, far conoscere <strong>al</strong>cuni giovani<br />

artisti emergenti e raccogliere fondi per il service internazion<strong>al</strong>e<br />

Sight First II: questo progetto internazion<strong>al</strong>e si prefi gge di sconfi<br />

ggere a livello mondi<strong>al</strong>e la cecità prevenendola o/e ridando la<br />

vista a coloro che l’hanno perduta.<br />

19


20<br />

spazio <strong>associazioni</strong><br />

“STAR”, L’OPERA DI PLAMEN<br />

DEJANOFF AIUTA L’AIAS SAVONA<br />

In esposizione a Savona d<strong>al</strong> 24 novembre<br />

Nell’ambito della diciassettesima edizione di “Un artista<br />

cento presepi”, Paolo P<strong>al</strong>mieri, attu<strong>al</strong>e presidente del<br />

Lions Club Savona Host e collezionista di arte contemporanea,<br />

presenta l’opera in ceramica di un artista di fama<br />

internazion<strong>al</strong>e.<br />

Plamen Dejanoff, nato in Bulgaria e residente a Vienna, ben conosciuto<br />

negli ambienti artistici, unisce <strong>al</strong>la particolarità loc<strong>al</strong>e della ceramica<br />

<strong>al</strong>bisolese il respiro cosmopolita proprio della sua arte. Nella Stella si<br />

trovano a un tempo tratti loc<strong>al</strong>i ed eco internazion<strong>al</strong>i. Dicotomia di riferimenti<br />

fondament<strong>al</strong>e, questa, a cui va aggiunta una v<strong>al</strong>enza multipla propria<br />

dell’opera stessa. È in ceramica, fatta a mano, ha richiesto un <strong>lavoro</strong> e<br />

un’abilità non comuni, eppure vanta una precisione tecnica e stilistica lontane<br />

da quelle che in genere caratterizzano l’artigianato. Costante del <strong>lavoro</strong><br />

di Dejanoff è questo rigore form<strong>al</strong>e unito a un certo gusto per l’incompiutezza<br />

dell’opera, insieme a un’estrema attenzione per l’oggetto in sé e<br />

per la sua estetica. A questa poetica appartiene “Star”, perfetta sintesi di<br />

un Presepe ide<strong>al</strong>e, ricondotto <strong>al</strong>l’equilibrio essenzi<strong>al</strong>e di una stella.<br />

L’opera è un’edizione di cento pezzi; uno degli esemplari verrà donato d<strong>al</strong><br />

Club <strong>al</strong>la Pinacoteca Civica di Savona, in occasione della sua presentazione<br />

<strong>al</strong> pubblico il 24 novembre, e qui esposto a partire da questa data. Plamen<br />

Dejanoff, artista rappresentato in It<strong>al</strong>ia <strong>d<strong>al</strong>la</strong> G<strong>al</strong>leria Pinksummer<br />

di Genova, ha partecipato nel 2002 <strong>al</strong>la prima edizione della Bienn<strong>al</strong>e di<br />

Ceramica nell’Arte Contemporanea a Savona.<br />

Il ricavato della vendita, verrà destinato <strong>al</strong>l’A.I.A.S. (Associazione It<strong>al</strong>iana<br />

Assistenza Spastici) di Savona che persegue l’obiettivo dell’integrazione e<br />

dell’inserimento soci<strong>al</strong>e <strong>delle</strong> persone con disabilità.<br />

In particolare saranno acquistati: un sollevatore portatile più i binari,<br />

nuove par<strong>al</strong>lele per la fi sioterapia, hardware e software per logopedia e<br />

materi<strong>al</strong>e didattico per gli psicologi.<br />

DA PIETRA LIGURE UN REGALO DI SOLIDARIETÀ PER IL SENEGAL<br />

Per l’associazione Action Humanitas un’ambulanza interamente attrezzata<br />

Nel mese di novembre la P.A. Pietra Soccorso ha donato<br />

<strong>al</strong>l’associazione seneg<strong>al</strong>ese Actions Humanitas<br />

un’ambulanza completamente attrezzata.<br />

Il mezzo era stato a sua volta donato <strong>al</strong>la Pubblica<br />

Assistenza - molti anni addietro - <strong>d<strong>al</strong>la</strong> consorella<br />

Croce d’Oro di Albisola Mare ed ora continuerà a soccorrere ed a s<strong>al</strong>vare<br />

vite umane in Seneg<strong>al</strong> ove opera l’associazione africana.<br />

Contestu<strong>al</strong>mente per circa due mesi sono stati raccolti abitini per<br />

bimbi, giocattoli, scarpe da reg<strong>al</strong>are <strong>al</strong>l’associazione e ai loro piccoli<br />

assistiti. L’ambulanza è quindi partita per Genova per essere imbarcata<br />

<strong>al</strong>la volta del Seneg<strong>al</strong>, piena di doni utili <strong>al</strong>le mamme ed ai bimbi<br />

di quel paese.<br />

L’associazione africana Actions Humanitas è un organizzazione non<br />

lucrativa nata il 9 Luglio 2002 operante in diversi ambiti qu<strong>al</strong>i:<br />

• la s<strong>al</strong>ute, facilitando l’accesso ai servizi sanitari, <strong>al</strong>l’acqua<br />

Hanno partecipato <strong>al</strong>le precedenti edizioni di “Un artista<br />

cento presepi”: Sandro Soravia, Gianpaolo Parini, Andrea<br />

Gianasso, Nani Tedeschi, Roberto Bertagnin, Renata<br />

Minuto, Sandro Lorenzini, Lele Luzzati, Claudio Carrieri,<br />

Angelo Cagnone, Aurelio Caminati, Franco Bratta, Gianni<br />

Celano Giannici, Ernesto Treccani, Noemi Sanguineti,<br />

Rosanna La Spesa.<br />

La stella, il simbolo più antico e riconoscibile della<br />

Natività, è apparsa più volte nell’ormai lunga storia di<br />

“Un artista cento presepi” il Service che il Lions Club<br />

Savona Host promuove da ben 17 anni. Non era mai<br />

accaduto però, come ha fatto Plamen Dejanoff, che un<br />

artista riducesse questo simbolo così ricco di implicazioni<br />

mistiche, storiche e cultur<strong>al</strong>i <strong>al</strong>la più rigorosa essenzi<strong>al</strong>ità<br />

possibile: una semplice stella a cinque punte color<br />

mattone – il colore più natur<strong>al</strong>e per la materia ceramica<br />

– che si presenta nuda in se stessa, senza orpelli e<br />

abbellimenti, e dunque, proprio per questa sua intrinseca<br />

elementarietà, si apre a una molteplice ricchezza di<br />

suggestioni e di interpretazioni person<strong>al</strong>i.<br />

Silvio Riolfo Marengo<br />

Elena Gianasso<br />

potabile, sensibilizzando gli assistiti riguardo <strong>al</strong>l’importanza del<br />

rispetto <strong>delle</strong> regole igeniche e della solidarietà nell’ambito della<br />

vità in comunità;<br />

• l’educazione, appoggiando i centri soci<strong>al</strong>i e le scuole;<br />

• l’emigrazione: il princip<strong>al</strong>e problema che l’associazione affronta è<br />

il reinserimento soci<strong>al</strong>e dei ragazzi che hanno trascorso un periodo<br />

<strong>al</strong>l’estero, sensibilizzando chi si rivolge <strong>al</strong>l’associazione riguardo a<br />

tutte le possibilità di investire le loro conoscenze in previsione di<br />

possibilità di sviluppo del paese;<br />

• l’assistenza ai disabilitramite una strategia di promozione soci<strong>al</strong>e<br />

che permetta loro di benefi ciare di un’assistenza fi sica e soci<strong>al</strong>e,<br />

rivendicando i loro diritti.<br />

In cinque anni l’associazione ha distribuito doni ed attrezzature a favore<br />

di strutture sanitarie loc<strong>al</strong>i prendendo inoltre in carico bambini<br />

affetti da cardiopatie, disabili e bambine in situazioni di diffi coltà.


IL PICCOLO PRINCIPE ISPIRA<br />

IL NUOVO CD DI A.R.T. ONLUS<br />

Formazione e solidarietà<br />

per il progetto<br />

dell’associazione <strong>al</strong>benganese<br />

P<br />

resentato il 17 novembre scorso, il progetto: “Stelle come milioni di sonagli” nasce d<strong>al</strong> desiderio di perseguire in modo origin<strong>al</strong>e<br />

le due fi n<strong>al</strong>ità dell’associazione ART: la formazione (in ambito artistico ed umano) e la solidarietà.<br />

L’associazione ha quindi scelto di approfondire, attraverso canzoni, testi, immagini, i temi e le suggestioni presenti nel testo<br />

del Piccolo Principe di Antoine de Saint Exupery.<br />

“Stelle come milioni di sonagli” è il punto di arrivo e di verifi ca di un progetto di formazione molto vasto che aiuta a sviluppare<br />

le abilità artistiche ed umane in modo divertente e utile. In seguito ad un’attenta an<strong>al</strong>isi letteraria e psicologica del libro, si sono<br />

identifi cati i momenti ed i personaggi s<strong>al</strong>ienti, ad ognuno dei qu<strong>al</strong>i si è abbinato una canzone o un testo di approfondimento.<br />

Nella re<strong>al</strong>izzazione dello spettacolo saranno coinvolte le scuole primaria e secondaria di Albenga, che verranno invitate a re<strong>al</strong>izzare disegni e<br />

testi ispirati <strong>al</strong> Piccolo Principe; quelli più signifi cativi saranno parte integrante dello spettacolo.<br />

Sarà organizzato anche un concorso pittorico e letterario che dovrebbe svolgersi nel periodo dicembre<br />

– febbraio 2008; tutti i disegni e i testi verranno pubblicati nel sito web www.artgroup.it.<br />

Nei mesi di marzo – aprile i bambini e i ragazzi di ARTGROUP si recheranno in studio di registrazione<br />

per incidere le canzoni dello spettacolo. La casa discografi ca Progetti Sonori pubblicherà il CD contenente<br />

le canzoni e i testi che verrà reg<strong>al</strong>ato a tutte le scuole di primo e secondo grado della provincia<br />

di Savona e utilizzato per raccogliere fondi destinati <strong>al</strong>l’acquisto di attrezzature mediche.<br />

Sicuramente dopo la prima rappresentazione lo spettacolo sarà ripetuto in <strong>al</strong>tre loc<strong>al</strong>ità: <strong>al</strong>cune <strong>associazioni</strong><br />

ed enti hanno già manifestato l’intenzione di ospitare la manifestazione dei giovani artisti.<br />

PER SAPERNE DI PIÙ:<br />

A.R.T. GROUP - Piazza della Chiesa, 1/2 - CENESI 17035 Cisano <strong>sul</strong> Neva (SV)<br />

sito: www.artgroup.it - e-mail: info@artgroup.it<br />

UN GIOVEDÌ DIVERSO<br />

Davide Pesce<br />

Continuano gli incontri 2007 organizzati d<strong>al</strong>l’Auser <strong>sul</strong>la cultura loc<strong>al</strong>e<br />

I<br />

niziati giovedì 25 ottobre scorso, presso il centro<br />

soci<strong>al</strong>e “Santa Cecilia” di Savona, gli incontri “un<br />

giovedi diverso” sono appuntamenti settiman<strong>al</strong>i<br />

“a tema” che abbracciano vari aspetti della cultura<br />

loc<strong>al</strong>e. Di volta in volta, saranno presentate opere<br />

letterarie e artistiche legate <strong>al</strong>la vita della provincia di Savona e <strong>al</strong>la<br />

conoscenza di autori loc<strong>al</strong>i. L’iniziativa, fi n<strong>al</strong>izzata ad un ampliamento<br />

<strong>delle</strong> attività dei centri Auser, permetterà ai cittadini più o<br />

meno anziani di trovare nell’associazione un punto di riferimento<br />

sicuro per un impegno cultur<strong>al</strong>e attivo e gratifi cante, di partecipare<br />

ad attività diversifi cate presso i vari Centri, di arricchire i rapporti<br />

interperson<strong>al</strong>i attraverso una frequentazione più ampia, di scoprire<br />

nuovi stimoli per re<strong>al</strong>izzare produzioni person<strong>al</strong>i o di gruppo, di<br />

approfondire e confrontare conoscenze e portare un contributo <strong>al</strong>la<br />

vita cultur<strong>al</strong>e loc<strong>al</strong>e. L’appuntamento del giovedì darà la possibilità<br />

ai partecipanti di <strong>al</strong>lacciare nuove amicizie e di dar vita a momenti<br />

di attività vera e propria in cui si potranno re<strong>al</strong>izzare: poesie, fi abe,<br />

• A.R.T. ONLUS ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO<br />

Nata per gestire gli aspetti leg<strong>al</strong>i amministrativi<br />

e logistici del laboratori ARTGROUP, l’associazione<br />

opera nei settori della solidarietà soci<strong>al</strong>e,<br />

umana, civile e cultur<strong>al</strong>e attraverso percorsi di<br />

FORMAZIONE e di BENEFICENZA. Ne sono soci i<br />

genitori dei bambini e ragazzi del laboratorio<br />

ARTGROUP.<br />

• ARTGROUP è un laboratorio in cui bambini e<br />

ragazzi, giocando con il canto, la musica, la<br />

recitazione, la pittura, il movimento creativo, i<br />

linguaggi multimedi<strong>al</strong>i... imparano a conoscere<br />

sé stessi e il mondo, e sviluppano le loro abilità<br />

artistiche, umane e soci<strong>al</strong>i.<br />

racconti liberi o di vita vissuta, disegni, oggetti in creta e <strong>al</strong>tre produzioni<br />

in base agli interessi emersi.<br />

Questo aspetto, utile anche per scoprire capacità person<strong>al</strong>i “nascoste”,<br />

potrà rappresentare la parte più operativa degli incontri. L’iniziativa,<br />

che teminerà a maggio 2008, si concluderà con un momento<br />

pubblico durante il qu<strong>al</strong>e sarà presentato <strong>al</strong>la cittadinanza il progetto<br />

re<strong>al</strong>izzato e saranno esposti in una mostra i percorsi artistici e le<br />

produzioni dei partecipanti.<br />

Perciò “Un giovedì diverso” è un appuntamento da non perdere!<br />

GIOVEDÌ 13 DICEMBRE ALLE ORE 15.30<br />

presso la S.M.S. Leginese “Milleluci” a Savona.<br />

La Festa del Volontariato AUSER; per l’occasione si terrà la replica<br />

dello spettacolo “Party Times” di Harold Pinter (traduzione,<br />

adattamento e regia di Jacopo Marchisio dei Cattivi Maestri); sarà<br />

l’occasione per augurare un buon <strong>lavoro</strong> <strong>al</strong> nuovo Centro dell’AUSER<br />

di Legino “Vivere assieme”.<br />

21


22<br />

speci<strong>al</strong>e formazione<br />

CORSI MODULO INTERMEDIO<br />

Azioni formative <strong>delle</strong> <strong>associazioni</strong><br />

della provincia di Savona<br />

Viviana Marconi<br />

D<br />

<strong>al</strong> 2003 il <strong>Cesavo</strong> ha approntato un modello formativo<br />

basato su diversi livelli, nel tentativo di rispondere,<br />

mantenendo fermo il proprio ruolo di servizio, <strong>al</strong>le differenti<br />

esigenze espresse d<strong>al</strong>le <strong>associazioni</strong> con strumenti<br />

e azioni articolati in una gamma di servizi che<br />

vanno <strong>d<strong>al</strong>la</strong> semplice informazione <strong>al</strong>la costruzione di progetti complessi<br />

di rete. La formazione è stata suddivisa in modulo base, per l’informazione<br />

e la formazione su temi di interesse gener<strong>al</strong>e e trasvers<strong>al</strong>e <strong>al</strong>le diverse<br />

<strong>associazioni</strong>, qu<strong>al</strong>i la contabilità e la conoscenza legislativa, in modulo intermedio<br />

per l’approfondimento di argomenti specifi ci e in modulo avanzato,<br />

poi divenuto progettazione a rete, dove gruppi di <strong>associazioni</strong> hanno<br />

ideato e re<strong>al</strong>izzato formazione mirata <strong>al</strong> raggiungimento degli obiettivi<br />

individuati d<strong>al</strong>lo stesso gruppo di <strong>lavoro</strong>.<br />

Il modulo intermedio, è rimasto un po’ nell’ombra rispetto agli <strong>al</strong>tri due<br />

moduli, sia per inadeguatezza di fondi che per una evidente e concreta<br />

esigenza <strong>delle</strong> <strong>associazioni</strong> di approfondire tematiche di base o di sperimentare<br />

il <strong>lavoro</strong> di rete. Oggi, sia per l’entità <strong>delle</strong> risorse straordinarie<br />

sia per una maggiore esperienza acquisita, anche da errori di v<strong>al</strong>utazione<br />

dei bisogni re<strong>al</strong>i, viene proposto il modulo intermedio, ancora in via<br />

speriment<strong>al</strong>e, come servizio <strong>al</strong>le stesse per incentivare le opportunità di<br />

formazione su contenuti che le stesse <strong>associazioni</strong> ritengono di primaria<br />

importanza per il proprio sviluppo. In queste pagine si trovano tutti i<br />

progetti v<strong>al</strong>utati da un’apposita commissione costituita da con<strong>sul</strong>enti del<br />

<strong>Cesavo</strong> e in seguito approvati d<strong>al</strong> Consiglio Direttivo, che quindi hanno<br />

ottenuto accesso a t<strong>al</strong>e modulo. Molte iniziative di formazione prevedono<br />

la creazione di partnership, in linea con la “politica” del centro che vuole<br />

stimolare la progettazione a rete come momento di condivisione di obiettivi<br />

e di raggiungimento di scopi comuni. Ciascuna associazione di volontariato<br />

si occupa dell’organizzazione dei percorsi formativi e della relativa<br />

iscrizione <strong>delle</strong> persone interessate <strong>al</strong>le attività proposte.<br />

Il <strong>Cesavo</strong> provvederà <strong>al</strong> costante monitoraggio dei percorsi e <strong>delle</strong> attività,<br />

assicurando una con<strong>sul</strong>enza in itinere per tutte le <strong>associazioni</strong> coinvolte<br />

nel modulo intermedio.<br />

Per le mod<strong>al</strong>ità di iscrizione ed ulteriori informazioni su orari e sedi da<br />

defi nire contattare direttamente i referenti <strong>delle</strong> <strong>associazioni</strong>.<br />

(brochure con il programma in versione integr<strong>al</strong>e <strong>sul</strong> sito www.cesavo.it)<br />

CORSI PER STUDENTI DELLE SCUOLE DI VARIO<br />

ORDINE E GRADO E LORO FAMIGLIE, INSEGNANTI<br />

“SGUARDI INCROCIATI SULL’AFRICA”<br />

Quando: anno scolastico 2007/2008<br />

Dove: nelle sedi degli istituti coinvolti<br />

Proposto da: Savona nel cuore dell’Africa con Istituto Mazzini<br />

- Panc<strong>al</strong>do- Martini, Istituto Tecnico Commerci<strong>al</strong>e Boselli, Liceo<br />

Socio-psico-pedagogico G. della Rovere, Liceo Scientifi co O. Grassi,<br />

associazione Melisandra, associazione M<strong>al</strong>aki Ma Kongo<br />

Referente: Patrizia Cattaneo: 349 2637328<br />

Contatti: savonaperafrica@libero.it, patrizia.cattaneo@csiliguria.it,<br />

www.savonanelcuoredellafrica.org<br />

DIRIGENTI VOLONTARI DI CIRCOLI, SMS E<br />

ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO<br />

“LA RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE”<br />

Quando: d<strong>al</strong> 14 dicembre <strong>al</strong> 18 aprile, <strong>al</strong> venerdì d<strong>al</strong>le 16 <strong>al</strong>le 18<br />

Dove: AIAS Savona onlus, via Famagosta 18/A, Savona<br />

Proposto da: AIAS Savona Onlus<br />

Referenti: segreteria AIAS (Daniele Cor<strong>al</strong>lo): 019 8386453<br />

(d<strong>al</strong>le 8:30 <strong>al</strong>le 15:30)<br />

Contatti: aiassv@tin.it, www.aiasnazion<strong>al</strong>e.it<br />

“PROGETTO INTEGRATO DI FORMAZIONE PER I<br />

QUADRI DIRIGENTI VOLONTARI DI CIRCOLI, SMS E<br />

ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO”<br />

Quando: d<strong>al</strong> 9 gennaio <strong>al</strong> 16 aprile<br />

Dove: <strong>Cesavo</strong>, via Nizza 10 A, Savona<br />

Proposto da: ARCI provinci<strong>al</strong>e con ACLI e UISP<br />

Referenti: Giovanni Durante: 348 3150146,<br />

Marcello F<strong>al</strong>co: 320 2397956, segreteria ARCI: 019 804433,<br />

segreteria ACLI: 019 823708<br />

Contatti: savona@arci.it, durante@arci.it, www.arciliguria.it<br />

“CORSO INTEGRATO DI FORMAZIONE PER IL<br />

SOSTEGNO ALLA PROGETTAZIONE REGIONALE,<br />

NAZIONALE ED EUROPEA PER LE ASSOCIAZIONI DI<br />

VOLONTARIATO”<br />

Quando: d<strong>al</strong> 24 gennaio <strong>al</strong> 13 marzo, <strong>al</strong> giovedì d<strong>al</strong>le 18 <strong>al</strong>le 21<br />

Dove: <strong>Cesavo</strong>, via Nizza 10 A Savona<br />

Proposto da: Arcisolidarietà con APS Noi per voi, Sjamo<br />

Referenti: Giovanni Durante: 348 3150146,<br />

Marcello F<strong>al</strong>co: 320 2397956, segr. Arcisolidarietà: 019 807494<br />

Contatti: arcisolidarieta.savona@arciliguria.it, durante@arci.it<br />

“DISAGIO MENTALE: PSICHIATRIA, RIABILITAZIONE,<br />

VOLONTARIATO E SOCIETÀ” (12 persone circa)<br />

Quando: teoria: d<strong>al</strong> 6 febbraio <strong>al</strong> 14 marzo;<br />

pratica: 3 lezioni in data da defi nirsi<br />

Dove: teoria: <strong>Cesavo</strong>, via Nizza 10 A, Savona; pratica: struttura<br />

psichiatrica riabilitativa terapeutica Villa Ridente, via Donizzetti 29,<br />

Albisola Marina<br />

Proposto da: Circolo Anima AICS<br />

Referente: Franco Costantino: 349 8862646<br />

Contatti: costantino.franco@hotmail.it<br />

PRIMO CORSO DI AVVICINAMENTO ALL’AFFIDO<br />

FAMILIARE “VIOLA E CAMILLA”<br />

Quando: per le scuole elementari dei Comuni di Andora, Laigueglia,<br />

Alassio e Albenga tra il 18 febbraio e il 20 marzo; per le famiglie i<br />

corsi ser<strong>al</strong>i di formazione si svolgeranno in 4 appuntamenti in date<br />

da defi nirsi<br />

Dove: nelle sedi degli istituti coinvolti e nelle s<strong>al</strong>e messe a<br />

disposizione dai Comuni interessati<br />

Proposto da: Il Volo della Gabbianella con Associazione Progetto<br />

Famiglia, Provincia di Savona, Comune di Alassio, Comune di<br />

Albenga, Distretto socio-sanitario di Albenga<br />

Referenti: Cristina Durante: 3474274349, Monica Ricci: 3495603453<br />

Contatti: ilvolodella@yahoo.it


CORSI E SEMINARI PER VOLONTARI O ASPIRANTI<br />

TALI, OPERATORI DELLE ASSOCIAZIONI<br />

“CORSO DI CANTO ED EDUCAZIONE ALLA VOCE” (max 40 pers.)<br />

Quando: d<strong>al</strong>l’11 gennaio <strong>al</strong> 5 giugno, a venerdì <strong>al</strong>terni ore 21 - 23<br />

Dove: oratorio di San Giorgio a Sanda (Sv)<br />

Proposto da: Cor<strong>al</strong>e polifonica cellese con ass. Mezzo Sotto<br />

Referente: Giampaolo Bertoldi: 019 991605<br />

Contatti: bertold.s@libero.it<br />

“UN SORRISO PER AMICO E LA TERAPIA DEL DOLORE”<br />

(8 persone circa)<br />

Quando: d<strong>al</strong> 25 gennaio <strong>al</strong> 29 febbraio, tre incontri ore 15 - 18<br />

Dove: <strong>Cesavo</strong>, via Nizza 10 a, Savona<br />

Proposto da: Astra Onlus<br />

Referenti: Emanuele V<strong>al</strong>lerga: 348 7111497,<br />

Franco Costantino: 349 8862646<br />

Contatti: astra.onlus@astraonlus.eu, costantino.franco@hotmail.it<br />

“CLINICA DELL’ASCOLTO” (15 persone circa)<br />

Quando: da gennaio, un incontro a settimana di due ore ciascuno, d<strong>al</strong>le<br />

20.30 <strong>al</strong>le 22.30, per una durata di 30 ore complessive<br />

Dove: Caritas Diocesana, via Episcopio 21, Albenga<br />

Proposto da: Centro di Ascolto Caritas Albenga con Caritas Diocesana<br />

Albenga Imperia<br />

Referente: Luca Pino: 328 1781542<br />

Contatti: cda<strong>al</strong>benga@virgilio.it<br />

“ABCICLO, L’ARTE DELLA MANUTENZIONE DELLA<br />

BICICLETTA” (max 20 persone)<br />

Quando: da metà gennaio<br />

Dove: incontri teorici in sede del circolo in via Buozzi e sede di LabTer<br />

in via Maciocio a Savona - pratici presso la cicloffi cina in Via Maciocio,<br />

Savona<br />

Proposto da: Un Club per Amico con Auser Savona, Comune di Savona<br />

(Settore pianifi cazione territori<strong>al</strong>e e ambient<strong>al</strong>e), Ist. Sup. Alberto Da<br />

Vinci, LabTer, Legambiente circolo Chico Mendes, Nuova-Mente, Olmo<br />

S.p.a.<br />

Referente: Simone Guerrieri: 347 4012113<br />

Contatti: unclubperamico@fastwebnet.it<br />

“COMPETENZE E RESPONSABILITÀ INFERMIERISTICHE<br />

NELLA DONAZIONE DI SANGUE E TESSUTI” (max 50 persone)<br />

Quando: nei mesi di marzo e aprile, due sabati non consecutivi d<strong>al</strong>le 8.30<br />

<strong>al</strong>le 15.30<br />

Dove: Auditorium e s<strong>al</strong>a prelievi AVIS, via Tagliasacchi 3, Ceri<strong>al</strong>e (Sv)<br />

Proposto da: AVIS Alassio con AVIS Region<strong>al</strong>e Liguria, IPAVSI Savona,<br />

AIDO, ADMO, SIT ASL<br />

Referente: Sandro Tornatore: 335 6715247<br />

Contatti: a.cas<strong>al</strong>e@avis.it, info@ipasvi.it, www.avis.it<br />

“ANIMATORI, ATTIVITÀ RICREATIVE, CENTRI SOCIALI”<br />

(30 persone circa)<br />

Quando: da febbraio a maggio, quattordici incontri a cadenza settiman<strong>al</strong>e,<br />

d<strong>al</strong>le 17 <strong>al</strong>le 19<br />

Dove: <strong>Cesavo</strong>, via Nizza 10 A, Savona<br />

Proposto da: Auser con Antea, Arci Solidarietà, UISP<br />

Referente: Gervasio Moretti: 348 5224503<br />

Contatti: ausersv@libero.it, www.liguria.cgil.it/savona/AUSER_SV<br />

“LA RELAZIONE DI AIUTO ALLA PERSONA IMMIGRATA”<br />

(circa 15-20 persone)<br />

Quando: 19 e 26 febbraio d<strong>al</strong>le 15 <strong>al</strong>le 19<br />

Dove: s<strong>al</strong>one CISL, G<strong>al</strong>leria Aschero 3, Savona<br />

Proposto da: AFERS con ANOLF Savona, Arci Solidarietà<br />

Referente: Juan Antonio Garcia Cagua: 340 5697481<br />

oppure 338 3630158<br />

Contatti: afers@hotmail.it<br />

“RIABILITAZIONE SENZA FRONTIERE” (max 40 persone)<br />

Quando: una giornata a marzo 9.30 - 12.30 e 14 - 17.30<br />

Dove: <strong>Cesavo</strong>, via Nizza 10 A, Savona<br />

Proposto da: Genitori De la Nostra Famiglia con OVCI – La N. Famiglia<br />

Referente: Cinzia B<strong>al</strong>lerini: 031625111<br />

Contatti: benedetta.lnf.var@virgilio.it, www.ovci.org<br />

“CORSO OPERATORI TELEFONICI” (20 persone circa)<br />

Quando: da febbraio a marzo, un incontro a settimana, d<strong>al</strong>le 9 <strong>al</strong>le 11<br />

Dove: <strong>Cesavo</strong>, via Nizza 10 A, Savona<br />

Proposto da: Anteas con Auser, Telefono Donna<br />

Referente: Romano Pintus: 333 6854931<br />

“CORSO DI MEDIAZIONE FAMILIARE” (max 20 persone)<br />

Quando: d<strong>al</strong> 12 gennaio<br />

Dove: Con<strong>sul</strong>torio CIF, Via Naselli Feo 2, Savona e/o <strong>Cesavo</strong><br />

Proposto da: Con<strong>sul</strong>torio Familiare CIF<br />

Referenti: Erica Bonino: 019 8386320 (mercoledì ore 16 - 18 e venerdì<br />

ore 9 - 11) o Patrizia V<strong>al</strong>secchi: 328 3652148<br />

CORSI E SEMINARI APERTI<br />

ANCHE ALLA CITTADINANZA<br />

“LETTURA E GESTIONE DELLE PROPRIE EMOZIONI<br />

NEL RAPPORTO CON LA PERSONA IN DISAGIO”<br />

Quando: sabato 12 gennaio d<strong>al</strong>le 9.30 <strong>al</strong>le 18<br />

Dove: Seminario Vescovile via Ponzone 5, Savona<br />

Proposto da: Caritas Diocesana Comunità Servizi onlus<br />

Referente: Mirko Novati: 019 822677<br />

Contatti: mirko@caritas.savona.it, info@comunitaservizi.org,<br />

www.comunitaservizi.org<br />

“FORMAZIONE PER SPORTELLI DI CITTADINANZA”<br />

Quando: da febbraio a giugno, due seminari e tre focus group per un<br />

tot<strong>al</strong>e di 15 ore, in fascia oraria pomeridiana e ser<strong>al</strong>e<br />

Dove: sede da defi nire <strong>sul</strong> <strong>territorio</strong> <strong>al</strong>benganese<br />

Proposto da: ACLI con Centro Ascolto Caritas, Caritas Diocesana<br />

Albenga-Imperia<br />

Referente: Daniele Petrocca: 019 823708<br />

Contatti: savona@acli.it, www.aclisavona.it<br />

“CONTA SU DI ME: POTENZIALITÀ DELL’AUTO MUTUO<br />

AIUTO” (20 persone circa)<br />

Quando: da febbraio a marzo, tre incontri successivi nelle giornate<br />

di sabato, d<strong>al</strong>le 9 <strong>al</strong>le 13 e d<strong>al</strong>le 14 <strong>al</strong>le 18<br />

Dove: C.so It<strong>al</strong>ia 24, Savona<br />

Proposto da: associazione Corso It<strong>al</strong>ia 24 con Sjamo<br />

Referente: Giada Melotto: 328 7573149 oppure 019 2051548<br />

Contatti: giada68@hotmail.com<br />

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