dalla ricerca sul territorio al lavoro delle associazioni - Cesavo
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4<br />
il tema del mese<br />
LA VIOLENZA SULLE DONNE<br />
NON HA SCUSE<br />
I dati di accesso ai servizi di Pronto Soccorso<br />
della provincia di Savona nel triennio 2004 – 2006<br />
L<br />
a Liguria ri<strong>sul</strong>ta la terza regione in It<strong>al</strong>ia, dopo Emilia<br />
Romagna e Lazio, in quanto a numero di violenze<br />
<strong>sul</strong>le donne.<br />
D<strong>al</strong> 2004 <strong>al</strong> 2005 il numero di donne che si sono rivolte<br />
ai pronto soccorso dei quattri nosocomi savonesi<br />
è aumentato di 40 unità: la stragrande maggioranza dei 454 casi<br />
è rappresentato da it<strong>al</strong>iane, ben 390. Centosette casi sono donne tra<br />
i 26 e i 35 anni e 97 le donne che hanno subito violenza di età compresa<br />
tra i 46 e i 65 anni. Tra le lesioni più frequenti ri<strong>sul</strong>tano 227<br />
ematomi, 82 ferite lacero contuse e 64 traumi cranici.<br />
Il 3 maggio scorso, presso la sede della Provincia di Savona si è tenuto<br />
un convegno d<strong>al</strong> nome “La violenza <strong>sul</strong>le donne non ha scuse”,<br />
dove sono stati presentati i dati di una <strong>ricerca</strong> svolta da ASL2 e Associazione<br />
Ipotesi con la collaborazione dell’Azienda Osped<strong>al</strong>iera s.<br />
Corona e della Provincia di Savona.<br />
Perché la <strong>ricerca</strong>?<br />
La violenza <strong>sul</strong>le donne, specie in ambito domestico, è da più parti<br />
indicata come un fenomeno a genesi multifattori<strong>al</strong>e, che costituisce<br />
la base di diverse forme di violenza che si manifestano nella società:<br />
stupri, incesti, violenze su individui appartenenti a fasce deboli.<br />
Sebbene non siano state condotte in passato indagini sistematiche<br />
per delinearne l’effettiva consistenza nella nostra Regione e in It<strong>al</strong>ia,<br />
in gener<strong>al</strong>e l’acquisizione dei dati relativi <strong>al</strong>la violenza domestica<br />
è comunemente riconosciuta come punto di partenza per attuare<br />
un’effi cace prevenzione e per re<strong>al</strong>izzare forme di intervento a diversi<br />
livelli: nella coppia, nella famiglia, nei confronti della tutela dei minori<br />
e infi ne come prevenzione gener<strong>al</strong>e di quella violenza che rappresenta,<br />
nella società, l’incidenza più <strong>al</strong>ta fra le azioni criminose<br />
contro la persona.<br />
La campagna del Consiglio d’Europa <strong>sul</strong>la violenza contro le donne e<br />
la violenza domestica, già nella conferenza di lancio del novembre<br />
2006, ha posto, fra gli obiettivi prioritari a livello internazion<strong>al</strong>e, la<br />
Claudia Agosti - Speci<strong>al</strong>ista in Pediatria<br />
Speci<strong>al</strong>ista in Igiene e Sanità Pubblica,<br />
Direttore Sanitario ASL 2<br />
Gian Franco P<strong>al</strong>lanca - Speci<strong>al</strong>ista in<br />
Psicologia, Speci<strong>al</strong>ista in Criminologia<br />
Clinica, Dirigente ASL 2<br />
Angelo Canepa - Sociologo, Speci<strong>al</strong>ista<br />
in Criminologia Clinica, Dirigente ASL 2<br />
Fulvia Diotti - Dottore di <strong>ricerca</strong>,<br />
Speci<strong>al</strong>ista in Psicologia Clinica,<br />
professore a contratto presso<br />
l’Università di Genova<br />
rilevazione dei dati del fenomeno qu<strong>al</strong>e prerequisito per ogni effi -<br />
cace politica d’intervento a qu<strong>al</strong>siasi livello. La semplice rilevazione<br />
tuttavia non può dare una visione re<strong>al</strong>istica né può essere effi cacemente<br />
utilizzata se non tiene conto di specifi ci criteri coerenti con<br />
una metodologia rigorosa di <strong>ricerca</strong>. É necessario partire da due domande<br />
fondament<strong>al</strong>i:<br />
Perché i dati sono necessari?<br />
a. per accertare le dimensioni del fenomeno<br />
b. metterne a fuoco i diversi aspetti (recidive, esc<strong>al</strong>ation, pericolosità)<br />
c. delineare l’andamento del fenomeno<br />
Ciò permetterà di prendere decisioni <strong>sul</strong>le iniziative da avviare e<br />
verifi care l’effi cacia dei piani di prevenzione e supporto oltre a giudicare<br />
se la situazione si stia deteriorando o sia in via di miglioramento.<br />
Qu<strong>al</strong>i dati sono necessari?<br />
È necessario individuare degli indicatori che, anno dopo anno, offrano<br />
dati comparabili fra re<strong>al</strong>tà nazion<strong>al</strong>i e sovranazion<strong>al</strong>i diverse. T<strong>al</strong>i<br />
indicatori possono essere riassumibili in categorie qu<strong>al</strong>i: l’incidenza<br />
e la prev<strong>al</strong>enza del fenomeno rispetto <strong>al</strong>la popolazione (percentu<strong>al</strong>e<br />
e tot<strong>al</strong>e); la tipologia <strong>delle</strong> violenze (stupri, violenza domestica,<br />
st<strong>al</strong>king, molestie sessu<strong>al</strong>i, delitti d’onore ecc.); la gravità <strong>delle</strong> violenze<br />
(lesioni, traumi fi sici o psichici, recidive ecc).<br />
La <strong>ricerca</strong> si è posta, fi n d<strong>al</strong> suo inizio (la prima raccolta è stata effettuata<br />
nel 2004 sui dati del 2003), in linea con questi obiettivi e<br />
in quest’ottica.<br />
I limiti del <strong>lavoro</strong> sono determinati <strong>d<strong>al</strong>la</strong> categoria di visibilità degli<br />
stessi: i dati sono stati raccolti presso i servizi di Pronto Soccorso<br />
della 2a ASL Savonese e dell’osped<strong>al</strong>e S. Corona di Pietra Ligure, con<br />
la consapevolezza che essi rappresentano solo la punta dell’iceberg<br />
del fenomeno: secondo una stima effettuata, per ogni violenza denunciata<br />
o che comporti la con<strong>sul</strong>tazione osped<strong>al</strong>iera, <strong>al</strong>tre 7 rimangono<br />
nascoste; un numero minore, ma tragicamente signifi cativo,<br />
comporta invece il decesso della vittima <strong>al</strong> di fuori dei servizi di<br />
assistenza.<br />
Le ipotesi prioritarie di <strong>lavoro</strong> sono dunque state:<br />
• delineare l’ampiezza del fenomeno;<br />
• accertare la lesività dei comportamenti violenti (attraverso le diagnosi<br />
e le prognosi contenute nei referti);<br />
• defi nire le caratteristiche demografi che dei soggetti a rischio (età,<br />
condizione lavorativa, eventu<strong>al</strong>e condizione di appartenenza a gruppi<br />
di immigrati o etnie diverse; presenza di fi gli, ecc);<br />
• tracciare una mappa della violenza <strong>sul</strong>le donne <strong>sul</strong> <strong>territorio</strong> della<br />
provincia;<br />
• v<strong>al</strong>utare l’impatto dei m<strong>al</strong>trattamenti prolungati <strong>sul</strong>le vittime.<br />
IL CAMPIONE NELLA PROVINCIA DI SAVONA<br />
Nel triennio 2004 - 2006 il numero tot<strong>al</strong>e <strong>delle</strong> donne che si sono<br />
rivolte ai servizi di Pronto Soccorso in seguito a violenza “<strong>al</strong>trui” è