carbone attivo: aspetti e problematiche della riattivazione - Watergas
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Figura 5: Profilo di disattivazione del <strong>carbone</strong> <strong>attivo</strong> in funzione del volume trattato.<br />
Il processo di rigenerazione non consente però di desorbire tutto l’organico adsorbito e quindi di<br />
liberare tutti i pori riportando la capacità adsorbitiva del <strong>carbone</strong> al valore iniziale, le molecole<br />
presenti all’interno dei micropori non riescono a desorbire all’esterno come risultato si ha che la<br />
durata del <strong>carbone</strong> sarà inferiore nel successivo ciclo produttivo rispetto a quello vergine, dopo<br />
alcuni cicli di stripping il <strong>carbone</strong> <strong>attivo</strong> deve necessariamente subire un pro cesso di <strong>riattivazione</strong><br />
termica per ripristinare anche i micropori.<br />
La <strong>riattivazione</strong> termica è un processo, al contrario, in cui si ha la totale distruzione dei composti<br />
adsorbiti per mezzo <strong>della</strong> temperatura (di solito >900°C) in forni rotativi o multistrato,(Fig. 6 e 7).<br />
In entrambi i forni la <strong>riattivazione</strong> viene effettuata alimentando vapore in controcorrente al flusso<br />
del <strong>carbone</strong>.<br />
Il processo di <strong>riattivazione</strong> all’interno dei forni possiamo dividerlo sostanzialmente in quattro stadi:<br />
1) Essiccamento a temperatura intorno ai 100-200°C. Viene eliminata la maggior parte<br />
dell’acqua contenuta nel <strong>carbone</strong> insieme agli adsorbati altamente volatili;<br />
2) Evaporazione dell'acqua residua e degli adsorbati volatili a temperature comprese tra 200 e<br />
500°C. In questa fase si decompongono anche gli adsorbati instabili per formare frammenti<br />
volatili;<br />
3) Pirolisi delle sostanze adsorbite non volatili e dei frammenti adsorbiti, fino a formare un<br />
residuo carbonioso tra 500 e 700 °C;<br />
4) Attivazione del <strong>carbone</strong> a temperature superiori a 700°C. Viene ossidato il residuo<br />
pirolizzato mediante vapore o anidride carbonica.<br />
La temperatura necessaria per il processo di <strong>riattivazione</strong> viene fornita di solito da un bruciatore a<br />
metano posizionato all’estremità di uscita del <strong>carbone</strong>, sono rari gli impianti che utilizzato un<br />
riscaldamento per mezzo di resistenze elettriche.<br />
In entrambi i forni il flusso del <strong>carbone</strong> è in controcorrente al flusso gassoso e la temperatura cresce<br />
dalla zona di entrata a quella di uscita secondo un gradiente che dipende da caso a caso