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carbone attivo: aspetti e problematiche della riattivazione - Watergas

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L’attivazione viene effettuata in una fase successiva, condotta a temperature comprese tra i 700 e<br />

1100 °C e in atmosfera di CO2, aria e vapore acqueo (gas ossidanti); in tale fase ha luogo la<br />

formazione dei pori.<br />

Le principali reazioni responsabili dell’attivazione sono:<br />

a) Reazione con vapore:<br />

b) Reazione CO2:<br />

C+H2O CO + H2<br />

C+2 H2O CO2 + 2 H2<br />

C + CO2 2CO<br />

Nel caso dell’attivazione chimica, invece, la materia prima viene mantenuta a contatto per un tempo<br />

che varia da 5 a 24 ore con ZnCl2 o con P2O5 ad una temperatura tra 400 e 700°C.<br />

L’utilizzo di ZnCl2 nell’attivazione chimica è in pratica abbandonato a causa dell’impatto<br />

ambientale <strong>della</strong> sostanza e dell’inapplicabilità del <strong>carbone</strong> <strong>attivo</strong> in alcuni casi dovuta proprio alla<br />

presenza dello zinco.<br />

Il <strong>carbone</strong> attivato chimicamente viene utilizzato principalmente nel trattamento di prodotti<br />

farmaceutici, alimentari tipo (succhi di frutta, olio, vino, zuccheri).In alcuni casi per la rimozione di<br />

sostanze nocive gassose (es. SO2, H2S, Hg, o materiali radioattivi ) e la catalisi è necessaria un<br />

impregnazione con composti inorganici o organici.<br />

Con l’impregnazione si rende il <strong>carbone</strong> più selettivo o più efficace nei confronti di una specifica<br />

classe di inquinanti.<br />

Sono disponibili tre differenti forme di <strong>carbone</strong> <strong>attivo</strong>: in polvere o PAC (Powdered Activated<br />

Carbon), granulare o GAC (Granular Activated Carbon) e estruso (Pelletized Activated Carbon).<br />

Il <strong>carbone</strong> in polvere è usato soprattutto nel trattamento di liquidi, il <strong>carbone</strong> granulare viene usato<br />

sia per liquidi che per gas, mentre la forma estrusa è maggiormente usata nel trattamento degli<br />

aeriformi, grazie alle ridotte perdite di carico ed all’elevata resistenza all’abrasione.<br />

Ogni tipo di Carbone Attivo può essere caratterizzato da una serie di parametri, generalmente<br />

riportati sulle schede tecniche, che ne individuano alcune proprietà:<br />

• la Granulometria indica la dimensione dei granuli di <strong>carbone</strong>, espressa usualmente in Mesh o in<br />

mm. Un <strong>carbone</strong> <strong>attivo</strong> si definisce in polvere quando il 90 % delle particelle è inferiore a 80 Mesh<br />

(0.18 mm) mentre un <strong>carbone</strong> <strong>attivo</strong> granulare può essere presente in diverse dimensioni, di solito lo<br />

si produce in un range di dimensioni di cui le più comuni sono 12x40 mesh (1,7 -0.425 mm), 8x30<br />

mesh (2.36 -0.6 mm), 10x20 mesh (2.0 – 0.85 mm), 4x8 mesh (4.75- 2.36 mm).<br />

Il <strong>carbone</strong> <strong>attivo</strong> estruso si presenta sotto forma di cilindri con il diametro da 0.8 a 4 mm e<br />

lunghezza da 4 a 15 mm.<br />

Due grandezze collegate alla granulometria sono:<br />

a) La taglia effettiva che rappresenta la luce <strong>della</strong> maglia attraversata dal 10% in peso del<br />

<strong>carbone</strong> setacciato.<br />

b) Il coefficiente di uniformità che è dato dal rapporto tra la luce <strong>della</strong> maglia che corrisponde<br />

al 60% in peso del passante e la luce <strong>della</strong> maglia che corrisponde al 10% in peso del<br />

passante (cioè la taglia effettiva).

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