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carbone attivo: aspetti e problematiche della riattivazione - Watergas

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iattivazione. Se il <strong>carbone</strong> non ha una durezza sufficiente elevata, l’attrito durante tali operazioni<br />

possono generare polveri o granuli frantumati di piccole dimensioni che aumenterebbero le perdite.<br />

I valori di durezza sono in funzione <strong>della</strong> natura del <strong>carbone</strong>, quelli ottenuti da gusci di cocco sono i<br />

più duri mentre quelli ottenuti da legna o da lignite presentano bassi indici di durezza e alta<br />

polverosità.<br />

Nella tabella 1 vengono riportati alcune proprietà dei carboni attivi in funzione <strong>della</strong> natura, come<br />

anticipato la porosità del <strong>carbone</strong>, il numero dei micro, meso e macropori, giocano un ruolo<br />

fondamentale nel processo di adsorbimento. I micropori sono fondamentali per l’adsorbimento di<br />

molecole a basso peso molecolare tipo THM, cloroformio, diclorometano etc, quindi per la loro<br />

rimozione è buona norma utilizzare un <strong>carbone</strong> <strong>attivo</strong> di cocco; se in presenza anche di molecole a<br />

peso molecolare maggiore tipo benzine, pesticidi etc, si può preferire un <strong>carbone</strong> <strong>attivo</strong> di origine<br />

minerale che presenta una versatilità maggiore rispetto a quello di cocco.<br />

I carboni da legna o lignite avendo un elevato numero di macropori vengono impiegati<br />

principalmente per la rimozione di macromolecole, tipo coloranti, olii, prodotti farmaceutici,<br />

zuccheri etc.<br />

Per la rimozione di cloro, cloriti, ipoclorito è stato riscontrato che i carboni minerali presentano<br />

delle prestazioni migliori rispetto ai carboni vegetali. In questo caso siamo in presenza di una<br />

reazione catalitica in cui lo stadio iniziale è l’adsorbimento sulla superficie del <strong>carbone</strong><br />

successivamente seguita da una reazione RedOx di riduzione del cloro a cloruro, non è ben chiaro il<br />

perché i carboni minerali siano più attivi si presume che la presenza di un maggior quantitativo di<br />

materiale inorganico (contenuto in ceneri) possa influenzare il processo catalitico.<br />

Sia per l’impiego negli impianti di trattamento acque (in filtri a pressione o a gravità) che in quelli<br />

per trattamento aria man mano che l’adsorbimento di inquinanti avviene all’interno dei pori si ha<br />

una progressiva diminuzione delle capacità adsorbitive e un profilo di disattivazione come quello<br />

riportato nella figura 5. La zona di trasferimento di massa (mass transfer zone, MTZ) si muove<br />

lungo il letto di <strong>carbone</strong> ad un certo punto all’uscite del filtro si comincerà a rilevare la presenza<br />

dell’inquinante ad una concentrazione, Cu inferiore alla Co, man mano che aumentiamo i<br />

quantitativi di fluido trattato la concentrazione si avvicinerà sempre più alla Co, quando lo<br />

raggiungiamo il <strong>carbone</strong> <strong>attivo</strong> è totalmente esausto, cioè non è più in grado di adsorbire altro<br />

quantitativo di inquinante, abbiamo raggiunto l’equilibrio di adsorbimento, il massimo quantitativo<br />

di inquinante che può adsorbire il <strong>carbone</strong> <strong>attivo</strong> in determinate condizioni.<br />

In pratica non si raggiunge quasi mai la saturazione totale in quanto spesso le concentrazioni<br />

massime consentite dalle normative vigenti per un determinato inquinante sono di molto inferiori a<br />

quelle in entrata.<br />

Raggiunte o la concentrazione massima di emissione consentito dalla normative o la concentrazione<br />

di saturazione, il <strong>carbone</strong> <strong>attivo</strong> può essere rigenerato, riattivato o smaltito, nel linguaggio comune i<br />

termini <strong>riattivazione</strong> e rigenerazione vengono considerati sinonimi, tecnicamente non lo sono e<br />

precisamente con il termine rigenerazione si intende quel processo di rimozione dell’inquinante dal<br />

<strong>carbone</strong> <strong>attivo</strong> senza che si abbia la sua distruzione, al contrario la <strong>riattivazione</strong> è un processo che<br />

avviene ad alta temperatura e si ha la totale distruzione degli inquinanti adsorbiti e il completo<br />

ripristino <strong>della</strong> superficie del <strong>carbone</strong>. Quest’ultimo processo lo andremo a trattare più in dettaglio,<br />

spendendo prima qualche parola sulla rigenerazione.

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