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violenza è sintomo di una malattia: una delle due parti ... - Mezzocielo

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società<br />

Per la Titolo nostra tiolo contemporaneità:<br />

titolo titolo<br />

Estetica ed etica<br />

insieme<br />

Alla In “Tempo fine del <strong>di</strong> ’91 mutamenti” – la prima (2002) guerra Rita in Levi Iraq<br />

sullo Montalcini scenario (Nobel internazionale; per la me<strong>di</strong>cina in nel Italia 1986) lo<br />

squasso si interroga dei sui <strong>parti</strong>ti, poteri <strong>di</strong> e annientamento il PCI che cambia messi<br />

volto, in atto in e nome; un continuo al comune crescendo <strong>di</strong> Palermo dagli uomini, <strong>una</strong><br />

giunta sulla drammatica democristsullo con<strong>di</strong>zione stile “altalenante” del pianeta, e<br />

sulle strategie da adottare per arrestare questo<br />

percorso votato all’estinzione. Facendo leva<br />

sul pro<strong>di</strong>gio della mente umana – “La galassia<br />

mente” la chiama titolando in tal modo un<br />

altro suo splen<strong>di</strong>do libro e<strong>di</strong>to nel ’99 – avverte<br />

sulla improrogabile necessità <strong>di</strong> un ra<strong>di</strong>cale<br />

cambiamento. All’interno <strong>di</strong> <strong>una</strong><br />

narrazione rigorosa, significante e al pari leggera,<br />

seleziono alcune righe: «[...] le crisi che<br />

travagliano la società moderna e il modo <strong>di</strong> vivere<br />

e <strong>di</strong> pensare, il nostro modo <strong>di</strong> produrre,<br />

<strong>di</strong> sprecare e <strong>di</strong> consumare non sono più compatibili<br />

con i <strong>di</strong>ritti dei popoli e della natura».<br />

Ancor più oggi, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> circa un decennio<br />

da queste sferzanti riflessioni, la città<br />

contemporanea dovunque – in Occidente e<br />

anche in gran parte dell’Oriente – <strong>è</strong> in profonda<br />

crisi e <strong>una</strong> soluzione della stessa non<br />

ammette più approcci parziali. Crescita smisurata<br />

e incontrollata <strong>di</strong> periferie e sobborghi<br />

che <strong>di</strong>vora spazio e risorse con lo stesso<br />

ritmo con cui si espandono globalmente<br />

l’economia capitalistica ed i mercati ad essa<br />

correlati; inurbazione <strong>di</strong> masse <strong>di</strong> <strong>di</strong>seredati<br />

costretti a vivere ai margini della società,<br />

come fonte <strong>di</strong> mano d’opera a basso costo<br />

da sfruttare all’occorrenza, <strong>di</strong>sastri ambientali,<br />

impoverimento <strong>di</strong> interi territori, <strong>di</strong>fficoltà<br />

a smaltire i rifiuti, desertificazione,<br />

mutazioni climatiche, emergenze sanitarie,<br />

ma anche burocratizzazione, irrazionalità<br />

tecnologica, escalation della <strong>violenza</strong>, proliferazione<br />

dei conflitti armati, terrorismo e,<br />

non ultimi, solitu<strong>di</strong>ne, segregazione, <strong>di</strong>sagio<br />

sociale e psichico, fanatismi ideologico e religioso.<br />

Mali <strong>di</strong> un mondo governato da un<br />

consumismo esasperato e cinico.<br />

Per un’umanità che appare quin<strong>di</strong> spinta<br />

verso <strong>una</strong> folle corsa al contempo produttrice<br />

e <strong>di</strong>struttrice, occorre ri-celebrare il pro<strong>di</strong>gio<br />

della vita e quello della mente, come unica<br />

possibilità <strong>di</strong> riscatto, il che significa riacquisire<br />

la consapevolezza della sacralità della vita<br />

<strong>di</strong> cui <strong>è</strong> pregna anche la sua più infinitesima<br />

<strong>parti</strong>cella in ogni angolo della terra. Coltivare<br />

gli spazi dell’anima <strong>è</strong> certamente un primo<br />

passo verso questo obiettivo, ponendo l’energia<br />

creativa a servizio della costruzione <strong>di</strong> <strong>una</strong><br />

nuova città che sia essa stessa principio <strong>di</strong> <strong>una</strong><br />

nuova civiltà. Ne vertebra lo sviluppo la co-<br />

10 mezzocielovent’anni2011 10<br />

società<br />

scienza ecologica che presuppone la coscienza<br />

della <strong>di</strong>namica evolutiva del mondo.<br />

Perch<strong>è</strong> ciò avvenga l’uomo deve ri-<strong>di</strong>ventare<br />

consapevole, nuovamente padrone <strong>di</strong> s<strong>è</strong>.<br />

Solo così può generare progettualità e dare<br />

avvio ad un futuro <strong>di</strong>verso proponendo ra<strong>di</strong>cali<br />

proposte <strong>di</strong> cambiamento contro la<br />

pazzia autolesionista che sembra essere la<br />

sola ispiratrice <strong>delle</strong> sue azioni. E ciò va necessariamente<br />

fatto in <strong>una</strong> <strong>di</strong>mensione tale da<br />

aprirsi al cosmo richiedendo la messa a nudo<br />

<strong>di</strong> qualsiasi concetto consolidato; la messa in<br />

<strong>di</strong>scussione <strong>di</strong> qualsiasi parola, con la consapevolezza<br />

<strong>di</strong> come la sua intima essenza sia<br />

stata via via svilita nell’uso corrente, sino a richiedere<br />

<strong>una</strong> risemantizzazione <strong>di</strong> esse<br />

stesse – le parole – ed ancor più <strong>di</strong> quelle da<br />

cui <strong>di</strong>pende la fioritura della vita, la salute<br />

della città, quelle <strong>di</strong> cui solitamente abbiamo<br />

bisogno per parlare degli spazi dell’anima:<br />

parole che abbiamo espulso dal nostro vocabolario<br />

e dal nostro mestiere quoti<strong>di</strong>ano ritenendo<br />

che <strong>di</strong> volta in volta appartengano solo<br />

al <strong>di</strong>re dei filosofi, dei poeti, degli scienziati, i<br />

gran<strong>di</strong> scienziati. Ne metto giù alcune: amore,<br />

compassione, solidarietà, tenerezza, spiritualità,<br />

gioia, grazia, giustizia, partecipazione, libertà,<br />

creazione, ma anche essere, <strong>di</strong>venire,<br />

mistero dell’essere, realtà, angoscia, equità,<br />

estetica, coerenza, etica, desiderabile, complessità,<br />

cosmo, rilevanza cosmica, ...<br />

Occorre inventare nuove strutture economiche<br />

e politiche che pongano i valori dello<br />

spirito e la <strong>di</strong>gnità dell’uomo e la sana inter<strong>di</strong>pendenza<br />

<strong>di</strong> organismo e ambiente al centro<br />

<strong>delle</strong> azioni singole e <strong>delle</strong> relazioni<br />

reciproche sì da promuovere lo sviluppo<br />

dell’infinita complessità dell’universo uomo<br />

la cui vera essenza <strong>è</strong> l’atto creativo. Ponte,<br />

quest’ultimo, tra realtà contingente e spiritualità<br />

che trasmuta il sensibile, passo in<br />

avanti verso l’intangibile nel processo <strong>di</strong> autorivelazione<br />

della realtà stessa, esso <strong>è</strong> quin<strong>di</strong><br />

atto etico proprio del fare. Estetica ed etica<br />

insieme dunque, non binomio <strong>di</strong> concetti tra<br />

loro separati. Estetica come contenitore <strong>di</strong><br />

etica, capacità <strong>di</strong> creare la realtà dello spirito.<br />

mezzocielo luglio 2012<br />

Jolanda Lima<br />

Vita da strada<br />

Suor Valeria, della Caritas Diocesana <strong>di</strong> Palermo<br />

ci racconta che alcune ragazze riescono<br />

ad affrontare la strada soltanto dopo<br />

essersi ubriacate. A Palermo, ogni ragazza<br />

per “lavorare” in strada deve pagare un pizzo<br />

<strong>di</strong> circa 200 euro solo per il proprio posto sul<br />

marciapiede, oltre al conto fisso che va dai<br />

sessantacinque agli ottanta mila euro da versare<br />

puntualmente alla mafia e agli sfruttatori<br />

per tornare a essere libera. Andare con <strong>una</strong><br />

prostituta, ha aggiunto suor Valeria, significa<br />

finanziare anche la mafia e gli sfruttatori.<br />

Barbara, trans, mi <strong>di</strong>ce “Ho lasciato a quin<strong>di</strong>ci<br />

anni la mia famiglia, <strong>una</strong> famiglia umile<br />

che non accettava la mia con<strong>di</strong>zione. Io, invece,<br />

volevo essere me stessa, identificarmi<br />

agli occhi <strong>di</strong> tutti per quella che ero. Mi sono<br />

dovuta trasferire al nord dove ho cominciato<br />

a battere perché non volevo ritornare a casa<br />

e nessuno mi dava un lavoro.<br />

Qui, In Italia la vita della trans prostituta <strong>è</strong><br />

più <strong>di</strong>fficile al nord che a sud. Esistono, infatti,<br />

vere bande antitrans. Appena ti trovi<br />

sola sbucano dal nulla per massacrarti <strong>di</strong><br />

botte. Ci sono perfino bande, armate <strong>di</strong><br />

acido muriatico, pronte a sfregiarci. La polizia<br />

interveniva sempre in ritardo quando i<br />

persecutori erano già spariti e ad<strong>di</strong>rittura<br />

non credeva ai nostri racconti. Tornata al<br />

sud il clima era leggermente <strong>di</strong>verso, ma<br />

11 mezzocielovent’anni2011 11 mezzocielo luglio 2012<br />

società<br />

Br<strong>una</strong> Masi<br />

camminavamo sempre in gruppo. Un giorno<br />

che eravamo state <strong>di</strong>sturbate, per l’ennesima<br />

volta, da un manipolo <strong>di</strong> teppisti, <strong>una</strong> collega<br />

e amica ci condusse all’arcigai. Siamo state<br />

ascoltate e protette, ci hanno accompagnate<br />

alla polizia, dove abbiamo trovato <strong>una</strong> certa<br />

comprensione così che, quando telefonavamo,<br />

arrivavano subito. Per il <strong>di</strong>verso nel<br />

meri<strong>di</strong>one “retrogrado” la vita <strong>è</strong> migliore<br />

perché basata più sul rapporto personale che<br />

sul fatto se sei o no normale. Io, per esempio,<br />

abito, in uno dei più noti mercati <strong>di</strong> Palermo,<br />

tutti mi vogliono bene, sento persino rispetto<br />

attorno a me. Vivo da 15 anni col mio compagno<br />

che mi da affetto e comprensione.<br />

Tante volte abbiamo deciso <strong>di</strong> cambiar vita,<br />

ma in qualunque posto non ho mai trovato<br />

un lavoro. Il mio passato <strong>di</strong> prostituta non<br />

mi consente altro che <strong>di</strong> continuare a battere.<br />

Se tornassi in<strong>di</strong>etro farei un percorso <strong>di</strong>verso<br />

utilizzerei la mia famiglia per l’aiuto agli stu<strong>di</strong><br />

ed <strong>una</strong> volta <strong>di</strong>plomata o, perché no, laureata<br />

<strong>di</strong>chiarerei chi sono”.<br />

Fotografia <strong>di</strong> Ornella Mazzola, Autoritratto ironico <strong>di</strong> <strong>una</strong> giovane <strong>di</strong>soccupata, 2012

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