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ruolo dell'ossigeno e del legno nell'espressione dei caratteri varietali

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RUOLO DELL’OSSIGENO E DEL LEGNO<br />

NELL’ESPRESSIONE DEI CARATTERI VARIETALI<br />

Roberto ZIRONI, Franco BATTISTUTTA, Lara TAT, Piergiorgio COMUZZO, Laura BROT-<br />

TO<br />

Dipartimento di Scienze degli Alimenti, Università di Udine, Via Marangoni 97, 33100 Udine, I.<br />

roberto.zironi@dsa.uniud.it<br />

Parole chiave: vino, ossigeno, <strong>legno</strong>, barrique, botti.<br />

Key words: wine, oxygen, wood, barrique, barrels.<br />

1. RUOLO DELL’OSSIGENO E DEL LEGNO: LE MODIFICAZIONI<br />

DEL COLORE E DEL GUSTO<br />

L’utilizzo <strong>del</strong> <strong>legno</strong> nell’affinamento <strong>dei</strong> vini ha il duplice scopo di fornire<br />

composti volatili e non volatili, fra cui polisaccaridi e polifenoli che, unitamente<br />

ad un processo di ossigenazione lenta, contribuiscono a stabilizzare il colore e a<br />

rendere il vino più gradevole. Legno e ossigeno, quindi, evitano lo scadimento <strong>del</strong><br />

colore e favoriscono la piena espressione <strong>del</strong>la frazione antocianica-fenolica <strong>del</strong><br />

vitigno (fig. 1).<br />

Globalmente durante l’invecchiamento gli antociani totali diminuiscono, ma<br />

aumentano le forme combinate ai tannini (TA): tali forme sono più colorate e più<br />

stabili <strong>dei</strong> composti di partenza con conseguente stabilizzazione <strong>del</strong> colore; la<br />

stabilizzazione è legata a motivi sterici (Glories, 1984).<br />

Una reazione di polimerizzazione importante è quella via acetal<strong>dei</strong>de che porta<br />

la colorazione ad un rosso malva (complessi TA, via O 2 , nella fig. 1): non solo<br />

l’intensità colorante aumenta, ma anche la colorazione blu (DO 620 %) che è<br />

responsabile <strong>del</strong>le sfumature malva.<br />

Il rapporto tannini-antociani è importante: la stabilizzazione <strong>dei</strong> vini rossi giovani<br />

via acetal<strong>dei</strong>de è buona se tale rapporto è pari a 4, mentre, se è minore, il colore<br />

evolve poco (Galvin, 1993). Se sono presenti pochi tannini, infatti, gli antociani<br />

vengono degradati facilmente (prodotto Y, in fig. 1); d’altro canto se i tannini sono<br />

molto abbondanti o se i vini sono originariamente poveri in antociani monomeri, i<br />

primi tenderanno a degradarsi per via ossidativa (prodotti Td, in fig. 1) o reagire<br />

fra di loro, senza inglobare pigmenti per generare <strong>del</strong>le strutture polimeriche di<br />

massa molecolare elevata: i tannini reagiscono fra loro (Saucier et al., 1997) o con<br />

polisaccaridi e proteine dando luogo a polimeri giallo-arancio (prodotti TC, TtC,<br />

TP, fig. 1). La condensazione degli antociani con queste strutture può generare<br />

pigmenti instabili che, precipitando, contribuiscono alla diminuzione <strong>del</strong>l’intensità<br />

QUAD. VITIC. ENOL. UNIV. TORINO, 28, 2005-2006


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R. ZIRONI, F. BATTISTUTTA, L. TAT, P. COMUZZO, L. BROTTO<br />

colorante. La situazione ideale è una ricchezza di antociani monomeri e di tannini<br />

oligomeri: quando un antociano rientra in una reazione di policondensazione,<br />

blocca la via di condensazione e si formano polimeri di basso peso molecolare che<br />

difficilmente precipitano (Moutounet, 1998). Il rapporto molare T/A deve essere<br />

almeno pari a 2, altrimenti il vino si comporta come una soluzione pura di antociani.<br />

Un’altra reazione importante è quella che porta alla formazione <strong>dei</strong> complessi<br />

TA per via diretta (fig. 1). La molecola che si ottiene è incolore, ma si può colorare<br />

di rosso/arancio per disidratazione o per ossidazione, in funzione <strong>del</strong> meccanismo<br />

di formazione <strong>dei</strong> complessi stessi (Ribéreau-Gayon, 1998).<br />

Le trasformazioni a carico <strong>dei</strong> tannini, oltre a comportare un’evoluzione <strong>del</strong><br />

colore, conducono anche ad un ammorbidimento <strong>del</strong> gusto, diminuendo il carattere<br />

astringente che li distingue per influenza <strong>del</strong>le condizioni esterne e <strong>dei</strong> fattori<br />

propri <strong>del</strong> vino.<br />

Tutti questi cambiamenti dipendono da diversi fattori, tra i quali ce ne sono di<br />

esterni e di propri alla costituzione <strong>del</strong> vino. I fattori esterni sono legati ai fenomeni<br />

ossidativi (O 2 , SO 2 ), alla temperatura, alla luce ed ai tempi di invecchiamento.<br />

L’aerazione <strong>del</strong> vino svolge un <strong>ruolo</strong> fondamentale. Infatti in ambiente riducente<br />

l’intensità colorante rimane stazionaria, diminuisce od aumenta di poco, mentre in<br />

ambiente ossidante essa aumenta nettamente (tab. 1). Nelle vasche di acciaio inoltre<br />

l’assenza pressoché totale di ossigeno crea un ambiente fortemente riducente, il<br />

che rende il vino molto più sensibile ad un’eventuale ossidazione repentina<br />

(Moutounet, 1998). Per proteggere il vino da una eccessiva ossidazione è bene<br />

avere dosi controllate di SO 2 libera. Questa non deve essere presente in dosi elevate<br />

per non limitare le reazioni di evoluzione <strong>del</strong> colore. Infatti la solforosa non favorisce<br />

le polimerizzazioni, sia perché si lega all’acetal<strong>dei</strong>de (che ne è un intermedio) sia<br />

perché ha funzioni antiossidanti.<br />

Un’ossidazione lenta e controllata si verifica nei contenitori di <strong>legno</strong>.<br />

Manipolazioni e trattamenti <strong>del</strong> vino possono apportare comunque, indipendentemente<br />

dal <strong>legno</strong>, il 50 % <strong>del</strong>l’ossigenazione <strong>dei</strong> vini rossi (Ribéreau-Gayon, 1998). Le<br />

misurazioni effettuate su contenitori di <strong>legno</strong> (Moutounet, 1998) hanno dimostrato<br />

che la quantità di ossigeno disciolto, variabile in funzione di molte condizioni<br />

esterne, è in totale di 2-4 mL per litro di vino in un mese. L’ossigeno entra nella<br />

barrique soprattutto per sostituire il vino che evapora e la frazione che penetra,<br />

attraverso le doghe, in condizioni di non evaporazione è estremamente limitata.<br />

La concentrazione di ossigeno disciolto in una barrique è modesta, all’incirca<br />

50 µg/L; tale osservazione lascia supporre che la velocità di consumo <strong>del</strong>l’ossigeno,<br />

all’interno <strong>del</strong>la barrique, sia superiore a quella d’ingresso e che questo fattore sia<br />

fondamentale per ottenere una corretta maturazione <strong>del</strong> vino.<br />

Anche la temperatura (tab. 1) svolge un <strong>ruolo</strong> importante: in condizioni ossidanti<br />

(ossigeno, aria, presenza di tannini ellagici) ed a basse temperature (12 °C), il colore<br />

<strong>del</strong> vino giovane aumenta, grazie alla polimerizzazione non troppo spinta <strong>dei</strong>


RUOLO DELL’OSSIGENO E DEL LEGNO NEI CARATTERI VARIETALI 43<br />

Antociani (A) Tannini (T)<br />

combinazione degradazione condensazione combinazione polimerizzazione ossidazione<br />

O2 SO2 t°C<br />

diretta<br />

O<br />

polisaccaridi<br />

2<br />

peptidi-proteine<br />

grossi T piccoli T TA incolori O2 ordinata<br />

AHSO 3 Y TA TA TA TP TtC TC Td<br />

incolore incolore-giallo rosso rosso scuro rosso arancio incolore<br />

giallo arancio<br />

giallo arancio scuro<br />

diminuzione <strong>del</strong> colore stabilizzazione <strong>del</strong> colore diminuzione <strong>del</strong>l’astringenza<br />

Legenda: Y: prodotti di degradazione degli antociani (acidi fenolici). TA: combinazioni tannini-antociani.<br />

TP: combinazioni tannini-polisaccaridi e tannini-proteine. TtC: tannini molto condensati. TC: tannini<br />

condensati. Td: tannini degradati. Precipitazioni:<br />

Fig. 1 - Evoluzione <strong>dei</strong> composti fenolici nel corso <strong>del</strong>la conservazione di un vino rosso.<br />

Influenza di queste reazioni sulle <strong>caratteri</strong>stiche organolettiche (Glories, 1990).<br />

Tab. 1 - Incidenza <strong>del</strong>l’aerazione e <strong>del</strong>la temperatura sull’evoluzione <strong>del</strong> colore di un vino Merlot<br />

durante sei mesi di affinamento (Saint-Emilion, 1986) (Ribéreau-Gayon, 1998)<br />

Parametri<br />

t=0 12°C 25°C<br />

testimone N2 O2 N2 O2<br />

Intensità colorante (DO 420 + 520 + 620) 0,866 1,058 1,477 0,947 0,891<br />

Tonalità (DO 420/520) 0,63 0,68 0,64 0,94 0,99<br />

DO 420 % 34,5 35 32 42,5 44,2<br />

DO 520 % 54,5 51,6 50 45,5 44,4<br />

DO 620 % 11 13,4 18 12 11,4<br />

O 2


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pigmenti. La bassa temperatura favorisce oltretutto la dissoluzione <strong>del</strong>l’ossigeno.<br />

A temperature elevate e sempre in condizioni ossidanti, il colore <strong>del</strong> vino evolve<br />

verso l’arancio (la DO 420 % aumenta mentre la DO 520 %, cioè il colore rosso,<br />

diminuisce). Gli antociani calano per degradazione e per combinazione con i tannini,<br />

i quali sono più reattivi che a temperature basse; una conseguenza di tale reattività<br />

è la formazione di polimeri <strong>dei</strong> tannini che però non corrispondono sempre ad un<br />

ammorbidimento <strong>del</strong> vino: a temperature elevate i polimeri <strong>dei</strong> tannini con<br />

polisaccaridi e proteine, cioè i tannini morbidi al gusto, si ingrandiscono<br />

eccessivamente e precipitano.<br />

Nella pratica d’invecchiamento dunque queste diverse condizioni esterne devono<br />

essere tenute in considerazione e modulate in funzione <strong>del</strong>le <strong>caratteri</strong>stiche <strong>del</strong><br />

vino. L’arieggiamento è ricercato nella fase iniziale, per degasare il vino, favorire<br />

le reazioni con l’acetal<strong>dei</strong>de e stabilizzare il colore; esso deve essere diminuito in<br />

seguito, ma non troppo, per mantenere un potenziale di ossido-riduzione<br />

sufficientemente elevato, in modo da favorire l’evoluzione <strong>dei</strong> tannini. La ricchezza<br />

fenolica di un vino, cioè la quantità di fenoli totale (DO 280 %), il rapporto<br />

tannini/antociani, la natura <strong>dei</strong> tannini e la presenza di polisaccaridi di origine<br />

vegetale o derivanti dai lieviti, condiziona la conduzione <strong>del</strong>l’arieggiamento; infatti<br />

in un vino povero le reazioni di degradazione rischiano di essere elevate e<br />

comportare precipitazioni; se il vino è ricco, il complesso di pigmenti funge da<br />

tampone, limitando le reazioni di degradazione. La temperatura, nell’invecchiamento<br />

in botte o barrique, diventa un pericolo se supera i 20 °C; per contro il mantenimento<br />

prolungato a temperatura bassa non è raccomandato perché impedisce l’evoluzione,<br />

ma il passaggio a tali condizioni per qualche settimana è fortemente consigliato<br />

(Ribéreau-Gayon, 1998).<br />

2. BOTTI E BARRIQUES: FABBRICAZIONE E INFLUENZA<br />

SULL’EVOLUZIONE FENOLICA E AROMATICA DEL VINO<br />

Il tipo di essenza <strong>legno</strong>sa, l’origine e il trattamento <strong>dei</strong> legni (stagionatura,<br />

tostatura) influiscono sui composti ceduti e quindi sulla capacità di stabilizzazione<br />

<strong>del</strong> colore e di aromatizzazione.<br />

Il <strong>legno</strong> utilizzato per la costruzione <strong>del</strong>le botti e <strong>del</strong>le barriques proviene dalla<br />

famiglia <strong>del</strong>le Fagaceae di cui fanno parte sia il rovere sia il castagno.<br />

Quest’ultimo non viene più utilizzato tranne in alcuni casi particolari, legati alle<br />

tradizioni locali.<br />

In Europa si usa quasi esclusivamente il rovere europeo, in particolar modo due<br />

specie: la Quercus peduncolata detta anche Quercus robur, in italiano rovere farnia<br />

e la Quercus petraea detta anche Quercus sessilis, in italiano semplicemente rovere.<br />

Negli Stati Uniti si utilizza maggiormente un altro tipo di rovere, la Quercus alba


RUOLO DELL’OSSIGENO E DEL LEGNO NEI CARATTERI VARIETALI 45<br />

o rovere bianco americano.<br />

Il rovere presenta <strong>caratteri</strong>stiche ideali per la costruzione <strong>del</strong>le botti e <strong>del</strong>le<br />

barriques; è infatti impermeabile ai liquidi ma non ai gas. La sua porosità permette<br />

all’ossigeno <strong>del</strong>l’aria di penetrare nel vino e di incidere sui fenomeni di<br />

invecchiamento e cioè di evoluzione <strong>del</strong>l’aroma e <strong>del</strong>la struttura fenolica <strong>del</strong> vino.<br />

Il rovere partecipa alla formazione <strong>del</strong>l’aroma e <strong>del</strong>la struttura <strong>del</strong> vino anche<br />

grazie ai composti estraibili che è in grado di cedere. Alcuni di questi composti<br />

derivano da processi ossidativi e quindi sono il frutto <strong>del</strong>la sinergia fra <strong>legno</strong> e<br />

ossigeno (Maga, 1989).<br />

L’entità degli scambi (ossigeno e cessione di composti) viene meno con l’età<br />

<strong>del</strong>le botti, per cui dopo qualche anno esse vengono dismesse.<br />

2.1. L’origine <strong>del</strong> <strong>legno</strong><br />

La Quercus peduncolata è ricca di polifenoli estraibili e relativamente povera<br />

di composti odorosi. La Quercus sessilis possiede un potenziale aromatico importante<br />

ed una quantità di ellagitannini estraibili assai modesta (tab. 2).<br />

L’origine geografica e la specie intervengono molto sul contenuto aromatico e<br />

polifenolico <strong>del</strong> <strong>legno</strong> e sulla porosità e quindi sulla capacità di scambio con il<br />

mezzo idroalcolico; altri fattori sono l’età <strong>del</strong>l’albero, l’altezza di prelievo,<br />

l’orientazione e la zona di produzione.<br />

Il rovere bianco d’America è povero di composti fenolici e ricco di sostanze<br />

Tab. 2 - Variazione di alcuni composti volatili e fissi, in funzione <strong>del</strong>l’origine botanica <strong>del</strong> <strong>legno</strong><br />

(Chatonnet, 1995 a): media di 10 campioni; estrazione <strong>dei</strong> costituenti <strong>del</strong> <strong>legno</strong> in mezzo<br />

idroalcolico.<br />

Parametri Quercus sessilis Quercus peduncolata Quercus alba<br />

Estraibili totali (mg/g) 90 140 57<br />

Polifenoli estraibili (DO 280) 22 30 17<br />

Ellagitannini (mg/g) 8 15 6<br />

Catechine (µg/g) 300 600 450<br />

Metil ottalattone (µg/g) 77 16 158<br />

Eugenolo (µg/g) 8 2 4<br />

Vanillina (µg/g) 8 6 11


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aromatiche, in particolare metil-ottalattone.<br />

2.2. La stagionatura<br />

Preparate le doghe si passa alla loro stagionatura. È un trattamento che comporta<br />

la comparsa di numerosi fattori migliorativi <strong>del</strong> <strong>legno</strong>, sia dal punto di vista chimico<br />

che fisico; si tratta di cambiamenti <strong>del</strong>le proprietà meccaniche e di formazione di<br />

composti attivi dal punto di vista sensoriale.<br />

Il tasso iniziale di umidità <strong>del</strong>le doghe, che si aggira intorno al 35-40 %, deve<br />

scendere fino a valori <strong>del</strong> 14-18 %. Ciò si può ottenere per via naturale (la<br />

stagionatura vera e propria) o artificiale (l’essiccazione).<br />

Il tipo di stagionatura influenza l’evoluzione <strong>dei</strong> composti <strong>del</strong> <strong>legno</strong>: il tipo<br />

artificiale causa una minor “maturazione” e quindi maggiori note astringenti e<br />

amare, una minor presenza di composti odorosi (eugenolo, vanillina e ottalattone<br />

come isomero cis). La stagionatura naturale è indiscutibilmente superiore per la<br />

qualità <strong>dei</strong> vini (tab. 3).<br />

Tab. 3 - Variazione di alcuni composti volatili e fissi, in funzione <strong>del</strong>l’origine botanica <strong>del</strong> <strong>legno</strong><br />

(Chatonnet, 1995 a): media di 7 campioni; estrazione <strong>dei</strong> costituenti <strong>del</strong> <strong>legno</strong> in mezzo<br />

idroalcolico.<br />

Parametri<br />

2.3. La sagomatura <strong>del</strong>le doghe e la tostatura<br />

Origine Limousin Origine Centro<br />

Stagionatura Stagionatura Stagionatura Stagionatura<br />

naturale artificiale naturale artificiale<br />

Estratto secco (mg/g) 135 145 90 113<br />

Polifenoli estraibili (DO 280) 30,4 31,2 22,4 27,2<br />

Colore (DO 420) 0,04 0,038 0,024 0,03<br />

Ellagitannini (mg/g) 0,59 0,56 0,3 0,6<br />

Catechine (µg/g) 15,5 17,2 7,8 11,9<br />

Metil ottalattone cis (µg/g) 12 0,85 77 25<br />

Metil ottalattone trans (µg/g) 4,5 0,22 10 124<br />

Eugenolo (µg/g) 2 0,3 8 4<br />

Vanillina (µg/g) 11 0.5 15 0,3<br />

Tutte queste operazioni di riscaldamento alterano la struttura superficiale e


RUOLO DELL’OSSIGENO E DEL LEGNO NEI CARATTERI VARIETALI 47<br />

profonda <strong>del</strong> <strong>legno</strong>. Si distinguono tre tipi di tostatura: leggera, media e pesante.<br />

Studi sugli estratti di <strong>legno</strong> mostrano una degradazione degli ellagitannini, legata<br />

alla fusione di tali composti, soprattutto a partire dalla tostatura media (tab. 4),<br />

cosicché i tannini si ammorbidiscono (Chatonnet, 1995 b). Altri cambiamenti sono<br />

legati ai polimeri parietali (cellulosa, emicellulose e lignina) che possiedono punti<br />

di fusione differenti e generano una grande varietà di prodotti di decomposizione.<br />

Tab. 4 - Variazione di alcuni composti non volatili in funzione <strong>del</strong> tipo di tostatura <strong>del</strong> <strong>legno</strong><br />

(Chatonnet, 1995 a): media di 3 prelievi effettuati a 1,2 e 3 mm di profondità; estrazione <strong>dei</strong><br />

costituenti <strong>del</strong> <strong>legno</strong> in mezzo idroalcolico. Risultati espressi in mg/L di questa soluzione.<br />

Composti fenolici Non tostato<br />

Tostatura<br />

leggera media pesante<br />

DO 280 17,5 17,2 15,3 13<br />

Ellagitannini (mg/L) 333 267 197 101<br />

Acido gallico (mg/L) 20 103 9,8 2<br />

Acido ellagico (mg/L) 21 18 13,8 13,7<br />

Dalla degradazione termica <strong>dei</strong> poliosidi si formano <strong>del</strong>le al<strong>dei</strong>di furaniche, a<br />

partire da polimeri glucidici, soprattutto dalle emicellulose. Si tratta <strong>del</strong>la<br />

2-furfural<strong>dei</strong>de, <strong>del</strong>la 5-metil-2-furfural<strong>dei</strong>de (mandorla tostata) e <strong>del</strong>la 5-idrossimetil-<br />

2-furfural<strong>dei</strong>de (inodore). Tuttavia queste sostanze sono presenti nei vini a<br />

concentrazioni inferiori alla loro soglia di percezione e quindi partecipano poco<br />

all’aroma di vini invecchiati in <strong>legno</strong>. Valori relativamente elevati di tali sostanze<br />

sono indicativi <strong>del</strong>la giovane età <strong>del</strong>le botti (Chatonnet et al., 1990).<br />

A partire dalla reazione a caldo di esosi e composti azotati si formano <strong>del</strong>le<br />

sostanze a struttura enolica (cyclotene: 2-idrossi-3-metil-2-ciclopenten-1-one,<br />

maltolo, isomaltolo) che sono olfattivamente (caramello, pane tostato) più importanti<br />

<strong>del</strong>le al<strong>dei</strong>di furaniche.<br />

La degradazione termica <strong>del</strong>la lignina e <strong>dei</strong> polioli conduce a <strong>dei</strong> fenoli volatili<br />

(sentori di affumicato, torrefatto, speziato), presenti sotto forma di derivati<br />

monometossilati (serie <strong>dei</strong> guaiacili G) e dimetossilati (serie <strong>dei</strong> siringili S), e a<br />

<strong>del</strong>le al<strong>dei</strong>di fenoliche (benzoiche e cinnamiche). La composizione in metossifenoli<br />

riflette la struttura <strong>del</strong>la lignina (Monties, 1980) e la temperatura di tostatura; i<br />

dimetossifenoli aumentano con l’intensità <strong>del</strong> riscaldamento.<br />

La quantità massima di al<strong>dei</strong>di si trova nel caso <strong>del</strong>la tostatura media, con una


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R. ZIRONI, F. BATTISTUTTA, L. TAT, P. COMUZZO, L. BROTTO<br />

Tab. 5 - Variazione di alcuni composti volatili in funzione <strong>del</strong> tipo di tostatura <strong>del</strong> <strong>legno</strong><br />

(Chatonnet, 1995 a): media di 3 prelievi effettuati a 1,2 e 3 mm di profondità; estrazione <strong>dei</strong><br />

costituenti <strong>del</strong> <strong>legno</strong> in mezzo idroalcolico. Risultati espressi in mg/L di questa soluzione.<br />

Composti (mg/L)<br />

Intensità <strong>del</strong>la tostatura<br />

assente leggera media forte<br />

2-Furfural<strong>dei</strong>de 0,3 5,2 13,6 12,8<br />

5-Metil-2-furfural<strong>dei</strong>de 0 0,6 1,3 1,5<br />

5-Idrossimetil-2-furfural<strong>dei</strong>de 0 3,6 6,9 4,8<br />

Somma al<strong>dei</strong>di furaniche 0,3 9,4 21,8 19,1<br />

Tab. 6 - Variazione di alcuni composti volatili in funzione <strong>del</strong> tipo di tostatura <strong>del</strong> <strong>legno</strong><br />

(Chatonnet, 1995 a): media più determinazioni; estrazione <strong>dei</strong> costituenti <strong>del</strong> <strong>legno</strong> in<br />

mezzo idroalcolico. Risultati espressi in mg/L di questa soluzione.<br />

Composti (µg/L)<br />

Intensità <strong>del</strong>la tostatura<br />

assente leggera media forte<br />

Guaiacolo 1 5,2 27,7 30,3<br />

4-Metil guaiacolo 2 10 38,7 24,7<br />

4-Etil guaiacolo 0 0 0 7,7<br />

4-Propil guaiacolo 0 0 0 6,3<br />

Eugenolo 20 17,7 71,7 44,3<br />

Fenolo 5 12 11,7 20<br />

o-Cresolo 0 0 0 1,7<br />

m-Cresolo 0 0 0 1,3<br />

p-Cresolo 0 0 0 2<br />

Siringolo 0 78,3 310,7 313,3<br />

4-Metil siringolo 0 17,3 80,7 193,3<br />

4-Allil siringolo 0 60,3 298,7 204,3<br />

quantità più importante di al<strong>dei</strong>di benzoiche che cinnamiche (Puech, 1978).<br />

La degradazione termica di certi lipidi o acidi grassi porta alla formazione<br />

<strong>del</strong>l’ottalattone, specialmente cis, fino alla tostatura forte; a riscaldamenti maggiori


RUOLO DELL’OSSIGENO E DEL LEGNO NEI CARATTERI VARIETALI 49<br />

(più di quindici minuti) esso stesso si degrada termicamente.<br />

L’idrotermolisi forma infine <strong>del</strong>le dimetil pirazine (odore di cacao, pane fresco)<br />

e fenil chetoni.<br />

A partire dalla tostatura leggera l’aroma di <strong>legno</strong> si arricchisce, prima <strong>del</strong>le note<br />

di tostato e di vaniglia, dovute alle al<strong>dei</strong>di furaniche e fenoliche, quindi <strong>dei</strong> sentori<br />

di affumicato, di speziato e di torrefatto, dovute ai fenoli volatili; infine l’aumento<br />

degli ottalattoni causa l’aumentare <strong>del</strong>l’odore di cocco che comunque si fonde<br />

nell’insieme <strong>del</strong>la complessità aromatica.<br />

Oltre la tostatura forte l’intensità aromatica cala e predominano i sentori di<br />

affumicato e tostato.<br />

La scelta <strong>del</strong>l’intensità <strong>del</strong>la tostatura <strong>dei</strong> fusti consente dunque di modulare<br />

l’impatto organolettico <strong>del</strong> <strong>legno</strong> sul vino, per quanto riguarda sia i <strong>caratteri</strong><br />

Tab. 7 - Variazione di alcuni composti volatili in funzione <strong>del</strong> tipo di tostatura <strong>del</strong> <strong>legno</strong><br />

(Chatonnet, 1995 a): media di 3 prelievi effettuati a 1,2 e 3 mm di profondità; estrazione <strong>dei</strong><br />

costituenti <strong>del</strong> <strong>legno</strong> in mezzo idroalcolico. Risultati espressi in mg/L di questa soluzione.<br />

Composti (mg/L)<br />

Intensità <strong>del</strong>la tostatura<br />

assente leggera media forte<br />

Vanillina < 0,1 2,1 4,8 3,1<br />

Siringal<strong>dei</strong>de 0,2 5,6 12,9 12,2<br />

Coniferil al<strong>dei</strong>de 0 3,1 6,2 2,1<br />

Sinapinal<strong>dei</strong>de 0 1,9 4,9 2,6<br />

Somma al<strong>dei</strong>di fenoliche 0,2 12,7 28,8 20<br />

Tab. 8 - Variazione di alcuni composti volatili in funzione <strong>del</strong> tipo di tostatura <strong>del</strong> <strong>legno</strong><br />

(Chatonnet, 1995 a): media di 3 prelievi effettuati a 1,2 e 3 mm di profondità; estrazione <strong>dei</strong><br />

costituenti <strong>del</strong> <strong>legno</strong> in mezzo idroalcolico. Risultati espressi in mg/L di questa soluzione.<br />

Composti (mg/L)<br />

Intensità <strong>del</strong>la tostatura<br />

assente leggera media forte<br />

Metil ottalattone trans 0,16 0,11 0,11 0,14<br />

Metil ottalattone cis 0,64 0,57 1,38 1,59<br />

Somma metil ottalattoni 0,8 0,68 1,49 1,73<br />

Rapporto cis/trans 4 5,3 12,7 11,2


50<br />

R. ZIRONI, F. BATTISTUTTA, L. TAT, P. COMUZZO, L. BROTTO<br />

organolettici che la struttura generale (tabb. 5-8).<br />

3. I CHIPS ED ALTRE TECNICHE DI AROMATIZZAZIONE DEL VINO<br />

La varietà degli effetti, sia positivi che negativi, ottenibili dall’affinamento <strong>del</strong><br />

vino nei fusti <strong>legno</strong>si aumenta oggi con l’introduzione <strong>del</strong>la pratica di porre il<br />

<strong>legno</strong> nel vino; esso viene aggiunto sotto diverse forme (chips, staves, cubes, xoakers),<br />

tostature, essenze <strong>legno</strong>se e con differenti modalità di utilizzo.<br />

A tuttoggi non ci sono molti studi sui chips e quelli esistenti mettono in luce<br />

soprattutto le loro capacità aromatizzanti (Baldwin, 1993); di fatto questi frammenti<br />

di <strong>legno</strong> vengono utilizzati per l’aromatizzazione di vino, vermouth e whisky<br />

(Ducournau, 1999). Nel caso <strong>del</strong> vino essi vengono introdotti in fermentazione per<br />

tempi brevi o a vino finito per tempi più lunghi. Diversi studi ne attestano l’efficacia<br />

in fase fermentativa (Hooper, Marks, 1992; Pérez-Coello et al., 2000): le rese di<br />

fermentazione sono maggiori ed anche la produzione di sostanze volatili; alcuni<br />

composti <strong>del</strong> <strong>legno</strong> vengono consumati dai lieviti (furfurale e vanillina) e così nel<br />

complesso non viene coperto l’aroma fruttato <strong>del</strong> mosto originario; esso non viene<br />

perso anche perché la fermentazione si svolge in cisterne d’acciaio impermeabili,<br />

che quindi trattengono i composti responsabili, particolarmente volatili.<br />

La grande disomogeneità fra i processi di lavorazione <strong>dei</strong> chips e <strong>del</strong>le botti o<br />

barriques porta a prodotti diversi e vari studi hanno mostrato un’eterogeneità di<br />

effetti per cui, a livello di degustazione, il riconoscimento fra chips e barriques può<br />

risultare molto difficile (Ducournau, 1999). Tali prodotti infine costituiscono una<br />

tecnologia flessibile, perchè hanno il vantaggio di poter ricevere <strong>dei</strong> trattamenti termici<br />

mirati andando a costituire lotti omogenei che possono essere poi mescolati e formulati.<br />

I chips vengono attualmente utilizzati come aromatizzanti, non sfruttandone<br />

opportunamente le potenzialità; essi infatti possiedono anche la capacità di cedere<br />

composti fenolici ed in particolare i prodotti a bassa tostatura (fig. 2): le granulometrie<br />

fini risultano adatte ad una cessione rapida (specie il <strong>legno</strong> francese perché più<br />

poroso), le granulometrie maggiori ad un rilascio lento; legni americani e francesi<br />

differiscono per quantità di fenoli non volatili e capacità di cessione al mezzo (fig. 2).<br />

La capacità di cessione di composti fenolici rende questi prodotti dannosi se<br />

utilizzati nella fase sbagliata <strong>del</strong>l’affinamento di un vino; in particolare il <strong>legno</strong><br />

francese mostra di integrarsi meglio se aggiunto in fase fermentativa in quanto<br />

altrimenti rilascia <strong>dei</strong> tannini aggressivi nel prodotto finito, oppure il vino deve<br />

sostare un certo tempo dopo il contatto con i chips, prima di essere venduto, al fine<br />

di ammorbidirsi (Hooper, Marks, 1992).<br />

La capacità <strong>dei</strong> chips di stabilizzare il colore <strong>dei</strong> vini rossi risulta evidente<br />

(figg. 3-5); Piracci et al. (2001) osservano una perdita di antociani liberi nel caso<br />

di vinificazione in presenza di materiale <strong>legno</strong>so di diversa origine e granulometria;<br />

gli stessi autori tuttavia evidenziano un incremento <strong>del</strong>le frazioni colorate più stabili<br />

dopo sei mesi di conservazione <strong>del</strong> vino, ovvero <strong>dei</strong> pigmenti non decolorabili ad


RUOLO DELL’OSSIGENO E DEL LEGNO NEI CARATTERI VARIETALI 51<br />

DO 280 nm<br />

DO 280 nm<br />

2,0<br />

1,8<br />

1,6<br />

1,4<br />

1,2<br />

1,0<br />

0,8<br />

0,6<br />

0,4<br />

0,2<br />

0<br />

2,0<br />

1,8<br />

1,6<br />

1,4<br />

1,2<br />

1,0<br />

0,8<br />

0,6<br />

0,4<br />

0,2<br />

0<br />

Chips a granulometria grossa<br />

chips francesi chips americani<br />

Leggera Media Forte<br />

gradi di tostatura<br />

Chips a granulometria fine<br />

chips francesi chips americani<br />

Leggera Media Forte<br />

gradi di tostatura<br />

Fig. 2 - Effetto <strong>del</strong>la tostaura sulla cessione di sostanze fenoliche in soluzione mo<strong>del</strong>lo, da parte<br />

di chips (1/gL) di diversa provenienza e granulometria (Tat, 2000).


52<br />

R. ZIRONI, F. BATTISTUTTA, L. TAT, P. COMUZZO, L. BROTTO<br />

opera <strong>del</strong>l’anidride solforosa (fig. 3). Tutto ciò determina un’indubbia azione positiva<br />

sulla polimerizzazione <strong>dei</strong> pigmenti <strong>del</strong> vino, che conserva maggiormente nel<br />

tempo il proprio potenziale colorante (fig. 4), anche se l’effetto <strong>del</strong> trattamento<br />

sembra essere diverso per i diversi prodotti.<br />

I chips sono dunque in grado di favorire l’evoluzione <strong>del</strong> vino (fig. 5); a questo<br />

riguardo, contrariamente a quanto ci si aspettava, i chips tostati, pur fornendo una<br />

minor quantità di fenoli, danno migliori risultati; tuttavia un vino acquista o mantiene<br />

la sua qualità, durante l’affinamento, solo se la sua struttura iniziale è buona. La<br />

miglior evoluzione <strong>dei</strong> vini in affinamento si ha in ambiente ossidante; non bisogna<br />

dimenticare infatti che il contenitore di <strong>legno</strong> permette il passaggio <strong>del</strong>l’ossigeno<br />

la cui azione è molto importante in affinamento: sarà necessario associare alla<br />

tecnologia <strong>dei</strong> chips quella <strong>del</strong>la microssigenazione.<br />

Vista la diversità fra i vari tipi di chips, risulta opportuno avere chiaro lo scopo<br />

che si persegue utilizzandoli, e pesare le potenzialità “strutturante” e aromatizzante<br />

prima di scegliere la granulometria, tostatura e origine <strong>dei</strong> legni.<br />

In conclusione risulta opportuno anticipare il trattamento <strong>del</strong> vino con chips in<br />

abbinamento a ossigenazioni blande allo scopo di sfruttare le potenzialità di<br />

stabilizzazione <strong>del</strong> colore; vista la quantità di fenoli rilasciati, l’utilizzo di certi<br />

prodotti nella fase di preimbottigliamento rischia di destabilizzare la frazione fenolica<br />

Valore Percentuale<br />

120<br />

100<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

Polimeri Stabili %<br />

Polimeri Instabili %<br />

Pigmenti Monomeri %<br />

T S1 OC1 OC2-50 OC2-100<br />

Legenda: T: Testimone. S1: staves tostatura alta. OC1: oak chips (<strong>legno</strong> analogo alle staves -100 g/L.<br />

OC2-50: chips tostatura alta 50 g/L. OC2-100: chips tostatura alta 100 g/L.<br />

Fig. 3 - Vinificazione in presenza di materiali <strong>legno</strong>si: scomposizione percentuale <strong>del</strong>l’assorbenza<br />

a 520 nm dopo sei mesi dalla vinificazione (Piracci et al., 2001).


RUOLO DELL’OSSIGENO E DEL LEGNO NEI CARATTERI VARIETALI 53<br />

Legenda: T: Testimone. S1: staves tostatura alta. OC1: oak chips (<strong>legno</strong> analogo alle staves -100 g/hL.<br />

OC2-50: chips tostatura alta 50 g/hL. OC2-100: chips tostatura alta 100 g/hL.<br />

Fig. 4 - Vinificazione in presenza di materiali <strong>legno</strong>si: diminuzione percentuale <strong>del</strong>l’intensità<br />

colorante dopo nove mesi di conservazione <strong>del</strong> vino (rielaborato da Piracci et al., 2001).<br />

Intensità colorante<br />

Intensità Colorante (Diminuzione %)<br />

45,0<br />

40,0<br />

35,0<br />

30,0<br />

25,0<br />

20,0<br />

15,0<br />

10,0<br />

5,0<br />

0,0<br />

1,70<br />

1,65<br />

1,60<br />

1,55<br />

1,50<br />

1,45<br />

1,40<br />

1,35<br />

0<br />

T S1 OC1 OC2-50 OC2-100<br />

vino con buona struttura di partenza<br />

t<br />

50 100 150<br />

Giorni di affinamento<br />

testimone ox<br />

tannino ox<br />

chips ox<br />

testimone red<br />

tannino red<br />

chips red<br />

Legenda: tannino vino testimone aggiunto di tannino (galla di china 50 %, quebracho 50 %) 200 mg/L;<br />

chips: vino testimone aggiunto di chips tostatura alta 2g/L; ox trattamento di microssigenazione<br />

(1 mL/L/mese); red ambiente riducente.<br />

Fig. 5 - Effetto <strong>dei</strong> tannini esogeni e <strong>del</strong>la micro-ossigenazione sull’intensità colorante <strong>del</strong> vino<br />

(Tat, 2000).<br />

t<br />

200<br />

t


54<br />

R. ZIRONI, F. BATTISTUTTA, L. TAT, P. COMUZZO, L. BROTTO<br />

che a questo punto ha già raggiunto un equilibrio, oltre a coprire il bouquet varietale.<br />

4. RUOLO DELL’OSSIGENO E DEL LEGNO: LE MODIFICAZIONI<br />

DELL’AROMA<br />

Il <strong>legno</strong> fornisce una componente fenolica utile alla stabilizzazione <strong>del</strong> colore,<br />

ma fornisce anche composti volatili che possono coprire l’aroma varietale.<br />

Riproponendo il tema <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong> <strong>legno</strong> a scopo aromatizzante, si trovano vini<br />

con basso estratto ma con alti indici edonici (l’indice edonico è un parametro<br />

riassuntivo che rappresenta il gradimento <strong>dei</strong> consumatori per i vini nell’analisi<br />

sensoriale svolta nell’ambito <strong>del</strong>la sperimentazione rappresentata in fig. 6): si noti<br />

che il <strong>legno</strong> può portare note organolettiche apprezzate dal consumatore, ma non<br />

basta a garantire la qualità <strong>del</strong> prodotto; vi sono infatti vini non passati in <strong>legno</strong> che<br />

hanno comunque indici edonici elevati grazie soprattutto, in questo particolare caso<br />

(Picolit: vino bianco dolce da dessert), all’effetto positivo, anche sugli aromi <strong>varietali</strong>,<br />

<strong>del</strong>l’appassimento <strong>del</strong>le uve di partenza. Infatti sempre nell’ambito <strong>del</strong>la stessa<br />

sperimentazione (fig. 7), si nota la correlazione <strong>del</strong>la concentrazione degli alcoli<br />

terpenici con l’indice edonico: in assenza di <strong>legno</strong> una maggiore quantità di questi<br />

aromi <strong>varietali</strong> determina un maggior apprezzamento <strong>del</strong> vino, situazione che non si<br />

riscontra nei vini affinati in <strong>legno</strong>; in questo caso, infatti, i campioni si posizionano<br />

tutti lungo una linea verticale in corrispondenza a bassi contenuti di terpeni ed i<br />

più apprezzati sono quelli con una maggiore quantità di al<strong>dei</strong>di furaniche.<br />

Nell’ultima situazione, la scelta <strong>dei</strong> produttori non è andata nella direzione di favorire<br />

l’esplicarsi <strong>del</strong> patrimonio varietale <strong>del</strong> vino in esame: il passaggio in <strong>legno</strong><br />

(fermentazione e/o affinamento), che conferisce note di vaniglia e spezie, apporta<br />

un patrimonio di sostanze che orientano positivamente la scelta <strong>del</strong> consumatore.<br />

Tuttavia, il fatto che il <strong>legno</strong> affascini una parte <strong>dei</strong> consumatori va ponderato,<br />

cercando di conoscere le potenzialità <strong>del</strong> vino e di svilupparle con opportune<br />

scelte tecnologiche (appassimento <strong>del</strong>l’uva, ossigenazione <strong>del</strong> mosto). Il <strong>legno</strong> può<br />

contribuire a migliorare il livello di qualità, ma da solo non è assolutamente in<br />

grado di garantirla (Di Primio, 2001).<br />

I vini bianchi secchi sono nella maggior parte <strong>dei</strong> casi vinificati e conservati in<br />

acciaio, per ragioni economiche facilmente comprensibili; solamente nel caso di<br />

vini di particolare pregio si effettua la fermentazione alcolica ed eventualmente<br />

malolattica in contenitore di <strong>legno</strong>, seguite da un periodo più o meno lungo di<br />

affinamento sulle fecce. Con tale procedimento si ottengono <strong>dei</strong> prodotti più<br />

aromatici e più stabili di quelli elaborati in acciaio. Oltre alla presenza <strong>del</strong> <strong>legno</strong><br />

che aumenta la complessità aromatica e gustativa <strong>del</strong> vino, i composti ceduti dal<br />

lievito nel corso <strong>del</strong>l’affinamento favoriscono la stabilizzazione naturale nei<br />

confronti <strong>del</strong>la casse proteica e tartarica, ed anche la protezione degli aromi contro<br />

l’ossidazione (Lavigne, Dubourdieu, 1997); è raro che un prodotto vinificato in<br />

acciaio possa beneficiare <strong>del</strong>l’affinamento sui lieviti, dal momento che si formano


RUOLO DELL’OSSIGENO E DEL LEGNO NEI CARATTERI VARIETALI 55<br />

Fig. 6 - Impatto <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong> <strong>legno</strong> sulle <strong>caratteri</strong>stiche macrocompositive e sensoriali in un vino<br />

Picolit (Zironi et al., 2001).<br />

Fig. 7 - Impatto <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong> <strong>legno</strong> sulle <strong>caratteri</strong>stiche sensoriali e sul contenuto <strong>del</strong>le sostanze<br />

terpeniche in un vino Picolit (Comelli, 2002).


56<br />

R. ZIRONI, F. BATTISTUTTA, L. TAT, P. COMUZZO, L. BROTTO<br />

<strong>del</strong>le condizioni ossidoriduttive tali che, in presenza di fecce, viene favorita la<br />

formazione di composti che danno luogo al difetto di “ridotto”. Tale difetto si può<br />

comunque formare anche in fermentazione.<br />

La condizione più pericolosa si verifica quando il difetto di ridotto non è evidente<br />

ma ci si trova nella zona grigia fra soglia di percezione e soglia di riconoscimento.<br />

A questo riguardo bisogna ricordare che le “soglie” rappresentano i limiti <strong>del</strong>le<br />

capacità sensoriali e le più importanti sono la soglia di percezione (quantità minima<br />

di uno stimolo capace di produrre una sensazione: viene percepito ma non viene<br />

riconosciuto) e la soglia di riconoscimento (quantità minima di uno stimolo capace<br />

di produrre una sensazione che è possibile identificare). In questo modo, se i<br />

composti responsabili <strong>del</strong> difetto di ridotto sono presenti in quantità tali da essere<br />

riconosciuti, è possibile tentare di eliminarli, ma se si trovano nella zona grigia di<br />

concentrazione fra le due soglie, essi coprono il bouquet <strong>del</strong> vino e quindi anche<br />

gli aromi <strong>varietali</strong> senza essere identificati.<br />

I composti solforati agiscono sui <strong>caratteri</strong> <strong>varietali</strong> per effetto sinergico di<br />

soppressione (Lawless, Heymann, 1998) : non si riconosce la loro presenza, ma<br />

essi in realtà ci sono e non permettono alle note <strong>varietali</strong> di essere percepite: il vino<br />

appare povero di aroma e insignificante. Mentre il difetto palese di ridotto viene<br />

riconosciuto e accettato come tale, per un vino povero di aroma e insignificante<br />

viene responsabilizzato il produttore.<br />

L’azione di tannini ellagici e ossigeno apporta un possibile rimedio: in un vino<br />

conservato in barrique si verifica una progressiva diminuzione <strong>dei</strong> composti solforati;<br />

questo calo si manifesta più rapidamente nei contenitori nuovi, in ragione,<br />

probabilmente, di una dissoluzione di ossigeno più importante e <strong>del</strong>l’azione<br />

catalizzatrice <strong>dei</strong> tannini <strong>del</strong> <strong>legno</strong> in tali condizioni di ossidoriduzione; l’effetto è<br />

1.600<br />

1.400<br />

1.200<br />

1.000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

Concentrazione in 3-mercaptoesanolo (ng/L)<br />

Barrique<br />

usata<br />

Barrique<br />

usata<br />

travasata<br />

Barrique<br />

nuova<br />

Barrique<br />

nuova<br />

travasata<br />

Fine fermentazione<br />

Novembre<br />

Aprile<br />

Fig. 8 - Evoluzione <strong>del</strong> tenore di 3-mercaptoesanolo di un vino Sauvignon affinato in barrique<br />

secondo diverse modalità (Lavigne, 2004).


RUOLO DELL’OSSIGENO E DEL LEGNO NEI CARATTERI VARIETALI 57<br />

molto più marcato se viene operato un travaso (fig. 8).<br />

In questa azione deodorante sono efficaci anche i preparati commerciali di tannino<br />

che si possono aggiungere come additivi al vino; rispetto alle diverse fonti di<br />

estrazione <strong>dei</strong> diversi tannini enologici, l’azione <strong>dei</strong> tannini <strong>del</strong> <strong>legno</strong> è comunque<br />

la più efficiente e la presenza di ossigeno risulta determinante (fig. 9).<br />

In ambiente ossidante, e tramite azione catalizzatrice <strong>dei</strong> tannini ellagici, anche<br />

le pareti cellulari <strong>dei</strong> lieviti possono partecipare all’eliminazione <strong>dei</strong> tioli per effetto<br />

<strong>del</strong>la formazione di ponti disolfuro fra i gruppi –SH <strong>dei</strong> solforati e quelli contenuti<br />

% di Etantiolo Residuo<br />

% di Etantiolo Residuo<br />

100<br />

75<br />

50<br />

25<br />

0<br />

100<br />

75<br />

50<br />

25<br />

0<br />

0<br />

0<br />

Vinacciolo<br />

20<br />

40 60<br />

Tempo (giorni)<br />

Quercia<br />

20<br />

40 60<br />

Tempo (giorni)<br />

Presenza di 0 2<br />

Assenza di 0 2<br />

Presenza di 0 2<br />

Assenza di 0 2<br />

Fig. 9 - Influenza <strong>dei</strong> tannini <strong>del</strong>l’uva e <strong>del</strong> <strong>legno</strong> sul tenore in etantiolo nel corso <strong>del</strong> tempo in<br />

presenza di azoto e ossigeno (Vivas, 1997).


58<br />

nella cisteina che compone le mannoproteine parietali (Lavigne, Dubourdieu, 1997).<br />

Legno e ossigeno determinano, quindi, in presenza o assenza di fecce,<br />

un’evoluzione differente di alcuni tipi di composti volatili rispetto ad altri, andandone<br />

a modificare i rapporti relativi; ne risulta una modificazione <strong>del</strong> bouquet che<br />

riguarda sia i composti responsabili <strong>del</strong> difetto di ridotto, sia anche gli aromi <strong>varietali</strong>.<br />

Nel caso <strong>del</strong> Sauvignon blanc molti aromi <strong>varietali</strong> appartengono alla classe <strong>dei</strong><br />

composti solforati; bisogna fare attenzione in questo caso che l’azione preventiva di<br />

eliminazione <strong>del</strong> difetto di ridotto e l’arricchimento <strong>del</strong> bouquet dovuto agli aromi <strong>del</strong><br />

<strong>legno</strong> non sconfini nell’abbattimento <strong>dei</strong> <strong>caratteri</strong> tipici, rendendo il vino anonimo.<br />

Riassunto<br />

I vini affinati in <strong>legno</strong> sono considerati prodotti di pregio e il bouquet che si forma in<br />

seguito a questo trattamento viene particolarmente apprezzato dal consumatore; tuttavia è<br />

necessario valutare attentamente le conseguenze olfattive di questa maturazione se si<br />

vogliono ottenere <strong>dei</strong> vini con aromi <strong>varietali</strong>: il <strong>legno</strong> riveste, infatti, ruoli sia positivi che<br />

negativi ai fini <strong>del</strong>la piena espressione aromatica <strong>del</strong> vitigno. La funzione positiva riguarda la<br />

stabilizzazione <strong>del</strong> colore; la sinergia fra la cessione, da parte <strong>del</strong> <strong>legno</strong>, di composti non volatili<br />

ed il passaggio di ossigeno facilitano la formazione di polimeri stabili tannino-antociano.<br />

Un’alternativa al costoso affinamento nei contenitori in <strong>legno</strong>, con scopo aromatizzante e<br />

di stabilizzazione <strong>del</strong>la struttura fenolica, è oggi costituita dalla pratica di porre il <strong>legno</strong> nel<br />

vino, in abbinamento alla microossigenazione, sotto forma di frammenti di varie dimensioni<br />

e gradi di tostatura. La varietà di forme, dimensioni, tostature, legni e momenti di<br />

applicazione rende tale materiale uno strumento potente e flessibile.<br />

Un <strong>ruolo</strong> <strong>del</strong> <strong>legno</strong> nell’espressione <strong>dei</strong> <strong>caratteri</strong> <strong>varietali</strong> consiste anche nell’abbattimento<br />

<strong>dei</strong> composti solforati: ne risulta una modificazione <strong>del</strong> bouquet che riguarda sia i composti<br />

responsabili <strong>del</strong> difetto di ridotto, sia anche gli aromi <strong>varietali</strong>, come nel caso <strong>del</strong><br />

‘Sauvignon blanc’. Concludendo, bisogna fare attenzione che l’ eliminazione <strong>del</strong> difetto di<br />

ridotto e l’arricchimento <strong>del</strong> bouquet dovuto agli aromi <strong>del</strong> <strong>legno</strong> non sconfini nell’abbattimento<br />

<strong>dei</strong> <strong>caratteri</strong> tipici <strong>del</strong> vitigno.<br />

ROLE OF OXYGEN AND WOOD IN THE EXPRESSION OF VARIETAL<br />

CHARACTERS<br />

Abstract<br />

R. ZIRONI, F. BATTISTUTTA, L. TAT, P. COMUZZO, L. BROTTO<br />

Wood has been always associated to the elaboration of high quality wines and consumers<br />

particularly appreciate the resulting bouquet; nevertheless, the olfactory consequences of<br />

this maturation have to be carefully valuated in order to obtain wines with varietal flavours:


RUOLO DELL’OSSIGENO E DEL LEGNO NEI CARATTERI VARIETALI 59<br />

wood has positive and negative influence on the quality of wines with such original characters.<br />

The positive role is related to the stabilization of the wine colour; both the cession of non<br />

volatile compounds from, and the income of oxygen trough the wood containers determine<br />

the formation of stable polymers tannin-anthocyanes. Recently several procedures to<br />

impart a woody character and to enhance the phenolic structure in wines without using<br />

expensive barrels have been employed. They consist on soaking of oak wood, coupled with<br />

a light oxygenation, in wine; the wood is under various shapes. These materials are powerful<br />

and flexible tools considering the availability of their sizes, toasting levels, wood species<br />

and the choice of timing of application. A further role of wood in influencing varietal<br />

characters in wine is related to solforous compounds: it lowers some thiols determining a<br />

modification of ratio among volatile compounds. This strongly influence compounds<br />

responsible of reduction, but also some varietal flavours, such as those of ‘Sauvignon<br />

blanc’ wine. Conclusively, winemaker must take care that the elimination of the olfactive<br />

defect of reduction and the enrichment of wine bouquet by use of wood don’t cause the<br />

reduction of the typical characters of the variety.<br />

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