battaglia di Waterloo - Ars Militaris
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quando gli comunicarono che D’Erlon era tornato in<strong>di</strong>etro senza attaccar <strong>battaglia</strong>, esclamò «On a<br />
perdu la France!» Mai commento fu più appropriato.<br />
L’or<strong>di</strong>ne scritto, o mal scritto, o mal letto, che equivocava tra le località <strong>di</strong> Wagnelet e quella <strong>di</strong><br />
Wagnee non ci è giunto. Conosciamo invece benissimo la confusione orribile suscitata tra i francesi<br />
dall’inopinato e inatteso arrivo <strong>di</strong> D’Erlon <strong>di</strong>etro le loro linee. E sappiamo pure che, anche a causa<br />
<strong>di</strong> questi errori, i prussiani a sera poterono ritirarsi, seppure in <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne. Così i 12.000 francesi<br />
caduti a Ligny si erano sacrificati invano, mentre ai 15.000 prussiani tra morti o feriti era stato<br />
concesso, per pura insipienza, un onore che ai fini della successiva <strong>di</strong>sfatta <strong>di</strong> Napoleone essi non<br />
avevano conquistato sul campo. Questo il resoconto finale: l’Imperatore, per ragioni sue che ci<br />
sfuggono, aveva voluto risparmiare e mantenere del tutto integro il suo centro, mobilitando invece<br />
una parte dell’ala destra contro i prussiani. L’operazione era del tutto fallita, e la ‘manovra dalla<br />
posizione centrale’ era così rimasta monca e a metà: Blücher battuto ma non vinto; Blücher pronto a<br />
riaccendere <strong>battaglia</strong> entro le successive quarantotto ore; e con l’esercito <strong>di</strong> Wellington praticamente<br />
intatto.<br />
La sconfitta del Feldmaresciallo prussiano, infatti, non risultò per nulla irreparabile, visto il numero<br />
modesto <strong>di</strong> cannoni catturati dai francesi (una trentina) e le poche migliaia <strong>di</strong> prigionieri. Molto più<br />
significative sono le cifre degli sbandati e dei <strong>di</strong>sertori, dagli 8 agli 11.000 uomini secondo le fonti,<br />
che in<strong>di</strong>cano il panico ed il forte scollamento avvenuto nei tre Corpi prussiani che erano andati al<br />
fuoco. Questo incipiente collasso rientrò rapidamente nel giorno 17, anche perché il senso della<br />
<strong>di</strong>sciplina dei prussiani era notoriamente eccezionale; ma anche perché Grouchy non fece nulla per<br />
impe<strong>di</strong>re che il nemico si leccasse le ferite, raccogliesse le sue forze, e potesse tornare<br />
gagliardamente ad offendere. Il perché <strong>di</strong> questo strano comportamento ci sarà ben chiaro in<br />
seguito; ma qui voglio aggiungere solo un particolare <strong>di</strong> non secondaria importanza, per capire in<br />
quale stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>sorganizzazione combattessero i nemici <strong>di</strong> Napoleone: Wellington seppe della<br />
<strong>battaglia</strong> e della ritirata prussiana a Ligny solo il 17 mattina. Eppure Quatre-Bras si trovava a<br />
nemmeno <strong>di</strong>eci chilometri <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza!<br />
“È meglio limitare gli or<strong>di</strong>ni, ma qualunque comando dato deve essere scrupolosamente<br />
eseguito.”<br />
Maresciallo Maurizio <strong>di</strong> Sassonia (1696-1750), Mes rèveries, 1732.<br />
Risulta ben <strong>di</strong>fficile, fino a questo momento, stabilire quali dei due partiti in lizza – quello<br />
alleato o quello francese – abbia commesso più errori prima e durante <strong>Waterloo</strong>. Difatti, ad essere<br />
imparziali, ne abbiamo visti in pari misura, e grossolani (tanto nelle scelte tattiche, quanto nella<br />
catena <strong>di</strong> comando), da parte <strong>di</strong> entrambi. È invece più facile stimare quali errori risultarono alla<br />
fine i peggiori: e dal momento che Bonaparte uscì sconfitto alla fine dei Cento Giorni, in base alla<br />
nostra esperienza degli avvenimenti verificatisi, i più gravi (non intrinsecamente, ma storicamente,<br />
poiché non poté ripararli), furono i suoi.<br />
Ma a questo punto è anche doveroso aggiungere che la magna clades (per <strong>di</strong>rla alla latina) <strong>di</strong><br />
<strong>Waterloo</strong> si deve, in buona parte, all’elefantiasi <strong>di</strong> coman<strong>di</strong> ed agli sbagli compiuti da Napoleone e<br />
dai suoi marescialli il giorno prima, cioè il 17 giugno. Passiamoli sommariamente in rassegna.<br />
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