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battaglia di Waterloo - Ars Militaris

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- giungere a Parigi scacciando dalle Tuileries il debole Luigi XVIII;<br />

- riconquistare con opportune promesse <strong>di</strong> pace e <strong>di</strong> riforme l’appoggio e l’entusiasmo dei<br />

Francesi;<br />

- “aprire” alle Potenze, facendo anche leva sui cattivi rapporti reciproci, in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> una<br />

politica generale <strong>di</strong> pacificazione, chiedendo solamente il riconoscimento della sua corona<br />

imperiale ed i confini del 1792, che peraltro erano stati già concessi al Borbone. Forse questa<br />

azione <strong>di</strong>plomatica appariva allo stesso Napoleone un po’ troppo ingenua ed aleatoria, ma<br />

comunque era utile e necessario tentarla; se non altro per non apparire al tribunale della<br />

storia dalla parte del torto.<br />

A questo punto entravano in campo le probabilità, che tuttavia il Corso, pur non essendo Gallup,<br />

sapeva calcolare molto bene. Le monarchie europee, <strong>di</strong>laniate al loro interno, potevano fidarsi <strong>di</strong> lui<br />

oppure – come era molto più facile prevedere –, non fidarsi. In questo caso avrebbero rabberciato<br />

alla meglio la coalizione per invadere la Francia e liberarsi una volta per tutte dell’ingombrante ed<br />

incomoda presenza del suo Impero.<br />

Se le cose fossero andate così, e precedendo <strong>di</strong> almeno vent’anni la sentenza del buon Clausewitz, a<br />

Bonaparte non sarebbe rimasto che trasformare la via della <strong>di</strong>plomazia in quella della guerra. Guerra<br />

già opportunamente preparata (ad onta delle promesse <strong>di</strong> pace sban<strong>di</strong>erate in tutte le capitali<br />

europee) senza troppi clamori e nella massima segretezza e riservatezza, con il richiamo dei<br />

congedati e la ricostituzione della Grande Armée <strong>di</strong>sciolta dal re Luigi. La strategia con la quale<br />

condurre la futura guerra sarebbe stata considerata a tempo debito.<br />

La prima tappa in agenda, al momento dello sbarco sulle coste francesi, era però giungere sano e<br />

salvo a Parigi, e con forze bastanti a conquistarla. E scusate se è poco…<br />

“La guerra, quando viene, è sempre <strong>di</strong>versa da come la si era prevista. La vittoria va alla parte<br />

che ha compiuto meno errori, e non a quella che ha indovinato giusto.”<br />

Alan J. Taylor, Le origini della seconda guerra mon<strong>di</strong>ale.<br />

Per riprendere il suo ‘domicilio’ alle Tuileries, a Bonaparte occorrevano due cose: l’appoggio del<br />

popolo e quello dell’Esercito.<br />

Il primo era certo scontento, come lo sono tutte le nazioni che hanno perso una guerra: molte<br />

famiglie in lutto, crisi economica, prezzi troppo alti, <strong>di</strong>soccupazione tra i reduci, un sovrano un po’<br />

obeso e un po’ tardo imposto dagli stranieri, e la prepotenza subita dai vincitori durante<br />

l’occupazione giocavano a favore <strong>di</strong> Napoleone, tranne che per un particolare non trascurabile: la<br />

guerra l’aveva perduta lui. Per questo motivo le manifestazioni <strong>di</strong> giubilo durante il tragitto, tranne<br />

che a Lione, apparvero alquanto fredde, e la gente si mostrava perlopiù passiva, rassegnata, o<br />

comunque atten<strong>di</strong>sta e <strong>di</strong>sillusa. Non era certo un buon segno. Mancava l’entusiasmo <strong>di</strong> una volta e<br />

soprattutto, il Corso lo intuiva bene, l’ardente volontà <strong>di</strong> andare a morire un’altra volta per la sua<br />

gloria.<br />

Per quanto riguarda invece i militari, che si vedevano gli stipen<strong>di</strong> <strong>di</strong>mezzati e le carriere troncate dal<br />

<strong>di</strong>sarmo dell’esercito ridotto a circa la metà degli effettivi, era ovvio che fossero scontenti del nuovo<br />

regime. C’era però un grosso ostacolo: i marescialli, i generali e comunque gli ufficiali e persino i<br />

soldati rimasti in servizio avevano dovuto giurare fedeltà a Luigi <strong>di</strong> Borbone e, per tornare sotto le<br />

insegne imperiali, avrebbero dovuto mancare a quel giuramento.<br />

Un particolare, anche da solo, basterà a chiarire la situazione, che <strong>di</strong> per sé è già ben chiara se chi<br />

legge queste righe è un militare.<br />

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