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Dalla Brand Equity all’acquisto di impulso.<br />
Lo scenario dei mezzi di comunicazione<br />
Benedetta Maffi a<br />
L’<br />
ultimo miglio della comunicazione è<br />
l’ultima possibilità di comunicazione<br />
commerciale e contatto prima<br />
della scelta d’acquisto, ovvero da casa<br />
(volantino e lista della spesa + patrimonio<br />
di marca, conosciuto in inglese come brand<br />
equity) alla strada verso il punto vendita<br />
(Esterna + Guerrilla marketing) al punto<br />
vendita stesso (carrelli + isole in galleria – in<br />
store promotion – totem interattivi – radio<br />
– video - merchandising). Dalla brand equity<br />
all’acquisto di impulso. Tutto può essere<br />
distrutto se le offerte e le emozioni che si<br />
vivono prima dell’acquisto promettono alte<br />
gratificazioni. Dall’ultimo miglio ai famosi<br />
sette secondi si conquistano gli incerti, gli<br />
acquirenti della categoria (e non della marca)<br />
ma anche i fedelissimi del Brand. Il 44% dei<br />
consumatori sceglie sul punto vendita cosa<br />
acquistare (dati Shopper Insight IRI). È ormai<br />
indubbio il profondo mutamento che sta<br />
attraversando il mondo della comunicazione.<br />
Le difficoltà di clusterizzazione del target, la<br />
crisi dei media sta portando verso profondi<br />
ripensamenti nelle modalità e nei contenuti<br />
stessi della comunicazione. Gli ultimi studi<br />
sul consumatore e sullo shopper portano<br />
sempre più i centri Media e gli uffici Marketing<br />
a ridefinire, in modo creativo, pianificazione e<br />
ripartizione dei budget. Nelle previsioni della<br />
GroupM su scenari dei media, la tv e la stampa<br />
subiranno un calo dal 50% al 70% rispetto<br />
agli investimenti del 2000, a favore dei nuovi<br />
mezzi e della nuove tecnologie (digital HOH,<br />
Mobile, Web che consolida la quota di circa<br />
il 20% degli investimenti media, a cui bisogna<br />
aggiungere le quote che acquisirà il cosiddetto<br />
“printernet”, e infine la Tv interattiva che<br />
dall’attuale 5 % raggiungerebbe da qui a 5<br />
3<br />
Editoriale<br />
anni quota 20%). In questo scenario il punto<br />
vendita e la relativa comunicazione In Store<br />
(nelle sue diverse modalità e differenziazioni<br />
di settore) vanno, al contrario, affermando<br />
sempre di più l’attenzione di tutti gli<br />
attori del mercato: dall’industria agli stessi<br />
Retailers, dalle agenzie di comunicazione<br />
ai fornitori di strutture e servizi collegati.<br />
Il pdv, con le opportunità di contatti utili<br />
possibili sia nelle gallerie commerciali sia<br />
nelle aree promo, diventa punto caldo di<br />
sperimentazione e studio. Nel Below the<br />
line oggi si parla di In Store Marketing e<br />
Marketing emotivo (aestetic marketing) per<br />
enfatizzare l’importanza del contatto sul<br />
luogo d’acquisto. Da sempre prerogativa del<br />
mondo del lusso e della moda, l’esperienza<br />
emotiva, che deve suscitare la comunicazione,<br />
si trasferisce con velocità crescente anche al<br />
mass market. La degustazione di prodotti<br />
sconosciuti proposti nella loro genuinità da<br />
ammalianti promotrici elimina i diversi livelli<br />
di notorietà verso la marca riportando la<br />
scelta all’acquisto d’impulso (le degustazioni<br />
sono il 5% del totale attività su pdv e il 20%<br />
delle attività con Promoter). La promozione<br />
pura ha raggiunto punte massime sul taglio<br />
prezzo (23% media LCC) che, con livelli di<br />
pressione promo pari al 24%, vede ridurre i<br />
livelli di efficacia. Non è che si vuole per forza<br />
essere pessimisti, da queste parti. Anzi. Ma<br />
il realismo è necessario. Il 2009 volge quindi<br />
al termine. A voi, cari amici, rinnovo il mio<br />
ringraziamento e i miei più sentiti auguri,<br />
quelli della redazione e del resto dello staff,<br />
promettendovi che faremo di tutto per<br />
non deludervi nell’arco del 2010 che, mi<br />
auguro, avremo il piacere di trascorrere<br />
ogni mese assieme, sempre più numerosi.