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Finestra sui mercati<br />

Last minute market,<br />

un dono che<br />

rende tutti felici Francesco Dente<br />

L’<br />

ultimo accordo lo ha siglato il<br />

Comune di Sesto San Giovanni.<br />

La storica città milanese, ieri<br />

famosa per le acciaierie del gruppo Falck,<br />

si è guadagnata gli onori della cronaca per<br />

via del suo buon cuore. Quello, per la<br />

precisione, degli amministratori cittadini<br />

che hanno favorito l’intesa ma soprattutto<br />

dei commercianti cittadini. L’accordo,<br />

veniamo alla notizia, è quello fra una<br />

catena del settore distributivo della zona<br />

e Last minute market. Di cosa si tratta?<br />

Non dell’ennesima agenzia di viaggi on<br />

line ma di una delle più innovative società<br />

di servizi. Last minute, infatti, si occupa<br />

del recupero delle merci invendute e<br />

ormai prive di valore commerciale ma<br />

ancora idonee per essere utilizzate.<br />

Cibi prossimi alla scadenza, ad esempio,<br />

oppure prodotti contenuti in confezioni<br />

in parte danneggiate che, grazie ai buoni<br />

servigi di Last minute, vengono donati<br />

agli enti e alle associazioni che aiutano<br />

le persone che versano in condizioni<br />

di disagio sociale. Nel caso di Sesto San<br />

Giovanni, gli alimenti resi disponibili sono<br />

finiti alle strutture della San Vincenzo De<br />

Paoli e alle Caritas parrocchiali. La società<br />

di servizi si è occupata di predisporre<br />

l’organizzazione logistica per far sì che gli<br />

enti non profit ricevessero i prodotti in<br />

modo regolare e, soprattutto, in tempo<br />

utile per i pasti. L’attività dell’impresa<br />

sociale, spiega il sito aziendale, consiste<br />

nello studio e nell’attivazione di procedure<br />

fiscali, igienico-sanitarie, operativologistiche<br />

sino alla realizzazione di<br />

un prototipo operativo. Finora,<br />

vediamo un pò di numeri, nel<br />

solo comune lombardo sono<br />

stati recuperati 3.974 kg di<br />

pane più frutta e verdura<br />

per un valore di più di 7mila<br />

euro. Prodotti che, altrimenti,<br />

sarebbero finiti al macero. Non è un caso<br />

se lo slogan della società sia: trasformare<br />

lo spreco in risorse. Ideatore dell’iniziativa<br />

imprenditoriale, e al tempo stesso solidale,<br />

è il professor Andrea Segré, Preside<br />

della Facoltà d’Agraria dell’Università<br />

di Bologna. L’impresa di gestione delle<br />

eccedenze è figlia di un’attività di ricerca<br />

avviata nel 1998 dal Dipartimento di<br />

Economia e Ingegneria dell’Alma Mater<br />

felsinea che si è trasformata, a sua volta,<br />

nel 2004 in uno spin-off universitario,<br />

un’attività imprenditoriale cioè sorta per<br />

dare al progetto di ricerca una ricaduta<br />

produttiva. Al momento Last minute<br />

market opera soprattutto al Centro<br />

Nord. Le uniche regioni del Mezzogiorno<br />

in cui ha attecchito l’iniziativa o sono state<br />

avviate esperienze sono la Sicilia (Palermo<br />

e Agrigento) e l’Abruzzo (Teramo). Una<br />

bella idea, insomma, e una buona pratica da<br />

imitare. I vantaggi, infatti, non riguardano<br />

solo gli enti assistenziali o le istituzioni<br />

pubbliche che si prodigano per sostenere<br />

le intese con la società bolognese. Certo,<br />

i primi a “guadagnarci” sono gli enti non<br />

6<br />

profit<br />

che risparmiano<br />

sugli acquisti e le<br />

amministrazioni comunali che<br />

ricavano benefici di carattere sociale per la<br />

popolazione. Traggano un’utile (oltre quello<br />

morale), tuttavia, anche i dettaglianti, la<br />

grande distribuzione o anche i ristoratori.<br />

Chiunque dia in omaggio l’invenduto,<br />

infatti, riduce i costi di smaltimento e può<br />

ottenere anche dei vantaggi fiscali. Nel<br />

caso di Verona, ad esempio, i commercianti<br />

aderenti beneficiano di un’agevolazione nei<br />

conteggi della tariffa relativa ai rifiuti solidi<br />

urbani in quanto grazie alla donazione<br />

generano una diminuzione di rifiuti.<br />

L’idea ha sedotto commercianti ma anche<br />

operatori della ristorazione collettiva.<br />

Grazie ai pasti non serviti di questi ultimi,<br />

ad esempio, nel 2007 sono stati recuperati<br />

22mila chilogrammi di alimenti per pranzi<br />

e cene. Chissà quante bocche, vien da<br />

pensare, si potrebbero sfamare nell’intero<br />

Paese se si diffondessero pratiche come<br />

quelle suggerite da Last minute. Fare del<br />

bene, insomma, guadagnandoci pure.

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