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Sommario - FITArco

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Il terzetto juniores, Croce, Scammacca e<br />

Tonelli, vincitore dell’oro a squadre Arco<br />

Olimpico con l’allenatore Suk.<br />

numero 1 - marzo 2003<br />

rifarsi in futuro.<br />

Dal primo match<br />

usciranno vincenti<br />

invece sia Mazzi<br />

che Savegnago<br />

anche se, proprio<br />

in questa fase, il<br />

recordman italiano<br />

sulla distanza<br />

verrà escluso dal<br />

mito Lundin Morgan<br />

che tuttavia<br />

sarà costretto a<br />

sudare le classiche<br />

sette camicie<br />

per averne ragio-<br />

ne (178–176). Il vicentino della Montecchio Maggiore riuscirà<br />

invece a raggiungere i quarti di finale dove, dopo uno<br />

splendido 118 pari, sarà costretto allo spareggio dallo svizzero<br />

Hofer. Troppo “lunga” risulterà però la freccia di Andrea<br />

che, a causa di un nove a mezzogiorno, si troverà fuori dalla<br />

partita. Nella classifica finale risulterà comunque sesto assoluto<br />

e primo degli italiani davanti a Mazzi (9°) e Tosco<br />

(18°). Il titolo mondiale ritornerà infine a casa Wilde (Reo è<br />

il figlio del mitico Dee) dopo che il figlio d’arte sarà riuscito<br />

ad aver ragione dell’inossidabile svedese Morgan ed il simpaticissimo<br />

elvetico Hofer avrà firmato il suo rientro alle<br />

competizioni d’alto livello con una medaglia di bronzo senza<br />

dubbio meritata. Ottima d’altro canto risulterà anche la<br />

quinta piazza finale della nostra Eugenia Salvi che, esclusa<br />

dalla medaglia di bronzo finale Mary Zorn (USA) al pari dell’altra<br />

azzurra Solato, ha saputo comunque<br />

marcare uno dei risultati più positivi nella<br />

storia del compoundismo tricolore al femminile.<br />

Grande è stata invece la sorpresa nel<br />

vedere salire sul gradino più alto di un podio<br />

storicamente dipinto a stelle e strisce, la<br />

outsider belga Gladys Willems, capace di<br />

freddare allo shoot off di un non irresistibile<br />

113 pari l’altra americana Jessica Grant. Ad<br />

Amelia Stucchi, terza componente il nostro<br />

team femminile,il debutto in azzurro ha giocato<br />

qualche scherzo di troppo. Nonostante<br />

la sua grande generosità , infatti, la portacolori<br />

degli arcieri Malpaga ha faticato a trovare<br />

i suoi soliti ritmi prestazionali... capita.<br />

La squadra, subito fermata nella competi-<br />

zione per team dalla non irresistibile compagine<br />

britannica può invece lamentare la<br />

latitanza di<br />

una fortuna<br />

che, per inciso,<br />

si è tenuta<br />

ben alla larga dai compound italiani. Tecnicamente parlando,<br />

l’intiero gruppo dei partecipanti a questi mondiali è<br />

apparso come orientato verso i canoni dettati dal Back Tension<br />

Style. Rarissimi gli sganci automatici a polsino ed azionati<br />

dal dito indice. In crescendo esponenziale quelli ad incremento<br />

di torsione dorsale più o meno correttamente usati,<br />

percentualmente rilevantissima la presenza di quelli a pollice.<br />

Tante le esplosioni, talvolta “comandate”, molte altre<br />

no. La direzione dell’evoluzione tecnica internazionale è comunque<br />

chiara ed anche i nostri portacolori, in questa edizione<br />

dei mondiali indoor, sono risultati decisamente più allineati<br />

in tal senso.<br />

SODDISFATTI<br />

Mario Scarzella e Sante Spigarelli assieme a Paolo Poddighe<br />

(capo delegazione) ed al D.T. Gigi Vella hanno espresso<br />

al termine di questi settimi campionati mondiali indoor<br />

tutta la loro soddisfazione per dei risultati che, nell’anno<br />

della qualificazione olimpica, non possono che far ben sperare<br />

per il cammino delle nostre nazionali verso i cerchi<br />

olimpici di Atene. Ottima l’organizzazione, grande l’impatto<br />

con il pubblico, estremamente pagante il riscontro avuto<br />

dalle nazionali italiane che, agli occhi di tutti, sono apparse<br />

come fra i gruppi più forti al mondo. L’Italia dell’arcieria<br />

è dunque sempre grande... anche se gli altri paesi non stanno<br />

certo a guardare. Non rimane che rimettersi al lavoro<br />

per traguardi ancora più importanti. ■<br />

L’intera delegazione italiana con il Presidente della FITA Jim Easton alla conclusione del<br />

campionato. Nella foto in alto, l’Arena di Nimes, teatro delle gare mondiali<br />

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