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UTILIZZO DELLA CLASSIFICAZIONE ICF NEL PROGETTO E PROGRAMMA<br />
RIABILITATIVO DI UN PAZIENTE CON ESITI DI TRAUMA CRANICO-<br />
ENCEFALICO.<br />
M. G. Caruso, S. Ciliberti, L. Fratto, R. C. Meliado’, G. A. M. Amendola, M. Iocco.<br />
università Magna Graecia Catanzaro<br />
L’ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health) permette di<br />
classificare la salute e gli stati ad essa correlati, considerando non solo tutte le<br />
dimensioni del funzionamento umano (fisico, psicologico, personale, familiare e<br />
sociale) ma anche l’influenza dell’ambiente su di esso. Si è dimostrata, pertanto,<br />
essenziale per una buona realizzazione della “presa in carico globale” e della<br />
programmazione dell’intervento riabilitativo. L’individuazione di un campo aperto<br />
determina le aree d’intervento e la scelta degli outcomes per il progetto riabilitativo.<br />
L’ICF ha mutato la prospettiva dell’assistenza sanitaria, che da una attività focalizzata<br />
sulle componenti deficitarie si è orientata a valorizzare le potenzialità residue e ad<br />
ottimizzare l’interazione individuo-ambiente.<br />
Nella descrizione di una condizione di salute si evincono punti di debolezza di una<br />
persona ma anche punti di forza. L’utilizzo dei qualificatori nell’ambito delle “capacità e<br />
performance” ha permesso di percepire e soprattutto di quantificare l’influenza<br />
dell’ambiente sul funzionamento della persona. Se la capacità della persona supera la<br />
performance significa che l’ambiente impedisce di ottenere il migliore livello di<br />
prestazione raggiungibile. I fattori personali, quali ad esempio una forte motivazione o<br />
una dote artistica, non vengono presi in esame.<br />
L’ICF presuppone che le esigenze di riabilitazione siano misurate dalla limitazione<br />
delle attività e dalla restrizione della partecipazione, sperimentate da un individuo a<br />
seguito di un processo patologico. Tali conseguenze non sono completamente<br />
desumibili dalla natura della patologia, ma assumono dimensioni anche molto diverse,<br />
in relazione alla varietà delle funzioni biologiche compromesse, alla severità del danno<br />
funzionale, alla sua complessità e dinamica temporale, nonché alle caratteristiche<br />
premorbose dell’individuo, alle sue capacità ed aspettative ed all’ambiente in cui vive<br />
(fattori individuali ed ambientali).<br />
Bari, 18-20 Aprile 2013<br />
Il caso clinico riportato vuole offrire un momento di riflessione su come agire in<br />
relazione a determinati fattori personali che possano essere utili al fine di favorire il<br />
recupero bio-psico-sociale della persona.