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IL GIORNALE ITALIANO

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PADRE F<strong>IL</strong>IPPO: L’INCONTRO, UNA RIVOLUZIONE COPERNICANA<br />

La visita di Giovanni Paolo II fu “la visita dei grandi gesti”, quella di Benedetto XVI<br />

è stata” la visita dei grandi discorsi”, Un’occasione in cui si è potuto parlare con<br />

estrema chiarezza sapendo che dall’altra parte c’era qualcuno disposto ad ascoltare.<br />

Don Filippo Di Giacomo,<br />

Vicario Giurisdizionale<br />

nella Diocesi<br />

di Sora. Giornalista,<br />

analista e editorialista.<br />

di Giulio Rosi<br />

Quale è stato, secondo lei, il nocciolo<br />

di questa visita? Si basa su<br />

quattro discorsi. Ci siamo concentrati<br />

su quello del Rabbino e<br />

su quello del Papa, ma il discorso<br />

di Riccardo Di Segni è fantastico<br />

perché è una ricostruzione,<br />

non è un discorso da passionale<br />

capopopolo, ghettarolo, como lo<br />

ha liquidato Gad Lerner. È molto<br />

profondo, ci porta all ‘interno<br />

di valori ampiamente condivisi<br />

quando parla di pace, di difesa<br />

della vita, di difesa della famiglia,<br />

di difesa delle minoranze, a<br />

favore dell’integrazione, contro<br />

ogni discriminazione, contro chi<br />

impedisce la libertà di religione ai<br />

cristiani in molte parti del mondo.<br />

Nel 1984 Giovanni Paolo II e il<br />

Rabbino Toaff parlavano di azione<br />

comune contro l’apartheid in<br />

sud Africa, di azione comune per<br />

la libertà religiosa in Unione Sovietica,<br />

per il riconoscimento di<br />

Israele, sembravano sogni, ma si<br />

sono realizzati. Circa la Beatifi cazione<br />

di Pio XII, dal punto di vista<br />

cattolico, parlando con il Rabbino<br />

Laras e Riccardo Pacifi ci, ho avuto<br />

modo di dire che i cassetti della<br />

Congregazione delle Cause dei<br />

Santi sono pieni di dichiarazioni<br />

di eroicità e di virtù che non hanno<br />

portato a nessun frutto. Sono<br />

talmente impressionati da questo,<br />

ma un cattolico può essere felice<br />

anche con una beatifi cazione<br />

in meno e con qualche rapporto<br />

umano di migliore qualità. Non si<br />

riesce a capire se questa specie di<br />

utilizzo sia, secondo me, come un<br />

fatto dilatorio su dei problemi che<br />

invece stanno venendo a galla anche<br />

all’interno, perché questo è un<br />

passo avanti con il discorso di Pacifi<br />

ci, di Gattegna, per una azione<br />

comune su cose che insieme si<br />

possono fare e quelli che sembra-<br />

I L P A P A E I L R A B B I N O<br />

no sogni possono diventare realtà.<br />

Le conseguenze che porta e comporta<br />

questo incontro? La prima<br />

sarà ad ottobre, quando i vescovi<br />

del Medio Oriente, nel Sinodo a<br />

Roma, tratteranno i defi cit di democrazia<br />

e di libertà religiosa di<br />

cui anche i cattolici soffrono nelle<br />

regioni interessate. A partire da<br />

Israele, che probabilmente non<br />

solo deve verifi care alcune congruenze<br />

di quanto dice di essere<br />

con quanto mette in pratica. Per riassumere<br />

con l’accetta potremmo<br />

dire che la visita di Giovanni Paolo<br />

II fu “la visita dei grandi gesti”,<br />

quella di Benedetto XVI è stata<br />

“la visita dei grandi discorsi”, essendo<br />

considerato uno dei massimi<br />

intellettuali viventi. Con Benedetto<br />

XVI le chiacchiere stanno a<br />

zero. Un’occasione in cui si è potuto<br />

parlare con estrema chiarezza,<br />

sapendo che dall’altra parte c’era<br />

qualcuno disposto ad ascoltare.<br />

Quali messaggi vuole dare la<br />

Chiesa nel 2010, al mondo e ai<br />

suoi fedeli, a volte disorientati?<br />

Lo hanno detto simultaneamente<br />

sia il Rabbino Di Segni sia il<br />

Papa, “se guardate cosa siamo riusciti<br />

a fare cattolici ed ebrei, che<br />

pure abbiamo alle spalle duemila<br />

anni di persecuzioni...”, perché il<br />

Rabbino ha iniziato ricordando<br />

quando addirittura per onorare<br />

il Papa eletto veniva sbeffeggiata<br />

la Torah, “guardate quello che<br />

siamo riusciti a fare due religioni<br />

così differenti con un muro<br />

di sangue, di lacrime e di dolore<br />

così alto, questa è l’immagine di<br />

una società laica e libera, a favore<br />

di tutte le religioni”. Una<br />

idea di laicità che ebraismo e<br />

cattolicesimo riescono non solo<br />

a dare, ma anche a condividere.<br />

Cosa pensa che i giovani possano<br />

aver compreso da questo<br />

incontro? Ricordo che il primo<br />

Papa della mia vita appariva in<br />

pubblico vestito da faraone, sopra<br />

una sedia gestatoria, con una corte<br />

rinascimentale e quattro fl abelli<br />

barocchi. I giovani di oggi vedono<br />

un Papa che va alla mensa dei<br />

poveri della Comunità Sant’Egidio,<br />

che è il massimo dell’umiltà,<br />

l’importante è che ci sia andato e<br />

come ci è andato. È sceso dalla<br />

macchina e si è unito ai poveri che<br />

lo aspettavano raggiungendo la<br />

mensa, mangiando con loro. Questa<br />

Chiesa è capace di andare in<br />

Sinagoga. Benedetto XVI è la terza<br />

volta che va in una Sinagoga.<br />

La prima a Colonia, la seconda a<br />

New York, accolto sempre anche<br />

dai più conservatori con affetto. A<br />

Roma, gli ebrei romani lo fanno<br />

sedere sull’ Aron, pregano insieme,<br />

si parlano dicendo tante cose<br />

e lasciando intuire che si ha voglia<br />

di dirsene tante altre. Questa è<br />

una vera rivoluzione copernicana.<br />

MOSHE BENDAHAN, RABBINO CAPO DI MADRID “L’UNICO<br />

PROBLEMA È LA BEATIFICAZIONE DI PAPA PIO XII”<br />

di Giulio Rosi<br />

La Comunità Ebraica spagnola<br />

come ha accolto l’incontro<br />

del Papa con il Rabbino<br />

Capo di Roma? L’incontro<br />

è stato accolto molto<br />

favorevolmente dalla Comunità<br />

Spagnola, formata da circa<br />

35 mila ebrei, principalmente<br />

residenti a Madrid e Barcellona.<br />

L’unico problema è con la<br />

Beatificazione di Pio XII che<br />

è un punto di disaccordo perché<br />

nella Comunità Ebraica si pensa che, essendo PioXII il Papa dell’epoca dell’Olocausto,<br />

dall’inizio della guerra fino al 1958, non ci fu né una condanna né un tentativo di opporsi alla<br />

morte di milioni di ebrei in epoca nazista, quindi il fatto che il Papa voglia beatificare Pio<br />

XII ha creato un punto di discordia, perché la Comunità ebraica mondiale e quella spagnola<br />

chiedono che non si proceda in questa beatificazione.<br />

Non ritiene che questo incontro romano sia stato comunque un importante passo avanti?<br />

Certamente, il fatto che Papa Benedetto XVI sia andato nella Sinagoga più importante, che è<br />

quella di Roma, è rilevante perché c’è stato un dialogo, un incontro e che quindi, ripeto, ha la<br />

sua importanza. Quello che la Comunità ebraica chiede è che non si beatifichi Pio XII. Questa<br />

sarebbe un ‘offesa a tutti i sopravvissuti ebrei della seconda guerra mondiale.<br />

Dai discorsi del Rabbino Capo Di Segni,dal Presidente delle Comunità ebraiche Gattegna e dal<br />

Presidente delle Comunità ebraica di Roma, Pacifi ci, sono emersi dei segnali per uno studio<br />

più approfondito sull’argomento prima di assumere posizioni intransigenti. Lei che ne pensa?<br />

La Comunità ebraica apprezza e benedice il fatto che il Papa sia andato in Sinagoga, ma l’ unica<br />

cosa che gli si chiede è che riconsideri la beatifi cazione di Pio XII e soprattutto che non si faccia un<br />

passo avanti in quel senso, perché ciò potrebbe ferire il ricordo degli ebrei che morirono nell’Olocausto<br />

e la sensibilità dei sopravvissuti. Ci sono dei sopravvissuti e quindi è un punto controverso.<br />

ALEMANNO: «ROMA SI CONFERMA<br />

COME CAPITALE DEL DIALOGO»<br />

«Voglio ringraziare la Comunità Ebraica di Roma per aver coraggiosamente voluto e portato<br />

a termine questo storico incontro. Attraverso le parole di papa Benedetto XVI e del Rabbino<br />

Capo, Riccardo Di Segni, oggi a Roma, il dialogo religioso ha fatto un altro grande passo avanti<br />

nello spirito del Concilio Vaticano II e dimostrando come le identità religiose possono e debbono<br />

essere a servizio dei valori universali della persona umana. Ringrazio anche la Comunità di<br />

S. Egidio per tutto l’impegno che ha profuso per permettere questo grande risultato. Roma oggi<br />

si è confermata Capitale del dialogo e Città universale. Il rapporto di fraterna amicizia che lega<br />

tutti i romani alla Comunità Ebraica della nostra città si è ulteriormente rafforzato».<br />

Lo afferma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.<br />

sin. il Rabbino Di Segni, il Sindaco Alemanno e il Presidente Pacifi ci<br />

Pag. 4 36/2010

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