di Roma
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Da valle Giulia<br />
Villa Borghese<br />
trabocca il miele inebriante dei tigli;<br />
api notturne i sensi sciamano<br />
nelI'ombra dei pini.<br />
Il caldo fiato dei cavalli<br />
ansima ancora lungo le siepi<br />
del galoppatoio;<br />
(a Mario de Montis)<br />
le magnolie si aprono impu<strong>di</strong>che<br />
nella notte.<br />
Un improvviso ruggito echeggia dallo Zoo<br />
e turba il sonno dei cigni<br />
nel Giar<strong>di</strong>no del Lago,<br />
per spegnersi nel buio dei cespugli<br />
in lungo spasimo d'amore.<br />
Sul Pincio, la Casina Vala<strong>di</strong>er<br />
si alza in grazia sulla Città<br />
per farsi rimirare ancora.<br />
A notte alta, placata e pentita,<br />
Villa Borghese scioglie la sua chioma d'alberi<br />
ai pie<strong>di</strong> della Cupola.<br />
EDOARDO SALA<br />
Il regno <strong>di</strong> piazzaVittorio<br />
Entro in piazza Vittorio, facendomi<br />
largo tra siepi <strong>di</strong> folla.<br />
Siamo nel luogo più densamente popo-<br />
lato, <strong>di</strong> più intenso traffico dell'intiera città.<br />
Le solitarie, magiche Esquilie, vi si<br />
riconciliano con la vita.<br />
Molta Italia si fonde da queste parti. Fischia, sibila, ansa, come i<br />
treni che stanno a quattro passi; s'interseca, ammira, acquista, s'impala<br />
a bocca aperta, con una valigetta, con un cartoccio sotto il braccio e il<br />
biglietto per ripartire...<br />
Molta Italia si è messa seduta su una panchina <strong>di</strong> piazza Vittorio,<br />
con il pecorino nelle tasche, un temperino e la stozza del pane.<br />
Ha, poi, guardato in su, e non ha visto che il cielo. Sfrangiato dalle<br />
palme e squadrato dai casoni.<br />
Più in su, ancora, molta Italia ha letto scritta la speranza nel cielo<br />
<strong>di</strong> <strong>Roma</strong>. Gli « affittasi lettini », appesi fuori dei portoni, hanno contri-<br />
buito ad alimentare questa speranza.<br />
Dopo, una baracca a Tiburtino, al Prenestino o al Casilino, ha dato<br />
un tetto alle speranze, una scheda, un numero, una iscrizione all'anagrafe<br />
<strong>di</strong> <strong>Roma</strong>.<br />
È bastata una bancarella da cocomeraro, fichi secchi, fichi d'In<strong>di</strong>a,<br />
fusaie, callaroste, un ombrello aperto con tante cartoline dentro, cinte<br />
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